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Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo pagina 242avveduta quando ne hai voglia, e adesso dovresti accorgerti che il partito più saggio più onesto più furbo è di aprirti a me come ad un amico, perché si veda di metter ordine a tutto, accordando le nostre convenienze anche col tuo talento se vuoi!... A queste parole la Pisana dimise affatto quel suo contegno di figliuola modesta e paurosa per diventare lesta sicura sfacciatella quale io l'avea veduta più volte colle cameriere, o in qualche crocchio durante le lunghe distrazioni di sua madre. — Padre mio — mi rispose col piglio disinvolto d'una prima amorosa che recitasse la sua parte — vi chieggo perdono di una mancanza che non finirò mai di rimproverarmi; ma non vi conosceva e aveva più paura della vostra autorità che confidenza nel vostro affetto. Sì, è vero; gli sguardi le preghiere di Enrico Cisterna mi hanno commossa, e per non vederlo patire, ho voluto concedergli quanto mi domandava. — E se io ti dicessi che Enrico Cisterna è un tristo, un giovinastro senza decoro e senza probità, al quale l'abbandonarti sarebbe il peggior castigo che potessimo infliggerti? — Oh non andate in collera!... No, per carità, che non ce n'è il motivo! È vero, ebbi compassione di Enrico; ma non ci sono tanto ostinata, e se non è di vostro piacimento, meglio qualunque altro che lui!... — Così tu rispondevi alle sue lettere, tu ti abboccavi tutte le sere con esso lui alla finestra... — Non tutte le sere, padre mio. Appena quella in cui la mamma spegneva il lume prima di mezzanotte. E siccome ella ha molte divozioni distribuite per varii giorni della settimana, così questo non avveniva che il lunedì il mercoledì e la domenica. — Ciò non monta affatto. Voleva dire che quanto facevi lo facevi per mera compassione. — Te lo giuro, papà: proprio per compassione. — Sicché se domani venisse un gondoliere, un cenciaiolo a domandarti per compassione di far all'amore con lui, gli risponderesti di sì! — No certo, papà. Il caso sarebbe molto differente. — Ah dunque convieni che ci vedi dei meriti particolari in Enrico, per sentir piuttosto compassione di lui che di un altro?... Ora favorirai dirmi quali sono questi meriti. — In vero, papà, sarei molto imbrogliata a dichiararveli, ma giacché siete tanto buono, voglio farmi forza per accontentarvi. Prima di tutto quando s'andava a teatro, io vedeva Enrico accarezzato e festeggiato dalle più belle signore. Non vorrai già negare ch'egli non sia almeno almeno molto simpatico!... Io non sapeva più in qual mondo mi fossi udendo la santoccia parlare a quel modo; ma volendo pur vedere fin dove sarebbe arrivata: — Avanti — soggiunsi. — E poi?... — E poi ha una foggia di vestire molto elegante, un bel modo di presentarsi, una loquela sciolta e brillante. Insomma per una ragazza senza esperienza c'era, mi pare, quanto bastava per rimaner abbagliata. Quanto ai suoi costumi al suo temperamento io non me ne intendo, padre mio; credo che tutti siano buoni, e non sarei mai tanto sfacciata da chiedere cosa voglia dire un giovane scostumato! Era però abbastanza imprudente per farmi capire che lo sapeva; laonde io le risposi che senza cercar tanto addentro le doti morali di Enrico, ella doveva capire che quei pregi esterni e affatto d'apparenza non dovevano bastare per meritargli l'affetto d'una donzella bennata. — E chi dice ch'egli abbia il mio affetto? — riprese ella. — Vi giuro, padre mio, che gli corrispondeva unicamente per compassione, e che adesso giacché vedo ch'egli non ha la fortuna di piacervi, lo dimenticherò senza fatica, e accetterò di buon grado quello sposo che avrete la bontà di procurarmi. — Eh, sporchetta! — io sclamai — chi vi parla ora di sposo?... Che premura avete?... Chi vi ha insegnato a tirar in mezzo voi simili discorsi? — Nulla! — balbettò essa alquanto confusa — non ho parlato così che per dimostrarvi meglio la mia docilità. — Capisco — risposi io — fin dove giunge la vostra docilità. Ma ti esorto a moderare la tua indole, a educare i tuoi sentimenti, perché fino che tu non sia in grado di apprezzare i veri meriti d'un onest'uomo, oh no, perbacco, che non ti lascerò andare a marito!... Non voglio fare né la tua né l'altrui rovina. — Ti prometto, papà, che d'ora