Libri tanto

Libri su tanto, con la parola tanto

Confessioni di un Italiano (pagina 2)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il signor Conte di Fratta era un uomo d'oltre a sessant'anni il quale pareva avesse svestito allor allora l'armatura, tanto si teneva rigido e pettoruto sul suo seggiolone ... Il signor Conte era sempre sbarbato con tanto scrupolo, da sembrar appena uscito dalle mani del barbiere; portava da mattina a sera sotto l'ascella una pezzuola turchina e benché poco uscisse a piedi, né mai a cavallo, aveva stivali e speroni da disgradarne un corriere di Federico II ... Il Cancelliere, forse per modestia, era tanto umile e sdruscito nel suo arnese quanto il principale era splendido e sfarzoso; ma la natura gli consigliava una tale modestia perché un corpicciuolo più meschino e magagnato del suo, non lo si avrebbe trovato così facilmente ...
Confessioni di un Italiano (pagina 3)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Così com'era egli aveva la felice illusione di credersi tutt'altro che sgradevole; e di nessuna cosa egli ragionava tanto volentieri come di belle donne e di galanterie ... Buon per loro che il cavallante incaricato dell'alta e bassa giustizia esecutiva, era un uomo di criterio, e sapeva all'uopo sollevar la corda con tanto garbo che le slogature guarivano alla peggio sul settimo giorno ... Perciò Marchetto cognominato il Conciaossi era tanto amato dalla gente minuta quanto era odiato il Cancelliere ... Suo padre cercava vincere questa maledetta ripugnanza col farlo prendere sulle ginocchia da alcuno de' suoi buli; ma il piccolo Orlando se ne sbigottiva tanto, che conveniva passarlo alle ginocchia della cuoca perché non crepasse di paura ... Il Cancelliere d'allora sosteneva che i capitani mangiavano tanto, che il padroncino poteva ben diventare col tempo un famoso capitano ... — Orlando, come devi aver appreso dal poema dell'Ariosto che ti ho tanto raccomandato di studiare ...
Confessioni di un Italiano (pagina 10)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma di ciò basta in proposito ai giurisdizionali di Fratta; e quanto al loro tremore nel cospetto delle autorità non è nemmen d'uopo soggiungere che non tanto era effetto di pusillanimità, quanto della secolare reverenza e del timore che dimostra sempre la gente illetterata per chi ne sa più di lei ... Camminava molto adagio; parlava più adagio ancora, non trascurando mai di dividere ogni sua parlata in tre punti; e questa abitudine gli si era ficcata tanto ben addentro nelle ossa che mangiando tossendo o sospirando pareva sempre che mangiasse tossisse o sospirasse in tre punti ... Non per poca religione, no; ma il poveruomo si smarriva tanto al cospetto della signoria, che non sapeva proprio più cosa si facesse ... Soltanto quand'egli veniva in coda al piovano di Teglio qualche barlume di dignità sinodale gli rischiarava la fisonomia; ma ben si accorgeva che era uno sforzo per tener dietro al superiore, e in quelle volte era tanto occupato di tener a mente la sua parte che non ascoltava né vedeva più, ed era capace di metter in bocca bragie per nocciuole, come il fattore per iscomessa ne aveva fatto l'esperimento ... E tra loro due correvano sempre quelle burle quelle farsette, che erano tanto in moda al tempo andato e che nei crocchi di campagna tenevano allora il posto della lettura dei giornali ... Si imbandivano mense nella sala e in due o tre camere contigue; e s'accendeva il gran focolare della galleria, il quale era tanto grande che a saziarlo per una volta tanto non si richiedeva meno d'un mezzo passo di legna ...
Confessioni di un Italiano (pagina 14)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Questa però non si lasciava sbigottire; e siccome tanto la Faustina che la Rosa avevano via il capo dietro i loro belli, non le mancava agio di tornar loro a scappare per rimescolarsi con noi ... Vedete che la non era neppur tanto sottile sulla scelta ... — Se mi arresto a lungo sopra questi incidenti puerili gli è perché ci ho le mie ragioni; e prima di tutto perché non mi sembrano tanto puerili come alla comune dei moralisti ...
Confessioni di un Italiano (pagina 16)
di Ippolito Nievo (estratti)

... tanto a far la comica che a poco a poco non sapea nemmen discernere in se stessa il vero dall'immaginato ... Io poi, costretto sovente a tenerle il sacco, lo teneva con tanto malgarbo che si scopriva tosto il marrone; ma mai ch'ella perciò mostrasse dispetto o rincrescimento: sembrava che fosse già disposta a non aspettarsi di meglio da me, o che si credesse tanto superiore da non doversi le sue asserzioni porre in dubbio per la contraria testimonianza di un terzo ... Se agucchiava calze era per abitudine, o perché nessuno aveva la mano tanto leggera da far maglie abbastanza floscie per la sua pelle dilicata ... Il Cancelliere, il fattore, il Capitano, il portinaio e persino le cameriere e la cuoca assorbivano quel tanto che veniva loro di quella occhiata; ed abbassavano altre simili occhiate sopra la gente che occupava nella cappella un posto inferiore al loro: il Capitano in quelle circostanze s'arricciava anche i mustacchi e poneva romorosamente la mano sopra l'elsa della spada ... Ma allora ch'esso era tenuto abitar più vicino d'assai, le maggiori o minori distanze erano facilmente osservabili; e un feudatario gli si stimava tanto più vicino di tutti gli altri, da potersi anco permettere verso di lui qualche maggior grado di confidenza ...
Confessioni di un Italiano (pagina 23)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La gente del territorio aveva un profondissimo rispetto pel Partistagno, pel suo moschetto e per le sue pistole; ed anco pei suoi pugni, quando non aveva armi; ma quei pugni pesavano tanto, che dopo buscatine un paio nello stomaco non si avea d'uopo né di palla né di pallini per andarne al Creatore ... I medici d'allora contavano, secondo l'opinione volgare, nel novero degli stregoni; e nessuno si sentiva tanto ardito di provocarne le vendette ... Credo le fossero proprio vere lancie di Unni o di Visigoti disotterrate negli scavi di Concordia; ma egli le adoperava con una perizia singolare; tantoché nella sua lunga carriera non ebbe a stroppiare che il braccio d'un paralitico; e l'unico sconcio che gli intervenisse di frequente era la difficoltà di stagnar il sangue tanto erano larghe le ferite ... Sulla settima scoperse finalmente che il suo signor figlio non si prendeva neppur la briga di arrivare fino a Padova; e che giunto a Venezia vi si trovava tanto bene da non ritener opportuno di andar oltre a spendere i denari del papà ...
Confessioni di un Italiano (pagina 27)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma tornando al mondo che mi parve tanto bello a prima giunta, come vi raccontava, vi dirò di più ch'esso non era un paradiso terrestre ... Quanto a quello che gli si stendeva dinanzi ed ai lati ho dovuto accontentarmi di conoscerlo più tardi; mi tenevano tanto alla catena col loro Fulgenzio, col loro piovano, col loro spiedo, che perfino nel mondo dell'aria libera e delle piante, perfino nel gran tempio della natura, mi toccò entrarvi di sfuggita e per la porta di dietro ... Di tanto in tanto, per rificcarmi ne' miei stracci, ella diceva con un cipiglietto serio serio: — Questi campi sono miei, e questo prato è mio! — Ma di cotali attucci da feudataria io non prendeva nessuna soggezione; sapeva e sentiva che sulla natura io aveva una padronanza non concessa a lei; la padronanza dell'amore ...
Confessioni di un Italiano (pagina 33)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Finalmente il sangue fu stagnato, e la vanerella insuperbiva di vedermi tanto beato come era di quelle sue carezze ... — Vedi! tu mi piaci più di tutto, e quando poi non hai indosso quella giubbaccia, come sei ora il mio Carlino, che ti veggo proprio tal qual sei, mi piaci tre volte tanto! ... Eri tanto allegro poco fa! — Vedi un po' se rido? — soggiunsi io giungendo la mia bocca alla sua ... — Strappami i capelli, strappami i capelli, se no grido tanto che verranno qua sopra e mi farò pestare dalla mamma ... E mentre io non sapeva che fare, la dimenò il capo con tanto impeto e così improvvisamente che quella ciocca de' suoi capelli mi rimase divelta fra le dita ... Scommetto che se la sua mamma nel castigarla le avesse strappato uno di quei capelli, ella ne avrebbe strepitato tanto da metter sottosopra la casa ed anche ora mi maraviglia che la sopportasse quel dolore senza batter palpebra; tanto potevano in lei la volontà e la bizzarria infin da bambina ...
Confessioni di un Italiano (pagina 36)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Tanto più colpevole alle volte, in quanto non doveva esserlo né per abitudine né per coscienza ... Non è qualità che tanto renda pregevole e cara alcuna cosa, come quella di vederla pronta a sfuggirci; e se cotal abitudine di timore e di sforzo affatica gli animi deboli, essa arma e ribadisce i costanti ... E l'amore a dieci anni è tanto eccessivo come ogni altra voglia in quella età fiduciosa che non conobbe ancora dove stia di casa l'impossibile ... Sempre d'accordo che qui la carestia delle parole mi fa dir amore in vece di quell'altro qualunque vocabolo che si dovrebbe adoperare; perché una passione tanto varia, che abbraccia le sommità più pure dell'anima e i più bassi movimenti corporali, e che sa inchinar quelle a questi, o sollevar questi a quelle, e confonder tutto talvolta in un'estasi quasi divina e tal altra in una convulsione affatto bestiale, meriterebbe venti nomi proprii invece d'un solo generico, sospetto in bene o in male a seconda dei casi, e scelto si può dire apposta per sbigottire i pudorati e scusare gli indegni ...
Confessioni di un Italiano (pagina 40)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Povero Leopardo! tu solo saresti da tanto; tu che per tutta la vita portasti dipinto negli occhi e scolpito in petto quello spettacolo d'amore ... Questo rimescolamento più in su de' suoi piedini faceva intravvedere i dilicati contorni d'una gamba ritondetta e nervosa; e i capi della pezzuola le si scomponevano affatto sulle spalle: onde il suo petto pareva esser contenuto a fatica dalla giubberella di pannolano, tanto l'allegrezza lo rigonfiava e lo commoveva ... Avrebbe dato ogni cosa che gli domandassero per essere uno di quei pesci tanto dimestici con lei; si sarebbe accontentato di rimaner là tutto il tempo di sua vita a contemplarla ... Perciò a prima giunta la fanciulla non ne fu tanto turbata come se il sopraggiunto fosse stato un signore; e più si rassicurò al levar gli occhi del suo volto, che certo lo riconobbe e mormorò con voce quasi di contento— Ah è il signor Leopardo! Il giovine udì quella sommessa esclamazione e per la prima volta il suo nome gli parve non abbastanza grazioso e carezzevole per albergar degnamente in labbra tanto gentili ...
Confessioni di un Italiano (pagina 44)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Gaetano soffiò tanto alle orecchie del suo padrone, e della petulanza del giovine Provedoni, e della sua poca reverenza alle persone d'alto grado e in particolare al signor giurisdicente, che questi finalmente dovette accontentarlo col guardar Leopardo con occhio più bieco assai che non guardasse la comune della gente ... Quella guardatura voleva dire: “Statemi fuor dai piedi!”, e la intendevano tanto per dieci miglia all'intorno, che un'occhiata bieca del castellano di Venchieredo equivaleva ad una sentenza di bando almeno per due mesi ... Infatti costui si stizzì assaissimo di veder Leopardo far così basso conto delle sue occhiate; e dopo averlo incontrato due tre e quattro volte nel cortile del castello, una volta lo fermò colla voce per dirgli risentitamente che egli si stava troppo in ozio e che quel tanto passeggiare da Cordovado a Venchieredo potea dargli il mal delle reni ... Ma in quel momento un'anima negra e disperata saltò fuori dalla siepe e cominciò a martellar col calcio del fucile i tre sicari e a pestarli tanto, che toccò ad essi difendersi, e Leopardo, riavutosi dalla prima sorpresa, si mise a tempestare a sua volta ... Ma costoro, schivati i colpi dei due indemoniati, correvano tanto leggieri che non venne lor fatto di raggiungerli che proprio sulla porta ... Oh che ti pare di vedermi oggi cavaliero? Saprai che da poco in qua ho deciso di dar riposo alle mie gambe che non son più tanto giovani, e mi valgo per turno dei puledri di razza che pascolano in laguna ...
Confessioni di un Italiano (pagina 50)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La Contessa in quei momenti era troppo fuori di sé per badare ad altri che a se stessa, ma sua suocera quando cominciò ad imbrunire chiese conto della Clara, perché la tardasse tanto a portarle il suo solito panbollito ... Di lì certo non l'avrebbe potuto ripassare, perché il fattore avea eseguito tanto appuntino gli ordini ricevuti, che del ponticello non rimaneva vestigio ... Voleva dire che dei figli vostri e di me stessa e della nostra salute voi vi date tanto pensiero come di raddrizzare la punta al campanile ... non c'è poi soggetto da indiavolarsene tanto ...
Confessioni di un Italiano (pagina 56)
di Ippolito Nievo (estratti)

... mostrarle e per questo se ne scusava tanto ... Quando me gli trovai presso un dieci passi: — Signor Lucilio! signor Lucilio! — bisbigliai con quella voce sommessa sommessa che sembra voglia farsi tanto lunga quanto si fa sottile ... — Sai che sei proprio uno spiritino! Non ti credeva da tanto ... Quando s'entrò in cucina aveano finito allora allora di recitare il rosario; il fuoco era spento, ché del resto non avrebbero potuto reggere in quel luogo colla caldana della state; nessuno pensava alla cena e solamente monsignor Orlando gettava di tanto in tanto sulla cuoca qualche occhiata irrequieta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 59)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Avesse già avuto effetto il ricorso al Vice–capitano? — Pareva troppo presto; tanto più che la soverchia premura non era il difetto delle milizie d'allora ... Certo peraltro qualche soccorso era capitato; se pure gli assalitori non erano tanto ubbriachi da favorirsi le archibugiate fra di loro ... L'orgoglio poteva tanto sull'immaginazione di lei che le pareva di bastare contro un esercito ... Io ne risi, ne risi tanto, che buon per me che la grandezza del contento stornasse dalla mia persona l'attenzione generale! — Finalmente le porte furono aperte, le finestre spalancate; s'accesero fanali, lucerne, lampioni, e candelabri; e al festivo splendore d'una piena illuminazione, fra il suono delle canzoni trionfali, dei Te Deum e delle più divote giaculatorie, il Partistagno invase coll'armata liberatrice tutto il pianterreno del castello ... — E che non ci sia proprio più pericolo? che tutti siano partiti? che non ci si rifacciano addosso per la rivincita? — chiese il signor Conte al quale non pareva vero che un tanto temporale si fosse squagliato per aria senza qualche grande fracasso di fulmini ...
Confessioni di un Italiano (pagina 65)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Aveva due labbra così rosee, trentadue denti così piccioletti candidi e bene aggiustati, due guancie così rotonde e vezzeggiate da due fossettine tanto amorose, che solo col sorriso pigliava la rivincita di quelle accuse ... Però fu essa tanto clemente verso i capponi della città da non insistere in quella moda; altrimenti in capo a tre giorni non ve ne sarebbe rimasto uno col vestimento che mamma natura gli diede ... Aggiungiamo che in questa casa il caffè vi si sorseggiava assai migliore che nelle altre, e che di tanto in tanto qualche bottiglia di maraschino, e qualche torta delle monache di San Vito variavano i divertimenti della brigata ...
Confessioni di un Italiano (pagina 71)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io per mia parte, o per fortuna di temperamento o per merito delle avversità che mi afforzarono l'animo fin dai primi anni, potei rimaner diritto e non insudiciarmi tanto in quel pantano da esservi invischiato sempre ... Ma la Pisana, tanto meglio di me fornita di belle doti e di ottime inclinazioni, andava sprovvista per disgrazia di tutti i ripari che potevano salvarla ... Perfino il suo ingegno tanto vivace, pieghevole, svegliato s'offuscò e s'insterilì in quella smania di piacere che la invase tutta, in quell'incendio dei sensi nel quale fu lasciata ardere e consumarsi la parte più eletta dell'anima sua ... Un guasto sì lagrimevole cominciò nella prima infanzia; nel tempo di cui narro ora, l'era già ito tanto innanzi che sarebbe stato possibile forse l'arrestarlo, non distruggerne gli effetti; quando poscia io fui in grado di toccarlo con mano e di riconoscer in esso la causa per cui la Pisana era venuta sempre peggiorando cogli anni ne' suoi difetti infantili, allora non v'avea più forza alcuna nel mondo che potesse rinnovarla ... Nei giorni susseguenti a quella sera che tanto mi avea fatto patire, io parvi a tutti così fiacco e sparuto che si temeva di qualche malattia ... Martino mi domandava sempre cosa avessi da sospirar tanto; il Piovano si maravigliava di non trovare i miei latinetti così corretti come per l'addietro, ma non aveva coraggio di rimproverarmene, tanto la mia sfinitezza lo moveva a compassione; la contessina Clara mi stava sempre dietro con carezze e con premure ... Lucilio seguitava a praticare in castello, ora tanto più che ve lo chiamava il suo ministero di medico; ma la Pisana non era di gran lunga così incantata di lui a Fratta, come a Portogruaro ...
Confessioni di un Italiano (pagina 73)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ella si era avveduta di esser posposta alla Clara, e la ne pativa acerbamente; ma per questo non s'inveleniva né contro la sorella né contro Lucilio; pareva che si tenesse contenta di amare o sicura di amar tanto, che un giorno o l'altro avrebbe dovuto avere la preferenza ... Ciò non toglie che non diventassi ogni giorno più un latinista di vaglia; e sudava e impallidiva tanto sui libri, che Martino alle volte mi diceva che gli avrebbe quasi piaciuto di più il vedermi girare lo spiedo come agli anni addietro ... Voce rotonda e sonora, di quelle che non tintinnano dal capo, ma prendono i loro suoni dal petto, dove batte il cuore; un andare, ora quieto ed uguale come di persona che discerna poco, ora saltellante e risoluto come d'una scolaretta in vacanza; adesso muta, chiusa, pensierosa, di qui a poco aperta, ridente, se volete anche, ciarliera; ma già le ciarle essa le avea perdute e ben presto: si vedeva già a quattordici anni che altri pensieri la preoccupavano tanto da farle restar torpida la lingua ...
Confessioni di un Italiano (pagina 80)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Peraltro alcunché di questo ostinato resistere della zitella al desiderio dei suoi trapelava di fuori; e Lucilio sembrava non se n'accorgere, tanto serbava con essa le solite maniere, e il Partistagno compariva alle veglie del castello di Fratta e alla conversazione di casa Frumier più sorridente e glorioso che mai ... Mi vuol ella permettere che col mio umilissimo ma devoto criterio l'aiuti a illuminare quella coscienza che forse s'è un po' turbata, un po' oscurata nei tentennamenti, nelle battaglie dei giorni passati? Nessuno, Contessina, è tanto santo da credere ciecamente alla coscienza propria rifiutando i lumi e i suggerimenti dell'altrui ... La sincerità in quel frangente la aiutò tanto bene quanto la furberia, perché il buon padre fidava appunto nel suo scarso coraggio e nell'innocente semplicità, e credeva che si sarebbe lasciata credere persuasa per la ritrosia di dovergli contraddire ... — Ah capisco! vuol esser lei la prima a recare a' suoi genitori una tanta consolazione! Dopo averli martoriati tanto, forse a fin di bene, le parrà giusto di gettarsi a' loro piedi, di implorar perdono, di assicurarli della sua sommissione filiale! Andiamo dunque; venga pure con me ...
Confessioni di un Italiano (pagina 84)
di Ippolito Nievo (estratti)

... E nel sommario esame che sostenni mi trovarono per lo meno tanto asino quanto coloro che li avevano percorsi regolarmente ... Cappellano e consigliere favorito di casa Frumier aveva egli potuto accaparrarsi la stima dei molti preti e monsignori che la frequentavano: non gli mancavano né le sante massime né i pronti ripieghi di coscienza per innamorare ambidue i partiti; e tanto bene vi riescì, e tanto seppe destramente metter in mostra questo suo trionfo, che, venuta la cosa agli orecchi del Vescovo, si diceva che questi ad ogni imbroglio che turbava la diocesi usasse esclamare: — Oh fossi io il padre Pendola! Oh avessi in Curia il padre Pendola! — L'umiltà di questo diede maggior rilievo alle esclamazioni episcopali; e venuto a morte il segretario d'allora, vi furono preti d'ambidue i partiti clausetani e bassavoli che supplicarono presso il Frumier perché egli inducesse il padre ad accettare quel posto ... Ma il beneficio veniva a tempo ed io ne ringraziai fervidamente tanto il mio mecenate che l'utile intercessore ... Fu appunto in quel torno che per isvagarmi da tanto crepacuore io mi misi a gozzovigliare e a trescare coi buli del paese, e in breve divenni il vagheggino di tutte le ragazze, contadine od artigiane ...
Confessioni di un Italiano (pagina 86)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Gl'Inquisitori, si può ben credere, guardavano con mille occhi questo vario brulichio di opinioni, di lusinghe, di passioni: ogni tanto un calabrone, che strepitava troppo, cadeva nell'agguato tesogli da qualche ragno ... Della Francia avea udito novellare una volta o due come di regione tanto discosta che non capiva nemmeno che cosa potessero calere a noi le pazzie che vi si facevano ... Che l'indole di lei fosse migliorata nel frattempo nessuno lo vorrebbe credere se anche io fossi tanto bugiardo e sfacciato da affermarlo ... E come poteva non esserlo io che l'amava tanto, io che la conosceva fin nel profondo delle viscere? — Povera Pisana! — Ne aveva ella colpa se la natura abbandonata a se stessa avea guastato di sua mano ciò ch'ella di sua mano avea preparato perché gli amorosi accorgimenti dell'arte ne cavassero un prodigio d'intelligenza, di bellezza e di virtù? Ed io, aveva io colpa di amarla tuttavia, ebbi poi colpa d'amarla sempre, quantunque ingrata, perfida, indegna, se sapeva di essere il solo al mondo che potesse compatirla? La terribile sventura del peccato non ha da essere ricompensata quaggiù da nessun conforto? Memoria, memoria, che sei tu mai! Tormento, ristoro e tirannia nostra, tu divori i nostri giorni ora per ora, minuto per minuto e ce li rendi poi rinchiusi in un punto, come in un simbolo dell'eternità! Tutto ci togli, tutto ci ridoni; tutto distruggi, tutto conservi; parli di morte ai vivi e di vita ai sepolti! Oh la memoria dell'umanità è il sole della sapienza, è la fede della giustizia, è lo spettro dell'immortalità, è l'immagine terrena e finita del Dio che non ha fine, e che è dappertutto ... Era generosità, spensieratezza, o superbia? Forse questi tre motivi si univano a renderla tale; per cui non ebbe dintorno essere tanto odioso e spregevole che con un'attitudine di preghiera non ottenesse da lei confidenza e pietà, se non affetto e stima ...
Confessioni di un Italiano (pagina 88)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Giulio Del Ponte sosteneva a spada tratta il parere di Monsignore; ma l'Eccellentissimo Frumier gettava sul giovine qualche occhiatina agrodolce quand'egli s'incaloriva tanto sopra questo argomento ... Questi ospiti perpetui del castello di Fratta eran divenuti sempre più domestici e burloni, dopo la partenza della Contessa; e neppure il Cappellano pativa più tanto la soggezione ... Era tanto inasinito che nemmeno lo scalpiccio di due zoccoli mi lasciava quieto; udiva sempre la Pisana, la vedeva dovunque, e per quanto ella sfuggisse d'incontrarsi con me, e incontratomi mi tenesse il broncio, io non cessava dal desiderarla come il solo bene che m'avessi ...
Confessioni di un Italiano (pagina 90)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Trovata quella carta mi parve aver tra mano un tesoro, e mi accinsi ad interpretarla benché non mi sembrasse impresa tanto agevole ... Ma i buoni lavorano per amore del prossimo e quanto più duro è il lavoro tanto è maggiore il merito ... Guardate! con quattro righe buttate giù sulla carta egli me ne insegnava dopo morto più ch'io non avrei potuto insegnarne agli altri studiandoci sopra tutta la vita! Di più, frammezzo a' suoi precetti ve n'erano di tanto sublimi nella loro semplicità ch'io non arrivava a comprenderli; e sì che le parole dicevano chiaro! — Per esempio, dove stava scritto di cercare quali altri doveri sconosciuti ci incombessero da adempiere se l'adempimento di quelli che conosciamo non bastasse a farci vivere in pace con noi stessi, cosa voleva dire il buon Martino? E questo era proprio il mio caso; e dietro questa massima più che colle altre mi tornava conto di lambiccare il cervello ... Il primo peccato lo ascriveva a superbia, ed era antipatia pura e semplice; del secondo accagionava il mio cattivo animo, ma tutta la colpa l'aveva la memoria tenace della mia povera zazzera, tanto ingiustamente martorizzata ...
Confessioni di un Italiano (pagina 99)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Allora io mi dava attorno per confonder ancora quei sentimenti; m'incaloriva artifiziosamente e anfanava tanto, che le più volte vi riesciva ... Di quella vicenda toccata al mio amico io ebbi un dolor tale che mi fece odiare tre volte tanto i suoi nemici, e m'infervorò piucchemai nelle nostre speranze comuni ... La Serenissima patteggiava con tutti, soffriva e barcamenava; gli Inquisitori sorridevano fra loro di vedersi sperperare un temporale che avea fatto tanto fracasso; sorridevano, stringendo fra le unghie quei disgraziati che avevano sperato nella grandine e nelle saette mentre tutto accennava ad un nuovo sereno di bonaccia ...
Confessioni di un Italiano (pagina 105)
di Ippolito Nievo (estratti)

... io gli voleva un po' di bene ed egli se ne ingalluzzì tanto che s'era, credo, messo in capo di sposarmi ... — Sembra che questo male non sia tanto sanabile come tu credi ... In fatto, fosse merito della mia presenza, della predica, o della sua bontà; il fatto sta che il suo bollore per Raimondo si sfreddò tutto d'un colpo, e il povero Giulio si vide onorato da alcuni di quegli sguardi che tanto più sembrano cari quando sono da lunga pezza insoliti ... Il fatto sta che per quanto tu dovessi odiar Giulio, appena arrivato da Venezia, la sua miseria i suoi tormenti te lo hanno fatto amare; gli dimostrasti affetto d'amico; tanto basta perché tu debba allontanare perfino il solo dubbio che le tue profferte d'allora non fossero sincere ...
Confessioni di un Italiano (pagina 108)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io peraltro risolsi di rispondere coi fatti: e sudai e lavorai e n'adoperai tanto, sempre col pensiero in testa di giovare alla Pisana e di esser utile a chi bene o male mi aveva allevato, che quando il contino Rinaldo capitò a prender le redini del governo, gli ottomila ducati di dote delle Contessine erano assicurati, i creditori pagati o acchetati, le entrate correvano libere, e i poderi, diminuiti di qualche appezzamento in qua ed in là, continuavano a formare un bel patrimonio ... Io rimasi solo soletto a consolarmi del bene che aveva fatto, a farne ancora quando poteva, a vivere di memorie, a sperar di meglio dal futuro, e a leggere di tanto in tanto i ricordi di Martino ... Ma aveva almeno la fortuna di non accorgersi di nulla, tanto quella vipera di donna gli teneva in servitù perfino l'intendimento ...
Confessioni di un Italiano (pagina 109)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La Pisana mi avea promesso di scrivermi di tanto in tanto; io l'avea lasciata promettere e sapeva fin d'allora quanto dovessi fidarmi alla sua parola ... Insomma finii con venerare in Dante una specie di nume domestico; e giurava tanto in suo nome, che perfino quei due versi citati poco fa mi sembravano articoli del credo ... Quanto alle sue passioni, erano grandi forti intellettuali e mi piacevano in ragione di queste qualità, fatte omai tanto rare ...
Confessioni di un Italiano (pagina 110)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il Capitano tanto più temette reale e presente il generale di Francia quanto più lo avea schernito lontano e imaginario ... Ebbi un bel dire e un bel che fare a trattener la Faustina che non la mi lasciasse solo colla vecchia Contessa; mi restavano poi l'ortolano e il castaldo, che non avendo forse nulla da perdere non s'affrettavano tanto a mettersi in salvo ... Ma così non poteva stare; tanto più che i birbaccioni dei dintorni assicurati dal comune spavento imbaldanzivano, e mettevano a ruba or questo or quello dei luoghi più appartati e mal difesi ... Tanto può in certi momenti un cavallo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 118)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Finalmente tornò la Rosa a dire che il mio signor padre finito un affare in Piazza sarebbe stato da noi, e allora io volli ancora uscire in traccia di lui per anticiparmi la gioia di quel soave momento, ma la Contessa mi sforzò tanto che dovetti rimanere ... Mi disse che era grato a sua moglie di avergli essa lasciato una sì bella eredità come io era, in compenso forse delle poche delizie procacciategli col matrimonio; mi lasciò travedere che egli chiudeva un occhio sopra alcuni rancidi sospetti che aveano guastato la loro concordia e ricondotto mia madre a Venezia; finì col confessare che io gli somigliava, massime negli occhi e nell'apertura delle narici; tanto bastava per ricongiungerlo d'un affetto immortale al suo figliuolo unigenito ... Egli mi osservava colla coda dell'occhio, e quanto sembrava poco attento alle parole, tanto notava in me tutti gli altri segni dai quali per lunga esperienza aveva imparato a conoscere gli uomini ...
Confessioni di un Italiano (pagina 120)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Pareva che dicesse: “Io vi disprezzo tanto che voglio anche guarirvi, e so che mi siete nemici, ma non me ne cale ... L'amore e la religione politica s'erano confusi in un solo sentimento tanto vivace tanto potente tanto ostinato quanto possono esserlo tutte le forze d'un'indole così robusta, strette e attortigliate in un solo fascio ... Ma la divozione spostò a poco a poco le reminiscenze, massime quando il confessore e la madre Redenta la ebbero persuasa a non divagare troppo in immagini mondane, e ad abbondare nella preghiera, allora che se ne avea tanto bisogno per gli urgenti pericoli della Repubblica e della religione ...
Confessioni di un Italiano (pagina 129)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Le pareti nude e lebbrose, le porte e le finestre tanto ben riparate che la fiamma miserabile della lucerna stava sempre per ispegnersi ... Egli era più vispo, più strano del consueto; e pareva a notizia di tutto ciò che aveva tanto sorpreso e sconsolato me, poiché si congratulò della buona fortuna col Navagero, e volse alla sposina uno di que' suoi occhietti che parlavano meglio d'una lingua qualunque ... Meglio attendere a mostrarsi uomo, darsi tutto alla patria, al culto della libertà, allora appunto che ci stava addosso tanto bisogno! Amilcare parlava col cuore e mi persuase; non valeva proprio la pena di inasinire dietro la Pisana; invece le cure del governo esigevano tutto il mio tempo, tutta la mia premura ... Invece io so benissimo che mai non ne ho smaniato tanto come allora; ma la bizzarria e l'incredibilità del mio temperamento mi obbligava appunto a non tenerle nascoste le sue intime transazioni ...
Confessioni di un Italiano (pagina 134)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Peggio mille volte tanto per quelli che si rassegnano! ... Pure un qualche cruccio lo provava anch'io per questo nuovo trascorso della Pisana ch'egli mi raccontava; e nullameno lo giuro che non mi rimase posto nel cuore per un tale rammarico, tanto mi aveva inorridito la cinica scappata di Giulio ... M'infervorava tanto che rimasimo soli senza che me ne avvedessi: la comitiva avea seguito la Beauharnais nel Tesoro di San Marco, donde si doveva estrarre una magnifica collana di cammei per farlene presente ... L'Andreini, a cui il conte Rinaldo avea commesso prima di partire una sorveglianza così all'ingrosso sulle faccende del castello, se la pigliava con tanto comodo, che quasi quasi pareva anche lui a parte della mangeria ... Tanto più credevano averne il diritto, che la concordia impiastricciata dalle mene furbesche del reverendo non ...
Confessioni di un Italiano (pagina 139)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Sarebbe un peccato incommodarla tanto più che l'è incinta, e questo suo nuovo stato le mette malumore ... Ho sofferto tanto, Carlino, ho sofferto tanto in questa vita! ... Io vidi allora o meglio indovinai le lunghe torture di quel povero cuore tanto onesto e sincero; le angosce di quell'indole aperta e leale sì indegnamente tradita; la delicatezza di quell'anima eroica deliberata di non veder nulla, e di morire senza lasciare ai suoi assassini neppur la punizione del rimorso ... Io allora feci per muovermi e per dimandar soccorso, ma egli si riebbe quel tanto da accorgersi delle mie intenzioni, e da proibirmelo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 143)
di Ippolito Nievo (estratti)

... O vita, o mistero, o mare senza sponde, o deserto popolato da oasi fuggitive, e da carovane che viaggiano sempre, che non giungono mai! Per consolarmi di te bisogna che io slanci il pensiero fuori di te; veggo le stelle ingrandirsi agli occhi delle generazioni venture; veggo il piccolo e modesto seme delle mie speranze, covato con tanta costanza, fecondato da tanto sangue da tante lagrime crescere in pianta gigantesca, empir l'aria de' suoi rami, e proteggere della sua ombra la famiglia meno infelice de' miei figliuoli! Oh non vivrò io sempre in te, anima immensa, intelligenza completa dell'umanità! — Così pensa il giovane sul sepolcro dell'amico; così si conforta la vecchiaia nel baldanzoso aspetto dei giovani ... Non piansi, tanto era impietrato di dentro come l'Ugolino di Dante; tornai colla stessa gondola che avea condotto la bara, e il vivo che tornava non era allora più vivo del morto ch'era rimasto ... Raimondo e il Partistagno ch'io vedeva allora a Venezia per la prima volta, li seguivano con un'aria di trionfo; l'accostarsi di quest'ultimo a simil razza di gente mi spiacque non poco; non tanto per lui quanto perché era indizio del gran frutto che i furbi saprebbero trarre dalla pieghevole natura degli ignoranti ...
Confessioni di un Italiano (pagina 146)
di Ippolito Nievo (estratti)

... complesso mi fidava di lui aspettandomi di vedere quandocchesia qualche cosa di grande; e benché egli rimanesse ingannato come noi dalle stesse illusioni, lo reputava tanto superiore per larghezza di vedute, e tenacia e forza di volontà che non avrei saputo figurarmelo illuso e sconfitto per la seconda volta ... La verità si era che una cura più profonda e vergognosa di parlare in nome proprio metteva innanzi cotale pretesto di dilazione: tanto è vero che avviato a casa Frumier mi sviai senza avvedermene fino al Campo di Santa Maria Zobenigo dove sorgeva il palazzo Navagero ... Là io trovai abbastanza da perdere un paio d'ore; scommetto di più che non mi sarei figurato giammai di perderle con tanto piacere ... Io per me credo che tanto a vivere fortemente, come a morire per propria volontà faccia d'uopo una bella armatura di coraggio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 147)
di Ippolito Nievo (estratti)

... E questi rischi che io correva infatti, rimanendo anche dopo lo sloggio dei Francesi, servivano a puntellarmi contro la coscienza che di tanto in tanto mi faceva memore di coloro che m'attendevano a Milano ... Comunque fosse, mi sentii sbalzato tanto fuori dall'aria solita a respirarsi, ch'ebbi alla gola una specie di strozzamento; e soltanto dopo qualche istante mi venne fatto di rinsennare e di chiedere alla Pisana qual fosse la ventura che me le rendeva utile in qualche modo ... Mi annoiava, Carlino, mi annoiava tanto, che fui le cento volte per iscriverti una lettera, buttando via ogni superbia; ma mi tratteneva ...
Confessioni di un Italiano (pagina 151)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Di più era certo che chi volesse entrare in casa e s'affacciasse a quello spettacolo, sarebbe ito piuttosto a casa del diavolo che avanzar un passo oltre la soglia; tanto era graziosa e piacevole ... Mi scoperse poi certi segreti di casa che avrei amato meglio ignorare tanto mi stomacarono ... Io allora mi maravigliava che questa passione del gioco fosse in lei andata tanto innanzi ... — Ella è sempre tanto sicura di vincere, che le parrebbe di far un torto a non giocare; e quello poi che è più bello, ella pretende di averci sempre guadagnato e che fummo noi, io e mio fratello, a consumarle mano a mano tutti quegli immensi guadagni! Figurati! Per me non ebbi mai indosso che un vestitello di tela, e ho sempre lasciato nelle sue mani i frutti degli ottomila ducati ... Ma la è tanto persuasa delle sue ragioni che non giova parlarne, ed io la compatisco, poveretta, perché l'era avvezza a mangiare la pappa fatta, e non tenendo conto di ciò che si riscuote e di ciò che si spende, è impossibile saperne una di schietta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 153)
di Ippolito Nievo (estratti)

... I giri che feci loro fare per quegli inestricabili laberinti di Venezia non saprei ripeterli ora; ma io mi stancai prima di loro, perché mi doleva di lasciar sola tanto tempo la Pisana ... Di sopra che fui non sapeva da qual banda principiare per far accorta la Pisana della sconvenienza del suo procedere; mi decisi alla fine di affrontarla direttamente, tanto più che mi vi incitava anche un certo umore turbolento di stizza ... La Pisana pareva tanto persuasa di quest'ultimo argomento, che le rimordeva quasi d'aver cacciato la Rosa, e pigliava sulla propria coscienza tutte le incommodità che costei diceva aver sofferto per la sua sdegnosa severità ... Alcuni tonfi si udivano di tanto in tanto intorno alla misteriosa apparizione; erano i nemici di Venezia da lei strappati magicamente alla quiete del sonno e precipitati nei gorghi del canale ...
Confessioni di un Italiano (pagina 160)
di Ippolito Nievo (estratti)

