Libri uno

Libri su uno, con la parola uno

Confessioni di un Italiano (pagina 5)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io ho pochi peccati d'ommissione sulla coscienza, fra i quali uno de' più gravi e che più mi rimorde è questo, di non aver assistito ad uno di quei Parlamenti ... L'aveva da essere in verità uno spettacolo appetitoso ...
Confessioni di un Italiano (pagina 26)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La fanciulla non s'accorgeva di provar dalla sua presenza maggior diletto che non ne provasse le prime volte, ed egli potea già senza tema di sbagliare mandarle uno sguardo che le avrebbe detto: “Tu mi ami!” ... Non di rado anche avveniva che il Partistagno fosse con lei, superbo di quell'onore; e nell'abboccarsi colla brigata egli non mancava di volgere sul dottorino di Fossalta uno sguardo quasi di altero disprezzo ... La fronte di Clara, immalinconita dalle sincere ma rozze galanterie del giovine castellano, s'irradiava d'uno splendore di contentezza quando vedeva da lungi la grave ed ideale figura del figliuolo adottivo della nonna ... Partistagno le volgeva di sbieco una lunga occhiata d'ammirazione: Lucilio la adocchiava appena di volo, e ambidue si inebriavano l'uno d'una vana speranza l'altro d'una ragionata certezza d'amore ...
Confessioni di un Italiano (pagina 43)
di Ippolito Nievo (estratti)

... L'Umanità è uno spirito che può sperar lungamente, e aspettar con pazienza ... Prima di tutto Leopardo era bello; poi era uno dei più agiati partiti del territorio, e infine le dava tante prove di amore quasi devoto che sarebbe stata vera sciocchezza il non approfittarne ... L'illustrissimo dottor Natalino cancelliere di Venchieredo lasciava correre la cosa, perché ce ne aveva veduti tanti dei mosconi intorno alla sua Doretta che uno di più uno di meno non lo sgomentiva per nulla ...
Confessioni di un Italiano (pagina 53)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — E quando la tua famiglia ti profferirà uno sposo? — soggiunse con voce dolorosa e stridente Lucilio ... — Uno sposo!? — sclamò la giovinetta chinando il mento sul petto ... La volontà di Lucilio e l'abnegazione di Clara corrispondevano insieme, come quegli astri gemelli che s'avvicendano eternamente l'uno intorno all'altro negli spazi del cielo ... Lucilio passava oltre avvisandoli per due guardiani campestri che aspettassero alcuno; ma uno di essi gli intimò di fermarsi, dicendo che per quella sera era vietato penetrar nel paese ...
Confessioni di un Italiano (pagina 57)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Dei pareri non ce n'è che uno — soggiunse Lucilio ... — Ne uccideremo uno, agli altri il sangue andrà alla testa, e saremo tutti fritti prima che il signor Vice–capitano pensi a mettersi le ciabatte! — Non veda, no, le cose tanto scure; — replicò Lucilio — castigatone uno, creda a me che gli altri faranno giudizio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 60)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Le anime hanno un centinaio di sensi per sentir il male, ed uno solo pel bene; e la natura rileva alcun poco dell'indole di Guerrazzi che ha maggior immaginativa per le miserie che pei pregi della vita ... Il timore d'un lungo assedio era svanito; la cuoca lavorava per tre; le guattere e i servi avevano quattro braccia per uno; il fuoco sembrava disporsi a cuocere ogni cosa in un minuto; Martino lagrimando per la morte di Germano, comunicatagli allora allora dal cavallante, grattava in tre colpi mezza libbra di formaggio ... Uno scoppio di applausi salutò il loro ingresso, e poi furono invitati a contare la loro storia ... Ambidue, dicevano, senza farsi motto l'uno dell'altro, al primo giungere dei nemici erano corsi a Portogruaro per implorar soccorso; e di là infatti capitavano col vero soccorso di Pisa ... Allora, chi chiappa chiappa, uno qua ed uno là, ognuno trovò il proprio covo, la gente di rilievo nella foresteria, gli altri chi nella frateria, chi nelle rimesse, chi sul fienile ...
Confessioni di un Italiano (pagina 61)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Allora uno di loro cominciò con uno scalpello a smovere le pietre del muro dirimpetto che s'addossava alla torre; e un colpo dopo l'altro così alla sordina fu fatto un bel buco ... Il meglio era appostar colà due uomini fidati e robusti che abbrancassero uno per uno i due frati mano a mano che passavano e li imbavagliassero e li legassero a dovere ... Essi penetrarono pian piano nell'archivio adoperando la chiave del Conte che restava sempre nelle tasche delle sue brache in anticamera; e stettero lì uno a destra ed uno a sinistra del luogo ove si sentivano sordi i colpi dei due scalpelli ... — Io passo col braccio — mormorò uno di questi ... Con poco lavoro s'allargò il buco siffattamente, che vi potea passare con qualche stento una persona; e allora uno dei due frati, quello che sembrava il caporione, allungò la testa indi un braccio indi l'altro e strisciando innanzi colle mani sul pavimento dell'archivio s'ingegnava di tirarsi addietro le gambe ...
Confessioni di un Italiano (pagina 62)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Gli anni che al castello di Fratta giungevano e passavano l'uno uguale all'altro, modesti e senza rinomanza come umili campagnuoli, portavano invece a Venezia e nel resto del mondo nomi famosi e terribili ... Si chiamavano 1786, 1787, 1788; tre cifre che fanno numero al pari delle altre, e che pure nella cronologia dell'umanità resteranno come i segni d'uno de' suoi principali rivolgimenti ... Ma a Venezia meno che altrove gli animi eran disposti a sorpassare la misura delle leggi: la Signoria fidava giustamente nel contento sonnecchiare dei popoli; e non a torto un principe del Nord capitatovi in quel torno ebbe a dire d'averci trovato non uno stato ma una famiglia ...
Confessioni di un Italiano (pagina 65)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Chi porgeva la ventola, chi l'occhialetto, il fazzoletto, o la scatola; uno aveva la felicità di scortar la dama a messa, l'altro di condurla al passeggio ... Però fu essa tanto clemente verso i capponi della città da non insistere in quella moda; altrimenti in capo a tre giorni non ve ne sarebbe rimasto uno col vestimento che mamma natura gli diede ... Per citarne uno, monsignor di Sant'Andrea, il più sillogistico teologo del Capitolo, una volta uscito dalla Curia e seduto a ragionare in confidenza coi pari suoi, non si vergognava di ritorcer la punta a molti de' proprii sillogismi ...
Confessioni di un Italiano (pagina 95)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Quando il pensiero della Pisana cascava come un razzo alla congrève fra il conciliabolo de' miei nuovi proponimenti, ed uno scappava di qua, un altro si salvava per di là, io mi dava delle grosse picchiate nel petto sotto il tabarro, recitava qualche giaculatoria e con un po' di pazienza l'incendio si spegneva e tornava cittadino e cristiano, come voleva il padre Pendola ... Egli avrebbe voluto uno zelo da san Paolo ... Io arrivai a Padova coll'invasamento di uno che s'appresta a farsi frate per disperazione amorosa ...
Confessioni di un Italiano (pagina 124)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Sono i soliti articoli (prendeva in ciò dire dalla tavola uno scritto e lo scorreva rapidamente): erezione dell'albero della libertà, proclamazione della democrazia con rappresentanti scelti dal popolo, una Municipalità provvisoria di ventiquattro veneziani alla testa dei quali l'ex–doge Manin e Giovanni Spada, ingresso di quattromila Francesi come alleati in Venezia, richiamo della flotta, invito alle città di terraferma, di Dalmazia e delle isole ad unirsi colla madre patria, licenziamento definivo degli Schiavoni, arresto del signor d'Entragues, manutengolo dei Borboni, e cessione delle sua carte al Direttorio pel canale della Legazione francese ... Giulio Del Ponte, che non avea fiatato in tutta la sera, si riscosse a quella sua urlata, e gli mandò di sbieco uno sguardo che somigliava una stilettata ... Il leoncino di Zante non degnava neppur d'uno sguardo codesta pulce che gli pizzicava l'orecchio, o se gli dava qualche zaffata era più per noia che per altro ...
Confessioni di un Italiano (pagina 139)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Nulla; — mi rispose egli socchiudendo a stento le labbra, come uno che parla e sta per addormentarsi — voglio che tu mi faccia compagnia; scusami se non parlerò troppo, ma ho qualche doloruccio di stomaco ... Io misi uno strido di raccapriccio, ma egli si turò le orecchie soggiungendo: — Zitto, zitto, Carlino! Mia moglie è di là che dorme nella seconda camera! ... Io conobbi che non c'era nulla da sperare da una sì tremenda tranquillità; sedetti vicino a lui deplorando quella triste aberrazione che perdeva così miseramente uno degli animi più forti che io m'avessi mai conosciuto ... — Rimani, ti dico; — soggiunse egli con uno sforzo compassionevole — ad ogni modo sarebbe troppo tardi ... Io lo compresi pur troppo, e volsi uno sguardo pieno di odio e di ribrezzo alla porta, dietro la quale la Doretta dormiva placidi i suoi sonni ... Avendo picchiato indarno alla porta del parroco, essa ne aveva condotto uno nel quale per sorte si era abbattuta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 140)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Leopardo a quel silenzio alzò faticosamente uno sguardo e, appena fisatolo in volto a quel prete, saltò in piedi come morsicato nel cuore da un serpente ... Padre, due grani di sublimato sono uno speditivo troppo potente! ... Parevano due esseri diversi, l'uno dei quali contemplasse i patimenti dell'altro colla impassibilità d'un inquisitore ... Quando fu presso al gran punto lo vidi aprire le labbra a un sorriso, quale da un pezzo non brillava più su quel volto robusto e maestoso; si mise la mano in seno e ne trasse uno scapolare su cui affisse a più riprese le labbra ... Allora rimasto solo io diedi uno sfogo al mio dolore: baciai e ribaciai quel santo volto di martire, lo cospersi di pianto, lo contemplai a lungo quasi innamorato della pace sovrumana che spirava ...
