Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo pagina 150

Testo di pubblico dominio

un tal tremito di voce e un così vago rossore sul volto che la rabbellì cento volte. Mi ricordo ch'ella mi guardò in faccia sulla prima di quelle quattro parole, ma le altre le pronunciò più sommesse, e cogli occhi erranti qua e là. “Sul mio cuore!” io ebbi volontà di risponderle “sul mio cuore ove hai dormito tante volte essendo bambina e non hai avuto a lagnartene!”. Ma la Pisana s'era fatta tanto leggiadra in quel movimento mescolato d'amore e di vergogna, di sfacciataggine e di riservatezza, ch'io fui costretto a rispettare una sì bella opera di virtù, e trattenni persino il soffio del desiderio per non appannarne la purezza. Giunsi financo a dimenticare la dimestichezza in altri tempi avuta con lei, e a credere che se avessi osato toccarla allora, sarebbe stato proprio la prima volta. Somigliava un valente sonatore di violino che si propone le più ardue difficoltà per aver il piacere di superarle; ed egli è certo del fatto suo, ma se ne compiace sempre come d'altrettante sorprese. — Pisana — le risposi con voce assai calma e una modestia esemplarissima — qui tu sei la padrona, te l'ho detto fin da principio. Tu mi onori della tua confidenza, e si spetta a me il mostrarmene degno. Ogni camera ha solidi catenacci e questa è la chiave di casa; tu puoi serrarmi fuori sulla calle, se vuoi, che non me ne lamenterò. Ella per sola risposta mi buttò le braccia al collo, e riconobbi in quel subito trasporto la mia Pisana d'una volta. Tuttavia ebbi la delicatezza e l'accorgimento di non prevalermene, e le diedi tempo a riaversi e a correggere colla parola la soverchia ingenuità del cuore. — Siamo come fratelli, n'è vero? — soggiunse ella imbrogliandosi colla lingua in queste parole, e rassettando l'imbroglio con un colpo di tosse. — N'è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? Si stette allora a me di scrollarmi tutto per un brivido che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo e non sapeva cosa aggiungere, e alla fine io m'addiedi in tempo che per la prima sera eravamo iti anche troppo innanzi e che conveniva separarsi. — Ecco — ripresi io facendo forza a me stesso e conducendola nella camera di mio padre — qui tu starai secura, e libera a tuo grado; il letto te lo acconcerò io in quattro salti... — Figurati se lascerò fare il letto a te!... È faccenda che s'appartiene alle donne per diritto; anzi io voglio fare anche il tuo, e domattina, giacché c'è qui la caffettiera — (ve n'avea una per ogni canto nella stanza di mio padre) — voglio portarti il caffè. Allora ci fu una piccola gara di cortesie che ci svagò dalle prime tentazioni; e contento di essermi fermato lì, io m'affrettai a ritirarmi beato di dormire o di non dormire ancora una notte in compagnia dei desiderii: compagnia molestissima quando non si ha speranza di esserne abbandonati, ma che è piena di delicati piaceri e di poetiche gioie per chi si crede vicino a perderla. Io mi credeva a torto o a ragione in quest'ultimo caso; ma bestia che sono! ci aveva anzi tutte le ragioni, e me lo provò la notte seguente. Qui poi sarebbe il luogo da rispondere a una dilicata domanda che poche lettrici ma molti lettori sarebbero audaci di farmi. A che punto era a quel tempo la virtù della Pisana? — In verità io ho parlato finora di lei con pochissimo rispetto, mettendone in piena luce i difetti, e affermando le cento volte che la era più disposta al male che al bene. Ma le disposizioni non son tutto. In realtà, di quanti gradini era ella scesa per questa scala del male? E infatti s'era ella calata giù con tutta la persona mano a mano che vi scendeva l'immaginazione, fors'anco il desiderio? — Non parrà forse, ma dal fiutare una rosa allo spiccarla e al mettersela in seno ci corre un bel tratto. Ogni giardiniere per quanto sia geloso non vi proibirà mai di odorar un fiore; ma se fate motto di volerlo toccare, oh allora sì ch'egli si fa brutto, e si affretta a condurvi fuori della stufa!... La domanda è dilicata; ma dilicatissimo è l'obbligo di rispondere. Come potete credere, una piena malleveria io non vorrei farla per nessuno; ma in quanto alla Pisana io credo fermamente che suo marito l'ebbe se non casta certo vergine sposa, e tale la lasciò per la necessaria ritenutezza dell'età canuta. Sia stato merito suo o della precoce malizia che la illuminava, ci sia entrata la fortuna o la Provvidenza, il fatto sta che per le mie ottime ragioni io credo così. E con quel temperamento, con quegli esempi, con quella libertà, con quella educazione, colla compagnia della signora Veronica e della Faustina non fu piccolo miracolo. È inutile il negarlo. La religione è per le donne il freno più potente; come quella che domina il sentimento con un sentimento più forte ed elevato. Anche l'onore non è freno bastevole, perché affatto nell'arbitrio nostro, e imposto a noi soltanto da noi stessi. La religione invece ha il momento della sua forza in un luogo inaccessibile agli umani giudizi. Essa ci comanda di non fare perché così vuole chi può tutto, chi vede tutto, chi punisce e premia le azioni degli uomini secondo il loro intimo valore. Non c'è scampo dalla sua giustizia, né sotterfugi contro i suoi decreti: non v'hanno rispetti umani, né doveri né circostanze che rendano lecito ciò ch'ella ha proibito assolutamente e per sempre. La Pisana sprovveduta di questo aiuto, con un'opinione molto imperfetta dell'onore, fu assai fortunata di arrestarsi alla premeditazione del peccato, senza consumarlo. Non voglio inferirne per lei un gran merito, poiché, lo ripeto, mi sembra ancora piuttosto miracolo che altro: ma debbo stabilire un fatto, e soddisfare anche di ciò la curiosità dei lettori. Mi si perdoni di trattare un po' alla distesa questa materia, perché racconto di tempi assai diversi dai nostri in tale argomento. Gli è vero che la differenza potrebbe essere più nella vernice che nella cosa. La mattina dopo, non erano ancora le otto che la Pisana mi capitò in camera col caffè. Ella voleva, mi disse, fin dal primo giorno prendere le costumanze d'una buona e diligente massaia. I sogni innamorati della notte nei quali aveva perduto la memoria di tutte le mie afflizioni, la mezza oscurità della stanza protetta contro il sole già alto da cortine azzurre di seta all'orientale, le rimembranze nostre che ci sprizzavano fuori da ogni sguardo, da ogni parola, da ogni atto, la bellezza incantevole del suo visino sorridente, dove le rose si rincoloravano appena allora di sotto ai madori del sonno, tutto mi eccitava a rappiccar un anello di quella catena che era rimasta per tanto tempo sospesa. Presi dalle sue labbra un solo bacio; ve lo giuro; un bacio solo dalle sua labbra, ed anco ne mescolai la dolcezza coll'amaro del caffè. Si dirà poi che al secolo passato non c'era virtù!... Ce n'era sì; ma la costava doppia fatica per la nessuna cura che si davano di educarla in abitudine. Vi assicuro che sant'Antonio non ebbe tanto merito di resistere nel deserto alle tentazioni del demonio, quanto io di ritirare le labbra dalla coppa, prima di avermi levata la sete. Cionullameno io era certo e deliberato a levarmela un giorno o l'altro; questo potrebbe mutare la mia virtù in un raffinamento di ghiottornia. Allora, appena fui alzato, ci convenne pensare a vivere: cioè ad ire in traccia d'una donna che attendesse alla cucina e ai fatti più grossolani della casa. Non si potea campare di solo caffè, massime coll'amore che ci divorava. Io stesso per la prima volta in mia vita mi occupai con tutto il piacere di queste minute faccenduole. Conosceva qualche comare nel Campo vicino, mi raccomandai a questa e a quella, e mi accomodarono d'una serva che almeno a vederla dovea bastare di per sé a guardare una casa contro i Turchi e gli Uscocchi. Brutta come l'accidente, ed alta e scarnata che pareva un granatiere dopo quattro mesi di campagna; con occhi e capelli grigi e un fazzoletto rosso attorcigliato

