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Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo pagina 37della Pisana, la figliuoletta della Contessa, e che mi preparava appunto a domandarne a lei se per avventura non l'avesse veduta passare col ragazzetto dello speziale. — No, no, Carlino; non l'ho veduta — rispose con molta fretta e alquanta stizza la vecchia, benché volesse mostrarmisi benevola. — Mentre tu la cerchi ella è già forse tornata a casa da un'altra banda. Va, va in castello; son sicura che la troverai. — Ma no — soggiunsi io — l'ha appena finito di pranzare or ora... — Ti dico che tu vada là e che non puoi sbagliare di raggiungervela; — mi interruppe la vecchia — anzi un cinque minuti fa, ora che mi ricordo, devo averla veduta che la svoltava giù dietro il campo dei Montagnesi. — Ma se ci son passato io cinque minuti fa! — ribattei alla mia volta. — Ed io ti dico che l'ho veduta. — Ma no, che non può essere. Mentre io voleva pur soffermarmi a ragionare, e la vecchia s'affaccendava a farmi dar addietro, ecco che si sentì per una delle quattro strade il galoppo d'un cavallo che s'avvicinava. E la Martinella allora mi piantò lì con una scrollata di spalle, movendo incontro a quello, come per domandar la limosina. Il cavallo sbucò fuori dopo un istante dall'affossamento di quella stradaccia, e l'era un puledro focoso e robusto colle nari tremolanti e la bocca coperta di schiuma. Sopra poi stava un uomo lacero e grande con una barbaccia grigia sperperata ai quattro venti e un cappellaccio appassito dalle pioggie che gli batteva il naso. Non aveva né staffe né sella né briglia e solamente stringeva i capi della cavezza coi quali batteva le spalle della cavalcatura per animarne la corsa. Così a prima giunta egli mi svegliò una lontana idea di quel barbone che m'avea ricondotto a casa la sera prima; ma il sospetto divenne certezza quando colla sua voce rauca e vibrata corrispose al saluto dell'accattona. Costei si volse accennando me dello sguardo, ed egli allora, fermato il puledro vicino alla vecchia, le si piegò all'orecchio, per bisbigliarle alcune parole. La Martinella si rasserenò tutta levando le braccia al cielo, e poi aggiunse a voce alta: — Dio e San Rocco rimeritino voi della vostra buona azione. E quanto alla carità io mi fido, e ricordatevi in fin di settimana! — Sì, sì, Martinella! e non mancatemi! — soggiunse quell'uomo stringendo colle gambe il ventre del puledro e prendendo di gran corsa per la strada della laguna. Quando fu lontano egli si volse per far alla vecchia un segno verso la strada per la quale era venuto; poi cavallo e cavaliero scomparvero nella polvere sollevata dalle zampe di quello. Io stava tutto intento a quella scena quando, togliendo gli occhi dal luogo ove era scomparso il cavallo, li portai sulla campagna dirimpetto dove vidi appunto la Pisana e il fanciullo dello speziale che correvano molto affannati alla mia volta. Io pure mi diedi a correre verso di loro, e la Martinella mi gridava: — Oh dove corri ora, Carlino? — ed io a risponderle: — La è là, la è là la Pisana! Non la vedete? — Infatti raggiunsi la ragazzetta, ma la era tanto pallida e smarrita, poverina, da far compassione. — Per carità, Pisana, cos'hai, ti senti male? — le chiesi sostenendola pel braccio. — Ohimè, che paura... che correre... son là con gli schioppi... che voglion passar l'acqua — rispondeva trafelando la ragazzetta. — Ma chi sono quelli là cogli schioppi che voglion passare? — Ecco — entrò a rispondermi Donato il ragazzo dello speziale che s'era un po' rimesso da quell'ansa spaventata — ecco come la è... Eravamo a giocare sul rio del mulino, quando sboccano sull'altra sponda quattro o cinque uomini con certi ceffi e certe pistole in mano da far paura, i quali parevano cercar qualche cosa ed accingersi benanco a guazzare. E la Pisana si diede a correr via, ed io a tenerle dietro con quante gambe aveva; ma due o tre di loro si misero a gridare: “Oh non avete veduto un uomo a cavallo scappare qui a traverso!?”