Confessioni di un Italiano (pagina 147)
di Ippolito Nievo (estratti)

... In quel momento né la lettura degli Enciclopedisti né la frenesia della libertà me la scusavano di quel subito invagarsi d'uno sbarbatello in assisa ... Quell'allontanarmi dalla Pisana, Dio sa per quanto tempo, senza vederla, senza parlarle, senza aiutarla del mio consiglio contro i pericoli che la circondavano, mi dava uno sgomento così grande, che piuttosto avrei arrischiato il collo per rimanere ... Volli piuttosto scender la scala che tirare la corda, e per le fessure dell'uscio diedi uno strepitoso: — Chi va là? Mi rispose una voce tremante di donna: — Son io; apri, Carlino! Ma perché ella fosse tremante non la conobbi meno, e mi precipitai ad aprire col petto in angoscia così profonda che appena bastava a frenarmi ...
Confessioni di un Italiano (pagina 148)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Bene! non potrai dire che non sia un bel giovine, d'aspetto maschio e generoso, benché lo abbia poi trovato al cimento un perfido, uno spergiuro, un disleale, un vero capo d'oca col cuore di lepre ... S'accontenti allora di portar impressi sul viso i segni d'uno schiaffo di donna ... Ma uno che amasse una donna, e si udisse profferta da lei questa nobile impresa, non dovrebbe anzi fare di più? ... Tutte le mie forze si condensarono in queste cinque dita, e gli stampai sulla guancia uno schiaffo così strepitoso che mia madre mio marito i servi e le cameriere accorsero al romore dalle stanze vicine ...
Confessioni di un Italiano (pagina 165)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Ora ti menerò dal tuo generale — diss'egli — generale, comandante, capitano, commilitone, tutto quello che vorrai! È uno di quegli uomini che sono troppo superiori agli altri per darsi la briga di accorgersene di mostrarlo: non si può credere ad alcun patto che in lui sia un'anima sola, e sembra che la sua immensa attività dovrebbe stancarne una dozzina al giorno ... Era un giovine alto, di trent'anni all'incirca, un vero tipo di venturiero, il ritratto animato d'uno di quegli Orsini, di quei Colonna, di quei Medici la cui vita fu una serie continua di battaglie, di saccheggi, di duelli, di prigionie ... Aveva uno di quegli animi che uniti o soli vogliono fare ad ogni costo; e questa magnanimità gli respirava dignitosamente nella grand'aria del viso ... Sapete nulla montar a cavallo, caricare uno schioppo, e maneggiar la spada? — So qualche cosa di tuttociò (Era merito di Marchetto e ne lo ringraziai allora, come poco prima avea ringraziato il Piovano della sua classica istruzione) ... Le campagne insorgevano ed erano piene d'assassinii; cominciava insomma uno di quei drammi sociali rimasti ...
Confessioni di un Italiano (pagina 167)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Diede uno strido, gettò indietro il mantello, e ravvisammo ambidue le pallide sembianze di Spiro ... Al contatto di quella mano, al suono di quella voce egli tremò tutto; sentii raffreddarsi di repente il sudore che gli inondava le guance; mi volse uno sguardo tale che una tigre non ne lancerebbe uno più formidabile a chi le trucida i suoi figli; indi con una potente scrollata ci respinse ambidue fino contro al letto, e restò solo minaccioso nel mezzo della stanza ... In carcere ogni giorno ogni minuto fu uno studio continuo di fuggire per raggiungervi, per salvarvi dal precipizio ove siete caduta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 173)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Uno di essi giunto al sommo s'apprestava a discendere, quando tuonò come un'archibugiata; egli stese le braccia, e giù come un vero morto ... Ne calava uno e ne sorgevan dieci; una vera invasione, la vera piaga delle locuste che oscuravano l'aria ... — Uno alla volta! ... Tutto in un momento un fischio di qua un fischio di là, uno scoppio per l'aria come di quattro o cinque saette che s'azzuffassero, e vicino a me uno scotimento tale che mandò in pezzi i cristalli ... Sette dei miei colleghi balzarono nella stanza, uno rimase fuori morto, fortuna che fu proprio morto e non ferito; aggiungendosi l'altro ucciso mentre scavalcava il muro si aveva il conto giusto, che eravamo proprio in dieci ... Che il capitano non ne sospettasse nulla? Che essi fossero già in cammino da senno dalla parte della maremma mentre noi gridavamo il falso allarme verso la montagna? Così era successo infatti; e una semplice bizzarria potea costarmi salata a me, a tutta la legione, e dar anche ad uno scherzo ad una bravata l'apparenza del tradimento ... Qualcuno di noi s'apparecchiava a cantar vittoria e fors'anche a dare addosso a quei pochi ostinati che non volevano ritirarsi e scorazzavano dietro le piante del verziere, quando s'udì sotto i nostri piedi un fragore come d'uno scoppio sotterraneo, e poco stante un correre uno scalpitare nelle stanze terrene susseguito da grida da urli da bestemmie e da giaculatorie secondo il pio costume dei Napoletani quando vanno in guerra ... Ciascuno di noi fu soprappreso da terrore; mentre i bersaglieri ci tenevano a bada, il grosso degli assalitori avea sfondato una porta con una piccola mina; il convento era invaso; uno contro dieci sarebbe stato vano il pensiero di resistere ... Uno solo, inciampato nel cadere, si slogò e si ruppe una gamba, benché il salto da quella parte fosse discretissimo; e subito quei sicari gli furono addosso come lupi ad un agnello, e a dirvi le torture e gli strazii che gli fecero soffrire, sarei tacciato senza fallo di bugiardo, perché sembrerebbe impossibile che tanto si infierisse contro una creatura umana in un attimo di tempo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 175)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Sì, rinnego anche quell'onore bugiardo che soffre quaggiù la vergogna dovuta agli spergiuri senza rispondere con uno scoppio di vulcano a sì sfrontate calunnie! La Pisana si strinse la fronte colle mani e si mise a piangere; indi improvvisamente balzò dal letto, ove l'avevano adagiata vestita com'era, e fece motto di voler uscire dalla stanza; io la trattenni ... Ora fosca, ora raggiante, ora tempestosa come un cielo carico di nuvole, ora calma e serena come il mare d'estate; si componeva talvolta all'attitudine della preghiera, poco dopo stringeva il pugno come avesse in mano uno stilo e ne ferisse a più riprese un petto aborrito ... La storia del cuor suo e quella della sua vita dopo la mia partenza si illuminavano a sprazzi nella mia atterrita fantasia; ma aveva ribrezzo di guardare, sentiva che pel momento era uno sforzo superiore alle mie forze ... Io inorridii di tanto cinismo; ella se n'avvide e si contorse tutta come uno scorpione toccato da una bragia ...
Confessioni di un Italiano (pagina 177)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Sette emigrati còrsi, spacciando uno di loro per principe ereditario, avevan bastato per levar a romore buona parte degli Abruzzi; ma i Francesi si opponevano gagliardamente, e ne impiccavano taluni con esempio solenne di giustizia ... Non era quella una guerra tra uomini, ma uno sbranarsi tra fiere ... Quanto alla Pisana, fu quello il primo bacio che ebbe e sofferse da me dopo l'incontro di Velletri; voleva serbarsi fredda e contegnosa, ma quando le nostre labbra si toccarono, né l'uno né l'altra potemmo raffrenare l'impeto del cuore, ed io mi raddrizzai che tremava tutto, ed ella col viso irrigato di lagrime ... — Ci rivedremo! — mi gridò ella da lunge con uno sguardo pieno di fede ...
Confessioni di un Italiano (pagina 180)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io entrai convulso dalla meraviglia e dal dolore e caddi con uno strido sul letto dove mio padre mortalmente ferito alla gola combatteva ostinatamente colla morte ... Io ringraziai con uno sguardo il vecchio prete di tanta cristiana pietà, e gli dissi anche sottovoce se non ci fossero nel paese medici o chirurghi da ricorrere all'opera loro per qualche tentativo ... Ognuno voleva dire la sua; in quel mentre uno dei nostri, che ci veniva incontro a precipizio senz'armi e senza cappello sopra un cavallo sfiancato dal gran correre, ci tolse la sospensione ... Io e Martelli ci consultammo con uno sguardo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 194)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Credo che l'ultimo scudo lo avrei fatto durare un secolo se il giorno della partenza di Napoleone per la Germania non me lo avesse rubato uno di quei famosi borsaiuoli che si esercitano per pia consuetudine nelle contrade di Milano ... “Sei un gigante ma non un Dio!” gli diceva “io ti ho misurato e trovai la mia fede più grande di molto e più eccelsa di te!” Per un uomo che credeva d'aver in tasca uno scudo e non aveva neppur quello, ciò non era poco ... — Eh! Tutt'altro! Quella era spilorcia come uno speziale, questa invece splendida più d'un ministro ...
