Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo pagina 48

Testo di pubblico dominio

né la più pronta, né la meglio servita; e chi volesse obbedire pecorilmente a lei, potrebbe trovarsi alle prese con chi è di diverso parere, ed ha ai suoi comandi un'altra giustizia ben altrimenti spiccia ed operativa! Queste frasi pronunciate una per una, e sarei per dire sottosegnate dall'accento fermo e riciso del parlatore, scossero profondamente il timpano del Conte, e fecero ch'egli alzasse un viso non so se più scandolezzato o impaurito dall'averle comprese. Siccome peraltro il dimostrarsene offeso poteva esporlo a qualche spiacevole schiarimento, così fu abbastanza diplomatico per ricorrere una seconda volta al solito sorriso che gli ubbidì meno ritroso di prima. — Veggo ch'ella mi ha capito — tirò innanzi l'altro — ch'ella è in grado di pesare la forza delle mie ragioni, e che il favore ch'io vengo a chiederle non sembrerà né strano, né soverchio. Il Conte allargò bene gli occhi, e trasse una mano di tasca per mettersela sul cuore. — Qualche mala lingua, qualche pettegolo sciagurato e bugiardo che io farò punire colle frustate, non la ne dubiti — proseguì il Venchieredo — mi ha usato la finezza di mettermi in mala vista della Signoria per non so quali freddure di vecchia data che non meritano nemmeno di essere ricordate. Son birberie, sono freddure, tutti lo consentono; ma a Venezia si dovette dar corso all'affare per non far torto al sistema. Ella mi capisce bene; se si trascurassero le denunzie nelle cose frivole, mancherebbero poi nelle grandi, e, adottata una massima, bisogna accettarne tutte le conseguenze. Insomma io lo so di sicuro, che a malincuore si comandò di colassù l'istituzione di quel tal processo... ella intende bene... quel protocollo segreto... a carico di quel mastro Germano... — Se fosse qui il Cancelliere... — mormorò con un raggio di speranza in volto il conte di Fratta. — No, no; non voglio ora né pretendo che mi si spiattelli il processo — riprese il Venchieredo. — Mi basta ricordarglielo, e avergli dimostrato che non per diffidenza contro di me, né per l'entità della cosa, ma che per un solo costume di buon governo si venne a quel tal decreto... Già è inutile che mi dilunghi di più. Al fatto, anche a Venezia non sarebbero malcontenti di veder troncato l'affare: e così succede sempre che nell'applicazione conviene ammorbidire e correggere ciò che v'ha di troppo ruvido e generale nelle massime di Stato. Ora, signor Conte, tocca a noi tra buoni amici interpretare le nascoste intenzioni dei Serenissimi Inquisitori. Lo spirito, ella lo sa meglio di me, va sopra la lettera; ed io la assicuro, che se la lettera le comanda di andar innanzi, lo spirito invece le consiglia di dar un frego su tutto. In confidenza ebbi anche da Venezia comunicazioni di questo tenore; e lei già indovina il mezzo... con un onesto compromesso... con un buon mezzo termine, si potrebbe... Il Conte allargava sempre più gli occhi, e si stracciava colle dita i merletti della camicia; a questo punto tutto il respiro, che gli si era compresso nel petto per la grande agitazione, uscì romorosamente in una sbuffata. — Oh non pigli soggezione di ciò — soggiunse l'altro. — La cosa è più facile ch'ella non crede. E fosse anche difficilissima, bisognerebbe tentarla per ubbidire allo spirito del Serenissimo Consiglio dei Dieci. Allo spirito, si ricordi bene, non alla lettera!... Poiché del resto la giustizia della Serenissima non può volere che un eccellentissimo signore com'ella è si trovi quandocchessia in gravi imbarazzi per essere stato troppo ligio alle apparenze d'un decreto. Si figuri! Metter un giurisdicente in lotta con tutti i suoi colleghi!... Sarebbe ingratitudine, sarebbe una nequizia imperdonabile contro di lei!... Al povero giurisdicente, che coll'acume della paura intendeva meravigliosamente tutti questi discorsi, i sudori freddi venivano giù per le tempie, come gli sgoccioli d'una torcia in un giorno di processione. Il dover rispondere, il non voler dire né sì né no, era tal tormento per lui che avrebbe preferito di cedere tutti i suoi diritti giurisdizionali per esserne liberato. Ma alla fin fine gli parve aver trovato il vero modo di cavarsela. Figuratevi che talentone!... Avea proprio trovato una gran novità! — Ma... col tempo... vedremo... combineremo... — Eh, che tempo d'Egitto! — saltò su con una bella stizza il Venchieredo. — Chi ha tempo non aspetti tempo, Conte carissimo! Io per esempio se fossi in lei vorrei dire subito e per le mie buone ragioni: “Domani non si potrà più parlare di questo processo!”. — Per esempio! Come è possibile? — sclamò il Conte di Fratta. — Ah, vedo che torniamo a raccostarci; — soggiunse l'altro — chi cerca il mezzo è già persuaso della massima. E il mezzo è bello e trovato. Tutto sta che lei, signor Conte, sia disposto ad accontentare com'è di dovere i desiderii segreti del Consiglio dei Dieci ed i miei! Quel miei fu pronunciato in maniera che ricordò lo scoppio d'una trombonata. — Si figuri!... Son dispostissimo io! — balbettò il poveruomo. — Quando ella mi assicura che anche quelli di sopra vogliono così!... — Sicuro pel minor male — proseguì il Venchieredo. — Sempre intesi che tutto debba succedere per caso, e qui è il bandolo della matassa. Una buona parola a Germano, mi capisce!... un po' di esca e un acciarino battuto su quelle carte, e non se ne parla più. — Ma il Cancelliere? — Non parlerà, stia quieto! ho una parola anche per lui. Così si desidera da quelli che stanno in alto, e così desidero anch'io: non che la cosa possa aver conseguenze a mio danno; ma mi dorrebbe dover fare qualche rappresaglia a un uomo del suo merito. Il castellano di Venchieredo subir un processo da un suo pari!... S'immagini! il decoro non me lo permette. Insterò io stesso perché quel processo lo si istituisca altrove: a Udine, a Venezia, che so io, allora mi purgherò, allora mi difenderò. Qui, ella vede bene, è impossibile; io non devo sopportarlo a costo d'ammazzarne, non che uno, mille! Il Conte di Fratta tremò tutto da capo a piedi; ma oggimai si era avvezzato a quei sussulti importuni e trovò fiato da soggiungere: — Ebbene Eccellenza; e non si potrebbe addirittura mandarle a Venezia quelle carte inconcludenti?... — Oibò — s'affrettò a interromperlo il Venchieredo. — Non le ho detto ch'io voglio che le sieno abbruciate?... Cioè, m'intendeva dire, che essendo inconcludenti non c'è ragione da incommodarne il messo postale. — Quand'è così; — rispose a voce bassa il Conte — quand'è così le abbrucieremo... domani. — Le abbrucieremo subito — ripigliò alzandosi il castellano. — Subito?... subito, vuole?... — Il Conte alzò gli occhi, ché di togliersi da sedere non si sentì in quel punto la benché minima volontà. Convien supporre peraltro che la faccia del suo interlocutore fosse molto espressiva, perché immantinente soggiunse: — Sì, sì, ella ha ragione!... Subito vanno abbruciate, subito!... E allora con gran fatica si mise in piedi, e mosse verso l'uscio che non sapeva più in qual mondo si fosse. Ma appunto mentre toccava il saliscendi, una voce modesta e piagnolosa domandò: — Con permesso —, e l'umile Fulgenzio con un piego tra mano entrò nella sala. — Cos'hai, cosa c'è, chi ti ha detto d'entrare? — chiese tutto tremante il padrone. — Il cavallante porta da Portogruaro questa missiva pressantissima della Serenissima Signoria — rispose Fulgenzio. — Eh via! affari per domattina! — disse il Venchieredo un po' impallidito, e movendo un passo oltre la soglia. — Scusino le Loro Eccellenze; — rispose Fulgenzio — l'ordine è perentorio. Da leggersi subito! — Ohimè sì... leggerò subito — soggiunse il Conte inforcando gli occhiali e disuggellando il piego. Ma non appena vi ebbe gettati sopra gli occhi, un brivido tale gli corse per la persona che dovette appoggiarsi alla porta per non perder le gambe. Allo stesso tempo anche il