... I manifesti e le dicerie di quel giorno furono cose tanto pregne, che le lusinghe lasciate travedere dal Villetard ai Veneziani non parevano né bugiarde né fallaci ... Mi pareva impossibile che l'avessero fregiato di tanti splendori in sì breve tempo, ma l'era proprio lui, e se fosse stato un altro, bisognava gettar via la testa, tanto ingannava la rassomiglianza ... Ella sembrava occuparsi piucché altro della festa, e le sue grida e il suo picchiar di mani colpirono tanto i più vicini che le fu fatto bozzolo intorno ... — E dee proprio bastare? — Il resto lo sapranno i preti; per me mi basta che siano purificati e non m'importa tanto del cerimoniale! Ehi! Lucrezia, Lucrezia! guarda là tuo fratello che bella figura ci fa col suo schioppo in ispalla e la coccarda sul cappello! — Eh lo vedo io! Se non fossi sua sorella me ne innamorerei! ... Io aspettava con tanto d'orecchi questa definizione della Repubblica che stentava a venire, e non badava ai delegati di Mantova e delle Legazioni, non ancora unite alla Cisalpina, che oravano in quel frattempo dinanzi al Direttorio, con grande e nuova testimonianza d'italiana concordia ...
Confessioni di un Italiano (pagina 166)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Li raggiungeva e piangevamo insieme le cose, ahi, tanto minori dei nomi! ... Finalmente arrivò l'assenso tanto sospirato ... Disperato del lungo silenzio della Pisana e degli Apostulos, io aveva scritto ad Agostino Frumier, pregandolo per la nostra vecchia amicizia di volermi dar contezza di persone che mi stavano tanto a cuore ... Certo il Frumier, adombratosi di mantener corrispondenza con un esule con un proscritto, avea passato l'incarico a quell'altro: e Raimondo poi mi scriveva che tutti a Venezia si maravigliavano di sapermi ignaro della Pisana da tanto tempo, egli in primo luogo; che s'avevano ottime ragioni per crederla a Milano con mio assenso, consenso e compartecipazione dei frutti; che avea tardato a scrivermi appunto per questo che lo giudicava superfluo per la mia quiete, non essendo le mie smanie altro che astuzie per darla ad intendere alla vecchia Contessa, al conte Rinaldo ed al Navagero ... Anche il Carafa non sembrava più tanto impaziente; cioè, mi spiego, non guardava più con tanta stizza alla mia volontà mal dissimulata di tardare ... Sfido io! Era materia tanto imbrogliata per sé che ci voleva assai meno della sorpresa di quella inquisizione per renderla addirittura inestricabile ...
Confessioni di un Italiano (pagina 167)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Stento un po' a crederla, tanto è singolare ... Le angosce le incertezze che da tanto tempo mi laceravano erano cresciute tanto che richiedevano un qualche sfogo ... Mi parve aver trovato in lei un'amica, anzi una vera sorella, e lasciai scorrere nel suo seno le lagrime che da tanto tempo mi si aggruppavano dentro ...
Confessioni di un Italiano (pagina 175)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Il signor capitano sarà ora occupatissimo nel dare la caccia ai Napoletani, e non ci sarebbe tanto facile trovarlo; d'altronde egli fu avvertito del tuo salvamento e non può fare che non ti raggiunga appena lo potrà ... — Ecco, Pisana, cosa vi narrai — conchiuse egli — quando appena giunta a Milano veniste da me a chiedermi se nulla sapeva di Carlo Altoviti mio ufficiale e degli amori suoi che facevano tanto chiasso appunto pel loro mistero ... Io inorridii di tanto cinismo; ella se n'avvide e si contorse tutta come uno scorpione toccato da una bragia ... Una cotal scusa in bocca d'un tal uomo mi commosse a segno che a stento frenava le lagrime; infatti io vedeva il gran sforzo indurato dal signor Ettore per poter ottener tanto dal proprio animo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 181)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Una sera peraltro, mentre giungevamo al feudo di Andria, sede della mia passata grandezza, un pastore mi si avvicinò come per farmi insulto ad usanza degli altri, e dopo avermi detto a voce alta le più sfacciate indegnità che fantasia napoletana possa immaginare, aggiunse tanto sommessamente che appena lo intesi: — Coraggio, padroncino! in castello si pensa a voi! — Mi parve allora ravvisare in esso uno dei più fidati coloni del Carafa; e poi levando gli occhi al castello mi stupii infatti di vederne le finestre illuminate, sendoché pochi giorni prima io l'avea lasciato chiuso e deserto e il suo padrone si trovava ancora negli Abruzzi, anzi lo dicevano assediato dagli insorti nella cittadella di Pescara ... — Mi direte poi con quale stregheria giungeste ad ottener tanto dal signor Mammone! — le chiese Lucilio che a quanto pare in certa parte di quel mistero ne sapeva quanto me ... — Ah per questo vi stava tanto a cuore di partire prima delle due! Ora capisco! Allora toccò a me chiedere schiarimenti su tutto il resto: e seppi come, avviati a raggiungermi la Pisana e Lucilio con potenti commendatizie del Carafa, avessero incontrato qualche fuggiasco della banda del Martelli che li avvertì della mia prigionia ... anch'io piango ora tanto tempo, tanti ingegni, tante vite così inutilmente sprecate! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 183)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Sì, perdiana, come farai, s'ella è tanto invaghita del suo gatto? — Carlino, ho avuto la disgrazia di piacerle più del gatto; e mi perseguita sempre che è una disperazione ... — È dunque brutta se ti dà tanto noia? — Brutta, caro; spaventevole! Come farebbe un'avara ad esser bella? Mi par di vedere la signora Sandracca con qualche dente di meno ... Tutte le mattine ella usa bussare alla mia porta e domandarmi se ho dormito bene, girando il chiavistello come per entrare: ma io fingo di non m'accorger mai di questa voglietta e alla sera ci metto di mezzo tanto di catenaccio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 185)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Non poteva arrischiare un'occhiata fuori della finestra, ch'ella non mi allungasse tanto di grugno ... Se avesse preteso che la conducessi nel campo trincerato di Otto o fra le turbe monferrine raccolte dall'Azzeretto a minacciar più che Genova gli scrigni dei Genovesi, scommetto che avrei accondisceso; tanto m'aveva ridotto grullo e marito ... Io affrettava il passo; e ve lo assicuro, non tanto per me quanto per veder la Pisana fuori di quel gran pericolo; ma ella se ne aveva a male, e borbottava della mia dappocaggine, e mi faceva montar la stizza portando a cielo Alessandro, e le sue belle maniere soldatesche, e i suoi frizzi e le sue baiate che non erano poi d'un gusto molto raffinato ...
Confessioni di un Italiano (pagina 187)
di Ippolito Nievo (estratti)

... E lessimo la lettera tanto sospirata del povero invalido ... Dove sono andate le sagre, le riunioni, le feste che allegravano di tanto in tanto la nostra giovinezza? ... Io sono troppo ignorante per avvisarne le cause; ma essi forse non si aspettano nulla di bene da coloro che colla guerra hanno fatto finora tanto male ...
Confessioni di un Italiano (pagina 191)
di Ippolito Nievo (estratti)

... dell'imposte, cosa insolita nella Legazione, cominciai a credere che non fossi ancora in paradiso, ed a sperare che il ritorno della Pisana avrebbe supplito a quel tanto che sentiva mancarmi ... La trascuranza di ciò ch'ella sapeva dovermi tanto premere finì di punzecchiare l'amor proprio del magnifico Intendente di Bologna ... I subalterni che entravano con fasci di carte da firmare, si fermavano sulla soglia e andavano poi fuori a raccontare che l'intendente Soffia era tanto in sul soffiare che pareva matto ... La Pisana a quel tempo io l'amava tanto, che tutte le altre donne mi sembravano a dir poco uomini ...
Confessioni di un Italiano (pagina 192)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Al fatto per altro non fu tanto grossa come si credeva ... Io poi me le leggeva da capo a fondo, ma aveva cura di nasconderle tutta la premura che di tanto in tanto sua madre od il marito le facevano di tornare ... Questi pareva non fosse più né tanto geloso né così prossimo a morire; parlava di me con vera effusione d'amicizia, come d'uno stretto e carissimo parente, e degli anni futuri come d'una cuccagna che non doveva finir mai ... Infatti la Pisana si era adattata; e poi lo stato del poveruomo, le sue strettezze finanziarie (a tanto ei si diceva scaduto dalla pristina opulenza), l'abbandono nel quale viveva, le aveano toccato il cuore e persuasala a rimanere presso di lui, com'egli ne mostrava desiderio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 195)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io diedi un'occhiata agli stivali e alla camicia, lamentando quasi di non esser rimasto a letto per conservar loro l'originaria freschezza fino al solenne momento; poi pensando che di sera non vi si abbada tanto pel sottile, e che un ex–intendente doveva possedere ripieghi di vivacità e di coltura da far dimenticare la soverchia modestia del proprio arnese, risposi all'ordinanza che sarei andato a casa del colonnello verso le otto, ed uscii poco stante di casa ... Non credeva per verità di esser tanto povero; e la quadratura del circolo mi parve problema molto più facile del pranzo ch'io doveva cavare da sì meschina moneta ... Cosa volete? Trovava tutto ragionevole tutto giusto ma questo sospetto di essere dimenticato e abbandonato dalla Pisana per sempre, mi dava per lo meno tanto martello quanto la fame ... Successe che perdetti la tramontana, e quando mi alzai per tener dietro al colonnello, era tanto allegro tanto parolaio quanto nel sedermi era stato grullo e ...
Confessioni di un Italiano (pagina 197)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Invece la trovai contentissima di me e delle mie nobili e gentili maniere; in verità che cotali elogi mi sorpresero, e che alle signore milanesi dovessero piacer tanto gli ubbriachi non me lo sarei mai immaginato ... Era tanto fuori di me dalla consolazione che questi maltrattamenti mi fecero l'effetto di carezze: non fu che dopo, al tornarci sopra, che m'accorsi della porcheria commessa nell'accomiatarmi in quel modo ... La pietà di costei per quel vecchio e malconcio carcame del Navagero trascendeva tanto ogni misura, che talvolta mi dava perfino gelosia ...
Confessioni di un Italiano (pagina 199)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma allora io era tanto indemoniato che di cagnetta e padrona avrei fatto un fascio per gettarlo in laguna ... Caduti in tanto abbattimento, le carezze degli altri uomini per quanto maligne e interessate ci trovano le molte volte deboli e credenzoni ... Gli Ormenta padre e figlio raddoppiarono verso di me di premure e di cortesie; convien dire ch'io avessi qualche grazia presso di loro o che la setta fosse tanto immiserita che non si badasse più a fatica ed a spesa per guadagnare un neofito ... E dalla rocca inespugnabile di questa mia coscienza guardai alteramente tutti coloro di cui con tanto dolore avea sofferto il muto disprezzo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 201)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io credo che per non vederla soffrire a lungo condensai tanto sforzo di volontà nell'adoperarmi a guarire, che accorciai la malattia di qualche settimana, e mutai in perfetta salute la convalescenza ... Spiro e l'Aglaura guardavano meravigliati: la Pisana pareva che meno non si aspettasse, tanto era la fede e la sincerità dell'amor suo ... — Carlo — mi disse un giorno la Pisana poich'io fui ristabilito tanto da poter uscire — l'aria di Venezia non ti si affà molto, hai bisogno di campagna ... Io credo ch'ella si consolò tutta di vedermi in procinto d'andarmene, perché le mie suggestioni non avrebbero più persuaso Rinaldo a comperarsi ogni tanto o un cappello nuovo o un vestito meno indecente, e così a lei sarebbe rimasto qualche zecchino di più ... Ah, Carlo! de' miei ottomila ducati non ci ho proprio ritratto un bruscolo, nemmeno tanto da cavarmi una curiosità! Questo incidente può darvi un'idea non solamente dell'indole e dell'educazione avuta dalla Pisana, ma anche fino ad un certo punto dei costumi veneziani del secolo passato ... Nel punto stesso che una figliuola con sublime sacrificio si toglieva il pane di bocca, si spogliava dell'ultimo suo avere per accontentare i vizietti della madre, chiedeva in compenso di tanto benefizio una cinica confessione, e un gusterello di curiosità altrettanto inutile che scandalosa ...
Confessioni di un Italiano (pagina 202)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Fulgenzio passò di questo mondo pochi giorni dopo il nostro ritorno in Friuli; la sua morte fu accompagnata da un delirio spaventevole, si sentiva strappata l'anima di corpo dai demonii, e si stringeva tanto per paura alla mano della massaia che costei fu lì lì per dar un calcio all'eredità e lasciarlo nelle mani del becchino ... Tuttavia l'avarizia la fece star salda, e tanto; che poiché il padrone fu morto convenne liberarle a forza il braccio dalle unghie rabbiose di lui ... Don Girolamo si accontentava della sua quota che gli rimaneva non tanto piccola dell'eredità anche dopo tanta dispersione di legati; ma il dottore saltò in mezzo con cause e con cavilli ...
Confessioni di un Italiano (pagina 203)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Chi sa se un futuro padrone non avrebbe rialzato quelle mura cadenti, rintonacato quelle pareti, e raspato loro di dosso quelle fattezze della vecchiaia che parlavano con tanto affetto con tanta potenza al mio cuore!! Tale il destino degli uomini, tale il destino delle cose: sotto un'apparenza di giovialità e di salute si nasconde sovente l'aridità dell'anima e la morte del cuore ... Invece il buon canonico si lamentava che le onoranze non erano più tanto abbondanti come una volta, e che quelle birbe di coloni invece di recargli i più bei capponi, come sarebbe stata la scrittura, non davano altro che pollastrelle e galletti sfiniti tanto che scappavano pei fessi della stia ... Sul principio m'azzuffava sovente cogli inesorabili cantori del Kyrie o del Gloria; ma imparai in seguito la manovra, ed ebbi il contento di vederli cantare a piena gola senza volgersi ogni tanto pietosamente a interrogare e a rimproverare cogli occhi il capriccioso organista ... Io per me cercava di retribuirla di tanto affetto coll'esserle utile; le veniva insegnando un poco di francese nelle ore di ozio, e a scrivere correttamente in italiano ... Avea preso tanto amore a quella ragazza che mi sentiva crescere per lei in capo il bernoccolo della paternità, e nessun pensiero aveva meglio fitto in testa che quello di accasarla bene, di trovarle un buono e bravo giovine che la rendesse felice ...
Confessioni di un Italiano (pagina 214)
di Ippolito Nievo (estratti)

... faceva per me, e non credo aver sofferto mai maggior tormento di allora nell'accettare sacrifizi che costavano tanto per la conservazione d'una vita così inconcludente come la mia ... Ma ella mi scherniva tanto piacevolmente quando cadeva in qualche lontana allusione a ciò, che mi vergognava de' miei sospetti come nati da troppa mia superbia o da scarsa fiducia nell'eroismo disinteressato di quella prodigiosa creatura ... Poco stante mi disperava conoscendomi tanto impotente da dover essere debitore del vitto alla pietà miracolosa d'una donna ... Io fingeva di crederle e di non annettere più importanza a quella parte della sua vita che mi celava con tanto mistero; ma l'immaginazione lavorava e soventi anche non andai lontano dalla verità ...
Confessioni di un Italiano (pagina 220)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Quando tutti furono usciti dalla stanza in coda al dottore per ringraziarlo d'un tanto benefizio o fors'anco per informarsi di quanto dovevano credere alle parole dette in mia presenza, la Pisana mi si accostò pianamente, e sentii il suo tiepido alito che m'accarezzava le guance ... Se tanto ci incanta lo spettacolo dell'alba, quantunque rinnovato ogni ventiquattr'ore, figuratevi quanto mi facesse beato quell'alba che succedeva ad una notte di quasi due anni! ... Ritrovare ancora quei facili godimenti dei quali non ci curiamo potendoli avere ad ogni istante, e tanto se ne apprezza il valore quando ci sono vietati, ravvivare coll'esercizio presente la memoria di quelle sensazioni che già cominciava a svanire, come una tradizione che coll'andar del tempo diventa favola, saziarsi ancora nelle contemplazioni di quanto v'ha di bello di grande di sublime al mondo e interpretare dagli affetti dei nostri cari un linguaggio disusato per noi, son tali piaceri che fanno quasi desiderare d'esser ciechi per racquistare la vista ... Oh se l'aveva ben meritata una tal preferenza! Né amici, né parenti, né figliuoli, né moglie, né il medico che m'avea reso la vista, meritavano tanto della mia gratitudine ... Quando poi le lagrime e il singulto concessero un varco alla voce, quali parole quali preghiere quali promesse non adoperai io perché mi salvasse una vita a mille doppi più preziosa della mia! Lo supplicai come i devoti supplicano Iddio; tanto avea bisogno di sperare che avrei rinnegato la ragione, e stravolto l'ordine del mondo per conservare una qualche lusinga ...
Confessioni di un Italiano (pagina 223)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Maledici il primo momento che mi hai conosciuto, e che ti ha condotta a sprecare per me tanto eroismo quanto avrebbe bastato a premiare la virtù d'un santo e i fecondi dolori d'un martire! ... Dall'amor tuo solo così generoso e costante presi il coraggio di guardare dentro di me e dire: “Non son poi tanto spregevole se un tal cuore continua ad amarmi ... Ma non capisci che tutti quelli che tu chiami dolori patimenti sacrifizi, erano per me piaceri ineffabili, colmi d'una voluttà tanto più dolce quanto più nobile e sublime? Non capisci che l'indole mia strana e mutabile mi portava forse a stancarmi dei piaceri più comuni, e a cercare in un'altra sfera anche a rischio di perdermi contentezze diverse e diletti che non avessero paragone nella mia vita passata? Non hai ravvisato il primo sintomo di questa, direi quasi, pazzia in quel mio incredibile e tirannico capriccio di sposarti all'Aquilina? ... Vedi, vedi, Carlo, se fui cattiva ed egoista? Non avrei fatto meglio a confidarmi nella tua generosità tanto maggiore e più provata della mia, e dirti: “Ho sbagliato, Carlo! ho sbagliato per sbadataggine per bizzarria! Ora i nostri doveri son questi! Adempiamoli d'accordo senza ipocrisia e superbia”!?? Ma io diffidai di te, Carlo! Te lo confesso coll'umiltà della vera penitente! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 224)
di Ippolito Nievo (estratti)

... quando voglio una cosa, la voglio la pretendo ad ogni costo! Or bene, io voglio e pretendo che la mia morte a me tanto facile e soave non sia la disperazione d'una intera famiglia, e non tolga a tutto un paese ed all'umanità tutto quel bene che puoi che devi ancora operare! ... Carlo, sei tu forte animoso? Hai fede nella virtù e nella giustizia? Giurami allora che non sarai vile, che non abbandonerai il tuo posto, che misero o felice, accompagnato o solo, per la virtù per la giustizia combatterai fino all'estremo! — Oh Pisana, cosa mi chiedi mai? Come credere alla virtù e alla giustizia quando non ti abbia al fianco, quando una vita come la tua ottenga una sì misera ricompensa? — Una vita come la mia è così invidiabile che beati gli uomini se potessero averne ciascuno una di simile! Una vita che principia coll'amore e termina col perdono colla pace colla speranza per sollevarsi in un altro amore che non avrà più fine, è tanto superiore ad ogni mio merito che ne ringrazio e ne benedico Iddio come d'un dono grazioso ... — Ma una cosa anch'io ti dimando, Pisana, di non pascerti più a lungo dei lugubri pensieri che ti fanno morire prima del tempo, di adoperare quella felicità che in te rinasce, a ravvivare la tua salute, a rianimare il tuo coraggio, a serbarti insomma per noi, per noi che ti amiamo tanto! — Oh tu sì, vedi, tu mi chiedi più di quanto possa concederti! ... Quell'anima così grande e sublime risplendeva tanto, che fuggendo ella mi parevano larve tutti gli altri splendori di quaggiù, e ogni affetto perdeva forza e calore raffrontandosi al suo ... Pensai che espiazione o battaglia la vita nostra è un bene almeno per gli altri; e che quanto più è un male per noi tanto più meritorio è il coraggio di portarla fino alla fine ...
Confessioni di un Italiano (pagina 225)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Oh il perdono, anima mia, a chi e perché lo chiedevi? forse a me che avrei dato tutto il mio sangue per meritare il tuo? Forse a quel Dio che da tanto tempo era spettatore de' tuoi coraggiosi sacrifizi, e ammirava in quel momento la sublimità virtuosa e serena a cui può sollevarsi una sua creatura? Oh godi ora, godi, anima benedetta, di quest'ultima testimonianza che io, ancora vivo dopo altri trent'anni di pazienza e di dolori, rendo sul limitare del sepolcro alle tue eroiche virtù! ... Tu sola potevi tanto sopra di me ... Proferiva di tanto in tanto qualche parola, ma la voce le veniva mancando; io mi sentiva mancare insieme a lei, e subito collo sguardo ella mi inanimava a ricordarmi di quanto le aveva promesso ...
Confessioni di un Italiano (pagina 229)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Intanto si seguitava a combattere: i Bascià non si mostravano più tanto ligi ai pronostici del sultano Mahmud, né ubbidienti ai suoi comandi, i Giannizzeri stessi rifiutavano d'avventurarsi sopra una terra che inghiottiva i nemici ... Ma si sbagliava, perché Byron non sarà mai tanto grande pel suo generoso sacrifizio, come quando alcuni secoli si saranno accumulati sulla sua memoria ... — Eh, eh! Ci son corsi sopra altro che anni! — soggiunse Raimondo — ne avrò delle belle da raccontarvi giacché siete tanto in addietro ... — O matto io a credervi, e voi a contare simili fole! — Sono tanto vangelo! — ripigliò calorosamente Raimondo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 233)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io la compativa pel tanto che aveva sofferto, e cercava di tacere, benché forse pensassi che meglio era la morte d'una vita disonorata dall'impostura, e gonfia di vanagloria ... Se io non m'avessi ridotto a mente le ultime raccomandazioni della Pisana, forse saremmo venuti a qualche grosso guaio; ma tirava innanzi con pazienza e forse con maggior indulgenza che non convenisse alla mia qualità di padre, perché della soverchia balìa lasciata in allora all'Aquilina sopra i figliuoli, dovetti pentirmi in appresso e indurarne rimorsi tanto più acuti quanto più vani e tardivi ... La piccola Pisana pigliava su quelle maniere solite dei torcicolli che rendono sospette e spiacevoli perfino le virtù, e Giulio accarezzato e vezzeggiato dai maestri cresceva sempre in superbia, ed era oggimai tanto presuntuoso da non si sapere come persuaderlo ch'egli avesse fallato ... Secondo lei era un sacrilegio solo il Supporre che i suoi figliuoli potessero apostatar col pensiero dalla religione in cui li educava; e se erano tanto tristi e sfortunati da cadere nell'abisso dell'incredulità, non valeva la pena di arrestarli a metà strada ...
Confessioni di un Italiano (pagina 235)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Insomma son contento di me e tanto deve bastare ... Perché se così non fosse, Carlo, io sarei ben pazzo ad amare chi mi affligge e mi disprezza; ma un'intima coscienza mi assicura che non sono pazzo per nulla, e che il mio giudizio è tanto retto tanto imparziale come può esserlo quello d'altr'uomo al mondo ... Lucilio faceva le grandi maraviglie di scoprire tanto tesoro di sapienza e tanto fervore d'amor patrio in quell'omiciattolo sucido e brontolone del conte Rinaldo; ma insieme anche indovinava le cause del fenomeno ...
Confessioni di un Italiano (pagina 237)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma bisogna rendere questa giustizia agli ultimi rappresentanti dell'illustre prosapia dei Conti di Fratta, erano tanto restii a pagare come noncuranti di riscuotere ... Le ricchezze s'erano accresciute notevolmente in quella lunga pace, non tanto forse quanto si voleva, ma certo cresciute erano; il senso pubblico e l'educazione aveano migliorato assai benché a rilento e quasi a ritroso delle circostanze; ma non si guardava tanto lontano e la carità patria cercava bisogni presenti da soddisfare, piaghe da sanare, desiderii da adempiere, non glorie remote da ravvivare, o vecchie eredità passive da raccogliere ... Perciò facevano tanto di cappello al signor Conte, e dopo aver pesato colla mano il suo manoscritto glielo restituivano garbatamente senza pur volerlo leggere ... Indarno egli si sfiatava a persuaderli di esaminare l'opera sua per conoscerne il valore e l'estensione; essi rispondevano che la reputavano un capolavoro, ma che i lettori non erano preparati a cose tanto sublimi e profonde, e che se lo scrittore secondava le proprie idee, agli stampatori invece si conveniva di soddisfare ai desideri della gente ...
Confessioni di un Italiano (pagina 241)
di Ippolito Nievo (estratti)

... E farebbero di più se la signora badessa non fosse tanto permalosa ... — Subito, subito, papà: mi son cambiata tutta perché a finir quel ricamo sudai tanto questa sera, ch'era bagnata come un pulcino ... — Pisana — le dissi io senza andare tanto per le lunghe, ché di avere fatto l'inquisitore ero già piucché stanco — qui ti bisogna esser sincera, ed espiare con una pronta confessione le colpe che per mera fanciullaggine hai commesse: dimmi subito dove e con qual mezzo ti trovi da sola a solo con quel signor Enrico che ti scrive tanto teneramente? La fanciulla traballò sulle gambe e tramortì in viso a segno ch'ebbi compassione di lei; ma poi ricominciò a balbettare che non sapeva nulla, che non era vero, in modo ch'io perdetti la pazienza e ripetei con voce più autorevole il comando di esser ubbidiente e sincera ... Ora che tocchi con mano ch'io so tutto, e vedi cionnostante che mi dispongo ad usar di tutta la mia bontà, spero che vorrai mostrartene degna, con dirmi come sei venuta in tanta confidenza con quel giovine, cosa ti piace tanto in lui, e perché, se credevi onesta la tua condotta, hai creduto bene di celarla ai tuoi genitori ...
Confessioni di un Italiano (pagina 242)
di Ippolito Nievo (estratti)