Confessioni di un Italiano (pagina 195)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Un soldo di pane, due di salato ed uno d'acquavite per rifocillarmi lo stomaco e prepararlo alla visita della sera ... — Per carità! cos'era mai un soldo di pane per uno che non avea toccato cibo da ventiquattr'ore! — Rifeci il conto; due soldi di pane, uno di cacio pecorino, e il solito di racagna ... Dopo questo piccolo trattenimento i miei denti restavano ancora molto inquieti e razzolando le briciole che si erano fuorviate andavano fra loro dicendo con uno scricchiolio di costernazione: “Che sia finita la festa?” “È proprio finita!” risposi io, e sì che mi sentiva lo stomaco ancor più spaventato dei denti! — Allora mi presi un lecito trastullo d'immaginazione che m'avea servito anche molti giorni prima per ingannar l'appetito: feci la rassegna dei miei amici cui avrei potuto chiedere da pranzo, se fossero stati a Milano ... L'abate Parini, morto da sei anni e leggero di pranzo anche lui; Lucilio, partito per la Svizzera; Ugo Foscolo, professore d'eloquenza a Pavia; de' miei antichi conoscenti non ne trovava uno: la padrona di casa dandomi la sera prima la patina aveva uncinato un certo suo nasaccio che voleva dire: “State indietro con questi brutti scherzi!” Rimaneva il colonnello Giorgi; ma vi confesso che mi vergognava: come anche dubito che mi sarei vergognato di tutti gli altri se fossero stati a Milano, e che sarei morto di fame piuttosto di farmi pagare un caffè e panna da Ugo Foscolo ... Non era più il furore, la smania gelosa d'una volta, ma uno sconforto pieno d'amarezza, un abbattimento che mi faceva perdere il desiderio di vivere ... Ma si sa cosa succede da quel tafferuglio tra l'anima vecchia e la nuova, massime in uno stomaco affamato ...
Confessioni di un Italiano (pagina 236)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il disperato cantore della Ginestra e di Bruto sapeva meglio degli altri che soltanto la lunghezza della vita può sollevar l'anima a quella sublimità di scienza che comprende d'uno sguardo tutto il mondo metafisico e non s'arresta ai gemiti fanciulleschi d'un uomo che si spaura del buio ... Per quanto l'avessi pregata non avea consentito a consolare il morente della sua presenza; ma siccome ella faceva uno studio peculiare di attraversare le proprie voglie, così mi è lecito il credere che ne sentiva anzi desiderio; e che offerse anche quel sacrifizio per maggior bene dell'anima di lui ... Una per una le cavano tutte le foglie, finché resta solo l'ultima, e così siamo noi che dei compagni coi quali venimmo camminando lungo i sentieri della vita, uno cade oggi l'altro domani e ci troviamo poi soli, melanconici nel deserto della vecchiaia ... Le mancarono ad uno ad uno tutti i suoi fratelli, e non restava più che Bruto il quale sopportava assai lietamente il crescer degli anni, e solamente si lamentava che il destino gli prefiggesse per dimora Venezia ove gli spessissimi ponti davano un soverchio incommodo alla sua gamba di legno ...
Confessioni di un Italiano (pagina 247)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La Pisana diventò madre amorosa de' suoi due nipotini, a' quali un dilicato pensiero di Giulio aveva imposto i nomi di Luciano e di Donato: i miei due figliuoli uno assente e l'altro morto, rivivevano in quelle due care creaturine e la Pisana stessa s'incaricò di risuscitare il terzo, generando un fratello alla Carolina che fu chiamato Giulio ... La famiglia forma di tutte le anime che la compongono quasi un'anima collettiva; e che altro infatti son mai le anime nostre se non memoria, affetto, pensiero e speranza? — E quando cotali sentimenti sono comuni in tutto od in parte, non si può dir veramente che si vive l'uno nell'altro? Così l'umanità s'eterna e si dilata come un solo spirito in quei principii immutabili che la fanno pietosa, socievole e pensante ... Disprezzai chi non era forse né meno veggente né meno coraggioso di me; m'aggirai fra essi colla testa ritta e colla frusta in mano come fra uno sciame di conigli; diedi ragione se non al diritto certo alla forza dei padroni, e risi di vederli calpestati perché non li credeva possibili ad una riscossa ... Sono uno schiavo della penitenza che ricomprerà i proprii diritti d'uomo di cittadino di figlio a prezzo della sua vita ...
Corbaccio (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma, lasciando ora questa disputazione, ché luogo non ci ha, stare, e venendo a quello aprirti che tu domandi, dico che per la mia disaventura, non sono molti mesi passati, avvenne che io con uno, al quale tu fosti già vicino e parente, di cui esprimere il nome or non bisogna, in ragionare di varie cose entrai ... E, mentre che noi così ragionando andavamo, acadde, come talvolta avviene che l'uomo d'uno ragionamento salta in uno altro, che noi, il primo lasciato, in sul ragionare delle belle donne venimo; e, prima avendo molte cose dette delle antiche, quale in magnanimità, quale in castità, quale in corporal forteza lodando, condiscendemo alle moderne: fra le quali il numero trovandone piccolissimo da commendare, pure esso, che in questa parte il ragionare prese, alcune ne nominò della nostra città; e, tra l'altre, nominò quella, che già fu tua, la quale io nel vero non conosceva ... Così non l'avessi io mai conosciuta poi! E di lei, non so da che affezione mosso, cominciò a dire mirabili cose, affermando che in magnificenzia mai non era stata alcuna sua pari; e, oltre al naturale delle femine, lei s'ingegnava di mostrare essere uno Alessandro e alcuna delle sue liberalità raccontando; le quali, per non consumare il tempo in novelle, non curo di raccontare ...
Corbaccio (pagina 6)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per che l'uno de' due fini aspettando, quantunque l'uno più che l'altro desiderassi, per una mia lettera, piena di quelle parole che più onestamente intorno a così fatta materia dir si possono, il mio ardente desiderio le feci sentire ... E dirotti più: ch'ella in quella s'ingegnò di mostrare d'avere alcun sentimento d'una opinione filosofica, quantunque falsa sia, cioè che una anima d'uno uomo in uno altro trapassi: il che alle prediche, non in libro né in scuola, son certo ch'aprese; e in quella, me a uno valente uomo assomigliando, mostrò di volere, lusingando, contentare: affermando appresso sommamente piacerle chi senno e prodeza e cortesia avesse in sé e con queste antica gentileza congiunta ... Per ciò che, secondo che a me pare avere compreso, uno, il quale, non perch'e' sia ma perché li pare essere, i suoi vicini chiamano il secondo Ansalone, è da lei amato, al quale essa, per più farlisi cara, ha le mie lettere palesate e con lui insieme, a guisa d'uno beccone, schernito; senza che, colui, di me faccendo una favola, già con alcuno per lo modo che più gli è piaciuto n'ha parlato; senza che, esso, come io son qui, per più largo spazio avere di favellare, fu colui che la risposta alla mia lettera, della quale davanti ti dissi, mi fece fare; e oltre a questo, secondo che i miei occhi medesimi m'hanno fatto vedere, m'ha ella, sogghignando, a più altre mostrato, come io aviso, dicendo: “Vedi tu quello scioccone? Egli è mio vago: vedi se io mi posso tenere beata!” ...
Corbaccio (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma, se per dieci cattivi della sua schiatta, più aventurata in crescere in numero d'uomini che in valore o in onore alcuno, fosse stato uno solo scudo apiccato e spiccatone uno di quelli per la cui cavalleria apiccati vi furono, a' quali ella così bene e così convenientemente stette come al porco la sella, non dubito punto che, dove degli scudi de' cattivi centinaia apparirebbono, niuno se ne vedrebbe de' cavalieri ... Estimano i bestiali, tra' quali ella è maggior bestia che uno leofante, che ne' vestimenti foderati di vaio e nella spada e nelli sproni dorati, le quali cose ogni piccolo artefice, ogni povero lavoratore leggiermente potrebbe avere, e un pezo di panno e uno scudicciuolo da fare alla sua fine nella chiesa apiccare, consista la cavalleria; la quale veramente consiste in quelli che oggi cavalieri si chiamano, e non in altro ... Addunque con questa stolta maggioranza e arroganza incominciando, sperando io sempre, quantunque io avessi per lo meno male, sì come vile, giù l'armi poste, che essa alcuna volta riconoscer si dovesse e della presa tirannia rimuoversi, pervenne a tanto che sanza pro conobbi che, dov'io pace e tranquillità mi credea avere in casa recata, conoscendo che guerra, fuoco e mala ventura recata v'avea, cominciai a desiderare ch'ella ardesse; e ciascuno luogo della nostra città, qual che si fosse più di litigi e di quistioni pieno, m'incominciò a parere più quieto e più riposato che la mia casa; e, così, veggendo venire la notte che al tornare mi vi constrignea, mi contristava, come se uno noioso prigioniere e possente e a dovere ad una prigione rincrescevole e oscura m'avesse constretto ...
