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Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga pagina 8terre che pago già a tre onze la salma! E gli par poco! Il notaro Neri, che non gli piaceva far sapere alla gente i fatti suoi, si rivolse alla signora Capitana, scollacciata ch'era una indecenza, col pretesto che si faceva mandare i vestiti da Palermo, la quale civettava in mezzo a un gruppo di giovanotti. - Signora Capitana? signora Capitana! Così rubate la festa al santo! Tutti gli voltano le spalle! - Come siete stupidi, tutti quanti! - rispose la Capitana, gongolante. - Vado a mettermi vicino al marchese, che ha più giudizio di voi. - Ahimé! ahimé! signora mia!... Il marchese, cogli occhietti svegli adesso, andava fiutandole da presso il profumo di bergamotta, tanto che essa doveva schermirsi col ventaglio, e il vecchietto ad ostinarsi: - No! no! lasciatemi fare le mie devozioni!... L'arciprete prese tabacco, si spurgò, tossì, infine si alzò, e si mosse per andarsene, gonfiando le gote - le gote lucenti, la sottana lucente, il grosso anello lucente, tanto che le male lingue dicevano fosse falso; mentre il marchese gli gridava dietro: - Don Calogero! don Calogero! dico per dire, che diavolo! Alla mia età... E appena cessarono le risate alla sortita del marchese, si udì donna Giuseppina Alòsi, che faceva le sue confidenze al cavaliere. -... come fossi libera, capite! Le due grandi al Collegio di Maria; il maschio al Seminario; in casa ci ho soltanto l'ultimo, Sarino, ch'è meno alto di questo ventaglio. Poi i miei figliuoli hanno la roba del loro padre, buon'anima... Donna Sarina tornò verso il balcone grande chiacchierando sottovoce colla cugina Macrì, con delle scrollatine di capo e dei sorrisetti che volevano dire: - Però non capisco il mistero che vuol farne la cugina Sganci!... Siamo parenti di Bianca anche noi, alla fin fine!... - È quello? quello lì? - tornò a chiedere donna Giuseppina col sorriso maligno di prima. La Cirmena accennò di sì, stringendo le labbra sottili, cogli occhi rivolti altrove, in aria di mistero anch'essa. Infine non si tenne più: - Fanno le cose sottomano... come se fossero delle sudicerie. Capiscono anche loro che manipolano delle cose sporche... Ma la gente poi non è così sciocca da non accorgersi... Un mese che il canonico Lupi si arrabatta in questo negozio... un va e vieni fra la Sganci e la Rubiera... Non me lo dite! - esclamò Peperito. - Una Trao che sposa mastro-don Gesualdo!... Non me lo dite!... Quando vedo una famiglia illustre come quella scendere tanto basso, mi fa male allo stomaco, in parola d'onore! E volse le spalle soffiandosi il naso come una trombetta nel fazzoletto sudicio, fremendo d'indignazione per tutta la personcina misera, dopo aver saettato una occhiata eloquente a donna Giuseppina. - Chi volete che la sposi?... senza dote!.... ribatté la Cirmena al cavaliere ch'era già lontano. - Poi, dopo quello ch'è successo!... - Almeno si metterà in grazia di Dio! - osservò piano la zia Macrì. La sua figliuola che stava ad ascoltare senza dir nulla, fissando in volto a chi parlava quegli occhioni ardenti, scosse la tonaca, quasi avesse temuto d'insudiciarla fra tante sozzure, e mormorò colla voce d'uomo, colle grosse labbra sdegnose sulle quali sembrava veder fremere i peli neri, rivolta al chiarore della processione che s'avvicinava al di sopra dei tetti della via, come un incendio: - Santo Patrono! Guardatemi voi! - Queste sono le conseguenze!... La ragazza si era messa in testa non so che cosa... Un disonore per tutto il parentado!... La cugina Sganci ha fatto bene a ripararvi... Non dico di no!... Ma avrebbe dovuto parlarne a noi pure che siamo parenti di Bianca al par di lei... Piuttosto che fare le cose di nascosto... Scommetto che neppure don Ferdinando ne sa nulla... - Ma l'altro fratello... don Diego, cosa ne dice?... - Ah, don Diego?... sarà a rovistare fra le sue cartacce... Le carte della lite!... Non pensa ad altro... Crede d'arricchire colla lite!... Lo vedete che non è uscito di casa neppure per la festa... Poi forse si vergogna a farsi vedere dalla gente... Tutti così quei Trao... Degli stupidi!... gente che si troveranno un bel giorno morti di fame in casa, piuttosto di aprir bocca per... - Il canonico, no! - stava