in poi tutte le mie cure saranno rivolte a moderare la mia indole e ad educare i miei sentimenti. Ma mi prometti almeno che la mamma non saprà nulla? — Perché vorresti che tua mamma non ne sapesse nulla? — Perché mi vergognerei troppo di comparirle dinanzi! — Eh via, che un po' di vergogna non ti starà male: vorrei anzi che la sentissi molto, per cercare di non averla a soffrire altre volte. Intanto ti avverto che non posso lasciar ignorare a tua madre una cosa che le darà la giusta misura della tua santità. — Oh per carità, padre mio! — No, non affannarti e non piangere!... Pensa a correggerti, ad esser sincera d'ora in avanti, a non invaghirti di frascherie e a non distribuire il tuo affetto con tanta leggerezza. — Oh ti giuro, padre mio... — Non tanti giuramenti; a ora di pranzo ti dirà tua madre quello che avremo disposto a tuo riguardo. Non v'è male che non abbia il suo rimedio: sei giovinetta ancora e spero che tornerai una buona figliuola, capace di fare la felicità nostra, e dell'uomo cui il cielo ti ha destinato, se la sorte vuole che ti accasi. Intanto pensa ai casi tuoi; e medita sulla sconvenienza di quelle azioni che costringono una figliuola ad arrossire dinanzi ai suoi genitori. Così la lasciai; ma era tanto sbalordito che nulla più. E quelle lusinghe di ravvedimento le avea buttate lì per vezzo; del resto non sapeva da qual banda cominciare per ridurre a donna di garbo una tale fraschetta. Confesso che m'immaginava di scoprire un giorno o l'altro delle assai brutte cose sotto quella vernice di santità, non mai peraltro quella sfrontata e ingenua frivolezza che ci aveva trovato. L'Aquilina fu per diventar pazza alla contezza ch'io le diedi per lungo e per largo di tutto il marrone. Non volea credere sulle prime, ma aveva le tre letterine in tasca e se ne persuase; allora prese a gridare e a graffiarsi il viso colle unghie, che guai per la Pisana se le capitava fra le mani! — Ma io la trattenni, e giunsi appoco appoco a calmarla, sicché pensammo anche al modo di troncare senza chiasso quell'amoruzzo e di assicurarci meglio dei costumi della ragazza con un metodo diverso d'educazione. Quanto al licenziare quell'Enrico, che era in verità un capo da galera, si decise che era meglio lasciare l'incarico a lei come quella risoluzione venisse spontanea dalla sua volontà, e noi né ci entrassimo né sapessimo nulla. Poi si pensò di cambiar tutte le donne di servizio, alla compagnia delle quali io attribuiva non senza ragione la strana leggerezza con cui quella mattina mi aveva parlato. Conducendola meno a teatro e in mezzo alla gente, invogliandola a letture piacevoli e salutari, io mi lusingava di ottener qualche cosa; non nascondeva peraltro all'Aquilina che il guasto era più profondo di quanto non mi sarei mai immaginato, e che ogni rimedio avrebbe potuto essere inutile. Mia moglie mi dava sulla voce per questo mio scoramento soggiungendo che alla fine poi era una scappata più che di cattiveria d'inesperienza, e ch'ella scommetteva senz'altro di rendere la Pisana così ragionevole e posata che in un mese avrei stentato a riconoscerla. — L'ha un tal fondo di religione — diceva ella — che soltanto a richiamarle alla memoria i suoi doveri, si pentirà del fallo commesso, e farà fermo proponimento di non ricadervi mai più. — Fidati della sua religione! — le risposi io. — Ti dico che è tutta apparenza, ed ora tocchi con mano lo sbaglio gravissimo di non armare la sua coscienza con altri motivi di ben fare che non sono i Comandamenti puri e semplici!... L'Aquilina cominciò ad inalberarsi, io a tempestare; e perdemmo di vista la Pisana per litigare fra noi due; ma io me ne risovvenni per raccomandarle di Tag: compassione padre tanto nulla meglio affetto giuro prima sarebbe Argomenti: piglio disinvolto, metodo diverso, fermo proponimento Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La vita comincia domani di Guido da Verona Rinaldo di Torquato Tasso Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Il benefattore di Luigi Capuana Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Utilizzare le piastre per capelli Sedu Come usare il ferro da stiro Maxiglide Wet-to-Dry Vacanza Mauritius, l'Isola del Sorriso Oktoberfest Come pulire le collane di perle
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