Decameron (pagina 14)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il che costui diligentemente faccendo, avvenne una mattina tra l'altre che egli udì alla messa uno evangelio, nel quale queste parole si cantavano “Voi riceverete per ognun cento e possederete la vita eterna”, le quali esso nella memoria fermamente ritenne; e secondo il comandamento fattogli, a ora di mangiare davanti allo inquisitor venendo, il trovò desinare ... Ma poi che le risa rimase furono e racquetato ciascuno, Filostrato, al qual toccava il novellare, in cotal guisa cominciò a parlare: –Bella cosa è, valorose donne, il ferire un segno che mai non si muti, ma quella è quasi maravigliosa, quando alcuna cosa non usata apparisce di subito, se subitamente da uno arciere è ferita ... Sì come chiarissima fama quasi per tutto il mondo suona, messer Can della Scala, al quale in assai cose fu favorevole la fortuna, fu uno de' più notabili e de' più magnifichi signori che dallo imperadore Federigo secondo in qua si sapesse in Italia ... Solo uno, chiamato Bergamino, oltre al credere di chi non l'udì presto parlatore e ornato, senza essere d'alcuna cosa proveduto o licenzia datagli, si rimase, sperando che non senza sua futura utilità ciò dovesse essere stato fatto ... Ora avvenne che, trovandosi egli una volta a Parigi in povero stato, sì come egli il più del tempo dimorava per la vertù che poco era gradita da coloro che possono assai, udì ragionare d'uno abate di Clignì, il quale si crede che sia il più ricco prelato di sue entrate che abbia la Chiesa di Dio ...
Decameron (pagina 21)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 3 Tre giovani male il loro avere spendono, impoveriscono; de' quali un nepote con uno abate accontatosi, tornandosi a casa per disperato, lui truova essere la figliuola del re d'Inghilterra, la quale lui per marito prende e de' suoi zii ogni danno ristora, tornandogli in buono stato ... E mentre che della buona notte che colei ebbe soghignando si ragionava, Pampinea, che sé allato allato a Filostrato vedea, avvisando, sì come avvenne, che a lei la volta dovesse toccare, in se stessa recatasi quel che dovesse dire cominciò a pensare; e, dopo il comandamento della reina, non meno ardita che lieta così cominciò a parlare: –Valorose donne, quanto più si parla de' fatti della fortuna, tanto più, a chi vuole le sue cose ben riguardare, ne resta a poter dire: e di ciò niuno dee aver maraviglia, se discretamente pensa che tutte le cose, le quali noi scioccamente nostre chiamiamo, sieno nelle sue mani, e per conseguente da lei, secondo il suo occulto giudicio, senza alcuna posa d'uno in altro e d'altro in uno successivamente, senza alcuno conosciuto ordine da noi, esser da lei permutate ... Per la qual cosa con quelli, successivamente or l'uno or l'altro a Firenze tornandosi, gran parte delle loro possessioni ricomperarono e molte dell'altre comperar sopra quelle, e presero moglie; e continuamente in Inghilterra prestando, a attendere a' fatti loro un giovane lor nepote, che avea nome Allessandro, mandarono, e essi tutti e tre a Firenze, avendo dimenticato a qual partito gli avesse lo sconcio spendere altra volta recati, non obstante che in famiglia tutti venuti fossero, più che mai strabocchevolmente spendeano e erano sommamente creduti da ogni mercatante, e d'ogni gran quantità di denari ... E mentre così i tre fratelli largamente spendeano e mancando denari accattavano, avendo sempre la speranza ferma in Inghilterra, avvenne che, contra l'oppinion d'ogni uomo, nacque in Inghilterra una guerra tra il re e un suo figliuolo, per la quale tutta l'isola si divise, e chi tenea con l'uno e chi con l'altro; per la qual cosa furono tutte le castella de' baroni tolte a Alessandro, né alcuna altra rendita era che di niente gli rispondesse ...
Decameron (pagina 23)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La Lauretta appresso Pampinea sedea; la qual, veggendo lei al glorioso fine della sua novella, senza altro aspettare a parlar cominciò in cotal guisa: –Graziosissime donne, niuno atto della fortuna, secondo il mio giudicio, si può veder maggiore che vedere uno d'infima miseria a stato reale elevare, come la novella di Pampinea n'ha mostrato essere al suo Alessandro adivenuto ... Tralle quali cittadette n'è una chiamata Ravello, nella quale, come che oggi v'abbia di ricchi uomini, ve n'ebbe già uno il quale fu ricchissimo, chiamato Landolfo Rufolo; al quale non bastando la sua ricchezza, disiderando di radoppiarla, venne presso che fatto di perder con tutta quella se stesso ... Egli, forse infra uno anno, rubò e prese tanti legni di turchi, che egli si trovò non solamente avere racquistato il suo che in mercatantia avea perduto ma di gran lunga quello aver raddoppiato ... E già nell'Arcipelago venuto, levandosi la sera uno scilocco, il quale non solamente era contrario al suo cammino ma ancora faceva grossissimo il mare, il quale il suo picciolo legno non avrebbe bene potuto comportare, in uno seno di mare, il quale una piccola isoletta ...
Decameron (pagina 27)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... si fece alle finestre e con una boce grossa, orribile e fiera disse: “Chi è laggiù?” Andreuccio, a quella voce levata la testa, vide uno il quale, per quel poco che comprender poté, mostrava di dovere essere un gran bacalare, con una barba nera e folta al volto, e come se del letto o da alto sonno si levasse sbadigliava e stropicciavasi gli occhi: a cui egli, non senza paura, rispose: “Io sono un fratello della donna di là entro ... E mentre parlavano, disse l'uno: “Che vuol dir questo? Io sento il maggior puzzo che mai mi paresse sentire”; e questo detto, alzata alquanto la lanterna, ebber veduto il cattivel d'Andreuccio, e stupefatti domandar: “Chi è là?” Andreuccio taceva, ma essi avvicinatiglisi con lume il domandarono che quivi così brutto facesse: alli quali Andreuccio ciò che avvenuto gli era narrò interamente ... ” E a lui rivolti, disse l'uno: “Buono uomo, come che tu abbi perduti i tuoi denari, tu hai molto a lodare Idio che quel caso ti venne che tu cadesti né potesti poi in casa rientrare: per ciò che, se caduto non fossi, vivi sicuro che, come prima adormentato ti fossi, saresti stato amazzato e co' denari avresti la persona perduta ... Era quel dì sepellito uno arcivescovo di Napoli, chiamato messer Filippo Minutolo, e era stato sepellito con ricchissimi ornamenti e con un rubino in dito il quale valeva oltre a cinquecento fiorin d'oro, il quale costoro volevano andare a spogliare; e così a Andreuccio fecer veduto ... Laonde Andreuccio, più cupido che consigliato, con loro si mise in via; e andando verso la chiesa maggiore, e Andreuccio putendo forte, disse l'uno: “Non potremmo noi trovar modo che costui si lavasse un poco dove che sia, che egli non putisse così fieramente?” Disse l'altro: “Sì, noi siam qui presso a un pozzo al quale suole sempre esser la carrucola e un gran secchione; andianne là e laverenlo spacciatamente ... E senza più parole fare, essendo già mezzanotte, n'andarono alla chiesa maggiore, e in quella assai leggiermente entrarono e furono all'arca, la quale era di marmo e molto grande; e con lor ferro il coperchio, ch'era gravissimo, sollevaron tanto quanto uno uomo vi potesse entrare, e puntellaronlo ... E fatto questo, cominciò l'uno a dire: “Chi entrerà dentro?” A cui l'altro rispose: “Non io ... Verso il quale ammenduni costoro rivolti dissero: “Come non v'enterrai? In fé di Dio, se tu non v'entri, noi ti darem tante d'uno di questi pali di ferro sopra la testa, che noi ti farem cader morto ...
Decameron (pagina 51)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Taceva già Pampinea, e l'ardire e la cautela del pallafreniere era da' più di loro stata lodata e similmente il senno del re, quando la reina, a Filomena voltatasi, le 'mpose il seguitare: per la qual cosa Filomena vezzosamente così incominciò a parlare: –Io intendo di raccontarvi una beffa che fu da dovero fatta da una bella donna a uno solenne religioso, tanto più a ogni secolar da piacere, quanto essi, il più stoltissimi e uomini di nuove maniere e costumi, si credono più che gli altri in ogni cosa valere e sapere, dove essi di gran lunga sono da molto meno, sì come quegli che, per viltà d'animo non avendo argomento come gli altri uomini di civanzarsi, si rifuggono dove aver possano da mangiar, come 'l porco ... Costei adunque, d'alto legnaggio veggendosi nata e maritata a uno artefice lanaiuolo, per ciò che artefice era non potendo lo sdegno dell'animo porre in terra, per lo quale stimava niuno uomo di bassa condizione, quantunque ricchissimo fosse, esser di gentil donna degno, e veggendo lui ancora con tutte le sue ricchezze da niuna altra cosa essere più avanti che da sapere divisare un mescolato o fare ordire una tela o con una filatrice disputar del filato, propose di non voler de' suoi abbracciamenti in alcuna maniera se non in quanto negare non gli potesse, ma di volere a sodisfazione di se medesima trovare alcuno il quale più di ciò che il lanaiuolo le paresse che fosse degno ... E innamorossi d'uno assai valoroso uomo e di mezza età, tanto che, qual dì nol vedea, non potea la seguente notte senza noia passare; ma il valente uomo, di ciò non accorgendosi, niente ne curava, e ella, che molto cauta era, né per ambasciata di femina né per lettera ardiva di fargliele sentire, temendo de' pericoli possibili a avvenire ... Io so, come colei che detto ve l'ho, che voi conoscete i miei parenti e 'l mio marito, dal quale io sono più che la vita sua amata, né alcuna cosa disidero che da lui, sì come da ricchissimo uomo e che il può ben fare, io non l'abbia incontanente; per le quali cose io più che me stessa l'amo: e lasciamo stare che io facessi, ma se io pur pensassi cosa niuna che contro al suo onore o piacer fosse, niuna rea femina fu mai del fuoco degna come sare' io Ora uno (del quale nel vero io non so il nome ma persona da bene mi pare e, se io non ne sono ingannata, usa molto con voi) bello e grande della persona, vestito di panni bruni assai onesti, forse non avvisandosi che io così fatta ...