Tag: conte    subito    tutto    bene    tempo    mezzo    processo    spirito    tutti    

Argomenti: solito sorriso,    serenissimo consiglio,    nequizia imperdonabile

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Marocco di Edmondo De Amicis
Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni
Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce
Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero
Corbaccio di Giovanni Boccaccio

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Spunti per scrivere un libro
Offerte Capodanno Bali
Come piantare le rose
Come far durare a lungo il profumo
Vacanze Maldive, Madoogali


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87   |    88   |    89   |    90   |    91   |    92   |    93   |    94   |    95   |    96   |    97   |    98   |    99   |    100   |    101   |    102   |    103   |    104   |    105   |    106   |    107   |    108   |    109   |    110   |    111   |    112   |    113   |    114   |    115   |    116   |    117   |    118   |    119   |    120   |    121   |    122   |    123   |    124   |    125   |    126   |    127   |    128   |    129   |    130   |    131   |    132   |    133   |    134   |    135   |    136   |    137   |    138   |    139   |    140   |    141   |    142   |    143   |    144   |    145   |    146   |    147   |    148   |    149   |    150   |    151   |    152   |    153   |    154   |    155   |    156   |    157   |    158   |    159   |    160   |    161   |    162   |    163   |    164   |    165   |    166   |    167   |    168   |    169   |    170   |    171   |    172   |    173   |    174   |    175   |    176   |    177   |    178   |    179   |    180   |    181   |    182   |    183   |    184   |    185   |    186   |    187   |    188   |    189   |    190   |    191   |    192   |    193   |    194   |    195   |    196   |    197   |    198   |    199   |    200   |    201   |    202   |    203   |    204   |    205   |    206   |    207   |    208   |    209   |    210   |    211   |    212   |    213   |    214   |    215   |    216   |    217   |    218   |    219   |    220   |    221   |    222   |    223   |    224   |    225   |    226   |    227   |    228   |    229   |    230   |    231   |    232   |    233   |    234   |    235   |    236   |    237   |    238   |    239   |    240   |    241   |    242   |    243   |    244   |    245   |    246   |    247   |    248   |    249   |    250   |    251   |    252   |    253   |    254   |    255 successiva ->