dicendo il notaro mentre s'avvicinavano al balcone discorrendo sottovoce col barone Zacco. - Piuttosto la baronessa... offrendole un guadagno... Quella non ha puntiglio!... Del canonico non ho paura... - E tutto sorridente poi colle signore: - Ah!... donna Chiara!... La bella monaca che avete in casa!... Una vera grazia di Dio!... - Eh, marchese? eh? Chi ve l'avrebbe detto, ai vostri tempi?... che sareste arrivato a vedere la processione del santo Patrono spalla a spalla con mastro-don Gesualdo, in casa Sganci! - riprese il barone Zacco, il quale pensava sempre a una cosa, e non poteva mandarla giù, guardando di qua e di là cogli occhiacci da spiritato, ammiccando alle donne per farle ridere. Il marchese, impenetrabile, rispose solo: - Eh, eh, caro barone! Eh, eh! - Sapete quanto ha guadagnato nella fabbrica dei mulini mastro-don Gesualdo? - entrò a dire il notaro a mezza voce in aria di mistero. - Una bella somma! Ve lo dico io!... Si è tirato su dal nulla... Me lo ricordo io manovale, coi sassi in spalla... sissignore!... Mastro Nunzio, suo padre, non aveva di che pagare le stoppie per far cuocere il gesso nella sua fornace... Ora ha l'impresa del ponte a Fiumegrande!... Suo figlio ha sborsato la cauzione, tutta in pezzi da dodici tarì, l'un sull'altro... Ha le mani in pasta in tutti gli affari del comune... Dicono che vuol mettersi anche a speculare sulle terre... L'appetito viene mangiando... Ha un bell'appetito... e dei buoni denti, ve lo dico io!... Se lo lasciano fare, di qui a un po' si dirà che mastro-don Gesualdo è il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel medesimo risolino tagliente: - Per me... non me ne importa. Io sono uno spiantato. - Padrone?... padrone?... quando saran morti tutti quelli che son nati prima di lui!... e meglio di lui! Venderò Fontanarossa; ma le terre del comune non me le toglie, mastro-don Gesualdo! Né solo, né coll'aiuto della baronessa Rubiera! - Che c'è? che c'è? - interruppe il notaro correndo al balcone, per sviare il discorso, poiché il barone non sapeva frenarsi e vociava troppo forte. Giù in piazza, dinanzi al portone di casa Sganci, vedevasi un tafferuglio, dei vestiti chiari in mezzo alla ressa, berretti che volavano in aria, e un tale che distribuiva legnate a diritta e a manca per farsi largo. Subito dopo comparve sull'uscio dell'anticamera don Giuseppe Barabba, colle mani in aria, strangolato dal rispetto. - Signora!... signora!... Era tutto il casato dei Margarone stavolta: donna Fifì, donna Giovanna, donna Mita, la mamma Margarone, donna Bellonia, dei Bracalanti di Pietraperzia, nientemeno, che soffocava in un busto di raso verde, pavonazza, sorridente; e dietro, il papà Margarone, dignitoso, gonfiando le gote, appoggiandosi alla canna d'India col pomo d'oro, senza voltar nemmeno il capo, tenendo per mano l'ultimo dei Margarone, Nicolino, il quale strillava e tirava calci perché non gli facevano vedere il santo dalla piazza. Il papà, brandendo la canna d'India, voleva insegnargli l'educazione. - Adesso? - sogghignò il marchese per calmarlo. - Oggi ch'è festa? Lasciatelo stare quel povero ragazzo, don Filippo! Don Filippo lasciò stare, limitandosi a lanciare di tanto in tanto qualche occhiataccia autorevole al ragazzo che non gli badava. Intanto gli altri facevano festa alle signore Margarone: - Donna Bellonia!... donna Fifì!... che piacere, stasera!... - Perfino don Giuseppe Barabba, a modo suo, sbracciandosi a portar delle altre seggiole e a smoccolare i lumi. Poi dal balcone si mise a fare il telegrafo con qualcuno ch'era giù in piazza, gridando per farsi udire in mezzo al gran brusìo della folla: - Signor barone! signor barone! - Infine corse dalla padrona, trionfante: - Tag: donna don marchese barone signora casa tanto tutti balcone Argomenti: santo patrono, balcone grande, sorriso maligno, famiglia illustre, grosso anello Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il benefattore di Luigi Capuana Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Novelle rusticane di Giovanni Verga Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Residece Cap Hermès Pasqua nel mondo Aggressività e comportamento del furetto Come fare un profumo alle rose Residence La Rostagne
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