Decameron (pagina 59)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Fu adunque in Firenze un nobile giovane il cui nome fu Tedaldo degli Elisei, il quale d'una donna, monna Ermellina chiamata e moglie d'uno Aldobrandino Palermini, innamorato oltre misura per li suoi laudevoli costumi, meritò di godere del suo disiderio ... E, messa ogni sua cosa in ordine, se ne venne con un suo fante solamente a Ancona; dove essendo ogni sua roba giunta, quella ne mandò a Firenze a alcuno amico dell'ancontano suo compagno, e egli celatamente, in forma di pellegrino che dal Sepolcro venisse, col fante suo se ne venne appresso; e in Firenze giunti, se ne andò a uno alberghetto di due fratelli che vicino era alla casa della sua donna ... Al quale il calzolaio rispose: “Coloro sono di nero vestiti per ciò che non sono quindici dì che un lor fratello che di gran tempo non c'era stato, che avea nome Tedaldo, fu ucciso: e parmi intendere che egli abbiano provato alla corte che uno che ha nome Aldobrandino Palermini, il quale è preso, l'uccidesse, per ciò che egli voleva bene alla moglie e eraci tornato sconosciuto per esser con lei ... Per che, chetamente alla fessura accostatosi, cominciò a guardare che ciò volesse dire; e vide una giovane assai bella tener questo lume, e verso lei venir tre uomini che del tetto quivi eran discesi; e dopo alcuna festa insieme fattasi, disse l'uno di loro alla giovane: “Noi possiamo, lodato sia Idio, oggimai star sicuri, per ciò che noi sappiamo fermamente che la morte di Tedaldo Elisei è stata provata da' fratelli addosso a Aldobrandin Palermini, e egli l'ha confessata e già è scritta la sentenzia: ma ben si vuol nondimeno tacere, per ciò che, se mai si risapesse che noi fossimo stati, noi saremmo a quel medesimo pericolo che è Aldobrandino ... Tedaldo, udito questo, cominciò a riguardare quanti e quali fossero gli errori che potevano cadere nelle menti degli uomini, prima pensando a' fratelli che uno strano avevan pianto e sepellito in luogo di lui, e appresso lo innocente per falsa suspizione accusato e con testimoni non veri averlo condotto a dover morire, e oltre a ciò la cieca severità delle leggi e de' rettori, li quali assai volte, quasi solleciti investigatori delli errori, incrudelendo fanno il falso provare, e sé ministri dicono della giustizia e di Dio, dove sono della iniquità e del diavolo essecutori ... Di che la donna si maravigliò forte e avendolo per uno profeta gli s'inginocchiò a' piedi, per Dio pregandolo che, se per la salute d'Aldobrandino era venuto, che egli s'avacciasse per ciò che il tempo era brieve ...
Decameron (pagina 77)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Costui, avendol già tutto unto di mele e empiuto di sopra di penna matta e messagli una catena in gola e una maschera in capo e datogli dall'una mano un gran bastone e dall'altra due gran cani che dal macello avea menati, mandò uno al Rialto che bandisse che chi volesse veder l'agnol Gabriello andasse in su la piazza di San Marco: e fu lealtà viniziana questa ... E come che questo sovente negli uomini avvenga, e più in uno che in un altro, nondimeno già con maggior danni s'è nelle donne veduto, per ciò che più leggiermente in quelle s'accende e ardevi con fiamma più chiara e con meno rattenimento le sospigne ... E già buona pezza goduti n'erano, quando avvenne che due giovani compagni, de' quali l'uno era chiamato Folco e l'altro Ughetto, morti i padri loro e essendo rimasi ricchissimi, l'un della Magdalena e l'altro della Bertella s'innamorarono ... Della qual cosa avvedutosi Restagnone, essendogli stato dalla Ninetta mostrato, pensò di potersi ne' suoi difetti adagiare per lo costoro amore, e con lor presa dimestichezza, or l'uno e or l'altro e talvolta amenduni gli accompagnava a vedere le lor donne e la sua ... Voi siete ricchissimi giovani, quello che non sono io: dove voi vogliate recare le vostre ricchezze in uno e me fare terzo posseditore con voi insieme di quelle e diliberare in che parte del mondo noi vogliamo andare a vivere in lieta vita con quelle, senza alcun fallo mi dà il cuor di fare che le tre sorelle, con gran parte di quello del padre loro, con essonoi dove noi andar ne vorremo ne verranno; e quivi ciascun con la sua, a guisa di tre fratelli, viver potremo li più contenti uomini che altri che al mondo sieno ...
Decameron (pagina 83)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 7 La Simona ama Pasquino; sono insieme in uno orto, Pasquino si frega a' denti una foglia di salvia e muorsi: è presa la Simona, la quale volendo mostrare al giudice come morisse Pasquino fregatasi una di quelle foglie a' denti similmente si muore ... Per che, l'un sollecitando e all'altra giovando d'esser sollecitata, avvenne che l'un più d'ardir prendendo che aver non solea, e l'altra molta della paura e della vergogna cacciando che d'avere era usata, insieme a' piacer comuni si congiunsono; li quali tanto all'una parte e all'altra aggradirono, che, non che l'uno dall'altro aspettasse d'essere invitato a ciò, anzi a dovervi essere si faceva incontro l'uno all'altro invitando ... La Simona disse che le piaceva; e, dato a vedere al padre, una domenica dopo mangiare, che andar voleva alla perdonanza a San Gallo, con una sua compagna chiamata la Lagina al giardino statole da Pasquino insegnato se n'andò, dove lui insieme con un suo compagno, che Puccino avea nome ma era chiamato lo Stramba, trovò; e quivi fatto uno amorazzo nuovo tra lo Stramba e la Lagina, essi a far de' lor piaceri in una parte del giardin si raccolsero, e lo Stramba e la Lagina lasciarono in un'altra ...
Decameron (pagina 90)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E questo era che egli, tra gli altri suoi figliuoli, n'aveva uno il quale di grandezza e di bellezza di corpo tutti gli altri giovani trapassava, ma quasi matto era e di perduta speranza, il cui vero nome era Galeso; ma, per ciò che mai né per fatica di maestro né per lusinga o battitura del padre o ingegno d'alcuno altro gli s'era potuto metter nel capo né lettera né costume alcuno, anzi con la voce grossa e deforme e con modi più convenienti a bestia che a uomo, quasi per ischerno da tutti era chiamato Cimone, il che nella lor lingua sonava quanto nella nostra ‘bestione’ ... Per lo quale andando, s'avenne, sì come la sua fortuna il vi guidò, in un pratello d'altissimi alberi circuito, nell'un de' canti del quale era una bellissima fontana e fredda, allato alla quale vide sopra il verde prato dormire una bellissima giovane con un vestimento indosso tanto sottile, che quasi niente delle candide carni nascondea, e era solamente dalla cintura in giù coperta d'una coltre bianchissima e sottile; e a' piè di lei similmente dormivano due femine e uno uomo, servi di questa giovane ... Essendo adunque a Cimone nel cuore, nel quale niuna dottrina era potuta entrare, entrata la saetta d'Amore per la bellezza d'Efigenia, in brevissimo tempo, d'uno in altro pensiero pervenendo, fece maravigliare il padre e tutti i suoi e ciascuno altro che il conoscea ... Cimone, adunque, quantunque amando Efigenia in alcune cose, sì come i giovani amanti molto spesso fanno, trasandasse, nondimeno Aristippo, considerando che amor l'avesse di montone fatto tornare uno uomo, non solo pazientemente il sostenea ma in seguir ciò in tutti i suoi piaceri il confortava ...
Decameron (pagina 100)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... con le reni l'uno all'altro volte e infino a ora di terza tenuti, acciò che da tutti potessero esser veduti: in appresso fossero arsi sì come avea meritato ... ” Ruggieri domandò: “Quale?” A cui Gianni disse: “Io veggio che io debbo, e tostamente, morire; voglio adunque di grazia che, come io sono con questa giovane, la quale io ho più che la mia vita amata e ella me, con le reni a lei voltato e ella a me, che noi siamo co' visi l'uno all'altro rivolti, acciò che, morendo io e vedendo il viso suo, io ne possa andar consolato ... Per che, avendo di servidori bisogno e venendo galee di corsari genovesi di Levante, li quali corseggiando l'Erminia molti fanciulli avevan presi, di quegli, credendogli turchi, alcuni comperò; tra' quali, quantunque tutti gli altri paressero pastori, n'era uno il quale gentilesco e di migliore aspetto che alcuno altro pareva, e era chiamato Teodoro ... E in questo dimorarono assai, non attentandosi di dire l'uno all'altro alcuna cosa, quantunque molto ciascuno il disiderasse ...