. Ma la Pisana non avea voglia di rispondere ed io neppure; e continuammo a fuggire ed eccoci qui; ma quegli uomini verranno anch'essi certamente, perché, quantunque l'acqua sia alta, il ponte del mulino non è lontano. — Oh scappiamo, scappiamo! — sclamò tutta sbigottita la fanciulletta. — Datevi animo, signorina — entrò allora a dire la vecchia che avea posto mente a tutti questi discorsi. — Quelle Cernide non cercano di voi, ma d'un uomo a cavallo; e quando qui io e Carlino avremo risposto che di uomini a cavallo non vidimo altro che il guardiano di Lugugnana che andava a guardar il fieno a Portovecchio... — No, no! voglio andarmene! ho paura io! — strillava la pazzerella. Ma d'andarsene non era omai tempo poiché quattro buli sbucarono in quell'istante dalla campagna, e, guardatisi intorno per le quattro vie, si volsero alla vecchia colla stessa domanda che avevano fatta un momento prima ai due fanciulli. — Non vidi altro che il guardiano di Lugugnana che volgeva a Portovecchio — rispose loro la Martinella. — Eh che guardiano di Lugugnana! sarà stato lui! — disse uno della banda. — Sentite Martinella; — domandò un altro di coloro — non conoscete voi lo Spaccafumo? — Lo Spaccafumo! — sclamò la vecchia con due occhiacci brutti brutti. — Quel ribaldo, quel bandito che vive senza legge e senza timor di Dio, come un vero Turco! No per grazia di Dio che non lo conosco: ma lo vidi peraltro una domenica sulla berlina di Venchieredo che saranno due anni. — E oggi non lo avete veduto per questa banda? — chiese ancora colui che avea parlato il primo. — Se l'ho veduto oggi? ma se dicevano che fosse morto annegato fin dall'anno scorso! — ripigliò la vecchia. — E poi confesso alle Loro Eccellenze che patisco un po' negli occhi... — Udite pure! era lui! — tornò a dire lo sgherro. — Perché non dircelo prima che sei orba come una talpa, vecchiaccia grinza? Su in gamba, a Portovecchio, figliuoli! — soggiunse rivolto ai suoi. E tutti quattro presero per la strada di Portovecchio, che era l'opposta a quella battuta un quarto d'ora prima dal barbone. — Ma sbagliano per di là — volli dir io. — Zitto; — mi bisbigliò la Martinella — lascia andare quella cattiva gente, e diciamo invece un pater noster a san Rocco che ce ne ha liberati. La Pisana durante il colloquio cogli sgherri avea riavuto tutto il suo coraggio, e mostrava da ultimo un contegno più sicuro di tutti noi. — No, no; — diss'ella — prima di pregare bisogna correre a Fratta ad avvertire il Cancelliere e Marchetto di quei brutti musi che abbiamo veduto. Oh non tocca al Cancelliere a tener lontano dal feudo del papà i malviventi? — Sì certo; — risposi io — ed anco li fa metter in prigione a suo talento. — Or dunque andiamo a far mettere in prigione quei quattro brutti uomini; — riprese ella trascinandomi verso Fratta — non voglio, no, non voglio che mi spaventino più. Donato ci seguiva posto affatto in non cale dalla capricciosa fanciulletta; e la Martinella erasi rimessa in ginocchione dinanzi a san Rocco, come se nulla fosse stato. CAPITOLO QUARTO Don Chisciotte contrabbandiere e i signori Provedoni di Cordovado. Idillio pastorale intorno alla fontana di Venchieredo con qualche riflessione sull'amore e sulla creazione continua nel mondo morale. La chierica del cappellano di Fratta, e un colloquio diplomatico tra due giurisdicenti. Lo Spaccafumo era un fornaio di Cordovado, pittoresca terricciuola tra Teglio e Venchieredo, il quale, messosi in guerra aperta colle autorità circonvicine, dal prodigioso correre che faceva quando lo inseguivano, avea conquistato la gloria d'un tal soprannome. La sua prima impresa era stata contro i ministri della Camera che volevano confiscare un certo sacco di sale trovato presso una vecchia vedova che abitava muro a muro con lui. Mi pare anzi che quella vecchia fosse appunto la Martinella, che a quei tempi per esser capace di lavorare, non accattava ancora. Condannato al Tag: vecchia martinella cavallo prima quattro due correre uomini brutti Argomenti: san rocco, puledro focoso, uomo lacero, puledro vicino, sponda quattro Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza Ricordi di Parigi di Edmondo De Amicis Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero Decameron di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Fes un luogo dal fascino antico e vivace L'innesto della rosa Dieta Dukan, funziona davvero? Prodotti per la cura della pelle degli uomini Siero viso La Mer Regenerating Serum
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