... No, per carità, che non ce n'è il motivo! È vero, ebbi compassione di Enrico; ma non ci sono tanto ostinata, e se non è di vostro piacimento, meglio qualunque altro che lui! ... — In vero, papà, sarei molto imbrogliata a dichiararveli, ma giacché siete tanto buono, voglio farmi forza per accontentarvi ... Quanto ai suoi costumi al suo temperamento io non me ne intendo, padre mio; credo che tutti siano buoni, e non sarei mai tanto sfacciata da chiedere cosa voglia dire un giovane scostumato! Era però abbastanza imprudente per farmi capire che lo sapeva; laonde io le risposi che senza cercar tanto addentro le doti morali di Enrico, ella doveva capire che quei pregi esterni e affatto d'apparenza non dovevano bastare per meritargli l'affetto d'una donzella bennata ... Così la lasciai; ma era tanto sbalordito che nulla più ...
Confessioni di un Italiano (pagina 251)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Quello ch'io scrivo, la mia famiglia lo seppe già per lettere; e io non sono un letterato ch'abbia in animo di stampar la sua vita: tuttavia l'abitudine mi padroneggia; ho cominciato a imbrattar carta parlando di me, e ci ho pigliato gusto, e di tanto in tanto debbo obbedire ad un ghiribizzo ... Ma la vita della natura somiglia qui tanto all'europea, come la cadente esistenza d'un vecchio alla robusta e piena salute del giovine ... Pure Venezia è tanto in Francia ed in Svizzera come nel Mato–Grosso, ma sembra che l'aria ci porti più facilmente qualche sospiro dei nostri cari ... Una casa costrutta di pietra viva ma che somiglia una tenda, tanto è aperta per ogni lato da logge, da atrii, da gallerie; dietro un gran giardino che finisce alla sponda del fiume, dinanzi un ...
Corbaccio
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E in tanto d'afflizione trascorsi, ora della mia bestialità dolendomi ora della crudeltà trascurata di colei, che, uno dolore sopra un altro col pensiero agiugnendo, estimai che molto meno dovesse essere grave la morte che cotal vita; e quella con sommo desiderio cominciai a chiamare; e, dopo molto averla chiamata, conoscendo io che essa, più che altra cosa crudele, più fugge chi più la desidera, meco imaginai di costrignerla a trarmi del mondo ... Per che, ritornatomi alle lagrime e al primiero ramarrichio, tanto in esse multiplicai che 'l desiderio della morte, dalla paura di quella cacciato, ritornò un'altra volta; ma, tolto via come la prima e le lagrime ritornate, a me, in così fatta battaglia dimorante, credo da celeste lume mandato, sopravenne un pensiero; il quale così nella afflitta mente meco cominciò assai pietosamente a ragionare: “Deh, stolto, che è quello a che il poco conoscimento della ragione, anzi più tosto il discacciamento di quella, ti conduce? Or se' tu sì abagliato che tu non t'avegghi che, mentre tu estimi altrui in te crudelmente adoperare, tu solo se' colui che verso te incrudelisci? Quella donna – ch'ha, tu sanza guardare come, incatenata la tua libertà e nelle sue mani rimessa – t'è, sì come tu di', di gravi pensieri cagione? Tu se' ingannato: tu, non ella, ti se' della tua noia cagione ... Se ella t'ama, senza niuno dubbio la tua afflizione l'è noiosa e dispiacevole: or non sai tu che, per fare noia e dispiacere ad altrui, non s'acquista né si mantiene amore, anzi odio e nimistà? Non pare che tu abbi tanto caro l'amore di questa donna quanto tu vuogli mostrare, se tu con tanta animosità fai quello che le dispiace e disideri di far peggio ... E non vedi tu tutto 'l giorno le persone che hanno alcuno in odio, per diradicarlo e levarlo di terra, mettere le lor cose e la propria vita in aventura, contr'a le leggi umane e divine adoperando? E tanto di letizia e di piacer prendono quanto di tristizia e di miseria sentono in cui hanno in odio ... E chi sono quelli, se non i bestiali, che a' loro nimici di piacere si dilettino? Se ella né t'ama né t'ha in odio né di te poco né molto cura, a che sono utili queste lagrime, questi sospiri, questi dolori così cocenti? Tanto t'è per lei prenderli, quanto se per una delle tue travi della camera li prendessi ... Chi sa se tu ancora, vivendo, potrai veder cosa di costei, di cui tu tanto gravato ti tieni, che sommamente ti farà lieto? Niuno ...
Corbaccio (pagina 2)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Maravigliosa cosa è quella della divina consolazione nelle mente de' mortali: questo pensiero, sì com'io arbitro, dal piissimo Padre de' lumi mandato, quasi dagli occhi della mente ogni oscurità levatami, in tanto la vista di quelli, aguzati, rendé chiara che, a me stesso manifestamente scoprendosi il mio errore, non solamente, riguardandolo, me ne vergognai, ma, da compunzione debita mosso, ne lagrimai e me medesimo biasimai forte e da meno ch'io non arbitrava mi reputai ... E di quinci alle perpetue cose della natura venimo e al maraviglioso ordine e laudevole di quelle, tanto meno da tutti con ammirazione riguardate quanto più tra noi, senza considerarle, le veggiamo usitate ... E da queste passamo alle divine, delle quali appena le particelle estreme si possono da' più sublimi ingegni comprendere, tanto d'eccellenzia trapassano l'intelletti de' mortali ... Per che essendo io in altissimo sonno legato, non parendo alla mia nimica fortuna che le bastassero le ingiurie fattemi nel mio vegghiare, ancora dormendo s'ingegnò di noiarmi; e davanti alla virtù fantastica, la quale il sonno non lega, diverse forme paratemi, avvenne che a me subitamente parve intrare in uno dilettevole e bello sentiero, tanto agli occhi miei e a ciascun altro mio senso piacevole quanto fosse alcun'altra cosa stata davanti da me veduta ... Et è il vero che, quanto più avanti per esso andava, tanto più parea che di piacere mi porgesse, per che da quello si fermò una speranza la quale mi promettea che, se io al fine del sentiero pervenissi, letizia inestimabile e mai da me non sentita mi si apparechiava ... E, mentre che io in così fatto pensiere dimorava, esso, senza ancora dire alcuna cosa, tanto mi s'era avicinato che io, ottimamente la sua effigie raccolta, chi egli fosse e dove veduto l'avessi mi ricordai; né d'altro colla mia memoria disputava che del suo nome, imaginando se io per quello, misericordia e aiuto chiedendoli, il nominassi, quasi una più stretta familiarità per quello dimostrando, con maggiore e più forte affezione a' miei bisogni il dovesse muovere ...
Corbaccio (pagina 3)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E di tanto potere fu questa nuova paura, ch'io non so pensare qual cosa fosse quella che sì forte facesse il mio sonno ch'egli allora non si rompesse; e per questa téma, senza alcuna cosa rispondere o dire, stare mi parve: la qual cosa veggendo lo spirito, esso ridendo mi disse: – Non dubitare: parla sicuramente meco e della mia compagnia prendi fidanza; ché per certo io non sono venuto per nuocerti, ma per trarti di questo luogo, se fede intera presterai alle mie parole ... Al quale esso benignamente rispuose: – Sicuramente ciò che ti piace domanda, infino a tanto ch'io verrò a te domandare d'alcune cose, e alcune dittene intorno a quelle – ... E in tanto è di minore periglio che questa, che quivi non si può peccare, per che a peggio temere si possa di pervenire; il che continuamente qui si fa ... E tanto molti in ciò perseverano, faccendo che essi caggiono in quello carciere cieco nel quale mai il divino lume con grazia o con misericordia si vede, ma con inrevocabile e severa giustizia continuo, con grave danno di chi, sentendo, il conosce, si vede acceso ... Ma sanza dubbio la mia stanza, com'io già dissi, ha troppo più di dureza che questa: in tanto che, se lieta speranza, che certa di migliore vi si porta, non aiutasse e me e gli altri che vi sono a sostenere pazientemente la graveza di quella, quasi si porìa dire che gli spiriti, li quali sono immortali, ne morrebbono ...
Corbaccio (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E questo basti al presente d'avere ragionato della dureza del luogo della mia dimora; alla quale veramente quella noia che qui si sostiene, se non in tanto che questa è dannosa e quella è fruttuosa, non è da comparare ... A cui lo spirito disse: – Veramente tu parli come uomo che ancora non mostra conosca il costume della divina bontà e che è perfettissima, et estimi così nelle sue opere essercitarsi come voi, che mortali e mobili e imperfetti sete, fate; nelle menti de' quali niuno riposo si truova, infino a tanto che gran vendetta non si vede d'ogni piccola offesa ricevuta ... La qual cosa essendo a' suoi divini occhi manifesta e veggendoti in questa valle, oltre al modo usato, smarrito e impedito, in tanto che tu eri a te medesimo uscito di mente, sì come Essa benignissima fa sovente nelle bisogne de' suoi divoti, che, senza priego aspettare, da se medesima si muove a sovvenire dello opportuno aiuto al bisogno, veggendo il pericolo al qual tu eri, senza tua domanda aspettare, per te al Figliuolo domandò grazia e impetrò la salute tua; alla quale per suo messo mi fu comandato che io venissi; e io il feci; né prima da te mi partirò che in luogo libero ed espedito t'arò riposto, dove a te piaccia di seguitarmi ... La benignità e la clemenzia di Colui, il quale t'ha in questa vicenda mandato, non m'è ora nuova: ella in molti altri pericoli già me l'ha fatta conoscere, quantunque io di tanti benefici ingrato stato sia, poco nelle sue laude adoperandomi; ma io divotamente Lui priego, che può quello che vuole, che, come dalla perpetua morte più volte m'ha tolto, così e i miei passi dirizi alla vita perpetua e quelli conservi tanto che io, suo fedelissimo servidore essendo, pervenga ...
Corbaccio (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Appresso, lei di così e di tanto buono senno naturale disse essere dotata quanta altra donna per avventura conosciuta già mai; e, oltre a ciò, eloquentissima, forse non meno che stato fosse qualunque ornato e pratico retorico, fu ancora; e, oltre a ciò, che sommamente mi piacque, sì come a colui ch'a quelle parole dava intera fede, la disse essere piacevole e graziosa e di tutti quelli costumi piena che in gran gentildonna si possano lodare e commendare ... Le quali cose narrando questo cotale, confesso che io meco tacitamente dicea: “O felice colui al quale la fortuna è tanto benigna ch'ella d'una così fatta donna li conceda l'amore!” ... La quale per avventura alcuna delle compagne, che non la conoscea, con tanto piacere di me, che alle loro parole teneva gli orecchi, che dir nol potrei, la dimandò: – Quale è dessa di quelle molte che colà sono? – ... Egli è il vero che, avendo io data piena fede, come già dissi, alle parole udite da colui che lei tanto valorosa m'avea mostrata, io presi ardir di scriverle, mosso da cotale intenzione: “Se costei è da quello che costui mi ragiona, aprendole io onestamente per una lettera il mio amore, l'una delle due cose ragionevolmente mi dee seguire: o ella l'arà caro, per usarlo in quello ...
Corbaccio (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Le cose loro imposte tanto fanno quanto elle credono per quello o ornamenti o abracciamenti guadagnare; da questo innanzi, sempre una redazione in servitudine l'essere obedienti si credono; e per questo, se non quanto loro dall'animo viene, niuna cosa imposta farebbono mai ... I miseri studianti patiscono i freddi, i digiuni e le vigilie: e, dopo molti anni, si truovano poche cose avere apparate; queste, che pure una mattina, che tanto ch'una messa si dica, stieno alla chiesa, sanno come si volge il fermamento, quante stelle sieno in cielo e come grandi, qual sia il corso del sole e de' pianeti, come il tuono, il baleno, l'arco, la grandine e l'altre cose nello aere si creino; e come il mare c'intorni e come la terra produca i frutti ... E non nuoce che bisogna che per una bugia, per uno spergiuro, per una retà, per mille sospiri infinti, per cento milia false lagrime elle vadano a lor vicine, che, quando mestier lor fanno, le prestino loro: sallo Iddio, ch'io per me non seppi mai tanto pensare ch'io sapessi conoscere o discernere dove elle le si tengano, che sì pronte e sì preste ad ogni lor volontà, l'abbino, come hanno ... Ma questo non è da dovere consentire; per ciò che quella unica Sposa dello Spirito Santo fu una cosa tanto pura, tanto virtuosa, tanto monda e piena di grazia e del tutto sì da ogni corporale e spiritual bruttura remota che, a rispetto dell'altre, quasi non dell'elementar composizione, ma d'una essenzia quinta fu formata a dovere essere abitacolo e ostello del Figliuolo di Dio; il quale, volendo per la nostra salute incarnare, per non venire ad abitare nel porcile delle femine moderne, ab ecterno se la preparò, sì come degna camera a tanto e cotale re ...
Corbaccio (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Io dirò il vero: io tentai alquanto di volere porre freno a questo indomito animale; ma perduta era ogni fatica, già tanto s'era il male radicato, che più tosto sostenere che medicare si potea ... Addunque con questa stolta maggioranza e arroganza incominciando, sperando io sempre, quantunque io avessi per lo meno male, sì come vile, giù l'armi poste, che essa alcuna volta riconoscer si dovesse e della presa tirannia rimuoversi, pervenne a tanto che sanza pro conobbi che, dov'io pace e tranquillità mi credea avere in casa recata, conoscendo che guerra, fuoco e mala ventura recata v'avea, cominciai a desiderare ch'ella ardesse; e ciascuno luogo della nostra città, qual che si fosse più di litigi e di quistioni pieno, m'incominciò a parere più quieto e più riposato che la mia casa; e, così, veggendo venire la notte che al tornare mi vi constrignea, mi contristava, come se uno noioso prigioniere e possente e a dovere ad una prigione rincrescevole e oscura m'avesse constretto ... Costei addunque, donna divenuta del tutto e di me e delle mie cose, non secondo che la natura arebbe voluto al mio stato avendo rispetto, ma come il suo appetito disordinato richiedea, prima nel modo del vivere e nella quantità suo ordine puose; e il simigliante fece ne' suoi vestimenti, non quelli ch'io le facea, ma quelli che le piacevano faccendosi: e da qualunque d'alcuna mia possessione avea il governo essa convenia che la ragione rivedesse e' frutti prendesse e distribuisse secondo il parer suo; e in somma ingiuria recandosi perché io così tosto, come ella arebbe voluto, d'alcuna quantità di danari, ch'io avea, mia tesoriera e guardiana non la feci, mille volte essere uomo senza fede, e massimamente verso di lei, mi rimproverò, insino a tanto che a quello pervenne ch'ella desiderava, sé d'altra parte di lealtà sopr'a Fabrizio e a qualunque altro leale uomo stato commendando ...
Corbaccio (pagina 15)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per ciò che queste parole così dette sono le tanaglie con le quali si convengono rompere e tagliare le dure catene che qui t'hanno tirato; queste parole così dette sono i ronconi e le scuri colle quali si tagliano i velenosi sterpi, le spine e' pruni e gli sconvolti bronchi, che, a non lasciarti la via da uscirci vedere, davanti ti sono asiepati; queste parole così dette sono i martelli, i picconi, i bolcioni, i quali gli alti monti, le dure rocche, gli strabocchevoli balzi conviene che rompano e la via ti facciano, per la quale da tanto male, da tanta ingiuria, da tanto soperchio, da tanto pericolo e di luogo così mortale, come è questa valle, senza impedimento ti possi partire ... Primieramente mi piace di quella bellezza incominciare, la qual tanto le sue arti valsono che te non solamente ma molti altri, che meno di te erano presi, abbagliò e di sé mise in falsa opinione: cioè della frescheza della carne del viso suo ... Era costei, e oggi più che mai credo che sia, quando la mattina usciva del letto, col viso verde, giallo, maltinto, d'un colore di fumo di pantano, e broccuta, quali sogliono gli uccelli che mudano, grinza e crostuta e tutta cascante; in tanto contraria a quello che parea poi che avuto avea spazio di leccarsi, che a pena che niuno il potesse credere, che veduto non l'avesse, come vid'io già mille volte ... E chi non sa che le mura afumicate, non che i visi delle femine, ponendovi sù la biacca, diventano bianche e, oltre a ciò, colorite, secondo che al dipintore di quelle piacerà di porre sopra il bianco? E chi non sa che, per lo rimenare, la pasta, che è cosa insensibile, non che le carni vive, gonfia; e, dove mucida parea, diviene rilevata? Ella si stropicciava tanto, e tanto si dipigneva e si faceva la buccia, la quale per la quiete della notte in giù caduta era, rilevarsi, che a me, che veduta l'avea in prima, una strana maraviglia me ne facea ... E, se tu, come io 'l più delle mattine la vedea, veduta l'avessi colla cappellina fondata in capo e col veluzo dintorno alla gola, così pantanosa nel viso come ora dissi, e col mantello foderato covare il fuoco, in su le calcagna sedendosi, colle ochiaia livide tossire e sputare farfalloni, io non temo punto che tutte le sue virtù, dal tuo amico udite, avessero tanto potuto farti di lei innamorare che, quelle vedendo, cento milia cotanti non t'avessero fatto disamorare ...
Corbaccio (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Esse, qual che si sia la cagione, o l'essere troppo tirate d'altrui, o il soperchio peso di quelle, che distese l'abbia, tanto oltre misura dal loro natural sito spiccate e dilungate sono, se cascare le lasciasse, che forse, anzi sanza forse, infino al bellìco l'agiugnerebbono, non altrimenti vote o vize che sia una viscica sgonfiata; e certo, se di quelle, come de' cappucci s'usa a Parigi, a Firenze s'usasse, ella per leggiadria sopra le spalle se le potrebbe gittare alla francesca ... Nuove cose, e assai dalle passate strane, richiede l'ordine del mio ragionamento; le quali quanto meno schiferai, anzi con quanta più diligenza nello intelletto raccoglierai, tanto più di sanità recheranno alla tua infermità ... Né altrimenti ti posso dire del lezo caprino il quale, quando da caldo e quando da fatica, tutta la corporea massa incitata geme e spira; questo è tanto e tale che, coll'altre cose già dette raccolto, si fanno il covacciolo sentire del leone, che nelle Chiane, di meza state, con molta meno noia dimorrebbe ogni schifo che vicino a quello ... Ora della sua buona perseveranza e nella morte e dopo la morte mia mi piace di ragionarti, acciò che ad una ora io faccia pro a me e a te: in quanto, io di ciò, con alcuno che la conosca, ragionando, si sfogherà alquanto la sdegnosa fiamma nella mia mente accesa contra di lei per li modi suoi; e a te, per ciò che, quanto più udirai di lei delle cose meritamente da biasimare, tanto più, lei a vile avendo, t'appresserai alla tua guarigione ... Ma tuttavia, sì come colei, che ha di malizia abondanzia, prima avendo delle mie cose occultamente assai transfugate e di quelli danari, che io alla sua guardia follemente avea commessi e che a' miei figliuoli rimanere doveano (non avendo io davanti assai pienamente li miei fatti e l'ultima mia intenzione ordinata, né avendo spazio di bene ordinarla per lo sùbito sopravenuto caso), quella parte presane che le piacque, con altissimo romore fuori mandò le finte lagrime: il che meglio che altra femina ella sa fare; e, in molto pianto multiplicando, colla lingua cominciò a maladire lo sventurato caso della mia morte e sé a chiamare misera, abandonata e sconsolata e dolente; dove col cuore maladiceva la vita che tanto m'era durata e sé oltre ad ogn'altra reputava avventurata ...
Corbaccio (pagina 21)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Fa' dunque, incomincia come più tosto puoi e fa' sì che si paia; e questa satisfazione, quanto a questo peccato, tanto ti sia assai – ... Al quale io allora rispuosi: – Per certo che, se tanto mi vorrà bene Iddio che di questo laberinto mi vegga fuori, secondo che ragioni, di satisfare m'ingegnerò; e niuno conforto più, niun sospignimento mi bisognerà a far chiaro l'animo mio di tanta offesa ... E, mentre nelle parole artificialmente dette sarà alcuna forza o virtù, a niuno mio successore lascierò a fare delle ingiurie ricevute da me vendetta, solo che tanto tempo mi sia prestato ch'io possa o concordare le rime o distendere le prose ... E nel vero, se tempo da troppo affrettata morte non m'è tolto, io la farò, con tanto cruccio di lei e con tanto vituperio della sua viltà, ricredente della sua bestialità mostrandole che tutti gli uomini non sono da dovere essere scherniti ad uno modo, che ella vorrebbe così bene essere digiuna d'avermi mai veduto, come io abbia desiderato o disidero d'essere digiuno d'avere veduta lei ... A cui io allora dissi: – Qual che la cagione si fosse, quel credo che a te piace ch'io ne creda, e per questo sempre mi ti conosco obligato; per che io ti priego, per quella pace che per te ardendo s'aspetta, con ciò sia cosa ch'io sia volonteroso di mostrarmi di tanto e di tale benificio verso te grato, che, se per me operare alcuna cosa si puote che giovamento e alleviamento debba essere della pena la qual tu sofferi, che tu, avanti che io da te mi parta, la mi 'mponga, sicuro che, quanto il mio potere si stenderà, senza fallo, sarà fornita ...
Corbaccio (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, avendomi detto me essere libero e potere di me fare a mio senno, tanto fu la letizia ch'io senti' che, vogliendomeli a' piedi gittare e grazie renderli di tanto e tale beneficio, esso e 'l mio sonno ad una ora si partiro ...
Decameron (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per ciò che, quantunque quivi così muoiano i lavoratori come qui fanno i cittadini, v'è tanto minore il dispiacere quanto vi sono più che nella città rade le case e gli abitanti ... E per ciò, quando vi paia, prendendo le nostre fanti e con le cose oportune faccendoci seguitare, oggi in questo luogo e domane in quello quella allegrezza e festa prendendo che questo tempo può porgere, credo che sia ben fatto a dover fare; e tanto dimorare in tal guisa, che noi veggiamo, se prima da morte non siam sopragiunte, che fine il cielo riserbi a queste cose ... – Mentre tralle donne erano così fatti ragionamenti, e ecco entrar nella chiesa tre giovani, non per ciò tanto che meno di venticinque anni fosse l'età di colui che più giovane era di loro ... E postisi nella prima giunta a sedere, disse Dioneo, il quale oltre a ogni altro era piacevole giovane e pieno di motti:–Donne, il vostro senno più che il nostro avvedimento ci ha qui guidati; io non so quello che de' vostri pensieri voi v'intendete di fare: li miei lasciai io dentro dalla porta della città allora che io con voi poco fa me ne usci' fuori: e per ciò o voi a sollazzare e a ridere e a cantare con meco insieme vi disponete (tanto, dico, quanto alla vostra dignità s'appartiene), o voi mi licenziate che io per li miei pensier mi ritorni e steami nella città tribolata ...
Decameron (pagina 14)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E in brieve tanto lo spaurì, che il buono uomo per certi mezzani gli fece con una buona quantità della grascia di san Giovanni Boccadoro ugner le mani (la quale molto giova alle infermità delle pistilenziose avarizie de' cherici, e spezialmente de' frati minori, che denari non osan toccare) acciò che egli dovesse verso lui misericordiosamente aparare ... La quale unzione, sì come molto virtuosa, avvegna che Galieno non ne parli in alcuna parte delle sue medicine, sì e tanto adoperò, che il fuoco minacciatogli di grazia si permutò in una croce; e, quasi al passaggio d'oltremare andar dovesse, per far più bella bandiera, gialla gliele pose in sul nero ... E avendo seco portate tre belle e ricche robe, che donate gli erano state da altri signori, per comparire orrevole alla festa, volendo il suo oste esser pagato, primieramente gli diede l'una e appresso, soprastando ancora molto più, convenne, se più volle col suo oste tornare, gli desse la seconda; e cominciò sopra la terza a mangiare, disposto di tanto stare a vedere quanto quella durasse e poi partirsi ... ” Bergamino allora, senza punto pensare quasi molto tempo pensato avesse, subitamente in acconcio de' fatti suoi disse questa novella: “Signor mio, voi dovete sapere che Primasso fu un gran valente uomo in gramatica e fu oltre a ogni altro grande e presto versificatore: le quali cose il renderono tanto raguardevole e sì famoso, che, ancora che per vista in ogni parte conosciuto non fosse, per nome e per fama quasi niuno era che non sapesse chi fosse Primasso ...
Decameron (pagina 17)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... essendo già del corpo quasi ogni natural caldo partito, in sé non schifò di ricevere l'amorose fiamme: avendo veduta a una festa una bellissima donna vedova chiamata, secondo che alcuni dicono, madonna Malgherida dei Ghisolieri e piaciutagli sommamente, non altrimenti che un giovinetto quelle nel maturo petto ricevette, in tanto che a lui non pareva quella notte ben riposare che il dì precedente veduto non avesse il vago e dilicato viso della bella donna; e per questo incominciò a continuare, quando a piè e quando a cavallo secondo che più in destro gli venia, la via davanti alla casa di questa donna ... E come che agli antichi uomini sieno naturalmente tolte le forze le quali agli amorosi essercizii si richeggiono, non è per ciò lor tolto la buona volontà né lo intendere quello che sia da essere amato, ma tanto più dalla natura conosciuto, quanto essi hanno più di conoscimento che i giovani ... Se io ho ben riguardato oggi alle maniere da Pampinea tenute, egli me le pare avere parimente laudevoli e dilettevoli conosciute; e per ciò infino a tanto che elle o per troppa continuanza o per altra cagione non ci divenisser noiose, quelle non giudico da mutare ... Ma di spezial grazia vi cheggio un dono, il quale voglio che mi sia confermato per infino a tanto che la nostra compagnia durerà, il quale è questo: che io a questa legge non sia costretto di dover dire novella secondo la proposta data, se io non vorrò, ma qual più di dire mi piacerà ...
Decameron (pagina 23)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Né mi fece tanto la vecchiezza del re di Scozia fuggire, quanto la paura di non fare per la fragilità della mia giovanezza, se a lui maritata fossi, cosa che fosse contra le divine leggi e contra l'onore del real sangue del padre mio ... E il giorno posto da lui essendo venuto, davanti a tutti i cardinali e dimolti altri gran valenti uomini, li quali invitati a una grandissima festa da lui apparecchiata eran venuti, fece venire la donna realmente vestita, la quale tanto bella e sì piacevol parea che meritamente da tutti era commendata, e simigliantemente Alessandro splendidamente vestito, in apparenza e in costumi non miga giovane che a usura avesse prestato ma più tosto reale, e da' due cavalieri molto onorato; e quivi da capo fece solennemente le sponsalizie celebrare, e appresso, le nozze belle e magnifiche fatte, con la sua benedizione gli licenziò ... Quindi andarono i due cavalieri in Inghilterra e tanto col re adoperarono, che egli le rendé la grazia sua e con grandissima festa lei e 'l suo genero ricevette; il quale egli poco appresso con grandissimo onore fé cavaliere e donogli la contea di Cornovaglia ... Il quale fu da tanto e tanto seppe fare, che egli paceficò il figliulo col padre: di che seguì gran bene all'isola, e egli n'acquistò l'amore e la grazia di tutti i paesani, e Agolante ricoverò tutto ciò che aver vi doveano interamente e ricco oltre modo si tornò a Firenze, avendol prima il conte Alessandro cavalier fatto ...
Decameron (pagina 30)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Quello che tu offeri di voler fare sempre il disiderai, e se io avessi creduto che conceduto mi dovesse esser suto, lungo tempo che domandato l'avrei; e tanto mi sarà ora più caro quanto di ciò la speranza è minore ... Se tu non hai quello animo che le tue parole dimostrano, non mi pascere di vana speranza; fammi ritornare alla prigione e quivi quanto ti piace mi fa affliggere, ché tanto quanto io amerò la Spina, tanto sempre per amor di lei amerò te, che che tu mi facci, e avrotti in reverenza ... E poi che più giorni, senza sentirsi da alcuna persona di ciò che fatto era alcuna cosa, gli ebbe di tutto ciò che bisognò loro e di piacere era fatti adagiare, parendogli tempo di farne le loro madri liete, chiamate la sua donna e la Cavriuola, così verso lor disse: “Che direste voi, madonna, se io vi facessi il vostro figliuolo maggior riavere, essendo egli marito d'una delle mie figliuole?” A cui la Cavriuola rispose: “Io non vi potrei di ciò altro dire se non che, se io vi potessi più esser tenuta che io non sono, tanto più vi sarei quanto voi più cara cosa, che non sono io medesima a me, mi rendereste; e rendendomela in quella guisa che voi dite, alquanto in me la mia perduta speranza rivocareste”; e lagrimando si tacque ... ” E veggendo già nella prima forma i due giovani ritornati, onorevolemente vestitigli, domandò Giuffredi: “Che ti sarebbe caro sopra l'allegrezza la qual tu hai, se tu qui la tua madre vedessi?” A cui Giuffredi rispose: “Egli non mi si lascia credere che i dolori de' suoi sventurati accidenti l'abbian tanto lasciata viva; ma, se pur fosse, sommamente mi saria caro, sì come colui che ancora, per lo suo consiglio, mi crederei gran parte del mio stato ricoverare in Cicilia ...
Decameron (pagina 44)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Mostrò adunque Sicurano d'aver molto cara questa novella, e artatamente prese con costui una stretta dimestichezza, tanto che per gli suoi conforti Ambruogiuolo, finita la fiera, con essolui e con ogni sua cosa se n'andò in Alessandria, dove Sicurano gli fece fare un fondaco e misegli in mano de' suoi denari assai: per che egli, util grande veggendosi, vi dimorava volentieri ... Sicurano, sollecito a voler della sua innocenzia far chiaro Bernabò, mai non riposò infino a tanto che con opera d'alcuni gran mercatanti genovesi che in Alessandria erano, nuove cagioni trovando, non l'ebbe fatto venire: il quale, in assai povero stato essendo, alcun suo amico tacitamente fece ricevere, infino che tempo gli paresse a quel fare che di fare intendea ... ” Queste cose così nella presenzia del soldan dette e da lui tutte udite e intese, non sappiendo egli ancora a che Sicurano, che questo ordinato avea e domandato, volesse riuscire, gli disse Sicurano: “Signor mio, assai chiaramente potete conoscere quanto quella buona donna gloriar si possa d'amante e di marito: ché l'amante a un'ora lei priva d'onor con bugie guastando la fama sua e diserta il marito di lei; e il marito, più credulo alle altrui falsità che alla verità da lui per lunga esperienza potuta conoscere, la fa uccidere e mangiare a' lupi; e oltre a questo, è tanto il bene e l'amore che l'amico e il marito le porta, che, con lei lungamente dimorati, niun la conosce ... Il soldano appresso comandò che incontanente Ambruogiuolo in alcuno alto luogo nella città fosse al sole legato a un palo e unto di mele, né quindi mai, infino a tanto che per se medesimo non cadesse, levato fosse; e così fu fatto ...
Decameron (pagina 58)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Non maraviglia che stanotte tu non mi ti appressasti! tu aspettavi di scaricare le some altrove e volevi giugnere molto fresco cavaliere alla battaglia: ma lodato sia Idio e il mio avvedimento, l'acqua è pur corsa alla ingiù come ella doveva! Ché non rispondi, reo uomo? ché non di' qualche cosa? se' tu divenuto mutolo udendomi? In fé di Dio io non so a che io mi tengo che io non ti ficco le mani negli occhi e traggogliti! Credesti molto celatamente saper fare questo tradimento? Par Dio! tanto sa altri quanto altri; non t'è venuto fatto, io t'ho avuti miglior bracchi alla coda che tu non credevi ... ” Ricciardo in se medesimo godeva di queste parole e senza rispondere alcuna cosa l'abbracciava e basciava, e più che mai le facea le carezze grandi; per che ella seguendo il suo parlar diceva: “Sì, tu mi credi ora con tue carezze infinte lusingare, can fastidioso che tu se', e rapaceficare e racconsolare; tu se' errato: io non sarò mai di questa cosa consolata infino a tanto che io non te ne vitupero in presenzia di quanti parenti e amici e vicini noi abbiamo ... ” Catella, mentre che Ricciardo diceva queste parole, piangeva forte; e come che molto turbata fosse e molto si ramaricasse, nondimeno diede tanto luogo la ragione alle vere parole di Ricciardo, che ella cognobbe esser possibile a avvenire ciò che Ricciardo diceva, e per ciò disse: “Ricciardo, io non so come Domenedio mi si concederà che io possa comportare la 'ngiuria e lo 'nganno che fatto m'hai ... ” Ricciardo, che conoscea l'animo suo ancora troppo turbato, s'avea posto in cuore di non lasciarla mai se la sua pace non riavesse: per che, cominciando con dolcissime parole a raumiliarla, tanto disse e tanto pregò e tanto scongiurò, che ella, vinta, con lui si paceficò; e di pari volontà di ciascuno gran pezza appresso in grandissimo diletto dimorarono insieme ...
Decameron (pagina 65)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma dimmi, chi se' tu che questo mi fai?” Disse il monaco: “Io sono anche morto, e fui di Sardigna; e perché io lodai già molto a un mio signore l'esser geloso, sono stato dannato da Dio a questa pena, che io ti debba dare mangiare e bere e queste battiture infino a tanto che Idio dilibererà altro di te e di me ... ” “Gnaffé! cotesto è bene assai!” disse Ferondo “e per quello che mi paia, noi dovremmo esser fuor del mondo, tanto ci ha ... Era Ferondo tutto pallido, come colui che tanto tempo era stato senza vedere il cielo, fuori dello avello uscito; il quale, come vide l'abate, così gli corse a' piedi e disse: “Padre mio, le vostre orazioni, secondo che revelato mi fu, e quelle di san Benedetto e della mia donna m'hanno delle pene del Purgatoro tratto e tornato in vita; di che io priego Idio che vi dea il buono anno e le buone calendi, oggi e tuttavia ... ” Disse Ferondo: “Messere, egli m'è ben detto così; lasciate far pur me, ché, come io la troverò così la bascerò, tanto ben le voglio ...
Decameron (pagina 82)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... grande sciocchezza era porre ne' sogni alcuna fede, per ciò che o per soperchio di cibo o per mancamento di quello avvenieno, e esser tutti vani si vedeano ogni giorno; e appresso disse: “Se io fossi voluto andar dietro a' sogni, io non ci sarei venuto, non tanto per lo tuo quanto per uno che io altressì questa notte passata ne feci ... Il qual fu che a me pareva essere in una bella e dilettevole selva e in quella andar cacciando e aver presa una cavriuola tanto bella e tanto piacevole quanto alcuna altra se ne vedesse giammai; e pareami che ella fosse più che la neve bianca e in brieve spazio divenisse sì mia dimestica, che punto da me non si partiva ... E appresso questo mi pareva che, riposandosi questa cavriuola una volta e tenendomi il capo in seno, uscisse non so di che parte una veltra nera come carbone, affamata e spaventevole molto nell'apparenza, e verso me se ne venisse, alla quale niuna resistenza mi parea fare; per che egli mi pareva che ella mi mettesse il muso in seno nel sinistro lato e quello tanto rodesse, che al cuor perveniva, il quale pareva che ella mi strappasse per portarsel via ...
Decameron (pagina 86)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... diece miglia, pure avvenne che, avendo messer Guiglielmo Rossiglione una bellissima e vaga donna per moglie, messer Guiglielmo Guardastagno fuor di misura, non obstante l'amistà e la compagnia che era tra loro, s'innamorò di lei e tanto or con uno atto or con un altro fece, che la donna se n'accorse; e conoscendolo per valorosissimo cavaliere le piacque e cominciò a porre amore a lui, in tanto che niuna cosa più che lui disiderava o amava, né altro attendeva che da lui esser richesta: il che non guari stette che adivenne, e insieme furono una volta e altra amandosi forte ... E men discretamente insieme usando, avvenne che il marito se n'accorse e forte ne sdegnò, in tanto che il grande amore che al Guardastagno portava in mortale odio convertì; ma meglio il seppe tener nascoso che i due amanti non avevan saputo tenere il loro amore, e seco diliberò del tutto d'ucciderlo ... Il Rossiglione, smontato, con un coltello il petto del Guardastagno aprì e con le proprie mani il cuor gli trasse, e quel fatto avviluppare in un pennoncello di lancia, comandò a un de' suoi famigliari che nel portasse; e avendo a ciascun comandato che niun fosse tanto ardito, che di questo facesse parola, rimontò a cavallo e essendo già notte al suo castello se ne tornò ... ” La donna, udito questo, alquanto stette; poi disse: “Come? che cosa è questa che voi m'avete fatta mangiare?” Il cavalier rispose: “Quello che voi avete mangiato è stato veramente il cuore di messer Guiglielmo Guardastagno, il qual voi come disleal femina tanto amavate; e sappiate di certo che egli è stato desso, per ciò che io con queste mani gliele strappai, poco avanti che io tornassi, del petto ...
Decameron (pagina 89)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – Conclusione Se le prime novelle li petti delle vaghe donne avevano contristati, questa ultima di Dioneo le fece ben tanto ridere, e spezialmente quando disse lo stradicò aver l'uncino attaccato, che esse si poterono della compassione avuta dell'altre ristorare ... Quanto 'l mio duol senza conforto sia, signor, tu 'l puoi sentir, tanto ti chiamo con dolorosa voce: e dicoti che tanto e sì mi cuoce, che per minor martir la morte bramo ... Ma poi che egli ebbe a quella posta fine, molte altre cantate ne furono infino a tanto che l'ora dell'andare a dormir sopravenne: per che, comandandolo la reina, ciascuna alla sua camera si raccolse ... Introduzione Era già l'oriente tutto bianco e li surgenti raggi per tutto il nostro emisperio avevan fatto chiaro, quando Fiammetta da' dolci canti degli uccelli, li quali la prima ora del giorno su per gli albuscelli tutti lieti cantavano, incitata sù si levò e tutte l'altre e i tre giovani fece chiamare; e con soave passo a' campi discesa, per l'ampia pianura su per le rugiadose erbe, infino a tanto che alquanto il sol fu alzato, con la sua compagnia, d'una cosa e d'altra con lor ragionando, diportando s'andò ...
Decameron (pagina 97)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna, affrettatasi di vestire, chetamente seguitò messer Lizio; e giunti amenduni al letto e levata la sargia, poté manifestamente vedere madonna Giacomina come la figliuola avesse preso e tenesse l'usignuolo il quale ella tanto disiderava d'udir cantare ... ” A cui messer Lizio disse: “Ricciardo, questo non meritò l'amore il quale io ti portava e la fede la quale io aveva in te; ma pur, poi che così è e a tanto fallo t'ha trasportato la giovanezza, acciò che tu tolga a te la morte e a me la vergogna, sposa per tua legittima moglie la Caterina, acciò che, come ella è stata questa notte tua, così sia mentre ella viverà ... Aveva ciascuna donna, la novella dell'usignuolo ascoltando, tanto riso, che ancora, quantunque Filostrato ristato fosse di novellare, non per ciò esse di ridere si potevan tenere ... Ma pur, poi che alquanto ebbero riso, la reina disse:– Sicuramente, se tu ieri ci affligesti, tu ci hai oggi tanto dileticate, che niuna meritamente di te si dee ramaricare ... La quale crescendo divenne bellissima giovane quanto alcuna altra che allora fosse nella città; e così come era bella, era costumata e onesta: per la qual cosa da diversi fu cominciata a vagheggiare, ma sopra tutti due giovani assai leggiadri e da bene igualmente le posero grandissimo amore, in tanto che per gelosia insieme s'incominciarono a avere in odio fuor di modo: e chiamavasi l'uno Giannole di Severino e l'altro Minghino di Mingole ...
Decameron (pagina 102)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... di torre per moglie colei la qual si dice che della sua virginità ha privata; e però piacciavi di tanto indugiare la essecuzione che saper si possa se ella lui vuol per marito, acciò che contro alla legge, dove ella il voglia, non vi troviate aver fatto ... Le quali, quantunque grandissime, belle e laudevoli fossero, non solamente non gli giovavano, anzi pareva che gli nocessero, tanto cruda e dura e salvatica gli si mostrava la giovinetta amata, forse per la sua singular bellezza o per la sua nobiltà sì altiera e disdegnosa divenuta, che né egli né cosa che gli piacesse le piaceva ... La qual cosa era tanto a Nastagio gravosa a comportare, che per dolore più volte dopo essersi doluto gli venne in disidero d'uccidersi; poi, pur tenendosene, molte volte si mise in cuore di doverla del tutto lasciare stare, o se potesse d'averla in odio come ella aveva lui ... Ma invano tal proponimento prendeva, per ciò che pareva che quanto più la speranza mancava, tanto più multiplicasse il suo amore ... Di questo consiglio più volte fece beffe Nastagio; ma pure, essendo da loro sollecitato, non potendo tanto dir di no, disse di farlo; e fatto fare un grande apparecchiamento, come se in Francia o in Ispagna o in alcuno altro luogo lontano andar volesse, montato a cavallo e da' suoi molti amici accompagnato di Ravenna uscì e andossen a un luogo fuor di Ravenna forse tre miglia, che si chiama Chiassi; e quivi fatti venir padiglioni e trabacche, disse a color che accompagnato l'aveano che starsi volea e che essi a Ravenna se ne tornassono ...
Decameron (pagina 104)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ultimamente tanto la vinse l'amor del figliulo, che ella seco dispose, per contentarlo, che che esser ne dovesse, di non mandare ma d'andare ella medesima per esso e di recargliele, e risposegli: “Figliuol mio, confortati e pensa di guerire di forza, ché io ti prometto che la prima cosa che io farò domattina, io andrò per esso e sì il ti recherò ... ” Alla qual Federigo umilmente rispose: “Madonna, niun danno mi ricorda mai avere ricevuto per voi ma tanto di bene che, se io mai alcuna cosa valsi, per lo vostro valore e per l'amore che portato v'ho adivenne ... E per certo questa vostra liberale venuta m'è troppo più cara che non sarebbe se da capo mi fosse dato da spendere quanto per adietro ho già speso, come che a povero oste siate venuto”; e così detto, vergognosamente dentro alla sua casa la ricevette e di quella nel suo giardino la condusse, e quivi non avendo a cui farle tener compagnia a altrui, disse: “Madonna, poi che altri non c'è, questa buona donna moglie di questo lavoratore vi terrà compagnia tanto che io vada a far metter la tavola ... ” Egli, con tutto che la sua povertà fosse strema, non s'era ancor tanto avveduto quanto bisogno gli facea che egli avesse fuor d'ordine spese le sue richezze; ma questa mattina niuna cosa trovandosi di che potere onorar la donna, per amor della quale egli già infiniti uomini onorati avea, il fé ravedere ...
Decameron (pagina 108)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Introduzione Aveva la luna, essendo nel mezzo del cielo, perduti i raggi suoi, e già per la nuova luce vegnente ogni parte del nostro mondo era chiara, quando la reina levatasi, fatta la sua compagnia chiamare, alquanto con lento passo dal bel palagio, su per la rugiada spaziandosi, s'allontanarono, d'una e d'altra cosa varii ragionamenti tegnendo e della più bellezza e della meno delle raccontate novelle disputando e ancora de' varii casi recitati in quelle rinnovando le risa, infino a tanto che, già più alzandosi il sole e cominciandosi a riscaldare, a tutti parve di dover verso casa tornare: per che, voltati i passi, là se ne vennero ... Frate, bene starebbono se elle s'indugiasser tanto! Alla fé di Cristo, ché debbo sapere quello che io mi dico quando io giuro: io non ho vicina che pulcella ne sia andata a marito, e anche delle maritate so io ben quante e quali beffe elle fanno a' mariti: e questo pecorone mi vuol far conoscer le femine, come se io fossi nata ieri!– Mentre la Licisca parlava, facevan le donne sì gran risa, che tutti i denti si sarebbero loro potuti trarre, e la reina l'aveva ben sei volte imposto silenzio ma niente valea: ella non ristette mai infino a tanto che ella ebbe detto ciò che ella volle ... –Giovani donne, come ne' lucidi sereni sono le stelle ornamento del cielo e nella primavera i fiori de' verdi prati e de' colli i rivestiti albuscelli, così de' laudevoli costumi e de' ragionamenti belli sono i leggiadri motti; li quali, per ciò che brievi sono, tanto stanno meglio alle donne che agli uomini quanto più alle donne che agli uomini il molto parlar si disdice ...
Decameron (pagina 111)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” A Currado piacque tanto questa risposta, che tutta la sua ira si convertì in festa e riso, e disse: “Chichibio, tu hai ragione: ben lo doveva fare ... La qual cosa assai apparve in due nostri cittadini de' quali io intendo brievemente di ragionarvi: per ciò che l'uno, il quale messer Forese da Rabatta fu chiamato, essendo di persona piccolo e isformato, con viso piatto e ricagnato che a qualunque de' Baronci più trasformato l'ebbe sarebbe stato sozzo, fu di tanto sentimento nelle leggi, che da molti valenti uomini uno armario di ragione civile fu reputato; e l'altro, il cui nome fu Giotto, ebbe uno ingegno di tanta eccellenzia, che niuna cosa dà la natura, madre di tutte le cose e operatrice col continuo girar de' cieli, che egli con lo stile e con la penna o col pennello non dipignesse sì simile a quella, che non simile, anzi più tosto dessa paresse, in tanto che molte volte nelle cose da lui fatte si truova che il visivo senso degli uomini vi prese errore, quello credendo esser vero che era dipinto ... E per ciò, avendo egli quell'arte ritornata in luce, che molti secoli sotto gli error d'alcuni, che più a dilettar gli occhi degl'ignoranti che a compiacere allo 'ntelletto de' savi dipignendo, era stata sepulta, meritamente una delle luci della fiorentina gloria dir si puote; e tanto più, quanto con maggiore umiltà, maestro degli altri in ciò, vivendo quella acquistò, sempre rifiutando d'esser chiamato maestro ... Il qual titolo rifiutato da lui tanto più in lui risplendeva, quanto con maggior disidero da quegli che men sapevan di lui o da' suoi discepoli era cupidamente usurpato ...
Decameron (pagina 113)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma poi che esso alla fine ne fu venuto, la reina, a Emilia voltatasi, che ella seguitasse le 'mpose; la quale, non altramenti che se da dormir si levasse, soffiando incominciò: –Vaghe giovani, per ciò che un lungo pensiero molto di qui m'ha tenuta gran pezza lontana, per ubidire alla nostra reina, forse con molto minor novella che fatto non avrei, se qui l'animo avessi avuto, mi passerò, lo sciocco error d'una giovane raccontandovi con un piacevol motto corretto da un suo zio, se ella da tanto stata fosse che inteso l'avesse ... Uno adunque, che si chiamò Fresco da Celatico, aveva una sua nepote chiamata per vezzi Cesca: la quale, ancora che bella persona avesse e viso, non però di quegli angelici che già molte volte vedemmo, sé da tanto e sì nobile reputava, che per costume aveva preso di biasimare e uomini e donne e ciascuna cosa che ella vedeva, senza avere alcun riguardo a se medesima, la quale era tanto più spiacevole, sazievole e stizzosa che alcuna altra, che a sua guisa niuna cosa si potea fare; e tanto, oltre a tutto questo, era altiera, che se stata fosse de' Reali di Francia sarebbe stata soperchio ... Ora, lasciando stare molti altri suoi modi spiacevoli e rincrescevoli, avvenne un giorno che, essendosi ella in casa tornata là dove Fresco era e tutta piena di smancerie postaglisi presso a sedere, altro non facea che soffiare; laonde Fresco domandando le disse: “Cesca, che vuol dir questo che, essendo oggi festa, tu te ne se' così tosto tornata in casa?” Al quale ella tutta cascante di vezzi rispose: “Egli è il vero che io me ne sono venuta tosto, per ciò che io non credo che mai in questa terra fossero e uomini e femine tanto spiacevoli e rincrescevoli quanto sono oggi, e non ne passa per via uno che non mi spiaccia come la mala ventura; e io non credo che sia al mondo femina a cui più sia noioso il vedere gli spiacevoli che è a me, e per non vedergli così tosto me ne son venuta ... Sentendo la reina che Emilia della sua novella s'era diliberata e che a altro non restava dir che a lei, se non a colui che per privilegio aveva il dir da sezzo, così a dir cominciò: –Quantunque, leggiadre donne, oggi mi sieno da voi state tolte da due in sù delle novelle delle quali io m'avea pensato di doverne una dire, nondimeno me ne pure è una rimasa da raccontare, nella conclusion della quale si contiene un sì fatto motto, che forse non ci se n'è alcuno di tanto sentimento contato ...
Decameron (pagina 115)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La quale come piena di carboni vide, non sospicò che ciò Guccio Balena gli avesse fatto, per ciò che nol conosceva da tanto, né il maladisse del male aver guardato che altri ciò non facesse, ma bestemmiò tacitamente sé, che a lui la guardia delle sue cose aveva commessa, conoscendol, come faceva, negligente, disubidente, trascutato e smemorato ... Ma non per tanto, senza mutar colore, alzato il viso e le mani al cielo, disse sì che da tutti fu udito: “O Idio, lodata sia sempre la tua potenzia!” Poi richiusa la cassetta e al popolo rivolto disse: “Signori e donne, voi dovete sapere che, essendo io ancora molto giovane, io fui mandato dal mio superiore in quelle parti dove apparisce il sole, e fummi commesso con espresso comandamento che io cercassi tanto che io trovassi i privilegi del Porcellana, li quali, ancora che a bollar niente costassero, molto più utili sono a altrui che a noi ... E in brieve tanto andai adentro, che io pervenni mei infino in India Pastinaca, là dove io vi giuro per l'abito che io porto addosso che io vidi volare i pennati, cosa incredibile a chi non gli avesse veduti; ma di ciò non mi lasci mentire Maso del Saggio, il quale gran mercatante io trovai là, che schiacciava noci e vendeva gusci a ritaglio ... È il vero che il mio maggiore non ha mai sofferto che io l'abbia mostrate infino a tanto che certificato non s'è se desse sono o no; ma ora che per certi miracoli fatti da esse e per lettere ricevute dal Patriarca fatto n'è certo, m'ha conceduta licenzia che io le mostri; ma io, temendo di fidarle altrui, sempre le porto meco ...
Decameron (pagina 116)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per la qual cosa frate Cipolla, recatisi questi carboni in mano, sopra li lor camiscion bianchi e sopra i farsetti e sopra li veli delle donne cominciò a fare le maggior croci che vi capevano, affermando che tanto quanto essi scemavano a far quelle croci, poi ricrescevano nella cassetta, sì come egli molte volte aveva provato ... Li quali stati alla sua predica e avendo udito il nuovo riparo preso da lui e quanto da lungi fatto si fosse e con che parole, avevan tanto riso, che eran creduti smascellare ... –E fattosi secondo il costume usato venire il siniscalco, ciò che a fare avesse quanto durasse la sua signoria ordinatamente gl'impose, e appresso disse:–Valorose donne, in diverse maniere ci s'è della umana industria e de' casi varii ragionato tanto, che, se donna Licisca non fosse poco avanti qui venuta, la quale con le sue parole m'ha trovata materia a' futuri ragionamenti di domane, io dubito che io non avessi gran pezza penato a trovar tema da ragionare ... Dentro dalla quale per una via assai stretta, dall'una delle parti della qual è un chiarissimo fiumicello, entrarono, e viderla tanto bella e tanto dilettevole, e spezialmente in quel tempo che era il caldo grande, quanto più si potesse divisare ...
Decameron (pagina 117)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E era questo laghetto non più profondo che sia una statura d'uomo infino al petto lunga; e senza avere in sé mistura alcuna, chiarissimo il suo fondo mostrava esser d'una minutissima ghiaia, la quale tutta, chi altro non avesse avuto a fare, avrebbe volendo potuta annoverare; né solamente nell'acqua vi si vedeva il fondo riguardando, ma tanto pesce in qua e in là andar discorrendo, che oltre al diletto era una maraviglia; né da altra ripa era chiuso che dal suolo del prato, tanto dintorno a quel più bello quanto più dell'umido sentiva di quello ... Né ancora spuntavano li raggi del sole ben bene, quando tutti entrarono in cammino; né era ancora lor paruto alcuna volta tanto gaiamente cantar gli usignuoli e gli altri uccelli, quanto quella mattina pareva; da' canti de' quali accompagnati infino nella Valle delle Donne n'andarono, dove da molti più ricevuti, parve loro che essi della loro venuta si rallegrassero ... Quivi intorniando quella e riproveggendo tutta da capo, tanto parve loro più bella che il dì passato, quanto l'ora del dì era più alla bellezza di quella conforme ...
Decameron (pagina 121)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Il santoccio credendo queste cose, tanto l'affezion del figliuol lo strinse, che egli non pose l'animo allo 'nganno fattogli dalla moglie ma gittato un gran sospiro disse: “Io il voglio andare a vedere ... E essendosi avveduta che un giovane, secondo il suo giudicio molto da bene, la vagheggiava, discretamente con lui s'incominciò a intendere; e essendo già tra lui e lei tanto le cose innanzi, che altro che dare effetto con opera alle parole non vi mancava, pensò la donna di trovare similmente modo a questo ... E tanto ciò prese per uso, che quasi ogni volta che a grado l'era infino allo inebriarsi bevendo il conducea; e quando bene ebbro il vedea, messolo a dormire, primieramente col suo amante si ritrovò, e poi sicuramente più volte di ritrovarsi con lui continuò, e tanto di fidanza nella costui ebbrezza prese, che non solamente avea preso ardire di menarsi il suo amante in casa, ma ella talvolta gran parte della notte s'andava con lui a dimorare alla sua, la qual di quivi non era guari lontana ... Tofano, come la donna non vi senti, così si levò e andatosene alla sua porta quella serrò dentro e posesi alle finestre, acciò che tornare vedesse la donna e le facesse manifesto che egli si fosse accorto delle maniere sue; e tanto stette che la donna tornò, la quale, tornando a casa e trovatasi serrata di fuori, fu oltre modo dolente e cominciò a tentare se per forza potesse l'uscio aprire ...
Decameron (pagina 122)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Va tornati là dove infino a ora se' stata: e abbi per certo che tu non ci tornerai mai infino a tanto che io di questa cosa, in presenza de' parenti tuoi e de' vicini, te n'avrò fatto quello onore che ti si conviene ... ” Per queste parole niente si mosse Tofano dalla sua sciocca opinione; per la qual cosa la donna disse: “Or ecco, io non posso più sofferire questo tuo fastidio: Dio il ti perdoni! farai riporre questa mia rocca che io lascio qui”; e questo detto, essendo la notte tanto obscura, che appena si sarebbe potuto veder l'un l'altro per la via, se n'andò la donna verso il pozzo; e, presa una grandissima pietra che a piè del pozzo era, gridando “Idio, perdonami!” la lasciò cadere entro nel pozzo ... ” I vicini, e gli uomini e le donne, cominciaro a riprendere tututti Tofano e a dar la colpa a lui e a dirgli villania di ciò che contro alla donna diceva: e in brieve tanto andò il romore di vicino in vicino, che egli pervenne infino a' parenti della donna ... Tofano, veggendosi mal parato e che la sua gelosia l'aveva mal condotto, sì come quegli che tutto 'l suo bene voleva alla donna, ebbe alcuni amici mezzani; e tanto procacciò, che egli con buona pace riebbe la donna a casa sua, alla quale promise di mai più non esser geloso: e oltre a ciò le diè licenzia che ogni suo piacer facesse, ma sì saviamente, che egli non se ne avvedesse ...
Decameron (pagina 126)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... spesso la sua donna, tanto bene e sì a grado cominciò a servire Egano, che egli gli pose tanto amore, che senza lui niuna cosa sapeva fare; e non solamente di sé ma di tutte le sue cose gli aveva commesso il governo ... La gentil donna, parlando Anichino, il riguardava; e, dando piena fede alle sue parole, con sì fatta forza ricevette per li prieghi di lui il suo amore nella mente, che essa altressì cominciò a sospirare, e dopo alcun sospiro rispose: “Anichino mio dolce, sta di buon cuore: né doni né promesse né vagheggiare di gentile uomo né di signore né d'alcuno altro, ché sono stata e sono ancor vagheggiata da molti, mai mi poté muovere l'animo mio tanto che io alcuno n'amassi; ma tu m'hai fatta in così poco spazio, come le tue parole durate sono, troppo più tua divenire che io non son mia ... E acciò che questo abbia effetto, farai che in su la mezzanotte tu venghi alla camera mia: io lascerò l'uscio aperto, tu sai da qual parte del letto io dormo; verrai là e se io dormissi tanto mi tocca che io mi svegli, e io ti consolerò di così lungo disio come avuto hai ... La quale come sentì Anichino esser venuto, presa la sua mano con amendune le sue e tenendol forte, volgendosi per lo letto tanto fece, che Egano che dormiva destò; al quale ella disse: “Io non ti volli iersera dir cosa niuna, per ciò che tu mi parevi stanco; ma dimmi, se Dio ti salvi, Egano, quale hai tu per lo migliore famigliare e più leale e per colui che più t'ami, di quegli che tu in casa hai?” Rispose Egano: “Che è ciò, donna, di che tu mi domandi? nol conosci tu? Io non ho né ebbi mai alcuno di cui io tanto mi fidassi o fidi o ami, quant'io mi fido e amo Anichino; ma perché me ne domandi tu?” Anichino, sentendo desto Egano e udendo di sé ragionare, aveva più volte a sé tirata la mano per andarsene, temendo forte non la donna il volesse ingannare; ma ella l'aveva sì tenuto e teneva, che egli non s'era potuto partire né poteva ...
Decameron (pagina 129)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Tanto era piaciuta la novella di Neifile, che né di ridere né di ragionar di quella si potevano le donne tenere, quantunque il re più volte silenzio loro avesse imposto, avendo comandato a Panfilo che la sua dicesse: ma pur poi che tacquero, così Panfilo incominciò: –Io non credo, reverende donne, che niuna cosa sia, quantunque sia grave e dubbiosa, che a far non ardisca chi ferventemente ama; la qual cosa, quantunque in assai novelle sia stato dimostrato, nondimeno io il mi credo molto più con una che dirvi intendo mostrare, dove udirete d'una donna alla quale nelle sue opere fu troppo più favorevole la fortuna che la ragione avveduta ... Di costui Lidia s'innamorò forte, tanto che né dì né notte che in altra parte che con lui aver poteva il pensiere: del quale amore o che Pirro non s'avvedesse o non volesse niente mostrava se ne curasse; di che la donna intollerabile noia portava all'animo ... E per avergli così compiuti in questo come nell'altre cose, ho per partito preso di volere, sì come di ciò più degno che alcun altro, che il nostro Pirro co' suoi abbracciamenti gli supplisca, e ho tanto amore in lui posto, che io non sento mai bene se non tanto quanto io il veggio o di lui penso: e se io senza indugio non mi ritruovo seco per certo io me ne credo morire ...
Decameron (pagina 132)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Ora, amando questi due giovani come detto è, avvenne che Tingoccio, al quale era più destro il potere alla donna aprire ogni suo disiderio, tanto seppe fare e con atti e con parole, che egli ebbe di lei il piacer suo; di che Meuccio s'accorse bene, e quantunque molto gli dispiacesse, pure, sperando di dovere alcuna volta pervenire al fine del suo disiderio, acciò che Tingoccio non avesse materia né cagione di guastargli o d'impedirgli alcun suo fatto, faceva pur vista di non avvedersene ... Così amando i due compagni, l'uno più felicemente che l'altro, avvenne che, trovando Tingoccio nelle possessioni della comare il terren dolce, tanto vangò e tanto lavorò, che una infermità ne gli sopravvenne; la quale dopo alquanti dì sì l'aggravò forte, che, non potendola sostenere, trapassò di questa vita ... A cui io dissi: ‘Il peccato fu cotale, che io mi giaceva con una mia comare, e giacquivi tanto, che io me ne scorticai ...
Decameron (pagina 137)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il quale senza arrestarsi se ne venne a casa sua, la quale era vicina al Canto alla Macina; e in tanto fu la fortuna piacevole alla beffa, che, mentre Calandrino per lo fiume ne venne e poi per la città, niuna persona gli fece motto, come che pochi ne scontrasse per ciò che quasi a desinare era ciascuno ... ” Il che udendo Calandrino e veggendo che veduto era, pieno di cruccio e di dolore cominciò a gridare: “Oimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu m'hai diserto, ma in fé di Dio io te ne pagherò!” e salito in una sua saletta e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso corse verso la moglie e presala per le trecce la si gittò a' piedi, e quivi, quanto egli poté menar le braccia e' piedi, tanto le diè per tutta la persona: pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o osso adosso che macero non fosse le diede, niuna cosa valendole il chieder mercé con le mani in croce ... Alla fine, giunto qui a casa, questo diavolo di questa femina maladetta mi si parò dinanzi e ebbemi veduto, per ciò che, come voi sapete, le femine fanno perder la vertù a ogni cosa: di che io, che mi poteva dire il più avventurato uom di Firenze, sono rimaso il più sventurato; e per questo l'ho tanto battuta quanto io ho potuto menar le mani e non so a quello che io mi tengo che io non le sego le veni, che maladetta sia l'ora che io prima la vidi e quando ella mai venne in questa casa!” E raccesosi nell'ira si voleva levare per tornare a batterla da capo ... Venuta Elissa alla fine della sua novella non senza gran piacere di tutta la compagnia avendola raccontata, quando la reina a Emilia voltatasi le mostrò voler che ella appresso d'Elissa la sua raccontasse; la quale prestamente così cominciò: –Valorose donne, quanto i preti e' frati e ogni cherico sieno sollecitatori delle menti nostre in più novelle dette mi ricorda esser mostrato; ma per ciò che dire non se ne potrebbe tanto, che ancora più non ne fosse, io oltre a quelle intendo di dirvene una d'un proposto il quale, malgrado di tutto il mondo, voleva che una gentil donna vedova gli volesse bene, o volesse ella o no: la quale, sì come molto savia, il trattò sì come egli era degno ... Ora avvenne che, usando questa donna alla chiesa maggiore e essendo ancora assai giovane e bella e piacevole, di lei s'innamorò sì forte il proposto della chiesa, che più qua né più là non vedea; e dopo alcun tempo fu di tanto ardire, che egli medesimo disse a ...
Decameron (pagina 139)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – Per la qual cosa egli prestamente rispose sé essere apparecchiato, e cominciò: –Dilettose donne, il giovane che Elissa poco avanti nominò, cioè Maso del Saggio, mi farà lasciare stare una novella la quale io di dire intendeva, per dirne una di lui e d'alcuni suoi compagni: la quale ancora che disonesta non sia per ciò che vocaboli in essa s'usano che voi d'usar vi vergognate, nondimeno è ella tanto da ridere, che io la pur dirò ... Come voi tutte potete avere udito, nella nostra città vegnono molto spesso rettori marchigiani, li quali generalmente sono uomini di povero cuore e di vita tanto strema e tanto misera, che altro non pare ogni lor fatto che una pidocchieria: e per questa loro innata miseria e avarizia menan seco e giudici e notari che paiono uomini levati più tosto dall'aratro o tratti dalla calzoleria, che delle scuole delle leggi ... Costoro dalla lungi cominciarono a ridere di questo fatto: e fattisi più vicini alle panche sopra le quali messer lo giudice stava, vider che sotto quelle panche molto leggiermente si poteva andare, e oltre a ciò videro rotta l'asse sopra la quale messer lo giudicio teneva i piedi, tanto che a grande agio vi si poteva mettere la mano e 'l braccio ... Il quale, questo fatto sentendo e non sappiendo che ciò si fosse, volendosi tirare i panni dinanzi e ricoprirsi e porsi a sedere, Maso dall'un lato e Ribi dall'altro pur tenendolo e gridando forte: “Messer, voi fate villania a non farmi ragione e non volermi udire e volervene andare altrove; di così piccola cosa, come questa è, non si dà libello in questa terra”, e tanto in queste parole il tennero per li panni, che quanti nella corte n'erano s'accorsero essergli state tratte le brache ...
Decameron (pagina 145)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ora io non ti vo' dir più: io seppi tanto fare che io costà sù ti feci salire; sappi tu ora tanto fare che tu ne scenda, come tu mi sapesti beffare” ... Parte che lo scolare questo diceva, la misera donna piagneva continuo e il tempo se n'andava, sagliendo tuttavia il sol più alto; ma poi che ella il sentì tacer, disse: “Deh! crudele uomo, se egli ti fu tanto la maladetta notte grave e parveti il fallo mio così grande, che né ti posson muovere a pietate alcuna la mia giovane bellezza, le amare lagrime né gli umili prieghi, almeno muovati alquanto e la tua severa rigidezza diminuisca questo solo mio atto, l'essermi di te nuovamente fidata e l'averti ogni mio segreto scoperto col quale ho data via al tuo disidero in potermi fare del mio peccato conoscente; con ciò sia cosa che, senza fidarmi io di te, niuna via fosse a te a poterti di me vendicare, il che tu mostri con tanto ardore aver disiderato ... Ma per ciò che io credo che di tanto non mi vorrai far lieto, ti dico che, se il sole ti comincia a scaldare, ricordati del freddo che tu a me facesti patire, e se con cotesto caldo il mescolerai, senza fallo il sol sentirai temperato ...
Decameron (pagina 146)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Lo scolare, della torre uscito, comandò al fante suo che di quindi non si partisse anzi vi stesse vicino e a suo poter guardasse che alcuno non v'intrasse dentro infino a tanto che egli tornato fosse: e questo detto, se n'andò a casa del suo amico e quivi a grande agio desinò e appresso, quando ora gli parve, s'andò a dormire ... Il sole, il quale era ferventissimo essendo già al mezzogiorno salito, feriva alla scoperta e al diritto sopra il tenero e dilicato corpo di costei e sopra la sua testa, da niuna cosa coperta, con tanta forza, che non solamente le cosse le carni tanto quanto ne vedea ma quelle minuto minuto tutte l'aperse; e fu la cottura tale, che lei che profondamente dormiva costrinse a destarsi ... E il battuto della torre era fervente tanto, che ella né co' piè né con altro vi poteva trovar luogo: per che, senza star ferma, or qua or là si tramutava piagnendo ... E così dimorando costei, senza consiglio alcuno o speranza, più la morte aspettando che altro, essendo già la mezza nona passata, lo scolare, da dormir levatosi e della sua donna ricordandosi, per vedere che di lei fosse se ne tornò alla torre e il suo fante che ancora era digiuno ne mandò a mangiare; il quale avendo la donna sentito, debole e della grave noia angosciosa, venne sopra la cateratta e postasi a sedere piangendo cominciò a dire: “Rinieri, ben ti se' oltre misura vendico, ché, se io feci te nella mia corte di notte agghiacciare, tu hai me di giorno sopra questa torre fatta arrostire, anzi ardere, e oltre a ciò di fame e di sete morire: per che io ti priego per solo Idio che qua sù salghi e, poi che a me non soffera il cuore di dare a me stessa la morte, dallami tu, ché io la disidero più che altra cosa, tanto e tale è il tormento che io sento ... ” Ben conobbe lo scolare alla voce la sua debolezza e ancor vide in parte il corpo suo tutto riarso dal sole, per le quali cose e per gli umili suoi prieghi un poco di compassione gli venne di lei; ma non per tanto rispose: “Malvagia donna, delle mie mani non morrai tu già, tu morrai pur delle tue, se voglia te ne verrà; e tanta acqua avrai da me a sollevamento del tuo caldo, quanto fuoco io ebbi da te a alleggiamento del mio freddo ... Di tanto mi dolgo forte, che la infermità del mio freddo col caldo del letame puzzolente si convenne curare, ove quella del tuo caldo col freddo della odorifera acqua rosa si curerà; e dove io per perdere i nervi e la persona fui, tu da questo caldo scorticata non altramenti rimarrai bella che faccia la serpe lasciando il vecchio cuoio ...
Decameron (pagina 149)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E sappiate che quelle camere paiono un paradiso a vedere, tanto son belle, e sono non meno odorifere che sieno i bossoli dalle spezie della bottega vostra, quando voi fate pestare il comino; e havvi letti che vi parrebber più belli che quello del doge di Vinegia, e in quegli a riposar se ne vanno ... E questa cosa chiamiam noi volgarmente l'andare in corso: per ciò che sì come i corsari tolgono la roba d'ogni uomo, e così facciam noi: se non che di tanto siamo differenti da loro, che eglino mai non la rendono e noi la rendiamo, come adoperata l'abbiamo ... ” Il maestro, la cui scienza non si stendeva forse più oltre che il medicare i fanciulli del lattime, diede tanta fede alle parole di Bruno quanta si saria convenuta a qualunque verità; e in tanto disiderio s'accese di volere essere in questa brigata ricevuto, quanto di qualunque altra cosa più disiderabile si potesse essere acceso ... Per la qual cosa a Bruno rispose che fermamente maraviglia non era se lieti andavano, e a gran pena si temperò in riservarsi di richiederlo che essere il vi facesse infino a tanto che, con più onor fattogli, gli potesse con più fidanza porgere i prieghi suoi ...
Decameron (pagina 150)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Disse Bruno: “Gnaffé! io non so: io m'intendo così male de' vostri nomi come voi de' miei; ma la gumedra in quella lingua del gran cane vuol tanto dire quanto imperadrice nella nostra ... Come tu sai, egli non è guari che tu mi ragionasti de' modi della vostra lieta brigata, di che sì gran disidero d'esserne m'è venuto, che mai niuna altra cosa si disiderò tanto ... ” Bruno, udendo costui e parendogli, sì come altre volte assai paruto gli era, un lavaceci, disse: “Maestro, fate un poco il lume più qua, e non v'incresca infin tanto che io abbia fatte le code a questi topi: e poi vi risponderò ... ” Fornite le code, e Bruno faccendo vista che forte la petizion gli gravasse, disse: “Maestro mio, gran cose son quelle che per me fareste, e io il conosco: ma tuttavia quella che a me adimandate, quantunque alla grandezza del vostro cervello sia piccola, pure è a me grandissima, né so alcuna persona del mondo per cui io potendo la mi facesse, se io non la facessi per voi, sì perché v'amo quanto si conviene e sì per le parole vostre, le quali son condite di tanto senno, che trarrebbono le pinzochere degli usatti non che me del mio proponimento; e quanto più uso con voi, più mi parete savio ... Ma tanto vi vo' dire: io non posso in queste cose quello che voi avvisate e per questo non posso per voi quello che bisognerebbe adoperare; ma ove voi mi promettiate sopra la vostra grande e calterita fede di tenerlomi credenza, io vi darò il modo che a tenere avrete, e parmi esser certo, avendo voi così be' libri e l'altre cose che di sopra dette m'avete, ch'egli vi verrà fatto ... ” Allora disse il maestro: “Troppo mi piace ciò che tu ragioni; e se egli è uomo che si diletti de' savi uomini e favellami pure un poco, io farò bene che egli m'andrà sempre cercando, per ciò che io n'ho tanto del senno, che io ne potrei fornire una città e rimarrei savissimo ...
Decameron (pagina 152)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma non per tanto pur, poi che andato v'era, si sforzò d'assicurarsi, tanto il vinceva il disidero di giugnere a vedere le maraviglie dettegli da costoro ... Messer lo medico, sentendosi in questo luogo così abominevole, si sforzò di rilevare e di volersi aiutar per uscirne, e ora in qua e ora in là ricadendo, tutto dal capo al piè impastato, dolente e cattivo, avendone alquante dragme ingozzate, pur n'uscì fuori e lasciovvi il cappuccio: e spastandosi con le mani come poteva il meglio, non sappiendo che altro consiglio pigliarsi, se ne tornò a casa sua e picchiò tanto che aperto gli fu ... Così adunque, come udito avete, senno s'insegna a chi tanto non apparò a Bologna ... Ma poi che ella ebbe fine, Dioneo, che sapeva che a lui toccava la volta, disse: –Graziose donne, manifesta cosa è tanto più l'arti piacere quanto più sottile artefice è per quelle artificiosamente beffato ... E per ciò, quantunque bellissime cose tutte raccontate abbiate, io intendo di raccontarne una tanto più che alcuna altra dettane da dovervi aggradire, quanto colei che beffata fu era maggior maestra di beffare altrui che alcuno altro beffato fosse di quegli o di quelle che avete contate ...
Decameron (pagina 155)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma Salabaetto, volendo col suo inganno punire lo 'nganno di lei, avendogli ella il dì mandato che egli a cena e a albergo con lei andasse, v'andò tanto malinconoso e tanto tristo, che egli pareva che volesse morire ... ” La donna, forte crucciosa di questo, sì come colei alla quale tutto il pareva perdere, avvisando che modo ella dovesse tenere acciò che a Monaco non andasse, disse: “Dio il sa che ben me ne incresce per tuo amore: ma che giova il tribolarsene tanto? Se io avessi questi denari, sallo Idio che io gli ti presterei incontanente, ma io no' gli ho ... È il vero che egli ci è alcuna persona il quale l'altrieri mi servì de' cinquecento che mi mancavano, ma grossa usura ne vuole, ché egli non ne vuol meno che a ragione di trenta per centinaio; se da questa cotal persona tu gli volessi, converrebbesi far sicuro di buon pegno, e io per me sono acconcia d'impegnar per te tutte queste robe e la persona per tanto quanto egli ci vorrà sù prestare, per poterti servire: ma del rimanente come il sicurerai tu?” Conobbe Salabaetto la cagione che movea costei a fargli questo servigio e accorsesi che di lei dovevano essere i denari prestati; il che piacendogli, prima la ringraziò, e appresso disse che già per pregio ingordo non lascerebbe, strignendolo il bisogno; e poi disse che egli il sicurerebbe della mercatantia la quale aveva in dogana, faccendola scrivere in colui che i denar gli prestasse, ma che egli voleva guardare la chiave de' magazzini, sì per potere mostrare la sua mercatantia se richesta gli fosse e sì acciò che niuna cosa gli potesse essere tocca o tramutata o scambiata ... ” E così, rimasasi col danno e con le beffe, trovò che tanto seppe altri quanto altri ... Emilia, non tanto dell'esser reina fatta quanto del vedersi così in publico commendare di ciò che le donne sogliono esser più vaghe, un pochetto si vergognò e tal nel viso divenne quali in su l'aurora son le novelle rose; ma pur, poi che tenuti ebbe gli occhi alquanto bassi e ebbe il rossor dato luogo, avendo col suo siniscalco de' fatti pertinenti alla brigata ordinato, così cominciò a parlare:– Dilettose donne assai manifestamente veggiamo che, poi che i buoi alcuna parte del giorno hanno faticato sotto il giogo ristretti, quegli esser dal giogo alleviati e disciolti, e liberamente dove lor più piace, per li boschi lasciati sono andare alla pastura: e veggiamo ancora non esser men belli ma molto più i giardini di varie piante fronzuti che i boschi ne' quali solamente querce veggiamo; per le quali cose io estimo, avendo riguardo quanti giorni sotto certa legge ristretti ragionato abbiamo, che, sì come a bisognosi, di vagare alquanto e vagando riprender forze a rientrar sotto il giogo non solamente sia utile ma oportuno ...
Decameron (pagina 160)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Li quali, quantunque in molte altre cose male insieme di costumi si convenissero, in uno, cioè che ammenduni li loro padri odiavano, tanto si convenieno, che amici n'erano divenuti e ispesso n'usavano insieme ... L'Angiulieri, che ricco si credeva andare al cardinal nella Marca, povero e in camiscia si tornò a Bonconvento, né per vergogna a qui tempi ardì di tornare a Siena, ma statigli panni prestati, in sul ronzino che cavalcava Fortarrigo se n'andò a' suoi parenti a Corsignano, co' quali si stette tanto che da capo dal padre fu sovenuto ... Finita la non lunga novella di Neifile, senza troppo o riderne o parlarne passatasene la brigata, la reina, verso la Fiammetta rivolta, che ella seguitasse le comandò; la quale tutta lieta rispose che volentieri, e cominciò: –Gentilissime donne, sì come io credo che voi sappiate, niuna cosa è di cui tanto si parli, che sempre più non piaccia, dove il tempo e il luogo che ...
Decameron (pagina 176)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Questi pesci su per la mensa guizzavano, di che il re aveva maraviglioso piacere; e similmente egli prendendo di questi alle giovani cortesemente gli gittava indietro, e così per alquanto spazio cianciarono, tanto che il famigliare quello ebbe cotto che dato gli era stato; il qual, più per uno intramettere che per molto cara o dilettevol vivanda avendol messer Neri ordinato, fu messo davanti al re ... Il quale, per ciò che valente uomo era, gli disse: “Monsignore, io ho gran maraviglia di ciò che voi mi dite, e tanto ne l'ho maggiore che un altro non avrebbe, quanto mi par meglio dalla vostra fanciullezza infino a questo dì avere i vostri costumi conosciuti che alcun altro ... ” Queste parole amaramente punsero l'animo del re e tanto più l'afflissero quanto più vere le conoscea; per che, dopo alcun caldo sospiro, disse: “Conte, per certo ogn'altro nimico, quantunque forte, estimo che sia al bene ammaestrato guerriere assai debole e agevole a vincere a rispetto del suo medesimo appetito; ma quantunque l'affanno sia grande e la forza bisogni inestimabile, sì m'hanno le vostre parole spronato, che conviene, avanti che troppi giorni trapassino, che io vi faccia per opera vedere che, come io so altrui vincere, così similmente so a me medesimo soprastare ... E con piacer di messer Neri, magnificamente dotatele, Ginevra la bella diede a messer Maffeo da Palizzi e Isotta la bionda a messer Guiglielmo della Magna, nobili cavalieri e gran baron ciascuno; e loro assegnatele, con dolore inestimabile in Puglia se n'andò, e con fatiche continue tanto e si macerò il suo fiero appetito, che, spezzate e rotte l'amorose catene, per quanto viver dovea libero rimase da tal passione ...
Decameron (pagina 177)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E cessata la festa e ella in casa del padre standosi, a niun'altra cosa poteva pensare se non a questo suo magnifico e alto amore; e quello che intorno a ciò più l'offendeva era il cognoscimento della sua infima condizione, il quale niuna speranza appena le lasciava pigliare di lieto fine: ma non per tanto da amare il re indietro si voleva tirare e per paura di maggior noia a manifestar non l'ardiva ... Poi che di lui, Amor, fu' innamorata, non mi donasti ardir quanto temenza che io potessi sola una fiata lo mio voler dimostrare in parvenza a quegli che mi tien tanto affannata; così morendo, il morir m'è gravenza! Forse che non gli saria spiacenza, se el sapesse quanta pena i' sento, s'a me dato ardimento avesse in fargli mio stato sapere ... Di questo fu la giovane tanto lieta e tanto contenta, che evidentemente senza alcuno indugio apparver segni grandissimi della sua sanità; e con disidero, senza sapere o presummere alcun della casa che ciò si fosse, cominciò a aspettare il vespro nel quale il suo signor ...
Decameron (pagina 178)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La giovane, sentendosi toccare alle mani di colui il quale ella sopra tutte le cose amava, come che ella alquanto si vergognasse, pur sentiva tanto piacere nell'animo quanto se stata fosse in Paradiso; e come poté gli rispose: “Signor mio, il volere io le mie poche forze sottoporre a gravissimi pesi m'è di questa infermità stata cagione, dalla quale voi, vostra buona mercé, tosto libera mi vedrete ... Questa umanità del re fu commendata assai e in grande onor fu attribuita allo speziale e alla figliuola; la quale tanto contenta rimase quanto altra donna di suo amante fosse già mai; e da migliore speranza aiutata in pochi giorni guerita, più bella diventò che mai fosse ... Ma poi che guerita fu, avendo il re con la reina diliberato qual merito di tanto amore le volesse rendere, montato un dì a cavallo con molti de' suoi baroni a casa dello spezial se n'andò, e nel giardino entratosene fece lo spezial chiamare e la sua figliuola: e in questo venuta la reina con molte donne e la giovane tra lor ricevuta, cominciarono maravigliosa festa ... E dopo alquanto il re insieme con la reina chiamata la Lisa, le disse il re: “Valorosa giovane, il grande amor che portato n'avete v'ha grande onore da noi impetrato, del quale noi vogliamo che per amor di noi siate contenta: e l'onore è questo, che, con ciò sia cosa che voi da marito siate, vogliamo che colui prendiate per marito che noi vi daremo, intendendo sempre, non obstante questo, vostro cavaliere appellarci senza più di tanto amor voler da voi che un sol bascio ... Filomena, per comandamento del re, essendo Pampinea di parlar ristata e già avendo ciascuna commendato il re Pietro, e più la ghibellina che l'altre, incominciò: –Magnifiche donne, chi non sa li re poter, quando vogliono, ogni gran cosa fare e loro altressì spezialissimamente richiedersi l'esser magnifico? Chi adunque, possendo, fa quello che a lui s'appartiene, fa bene; ma non se ne dee l'uomo tanto maravigliare né alto con somme lode levarlo, come un altro si converria che il facesse, a cui per poca possa meno si richiedesse ...
Decameron (pagina 179)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E venendo i due giovani usando insieme, tanto si trovarono i costumi loro esser conformi, che una fratellanza e una amicizia sì grande ne nacque tra loro, che mai poi da altro caso che da morte non fu separata: niun di loro aveva né ben né riposo se non tanto quanto erano insieme ... Quivi Tito, solo nella sua camera entratosene, alla piaciuta giovane cominciò a pensare, tanto più accendendosi quanto più nel pensier si stendea: di che accorgendosi, dopo molti caldi sospiri seco cominciò a dire: “Ahi! misera la vita tua, Tito! Dove e in che pon tu l'animo e l'amore e la speranza tua? or non conosci tu, sì per li ricevuti onori da Cremete e dalla sua famiglia e sì per la intera amicizia la quale è tra te e Gisippo, di cui costei è sposa, questa giovane convenirsi avere in quella reverenza che sorella? che dunque ami? dove ti lasci transportare allo 'ngannevole amore? dove alla lusinghevole speranza? Apri gli occhi dello 'ntelletto e te medesimo, o misero, riconosci; dà luogo alla ragione, raffrena il concupiscibile appetito, tempera i disideri non sani e a altro dirizza i tuoi pensieri; contrasta in questo cominciamento alla tua libidine e vinci te medesimo mentre che tu hai tempo ... ” E da questo ragionamento faccendo beffe di se medesimo tornando in sul contrario, e di questo in quello e di quello in questo, non solamente quel giorno e la notte seguente consumò, ma più altri, in tanto che, il cibo e 'l sonno perdutone per debolezza fu constretto a giacere ... Se tu ardentemente ami Sofronia a me sposata, io non me ne maraviglio, ma maraviglierem'io ben se così non fosse, conoscendo la sua bellezza e la nobiltà dell'animo tuo, atta tanto più a passion sostenere quanto ha più d'eccellenza la cosa che piaccia ... E quanto tu ragionevolmente ami Sofronia, tanto ingiustamente della fortuna ti duoli, quantunque tu ciò non esprimi, che a me conceduta l'abbia, parendoti il tuo amarla onesto se d'altrui fosse stata che mia ... Il che, se tanto fosse la cosa avanti che altramenti esser non potessi, così ne farei come dell'altre; ma ella è ancora in sì fatti termini, che di te solo la posso fare e così farò, per ciò che io non so quello che la ...
Decameron (pagina 180)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Tito, udendo così parlare a Gisippo, quanto la lusinghevole speranza di quello gli porgeva piacere, tanto la debita ragion gli recava vergogna, mostrandogli che quanto più era di Gisippo la liberalità tanto di lui a usarla pareva la sconvenevolezza maggiore; per che, non ristando di piagnere, con fatica così gli rispose: “Gisippo, la tua liberale e vera amistà assai chiaro mi mostra quello che alla mia s'appartenga di fare ... Usa adunque lieto la tua elezione e il discreto consiglio e il suo dono, e me nelle lagrime, le quali Egli sì come a indegno di tanto bene m'ha apparecchiate, consumar lascia, le quali o io vincerò e saratti caro, o esse me vinceranno e sarò fuor di pena ... ” Al quale Gisippo disse: “Tito, se la nostra amistà mi può concedere tanto di licenzia, che io a seguire un mio piacer ti sforzi e te a doverlo seguire puote inducere, questo fia quello in che io sommamente intendo d'usarla: e dove tu non condiscenda piacevole a' prieghi miei, con quella forza che ne' beni dello amico usar si dee farò che Sofronia fia tua ... ” Come che Tito di consentire a questo, che Sofronia sua moglie divenisse, si vergognasse e per questo duro stesse ancora, tirandolo da una parte amore e d'altra i conforti di Gisippo sospignendolo, disse: “ Ecco, Gisippo, io non so quale io mi dica che io faccia più, o il mio piacere o il tuo, faccendo quello che tu pregando mi di' che tanto ti piace; e poi che la tua liberalità è tanta che vince la mia debita vergogna, e io il farò ... Tito d'altra parte ogni cosa sentiva e con gran noia sosteneva; e conoscendo costume esser de' greci tanto innanzi sospignersi co' romori e con le minacce quanto penavano a trovar chi loro rispondesse, e allora non solamente umili ma vilissimi divenire, pensò più non fossero senza risposta da comportare le lor novelle ...
Decameron (pagina 188)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ella era, come già dicemmo, di persona e di viso bella: e così come bella era, divenne tanto avvenevole, tanto piacevole e tanto costumata, che non figliuola di Giannucole e guardiana di pecore pareva stata ma d'alcun nobile signore, di che ella faceva maravigliare ogn'uom che prima conosciuta l'avea; e oltre a questo era tanto obediente al marito e tanto servente, che egli si teneva il più contento e il più appagato uomo del mondo ... E similmente verso i subditi del marito era tanto graziosa e tanto benigna, che niun ve ne era che più che sé non l'amasse e che non l'onorasse di grado, tutti per lo suo bene e ...
Diario del primo amore (pagina 3)
di Giacomo Leopardi (estratti)