Decameron (pagina 101)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Quivi alcuna volta, con assai discreto ordine e segreto, con gran consolazione insieme si ritrovarono; e sì andò la bisogna che la giovane ingravidò, il che molto fu e all'uno e all'altro discaro; per che ella molte arti usò per dovere contro al corso della natura disgravidare, né mai le poté venir fatto ... ” La giovane, la morte temendo, rotta la promessa fatta a Pietro, ciò che tra lui e lei stato era tutto aperse; il che udendo il cavaliere e fieramente divenuto fellone, appena d'ucciderla si ritenne; ma poi che quello che l'ira gli apparecchiava detto l'ebbe, rimontato a cavallo a Trapani se ne venne e a uno messer Currado, che per lo re v'era capitano, la ingiuria fattagli da Pietro contatagli, subitamente, non guardandosene egli, il fé pigliare; e, messolo al martorio, ogni cosa fatta confessò ... Pietro condennato, essendo da' famigliari menato alle forche frustando, passò, sì come a color che la brigata guidavano piacque, davanti a uno albergo dove tre nobili uomini d'Erminia erano, li quali dal re d'Erminia a Roma ambasciadori eran mandati a trattar col Papa di grandissime cose per un passaggio che far si dovea, quivi smontati per rinfrescarsi e riposarsi alcun dì e molto stati onorati da' nobili uomini di Trapani e spezialmente da messere Amerigo ... Era Pietro dalla cintura in sù tutto ignudo e con le mani legate di dietro; il quale riguardando l'uno de' tre ambasciadori, che uomo antico era e di grande autorità, nominato Fineo, gli vide nel petto una gran macchia di vermiglio, non tinta ma naturalmente nella pelle infissa, a guisa che quelle sono che le donne qua chiamano ‘rose’ ... Per che, come gli fu vicino, chiamò: “O Teodoro!” La qual voce Pietro udendo, subitamente levò il capo: al quale Fineo in ermino parlando disse: “Onde fosti? e cui figliuolo?” Li sergenti che il menavano, per reverenza del valente uomo, il fermarono, sì che Pietro rispose: “Io fui d'Erminia, figliuolo d'uno che ebbe nome Fineo, qua piccol fanciul trasportato da non so che gente ...
Decameron (pagina 105)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma come che tu no' n'abbia, io che n'ho uno, non posso però le leggi comuni dell'altre madri fuggire; le cui forze seguir convenendomi, mi conviene, oltre al piacer mio e oltre a ogni convenevolezza e dovere, chiederti un dono il quale io so che sommamente t'è caro: e è ragione, per ciò che niuno altro diletto, niuno altro diporto, niuna consolazione lasciata t'ha la tua strema fortuna; e questo dono è il falcon tuo, del quale il fanciul mio è sì forte invaghito, che, se io non gliele porto, io temo che egli non aggravi tanto nella infermità la quale ha, che poi ne segua cosa per la quale io il perda ... – 10 Pietro di Vinciolo va a cenare altrove; la donna sua si fa venire un garzone, torna Pietro, ella il nasconde sotto una cesta da polli; Pietro dice essere stato trovato in casa d'Ercolano, con cui cenava, un giovane messovi dalla moglie; la donna biasima la moglie d'Ercolano; uno asino per isciagura pon piede in su le dita di colui che era sotto la cesta, egli grida, Pietro corre là, vedelo, cognosce lo 'nganno della moglie, con la quale ultimamente rimane in concordia per la sua tristezza ... Fu in Perugia, non è ancora molto tempo passato, un ricco uomo chiamato Pietro di Vinciolo, il quale, forse più per ingannare altrui e diminuire la generale oppinion di lui avuta da tutti i perugini che per vaghezza che egli n'avesse, prese moglie; e fu la fortuna conforme al suo appetito in questo modo, che la moglie la quale egli prese era una giovane compressa, di pel rosso e accesa, la quale due mariti più tosto che uno avrebbe voluti, là dove ella s'avvenne a uno che molto più a altro che a lei l'animo avea disposto ...
Decameron (pagina 111)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 5 Messer Forese da Rabatta e maestro Giotto dipintore, venendo di Mugello, l'uno la sparuta apparenza dell'altro motteggiando morde ... La qual cosa assai apparve in due nostri cittadini de' quali io intendo brievemente di ragionarvi: per ciò che l'uno, il quale messer Forese da Rabatta fu chiamato, essendo di persona piccolo e isformato, con viso piatto e ricagnato che a qualunque de' Baronci più trasformato l'ebbe sarebbe stato sozzo, fu di tanto sentimento nelle leggi, che da molti valenti uomini uno armario di ragione civile fu reputato; e l'altro, il cui nome fu Giotto, ebbe uno ingegno di tanta eccellenzia, che niuna cosa dà la natura, madre di tutte le cose e operatrice col continuo girar de' cieli, che egli con lo stile e con la penna o col pennello non dipignesse sì simile a quella, che non simile, anzi più tosto dessa paresse, in tanto che molte volte nelle cose da lui fatte si truova che il visivo senso degli uomini vi prese errore, quello credendo esser vero che era dipinto ... Ora avvenne un giorno che, essendo egli con alquanti a Montughi, si cominciò tra loro una quistion così fatta: quali fossero li più gentili uomini di Firenze e i più antichi; de' quali alcuni dicevano gli Uberti e altri i Lamberti, e chi uno e chi un altro, secondo che nell'animo gli capea ...
Decameron (pagina 113)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Uno adunque, che si chiamò Fresco da Celatico, aveva una sua nepote chiamata per vezzi Cesca: la quale, ancora che bella persona avesse e viso, non però di quegli angelici che già molte volte vedemmo, sé da tanto e sì nobile reputava, che per costume aveva preso di biasimare e uomini e donne e ciascuna cosa che ella vedeva, senza avere alcun riguardo a se medesima, la quale era tanto più spiacevole, sazievole e stizzosa che alcuna altra, che a sua guisa niuna cosa si potea fare; e tanto, oltre a tutto questo, era altiera, che se stata fosse de' Reali di Francia sarebbe stata soperchio ... Ora, lasciando stare molti altri suoi modi spiacevoli e rincrescevoli, avvenne un giorno che, essendosi ella in casa tornata là dove Fresco era e tutta piena di smancerie postaglisi presso a sedere, altro non facea che soffiare; laonde Fresco domandando le disse: “Cesca, che vuol dir questo che, essendo oggi festa, tu te ne se' così tosto tornata in casa?” Al quale ella tutta cascante di vezzi rispose: “Egli è il vero che io me ne sono venuta tosto, per ciò che io non credo che mai in questa terra fossero e uomini e femine tanto spiacevoli e rincrescevoli quanto sono oggi, e non ne passa per via uno che non mi spiaccia come la mala ventura; e io non credo che sia al mondo femina a cui più sia noioso il vedere gli spiacevoli che è a me, e per non vedergli così tosto me ne son venuta ... Tralle quali n'era una cotale, che in diversi luoghi per Firenze si ragunavano insieme i gentili uomini delle contrade e facevano lor brigate di certo numero, guardando di mettervi tali che comportare potessono acconciamente le spese, e oggi l'uno, doman l'altro, e così per ordine tutti mettevan tavola, ciascuno il suo dì, a tutta la brigata; e in quella spesse volte onoravano e gentili uomini forestieri, quando ve ne capitavano, e ancora de' cittadini: e similmente si vestivano insieme almeno una volta l'anno, e insieme i dì più notabili cavalcavano per la città e talora armeggiavano, e massimamente per le feste principali o quando alcuna lieta novella di vittoria o d'altro fosse venuta nella città ... Ora avvenne un giorno che, essendo Guido partito d'Orto San Michele e venutosene per lo Corso degli Adimari infino a San Giovanni, il quale spesse volte era suo cammino, essendo arche grandi di marmo, che oggi sono in Santa Reparata, e molte altre dintorno a San Giovanni, e egli essendo tralle colonne del porfido che vi sono e quelle arche e la porta di San Giovanni, che serrata era, messer Betto con sua brigata a caval venendo su per la piazza di Santa Reparata, vedendo Guido là tra quelle sepolture, dissero: “Andiamo a dargli briga”; e spronati i cavalli, a guisa d'uno assalto sollazzevole gli furono quasi prima che egli se ne avvedesse, sopra e cominciarongli a dire: “Guido, tu rifiuti d'esser di nostra brigata; ma ecco, quando tu avrai trovato che Idio non sia, che avrai fatto?” A' quali Guido, da lor veggendosi chiuso, prestamente disse: “Signori, voi mi potete dire a casa vostra ciò che vi piace”; e posta la mano sopra una di quelle arche, che grandi erano, sì come colui che leggerissimo era, prese un salto e fusi gittato dall'altra parte, e sviluppatosi da loro se n'andò ... Costoro rimaser tutti guatando l'un l'altro, e cominciarono a dire che egli era uno smemorato e che quello che egli aveva risposto non veniva a dir nulla, con ciò fosse cosa che quivi dove erano non avevano essi a fare più che tutti gli altri cittadini, né Guido meno che alcun di loro ...
