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Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro pagina 15diverso da tutti, tanto migliore, ch'era felice di vederlo, ma che l'aspettazione delle sue visite la turbava sempre, che poi la sua presenza le metteva una soggezione grande e che osava dirgli tutto questo perchè lo sapeva un santo. Maironi, non conoscendola ancora, aveva giudicato che si trattasse di un capriccio, di una provocazione meditata e non dubitò di venire disprezzato per il suo riserbo. Vide poi che la signora non lo disprezzava punto, la conobbe fieramente sincera, fieramente sdegnosa di capricci sensuali, vergognò di sè, del proprio sospetto indegno, come di una inferiorità morale. "Dica" insistette la signora perchè il giovine non rispondeva. A un tratto gli occhi di lei diedero un lampo. "Cos'ha?" diss'ella. "Lei ha qualche cosa!" "Niente, non ho niente. Cosa vuole che abbia?" Piero rispose sorridendo così poco spontaneamente, che un'angoscia, una tenerezza senza nome sfolgorarono nel viso pallido di Jeanne. "È successo qualche cosa? Cosa è successo? Parli!" E gli afferrò un braccio. "Badi, c'è il custode" mormorò Piero, sgomentato. "No, no, non c'è, è andato a prender le chiavi del refettorio. Parli! Parli!" "Ma, Dio, adesso verrà Suo fratello!" "Non me ne importa!" esclamò la signora. "Dica! Cosa è successo?" Tanta violenza ferì Maironi. "Niente" diss'egli, fermo. "Non è successo niente. Ho preso una risoluzione, ecco tutto." "Quale risoluzione?" Il custode con le chiavi. "Un momento" rispose Piero. Ma che importava a lei la presenza di quell'uomo! Un fugace moto di commiserazione orgogliosa le passò per gli occhi torbidi e le sopracciglia inarcate. Come poteva il grande amore usar tante piccole prudenze? "Vada avanti!" disse al custode. "Apra! Noi verremo poi." E non curando più costui che brontolava e non obbediva, si volse a Piero. "Quale risoluzione?" diss'ella. "Una risoluzione che Le farò conoscere, ma non ora." "Perchè? È una risoluzione che mi deve far male?" "Non ne parliamo adesso, La prego!" "Com'è possibile, a me, di non parlarne? Lei non capisce niente!" Alle acerbe parole seguì uno slancio represso della bella persona che si porse un istante fremendo amore, raggiando dal viso e dallo sguardo umile, accorato amore. "Oh, ma questo è un incanto, è un paradiso!" Era Carlino Dessalle che si estasiava così sull'entrata del cortile, alle spalle di Piero. "Caro Maironi" diss'egli "senta quest'idea. Praglia è il sogno d'un vecchione vergine e santo che ha cenato di olive e di melagrani e si è addormentato al suono di un preludio di Bach, non però come vi addormentereste voi. Oserei anche dire che ha bevuto acqua sterilizzata." "Lei non ha veduto ancora niente" fece Maironi. "Dio, questi sindaci come sono amministrativi! Niente, dice! Non ho veduto niente quando sono arrivato in carrozza perchè avevo paura di pigliarmi un malanno grazie ai capricci di mia sorella che vuole la pelliccia, ma vuole anche la pioggia e il vento; e soprattutto perchè mia sorella è stata insopportabile, mi ha torturato tutto il tempo accusandomi di un ritardo che poteva far crollare, a quanto sembra, il cielo e la terra; ma ritornando a piedi, adesso, ho avuto le coup de foudre. Capite, basta uno sguardo. La torre merlata e quella divina loggetta che vi si porge incontro lassù — già voi nemmanco l'avete vista! — come un saluto del genio dell'abbazia, il quale non ha potuto partire coi frati; e quella bruna chiesa quattrocentesca, così larga e solida nella sua eleganza, assisa in alto sopra quella compagine quadrata di grandi pietre coricate e morte come volumi di teologi, di dottori e di Padri, mi han fatto battere il cuore; o almeno qualche cosa in quel posto, perchè mia sorella non è sicura che io ce l'abbia, il cuore; quanto a me non ci tengo. E, capite, la massiccità — lasciate, vocabolo mio! — la massiccità toscana di questo zoccolo e di questa chiesa così legata con la toscanità di questo colle che di barbaro ci ha solamente la calotta di selva selvaggia sopra gli oliveti, ma è tanto composto nel suo movimento, tanto schivo di ogni attitudine maleducata, tanto serio, vero? , e fatto per la meditazione, con quelle piccole processioni fraticellesche di cipressetti, molto bornés ma semplici e pii, tale insomma, questo colle, che si vede nel suo