... E in particolare mi dura quello scontento, sul quale io riflettendo, m'è paruto d'accorgermi ch'egli appartenga al tempo, cioè che io avrei voluto giuocare più a lungo; non già che propriamente mi paresse d'aver giuocato poco, o vero meno ch'io non m'aspettava; nè pure che mentre ch'io giuocava, fossi contento, e non mi dolesse altro che il dover presto lasciare; nè manco finalmente che io giuocando più a lungo e giuocando un mese e un anno, avessi potuto mai uscirne pago, che m'accorgo bene ch'io non sarei stato mai altro che scontentissimo; ma tuttavia mi pare che questo scontento mi s'affacci alla mente con un colore d'avidità, come se venisse da un desiderio di godere più a lungo, e da una cieca ingordigia incontentabilissima, che nel tempo del giuoco quanto maggior diletto ci provava tanto più m'affannava e m'angosciava, quasi che mi facesse fretta di goder di quel bene che presto e troppo presto avrei perduto ... Ogni sera, stando in letto e vegliando a lungo, con ogni possibile industria m'adopero di richiamarmi alla mente la cara sembianza, la quale probabilmente per questo appunto ch'io con tanto studio la cerco, mi sfugge, ed io non arrivo a vederne altro che i contorni, e ci affatico tanto il cervello che alla fine mi addormento per forza colla testa annebbiata infocata e dolente ... Così m'accadde ieri sera, ma questa mattina svegliatomi per tempissimo, in quel proprio punto di svegliarmi, tra il sonno e la veglia spontaneamente m'è passata innanzi alla fantasia la desiderata immagine vera e viva, onde io immediatamente riscosso e spalancati gli occhi, subito le son corso dietro colla mente, e se non sono in tutto riuscito a farla tornare indietro, pure in quella freschezza di mente mattutina, tanto ne ho veduto e osservato e dell'aria del volto, e dei moti e dei gesti e del tratto e dei discorsi e della pronunzia, che non che m'abbia fatto maraviglia l'esserne stato una volta preso, ho anzi considerato che se io avessi quelle cose tuttora presenti alla fantasia, sarei ben più smanioso e torbido ch'io non sono ... Ora appresso a poco io duro come ne' giorni innanzi, parendomi che il solo mio vero passatempo sia lo scrivere queste righe; coll'animo voto o più tosto pieno di tedio (eccetto nel caldo di quei pensieri), perchè non trovo cosa che mi paia degna d'occuparmi la mente nè il corpo, e guardando come il solo veramente desiderabile e degno di me quel diletto che ho perduto, o almeno come maggiore di qualunque altro ch'io mi potrei procacciare, ogni cosa che a quello non mi conduce, mi par vana; e però lo studio (al quale pure di quando in quando ritorno svogliatissimamente e per poco) non m'adesca più, e non mi sa riempiere il voto dell'animo, perchè il fine di questa fatica, che è la gloria, non mi par più quella gran cosa che mi pareva una volta, o certo io ne veggo un'altra maggiore, e così la gloria divenuto un bene secondario non mi par da tanto ch'io ci abbia da spender dietro tutta la giornata, distogliendomi dal pensare a quest'altro bene: oltrech'ella per avventura mi pare una cosa più lontana, e questo in certa guisa più vicino, forse perchè nell'atto di leggere e di studiare non s'acquista gloria, ma nell'atto di pensare a quest'altro bene s'acquista quel doloroso piacere, che pure il cuor mio giudica il più vero e sodo bene ch'io ora possa cercare ... Il tempo pigliò avanti ieri sera e tutto ieri gran vantaggio sulla mia passione, la quale va adesso veramente scadendo e mancando, nè io ripugnava più tanto alla lettura, anzi tra la passione e l'amore dello studio, parea che quella a poco a poco scemando tuttavia di peso, questo cominciasse a dare il crollo alla bilancia; e ammansato l'animo mio e fatto men severo e nemico de' piaceruzzi, e accostumatomi a que' pensieri e però non mi facendo più quell'effetto, e potendogli assaporare senza inquietudine e con meno diletto e più tranquillo, e diradati e indeboliti gli accessi di malinconia; l'appetito già dalla sera del Mercordì cominciatosi a raggiustare, tornavami al suo sesto, ed io quasi ripigliava le costumanze di prima, se ben sempre mi pareva e mi pare che qualche cosa mi manchi, e ch'io potrei star meglio che non istò, e provare un certo diletto che non provo ... E più debole è quando sorge spontaneamente, imperocchè piglia più forza, e mi s'interna maggiormente nell'animo, e arriva anche a turbarmi quando è svegliata da qualche oggetto di fuori, com'è il sentir parlare di quella persona, e il giuocare che mi bisogna far tutte le sere: e in ispecie ieri sera giuocando e ricordandomi bene ch'era l'ottava di quel fatal giorno, presemi gagliardamente quel tristo pensiero, tanto ch'io n'alzai gli occhi verso quella parte dov'era stata la Signora per guardarla, com'avea fatto in quel turbolento giuocare, quasich'ella ancora ci fosse ...
Diario del primo amore (pagina 4)
di Giacomo Leopardi (estratti)

... La quale già si va dileguando, in tanto che io nelle mie occupazioni ricomincio ad amar l'ordine, quando ne' giorni addietro non lo curava e più tosto l'odiava, e m'adatto al ridere, e al pensare di proposito ad altre cose, e allo studiare; eccetto che l'amor dello studio provo di racconciarlo colla passione, proponendo così in aria di scrivere qualche cosa dov'io possa ragionare con quella Signora, o introdurla a favellare; e immaginandomi di potere forse una volta divenuto qualche cosa di grande nelle lettere, farmele innanzi in maniera da esserne accolto con piacere e stima ... E quando saranno spenti, caso che io riveda (come penso che rivedrò, e al presente lo desidero) quel fatale oggetto, mi rendo quasi certo che riarderanno violentissimamente; e così non dubito che se una volta mi sarà facile, purch'io voglia, di portarmi da me stesso a rivederlo, e molto più se l'occasione me ne verrà, io tremando e sudando freddo, e biasimando altamente me stesso, e dandomi del pazzo, e compassionandomi, senza però dubitare correrò a quel temuto diletto: salvo se la lunghezza del tempo, e più l'aver conversato con altre donne, e conceputo e provato altri affetti, e veduto più mondo, e incontrato più casi non m'avessero affatto sradicata dal cuore questa passione: la qual certo se finora con tanto poco alimento s'è sostenuta, e se più oltre benchè debole si sosterrà, è forza che in gran parte lo riconosca dall'oziosità e dall'eterna medesimezza del mio vivere senza nessuno svagamento nè diletto massimamente nuovo ... E ho detto ch'io mi riprenderei di qualunque azione che mi dovesse o risuscitare o rinfrancare questa passione nel cuore, non già perch'io di essa mi vergogni punto; che s'al mondo ci fu mai affetto veramente puro e platonico, ed eccessivamente e stranissimamente schivo d'ogni menomissima ombra d'immondezza, il mio senz'altro è stato tale ed è, e assolutamente per natura sua, non per cura ch'io ci abbia messa, immantinente s'attrista e con grandissimo orrore si rannicchia per qualunque sospetto di bruttura; ma per la infelicità ch'ella partorisce; imperocchè, posto che una certa nebbietta di malinconia affettuosa, come quella ch'io negli ultimi giorni ho provata, non sia discara, e anche diletti senza turbarci più che tanto, non così altri può dire di quella sollecitudine e di quel desiderio e di quello scontentamento e di quella smania e di quell'angoscia che vanno col forte della passione, e ci fanno s'alcuna cosa mai tribolati, e miseri ... Del resto tanto è lungi ch'io mi vergogni della mia passione, che anzi sino dal punto ch'ella nacque, sempre me ne sono compiaciuto meco stesso, e me ne compiaccio, rallegrandomi di sentire qualcheduno di quegli affetti senza i quali non si può esser grande, e di sapermi affliggere vivamente per altro che per cose appartenenti al corpo, e d'essermi per prova chiarito che il cuor mio è soprammodo tenero e sensitivo, e forse una volta mi farà fare e scrivere qualche cosa che la memoria n'abbia a durare, o almeno la mia coscienza a goderne, molto più che l'animo mio era ne' passati giorni, come ho detto, disdegnosissimo delle cose basse, e vago di piaceri tra dilicatissimi e sublimi, ignoti ai più degli uomini ...
La divina commedia (pagina 2)
di Dante Alighieri (estratti)

... Disse: - Beatrice, loda di Dio vera, ché non soccorri quei che t'amò tanto, ch'uscì per te de la volgare schiera? Non odi tu la pieta del suo pianto, non vedi tu la morte che 'l combatte su la fiumana ove 'l mar non ha vanto? - Al mondo non fur mai persone ratte a far lor pro o a fuggir lor danno, com'io, dopo cotai parole fatte, venni qua giù del mio beato scanno, fidandomi del tuo parlare onesto, ch'onora te e quei ch'udito l'hanno" ... Dunque: che è? perché, perché restai, perché tanta viltà nel core allette, perché ardire e franchezza non hai, poscia che tai tre donne benedette curan di te ne la corte del cielo, e 'l mio parlar tanto ben ti promette?" ... Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca, si drizzan tutti aperti in loro stelo, tal mi fec'io di mia virtude stanca, e tanto buono ardire al cor mi corse, ch'i' cominciai come persona franca: "Oh pietosa colei che mi soccorse! e te cortese ch'ubidisti tosto a le vere parole che ti porse! Tu m'hai con disiderio il cor disposto sì al venir con le parole tue, ch'i' son tornato nel primo proposto ... E io: "Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?" ... Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte ... E io, che riguardai, vidi una 'nsegna che girando correva tanto ratta, che d'ogne posa mi parea indegna; e dietro le venìa sì lunga tratta di gente, ch'i' non averei creduto che morte tanta n'avesse disfatta ...
La divina commedia (pagina 3)
di Dante Alighieri (estratti)

... Per tai difetti, non per altro rio, semo perduti, e sol di tanto offesi che sanza speme vivemo in disio" ... Trasseci l'ombra del primo parente, d'Abèl suo figlio e quella di Noè, di Moïsè legista e ubidente; Abraàm patrïarca e Davìd re, Israèl con lo padre e co' suoi nati e con Rachele, per cui tanto fé, e altri molti, e feceli beati ... Da ch'ebber ragionato insieme alquanto, volsersi a me con salutevol cenno, e 'l mio maestro sorrise di tanto; e più d'onore ancora assai mi fenno, ch'e' sì mi fecer de la loro schiera, sì ch'io fui sesto tra cotanto senno ... V Così discesi del cerchio primaio giù nel secondo, che men loco cinghia e tanto più dolor, che punge a guaio ... Elena vedi, per cui tanto reo tempo si volse, e vedi 'l grande Achille, che con amore al fine combatteo ...
La divina commedia (pagina 10)
di Dante Alighieri (estratti)

... La tua fortuna tanto onor ti serba, che l'una parte e l'altra avranno fame di te; ma lungi fia dal becco l'erba ... Tanto vogl'io che vi sia manifesto, pur che mia coscïenza non mi garra, ch'a la Fortuna, come vuol, son presto ... Né per tanto di men parlando vommi con ser Brunetto, e dimando chi sono li suoi compagni più noti e più sommi ... Ed elli a me: "Saper d'alcuno è buono; de li altri fia laudabile tacerci, ché 'l tempo sarìa corto a tanto suono ...
La divina commedia (pagina 18)
di Dante Alighieri (estratti)

... "O frati", dissi, "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente non vogliate negar l'esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente ... Tutte le stelle già de l'altro polo vedea la notte, e 'l nostro tanto basso, che non surgëa fuor del marin suolo ... XXVIII Chi poria mai pur con parole sciolte dicer del sangue e de le piaghe a pieno ch'i' ora vidi, per narrar più volte? Ogne lingua per certo verria meno per lo nostro sermone e per la mente c'hanno a tanto comprender poco seno ...
La divina commedia (pagina 20)
di Dante Alighieri (estratti)

... XXX Nel tempo che Iunone era crucciata per Semelè contra 'l sangue tebano, come mostrò una e altra fïata, Atamante divenne tanto insano, che veggendo la moglie con due figli andar carcata da ciascuna mano, gridò: "Tendiam le reti, sì ch'io pigli la leonessa e ' leoncini al varco"; e poi distese i dispietati artigli, prendendo l'un ch'avea nome Learco, e rotollo e percosselo ad un sasso; e quella s'annegò con l'altro carco ... Ma né di Tebe furie né troiane si vider mäi in alcun tanto crude, non punger bestie, nonché membra umane, quant'io vidi in due ombre smorte e nude, che mordendo correvan di quel modo che 'l porco quando del porcil si schiude ... Dentro c'è l'una già, se l'arrabbiate ombre che vanno intorno dicon vero; ma che mi val, c'ho le membra legate? S'io fossi pur di tanto ancor leggero ch'i' potessi in cent'anni andare un'oncia, io sarei messo già per lo sentiero, cercando lui tra questa gente sconcia, con tutto ch'ella volge undici miglia, e men d'un mezzo di traverso non ci ha ... L'una è la falsa ch'accusò Gioseppo; l'altr'è 'l falso Sinon greco di Troia: per febbre aguta gittan tanto leppo" ...
La divina commedia (pagina 35)
di Dante Alighieri (estratti)

... fosse, quando una voce disse "Qui si monta", che da ogne altro intento mi rimosse; e fece la mia voglia tanto pronta di riguardar chi era che parlava, che mai non posa, se non si raffronta ... Or accordiamo a tanto invito il piede; procacciam di salir pria che s'abbui, ché poi non si poria, se 'l dì non riede" ... Già eran sovra noi tanto levati li ultimi raggi che la notte segue, che le stelle apparivan da più lati ...
La divina commedia (pagina 37)
di Dante Alighieri (estratti)