Decameron (pagina 130)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Pirro adunque cominciò a aspettare quello che far dovesse la gentil donna: la quale, avendo ivi a pochi dì Nicostrato dato un gran desinare, sì come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini e essendo già levate le tavole, vestita d'uno sciamito verde e ornato molto e uscita della sua camera, in quella sala venne dove costoro erano; e veggente Pirro e ciascuno altro, se n'andò alla stanga sopra la quale lo sparviere era cotanto da Nicostrato tenuto caro, e scioltolo quasi in mano sel volesse levare e presolo per li geti al muro il percosse e ucciselo ... E gridando verso lei Nicostrato: “Oimè, donna, che hai tu fatto?” niente a lui rispose, ma rivolta a' gentili uomini che con lui avevan mangiato disse: “Signori, mal prenderei vendetta d'un re che mi facesse dispetto se d'uno sparviere non avessi ardir di pigliarla ... E avendo Nicostrato due fanciulli datigli da' padri loro acciò che in casa sua, però che gentili uomini erano, apparassono alcun costume, de' quali quando Nicostrato mangiava l'uno gli tagliava innanzi e l'altro gli dava bere, fattigli chiamare ammenduni fece lor vedere che la bocca putiva loro e ammaestrogli che, quando a Nicostrato servissono, tira sono il capo indietro il più che potessono né questo mai dicessono a persona ... ” Disse allora Nicostrato: “Che potrebbe ciò essere? avrei io in bocca dente niuno guasto?” A cui Lidia disse: “Forse che sì”; e menatolo a una finestra, gli fece aprire la bocca, e poscia che ella ebbe d'una parte e d'altra riguardato disse: “O Nicostrato, e come il puoi tu tanto aver patito? Tu n'hai uno da questa parte il quale, per quello che mi paia, non solamente è magagnato ma egli è tutto fracido, e fermamente, se tu il terrai guari in bocca, egli guasterà quegli che son dallato: per che io ti consiglierei che tu il ne cacciassi fuori prima che l'opera andasse più innanzi ... ” Disse allora Nicostrato: “Da poi che egli ti pare, e egli mi piace: mandisi senza più indugio per uno maestro il qual mel tragga ... ” Fattisi adunque venire i ferri da tal servigio e mandato fuori della camera ogni persona, solamente seco la Lusca ritenne; e dentro serratesi, fecero distender Nicostrato sopra un desco, e messegli le tanaglie in bocca e preso uno de' denti suoi, quantunque egli forte per dolor gridasse, tenuto fermamente dall'una, fu dall'altra per viva forza un dente tirato fuori; e quel serbatosi e presone un altro il quale sconciamente magagnato Lidia aveva in mano, a lui doloroso e quasi mezzo morto il mostrarono, dicendo: “Vedi quello ...
Decameron (pagina 132)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Furono adunque in Siena due giovani popolari, de' quali l'uno ebbe nome Tingoccio Mini e l'altro fu chiamato Meuccio di Tura, e abitavano in Porta Salaia; e quasi mai non usavano se non l'un con l'altro, e per quello che paresse s'amavano molto ... Avendosi adunque questa promession fatta e insieme continuamente usando, come è detto, avvenne che Tingoccio divenne compare d'uno Ambruogio Anselmini, che stava in Camporeggi, il quale d'una sua donna chiamata monna Mita aveva avuto un figliuolo ... Così amando i due compagni, l'uno più felicemente che l'altro, avvenne che, trovando Tingoccio nelle possessioni della comare il terren dolce, tanto vangò e tanto lavorò, che una infermità ne gli sopravvenne; la quale dopo alquanti dì sì l'aggravò forte, che, non potendola sostenere, trapassò di questa vita ... E partendosi Tingoccio da lui, Meuccio si ricordò della comare, e sollevato alquanto il capo disse: “Ben che mi ricorda, o Tingoccio: della comare con la quale tu giacevi quando eri di qua, che pena t'è di là data?” A cui Tingoccio rispose: “Fratel mio, come io giunsi di là, si fu uno il qual pareva che tutti i miei peccati sapesse a mente, il quale mi comandò che io andassi in quel luogo nel quale io piansi in grandissima pena le colpe mie, dove io trovai molti compagni a quella medesima pena condannati che io; e stando io tra loro e ricordandomi di ciò che già fatto avea con la comare e aspettando per quello troppo maggior pena che quella che data m'era, quantunque io fossi in un gran fuoco e molto ardente, tutto di paura tremava ... Ma lasciando star questo, dico che ciascun pensi di dire di quelle beffe che tutto il giorno o donna a uomo o uomo a donna o l'uno uomo all'altro si fanno; e credo che in questo sarà non meno di piacevole ragionare che stato sia questo giorno–; e così detto, levatasi in piè, per infino a ora di cena licenziò la brigata ...
Decameron (pagina 139)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ora, essendovene venuto uno per podestà, tra gli altri molti giudici che seco menò, ne menò uno il quale si facea chiamare messer Niccola da San Lepidio, il quale pareva più tosto un magnano che altro a vedere, e fu posto costui tra gli altri giudici a udire le quistion criminali ... Per che, senza star troppo a guardarle, lasciato quello che andava cercando, incominciò a far cerca nuova; e trovò due suoi compagni, de' quali l'uno aveva nome Ribi e l'altro Matteuzzo, uomini ciascun di loro non meno sollazzevoli che Maso, e disse loro: “Se vi cal di me, venite meco infino a Palagio, ché io vi voglio mostrare il più nuovo squasimodeo che voi vedeste mai ... ” Ribi dall'altra parte gridava forte: “Messere, non gli credete, ché egli è un ghiottoncello; e perché egli sa che io son venuto a richiamarmi di lui d'una valigia la quale egli m'ha imbolata, è egli testé venuto e dice dell'uose, che io m'aveva in casa infin vie l'altrieri; e se voi non mi credeste, io vi posso dare per testimonia la trecca mia da lato e la Grassa ventraiuola e uno che va ricogliendo la spazzatura da Santa Maria a Verzaia, che 'l vide quando egli tornava di villa ... Ribi, parendogli avere assai fatto, disse: “Io fo boto a Dio d'aiutarmene al sindacato!” E Maso d'altra parte, lasciatagli la guarnacca, disse: “No, io ci pur verrò tante volte, che io non vi troverò così impacciato come voi siete paruto stamane”, e l'uno in qua e l'altro in là, come più tosto poterono, si partirono ...
Decameron (pagina 141)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... gliele dee potere aver tolto, esso, per ritrovar chi avuto l'ha, vi dà a mangiar queste galle una per uno, e bere; e infino da ora sappiate che chi avuto avrà il porco non potrà mandar giù la galla, anzi gli parrà più amara che veleno e sputeralla; e per ciò, anzi che questa vergogna gli sia fatta in presenza di tanti è forse meglio che quel cotale che avuto l'avesse in penitenza il dica al sere, e io mi rimarrò di questo fatto ... Quivi ciascun guatava nel viso l'uno all'altro per veder chi la sua sputasse; e non avendo Bruno ancora compiuto di darle, non faccendo sembiante d'intendere a ciò, s'udì dir dietro: “Eia, Calandrino, che vuol dir questo?” per che prestamente rivolto e veduto che Calandrino la sua aveva sputata, disse: “Aspettati, forse che alcuna altra cosa gliele fece sputare: tenne un'altra”; e presa la seconda, gliele mise in bocca e fornì di dare l'altre che a dare avea ... – 7 Uno scolare ama una donna vedova, la quale, innamorata d'altrui, una notte di verno il fa stare sopra la neve a aspettarsi; la quale egli poi, con un suo consiglio, di mezzo luglio ignuda tutto un dì la fa stare in sù una torre alle mosche e a' tafani e al sole ...
Decameron (pagina 147)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il lavoratore, posata la donna sopra a uno erbaio, andò a vedere che avesse la fante, e trovatala con la coscia rotta similmente nello erbaio la recò e allato alla donna la pose; la quale veggendo questo a giunta degli altri suoi mali avvenuto e colei avere rotta la coscia da cui ella sperava essere aiutata più che da altrui, dolorosa senza modo rincominciò il suo pianto tanto miseramente, che non solamente il lavoratore non la poté racconsolare ma egli altressì cominciò a piagnere ... Così adunque alla stolta giovane adivenne delle sue beffe, non altramenti con uno scolare credendosi frascheggiare che con un altro avrebbe fatto, non sappiendo bene che essi, non dico tutti ma la maggior parte, sanno dove il diavolo tien la coda ... – 8 Due usano insieme: l'uno con la moglie dell'altro si giace; l'altro, avvedutosene, fa con la sua moglie che l'uno è serrato in una cassa, sopra la quale, standovi l'un dentro, l'altro con la moglie dell'un si giace ... Dovete adunque sapere che in Siena, sì come io intesi, già furon due giovani assai agiati e di buone famiglie popolane, de' quali l'uno ebbe nome Spinelloccio Tavena e l'altro ebbe nome Zeppa di Mino, e amenduni eran vicini a casa in Camollia ...