Tag: tutto    prima    tempo    fare    merito    volta    notte    casa    fuori    

Argomenti: tanto tempo,    fazzoletto rosso,    tanto merito,    vago rossore,    casta certo

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni
Diario del primo amore di Giacomo Leopardi
L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza
La via del rifugio di Guido Gozzano
Novelle rusticane di Giovanni Verga

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Come essere un bravo casalingo
Come fare soldi e contare, possibilmente, su un piccolo reddito passivo
L'innesto della rosa
Bigne al limone
Utilizzare le piastre per capelli Sedu


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72   |    73   |    74   |    75   |    76   |    77   |    78   |    79   |    80   |    81   |    82   |    83   |    84   |    85   |    86   |    87   |    88   |    89   |    90   |    91   |    92   |    93   |    94   |    95   |    96   |    97   |    98   |    99   |    100   |    101   |    102   |    103   |    104   |    105   |    106   |    107   |    108   |    109   |    110   |    111   |    112   |    113   |    114   |    115   |    116   |    117   |    118   |    119   |    120   |    121   |    122   |    123   |    124   |    125   |    126   |    127   |    128   |    129   |    130   |    131   |    132   |    133   |    134   |    135   |    136   |    137   |    138   |    139   |    140   |    141   |    142   |    143   |    144   |    145   |    146   |    147   |    148   |    149   |    150   |    151   |    152   |    153   |    154   |    155   |    156   |    157   |    158   |    159   |    160   |    161   |    162   |    163   |    164   |    165   |    166   |    167   |    168   |    169   |    170   |    171   |    172   |    173   |    174   |    175   |    176   |    177   |    178   |    179   |    180   |    181   |    182   |    183   |    184   |    185   |    186   |    187   |    188   |    189   |    190   |    191   |    192   |    193   |    194   |    195   |    196   |    197   |    198   |    199   |    200   |    201   |    202   |    203   |    204   |    205   |    206   |    207   |    208   |    209   |    210   |    211   |    212   |    213   |    214   |    215   |    216   |    217   |    218   |    219   |    220   |    221   |    222   |    223   |    224   |    225   |    226   |    227   |    228   |    229   |    230   |    231   |    232   |    233   |    234   |    235   |    236   |    237   |    238   |    239   |    240   |    241   |    242   |    243   |    244   |    245   |    246   |    247   |    248   |    249   |    250   |    251   |    252   |    253   |    254   |    255 successiva ->