... "O anima che tanto ben favelle, dimmi chi fosti", dissi, "e perché sola tu queste degne lode rinovelle ... Quindi non terra, ma peccato e onta guadagnerà, per sé tanto più grave, quanto più lieve simil danno conta ... "Come!", diss'elli, e parte andavam forte: "se voi siete ombre che Dio sù non degni, chi v'ha per la sua scala tanto scorte?" ... Tanto ...
La divina commedia (pagina 38)
di Dante Alighieri (estratti)

... Volser Virgilio a me queste parole con viso che, tacendo, disse "Taci"; ma non può tutto la virtù che vuole; ché riso e pianto son tanto seguaci a la passion di che ciascun si spicca, che men seguon voler ne' più veraci ... Io pur sorrisi come l'uom ch'ammicca; per che l'ombra si tacque, e riguardommi ne li occhi ove 'l sembiante più si ficca; e "Se tanto labore in bene assommi", disse, "perché la tua faccia testeso un lampeggiar di riso dimostrommi?" ... Vennermi poi parendo tanto santi, che, quando Domizian li perseguette, sanza mio lagrimar non fur lor pianti; e mentre che di là per me si stette, io li sovvenni, e i lor dritti costumi fer dispregiare a me tutte altre sette ... Mele e locuste furon le vivande che nodriro il Batista nel diserto; per ch'elli è glorïoso e tanto grande quanto per lo Vangelio v'è aperto" ...
La divina commedia (pagina 41)
di Dante Alighieri (estratti)

... XXVI Mentre che sì per l'orlo, uno innanzi altro, ce n'andavamo, e spesso il buon maestro diceami: "Guarda: giovi ch'io ti scaltro"; feriami il sole in su l'omero destro, che già, raggiando, tutto l'occidente mutava in bianco aspetto di cilestro; e io facea con l'ombra più rovente parer la fiamma; e pur a tanto indizio vidi molt'ombre, andando, poner mente ... Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo, quand'io odo nomar sé stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d'amore usar dolci e leggiadre; e sanza udire e dir pensoso andai lunga fïata rimirando lui, né, per lo foco, in là più m'appressai ... Ed elli a me: "Tu lasci tal vestigio, per quel ch'i' odo, in me, e tanto chiaro, che Letè nol può tòrre né far bigio ...
La divina commedia (pagina 42)
di Dante Alighieri (estratti)

... E già per li splendori antelucani, che tanto a' pellegrin surgon più grati, quanto, tornando, albergan men lontani, le tenebre fuggian da tutti lati, e 'l sonno mio con esse; ond'io leva'mi, veggendo i gran maestri già levati ... Tanto voler sopra voler mi venne de l'esser sù, ch'ad ogne passo poi al volo mi sentia crescer le penne ... Già m'avean trasportato i lenti passi dentro a la selva antica tanto, ch'io non potea rivedere ond'io mi 'ntrassi; ed ecco più andar mi tolse un rio, che 'nver' sinistra con sue picciole onde piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo ... Non credo che splendesse tanto lume sotto le ciglia a Venere, trafitta dal figlio fuor di tutto suo costume ... E tu che se' dinanzi e mi pregasti, dì s'altro vuoli udir; ch'i' venni presta ad ogne tua question tanto che basti" ... Perché 'l turbar che sotto da sé fanno l'essalazion de l'acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno, a l'uomo non facesse alcuna guerra, questo monte salìo verso 'l ciel tanto, e libero n'è d'indi ove si serra ... Or perché in circuito tutto quanto l'aere si volge con la prima volta, se non li è rotto il cerchio d'alcun canto, in questa altezza ch'è tutta disciolta ne l'aere vivo, tal moto percuote, e fa sonar la selva perch'è folta; e la percossa pianta tanto puote, che de la sua virtute l'aura impregna, e quella poi, girando, intorno scuote; e l'altra terra, secondo ch'è degna per sé e per suo ciel, concepe e figlia di diverse virtù diverse legna ...
La divina commedia (pagina 46)
di Dante Alighieri (estratti)

... Così sen giva; e non credo che fosse lo decimo suo passo in terra posto, quando con li occhi li occhi mi percosse; e con tranquillo aspetto "Vien più tosto", mi disse, "tanto che, s'io parlo teco, ad ascoltarmi tu sie ben disposto" ... Dorme lo 'ngegno tuo, se non estima per singular cagione esser eccelsa lei tanto e sì travolta ne la cima ... Ma perché tanto sovra mia veduta vostra parola disïata vola, che più la perde quanto più s'aiuta?" ... Nel ciel che più de la sua luce prende fu' io, e vidi cose che ridire né sa né può chi di là sù discende; perché appressando sé al suo disire, nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non può ire ...
La divina commedia (pagina 47)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quando la rota che tu sempiterni desiderato, a sé mi fece atteso con l'armonia che temperi e discerni, parvemi tanto allor del cielo acceso de la fiamma del sol, che pioggia o fiume lago non fece alcun tanto disteso ... Beatrice in suso, e io in lei guardava; e forse in tanto in quanto un quadrel posa e vola e da la noce si dischiava, giunto mi vidi ove mirabil cosa mi torse il viso a sé; e però quella cui non potea mia cura essere ascosa, volta ver' me, sì lieta come bella, " Drizza la mente in Dio grata", mi disse, "che n'ha congiunti con la prima stella" ... Se raro e denso ciò facesser tanto, una sola virtù sarebbe in tutti, più e men distribuita e altrettanto ... Ben che nel quanto tanto non ti stenda la vista più lontana, lì vedrai come convien ch'igualmente risplenda ...
La divina commedia (pagina 48)
di Dante Alighieri (estratti)

... III Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto, di bella verità m'avea scoverto, provando e riprovando, il dolce aspetto; e io, per confessar corretto e certo me stesso, tanto quanto si convenne leva' il capo a proferer più erto; ma visïone apparve che ritenne a sé me tanto stretto, per vedersi, che di mia confession non mi sovvenne ... Con quelle altr'ombre pria sorrise un poco; da indi mi rispuose tanto lieta, ch'arder parea d'amor nel primo foco: "Frate, la nostra volontà quïeta virtù di carità, che fa volerne sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta ... La vista mia, che tanto lei seguio quanto possibil fu, poi che la perse, volsesi al segno di maggior disio, e a Beatrice tutta si converse; ma quella folgorò nel mïo sguardo sì che da prima il viso non sofferse; e ciò mi fece a dimandar più tardo ...
La divina commedia (pagina 49)
di Dante Alighieri (estratti)

... Voglia assoluta non consente al danno; ma consentevi in tanto in quanto teme, se si ritrae, cadere in più affanno ... "O amanza del primo amante, o diva", diss'io appresso, "il cui parlar m'inonda e scalda sì, che più e più m'avviva, non è l'affezion mia tanto profonda, che basti a render voi grazia per grazia; ma quei che vede e puote a ciò risponda ... Però qualunque cosa tanto pesa per suo valor che tragga ogne bilancia, sodisfar non si può con altra spesa ...
La divina commedia (pagina 54)
di Dante Alighieri (estratti)

... XII Sì tosto come l'ultima parola la benedetta fiamma per dir tolse, a rotar cominciò la santa mola; e nel suo giro tutta non si volse prima ch'un'altra di cerchio la chiuse, e moto a moto e canto a canto colse; canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube, quanto primo splendor quel ch'e' refuse ... La sua famiglia, che si mosse dritta coi piedi a le sue orme, è tanto volta, che quel dinanzi a quel di retro gitta; e tosto si vedrà de la ricolta de la mala coltura, quando il loglio si lagnerà che l'arca li sia tolta ... XIII Imagini, chi bene intender cupe quel ch'i' or vidi - e ritegna l'image, mentre ch'io dico, come ferma rupe -, quindici stelle che 'n diverse plage lo ciel avvivan di tanto sereno che soperchia de l'aere ogne compage; imagini quel carro a cu' il seno basta del nostro cielo e notte e giorno, sì ch'al volger del temo non vien meno; imagini la bocca di quel corno che si comincia in punta de lo stelo a cui la prima rota va dintorno, aver fatto di sé due segni in cielo, qual fece la figliuola di Minoi allora che sentì di morte il gelo; e l'un ne l'altro aver li raggi suoi, e amendue girarsi per maniera che l'uno andasse al primo e l'altro al poi; e avrà quasi l'ombra de la vera costellazione e de la doppia danza che circulava il punto dov'io era: poi ch'è tanto di là da nostra usanza, quanto di là dal mover de la Chiana si move il ciel che tutti li altri avanza ... Tu credi che nel petto onde la costa si trasse per formar la bella guancia il cui palato a tutto 'l mondo costa, e in quel che, forato da la lancia, e prima e poscia tanto sodisfece, che d'ogne colpa vince la bilancia, quantunque a la natura ...
La divina commedia (pagina 55)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quindi discende a l'ultime potenze giù d'atto in atto, tanto divenendo, che più non fa che brevi contingenze; e queste contingenze essere intendo le cose generate, che produce con seme e sanza seme il ciel movendo ... E io udi' ne la luce più dia del minor cerchio una voce modesta, forse qual fu da l'angelo a Maria, risponder: "Quanto fia lunga la festa di paradiso, tanto il nostro amore si raggerà dintorno cotal vesta ... Tanto mi parver sùbiti e accorti e l'uno e l'altro coro a dicer "Amme!", che ben mostrar disio d'i corpi morti: forse non pur per lor, ma per le mamme, per li padri e per li altri che fuor cari anzi che fosser sempiterne fiamme ... E non er'anco del mio petto essausto l'ardor del sacrificio, ch'io conobbi esso litare stato accetto e fausto; ché con tanto lucore e tanto robbi m'apparvero splendor dentro a due raggi, ch'io dissi: "O Elïòs che sì li addobbi!" ...
La divina commedia (pagina 60)
di Dante Alighieri (estratti)

... L'anima glorïosa onde si parla, tornata ne la carne, in che fu poco, credette in lui che potëa aiutarla; e credendo s'accese in tanto foco di vero amor, ch'a la morte seconda fu degna di venire a questo gioco ... E quella non ridea; ma "S'io ridessi", mi cominciò, "tu ti faresti quale fu Semelè quando di cener fessi: ché la bellezza mia, che per le scale de l'etterno palazzo più s'accende, com'hai veduto, quanto più si sale, se non si temperasse, tanto splende, che 'l tuo mortal podere, al suo fulgore, sarebbe fronda che trono scoscende ... Giù per li gradi de la scala santa discesi tanto sol per farti festa col dire e con la luce che mi ammanta; né più amor mi fece esser più presta, ché più e tanto amor quinci sù ferve, sì come il fiammeggiar ti manifesta ... Né venni prima a l'ultima parola, che del suo mezzo fece il lume centro, girando sé come veloce mola; poi rispuose l'amor che v'era dentro: "Luce divina sopra me s'appunta, penetrando per questa in ch'io m'inventro, la cui virtù, col mio veder congiunta, mi leva sopra me tanto, ch'i' veggio la somma essenza de la quale è munta ... E al mondo mortal, quando tu riedi, questo rapporta, sì che non presumma a tanto segno più mover li piedi ... Cuopron d'i manti loro i palafreni, sì che due bestie van sott'una pelle: oh pazïenza che tanto sostieni!" ...
La divina commedia (pagina 61)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quel monte a cui Cassino è ne la costa fu frequentato già in su la cima da la gente ingannata e mal disposta; e quel son io che sù vi portai prima lo nome di colui che 'n terra addusse la verità che tanto ci soblima; e tanta grazia sopra me relusse, ch'io ritrassi le ville circunstanti da l'empio c¢lto che 'l mondo sedusse ... Ma grave usura tanto non si tolle contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto che fa il cor de' monaci sì folle; ché quantunque la Chiesa guarda, tutto è de la gente che per Dio dimanda; non di parenti né d'altro più brutto ... La carne d'i mortali è tanto blanda, che giù non basta buon cominciamento dal nascer de la quercia al far la ghianda ... S'io torni mai, lettore, a quel divoto trïunfo per lo quale io piango spesso le mie peccata e 'l petto mi percuoto, tu non avresti in tanto tratto e messo nel foco il dito, in quant'io vidi 'l segno che segue il Tauro e fui dentro da esso ... L'aiuola che ci fa tanto feroci, volgendom'io con li etterni Gemelli, tutta m'apparve da' colli a le foci; poscia rivolsi li occhi a li occhi belli ... Quale ne' plenilunïi sereni Trivïa ride tra le ninfe etterne che dipingon lo ciel per tutti i seni, vid'i' sopra migliaia di lucerne un sol che tutte quante l'accendea, come fa 'l nostro le viste superne; e per la viva luce trasparea la lucente sustanza tanto chiara nel viso mio, che non la sostenea ... Io era come quei che si risente di visïone oblita e che s'ingegna indarno di ridurlasi a la mente, quand'io udi' questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che 'l preterito rassegna ...
La divina commedia (pagina 64)
di Dante Alighieri (estratti)

... Come la fronda che flette la cima nel transito del vento, e poi si leva per la propria virtù che la soblima, fec'io in tanto in quant'ella diceva, stupendo, e poi mi rifece sicuro un disio di parlare ond'ïo ardeva ... Or, figliuol mio, non il gustar del legno fu per sé la cagion di tanto essilio, ma solamente il trapassar del segno ... Poi procedetter le parole sue con voce tanto da sé trasmutata, che la sembianza non si mutò piùe: "Non fu la sposa di Cristo allevata del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, per essere ad acquisto d'oro usata; ma per acquisto d'esto viver lieto e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano sparser lo sangue dopo molto fleto ... Ma ella, che vedëa 'l mio disire, incominciò, ridendo tanto lieta, che Dio parea nel suo volto gioire: "La natura del mondo, che quïeta il mezzo e tutto l'altro intorno move, quinci comincia come da sua meta; e questo cielo non ha altro dove che la mente divina, in che s'accende l'amor che 'l volge e la virtù ch'ei piove ...
La divina commedia (pagina 65)
di Dante Alighieri (estratti)

... Ma prima che gennaio tutto si sverni per la centesma ch'è là giù negletta, raggeran sì questi cerchi superni, che la fortuna che tanto s'aspetta, le poppe volgerà u' son le prore, sì che la classe correrà diretta; e vero frutto verrà dopo 'l fiore" ... E io a lei: "Se 'l mondo fosse posto con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, sazio m'avrebbe ciò che m'è proposto; ma nel mondo sensibile si puote veder le volte tanto più divine, quant'elle son dal centro più remote ... E Dïonisio con tanto disio a contemplar questi ordini si mise, che li nomò e distinse com'io ... E se tanto secreto ver proferse mortale in terra, non voglio ch'ammiri: ché chi 'l vide qua sù gliel discoperse con altro assai del ver di questi giri" ...
La divina commedia (pagina 66)
di Dante Alighieri (estratti)

... L'altra rimase, e cominciò quest'arte che tu discerni, con tanto diletto, che mai da circüir non si diparte ... Quelli che vedi qui furon modesti a riconoscer sé da la bontate che li avea fatti a tanto intender presti: per che le viste lor furo essaltate con grazia illuminante e con lor merto, sì c'hanno ferma e piena volontate; e non voglio che dubbi, ma sia certo, che ricever la grazia è meritorio secondo che l'affetto l'è aperto ... Voi non andate giù per un sentiero filosofando: tanto vi trasporta l'amor de l'apparenza e 'l suo pensiero! E ancor questo qua sù si comporta con men disdegno che quando è posposta la divina Scrittura o quando è torta ... Non disse Cristo al suo primo convento: "Andate, e predicate al mondo ciance"; ma diede lor verace fondamento; e quel tanto sonò ne le sue guance, sì ch'a pugnar per accender la fede de l'Evangelio fero scudo e lance ... Questa natura sì oltre s'ingrada in numero, che mai non fu loquela né concetto mortal che tanto vada; e se tu guardi quel che si revela per Danïel, vedrai che 'n sue migliaia determinato numero si cela ... Non fur più tosto dentro a me venute queste parole brievi, ch'io compresi me sormontar di sopr'a mia virtute; e di novella vista mi raccesi tale, che nulla luce è tanto mera, che li occhi miei non si fosser difesi; e vidi lume in forma di rivera fulvido di fulgore, intra due rive dipinte di mirabil primavera ... Non che da sé sian queste cose acerbe; ma è difetto da la parte tua, che non hai viste ancor tanto superbe" ... E' si distende in circular figura, in tanto che la sua circunferenza sarebbe al sol troppo larga cintura ...
La divina commedia (pagina 67)
di Dante Alighieri (estratti)

... Le facce tutte avean di fiamma viva e l'ali d'oro, e l'altro tanto bianco, che nulla neve a quel termine arriva ... Da quella regïon che più sù tona occhio mortale alcun tanto non dista, qualunque in mare più giù s'abbandona, quanto lì da Beatrice la mia vista; ma nulla mi facea, ché süa effige non discendëa a me per mezzo mista ... Bernardo, come vide li occhi miei nel caldo suo caler fissi e attenti, li suoi con tanto affetto volse a lei, che ' miei di rimirar fé più ardenti ... XXXII Affetto al suo piacer, quel contemplante libero officio di dottore assunse, e cominciò queste parole sante: "La piaga che Maria richiuse e unse, quella ch'è tanto bella da' suoi piedi è colei che l'aperse e che la punse ...
La divina commedia (pagina 68)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lo rege per cui questo regno pausa in tanto amore e in tanto diletto, che nulla volontà è di più ausa, le menti tutte nel suo lieto aspetto creando, a suo piacer di grazia dota diversamente; e qui basti l'effetto ... Io vidi sopra lei tanta allegrezza piover, portata ne le menti sante create a trasvolar per quella altezza, che quantunque io avea visto davante, di tanta ammirazion non mi sospese, né mi mostrò di Dio tanto sembiante; e quello amor che primo lì discese, cantando "Ave, Maria, gratïa plena", dinanzi a lei le sue ali distese ... "O santo padre, che per me comporte l'esser qua giù, lasciando il dolce loco nel qual tu siedi per etterna sorte, qual è quell'angel che con tanto gioco guarda ne li occhi la nostra regina, innamorato sì che par di foco?" ... Quei due che seggon là sù più felici per esser propinquissimi ad Augusta, son d'esta rosa quasi due radici: colui che da sinistra le s'aggiusta è il padre per lo cui ardito gusto l'umana specie tanto amaro gusta; dal destro vedi quel padre vetusto di Santa Chiesa a cui Cristo le clavi raccomandò di questo fior venusto ... Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali ... Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoli, che conservi sani, dopo tanto veder, li affetti suoi ... Li occhi da Dio diletti e venerati, fissi ne l'orator, ne dimostraro quanto i devoti prieghi le son grati; indi a l'etterno lume s'addrizzaro, nel qual non si dee creder che s'invii per creatura l'occhio tanto chiaro ... Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che 'l parlar mostra, ch'a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio ... O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, a la mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol de la tua gloria possa lasciare a la futura gente; ché, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria ... E' mi ricorda ch'io fui più ardito per questo a sostener, tanto ch'i' giunsi l'aspetto mio col valore infinito ...
Fermo e Lucia (pagina 16)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... dall'aver tanto fatto impunemente: e quando vedrà che l'affare può diventar serio ... Come! tu speravi soccorso da questi che tu chiami amici? Soccorso per liberarti dalla ingiustizia? Poveretto! non sapevi che ogni uomo ama troppo la sua vita e il suo riposo per sagrificarlo alla giustizia, alla giustizia altrui? Sì; pel denaro, per la vendetta, pel diletto di far male l'uomo disprezza il pericolo; sì allora egli sente qualche cosa che lo porta con gioja ad affrontare il suo simile: ma perchè uno non sia oppresso, ma perchè non s'impedisca una cosa giusta, ma perchè le cose vadano come dovrebbero andare, tranquillamente ordinatamente, tu credevi che troveresti chi si armerebbe con te contra un potente? Gli uomini non provano per questo quella gioja feroce che fa desiderare di affrontarsi coll'uomo: o se ve n'ha di tali sono tanto rari ... Ringrazia il cielo che non ti ha dato il tempo di confidare in questi ajuti tanto da far qualche cosa della quale ti saresti pentito ... Le rade e picciole finestre che davano sulla via erano chiuse da imposte cadenti per vetustà ma difese da grosse ferriate, e quelle del piano terreno tanto elevate che un uomo avrebbe appena potuto affacciarvisi salendo sulle spalle d'un altro ...
Fermo e Lucia (pagina 29)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... In presenza di queste memorie, tanto più si rodeva Don Rodrigo che un frate avesse osato prender con lui il tuono di Nathan, e ammonirlo, anzi minacciarlo ... » «Bene; ma tanto fa che la paghiate ora; perchè passeranno tutti i santi del paradiso prima che ... » «Cugino, voi volete nascondervi da me: ma io ho capito tutto, e tanto son certo di aver vinta la scommessa, che son pronto a farne un'altra ...
Fermo e Lucia (pagina 37)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Confusa con questa idea, entrava però a poco a poco nella sua mente un'altra, che per esser monaca era mestieri del suo assenso volontario; e che questa cosa tanto certa non era però fatta, e che il farla o non farla sarebbe dipenduto da una sua determinazione: ma queste due idee un po' ripugnanti si acconciavano nella sua mente come potevano: perchè se un uomo non dovesse star tranquillo che dopo d'aver messe d'accordo tutte le sue idee, non vi sarebbe più tranquillità ... Sulle prime ella volle competere con le compagne, e sostenere la superiorità della condizione, che le era destinata; ma quanto più ella cercava di magnificare le sue dignità future, tanto più le esponeva ad un terribile genere di offesa, il ridicolo; sentimento che quelle spavalducce applicavano più naturalmente e più saporitamente alle dignità che vantava Geltrude, appunto perchè le vedevano esercitate dalle loro superiore; sorta di persone per le quali la puerizia prova così facilmente l'ammirazione, come lo scherno ... Perchè questa sventurata non aveva un animo ostile, non si dilettava naturalmente nell'odio; ma le sue passioni erano tanto violente e tanto delicate, ella le idolatrava tanto, che tutto ciò che poteva essere ad esse di ostacolo, offenderle, contristarle, diveniva per lei oggetto di avversione, e sarebbe stato vittima del suo furore quand'ella avesse potuto impunemente sfogarlo ...
Fermo e Lucia (pagina 40)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Non restava a Geltrude la trista e funesta consolazione dei sogni splendidi della fantasia: perchè questi sogni erano tanto in opposizione col suo stato reale, e con l'avvenire il più probabile, e quelle immagini erano tanto legate con la sua sciagura, che la mente li rispingeva con incredula avversione, e ricadeva come un peso abbandonato, nella considerazione delle circostanze reali ... Tanto è vero che all'amore per signoreggiare un animo, bisogna un poco di buon tempo, e che le faccende gravi, e le grandi sciagure gli spennacchiano le ali, e gli spezzano i dardi, se ci si permette una frase, invero troppo poetica, ma che spiega tanto bene ciò che accade realmente nell'animo ... L'avversione nutrita per tanto tempo a quella condizione le risorgeva pure con tutte le sue immagini, ma ella le pigliava per tentazioni, e le combatteva ... Questi momenti che si dovrebbero ammirare dagli altri con un timido rispetto, e coltivare dal prudente consiglio in modo che si maturassero colla prova, e col tempo, nei quali tanto più si dovrebbe tremare e vergognarsi di chiedere quanto più grande è la disposizione ad accordare, questi momenti sono quelli appunto, che la speculazione fredda o ardente dell'interesse, agguata e stima preziosi per legare una volontà che non si guarda, e per venire ai vili suoi fini ... Geltrude in tanto più turbata ed atterrita in quanto ella era venuta con la speranza di tosto ottenerlo, chiese che dovesse fare per rendersene degna, e si disse pronta a tutto ...
Fermo e Lucia (pagina 46)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... che è stato?» disse avvedendosene il Marchese, il quale era in quella faccenda tanto occupato delle conseguenze che ella poteva avere per lui che non pensava che ella potesse toccare altri tanto sul vivo ... Avrebbe dovuto lasciar di giudicare nelle cose che non lo toccavano; e in quelle nelle quali il suo giudizio doveva influire sulla sorte altrui, avrebbe dovuto sospenderlo fino a tanto che da un attento esame egli avesse potuto formarlo, buono o tristo, ma con quella maggior certezza che è data a quello stromento guasto che si chiama ragione umana ... E doveva egli pensar così senza alcun fondamento? – Ohibò, di nuovo: non doveva pensar nulla; vi pare egli cosa tanto difficile? Ma per non averlo saputo fare, il buon uomo preparò l'animo suo nulla più che ad adempiere una cerimonia, una formalità, e faceva tutt'altro; e doveva saperlo ...
Fermo e Lucia (pagina 51)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Geltrude aveva a poco a poco trasandate quelle cure di apparente regolarità che si era prescritte; la licenza a cui si era abbandonata le rendeva più insopportabile ogni contegno; e così si rilasciò tanto che negli atti e nei discorsi divenne più libera e più irregolare di prima ... Insieme a quelle cure cominciò senza avvedersene a trascurare anche le precauzioni che aveva da prima messe in opera per nascondere quello che tanto le importava di nascondere; e le trascurò tanto che ella s'accorse chiaramente un giorno che le due damigelle, che le stavano più vicine avevano qualche sospetto ... Questi ne fu pure atterrito, ma a mille miglia meno di Geltrude, e per la diversità delle circostanze, e perchè tanto era minore il suo pericolo che non quello della donna, e per la diversità dell'animo: perchè quello di Egidio era duro e grossolano; e in Geltrude il timore della vergogna era una passione furiosa come si è veduto dalla sua condotta anteriore ...
Fermo e Lucia (pagina 56)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il Conte Attilio era uno sventato, ma l'affare era tanto serio ch'egli stesso lo era divenuto, e disse: «Se mi aveste chiesto parere quando avete cominciato a divagarvi con questa smorfiosa, da buon amico vi avrei detto di levarne il pensiero, perchè era cosa da cavarne poco costrutto; ma ora l'impegno è contratto, c'entra il vostro onore, e quello della parentela: ora si direbbe che vi siete lasciato metter paura, e che non l'avete saputa spuntare ... Ecco che il signor Podestà quando voglia, come è giusto, servire l'illustrissima casa, potrà fare un ordine di cattura contra Fermo come lavoratore fuggitivo; poi si dirà che se Fermo ritorna, guai a lui; e Fermo non sarà tanto gonzo da venire a giustificarsi in prigione ... » «Eh Signore,» rispose il Griso, con affettata modestia, «ho avuto tanto che fare con la giustizia, che qualche cosa devo saperne ... » «Quando vi dico di fidarvi di me, fidatevi; ma se volete vi dirò prima il modo semplicissimo che ho pensato per torvelo d'attorno, modo tanto semplice che l'avreste immaginato anche voi se non foste un po' conturbato ...
Fermo e Lucia (pagina 57)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quanto più si moltiplicano le gride per trattenerli, tanto più se ne vanno ... » «Mi raccomando ai buoni uficj del signor Conte,» disse umilmente il Podestà: «una buona parola trasmessa da una bocca tanto garbata in orecchie tanto rispettabili ... Il signor podestà non si lasciò scappare una occasione, che gli si era tanto raccomandato di afferrare, e nel giorno susseguente fatte fare ...
Fermo e Lucia (pagina 85)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Le impressioni della infanzia l'avevano abituata ad una riverenza tremante per lui, vissuta ai suoi servizj ella non poteva immaginare che fuori di lui vi potesse essere per essa un asilo, un sostegno; e aveva tanto inteso dire, tanto aveva veduto degli effetti della collera di lui, che il minimo grado di quella collera la metteva in un'angoscia mortale ... Bersaglio sovente degli strapazzi e degli scherni dei bravi, ella aveva imparato a tollerare, rodendosi quando non poteva ripetere; ma quelle poche volte che le era lecito di straziarli impunemente senza dispiacere del padrone, le uscivano dalla bocca cose tanto argute, tanto profonde, tanto inaspettate, che il diavolo vi avrebbe trovato da imparare ...
Fermo e Lucia (pagina 87)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... La frugalità di Federigo era tanto al di qua della temperanza, che virtù in lui, sarebbe divenuta indiscrezione se egli avesse voluto imporla agli altri: quindi nel suo palazzo la mensa dei famigliari non si misurava dalla sua; anzi in paragone di questa si poteva dir lauta ... Per altra parte, la borsa del curato era ordinariamente e tanto più in quell'anno, fornita a un di presso come quella d'un figlio scialacquatore che abbia il padre spilorcio: e l'aspetto poi della miseria universale era tanto terribile, e tanto presente ad ogni momento che un trattamento fastoso avrebbe fatto ribrezzo anche a chi non avesse avuta la carità delicata e profonda del Cardinale Federigo e del Curato di Chiuso ... Ma in quel giorno non v'era riposo per lui che nello stare più che poteva unito all'animo del Conte per uniformarlo al suo; e la vigna di quel buon prete Morazzone era tanto ben coltivata che aveva poco bisogno della ispezione di Federigo ... Borromeo, e nella Descrizione della peste di Milano, si trovano osservazioni e pitture, di costume, che invano si cercherebbero altrove, e che possono arricchire la storia tanto scarsa dell'animo umano ... Ad un tempo, molti dei principali della città uniti con lui in occulta società di atroci consigli e di funeste faccende, poichè videro le faccende già accordate e avviate rimanersi a mezzo abbandonate da lui, s'apposero tosto ch'egli aveva cangiato vita, nè poterono disconoscere l'autore d'un tanto cangiamento ... » Le notizie, che si ricavano da questo passo, quantunque ravvolte in termini tanto generali, ci sono sembrate adatte a supplire almeno in parte alla scarsezza del nostro autore, il quale dopo aver eccitata tanta curiosità su quel personaggio e sulla sua conversione, non ne accenna altro effetto che la liberazione di Lucia; forse perchè gli altri gli sono paruti estranei al suo racconto, o fors'anche perchè a parlarne, gli conveniva rimescolare più maneggj, e toccare più persone che non comportasse la sua squisita prudenza ...
Fermo e Lucia (pagina 95)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quell'uomo che ardì tanto credete voi che avrebbe tanto ardito se avesse saputo che le sue trame, le sue violenze erano note fuor di qui, note a me? Vi dico che sarebbe stato contento di ritrarsi, e voi dopo aver fatto il debito vostro, sareste stato sicuro ... » Don Abbondio taceva: il Cardinale continuò: «È doloroso il terrore, sono increscevoli le angosce, è amara la pressura: voi lo sapete: ma sapete voi misurare la paura e le angosce che ha sofferte una vostra parrocchiana innocente?» Don Abbondio, dagli anni della pubertà in poi, non aveva mai occupato tanto poco di spazio come in quel momento: ad ogni parola del Cardinale egli si andava ristringendo, impicciolendo, avrebbe voluto sparire ... » «Io lo sapeva,» disse il Cardinale; «ma voi come osate parlare di questi fatti che aggravano la vostra colpa, che ne sono la conseguenza? Voi chiudete a dei poverelli la via legittima per giungere ad un fine legittimo, e siete voi quello che fate lor carico se ne hanno presa una illecita? Certo il vostro rifiuto non gli scusa: ma pensate voi bene in questo momento quale sia l'animo di colui a cui si nega quello che gli è dovuto? L'uomo è tanto artificioso per giustificare i mezzi, che lo possono condurre ai suoi desiderj! che debb'esser quando i desiderj sono giusti? Non è questa la più forte delle tentazioni? Mal fa chi soccombe anche a questa: ma che dite di colui che la dà? E quello sventurato giovane; bene avete detto, sa il cielo che cosa ha fatto! Ah! tutti errano pur troppo, anche quelli che dovrebbero raddrizzare gli errori altrui: v'ha tanti scellerati impuniti, Dio volesse che la pena, che il terrore della pena non cadesse mai sugli innocenti! Ma che ch'egli abbia fatto, egli profugo, esacerbato, col sentimento della giustizia negata, pregate Dio, io prego per lui e voi, che gli perdoni, e non vi accagioni di quello che egli possa aver fatto ...
Fermo e Lucia (pagina 97)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Partito il curato, Federigo richiese il Conte che aspettasse tanto che Lucia potesse essere avvertita ... La forza che spontanea, non vinta, non strascinata, non minacciata si abbassa dinanzi alla giustizia, che riconosce nella innocenza debole un potere, e domanda grazia da essa, è un fenomeno tanto bello e tanto raro, che beato chi può ammirarlo una volta in sua vita ... Giunti alla casetta di Lucia, il curato fece entrare il Conte, e con ambe le mani ritenne la folla, o almeno le comandò che si rattenesse, tanto che potè chiuder l'uscio, e lasciarla al di fuori ... se potessi parlare di compensar questi, io che v'ho fatto tanto male che non potrò compensar mai ... pesa tanto in mano mia ... e sarei tanto sollevato se l'accettaste ...
Fermo e Lucia (pagina 105)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... perfezione l'arte di eludere gli editti, arte tanto più facile, quanto più gli editti sono assurdi ... Questi nuovi compratori, trovavano poi il modo di rivendere il riso a maggior prezzo agli stati vicini, dove non v'era tassa, o di conservarlo nascosto in onta degli editti: il modo consiste, come ognun sa, nello studiare non tanto la volontà unica donde è uscita la legge, quanto le volontà moltiplici, varie, più vicine che debbono eseguirla, e nel trovare i mezzi di eludere queste volontà, o di comperarne la complicità ... Sclama egli da prima che i mali sono intollerabili, che sono giunti all'estremo, e tanto fa, tanto s'ingegna, tanto s'arrabatta, che coi suoi sforzi crea egli questo estremo che naturalmente non sarebbe arrivato: s'accorge allora che si può soffrire molto di più di quello ch'egli aveva creduto dapprima, ogni nuovo colpo gli rivela una nuova facoltà di patire e di accomodarsi, ch'egli non sospettava in se stesso; e salta per lo più dalla rabbia all'abbattimento senza aver toccata la rassegnazione ...
Fermo e Lucia (pagina 107)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Animo! animo!» gridava il capitano, «rispingeteli almeno tanto che chiudiamo le porte; da bravi! Indietro! indietro!» Gli alabardieri, uniti, fecero impeto tanto che i fornaj potessero afferrare le imposte e farle girare sui cardini, a misura che queste si racchiudevano gli alabardieri si ritiravano insieme, e gli uni e gli altri si chiusero al di dentro ... Questi baggiani che fanno ora tanto schiamazzo, domani staranno tutti cheti a casa loro, ognuno dirà, io non c'era, oppure: è stato il tale che mi ha strascinato: no no: largo da questi garbugli ... » «Era ordita la trama di farci morir tutti: tanto è vero che mettevano attorno che il gran cancelliere è un vecchio rimbambito, per togliergli il credito, e comandare essi soli ...
Fermo e Lucia (pagina 128)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... mandarono birri che agguatassero chi mendicava, e chi dall'aspetto appariva un pezzente, lo legassero pel suo migliore, e lo trasportassero a forza al Lazzeretto: e per ognuna di queste prede era stato assegnato al predatore una ricompensa di dieci soldi: tanto è vero che anche nelle più grandi strettezze non mancano mai danari per fare delle minchionerie ... In poco tempo il Lazzeretto tra volontarj e sforzati rinchiuse poco meno di dieci mila poverelli, d'ogni età, e d'ogni sesso, della città, del contado, di più lontane regioni; uomini che avevano passata la loro vita in una operosa semplicità; e scherani pasciuti in una scioperaggine facinorosa; donne, fanciulle, giovanetti nutriti nella verecondia e nella inesperienza del tugurio, dei campi, della officina domestica, nelle consuetudini della pietà; altri fino dall'infanzia disciplinati nella scola del trivio, all'accatto, alla ruba, alla buffoneria, alla truffa, al dileggio; non sapendo nè ricordandosi di Dio, se non quel tanto ch'era necessario per bestemmiare il suo nome ... In somma l'angustia, la sporcizia, la caldura, il cibo malsano, le acque stagnanti, la noja, l'accoramento, il furore, la sfrenatezza d'ogni genere fecero ivi tanto sperpero, che in poco tempo la mortalità si manifestò più grande fra quei poveri a cui si era così provveduto che non fosse stata nei dispersi e abbandonati ... Il Tribunale della sanità rimostrava, indefessamente, tutta la città mormorava, la confusione e la strage cresceva ogni giorno, la cosa era divenuta insopportabile a quelli che la facevano, a quelli per cui era fatta, i deputati non avevan più testa; si tenne consulta, e il partito il più savio, il più ovvio, il partito indeclinabile parve a tutti di disfare ciò che s'era fatto con tanta fiducia e con tanto apparato; il Lazzeretto fu aperto, e i poveri lasciati all'antica licenza di errare mendicando ...
Fermo e Lucia (pagina 134)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... nello stesso viaggio, guardava anche chi fosse più fornito di roba salvata dalla rapina, e accattava in prestito da chi una panca, da chi una coltre, da chi un piatto, da chi una pentola; tanto che cogli ajuti e con le prestanze potè accamparsi quel giorno in casa per riconquistarla e riordinarla poi tutta a poco a poco ... Tanto è forte la carità religiosa! Tra le memorie così varie e così solenni d'un disastro universale, ella può far primeggiare quella d'un uomo, perchè a quest'uomo ha ispirato sentimenti ed azioni più memorabili ancora dei mali: può riunire e subordinare alla memoria di lui tutti gli avvenimenti, perchè in tutti lo ha spinto ed intromesso a parte dei patimenti, in capo dei soccorsi, esempio, consiglio, vittima volontaria; di ciò che per tutti è una sventura fare per lui come un'impresa; far ch'essa prenda il nome da lui, come una provincia da un suo conquistatore ... Quando questi arrivarono, il male s'era già tanto dilatato, che le prove si offerivano senza ch'essi le andassero cercando ... La nuova si diffuse tosto nella città, e vi fu accolta con beffe incredule, e con disprezzo iracondo, e dal popolo e dalla maggior parte di coloro che avrebbero potuto e dovuto dare provvedimenti in tanto pericolo ...
Fermo e Lucia (pagina 140)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... si esponesse a tanti rischj, e si ritirasse in qualche sua villa, non fu scosso un istante dal suo proposito; tanto che ne ebbe taccia di ostinato: fatto notabile davvero, e che può esser di esempio e di consolazione a quegli che si rammaricano di veder censurate le loro azioni ... I Decurioni impacciati com'erano, pensarono che un tanto frate poteva essere impiegato a più vasta opera che egli stesso non pensasse; e lo scongiurarono d'assumere il governo del lazzeretto ... E più d'ogni altro caso fè specie l'udire che era caduto infermo di contagio quel Ludovico Settala che lo aveva da tanto tempo segnalato indarno, e con suo pericolo ... Dei veleni poi l'uso era tanto frequente, come attesta il cardinal Federigo in un suo trattatello su quella peste il quale si conserva manoscritto nella biblioteca ambrosiana, che ne eran comuni gli artefici e le officine ...
Fermo e Lucia (pagina 141)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Al primo divolgarsi di quell'avviso non vi si badò più che tanto: ma il contagio che nelle credule menti, era stato associato alla idea di quelle unzioni come un effetto di esse, comparendo ora realmente, risvegliò tosto la ricordanza della sua immaginata cagione; l'idea di unzioni venefiche, che era rimasta infeconda, mise radici, si svolse, fruttificò, come un germe maligno profondamente sepolto, se il vomero lo solleva, e lo appressa alla superficie del terreno ... Giovanni Padilla figlio del Castellano di Milano; altri il duca di Friedland, Vallenstein; altri disegnava un nobile che si trovava a Roma; e questa voce crebbe tanto, che fu detto e creduto che egli era stato preso, ed era mandato a Milano per subirvi il supplizio: l'universale lo aspettava con ansietà, i parenti tremando e nascosti; e tutto era un sogno ... Dal che si vede, che a volere impedire gli effetti talvolta tanto iniqui e tanto crudeli di simili esacerbazioni popolari, è scarso, e tardo rimedio l'intercedere, il predicare la moderazione, il perdono, quando gli animi sono persuasi della realtà dell'attentato; bisogna cercare di prevenire la persuasione, e sopra tutto guardarsi dal secondarla ripetendo ciecamente i primi romori publici ...
Fermo e Lucia (pagina 145)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Diavolo, che quel lume mi dia tanto fastidio! Debb'essere quella vernaccia certamente, che te ne pare? eh Griso? Domani sarò vispo come un pesce ... Tanto più Don Rodrigo avrebbe voluto fuggire; ma la folla degli incantati era fitta ed immobile ... Voleva deliberare sul modo di evitar questa sorte toccata a tanti altri; ma sentiva le sue idee confondersi e intenebrarsi, divenir tanto più incerte quanto più erano atterrite; sentiva avvicinarsi sempre più il momento, in cui egli avrebbe avuto sol tanto di coscienza, quanto bastava a disperare: provò un bisogno di soccorso istantaneo; afferrò un campanello che teneva presso al letto, e lo scosse con violenza ...
Fermo e Lucia (pagina 154)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Fermo s'indugiò, tirando presso al muro, tanto che il carro si allontanasse; e a passo lento giunse presso alla porta; vide spuntare l'angolo di quel recinto, dove erano addensati più guai che non ne fossero sparsi nella dolorosa città ch'egli aveva percorsa: passò il cancello, e gli si spiegò dinanzi la scena esteriore del lazzeretto; il principio appena, e come la mostra dei guai, e già una vasta, diversa, inenarrabile scena ... A noi, come certamente al lettore, incresce ormai un così lungo avvolgerci tra tanto dolore, e tanto fastidio: quindi ci guarderemo dal tentare anche di descrivere a parte a parte quella scena: bastino alcuni tratti generali a dare un'idea comunque dello spettacolo che s'offerse agli sguardi di Fermo ... Altri pareva tutto infervorato a raccontare le sue sciaurate fantasie al tapino che giaceva oppresso dal male, o ad un altro infelice, preoccupato da altre fantasie; un altro si mostrava assorto e tranquillo in un immaginato contento; e quella apparenza di gioja e di serenità in mezzo a tanta miseria, pure ne accresceva l'orrore; tanto è terribile all'uomo il vedere in altri oscurato quel lume divino che lo fa esser uomo ...
Fermo e Lucia (pagina 160)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... che dopo tanto tempo ... ? Dopo tanto sperare! dopo tanto pensare a voi! dopo ... Quelle memorie compresse e rispinte per tanto tempo, s'erano ora presentate tutte in tanta folla e con tanto impeto all'animo di Lucia, che il parlarne diveniva per lei quasi uno sfogo necessario ... Dopo aver dunque risposto alla meglio ai rimproveri che la vedova le fece di un tanto segreto tenuto con lei, cominciò il racconto che fu spesso interrotto dai suoi singhiozzi, e dalle esclamazioni e dalle inchieste della ascoltatrice ...
Fior di passione (pagina 26)
di Matilde Serao (estratti)