corpo alto e grosso una devota umiltà verso la chiesa che gli sta sotto e che pure grandeggia e lo signoreggia, tutto ciò mi ha preso, diremo eh, sorella mia, i polmoni, perchè quelli spero di averli, e ho buttato fuori tutto il mio fiato in una fila di oh! oh! , tanto che ne son rimasto senza per cinque minuti." "Pare che ti sia ritornato" disse Jeanne. "Oh sì, è ritornato. E qui e qui, questo cortiletto divino, questo casto pensamento trasmutato in sogno! Guardate la grazia infinita dei fregi minuti, vedete le cornici di terracotta, gli archettini trilobati, il melarancio simbolico, e quelle conchigliette, un antico rosario allineato. Giusto, forse non erano melagrani, erano melaranci che il vecchione santo ha preso a cena. È la grazia del colossale! Guardatemi questa torre che regna e non opprime. Lasciamo che si tiri su la nostra gratitudine verso un'eccelsa fonte di tutte le forme belle." "Carlino" interruppe sua sorella, "non far troppo il Carucci!" "Che Carucci! Il Carucci è un monolito e io sono una costruzione infinitamente composta. Il Carucci non ha che una nota e io ne ho cento. Il Carucci è un ipocrita intellettuale. Ha finto per tanto tempo di sdilinquirsi per la bellezza che ora si crede sincero. In fondo non gusta che vino bleu, formaggio pecorino e cuoche. Lasciatemi dire. Il Carucci non è uno specchio delle cose multicolore, mobile, ora piano, ora cavo, ora convesso, come lo sono io che poi non scrivo. Per il Carucci lo specchio è nelle cose; egli non ci vede che sè, dappertutto sè. Lasciami dire. Oh, badate! Codesto ha ad essere lo stemma del monastero. Una stella. Bene!" Mentre Carlino Dessalle, col monocolo incastrato nell'occhio destro, alzava il suo lunghissimo naso fine, la sua smunta bruna faccia originale verso lo stemma del monastero, scolpito sopra una porta, sua sorella prese il braccio di Maironi. "Andiamo" diss'ella, e raggiunsero il custode ancora piantato lì ad aspettare sull'altra porta che mette allo scalone. Dessalle, pur guardando la stella, se ne avvide e si rannuvolò. Egli teneva sua sorella, maggiore di lui, per la donna più bella, più affascinante e insieme di più alto animo e di più sicuro giudizio che fosse al mondo. Gli pareva strano che ciascuno dei suoi conoscenti non s'innamorasse di lei, gli pareva naturale che l'amore dell'uno o dell'altro giungesse a toccarla un po', ma ch'ella potesse con un atto, con una parola, venir meno per un solo momento alla propria dignità, non l'aveva sospettato mai. Incominciava a sospettarne adesso per la prima volta e n'era, segretamente, turbato. Che sua sorella provasse una viva simpatia per Maironi, ch'egli pure stimava molto malgrado la gran divergenza delle idee, lo intendeva. Intendeva meno ch'ella curasse poco di nascondere il proprio sentimento, mentre Maironi, se pure era innamorato, sapeva dissimulare. Aveva consentito non senza qualche difesa alla gita di Praglia per timore che Jeanne ci venisse sola; e ora gli seccava che, presente lui, ella, non paga di esser corsa dietro Maironi, anche gli si attaccasse a quel modo. La richiamò a veder lo stemma del monastero e il tono del richiamo fu alquanto vibrato. Jeanne si staccò da Maironi, che non la seguì, e venne sola, a malincuore. "Vergisst mein nicht!" le diss'egli sottovoce, quando gli fu vicina, pigiando sul t del plurale. Ella alzò il viso imbronciato a guardar la stella e sussurrò: "Credi che so condurmi." Carlino, contento in cuor suo di essere stato inteso, protestò di non aver voluto dir questo. Che! Mai! Intanto Maironi contemplava non il doppio giro delle svelte arcate sotto le sopracciglia graziose delle cornici di terracotta, non la torre ascendente in atto di mediatrice fra il Tag: niente sorella tanto tutto risoluzione amore adesso carlino custode Argomenti: tanto tempo, grande amore, doppio giro, corpo alto, alto animo Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Corbaccio di Giovanni Boccaccio Il fiore di Dante Alighieri Decameron di Giovanni Boccaccio I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Il benefattore di Luigi Capuana Articoli del sito affini al contenuto della pagina: I cibi anti stress Capo Verde, un'oasi di mare a due ore di aereo da casa Vacanze Maldive, Malé Il tuo viaggio tra le perle del Mar Rosso Offerta capodanno in Slovenia
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