... Bertha lo curava come un grosso bambino inesperto, dandogli sulla voce, carezzandolo, dirigendolo in tutte le azioni della vita in cui si mostrava tanto ingenuo ... Alle volte si stordiva tanto da rimanere inebetito per un paio di minuti; poi nel cervello cominciava una ridda infernale d'idee che cozzavano fra loro, e allora gli operai non avevano il tempo di copiare un modello che già dalla cameretta usciva nuovo lavoro ... Dopo tanto tempo che non sorrideva ...
I nuovi tartufi (pagina 2)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... A tanto di bassezza eravamo venuti noi altri Italiani, che famosi un giorno nelle arti di reggere i popoli, ormai non sapessimo più come governare noi stessi! Questi sistemi che intendono a fabbricare gli uomini come i mattoni, non credo che possano riuscire tra noi ... Intorno alla secondaria… Ma io predicava anche troppo, e me ne venne fastidio:—però buona sera…" "Ascanio, statti per amore di Dio, e parla: tu taci tanto, e tanto ti rimani concentrato, ch'egli è forza che quando incominci tu faccia un po' come il mare in Olanda una volta ch'egli abbia sconquassati i dicchi ... —E poi non è vero che noi ci rimanessimo ai soli studi latini, ma al punto stesso, le greche e le italiane lettere apprendevamo, e non superficialmente, sibbene come conveniva a tanto studio; e lasciando in disparte il greco, attorno al quale poco felicemente mi esercitai, con infinita industria gli egregi maestri m'istruirono nelle più riposte ragioni della ...
I nuovi tartufi (pagina 4)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... —Gli Svelti, e sempre gli Svelti, dimostrarono in terzo luogo, l'uomo amare il danaro con tanto maggiore alacrità quanto si sente più povero; lo scarso risparmio rappresentare al misero la morte in casa sua senza toccare l'aborrita soglia dell'ospedale; rappresentargli la prece quando sarà defunto ... —In quarto luogo, i portentosi Svelti dicevano: le milizie cittadine paionvi veleni? Sì veramente esse devono reputarsi tali; ma che perciò? La medicina non trova farmaco di cui tanto meglio possa avvantaggiarsi quanto dei veleni ... Una volta fu reputata l'aristocrazia ottimo principio per istare tra mezzo alla monarchia e alla democrazia; la esperienza insegna valere a mille doppii meglio il popolo grasso a simile scopo: egli si contenta di poco;—ogni anno misurategli dalle mille alle due mila braccia di nastro o verde, o rosso, o giallo; di tanto in tanto diluviategli addosso un uragano di croci; soprattutto risi e sorrisi a macco; via la tostezza, via il sussiego di quella benedetta legittimità; con altre vele è forza navigare pei nuovi pelaghi; stringete mani, scuotete braccia a destra e a sinistra, abbiate pazienza a subire la stupida compagnia; a pranzo ardite mettervi al fianco la consorte del Presidente della Camera di Commercio, aprite il ballo con la figliuola del banchiere principale, e voi avrete una milizia civica da disgradarne pretoriani, sterlizzi, mamelucchi, e giannizzeri ...
I nuovi tartufi (pagina 8)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... Il Presidente immaginò nuova insidia: tanto vi si adoperò, che lo condussero come bove al macello; ma come avevano preveduto lo prese la sazietà, e lasciò il luogo: ed ecco andargli incontro, non la donna dei Proverbi di Salomone,—in assetto di meretrice, strepitosa, e sviata,—ma una fanciulla cauta di animo, dimessa nelle vesti, e in sembianza mesta, intenta tutta a ricercare una moneta smarrita che aveva riscossa per certi pannilini lavati e stirati:—e non le doleva già la moneta, ma il pensiero che la sua povera madre, la quale abitava su nelle soffitte, l'aspettava per comprarne la cena ... Appena gli restava ora libera, il giovane correva alla bisca: un servo comprato vigilava su l'andito, e se la fanciulla veniva, avvisava; ed ella passava, nè tanto spesso da distrarre il giovane dalle fatali allucinazioni del giuoco, nè tanto infrequente da disperarlo ... Or come avrebbe il giovane provveduto ai bisogni della futura famiglia? Con la paga di commesso? Incerto troppo e labile assegnamento: nè poterlo mai consentire la madre, educata a dolorosa esperienza; saperlo pur troppo il suo cuore materno com'era dura angoscia avere figliuoli, e rimasta vedova non trovarsi tanto da comprare loro il pane ...
I nuovi tartufi (pagina 10)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... " "Buona notte, signore! Gran mercè dello avviso: state sicuro tanto sopra la mia discretezza quanto sopra la mia riconoscenza ... Egli vide una finestra illuminata al secondo piano: apparteneva alla camera che abitava il cassiere; dopo breve ora il chiarore crebbe a dismisura, e stropicciandosi le mani costui con compiacenza mormorò: "La girandola ha preso fuoco!" E sì che s'ingannava; imperciocchè senza aggravarsi l'anima della nuova tristezza, cotesta vita tanto insidiata stava per ispegnersi ... —è tanto incredulo il cuore di una madre per le colpe dei figli!—Così io morrò sicuro di lasciare nel mondo una creatura almeno che mi ami, poichè nel duro passo al quale mi trovo condotto a me non soccorre altro conforto… ... "Cara madre!"—vergò per la terza volta, quando allo improvviso fu aperto con impeto l'uscio della camera, e una voce concitata lo chiamò: "Signor Guglielmo!" Lo sciagurato giovane non piega il collo, non muta il fianco, e persuaso venissero per condurlo al supplizio, esclama: "Perchè tanto presto! Le ventiquattro ore non sono ancora passate ...
Il benefattore
di Luigi Capuana (estratti)

... Tanto meglio ... —Non ne cavano tanto da pagare la fondiaria ... Dietro il dosso ineguale delle colline a destra, in fondo, la Piana di Catania; più in giù, la Piana di Lentini, l'agro Leontino dei Romani allora granaio della repubblica, e che ora non produceva tanto grano da bastare ai bisogni dell'isola ...
Il colore del tempo (pagina 4)
di Federico De Roberto (estratti)

... Se il miglioramento, se la purificazione della vita non si opera tanto presto quanto sarebbe pure desiderabile, la lentezza è forse una buona ragione per marchiare col ferro rovente tutta quanta l'umanità? Non le si deve tenere nessun conto dei lunghi sforzi sostenuti per uscire dalla vita animale? Invece il Tolstoi non le perdona niente ... » Certo; ma, per pensare in altro modo, che cosa occorre? Non potrebbe darsi che, tanto per vivere e sentire, quanto per pensare e giudicare in altro modo, occorresse semplicemente cambiare tutta la natura umana? Per agire nella vita secondo «la ragione e la coscienza», come vuole il Tolstoi, e come infatti si dovrebbe, bisognerebbe che fra coscienza e ragione vi fosse accordo costante e perfetto; ora, pur troppo, i dissidî fra le due sono lunghi, gravi e frequenti ... Ma, se questo è un fatto innegabile, quantunque negato, è pure un altro fatto, altrettanto innegabile e negato, che, mentre questi uomini sono tanto diseguali, sono anche simili del tutto ... E, certo, alla legge naturale della lotta per l'esistenza si oppone la legge morale della pace e dell'amore; ma le due leggi sono tanto discordi e inconciliabili, che lo stesso Gesù disse: «Il mio regno non è di questo mondo» ... Doveri e diritti non sono invece correlativi, non vanno insieme, come luce e ombra? Imporre soltanto doveri non è tanto assurdo quanto pretendere solamente diritti? E con la scienza, con l'arte, col denaro, col patriottismo, con la giustizia, se ne va anche l'amore ...
Il colore del tempo (pagina 6)
di Federico De Roberto (estratti)

... Questa critica, molto usata contro le cose insolite e nuove, gode oggi tanto più credito, quanto che si sono viste le attinenze del genio con la pazzia; ed allo stesso Tolstoi non è stata risparmiata ... Se non che questa critica, quanto più è facile, tanto meno persuade ... Se il Nietzsche è pazzo, tutti gli altri filosofi, riformatori e profeti, non furono pazzi la loro parte? Quel che c'è di chimerico, di stravagante, di esagerato nelle idee del Nietzsche è tanto evidente, che non ha bisogno di dimostrazione ... Vincitori e vinti sì, ma i vinti non sono tanto ...
Il colore del tempo (pagina 14)
di Federico De Roberto (estratti)

... Il dovere della nostra anima, di ogni anima, consiste nell'essere «tanto integra, tanto felice, tanto indipendente, tanto grande quanto è possibile» ... Sarà lodevolissimo fare di tanto in tanto un'azione eroica, «ma è più lodevole ancora, e richiede una forza più costante, il non lasciarsi mai tentare da un pensiero inferiore… ... «Piangere con quelli che piangono, soffrire con quelli che soffrono, tendere il proprio cuore a tutti i passanti perchè lo feriscano o lo carezzino», non è, secondo lui, il dovere per eccellenza: «le lacrime, le sofferenze, le ferite in tanto sono salutari in quanto non scoraggiano la nostra propria vita ...
Il colore del tempo (pagina 15)
di Federico De Roberto (estratti)

... Ora, come mai si potrà collocare fuori di noi il centro dell'orgoglio e della felicità, se fuori di noi non c'è giustizia? Che argomento d'orgoglio, che oggetto di gioia può essere un mondo dove non c'è giustizia? E come mai, se noi siamo una parte di questo mondo, una sua emanazione, un suo portato, possiamo avere l'idea d'una cosa che in esso non si trova?… I beni della terra, i sorrisi della fortuna, ha detto, sono necessarî, sono preferibili ai dolori, perchè la saggezza che si acquista nel dolore è turbata dall'aspettazione della gioia; mentre quanto più il saggio è felice, tanto meno è esigente, quanto più la felicità si prolunga, tanto più si acquista un concetto «indipendente» della vita ... Ragionando della perfezione dell'anima, vuole naturalmente che questa perfezione sia divina; ma poi deve rinunziare ad essa e tornare all'umile umanità; perchè, tanto è vero che la perfezione più perfetta è la divina; quanto è vero che all'uomo bisogna proporre una mèta che egli possa raggiungere, cioè umana ... Se l'errore fosse errore indubitabilmente, tutta la buona volontà, tutto lo zelo che vi si portasse non servirebbero ad altro che a renderlo più grave; ma forse la distinzione tra verità ed errore non è tanto sicura; e in questo senso il criterio delle intenzioni è da seguire ... Ma di ciò bisogna forse tener conto al Maeterlinck sopra ogni cosa: che egli stesso, sin dal principio, ci ha messi in guardia, quando ci ha detto che la saggezza si trova talvolta nel contrario di ciò che il più saggio afferma; e quando, prima ancora di ragionare tanto sottilmente intorno alla saggezza, ha avvertito che non bisogna definirla troppo strettamente per tema d'imprigionarla ...
Il colore del tempo (pagina 21)
di Federico De Roberto (estratti)

... La Cina è un paese tanto diverso dal nostro, e di accesso così difficile, che i libri dei viaggiatori europei non ne danno un'idea adeguata ... Disgraziatamente lo scrittore asiatico ci rassomiglia troppo, se non altro nella pretesa di mettere il naso nelle faccende altrui; perchè nel suo libro intitolato I Cinesi dipinti da loro stessi non tanto dipinge i suoi connazionali, quanto critica noi… «Il carattere essenziale della civiltà europea», dice egli, «è di essere invadente ... Questa botta è tanto più felice, quanto che in Cina i matrimonî si fanno dalle famiglie, senza che gli sposi si conoscano prima del giorno delle nozze; ma tutto lo studio dei parenti è di sceglier bene, badando alle qualità morali, e non alle doti ...
Il colore del tempo (pagina 24)
di Federico De Roberto (estratti)

... È vero che, qualche diecina d'anni addietro, gli Americani si erano fraternamente sgozzati tra loro; ma ciò non era stato senza una grave ragione; e poi, tanto tempo era passato, e quella nazione aveva tanto rapidamente progredito! Essa ci era additata come maestra di tante cose, come un modello di perfezione: duole vedere, quantunque bisognasse pure ricordare, che la perfezione non è di questo mondo ... Scoppiata la guerra, si videro, come in tutte le altre guerre, gli spettatori tenere dagli uni o dagli altri; ma poche volte le contrarie ragioni dei belligeranti sono state sostenute con tanto calore e simpatia ... Tra gli artisti come lui questo sentimento è generale; tanto più notevole mi pare il caso d'un altro artista, latino come il Loti, che intende la forza e la grandezza americana ...
Il colore del tempo (pagina 33)
di Federico De Roberto (estratti)

... Certo il fenomeno si spiega con la grande facilità della critica paragonatamente alla difficoltà della creazione; ma poichè esso, quantunque antichissimo, pure si è tanto aggravato ai nostri giorni, conviene vedere se non c'è un'altra ragione, presente, attuale, che spieghi la recrudescenza ... Se di tanto in tanto gli uomini non fossero capaci di risoluzioni e d'azioni, perirebbero certo in poco tempo tutti quanti ... L'uomo è tanto superiore al bruto, possiede tante facoltà alte e nobili che sono la sua forza e il suo orgoglio; pure, nella maggior parte dei casi, la sua attività tende a manifestarsi come quella degli animali, a scatti, volta per volta, secondo che la necessità del momento richiede ...
Il colore del tempo (pagina 34)
di Federico De Roberto (estratti)

... Sono quelli la cui attività manca di direzione; «poichè l'energia della volontà si rivela non tanto negli sforzi molteplici, quanto con l'orientazione verso un medesimo fine di tutte le potenze dello spirito ... Non è veramente scandaloso? Non bisogna istituire il nuovo insegnamento? La storia dell'arte, necessaria agli artisti, non è utilissima a ognuno? E, con la storia dell'arte, non vi sono tante altre cose non meno utili e necessarie a sapersi? Tutte le volte che il patrimonio intellettuale si accresce,—e questo fatto accade tutti i giorni,—non è naturale che le nuove nozioni siano partecipate agli studiosi, a tutti gli studiosi? E il patrimonio intellettuale non è di tanto cresciuto, che abbiamo visto la necessità di creare nuove scienze, di conferire la dignità di discipline indipendenti ai rami delle antiche discipline? Non abbiamo creato la psicologia, la statistica, la fisiologia, la sociologia, la biologia, la chimica organica, l'antropologia, la psichiatria, e via discorrendo? Se i cervelli non ci resistono, se le attenzioni più deboli si sparpagliano, la colpa non è tutta loro; la colpa è anche del tempo troppo sapiente, della civiltà troppo progredita in mezzo alla quale sono nati ... Uno studio attento ha portato ad affermare che esse non sono tanto diverse quanto sembrano, che anzi l'una si può mutare nell'altra, e che insomma la forza è unica e varie ne sono soltanto le manifestazioni ... Ma che cosa importa questa nozione? Perchè l'elettricità è o può essere calore, diremo noi ad un assiderato di prendere in mano i fili di una corrente elettrica per riscaldarsi? Perchè il calore è luce, consiglieremo a chi non ha candele di mettersi a scrivere dinanzi alla bocca di un forno? Nel mondo delle forze vi sarà unità fondamentale; ma le manifestazioni dell'unica forza sono tanto diverse come se dipendessero da forze realmente diverse ...
Il conte di Carmagnola (pagina 4)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... — Vil tempo in cui tanto al comando cresce Difficoltà, quanto la gloria scema! Io lo ripeto, non è questo un camnpo Di battaglia per noi ... Un'oste intera sopra un'oste intera Oggi rovescerassi: un tanto stuolo Si vince sì, ma non s'accerchia; ei spazza Innanzi a sé gl'intoppi, e fin ch'è unito, Dovunque sia, sul suo terreno è sempre ... FORTEBRACCIO Sia lode al ciel, combatteremo alfine: Mai non accadde a capitan, ch'io sappia, Per fare il suo mestier contender tanto ... FORTEBRACCIO Sì, la prudenza è la virtù dei vecchi: Ella cresce cogli anni, e tanto cresce Che alfin diventa ... SCENA V IL CONTE Eccolo il dì ch'io bramai tanto ...
Il conte di Carmagnola (pagina 9)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... IL CONTE Ebben, che raccogliesti? GONZAGA Io favellai, Come imponesti, ai Commissarj; e chiaro Mostrai che tutta delle vinte navi Riman la colpa e la vergogna a lui Che non le seppe comandar; che infausta La giornata gli fu perché la imprese Senza di te; che tu da lui chiamato Tardi in soccorso, romper non dovevi I tuoi disegni per servirgli altrui; Che l'armi lor, tanto in tua man felici, Sempre il sarian, se questa guerra fosse Commessa al senno ed al voler d'un solo ... E poi — mi credi; io li guardai dappresso: Questa cupa arte lor, questi intricati Avvolgimenti di menzogna, questo Finger, tacere, antiveder, di cui Tanto li loda e li condanna il mondo, È meno assai di quel che al mondo appare ... Ei vi abbandona Bergamo e Brescia; — e non son vostre? L'armi Le han fatte vostre: ei non può tanto soffrirvi Quanto sperar di torgli v'e concesso ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 9)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... tanto! L'argomento, nell'andata, mentre nevicava, fu non solo il prezzo delle scarpe, ma il costo della vita; la difficoltà a risparmiare per il giorno che metterebbero su casa ... L'Ida si morse le labbra; l'Olga rise sguaiatamente, e aggiunse: — Poco male! Tanto, morto un papa, fatto un altro! — Siete cattive! — allora esclamò l'Ida con la voce piena di pianto ... In cuor suo, però, temeva; ne paventava il rancore, la vendetta; tanto più che Giulio veniva in licenza, e i fidanzati di quelle due non si erano ancor visti ... Tanto, non c'era più niente da fare ...
Il fiore (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)

... credes' esser più bella che fata; E 'mmantenente pensa a gir pelando Colui che prima tanto l'à lodata ... LVIII Amico «Le giovane e le vecchie e le mezzane Son tutte quante a prender sì 'ncarnate Che nessun puote aver di lor derate Per cortesïa, tanto son villane: Ché quelle che si mostran più umane E non prendenti, dànno le ghignate ... Tu·lle dirai: ‘Madonna, i' m'assicuro A questo far, ch'Amor m'à·ssì distretto Di vo', ched i' non posso aver soggiorno; Per ch'e' convien che vo' aggiate merzede Di me, che tanto vi son ito intorno; Ché·ssiate certa ched i' v'amo a fede, Né d'amar voi giamai no·mmi ritorno, Ché per voi il me' cor salvar si crede’ ... LXXI Amico «L'uom' apella il camin Troppo–Donare; E' fu fondato per Folle–Larghezza; L'entrata guarda madonna Ricchezza, Che non i lascia nessun uon passare, S'e' nonn–è su' parente o su' compare: Già tanto nonn–avrebbe in sé bellezza, Cortesia né saver né gentilezza, Ched ella gli degnasse pur parlare ...
Il fiore (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)

... E sì avea in sé tanta bellezza Che tutto intorno lei aluminava Col su' visaggio, tanto avea chiarezza; Ed un suo amico co·llei si posava ... LXXX Costretta–Astinenza Astinenza–Costretta venne avanti, E disse: «E' vien comeco in compagnia, Ché sanza lui civir no·mmi poria, Tanto non pregherei né Die né ' santi; E me e sé governa co' sembianti Che gli 'nsegnò sua madre Ipocresia ... «Veracemente ciò è veritate, Ma tuttor vi mettete in aventura! Mai i·lupo di sua pelle non gittate, No·gli farete tanto di laidura, Se voi imprima no·llo scorticate» ... LXXXII Dio d'Amore Amor disse a' baroni: «I' v'ò mandato Perch'e' convien ch'i' aggia il vostro aiuto, Tanto che quel castel si' abattuto Che Gelosia di nuovo à già fondato ...
Il fiore (pagina 11)
di Dante Alighieri (estratti)

... CXLIII Bellacoglienza e la Vecchia «Madonna, i' dotto tanto Gelosia Ch'esto presente prender non osasse; Che·sse domane ella mi domandasse: ‘Chi 'l ti donò?’, io come le diria?» ... Usanza me n'à fatta sì savietta Ched i' non dotterei nessun lettore Che di ciò mi facesse desinore, Ma' ched i' fosse bella e giovanetta: Chéd egli è tanto ched i' non finai Che·lla scïenza i' ò nel mi' coraggio; Sed e' ti piace, tu l'ascolterai, Ma i' no l'ebbi sanza gran damaggio: Molta pen' e travaglio vi durai; Ma pur almen senn' è remas' e usaggio ... Ché sie certana, s'i' fosse dell'aggio, Figliuola mia, che tu·sse' or presente, Ch'i' gli pagherè' ben di lor oltraggio, Sì che ciascuno farè' star dolente: Già tanto non sarebbe pro' né saggio Ched i' non ne facesse pan–chiedente ... Ben disse ver, quel conto ò i' ben saldo; Ma, per l'agio ch'i' ebbi, tanto e tale Che tutto quanto il cuor mi ne trasale, Quand' i' rimembro, sì ritorna baldo ...
Il ponte del Paradiso (pagina 2)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... ogni tanto guardandola negli occhi con aria supplichevole, che pareva domandare un supplemento di grazie sovrane ... Per questo, viva la faccia della contessa Galier, fosse pure con tutte le sue grinze, donde tra la cerusa e il belletto brillava e scoppiettava sempre l'arguzia, mentre era lei la prima a ridere degli sforzi inani che faceva allo specchio, per levarsi vent'anni di dosso! Ma quella Margherita Cantelli era tanto carina! E niente puppattola, come pareva che volesse gabellarla in un momento di stizza la sua Livia adorata; semplice, intelligente, buona e cortese, un vero angelo in terra ... La buona signora Adriana si era finalmente adattata all'idea di quelle nozze, che le spiacevano tanto ... A Venezia la signora Adriana compariva assai raramente, appena quel tanto che bastasse a dimostrare che non dimenticava affatto la patria ... Un po' strana, a dir vero, la sua dolce metà, e alle volte neppur tanto dolce; ma egli l'amava così ... Raimondo Zuliani nel profondo dell'animo era fatto così; banchiere poeta; poeta senza far versi; poeta nella delicatezza e nella vivacità di un'indole tanto più forte ne' suoi scatti improvvisi, quanto più era ordinariamente compressa dalla necessità e dalla consuetudine; poeta nel culto dell'amicizia, poeta nella adorazione per la sua Livia, di cui era innamorato come il giorno che l'aveva conquistata, fra tante difficoltà, fra tanti contrasti, e non ...
Il ponte del Paradiso (pagina 4)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Perchè dunque appariva allora tanto diverso? Che fosse ammalato? Raimondo Zuliani, senza far tante indagini, notando solamente la novità della cosa, ebbe compassione di lui; e venutogli accanto, lo aveva tratto bel bello verso le signore Cantelli, a cui l'amico non si era ancora fatto vivo altrimenti, che con un rispettosissimo inchino ... Peccato che gli fosse parsa ridicola, tanto che non ci si era fermato su, e non aveva scritto quel bigliettino di scusa a Raimondo, magari mettendosi a letto, per non esser colto in flagranti di bugia, dal più caldo, dal più prepotente degli amici! Si pentiva allora, si pentiva amaramente di non aver colta a volo l'idea, balenata nella mattina al suo spirito, come unica e vera àncora di salvezza che gli porgeva un buon genio ... Pensava giustamente, la bellissima fanciulla, che tanto e tanto avrebbe dovuto dire di sì; il meglio era dunque di dirlo subito ...
Il ponte del Paradiso (pagina 6)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

...  — E più avrebbe detto, tanto era seccata ... — Senza conoscerla! — esclamò egli, tanto per dire qualche cosa ... E stava bene così, era più bella che mai, mettendo in mostra il volume dei capelli neri, ondati e lucenti, che sull'incarnato del viso luccicavano due volte tanto, con mobili riflessi turchini ... — Non doveva il signor Aldini accompagnare la Galier? tanto più che sono così vicini di casa? — Capisco; — rispose Raimondo ...
Il ponte del Paradiso (pagina 8)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Raimondo Zuliani, che per sè non aveva preso un soldo di dote, ragionava così per una volta tanto, seguendo l'opinione dei più ... La sposa, per quel conte, doveva venir di lontano alla sua immaginazione sempre sveglia; e doveva venire dopo due anni d'attesa, due anni che infine gli erano serviti per conoscer meglio l'Aldini e per stimarlo di più; tanto in quei due anni l'amico suo aveva guadagnato ancora in serietà, rompendola asciuttamente con certe galanterie da vagheggino, e a grado a grado liberandosi da tanti perditempi del suo primo anno di vita veneziana ... E perchè la signora Eleonora aveva accennato ad una fermata piuttosto lunga, più che giustificata dal desiderio di trattenersi quanto più potesse col suo Federigo, il quale tra non molto doveva imbarcarsi per un viaggio assai lungo, il conte Aldini si prese amabilmente la briga di stendere a voce una specie di elenco, distribuito per settimane, delle gite che la signorina Margherita avrebbe potuto fare, osservando, senza troppo stancare la mamma, tutto ciò che offriva Venezia allo studio di una viaggiatrice tanto intelligente, e capace di gustare ogni cosa notevole nella storia, nell'arte, ed altresì nell'industria paesana ... Voleva infatti congedarsi presto; ma non ne fece nulla, tanto la conversazione si era animata tra loro ...
Il ponte del Paradiso (pagina 16)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... E si ripromise ancora di andare una seconda volta alla Accademia di Belle Arti, dove ce n'erano altre sei del Longhi, da lei neppure guardate nella prima sua visita, tra perchè si ritrovavano confuse in una minutaglia di quadretti della raccolta Contarini, e perchè non era andata là in compagnia d'un cicerone di tanto criterio e di tanto buon gusto ... — Si può pensare a Parma, vivendo da tanto tempo così volentieri a Venezia? — VI ... Filippo Aldini balenò un istante, e rimase un tratto senza parola, tanto era sconcertato ... — È un paese tanto simpatico! Ci dev'essere anche la storia d'una fata, che non ho potuto raccogliere ...
Il ponte del Paradiso (pagina 20)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Egli era poi così intento a lei, così pieno di riguardi per la mamma! E certo, per esser tanto malinconico, il signor Filippo aveva le sue buone ragioni; lei ricca, e fors'anco creduta più ricca del vero; egli non tanto, da poter aspirare a lei ... Margherita aveva ben capito, da certi discorsi, che il conte Aldini aveva appena del suo tanto per vivere signorilmente da scapolo ... — Tu pensi sempre al tuo sogno, Raimondo! — Ma sì, e più che mai; tanto più che non è un sogno ...
Il ponte del Paradiso (pagina 21)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Amabil ricambio di gentilezze coniugali! E tanto meglio, del resto ... Un po' fuori di mano, veramente, ma non troppo lontano dal corso Vittorio Emanuele; tanto che quella cara matta della contessa Galier aveva detto una volta: — Il conte Aldini ha scelto quel luogo remoto per farmi la corte; perseveri! — Sul corso Vittorio Emanuele si avviava il giorno appresso, tra il tocco e le due, la signora Livia Zuliani ... La signorina Margherita si era tanto invaghita di quel motivo architettonico, ci ritornava così spesso col pensiero e col discorso, che il conte Aldini aveva creduto obbligo suo di fargliene un piccolo disegno a matita, da restare come un ricordo della loro passeggiata artistica per i calli di Venezia ... Ma no, niente ritratto; il disegno raffigurava un ponticello, uno dei tanti che cavalcano i piccoli canali della città, con due spigoli di case, e qualche saggio di scultura medievale; anticaglie, vecchiumi, e mezzo anneriti dall'umidità, dalla mancanza di luce, ch'ella non riusciva ad intendere come piacessero tanto agli artisti ... — Grazioso tanto! E colle sue figurine alte un centimetro! — Infatti, il disegnatore aveva animata la scena, mettendo sul ponte tre figurine, accennate con pochi tratti di matita ... — Un ottimo signore, e tanto garbato; — disse la signora Eleonora, quando egli si fu allontanato ...
Il ponte del Paradiso (pagina 22)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... — Oh, dica da parecchi; mio marito lo vede tanto volentieri! — La signorina Margherita era rimasta alquanto più in là, davanti al disegno del conte Aldini, che voleva mettere per precauzione tra due fogli di carta ... — Ha tanto da vivere; scarsamente, perchè i suoi non gli hanno lasciato di più; ma non avendo famiglia, diciamo pure che ha tanto da vivere ... Viene spesso da noi, e ciò, me lo lasci dire in confidenza ad una signora assennata come lei, potrebbe anche essere pericoloso; tanto che alle volte, approfittando per l'appunto della occasione, vorrei fargli una ramanzina coi fiocchi ... — E quale? — La religione, non le pare? E non già quel tanto di religione che consiste nel pregare a certe ore, biascicando frasi che spesso non s'intendono, e si ripetono macchinalmente, senza pensarci più che tanto; ma la religione piena, intiera, meditata, che c'insegna i nostri doveri, facendoci intendere la bellezza e gustare la felicità d'una coscienza tranquilla ... La signora Livia, che non se l'aspettava davvero, n'era rimasta maravigliata, e quasi sopraffatta, tanto che per un istante, pensando alle ragioni enumerate dalla sua interlocutrice, dimenticò quelle che avevano determinata la sua visita e la sua piccola alzata d'ingegno ...
Il ponte del Paradiso (pagina 26)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Mia moglie ha raccattato ciarle d'invidiosi, e, senza pensarci più che tanto, le ha riferite ... Sappia bene, signor Raimondo, che il conte Aldini, a Lei tanto caro, io l'ho per così e per così ... — Mamma, perdonami! Ieri ho dovuto sentire per forza; parlava tanto alto, quella signora! Oggi, ho voluto; non potevo resistere: avrei avuto più febbre, a restare laggiù nel mio letto ... E ancora, intendo parlare delle Galier che non abbiano raggiunta l'età del giudizio: perchè infine l'età del giudizio viene per tutte, e tanto peggio per quelle tra loro che non ne sanno approfittare ... Del resto, niente di male; — concedeva bonariamente Raimondo; — sono gran signore, e non si mettono al bando per così poco; diventando più serie, riguadagnano in gravità ciò che hanno perduto in leggerezze, tanto che un bel giorno te le fanno perfino venerabili; un passo ancora, e sono canonizzate sante ...  — Si rideva, allora; e tanto più rideva la signora Livia, poichè non credeva che suo marito fosse l'uomo più adatto a simili uffici ...
Il ponte del Paradiso (pagina 27)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... famiglie storiche guadagnino un tanto a rimaner sepolte nella storia, fasciate nelle loro bende imbevute di aromi ... È indisposta; e non dev'essere una cosa tanto leggera, perchè sua madre non me l'ha lasciata neanche vedere ... — In che cosa, di grazia, qualche mia parola a proposito del tuo amico, sua conoscenza casuale, e neanche di antica data, poteva dispiacere tanto alla signorina Cantelli? — Ma tu non sai ... — Mi annoia sempre un pochino che tu t'innamori tanto d'altre persone ...
Il ponte del Paradiso (pagina 38)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Tutto ciò farebbe scandalo tanto più grave, in quanto che, non essendo conosciute le cagioni della rottura, il mondo ne imaginerebbe a sua posta ... Con uno sforzo violento venne a capo di padroneggiarsi, tanto da poter finire di minutare la lettera rimasta interrotta; poi chiamò il signor Brizzi, per dargli le opportune istruzioni ... Ed ella di tanto in tanto, col pretesto d'infilar l'ago, mandava una rapida occhiata al marito; ed egli, a più lunghi intervalli, come se si destasse ad un tratto da una specie di letargo, attaccava qualche discorso vano, che tosto lasciava cadere ... Disgraziatamente Raimondo teneva gli affari e le lettere d'affari per sè; ed era un gran fatto che per una volta tanto si fosse lasciato cavar di bocca quel poco ... La quale, frattanto, pensava che suo marito, anche avendo perduto o corso rischio di perder somme più forti, non era mai stato tanto accorato come quel giorno, tra le sei e le nove di sera ...
Il ponte del Paradiso (pagina 39)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... avvalorata in lei vedendo ritornare a casa Raimondo così profondamente turbato: ma la fiducia si era dileguata oramai, e tanto più facilmente quanto era stato più rapido il trapasso di Raimondo dalla insolita tristezza al buon umore consueto ... Senza dubbio, quella lettera usciva dal banco Zuliani; lo diceva la busta con tanto di bollo; lo diceva la nota calligrafia commerciale del signor Brizzi degnissimo ... E come aveva dovuto lavorar di fine, per giungere a tanto! Il banco Zuliani si soleva chiudere poco dopo la partenza del principale ... „ E nient'altro: ma quel tanto bastava ad illuminare la signora Zuliani ... Tra poco, al gran freddo sarebbe succeduto un gran caldo; tanto già incominciava la febbre a darle travaglio ...
Il ponte del Paradiso (pagina 58)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Vuol dire di no! Ed io son tanto lieto di darle ragione, che ancora una volta, e sempre, dirò come Lei ...  — Anch'egli, in questa piccola scherma, cercava d'ingannar la sua cura; una cura tanto più molesta al suo spirito, in quanto che doveva essere inerte, non obbligandolo a scuotersi, a darsi moto, per iscongiurare un gran guaio ... Ella, di tanto in tanto origliando agli usci, lo aveva sentito scrivere, rovistar carte, scrivere ancora fino alle undici, e poco dopo andarsene a letto ... Ella era disfatta, quel giorno, quasi sformata nel viso; tanto che la cameriera, osservandola, non aveva potuto trattenersi dal dirle: — Signora, si sente male? Vuole che mandiamo pel medico? — Che! che! — aveva risposto ... La signora Adriana, che a Venezia e nella casa del figliuolo era comparsa in sette anni tre volte, e da oltre un anno non si lasciava vedere, per qual cagione si presentava allora, senza neanche il pretesto di una occasione solenne? Chiamata da Raimondo, forse? Anzi senza il forse; non mostrava ella, appena arrivata, di saper tutto, o quasi? Ne faceva testimonianza manifesta la sua severità, che superava di tanto la freddezza consueta delle sue relazioni con la nuora; si aggiungevano a quella severità di contegno le sue parole così gravi, e lo ...
Intrichi d'amore (pagina 3)
di Torquato Tasso (estratti)

... CAMILLO Sappi, Magagna, che non è uomo, in questo mondo, tanto savio, nè tanto fedele, che non si ritiri al suo commodo ogni volta che se gli attraversa qualche proprio interesse ... Lavinia mi rifiutarà tanto più sapendo l'indegnità mia, la qual s'io nascondo non potrò ottener Cornelia, cuore del mio cuore ... GIALAISE È possibile ca quanto chiù stai co mico, tanto manco sai? poichè non t'avertiste de chillo arteficio usato pe me, ca pe sapere in che manera isso l'avea ditto, io lo provocai, dicendoli mulo cornuto ...
Intrichi d'amore (pagina 5)
di Torquato Tasso (estratti)

... LAVINIA Sì, ah? e per ciò ne dicevi male, per levarmelo dal cuore! Tu sei da tanto? Tu ardisci opponerti all'amor mio? Tu sei causa del mio travaglio? Per te non mi ama colui, per te m'odia? Non so chi mi tiene che non ti cavi gli occhi ... Ma sciocco son io, che vado calculando li fatti altrui e non so reanumerare i miei; anzi, quanto più penso dedurre travaglio dalla somma di miei travagli, tanto più il numero si fa infinito ... In tanto che dandomi in preda alla disperazione son fugito di casa, lasciando il mio padre vecchio; e non tenendo altro figlio che me, vive discontentissimo ... Lasciate dunque, Messer Manilio mio, il tanto condolervi della fuga, o vogliamo dire della perdita, di vostro figliuolo, e a questo nuovo accidente porgete nuovo rimedio; come saria in disporre altrimente della vita e della robba vostra ...
Intrichi d'amore (pagina 10)
di Torquato Tasso (estratti)

... Meglio sarà che io anticipi; che anticipando si risolverà a concluder meco non potendo con il figliastro, tanto più <che>, come essa intenda l'amor di Camillo e di Lavinia, si sdegnarà con Camillo, e Magagna entrarà per lo terzo, Rodomonte ... Così accade alle donne che si pigliano oggi un piacere e domani l'altro, salendo di male in peggio; cadeno, dopo, tanto volentieri che infamano non solo elle istesse, ma ancora tutto il parentado ... LAVINIA Il piacere che mi ho preso è stato perchè voi mi diceste: figlia mia, non ti affaticar tanto, datti alcuna volta qualche sorte di spasso, non andar così sconcia, conservati questi capelli, lavati il volto, va polita, che altrimenti ogni uno ti dirà che sei una sciocca, una sparmia-fatica ... Se la mia trista fortuna mi ha tocco sin adesso nella robba, nelli mariti e nella persona propria, al presente per colmare il sacco tenta di toccarmi anco nell'onore; cosa di tanto pregiudizio maggiormente a noi altre donne, perchè la donna, perdendo l'onore, non è più donna ... Leandro, quella donna ci mira fissamente; che vorrà da noi? E io quanto più miro, tanto più mi pare che sia Brianda mia ...
Intrichi d'amore (pagina 36)
di Torquato Tasso (estratti)

... In tanto che, non vi essendo peccato, non vi resta infamia, anzi siamo tutti degni di lode: quia sicut hae mulieres, quae ad suos viros reverti nolunt, impiae sunt habendae; ita illae, quae in affectum ex Deo initum, redeunt, merito sunt laudandae ... Or che, Brianda mia, li cieli permettono, dopo tanti infortunii e pericoli di morte, io vi vegga viva e salva, ritorno a voi, desiato mio porto, come nave combattuta da varie tempeste, per riposarci insieme felicemente; e però vi abbraccio e vi stringo, e così stretta e abbracciata a pena credo che abbracciata e stretta vi tenghi, anima mia, che vi credevo in Cielo tanto lontano da noi ... FLAMINIO Entriamo dentro, Signori, che volendo qui fuori riferir tutte l'allegrezze delle quali ciascun di noi è pieno, vi correria lungo tempo; e oltre che si starebbe a disaggio, non converria a dimorar tanto in strada ... Anzi serà grandezza la mia, a 'nalzare una donna da me tanto amata; e le cose ca se fanno pe amore sono escusabili ... GIALAISE Quietati, ca na Principessa no' avarà tanto quanto avarai tu ...
L'Olimpia (pagina 2)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Come ella giunse, cominciò Sennia con belle parole a dirle che l'avea maritata, e pregandola ci consentisse e le desse quell'ultima consolazione che tanto tempo avea disiato da lei; percioché sapendo la ricchezza, il parentado e il valore di questo capitano, gli l'avea promessa da sua parte, tenendo per fermo che, come obediente figliuola che l'era stata sempre, non sarebbe stata contraria al voler suo ... Pur facendo forza a se stessa, fingendo buon viso, con certe lusinghette rispose che non volea cosí tosto allontanarsi da lei, non avendo conosciuto né altro padre né altro fratello che lei; e che tanto sarebbe lasciarla quanto lasciar la propria vita, massime essendo vecchia, malsana e in etá da esser governata, e che avea bisogno d'una che le fusse stata serva e figlia insieme sollecita alla sua salute ... Cosí la lasciò per parecchi giorni; pur veggendola star ritrosa, l'ha fatta esortar da parenti, da amici e da vicini ancora; al fin conoscendola ostinata, l'ha fatto intendere che tanto vuol che sia sua figlia quanto l'è ubidiente… ... Dicono i medici del mio paese che si trova una infermitá che si chiama «lupa», che dá una fame tanto affamata che quanto piú mangia piú s'affama ... La fame ha preso tanto dominio sopra di me, che quanto piú cerco torlami da dosso piú vi se attacca ...
L'Olimpia (pagina 3)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... E sta tanto fitta su questi pensieri e s'affligge tanto amaramente che farebbe compassione alla crudeltade: par che d'ora in ora me la veggia morire in braccio ... E digli a bocca che l'ho amato assai piú in assenza che non l'amai in presenza, e che solo un refrigerio ho avuto in questa lontananza: che mi sono trasformata in pensiero e stata tanto sospesa in lui che mi sono dimenticata di me stessa e dell'affanno dove viveva, che non l'ho lasciato scompagnato un sol passo, che gli sono stata sempre intorno come l'ombra sua: e che si dimentichi Idio di me se per un sol punto mi sono io dimenticata di lui; e per quanti momenti di piacere ho avuti lontano da lui, tanti mille anni n'abbia di discontento; e se per merito d'altra persona son cambiata mai di fede, cada nel piú basso stato di miseria che si trovi… ... Onde s'è vero quello amore ch'ha detto portarmi, e se non ha sepolto con la lontananza la memoria di chi tanto mostrò d'amare, ch'or è tempo mostrarlo; non lo spaventi periglio o fatica, che solo a chi ben ama ogni affanno è legiero… ... Aggiongivi altro tanto del tuo, Mastica, sai ... (Tanto abbi l'anima quando l'arai!) ...
L'Olimpia (pagina 7)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Io darò tal calcio dietro a questo furbetto che lo farò andar tanto alto che, se ben portasse seco un fardello di pane, gli sará piú periglio di morirsi di fame per la via che morirsi della caduta ... E quest'altro vo' che assaggi un pugno delle mie mani, ché so che non è duro il suo osso come la mia carne, e li farò tanto minuta la carne e l'ossa che non será buona per pasto delle formiche… ... Non con tanto impeto, padrone ...
L'Olimpia (pagina 9)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... D'oggi innanzi cominciarò ad avervi in piú stima e gloriarmi di questa mia bellezza, poiché è piaciuta a persona tale che è posta in tanto pericolo per amor mio ... O Dio, potessi allargarmi questo ventre altro tanto per verso, spalancarmi questa bocca, accrescermi un altro filaro di denti, allongarmi questo collo, che se mai fui Mastica ci serò questa sera, che non cessarò di masticar mai finché non toccherò con le dita che son pieno fin alla gola ... Me ne andrò a riposare, ché ho tanto menato le gambe per compir presto il viaggio che par che abbia una fontana di sotto ... Non tanto male a' poveretti: è troppo gran vendetta ...
L'Olimpia (pagina 10)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... O che ella fusse cieca per non veder ciò che fai, o tu stropiato e mutolo per non toccarla e parlar tanto ... né mostrar atti onde stimar si possa che tu l'ami? E questo lo dico per tuo bene, accioché per troppo goder del bene nol perdi, over come mosca tanto ti tuffi nel latte che ti anneghi ... Quanto piú dura a scoprirsi questo tuo amore tanto piú goderai ... Come puoi tu veder tanto? LAMPRIDIO ... Io non so che squadrar, che pensar e che fingere, perché l'inganno che han fatto è tanto verisimile che par piú vero della veritá; e una verisimil bugia è piú creduta d'una semplice veritá ... A me duole che quel romano col suo Mastica abbino tanto ben saputo tessere questa trama che gli sia riuscita meglio che desiavano, e voi siate scorto per buffalo; e la metá di questa vergogna è mia che non sappi in questo bisogno aiutarvi ...
L'Olimpia (pagina 11)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Tanto è ... Non è tanto, no: misurate bene che senza cagione volete rompere l'amicizia meco ... Due fette di prisciutto; due di formaggio tanto sottili che traspaiono come lanterne, che te ne potresti servir per occhiali; due oncie di carne tanto minutata sottile come se volessi dar a beccarla a losignuoli; pan duro di dieci giorni che ci bisogna la fame di tre settimane per divorarlo ... O patria dolce, o case tanto desiderate di rivedervi! Oh quanto mi parete piú belle del tempo passato! Che ti par, Eugenio figlio, di questa cittade? EUGENIO ...
L'Olimpia (pagina 18)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Sète voi tanto infelice? SENNIA ... Né tanto v'imaginavate aver perduto onore quanto n'avete al doppio racquistato ... Però per questa allegrezza faccisi grazia a quei presciutti che sono stati tanto tempo appiccati senza ragione; e per esser piú persone di nuovo aggionte, bisogna comprar piú robbe per lo banchetto e tener corte bandita ... Non arei potuto vederne piú chiaro segno, e per rendervi le debite grazie di tanta affezione mi mancano le parole: però vi priego che col vostro savio discorso consideriate quel tanto obligo che vi debbo e per natura e per debito, e facci Iddio che io viva tanto che possa dimostrarlovi ... Fa' che ami la tua Olimpia, poiché ne hai tanto patito e fatto patire ad altri ... O Dio, e io era cagione di tanto male! quanto conosco che ti son debitore! Ecco mio padre, il qual non men che io t'ama e riverisce ... Signora mia, se non volevate che mio figlio avesse usata tanta impertinenza, non dovevate far figlia tanto bella né di tanto onore e di tanto merito, ché bastarebbono ...
L'amore che torna (pagina 48)
di Guido da Verona (estratti)

... La cosa ti pare poi tanto grave? — No; ma ti credevo innamorato di Elena ... Quest'uomo, in alcuni momenti, esasperava i miei nervi, e quanto più mi sentivo divenire la sua preda necessaria, tanto più la mia fierezza lo respingeva con una specie di sorda ostilità ... — Tanto meglio ... Per prima cosa mi recai da un gioielliere, il quale aveva nella vetrina un anello, che un giorno Elena, passando, aveva tanto ammirato ...
L'amore che torna (pagina 56)
di Guido da Verona (estratti)

... — Perchè? Rimase un attimo a guardarmi con fissità, poi disse: — Tanto non mi ami più! — E covertasi la faccia con i due palmi, ruppe in un pianto incontenibile ... La sua voce sonò così ferma, le sue parole furon tanto inattese, che non seppi trovare alcuna risposta e solo profferii smarritamente il suo nome ... Questo voleva dirmi la donna che mi aveva tanto appartenuto, la sola per la quale non avessi considerato l'amore come una dolce avventura che passa e fluisce ... — Come sei crudele! Ancora, guardandola, mi sembrò che fosse tanto bella come nessuna cosa fu mai bella nel mondo, e un infinito smarrimento s'impossessò dell'anima mia ... — Anche tu lo sai, Germano? — E come non lo saprei, se ti amo, se ti ho amata sempre con tanto dolore! — Un'altra pausa interruppe le nostre parole; lunghe torme di visioni attraversarono la memoria evocatrice ...
La favorita del Mahdi (pagina 11)
di Emilio Salgari (estratti)

... Ella cacciò il pugnale in un braccio del negro che si coprì tosto di sangue, ma Notis le afferrò i polsi e glieli torse tanto da farle abbandonar l'arma ... Abd-el-Kerim, quantunque gli ripugnasse il battersi col fratello di colei che aveva tanto amato prima di aver veduto l'almea, non tardò a mettersi di fronte a lui, colla calma propria degli orientali ... T'inquieta tanto questo nome? —A che nominarmela? Credi tu di turbarmi l'anima e d'approfittarne per cacciarmi il tuo ferro in mezzo al petto? Se è così, sei più vile e più miserabile di quello che ti credeva ... Egli s'avventò addosso al greco colla rapidità d'un lampo, incalzandolo vigorosamente, stringendolo tanto che l'avversario fu forzato a rompere e a fare un passo indietro ...
La favorita del Mahdi (pagina 12)
di Emilio Salgari (estratti)

... Ho da vendicare Elenka e la frustata che tu mi hai dato in volto e di più ho da far mia quell'almea che tanto mi abborre ... Tanto meglio per me e tanto peggio pel mio rivale ... Tanto meglio, se mi credono bello e morto ... Ora che lei mi aborre, sento d'amarla ancor più, e tanto che ...
La favorita del Mahdi (pagina 57)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Abd-el-Kerim urlava la sventurata cogli occhi stravolti, schizzanti fuori dalle orbite, Abd-el-Kerim dove sei?… lascia che ti veda, lascia che ti abbracci, lascia che ti contempli! Dove sei, vieni da me, dalla tua Fathma che tanto ti amò, vieni fra le mie braccia… Prigioniero!… M'hanno detto che tu sei caduto prigioniero!… No, non è possibile, non è vero… mi hanno ingannato… ma perchè non vieni, ah! è adunque vero, i ribelli ti hanno preso, ti hanno condotto via… Maledetto sia il Mahdi!… Si dimenò per qualche tempo urlando e ruggendo come una belva, straziandosi le labbra coi denti, stringendo freneticamente le braccia di O'Donovan e di Omar che si sforzavano di tenerla ferma, poi con un improvviso scatto si alzò a sedere colle mani tese innanzi a sè ... Chi è questa orribile creatura che tanto odia e che tanto la sgomenta? —Delira, rispose Omar ... Se noi siamo tanto fortunati da rompere le orde del Mahdi e di entrare in El-Obeid, chissà si potrebbe ritrovarlo fra i prigionieri ... Cosa ti è accaduto? Perchè tanto spavento? Viene forse Hicks pascià? —Silenzio, balbettò il negro ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 4)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Accostiamoci un poco, che intendiamo la cagione di tanto concorso; poca può essere la perdita di sì pochi passi ... Credo che tu dichi il vero, perchè, s'io non m'inganno, ho visto fra la moltitudine de' fanciulli, i famigli che servono al vicario del vescovo; ma che danno ce ne può egli mai avvenire d'andare in fin colà? anzi più tosto credo io ci sarà utile, se non grande, almanco tanto che, quando torneremo, aremo voglia di mangiare; ma forse che porterà la spesa, che saria facil cosa intendessimo qualche novità, perchè io penso che sia presa una strega, e che tanto popolo insieme con i fanciulli corra a vederla ... [Ovidio] Non ti pare egli che quei versi, tanto diversi in fra di loro, dimostrino ancora la natura diversa e contraria delle streghe? Quelli si poteva giudicare che fussino uccelli amorevoli, facendo l'uffizio della balia, e questi altri si può dire che siano molto nocevoli, che, bevuto il sangue de' fanciulli, gli facciano morire ... Penso ben più tosto, che quelli stessi uccelli per opera di demonj maligni apparischino in forma di balia che cerchi d'ingannare, e tanto più che quel demonio falsamente creduto Iano insegnò il rimedio del fascino, tre volte toccando gli usci, e altrettante segnando i sogli con foglie d'arbatro, spargendo l'acqua su l'entrata, e l'altre cose macchinando che non erano sacre, ma portenti esecrabili, avvenga che anco i medici ne parlino, onde si legge quello: In oltre se la Strega a notte oscura Preme in bocca il veleno al picciol figlio Mungendo l'empia a sè la mamma impura; [Da Quinto Sereno ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 14)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Laonde quelli che fusseno stati senza fede, avesseno facilmente a sospettare tal cose essere fatte, o per sorte, o per destino, acciocchè fussino oppressi dalla grandezza della calamità, se per viva forza la fede non si mantenesse, risvegliata di nuovo in questa terra per tanti miracoli fatti dalla Vergine Madre di Dio, i quali siccome per loro stessi confermano la fede cristiana, così per accidente la corrobora ancora quello che confessano le streghe, per mezzo del quale conosciamo (per il gran numero de' testimonj, così a uomini come di donne) i demonj maligni essere nimici alla verità cristiana, la quale, quanto più si sforzano disperdere e offuscare, tanto più si viene ad innalzare e risplendere in tutti i modi ... Non è da ricusare il convito dell'amico, e tanto più degno, quanto che ci sarà manco da mangiare e più da ragionare ... Domandate alla Strega di quello che più vi piace; io lascerò costui qui in mio scambio tanto che io torni, perocchè in tanto farò provvedere da mangiare ...
La trovatella di Milano (pagina 4)
di Carolina Invernizio (estratti)

... La bella guantaia si era fatta triste e pensierosa, tanto che Annetta non potè a meno di accorgersi che qualche cosa di strano avveniva in lei e l'interrogò con somma dolcezza, accarezzandola come quando era bambina ... La popolana malediva fra sè il giovane venuto a turbare la pace della sua casa; ma trascorso quasi un mese e colui non essendo ricomparso, Annetta tornò affatto tranquilla, tanto più perchè Maria aveva ripresi i suoi bei colori, l'allegria di prima ... Credeva realmente che quel bellissimo giovane, il quale le giurava con tanto calore di farla sua moglie, si chiamasse Gabriele Terzi ...
La trovatella di Milano (pagina 6)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Rientrò nel suo spogliatoio profondamente accasciata e lasciatasi cadere su di un divano, nascose il viso sconvolto in un guanciale di velluto ricamato e pianse, pianse lungamente, mormorando fra i singhiozzi: —Oh!… infame, infame… ed io che l'amavo tanto ... E gravemente, con una tristezza infinita: —Io?—esclamò—E mi crederesti capace di un'azione così vile? —Perdono, perdono—proruppe Maria come fuori di sè, gettandogli con impeto le braccia al collo—è stata quella contessina che me l'ha detto e mi fece tanto male ... Bah! finirà anche lei a consolarsi ed è tanto bella, che non mancherà di trovare qualche gonzo che la sposi ...
La vita comincia domani (pagina 36)
di Guido da Verona (estratti)

... Quand'egli vide la donna genuflessa ed il cadavere supino, gli parve che un legame li unisse, che una simiglianza fosse tuttavia tra le lor dissimili positure, ed offeso da quella concordia che gli era nemica si aderse contro di loro con una ferma violenza, levando tanto più la fronte, quanto più l'amante sua la curvava nella vergogna nel rimorso e nelle lacrime per il morto ... Nel medesimo tempo egli guardò il morto e gli parve straordinario che vicino ad un cadavere si trovasse una cosa tanto profana ed avesse, nell'atto che compiva, una qualsiasi comunanza con lui ... Un usignuolaccio, fuori, nella notte, nella ramaglia nera e balenante sufolava con ironia collerica, e tanto presso e tanto forte, che lo stordiva ...
La vita comincia domani (pagina 39)
di Guido da Verona (estratti)

... Intorno alle quattro torciere si ravvolgevan spirale da ramoscelli fioriti; le fiamme piegate dal vento si allungavan come lingue vibrátili; ogni tanto se ne staccava una specie di vampa nera, che pareva guizzar via nell'ombra, di qua, di là, velocissima ... Tancredo per poco non dette un urlo, tanto al vedersi quella faccia era spaventosa ... Il giovane bifolco, cedendo al sonno, di tanto in tanto le piegava il capo su la spalla, ed ella con un urto lo faceva sobbalzare ... Cominciò a scorgere nel vano della finestra un gran disegno di alberi, che ogni tanto si piegavano rumoreggiando, come larghe ondate ... » Il prete ogni tanto si cavava di tasca la tabacchiera, e di nascosto ne prendeva un pizzico, tirando su ...
La vita comincia domani (pagina 77)
di Guido da Verona (estratti)

... Erano entrambi così assorti nelle reminiscenze d'un passato non lontano, che tanto Novella come Andrea non avevano quasi pensato alla gioia di rivedere il loro bimbo ... Nel medesimo tempo egli guardò il morto, e gli parve straordinario che vicino ad un cadavere si trovasse una cosa tanto profana ... — «Vedi?» Un usignolaccio, fuori, nella notte, nella ramaglia nera e balenante, sufolava con ironia collerica, e tanto presso e tanto forte, che lo stordiva ...
Le femmine puntigliose
di Carlo Goldoni (estratti)

... Vero è che questo Essere per taluni sarà funesto, e meglio sarebbe per essi, che stati non fossero, ma colpa sarà celesta del tristo abuso, che fatto avranno di un tanto bene, e confessar dovranno aver posseduto quella inesplicabile felicità, che a tutte la altre poteva loro servir di guida ... Dopo la felicità dell'Essere, qual altra maggiore può immaginarsi oltre quella del nascere in grembo di Santa Chiesa, succhiando col latte la vera Fede, e cancellando coll'acque del Sacro Fonte la colpa de' primi nostri Patenti? Gli occulti, impenetrabili arcani della Provvidenza han noi arricchiti di un tanto bene Miseri quelli, che nati fra gli errori, ed allevati colle superstizioni, chiudono le orecchie alla grava, e induriscono il cuore sotto il peso della ingannevole educazione, ma più miseri quegli ancora che prevaricatori si chiamano del Vangelo, ribelli della Cattolica religione, i quali vendendo, a similitudine di Esaù, per poche lenti la Primogenitura Celeste, calpestano il più bel dono della imperscrutabile predilezione Divina Voi lo conoscete questo bel dono, e colle azioni vostre, e con i vostri ragionamenti date altrui a conoscere aver radicata nel petto la vera Fede ... Per questa parte, Veneratissimo Signor Cavaliere, chi può negare, che Voi non siate felici? Non parlo già dell'avvenenza esterna del vostro corpo, la quale non è poi tanto necessaria negli Uomini, ma dell'interna proporzion delle parti, dell'armonia degli organi, ove l'anima le sue operazioni principalmente eseguisce, la quale interna perfezion delle parti, se agli occhi non comparisce, coll'uso, e colla pratica si riconosce, quella egualità di temperamento, quella dolcezza di tratto, quella indifferenza per le vicende umane, la compassione verso de' bisognosi, la moderazione nelle passioni, l'umiltà in mezzo alle magnificenze, sono virtù dell'anima, non impedite in Voi da alcuna mala organizzazione del corpo, onde vi riesce di eseguire tanti abiti virtuosi, senza il contrasto delle passioni, e con facile studio della Ragione ... Il quarto grado dell'umana felicità lo reputo io il nascere da Genitori onesti, molto più poi da nobili Genitori, e tanto questa si accresce, quanto più puro è il sangue, che dà la vita ...
Le femmine puntigliose (pagina 2)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Sia ciò derivato per ragion dell'educazione, che a poco per volta ha regolato la macchina in virtù degli abiti virtuosi, o sia per la natura de' cibi, che hanno resa più delicata la complessione, o per la qualità degli esercizi, che quanto men faticosi tanto più rendono gentile il corpo, e avvenente, certissima cosa è, che il nascere da genitori nobili è un maggior bene ... Ciò non ostante, trovo preferibile per troppe ragioni lo stato nostro, e credo felicità l'esser Uomo, ed io mi consolo di esserlo, e mi rallegro con Voi, che lo siate, e tanto più ho ragione di rallegrarmi, quanto che non solo siete Uomo per la virile essenza, ma lo siete col senno, colla prudenza e colle virtù robuste dell'animo ... E che dirò io della umanità, della cortesia de' gentilissimi Fiorentini? Questa è adorabile sopra tutto; questa ha colmato me pure di beneficenze, e di grazie, e se tanto si è usato meco, senza mento, e senza grado, convien dire, che benignissimi sian per natura, e a compatire, e a beneficare inclinati ... Quivi parlasi quella Lingua, che tanto difficilmente dagli stranieri si scrive, ed utilissimo studio credo io per un Uomo di lettere, trattenersi per qualche tempo in Firenze ad imparar dalle Balie e dalle Fantesche ciò, che altrove si mendica dal Bembo, dal Boccaccio, o dal la Crusca medesima ...
Le smanie per la villeggiatura (pagina 10)
di Carlo Goldoni (estratti)

... GIACINTA Davvero, vi vedrei tanto volentieri ... GIACINTA Oh! che l'avrei tanto a caro ... FULGENZIO Ho detto tanto, ho fatto tanto, che quel buon uomo si è illuminato ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 3)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... Partito Bertoldo, Aurelia credendosi che ciò fusse la verità, subito andò a trovare le sue vicine e gli fece palese quel tanto che da Bertoldo aveva udito; le quali, udendo tal cosa, entrarono in tanta smania e in tanta furia che gettavano fuoco per tutto; e in meno d'un'ora si sparse tal nuova per tutta la città; onde si raccolsero insieme più di due milla femine, le quali, avendo discorso gran pezzo sopra tal fatto, si risolsero alla fine di andar a trovar il Re e quivi alla sua presenza gridar tanto e far tanto romore, che esso, vinto dalla loro importunità, si risolvesse a fare che la legge da lui nuovamente imposta non andasse più avanti ... E rivolto a quelle con faccia turbata, disse loro: «Che novità è questa ch'io sento? e di dove procede questa sollevazione? chi vi ha messo in tanta smania? dove nasce tanto fracasso? perché fate tanta ruina? sete voi forse spiritate? che malanno avete? Ditelo in mal ora, femine del diavolo» ... RE Che ingiuria, che dispiacere v'ho fatto io? Ditelo alla schietta, e non v'affocate tanto, cagne rabbiose che sete ... RE Tu sei stato un grand'inventore, ma però di malizia, e tu hai quasi causato un gran disordine oggi, e hanno avuto mille raggioni, non che una, a muoversi ad ira contro di me; e non potevo credere che il sesso donnesco fusse così privo di cervello che si movesse a far tanto rumore senza grandissima cagione; e qual maggior occasione di questa gli potevi tu dare a farle irritare verso di me? E a me parimente hai dato occasione di dire contro di loro quello ch'io non vorrei aver detto per tutto l'oro del mondo; e ne son dolente e pentito, e torno a dire che la donna è un fonte di virtù, un fiume di bontà, un giardino di costumi, un monte di benignità, un prato di gentilezza, un campo di cortesia, un specchio di prudenza, una torre di magnanimità, un mare di pudicizia, e un fermo scoglio di costanza e di fermezza ... BERTOLDO Tanto per male, quanto per bene si portano le ambasciate ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 7)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... Io so che le cose andrebbono per i loro piedi, s'elle avessero a passare per le vostre mani: non vi sarebbe cosa tanto secreta e occulta che non si sapesse in un'ora per tutta la città ... RE Io non son tanto ingrato ch'io non conosca i tuoi meriti ... BERTOLDO Questo non ti nego, ma ben ti dico che tanto sono fragili l'uno quanto l'altro, e quando ambo son rotti i pezzi si gettano là per le strade e dall'uno all'altro non si fa differenza alcuna ... Partissi Bertoldo, e il Re fece abbassar l'uscio della sua camera tanto che chi voleva entrare in essa, bisognava per forza inchinarsi con il capo; e ciò fece acciò che Bertoldo alla tornata ch'ei faceva si dovesse inchinare nell'entrare e così venisse a fargli riverenza al suo dispetto ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 10)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... SBIRRO Cancaro! Vi sono dei signori che non hanno tanto ... Ma io non posso parlare in questo sacco se tu non gli sleghi la bocca, tanto ch'io possa metter fuori la testa, che poi tornarai a serrarlo, come avrai inteso il fatto intieramente ... BERTOLDO Oh poveraccio che tu sei, non sai tu che il si dice che all'uomo audace giova il tentar la fortuna? Che cosa di male ti può intravenire in questo negozio? Vuoi tu che il padre di lei ti faccia dispiacere, come l'avrai sposata? Vuoi tu che lei, ch'è tutta modesta, dica che non ti voglia? Vuoi tu che la Regina, la quale è tanto larga e liberale, non voglia sborsare i danari per parere avara? Tutti si rimetteranno a quello che vuole il Cielo e la passaranno sotto silenzio, e tu andarai in casa della sposa e con il tempo sarai erede del tutto e sarai onorato da tutti come gentiluomo ... SBIRRO Tu me la dipingi tanto garbatamente, che quasi quasi mi hai fatto venir voglia d'entrare in questa impresa ... Eccomi qui risoluto per entrare nel sacco e fare quel tanto che tu hai detto, perché quando averò sposata costei, bisognerà ben poi ch'ella sia mia e che tutti abbino pazienza al suo dispetto ... SBIRRO Io non parlerò più, ma appoggiami al muro, perché mi stancherei a star ritto tanto ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 14)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... E per mostrargli parimente in quest'ultimo fine l'affetto ch'io gli porto, gli lascio questi pochi di documenti, i quali non si sdegnarà accettare e osservare insieme, ancor ch'essi eschino fuor della bocca di un rustico villano, e sono questi, cioè: Di tenere la bilancia giusta, tanto per il povero, quanto pel ricco ... Così si partirono i detti cavalieri, e tanto andarono girando attorno che gli trovarono ...
Marocco (pagina 63)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Gli domandai dunque che impressione gli avessero fatta le grandi città europee non aspettandomi peraltro di sentire grandi espressioni di meraviglia, perchè sapevo, come tutti sanno, che dei quattro o cinquecento negozianti marocchini che vanno ogni anno in Europa, la maggior parte ritornano nel loro paese più stupidamente fanatici di prima, quando non ritornano più viziosi e più birbanti; e che se tutti rimangono stupiti dello splendore delle nostre città e delle meraviglie delle nostre industrie, nessuno però ne rimane scosso nell’anima, acceso nella mente, spronato a fare, a tentare, a imitare; nessuno intimamente persuaso della inferiorità complessiva del paese proprio; e nessunissimo, poi, se anche avesse questi sentimenti s’arrischierebbe ad esprimerli, e tanto meno a cercar di diffonderli, per paura di tirarsi addosso l’accusa di mussulmano rinnegato e di nemico del suo paese ... Mercante di Fez ordina Europa panno turchino, tanti pezzi, tanto larghi, tanto lunghi, convenuto, pagato ...
Mastro don Gesualdo (pagina 8)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il marchese, cogli occhietti svegli adesso, andava fiutandole da presso il profumo di bergamotta, tanto che essa doveva schermirsi col ventaglio, e il vecchietto ad ostinarsi: - No! no! lasciatemi fare le mie devozioni! ... L'arciprete prese tabacco, si spurgò, tossì, infine si alzò, e si mosse per andarsene, gonfiando le gote - le gote lucenti, la sottana lucente, il grosso anello lucente, tanto che le male lingue dicevano fosse falso; mentre il marchese gli gridava dietro: - Don Calogero! don Calogero! dico per dire, che diavolo! Alla mia età ... Quando vedo una famiglia illustre come quella scendere tanto basso, mi fa male allo stomaco, in parola d'onore! E volse le spalle soffiandosi il naso come una trombetta nel fazzoletto sudicio, fremendo d'indignazione per tutta la personcina misera, dopo aver saettato una occhiata eloquente a donna Giuseppina ... - Oggi ch'è festa? Lasciatelo stare quel povero ragazzo, don Filippo! Don Filippo lasciò stare, limitandosi a lanciare di tanto in tanto qualche occhiataccia autorevole al ragazzo che non gli badava ...
Mastro don Gesualdo (pagina 14)
di Giovanni Verga (estratti)

... scusate tanto! ... Temeva però gli intrighi degli avversari, tutti pezzi grossi, di quelli che avevano voce in capitolo! E il canonico viceversa, andava raffreddandosi di mano in mano, aggrottandosi in viso, stringendosi nelle spalle, guardandolo fisso di tanto in tanto, e scrollando il capo di sotto in su, come a dargli dell'asino ... Scusate, scusatemi tanto! ... Scusatemi tanto allora! ... Anche per dare una risposta alla signora Sganci che ci aveva messo tanto impegno! ... Il canonico finse di non dar retta lui stavolta: - Ah! ecco vostro cognato! Vi saluto, massaro Fortunato! Burgio aveva il viso lungo un palmo, aggrottato, con tanto di muso nel faccione pendente ... Tanto che vi cerco, vossignoria! Cosa facciamo per quelle quattro olive di Giolio? Io non ho denari per farle cogliere ...
Mastro don Gesualdo (pagina 34)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Gesualdo, ch'era stato ad ascoltare con tanto d'occhi aperti, scappò a dire: - S'è così ... E spiegò meglio la sua idea: cavar le castagne dal fuoco con le zampe del gatto; tirar l'acqua al suo mulino, e se capitava d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di loro, senza dote e senza nulla, tanto meglio ... Allora tanto valeva che ciascuno si pigliasse il suo pezzetto! Fu una domenica, la festa dell'Assunta ... Di tanto in tanto dal Rosario o dalla via di San ...
Mastro don Gesualdo (pagina 38)
di Giovanni Verga (estratti)

... Di tanto in tanto veniva don Giuseppe Barabba, con un piatto coperto dal tovagliuolo, o il servitore del Fiscale che recava un fiasco di vino ... Barabba rispose dietro il portone, chiuso con tanto di catenaccio: - Buona donna, questi non son tempi di correre di notte per le strade ... Di tanto in tanto andava a guardare in viso suo fratello; guardava poi don Luca, stralunato, e tornava a chinare il capo sul petto ...
Mastro don Gesualdo (pagina 52)
di Giovanni Verga (estratti)

... Guardava inquieto per la stanza, e di tanto in tanto, come vedeva un oggetto dimenticato sul tavolino o sulla seggiola zoppa, del refe sudicio, un fazzoletto di cotone posto ad asciugare al sole, correva subito a nasconderli ... ho tanto da fare ... Il panico poi non ebbe limiti allorché si vide scappare la baronessa Rubiera, paralitica, su di una sedia a bracciuoli, poiché nella portantina non entrava neppure, tanto era enorme, portata a fatica da quattr'uomini, colla testa pendente da un lato, il faccione livido, la lingua pavonazza che usciva a metà dalle labbra bavose, gli occhi soltanto vivi e inquieti, le mani da morta agitate da un tremito continuo ... - Ho tanto da fare! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 58)
di Giovanni Verga (estratti)

... Tappava la bocca alla moglie; cacciava indietro il cognato Santo, il quale aveva aperto tanto d'orecchi e vociava: - No, no, lasciatela dire! - Infine volle che si abbracciassero, lì, nella stanza dove erano rimasti poveri orfanelli ... Don Gesualdo montò a cavallo lui pure, e se ne andò dall'altra parte, col cuore grosso dell'ingratitudine che raccoglieva sempre, voltandosi indietro, di tanto in tanto, a guardare la fattoria rimasta chiusa e deserta, accanto alla buca ancora fresca, e la cavalcata dei suoi che si allontanavano in fila, uno dopo l'altro, di già come punti neri nella campagna brulla che s'andava oscurando ... Dopo un pezzetto, mastro Nardo che ci aveva pensato su, fece l'orazione del morto: - Poveretto! Ha lavorato tanto ... S'era tanto affezionato a questi luoghi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 59)
di Giovanni Verga (estratti)

... Lui che poteva tanto! ... Solo di tanto in tanto si cacciava la mano nei capelli, quasi sentisse lì un gran smarrimento, un gran dolore ... - Ah! me la volete uccidere dunque? Non vi basta? Non vi basta? Me la volete uccidere? Non si riconosceva più, tanto che lo stesso don Gesualdo rimase sconcertato ...
Mastro don Gesualdo (pagina 64)
di Giovanni Verga (estratti)

... "Addio! addio! Se ti ricordi di me, se pensi ancora a me, dovunque sarai, eccoti l'ultima parola di Isabella che amasti tanto! Ho resistito, ho lottato a lungo, ho sofferto ... Ho pianto tanto! ho pianto tanto! ... Di tanto in tanto gli arrivavano pure all'orecchio altre male nuove che non gli lasciavano requie, come tafani, come vespe pungenti; dicevasi in paese che il signor duca vi seminasse a due mani debiti fitti al pari della grandine, la medesima gramigna che devastava i suoi possessi e si propagava ai beni della moglie peggio delle cavallette ...
Mastro don Gesualdo (pagina 65)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Ah, adesso me lo dite? Adesso capite la ragione? Me ne congratulo tanto! Saleni ricominciò la commedia: il polso, la lingua, quattro chiacchiere seduto ai piedi del letto, col cappello in testa e il bastone fra le gambe ... Essa non aveva bisogno di nulla, guardando fisso con quegli occhi di creatura innocente, recandosi alla bocca di tanto in tanto il fazzoletto che ricacciava poi sotto il guanciale insieme alla mano scarna ... Un cognato con tanto di cuore, come questo qui! ... Poi, siccome il barone aspettava la risposta della cugina Bianca, col risolino fisso in bocca, brontolò: - No, non c'è tanto da ridere ...
Mastro don Gesualdo (pagina 79)
di Giovanni Verga (estratti)

... addirittura, con tanto di barba e di soprabitone, vi squadrava dall'alto al basso, accigliato, se per disgrazia avevate una faccia che non lo persuadesse, e vi gridava dietro dal suo gabbione: - C'è lo stoino per pulirsi le scarpe! - Un esercito di mangiapane, staffieri e camerieri, che sbadigliavano a bocca chiusa, camminavano in punta di piedi, e vi servivano senza dire una parola o fare un passo di più, con tanta degnazione da farvene passar la voglia ... Tanto che macchinava di prendere a quattr'occhi la figliuola, e dirle il fatto suo ... I cocchieri poi, degli altri pezzi grossi, stavano a guardare, col sigaro in bocca e le mani nelle tasche delle giacchette attillate, discorrendo di tanto in tanto col guardaportone che veniva dal suo casotto a fare una fumatina, accennando con dei segni e dei versacci alle cameriere che si vedevano passare dietro le invetriate dei balconi, oppure facevano capolino provocanti, sfacciate, a buttar giù delle parolacce e delle risate di male femmine con certi visi da Madonna ... Don Gesualdo pensava intanto quanti bei denari dovevano scorrere per quelle mani; tutta quella gente che mangiava e beveva alle spalle di sua figlia, sulla dote che egli le aveva dato, su l'Àlia e su Donninga, le belle terre che aveva covato cogli occhi tanto tempo, sera e mattina, e misurato col desiderio, e sognato la notte, e acquistato palmo a palmo, giorno per giorno, togliendosi il pane di bocca: le povere terre nude che bisognava arare e seminare; i mulini, le case, i magazzini che aveva fabbricato con tanti stenti, con tanti sacrifici, un sasso dopo l'altro ... Arrivava di tanto in tanto una carrozza fiammante; passava come un lampo dinanzi al portinaio, che aveva appena il tempo di cacciare la pipa nella falda del soprabito e di appendersi alla campana; delle dame e degli staffieri in gala sguisciavano frettolosi sotto l'alto vestibolo, e dopo dieci minuti tornavano ad uscire per correre altrove a rompicollo; proprio della gente che sembrava presa a giornata per questo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 83)
di Giovanni Verga (estratti)

... Tanto che infine dovette tornare ad alzarsi, furibondo, masticando delle bestemmie e delle parolacce ... Don Gesualdo intanto andavasi calmando, col respiro più corto, preso da un tremito, facendo solo di tanto in tanto qualche boccaccia, cogli occhi sempre fissi e spalancati ...
Mattinate napoletane (pagina 3)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... Il vento le penetrava di sotto lo sciallo, di cui svolazzava un lembo; l'altro ella teneva fra mano, accostandolo di tanto in tanto alla faccia ... Una tossicina stizzosa la coglieva di tanto in tanto, e i colpi della tosse tre, quattro volte rompevano senza eco il silenzio intorno ...
Nel sogno (pagina 9)
di era (estratti)

... Il piede di Maria era tanto piccino, che potè far scivolare lo zoccoletto in tasca con tutta facilità, e, tenendovi sopra la mano, si diede ad affrettare il passo quasi temesse di essere sorpresa ... Tutta, tutta la via era piena delle memorie di quella esistenza in due che era stata tanto intima e tanto serena ...
Novelle rusticane (pagina 11)
di Giovanni Verga (estratti)

... L'asino della vicina Angela era disteso in mezzo al cortile, col muso freddo e le orecchie pendenti, annaspando di tanto in tanto colle quattro zampe in aria, allorché la doglia gli contraeva i fianchi come un mantice ... Egli s'era messo a sedere sui sassi, accanto alla vedova, colla figliuoletta fra le ginocchia, e rimasero entrambi a guardare la povera bestia che batteva l'aria colle zampe, di tanto in tanto, tale e quale come un moribondo ... Sono tanto disgraziato! - Ci sarebbe la cugina Alfia ... Ma sono tanto disgraziato! Comare Sidora gli diede sulla voce: - Pensate a coloro che sono più disgraziati di voi, pensate! - Non ce ne sono, ve lo dico io! Non la trovo un'altra moglie come quella! Non potrò scordarmela mai più, se torno a maritarmi dieci volte! E neppure questa povera orfanella se la scorderà ...
Novelle rusticane (pagina 22)
di Giovanni Verga (estratti)

... Una vera provvidenza di Dio! - Non monta! - Tornava a dire di tanto in tanto il fratello, il quale non sapeva capacitarsene ... Di fuori, nelle tenebre, di tanto in tanto si udivano i campanacci della mandra che trasalivano ... Carmenio si rammentava tuttora la gente della fattoria, raccolta ad ascoltare con tanto d'occhi, dinanzi al lumicino appeso al pilastro del gran palmento buio, che a nessuno gli bastava l'animo di andarsene a dormire nel suo cantuccio, quella sera ...
Novelle rusticane (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)

... Poi come Santo si accorse della sorella con tanto di pancia, ch'era una vergogna, si mise a dire in mezzo al piagnisteo: - Almeno avesse lasciato chiudere gli occhi a quella vecchierella, almeno! ... - Ah! avete voluto veder le mie mutande, don Piddu? Io vi ridurrò senza mutande e senza camicia! Era un pezzo di fratacchione con tanto di barba, e la collottola nera e larga come un bue di Modica, perciò nei vicoli e in tutti i cortili era l'oracolo delle comari e dei contadini ... Donna Saridda, la maggiore, aveva quasi trent'anni, e si chiamava ancora donna Saridda perché non crescesse tanto presto ... Ma il disonore del pignoramento poi era un altro par di maniche! La gente si affollava dinanzi al portone di don Piddu, a vedergli portar via gli armadi e i cassettoni, che lasciavano il segno bianco nel muro dove erano stati tanto tempo, e le figliuole, pallide come cera, avevano un gran da fare per nascondere alla mamma, in fondo a un letto, quel che succedeva ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 5)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Il Dassi cominciò a bestemmiare in dialetto romagnolo, non tanto per il male quanto per il dispetto di non vincere subito ... Quel diavolo a quattro non capiva più la ragione e tanto meno la volle intendere il colonnello, che nel suo primo aveva in giuoco la rinomanza della sua scuola ... Ritornati al terzo assalto, la stanchezza, l'irritazione, l'odio che esce dal sangue, dettero al duello un carattere più brutale, voglio dire meno artistico; non pareva più un duello, ma una partita a coltelli, tanto che i padrini e lo stesso Barconi dovettero farsi avanti e gridare un perdio! che ricacciò i combattenti nelle regole delle cose pulite ... I padrini e i due dottori erano come affascinati da quel terribile giuoco d'armi e lo stesso Barconi non potè che ammirare, come mi confessò più tardi, una magnifica finta di Massimo, che pochi maestri, tanto della scuola napoletana come della scuola francese, avrebbero saputo eseguire con più eleganza ... —Massimo mise tanto ...
Orfeo
di Angelo Poliziano (estratti)

... La bella nympha è sorda al mio lamento e 'l suon di nostra fistula non cura: di ciò si lagna el mio cornuto armento, né vuol bagnar il grifo in acqua pura; non vuol toccar la tenera verdura, tanto del suo pastor gl'incresce e dole ... Mopso: El non è tanto el mormorio piacevole delle fresche acque che d'un saxo piombano, né quanto soffia un ventolino agevole fra le cime de' pini e quelle trombano, quanto le rime tue son sollazzevole, le rime tue che per tutto rimbombano: s'ella l'ode, verrà com'una cucciola ... Pur l'ho poi nella mandria raviato, ma ben so dirti che gli ha pieno il gozzo: i' ti so dir che gli ha stivata l'epa in un campo di gran, tanto che crepa ... Aristeo ad Euridice: Non mi fuggir, donzella, ch'i' ti son tanto amico e che più t'amo che la vita e 'l core ... Ella fuggiva l'amante Aristeo, ma quando fu sopra la riva giunta, da un serpente venenoso e reo ch'era fra l'herb'e fior, nel piè fu punta: e fu tanto possente e crudo el morso ch'ad un tratto finì la vita e 'l corso ... O cielo, o terra, o mare! o sorte dira! Come potrò soffrir mai dolor tanto? Euridice mia bella, o vita mia, senza te non convien che 'n vita stia ...
Piccolo mondo moderno (pagina 10)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Adesso, don Giuseppe, viene qualche cosa di tanto penoso a dire! Mi pare una viltà di raccontare certe cose quando ... La portai in Valsolda per una visita ai miei morti, avrei voluto che pigliasse affetto al paese, alla casa che mi è tanto cara ... Quel che ho sofferto Iddio lo sa, ma confidavo in lui, tanto! Dopo un anno vennero certe parole dubbie, scure dei medici, che prima mi avevano sempre confortato ... " Tutto quest'ultimo racconto Maironi lo fece ansando, con voce rotta dallo sforzo di strapparsi dall'anima cose tanto compresse nell'interno di lei ... Mio Dio, don Giuseppe, è passato un anno e sto ancora tanto male; se c'è per me una via di salute, non è che questa: uscire dal mondo!" Il giovine tacque ... Ho bisogno contro me stesso di un carcere, di quattro pareti sepolcrali, dure, fredde, mute, e in questo momento sono ancora pronto, andrei con gioia, domani non so! La supplico nel nome del mio povero papà, della mia povera mamma che Lei ricorda tanto ...
Piccolo mondo moderno (pagina 14)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Dica, forse non Le sono mai tanto piaciuta, dopo, come quel giorno, nel treno ... "Se non fossi tanto vile con Lei" disse, "dovrei voltarle le spalle! Mi fa una rabbia! Lei è tanto padrone di sè, e io, appena ho cominciato a sentire, mi sono tradita subito ... Mi giudica anche Lei come certi suoi cari concittadini!" Egli sapeva le calunnie infami sparse da qualche sciocco, da qualche spensierato sul conto di Jeanne Dessalle, e protestò con tanto sdegno, con tanto ardore che gli occhi di lei ebbero un sorriso dolcissimo ... " Non era la prima volta che la signora Dessalle si mostrava tanto audace con Piero Maironi ... Gli aveva detto che lo trovava tanto ...
Piccolo mondo moderno (pagina 15)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... diverso da tutti, tanto migliore, ch'era felice di vederlo, ma che l'aspettazione delle sue visite la turbava sempre, che poi la sua presenza le metteva una soggezione grande e che osava dirgli tutto questo perchè lo sapeva un santo ... E, capite, la massiccità — lasciate, vocabolo mio! — la massiccità toscana di questo zoccolo e di questa chiesa così legata con la toscanità di questo colle che di barbaro ci ha solamente la calotta di selva selvaggia sopra gli oliveti, ma è tanto composto nel suo movimento, tanto schivo di ogni attitudine maleducata, tanto serio, vero? , e fatto per la meditazione, con quelle piccole processioni fraticellesche di cipressetti, molto bornés ma semplici e pii, tale insomma, questo colle, che si vede nel suo corpo alto e grosso una devota umiltà verso la chiesa che gli sta sotto e che pure grandeggia e lo signoreggia, tutto ciò mi ha preso, diremo eh, sorella mia, i polmoni, perchè quelli spero di averli, e ho buttato fuori tutto il mio fiato in una fila di oh! oh! , tanto che ne son rimasto senza per cinque minuti ... Ha finto per tanto tempo di sdilinquirsi per la bellezza che ora si crede sincero ...
Piccolo mondo moderno (pagina 21)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Però, prima di arrivare a tanto bisogna richiamare il peccatore, fargli parlare da qualche persona molto autorevole, e poi, se resiste, andar da lui, dirgli che si desiderano le sue dimissioni ... E siccome Zàupa rispose di soprassalto con tanto di cipiglio e di mani levate: "Euh, diamine!" come se si fosse trattato di un complotto per ammazzare il Papa, l'altro crollò le spalle, infastidito, fece un gesto, come per dire: "Parlate!" e lasciò trasecolato l'ingenuo Zàupa, gli rallentò la foga dei "servitor suo, servitor suo", degl'interminabili inchini a scatto con i quali soleva accompagnare alla porta i suoi visitatori ... Il consigliere Quaiotto, che si era venuto agitando sulla sedia e aveva pure scambiato a destra e a sinistra occhiate di malcontento, disse, non tanto sottovoce: "Ma cosa?" ...
Piccolo mondo moderno (pagina 24)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Finalmente Jeanne disse piano, senz'alzare il capo, che suo fratello era fuori di città, che aveva tanto gioito di questa inattesa fortuna e poi tanto trepidato, tanto temuto; temuto di non poter star sola con lui, prima; poi quando le era riuscito di mandar via dei noiosi, temuto che egli non venisse ... "Restiamo qui, restiamo qui" disse il giovine con una voce tanto strana, con un accento di supplica tanto ardente che Jeanne, avviata a salire nelle sue camere, affrettò il passo ... Jeanne gli prese il braccio, gli disse che non era in collera, ch'era soltanto triste, molto triste, di sovreccitargli tanto i sensi, di non essere intesa nei suoi slanci di amore immenso e ...
Piccolo mondo moderno (pagina 26)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Tanto, sai, la mia parte d'azione nel mondo la esercito! Non so, mi pare di esserci portato dal destino, ma non credo che neanche fuori di qui diventerei mai quello che si chiama un liberale ... I giovani, già tanto chiassosi, passavano in silenzio, rapidamente, avendo riconosciuto Maironi ... "Anch'io sai" diss'ella, "vorrei tanto andar via!" "Dove?" "Dove nessuno ci conoscesse ... Villa Diedo gli piace tanto e ci ha già speso un tal monte di denaro!" Ecco i cavalli di casa Dessalle, al piccolo trotto ...
Piccolo mondo moderno (pagina 30)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Berardini scherzava e rideva con la più bronzea delle facce e Jeanne durava fatica a ricordarsi ch'era in dovere di trattarlo un po' male, tanto poco si curava di lui e tante simili audacie di sciocchi e d'intelligenti aveva conosciute ... "Pare impossibile! È una cosa tanto evidente che ogni nostra certezza è una certezza solamente per noi, è una certezza relativa, e che il pretendere di possedere qualsiasi certezza assoluta è una illusione ... Ma bada, Jeanne, tu mi hai l'aria di riscaldarti non tanto contro Chieco e Fusarin, quanto contro un'opposizione segreta di mia sorella, non so se m'intendi ... Allora si mise a pensare alla fama che qualche vendicativo, forse uno dei tanti libertini respinti, forse suo marito stesso, doveva averle fatta perchè gli uomini che non la conoscevano fossero tanto audaci con lei ... Arduo problema con una informatrice impacciata e tarda nella lingua come la marchesa; tanto più impacciata e tarda quanto più combattuta dal dovere di dire la verità e dal desiderio di non dirla intera ...
Piccolo mondo moderno (pagina 36)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Don Giuseppe s'infiammò subito, offerse villa e giardino con tanto fuoco che la marchesa, sorridendo fra le lagrime, gli prese un braccio al polso, glielo tenne stretto a lungo in silenzio, per fargli capire che lo ringraziava e insieme che non c'era da correr tanto con le speranze ... Ella era forte, tanto forte che molti la credevano poco sensibile, ma ora che aveva aperto il cuore a don Giuseppe come a nessuno mai, la sua forza, fatta in gran parte di silenzio, era venuta meno ... Don Giuseppe le sedette accanto e il suo smarrimento, la sua inquietudine, il suo timore di peggio dovettero apparir tanto che la marchesa gli disse con uno sforzo: "Gnente, salo, don Giuseppe" ...
Piccolo mondo moderno (pagina 40)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... "Senta, Commendatore" proruppe il feroce spirito padovano "ieri un moderato marmotta mi diceva: "Se la va da petrolio a candeloto, meio el candeloto!" Bene, io non solamente sono anticlericale, ma non ho neppure, per mia disgrazia, la fede che ha Lei, questo mondo cane mi pare tanto sconfinato che non so capire come ve ne possa essere un altro; per vivere da galantuomo non mi sento alcun bisogno di preti; ma in verità di Dio quasi quasi, piuttosto che vedere in Municipio certi liberali, mi terrei questo povero mucchietto di sacrestanelli mezzo rabbiosi e mezzo tabaccosi!" Durante un discorso tanto eretico il povero Commendatore si era molto rannuvolato ... Seduti l'uno accanto all'altro nella ricreante coscienza dei loro felici consensi religiosi e morali, di una mutua devozione, senza familiarità ma tuttavia profonda, i due uomini di Dio, tanto diversi fra loro, tanto bene conformati nella loro natura e anche nelle particolari virtù ai cómpiti, pure affatto diversi, loro assegnati dal Padre, si parlarono a lungo, sottovoce ...
Piccolo mondo moderno (pagina 53)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... A Brescia Piero offerse una bevanda, che fu accettata, non per sete, con un sorriso di gratitudine, tanto umile, tanto parlante che il viaggiatore seduto dirimpetto a Jeanne guardò subito negli occhi l'uomo a cui la bellissima signora sorrideva così ... "È una cosa tanto diversa!" Piero la interrogò con gli occhi ed ella gli chiese quanti minuti di fermata si avessero a ... Seduto, nel pomeriggio del venerdì, sul muricciuolo dell'orto fra le rose piantate da suo padre, che gli parevano tanto più soavemente spirituali di quelle voluttuose e orgogliose di villa Diedo, egli stava pensando che, se Jeanne non gli avesse resistito, non sarebbe stato possibile di lasciarla mai più, quando gli portarono il telegramma di lei da Milano ... Rientrando pensoso in casa dove un giardiniere di Lugano lo attendeva per intendersi circa i rampicanti da sostituire alla passiflora morta, non potè a meno di paragonare il sentimento proprio, anche nel passato, a quello di Jeanne, di riconoscerlo tanto minore di forze e di nobiltà, di dubitare che se non fossero state, nel principio, le appassionate audacie di lei, se non fosse stato in lui un cieco desiderio di libertà, di vita e di amore, il primo incontro in ferrovia non avrebbe avuto alcun seguito ...
Piccolo mondo moderno (pagina 54)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Chi lo avrebbe amato di un amore tanto umile e grande? Non era esso degno di riverenza quanto ogni altra cosa al mondo? E che succederebbe s'ella ora gli dicesse: "Non sono più scettica, mi sono convertita agli ideali tuoi, ne ardo come te, e, nonchè impedirti nell'azione, ti resisterei se tu posponessi il tuo dovere all'amore"? Alla stazione di ... E quando Piero le sedette accanto gli piegò la fronte sur una spalla, gli prese una mano, se la strinse al petto, dimenticando adesso, secondo la propria natura, ogni cautela, rispondendo alle prudenti rimostranze di lui con voce piena d'affanno e di lagrime: "Non importa, non importa, non abbandonarmi, non abbandonarmi, quanto male mi hai fatto, Dio, quanto male! Non senti che cosa diversa è, non senti che il tuo matrimonio, la tua unione non è, non ha mai potuto essere come quella di tuo padre e di tua madre, li amo tanto anch'io, sai, caro, i tuoi morti, tanto tanto, ma perchè devono desiderare la mia disperazione, non importa, non c'è nessuno, lasciami dire, perchè, perchè? Cosa ho fatto io a loro, povera creatura? È mia colpa se loro sono morti e se io sono una povera creatura viva che ti ama tanto, non ama che te, non pensa che te, non vive che di te, caro amore mio, amore amore amore? ... Piero si accese in viso, guardò l'altro viaggiatore, tenne deliberatamente, ostinatamente volto il capo a quella parte mentre lei, pentita, si accusava, chiedeva perdono, supplicava, scongiurava con una rapidità febbrile di parole sommesse, concitate, tanto ch'egli alfine aperse rumorosamente un giornale e le intimò: "Basta!" ...
Piccolo mondo moderno (pagina 55)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Le prime parole che disse, con l'aria di annunciare una novità interessante e di metterci anche della fretta, furono: "El papà ga pianto tanto, dopo, poro omo ... Piero, tanto per fare qualche cosa, gettò nel cestino alcune buste lacerate ... Il genero, durante un discorso tanto fantastico, era venuto pensando altra cosa: e invece di rispondere alla povera vecchia signora, la interrogò: "Senta, mamma ... In Duomo l'incontro con don Giuseppe gli era stato sgradevole; adesso la vista dei suoi caratteri lo turbava di un turbamento che non era senza mistura di un desiderio e di una particolare commozione, perchè sempre don Giuseppe gli aveva ricondotto le immagini dei suoi genitori e ora gliele riconduceva tanto più note e vive e parlanti all'anima sua parole di amore imperioso ...
Piccolo mondo moderno (pagina 59)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Aveva tanto tremato ch'egli mancasse alla promessa! Gioiva tanto della sua presenza, sperava tanto! Dirimpetto a loro, sul ciglio dell'alta costa, l'albergo biancheggiava fra gli abeti ... Sentì che giungeva un'ora suprema, che erano in giuoco non tanto la felicità propria e le proprie sorti, che importavano mai? , quanto le sorti, la felicità dell'amato, illuso da funesti sogni ... Mia madre sarebbe felice di vedermi abbandonare una classe sociale dove non si vuol saperne della giustizia eterna per non sentirsene obbligati a sacrifici duri, oppure se ne fa un Dio personale col quale non è poi tanto difficile di accomodare i conti; una classe dove non si vuole che godere giorno per giorno, non si vuole che ... Atterrito, egli le cinse la vita, si guardò attorno, non vide nessuno, il nebbione era tanto denso! La sostenne, la incuorò e la rimproverò insieme, affannato ... Egli cercò una parola pia, le disse accorato che non aveva creduto di farle tanto male ... Gli prese e raccolse i polsi, gli parlò affannosa, porgendogli il viso, affissandosi in lui con la espressione di un morente che cerchi negli occhi del medico la speranza: "No, no, Dio, Dio mio, no, Lei non sa, Lei non sa! Io ho nella mente delle oscurità disgraziate, io La contraddico anche qualche volta per una specie di spirito maligno che mi prende, che mi fa parlare per la mia sventura, ma L'ammiro tanto tanto tanto, onoro tanto in Lei quella fede in un ideale che vorrei pur avere e non posso, sento quanto è bello il Suo proposito, quanto è grande, darei tutto il mio perchè servisse ai Suoi studi, al trionfo delle Sue idee, di ciò ch'Ella chiama la giustizia assoluta ...
Piccolo mondo moderno (pagina 64)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... " Ella tacque, lo trasse a sè, fece un visino afflitto, gli bisbigliò senza guardarlo: "Non sono stata una buona moglie — zitto caro, zitto — no, ti volevo tanto bene, tanto tanto e non ho saputo dimostrarlo, devi avermi creduta fredda, è stato un gran male, adesso lo capisco ... Intanto l'inferma fece alzare suo marito, gli parlò ancora: "Sei tanto giovane, non hai nessuno, col tempo ... Si addormentò verso le due, sognò un caos di figure assurde, di avvenimenti impossibili, tanto complicati e lenti che allo svegliarsi credette aver dormito un secolo ... Proprio un caso? — Jeanne è tanto migliore di me, con tutto il suo scetticismo ...
Piccolo mondo moderno (pagina 65)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Per il rimorso di non aver secondato il Suo affetto a quel paese, di aver mancato, in certo modo, anche verso la memoria de' Suoi genitori che sono sepolti là; e poi perchè dice di sentirsi ora tanto unita ad essi nel domandare al Signore una grande grazia ... " Le campane della chiesetta vicina suonano l'Ave Maria dell'alba, l'inferma chiede che ore sono, chiede di vedere il cielo, dice alla sua mamma che ha dormito, che ha sognato di stare in paradiso con il suo Piero, con lei, con il suo papà, e anche, soggiunge sorridendo alla suora, con suor Eletta; che la mamma e suor Eletta erano tanto luminose ma Piero molto più ancora ... Essa le risponde di prepararsi e che sarà presto presto e che n'è tanto contenta ... Il parroco del luogo raccontò poi, tutto edificato, che non aveva veduto alcuno celebrare con tanto fervore nella voce, con tanta pietà nel volto, con tanto profondi sospiri e aneliti, come quel vecchio prete forestiero ... Alzandosi dall'inginocchiatoio restò sbalordito e sgomento; Piero gli stava davanti, tanto acceso nel volto di ansia e di supplica, tanto visibilmente tremante le mani congiunte, ch'egli subito pensò: "è morta!" e i suoi occhi atterriti lo dissero ...
Ricordi di Parigi (pagina 21)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Quando vuol fare il modesto riesce all'effetto opposto, tanto inesperto è in quell'arte, e tanto è abituato a passar la misura in ogni cosa ... La sua stessa prodigalità nella lode tradisce l'uomo che crede di gettarla tanto dall'alto, da non aver da temere l'orgoglio che ne potrà nascere, se anche crescesse smisurato ... Mi parve molto strano che a quel portinaio paresse tanto naturale che là ci stesse Vittor Hugo ...
Rinaldo
di Torquato Tasso (estratti)

... Quest'altri gravemente mi riprenderanno che non usi ne' principii de' canti quelle moralità e quei proemi ch'usa sempre l'Ariosto; e tanto più che mio padre, uomo di quell'auttorità e di quel valore ch'il mondo sa, anche egli tal volta da quest'usanza s'è lasciato trasportare ... Benché da l'altra parte, né il principe de' poeti, Virgilio, né Omero, né gli altri antichi gli abbiano usati, ed Aristotile chiaramente dica ne la sua Poetica, la qual ora con gloria di sé e stupore ed invidia altrui espone in Padoa l'eloquentissimo Sigonio, che tanto il poeta è migliore quanto imita più, e tanto imita più quanto men egli come poeta parla e più introduce altri a parlare ... Ma io, che tratto d'un sol cavaliero, ristringendo, per quanto i presenti tempi comportano, tutti i suoi fatti in un'azione, e con perpetuo e non interrotto filo tesso il mio poema, non so per qual cagione ciò mi dovessi fare: e tanto più che vedeva la mia opinione dal Veniero, dal Molino, e dal Tasso essere approbata, l'auttorità de' quali può molto appo ciascuna persona ...
Rinaldo (pagina 4)
di Torquato Tasso (estratti)

... 56 Non quando vista ne le gelid'acque da l'incauto Atteon fusti, Diana, tant'egli ne stupì né tanto piacque a lui la tua beltà rara e soprana, quant'or nel petto al buon Rinaldo nacque fiamma amorosa e maraviglia strana, vedendo in selva solitaria ed adra sì vago aspetto e forma sì leggiadra ... 58 Ma come quel che pronto era ed audace, e Fortuna nel crin prender sapea, e tanto più quant'era più vivace quel dolce ardor che l'alma gli accendea, disse: — V'apporti il ciel salute e pace sempre, qual che vi siate, o donna o dea; e come vi fe' già leggiadra e bella, così beata or voi faccia ogni stella ... 67 Ma 'l suo valor però non tanto parmi, ch'io col vostro favor punto temessi seco venir al paragon de l'armi, senza che biasmo a riportar n'avessi; e s'occasion tal vorrà mai darmi il ciel, voi ne vedrete i segni espressi ... — Fra tanto ei scorse e la donzella altera di donne e di guerrier leggiadra schiera ... 69 Ella, veduto i suoi, tosto rivolse sorridendo a Rinaldo il vago aspetto, e gli disse: — Baron, s'il ciel raccolse tanto ardir e valor nel vostro petto, ch'ad Orlando, in cui porre il tutto volse che se richiede a cavalier perfetto, ne gite par nel gran mistier di Marte, mostrate qui vostra possanza in parte: 70 ché se d'Orlando voi non men valete, questo de' miei guerrier ardito stuolo giostrando superar ancor potrete, benché contra lor tutti andiate or solo ...
Rinaldo (pagina 26)
di Torquato Tasso (estratti)

... 20 Il palagio real fra tanto adorno con magnifica pompa a pien si rende: chi razzi aurati per le mura intorno a l'eburnee cornici alto sospende; chi bei tapeti, che potriano scorno far a tutt'altri per le soglie stende; chi loca al lume suo dipinti quadri, vivi ritratti degli estinti padri ... 26 Museo fra tanto al suon de l'aurea cetra scioglie la dotta lingua in dolci accenti, e, col favor ch'egli da Febo impetra dona principio ai musici concenti, soave sì ch'un cor d'orsa e di pietra avria commosso e raffrenato i venti, allor che 'l sasso cavo Eolo disserra, e desta l'ira in lor, gli accende a guerra ... 39 Non può soffrir l'iniquo e fraudolente ch'ad Amon più ch'a lui si faccia onore, tal che più cresce e più diviene ardente per novell'esca il vecchio odio e 'l rancore; e gli è tanto accecata al fin la mente, voler di Dio, da l'ira e dal furore, che con maligno sùbito consiglio così parla ad Amon, turbato il ciglio: 40 “Amon, non vo' ch'altero e glorioso tu ne vada di quel che non è tuo: sappi che sempre al mio voler bramoso ebbe Beatrice ancor conforme il suo, e diemmo spesso effetto di nascoso a quel ch'era il voler d'ambo noi duo, sì ch'inde nacquer poi quei tre garzoni che miei sono; e tua moglie or mi perdoni ...
Sodoma e Gomorra (pagina 9)
di Docteur Jaf (estratti)

... altresì ordinato di perseguitare questi scandali tanto nella città che nella campagna, e di purgare assolutamente il nostro reame da tutti gli uomini corrotti e pubblici malfattori» ... Nelle antiche storie militari tanto di Francia che delle altre nazioni europee è spesso fatto cenno di questa affluenza di prostitute nelle armate, di cui la dietro guardia si componeva sempre di simili specie di donne e dei loro depravati compagni ... Ma si aveva l'aria di attribuire alla malizia del demonio una quantità di atti detestevoli, che non accusavano se non il vizio degli uomini, e si aveva una cura scrupolosa a non diminuire l'orrore di cui la volgare credulità circondava il sabbat, giacchè se si fossero mostrate le cose sotto il loro vero aspetto, il sabbat sarebbe stato ancora più frequentato, tanto la curiosità serve di pericoloso movente alla depravazione morale e fisica ...
Sodoma e Gomorra (pagina 10)
di Docteur Jaf (estratti)

... I Valdesi, gli Anabattisti, gli Adamiti, i Manichei colle loro sette non erano mai completamente estinti; essi di tanto in tanto rinascevano dalle loro ceneri; tanto è vero che il vizio ha fascini irresistibili per certe nature pervertite, deboli o depravate ... Vi era allora così nei grandi che nei piccoli una sfacciataggine generale tanto nelle idee, che nelle azioni e nelle parole ... Si era perfino perduto il sentimento dell'onestà, tanto che senza alcuna reticenza innanzi a signore si parlava dei più ignobili misteri del libertinaggio ...
Sodoma e Gomorra (pagina 11)
di Docteur Jaf (estratti)

... Così una dama scozzese di buona famiglia, dice questo storiografo, la quale aveva avuto un figlio naturale da Enrico II confessava: «Ho fatto quanto ho potuto per essere ingravidata dal re, e me ne sento onoratissima e felice; e direi quasi che il sangue reale ha un non so che di più soave del liquore comune, tanto me ne sono trovata bene; senza contare i regali che ne ho avuti», e Brantôme aggiunge: «Questa dama, come del resto molte altre, erano in questa opinione che per dormire col re, non si era punto diffamate e che sono disoneste solo quelle che si danno ai piccoli, ma non ai grandi re e gentiluomini» ... Brantôme racconta che una cortigiana venne a Roma per dare lezioni alle dame di corte, ella diceva: «Il nostro mestiere è tanto caldo, quando si è ben appreso, che si ha mille volte più piacere di praticarlo con parecchi che con un solo» ... Il re si era tanto familiarizzato col concubinato, di cui andava superbo, che non temeva di uscire a cavallo avendo in groppa abbracciata la duchessa di Valantinois ...
Sodoma e Gomorra (pagina 14)
di Docteur Jaf (estratti)

... Un'altra categoria di donne mantenute, erano le donne maritate che, all'insaputa dei mariti, o d'accordo con essi, traevano da un adultero commercio tanto quanto far fronte alle ingenti spese della loro toilette ed a quelle di casa ... Le mercantesse di Parigi erano tanto galanti e non meno viziose delle grandi dame, e del pari interessate ... Queste malattie erano tanto comuni, che si potevano contrarre con la stessa faciltà con le cameriere che con le signore; sembravano essere le inseparabili compagne degli amori illeciti, e si attaccavano a tutti i gradi della scala sociale ... Luigi XIV infatti non ebbe mai la minima inclinazione pel vizio contro natura; se avesse seguito il suo carattere avrebbe anche punito severamente quest'obbrobrio; ma Louvois, cui amici in maggior parte si abbandonavano a tali dissolutezze, diceva al re, che ciò valeva meglio pel servizio di Sua Maestà, che se essi si fossero dati alle donne; giacchè quando bisognava andar alla guerra ed entrare in campagna, era difficile di staccarli dalle loro amanti, mentre con altre tendenze, erano felici di lasciare le donne ed entrare coi loro amanti ed amici in campagna, e che in questo caso non erano nemmeno tanto affrettati a ritornare in città ... Il gran Condè ebbe ugualmente a subire l'influenza perniciosa dell'esempio; essendo andato all'armata, ai tempi dei suoi amori con la signorina di Epernon «vi contrasse altri gusti—racconta la principessa Palatina—che al ritorno non poteva più soffrire le donne, e, diceva, per scusarsi, che era stato malato e che aveva perduto tanto sangue da non rimanergli più forze per dedicarsi al suo amore» ...
Sodoma e Gomorra (pagina 25)
di Docteur Jaf (estratti)

... Confessa ben che il pungolo del desiderio non è tanto cocente come per lo passato, ma non si crede disarmato al punto di dover rinunziare alla lotta ed al trionfo ... Un gran signore chiedeva un giorno a Chirac, medico del reggente, se l'uso delle donne fosse tanto pericoloso alla salute quanto si diceva: «No, rispose Chirac, purchè non si piglino droghe, ed io dichiaro che anche il cambiamento è una droga ... La maggior parte della gente strepita e grida che mai il libertinaggio raggiunse tanta impudenza quant'oggi, ed il celebre predicatore francese il padre Felice, esclamava: «L'adulterio, ecco il male mortale introdotto nel cuore della famiglia dai costumi contemporanei; l'adulterio che in altri tempi nella società cristiana non appariva se non come un fenomeno raro, lasciando nella famiglia che aveva profanato un'indellebile marchio d'infamia, e che oggi cade su fronti tanto disonorate da non essere nemmeno più sensibili di rossore, né di vergogna ... Perfino il duca di Richelieu era un incorreggibile chiacchierone su tali argomenti; di lui la duchessa di Orleans diceva: «È tanto indiscreto e chiacchierone che, ha dichiarato egli stesso, di rifiutare un'imperatrice bella come il giorno, anche fosse pazzamente innamorata di lui, se mettesse per condizione di dover tacere i loro amori ...
Storia di un'anima (pagina 2)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —Chi può capire la potenza di certe mie pagine?—scriveva nel libro dell'Anima, in un sincero abbandono con sè stesso; non fa meraviglia, quindi, che al vedere gli amici suoi impassibili o indifferenti, il pubblico non curante, la critica scempia e ingiusta, provasse tanto dispetto da buttar via la penna, da chiudere i libri negli scaffali, da maledire le sue armi, le sue notti perdute ... Molte sono le esuberanze e le inesperienze in questo lavoro, che è congegnato sopra un odio di parte e sopra una spada, e manca in molte parti quella chiara prospettiva dei caratteri e delle cose che è tanto necessaria sulle scene ... È tanto piena! Pescare i morti non s'è mai dato ... Il Bazzero ne restò tanto conturbato che non volle più continuare ...
Storia di un'anima (pagina 10)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —Ho taciuto tanto ... Mi pento gravemente di essermi tanto confidato con lui ... Mio Dio! che vuoto! Non sono stato ad alcun veglione; eppure oggi io mi sento tanto triste, e inquieto e svogliato, come se fossi stato a sciupare la mia notte… ... L'amo perchè è tanto legato alle mie memorie! Nel novembre 1873, quando solo mi addormentavo nella mia stanza fredda gustando le sante, melanconiche, dolcissime mie speranze: il povero cane mi dormiva a' piedi del letto ...
Storia di un'anima (pagina 11)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E come soffro! Ma oh! venga il mio pensiero qualche volta a turbarti! Ho aperto il mio cassetto: il profumo che ne uscì mi ricordò dolcissimamente il giugno del 74, quando scrivevo le Confidenze, mi illudevo tanto e speravo tanto! Allora mi sentivo una fanciulla: e la mia convalescenza era per me una scusa alla languidezza del mio sentimento… ... Per quattr'anni di seguito, quando a primavera andavo alla chiesa per la comunione, io portavo con me il portafogli col tuo nome! Sante illusioni! E quando l'ostia toccava le mie labbra io mi concentravo nel pensiero:—Lidia crede in Dio!—E la comunione del 74, quando ero convalescente? Oh nessuna preparazione di teologo, nessun libro, nessuna madre, poteva rendermi tanto degno di Iddio, quanto la mia speranza e la tua memoria! Santa religione, santa poesia, fede gentile: Vita, Donna e Dio!—Dimenticavo di non esser bello, d'essere ignorante, d'essere timido alla pratica, sentivo Te, speravo, sentivo la fede che è la vita! O vergine, o bionda, o straniera, chi t'avrebbe detto che tu dovevi tanto deliziare e tanto tormentare un'anima italiana ...
Storia di un'anima (pagina 13)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Perchè torno a svegliarmi? e sento tanto tormento di incertezze e di speranze?—Vorrei ... —Sotto le arcate del Duomo, l'inverno scorso, ho sperato e temuto mille volte d'incontrarti col tuo sposo; sotto quelle arcate ho ricordato tutte le domeniche le espressioni della Tua lettera, e ho cercato di tradurle in inglese e in tedesco (soave illusione!); sotto quelle arcate Ti cercai più giorni nell'estate, dopo che t'avevo vista a Milano… Rileggendo le memorie del 1878 mi dicevo:—Ma come speravo ancora? Sento che un giorno rileggeremo insieme queste annotazioni, e saremo contenti, e pregheremo Iddio, sento che la castità e la mia vita ritirata non sono un castigo per me, sono un voto, una preparazione… O Lidia, mi inganno? E allora che cosa è della mia vita? Ho già 27 anni! E sento tanto bisogno d'avere al mio fianco una donna, una giovane, una sorella, una vergine! I miei anni passano! Io spero, spero, o Lidia, spero ... Oh! se sono derivate a Te sventure, io dico: «benedette sventure se possono farti ricordare di me e potessi io un giorno farti dimenticare le sventure che hai avuto e rifarti con me una vita nuova, tranquilla, anche nella nostra età matura!» Quale incertezza!—Oh spero, e sento che Dio mi vede… Vorrei andare al Santuario di Saronno, e là affisandomi in quei due angioli purissimi di Gaudenzio che ho tanto amato, là aprire la busta e leggere il suo Nome ... —Quali incertezze sempre! Ieri sera ero deciso a mandarle il Tintoretto—quel Tintoretto che ho tanto amato!—E come mi spaventa il giudizio del mondo! Ah potessi essere egoista e avere i mezzi di esserlo con i fatti! Essere egoista, osceno, pigro, poltrone, ghiotto, e consumare il cervello coi vizî, non coi pensieri nobili—Ma che faccio infine?—Ho riletto il mio Tintoretto e sono mestissimo! Quante illusioni e quanto amore! 11 gennaio ...
Storia di un'anima (pagina 23)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Perchè su nell'organo guardando giù la chiesetta innondata di luce e di incenso, mi sono sentito tanto commosso? Perchè ti ho desiderato con me? Poveri contadini, che avete lavorato sotto la pioggia, nel letame, forse colpiti anche dallo sprezzo di noi che passavamo in carrozza, poveri fratelli che sorgerete a vendetta in un dì non lontano, beatevi del sole, dell'oro, dell'incenso della vostra chiesetta… ... E perchè sono io diventalo uomo? Perchè ho tanto sofferto? Poi sei venuta tu, maledetta, nel mio pensiero e nel mio cuore ... O Signore, quand'era ammalato, tanti anni fa, ho pregato tanto per lui e tanto devotamente! Ti prego ancora, o Vergine, che sai come è l'anima mia… ... Un altro autunno che finisce! un altro inverno che mi aspetta! Quando ti avrò dimenticata, quando nulla più saprò di te, quando presenterò a mia madre una donna che possa fare la mia contentezza e la sua felicità, sarò io onesto? È a prezzo di tanto dolore ch'io mi dirò finalmente tranquillo? Io mi sono votato ad esser vergine: oh almeno potessi vivere con mio fratello!… solo che farei? Vittoria, m'avevi dato un poco di pace ... No! no! no! Non ti amavo! No! ma sentivo com'è bello lo stare con una fanciulla, che mia madre conosce tanto, che non dà turbamenti ne incertezze, che con una mia domanda può essere mia moglie, una moglie da poter presentare agli amici, ai parenti… ...
Storia di un'anima (pagina 25)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E perchè? perchè, mio Dio, ho la mente tanto torpida? Dicono ch'io scrivo con facilità: se sapessero il mio tormento! «Oh blest be thine unbroken light!» 1 ... Non dimenticarmi che ho sofferto tanto! Non dimenticarmi! Verrà la primavera a darmi i languori e le poesie e i ricordi… ... Come hai dimenticato! Ed io ti ho amato tanto! Perchè rimarrò qui? dove tutto mi fa ricordare di Te? Vorrei cambiare cielo e abitudini… ... Tu fosti il mio angelo, ho tanto sofferto per Te ...
Storia di un'anima (pagina 48)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —E fa tanto piacere discorrere con essa! Perchè la fanciulla non è ritrosa, perchè dice che ha tante mucche e tanto fieno falciato, e i fratelli e il babbo lavorano giù negli opifici del Biellese ... Che parolacce le sono queste? Oggidì, grazie all'abate Bertodani, si passeggia su una strada larga, liscia, ombreggiata, ad ogni tanto facendo sosta al parapetto per contemplare o una cappella, o giù la vallea col mugghiante Oropa, o la vetta su del Mucrone, oppure per cogliere una margheritina e per interrogarla ... Amica, Gettando uno sguardo sui bauli già empiuti e chiusi, sola nella mia camera spogliata, tanto melanconica davvero, sento uno di quegli stringicori che cento volte fanno dire addio ...
Storia di un'anima (pagina 49)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E perchè no? Brontolando di pigrissìma stizza, sia pure, dal letto passavo sul balcone per avviarmi alla vasca, ma, senti, sul cielo mattutino vedevo i monti tanto belli e tanto in pace: uscendo dalla buia stanzuccia della doccia a mezzodì, trovavo vigore in dosso, sì che speravo che la mia mano non avrebbe per l'avanti solo svolte le pagine di qualche libro, ma si sarebbe stretta a un alpenstok; a vespro, per la reazione del bagno, sceglievo la più erta passeggiata, e su per gli scheggioni cantarellando, a tratto facendomi silenziosa, pensavo ai nomi insigni delle Alpi, con cui fregiare il mio bastone dal corno di camoscio, e pensavo ai libri che si accorderebbero alla poeticissima contemplazione della natura ... Se tu ti fossi seduta sull'estremo masso di quel dosso, detto dei tre cantoni! Come non illudere te stessa! Come non credere d'aver l'ali, dinnanzi un panorama sterminato, che ha solo per raffronto il mare? * * * I più bei dì del mio soggiorno li trovo qui ricordati da sette ad otto giornali politici, di quelli che non servirono a involgere niente, tanto grami sono i disutilacci! Essi me li ricordano col loro bollettino meteorologico: questo segnava per noi un'atmosfera da caldaia bollente ...
Storia di un'anima (pagina 59)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Qui le scarpine proterve che batterebbero i tacchi anche sui frantumi di un paradiso, pur di correre ad un trionfo d'orgoglio: le calze nere e bianche, e carnicine, quanto pii schiette, tanto più superbe: qui la seta stupenda, i percali capricciosi, i velluti, i merletti antichi, le foggie studiatissime e le semplicità insidiose, i colori, i profumi, le linee olimpiche e le birichine audacie del Watteau: qui le candide manine straricche di anella, e le braccia nude, dal colore della cardenia, misteriosamente affogate nelle trine e roseamente tormentate dalla depressione dell'oro massiccio dei braccialetti… Il nuovo arrivato non ha coraggio di arrischiare un solo sguardo su quei volti femminili, e maledicendo al suo stomaco, al suo fegato, alle sue febbri intermittenti, si dice condotto nel regno della vanità, non nella severa valle d'Igea ... Siccome è un figliuolo tanto giudizioso, ed ha la guida alle acque di Recoaro, prima di soffiar sul lume, legga quanti malanni affliggono l'umanità fisicamente e ricordi quanti altri la percotano moralmente, e poi si rassegni a pigliare il mondo com'è ... Il cielo è del più intenso azzurro, profondo senza un fiocco di nube; e la prima stella sembra aprire e chiudere, ammiccando, la sua pupilla di luce, quasi mesta fra tanta pace, fra tanto silenzio, fra tanta solennità di morte ... Abbiamo avuto qui tanto corone da far invidia al fondatore dell'archivio araldico del Vallardi: i nuovi venuti da Milano sono il marchese C ...
Storia di un'anima (pagina 69)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Lei in quelle pupille specchiava le sue tanto dolci; a quelle labbra si pendeva, succhiando colle sue, inebbrianti di baci; tra quelle dita intrecciava le sue, così belle e così carezzose ... Era forse una foglia, la prima che si staccava dal ramo, che ci diceva quanto noi potevamo essere felici? Desideravamo i crepuscoli rosei, colla mitica stella di Lucifero, colla sottile falce della luna, coi cirri spolverizzati d'oro: e quando voi, o colombi, stendevate il volo su quel terrazzo fiorito, là dove, infelicissima e peccatrice, bisbigliava quella dama infeconda con quel cavaliere, più volte babbo: e voi, passeri pendenti ad un ciuffo di parietaria, dal rosone della facciata spiavate giù nella chiesa tutta calda di lumi i poverelli, famelici fra le nidiate dei bimbi che cantavano le lodi ambrosiane del Signore: e a voi, rampichini muraiuoli, intricati nei garofani delle finestrette, giungeva il guaiolare degli orfanelli dell'Ospedale: e a voi, reatini, salticchianti sulle rose innanzi le croci cadute, taceva sempre impassibile il silenzio di chi nella fossa dei vermi aveva sognato il bel paradiso d'oro:—noi, piegati su una culla candidissima, rattenendo il respiro, come l'unica necessità che accusasse la nostra vita del corpo, noi ci sentivamo purissimamente degni di compiacerci per gli occhi giù fino in fondo dell'anima, ove stava il segreto religioso della nostra giovinezza: noi, affaccendati innanzi ad una seggiolina, versando il latte butirroso in una scodella, ci dicevamo tanto ricchi e pasciuti che avremmo dato tutti i nostri pani a tutti i poverelli e le briciole del nostro bambino a tutti gli uccellini: noi, inginocchiati nel portichetto dei nonni, udendo le leziose impazienze di quella boccuccia che, tartagliando i nostri nomi, pareva comandasse al destino di non dividerli mai, su tutta la terra, credevamo ad un Dio che apparisse nei sogni agli innocenti e nei sorrisi agli amorosi: noi, semi-addormentati allo spegnersi dell'ultime luci del giorno, compiangendo tutti i libri luciferini che indagavano il nulla eterno, l'avevamo dinnanzi la nostra vita, tanto sicura e tanto in pace! E l'avremmo vissuta tutta! Desideravamo che l'autunno si avanzasse a morire nel verno, la stagione carissima, intimissima, dolcissima per la nostra eterna contemplazione amorosa… ... Oh volevamo la nostra stanzetta, piccina, come la nostra ambizione, calda come un nido, illuminata come un santuario! Volevamo essere noi, noi soli, coi nostri ricordi, colle nostre ciarle, col suo balbettìo, col suo respiro, co' suoi starnuti, col nostro bimbo che ci aveva dato tutta la pace! Ci amavamo! Ci amavamo, perchè nessuno era venuto a soffiarci il gelo dei sapienti nell'anima! Ci facevamo indietro indietro nella memoria a trovare le prime paure e i primi rossori, i mutui sguardi e le feconde religioni dell'amore ricambiato! Misuravamo giubboncini e camiciuole! O bimbo, quando credevi di fare il tuo discorsone, pensavi alla mamma? quando tu dormi, ti sogni di lei? quando starnuti, non ci dici grazie? O piccino! O piccino! Eravamo tanto egoisti che sobbalzavamo di scatto, scacciando l'idea e la domanda:—Dove saranno i colombi? e i passeri? e i poveri rampichini? e i poverissimi reatini?—Eravamo di dentro, con un lettuccio tutto morbido di coltroncini, colle cucchiaiate fumanti di pappa, con un cosetto d'avorio pacciucchiato, e, Dio mio! con un libro gualcito al capitolo più serio e più sociale… ...
Storia di un'anima (pagina 72)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... * * * —Perchè sei tanto triste?—sembrava dirmi la prima occhiata di luce che, strisciando fra gli alberi secchi di un giardino, veniva a sbirciare nei vetri del mio studiolo… ... * * * O gentile lettrice, ecco che la vostra cameriera entra nella stanza da letto, e, raccogliendo in una cesta imbottita la vostra gonna, il vostro busto, e le calze e le scarpine, vi domanda:—O-dov'è l'altro suo guanto a bracciale? —Era tanto sucido che devo averlo buttato per via stamattina,—così rispondete ...