Decameron (pagina 156)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... 1 Madonna Francesca, amata da un Rinuccio e da uno Alessandro, e niuno amandone, col fare entrare l'un per morto in una sepoltura e l'altro quello trarne per morto, non potendo essi venire al fine imposto, cautamente se gli leva da dosso ... Molte volte s'è, o vezzose donne, ne' nostri ragionamenti mostrato quante e quali sieno le forze d'amore; né però credo che pienamente se ne sia detto né sarebbe ancora, se di qui a uno anno d'altro che di ciò non parlassimo: e per ciò che esso non solamente a varii dubbii di dover morire gli amanti conduce ma quegli ancora a entrare nelle case de' morti per morti tira, m'agrada di ciò raccontarvi, oltre a quelle che dette sono, una novella nella quale non solamente la potenzia d'amore comprenderete, ma il senno da una valorosa donna usato a torsi da dosso due, che contro al suo piacere l'amavan, cognoscerete ... Dico adunque che nella città di Pistoia fu già una bellissima donna vedova, la qual due nostri fiorentini, che per aver bando di Firenze dimoravano, chiamati l'uno Rinuccio Palermini e l'altro Alessandro Chiarmontesi, senza sapere l'uno dell'altro, per caso di costei presi, sommamente amavano, operando cautamente ciascuno ciò che per lui si poteva a dovere l'amor di costei acquistare ... Era, il giorno che questo pensiero le venne, morto in Pistoia uno il quale, quantunque stati fossero i suoi passati gentili uomini, era riputato il piggiore uomo che, non che in Pistoia, ma in tutto il mondo fosse; e oltre a questo vivendo era sì contrafatto e di sì divisato viso, che chi conosciuto non l'avesse, vedendol da prima, n'avrebbe avuta paura ... E era stato sotterrato in uno avello fuori della chiesa de' frati minori; il quale ella avvisò dovere in parte essere grande acconcio del suo proponimento ...
Decameron (pagina 160)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... malizia d'uno il senno soperchiasse d'un altro con grave danno e scorno del soperchiato: il che mi piace di raccontarvi ... Erano, non sono molti anni passati, in Siena due già per età compiuti uomini, ciascuno chiamato Cecco ma l'uno di messere Angiulieri e l'altro di messer Fortearrigo ... Li quali, quantunque in molte altre cose male insieme di costumi si convenissero, in uno, cioè che ammenduni li loro padri odiavano, tanto si convenieno, che amici n'erano divenuti e ispesso n'usavano insieme ... Al quale l'Angiulieri rispose che menar nol volea, non perché egli nol conoscesse bene a ogni servigio sufficiente, ma per ciò che egli giucava e oltre a ciò s'innebriava alcuna volta; a che il Fortarrigo rispose che dell'uno e dell'altro senza dubbio si guarderebbe e con molti saramenti gliele affermò, tanti prieghi sopragiugnendo che l'Angiulieri, sì come vinto, disse che era contento ... E ecco venire in camiscia il Fortarrigo, il quale per torre i panni, come fatto aveva i denari, veniva: e veggendo l'Angiulieri in concio di cavalcar, disse: “Che è questo, Angiulieri? vogliancene noi andare ancora? Deh aspettati un poco: egli dee venir qui testeso uno che ha pegno il mio farsetto per trentotto soldi: son certo che egli cel renderà per trentacinque pagandol testé ... ” E duranti ancora le parole, sopravenne uno il quale fece certo l'Angiulieri il Fortarrigo essere stato colui che i suoi denar gli avea tolti, col mostrargli la quantità di quegli che egli aveva perduti ... Fa truova la borsa: sappi che io potrei cercar tutta Siena e non ve ne troverei uno che così mi stesse ben come questo: e a dire che il lasciassi a costui per trentotto soldi! Egli vale ancora quaranta o più, sì che tu mi piggiorresti in due modi ...
Decameron (pagina 185)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Venuto il tempo del passaggio e faccendosi l'apparecchiamento grande per tutto, messer Torello, non obstanti i prieghi della sua donna e le lagrime, si dispose a andarvi del tutto: e avendo ogni appresto fatto e essendo per cavalcare, disse alla sua donna, la quale egli sommamente amava: “Donna, come tu vedi, io vado in questo passaggio sì per onor del corpo e sì per salute dell'anima: io ti raccomando le nostre cose e 'l nostro onore; e per ciò che io sono dell'andar certo e del tornare, per mille casi che possan sopravenire, niuna certezza ho, voglio io che tu mi facci una grazia: che che di me s'avegna, ove tu non abbi certa novella della mia vita, che tu m'aspetti uno anno e un mese e un dì senza rimaritarti, incominciando da questo dì che io mi parto ... Priego io Idio che a così fatti termini né voi né me rechi a questi tempi!” Finite le parole, la donna piagnendo abracciò messer Torello e trattosi di dito uno anello gliele diede dicendo: “Se egli avviene che io muoia prima che io vi rivega, ricordivi di me quando il vedrete ... Fra' quali presi messer Torello fu uno, e in Alessandria: menato in prigione: dove non essendo conosciuto, e temendo esso di farsi conoscere, da necessità costretto si diede a conciare uccelli, di che egli era grandissimo maestro ... E in questi termini stando messer Torello, avvenne un giorno che, ragionando con lui il Saladino di suoi uccelli, messer Torello cominciò a sorridere e fece uno atto con la bocca il quale il Saladino, essendo a casa sua a Pavia, aveva molto notato; per lo quale atto al Saladino tornò alla mente messer Torello, e cominciò fiso a riguardallo e parvegli desso: per che, lasciato il primo ragionamento, disse: “Dimmi, cristiano, di che paese se' tu di Ponente?” “Signor mio, “ disse messer Torello “io son lombardo, d'una città chiamata Pavia, povero uomo e di bassa condizione ... ” Allora il Saladino, più non potendo tenersi, teneramente l'abracciò dicendo: “Voi siete messer Torel di Stra e io son l'uno de' tre mercatanti a' quali la donna vostra donò queste robe; e ora è venuto il tempo di far certa la vostra credenza qual sia la mia mercatantia, come nel partirmi da voi dissi che potrebbe avvenire ...
La divina commedia (pagina 32)
di Dante Alighieri (estratti)

... Così li ciechi a cui la roba falla, stanno a' perdoni a chieder lor bisogna, e l'uno il capo sopra l'altro avvalla, perché 'n altrui pietà tosto si pogna, non pur per lo sonar de le parole, ma per la vista che non meno agogna ... Così due spirti, l'uno a l'altro chini, ragionavan di me ivi a man dritta; poi fer li visi, per dirmi, supini; e disse l'uno: "O anima che fitta nel corpo ancora inver' lo ciel ten vai, per carità ne consola e ne ditta onde vieni e chi se'; ché tu ne fai tanto maravigliar de la tua grazia, quanto vuol cosa che non fu più mai" ...
La divina commedia (pagina 40)
di Dante Alighieri (estratti)

... Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme, l'un disposto a patire, e l'altro a fare per lo perfetto loco onde si preme; e, giunto lui, comincia ad operare coagulando prima, e poi avviva ciò che per sua matera fé constare ... Quivi la ripa fiamma in fuor balestra, e la cornice spira fiato in suso che la reflette e via da lei sequestra; ond'ir ne convenia dal lato schiuso ad uno ad uno; e io temëa 'l foco quinci, e quindi temeva cader giuso ...
La divina commedia (pagina 53)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quell'altro fiammeggiare esce del riso di Grazïan, che l'uno e l'altro foro aiutò sì che piace in paradiso ... Questi onde a me ritorna il tuo riguardo, è 'l lume d'uno spirto che 'n pensieri gravi a morir li parve venir tardo: essa è la luce etterna di Sigieri, che, leggendo nel Vico de li Strami, silogizzò invidïosi veri" ... L'un fu tutto serafico in ardore; l'altro per sapïenza in terra fue di cherubica luce uno splendore ...
Fermo e Lucia (pagina 2)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Due uomini stavano uno rimpetto all'altro ai due capi della strada: uno seduto a cavalcioni sul muricciuolo con l'un piede appoggiato sul terreno della strada e l'altro penzoloni giù lungo il muro, l'altro in piedi appoggiato al muro con una gamba sopra l'altra, e le braccia incrocicchiate sotto le ascelle ... Avevano entrambi una reticella verde in capo la quale cadeva su una spalla terminata in un gran fiocco di seta: due grandi mustacchi inanellati all'estremità, il lembo del farsetto coperto e avviluppato da una cintura lucida di cuojo, ripiena di cartoccini di polvere, ed alla quale erano appese due pistole con uncini: un picciol corno ripieno di polvere appeso al collo come i vezzi delle signore: alla parte destra delle larghe e gonfie brache una tasca donde usciva un manico di coltellaccio, due legacce rosse al disotto del ginocchio a un dipresso come i cavalieri della giarrettiera: uno spadone dall'altro lato con una elsa di lamette d'ottone attorcigliate come una cifra; al primo aspetto si mostravano di quella specie d'uomini tanto comune a quei tempi, che avevano nome di bravi, specie che ora si è del tutto perduta come tante altre buone istituzioni ... «Signor curato:» disse uno di quei due, piantandogli gli occhi in faccia ...
Fermo e Lucia (pagina 12)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Talvolta colui che veniva a richiamarsi, e che bisognava torre da un impegno, non valeva niente meglio del suo persecutore, ed esaminando ben bene i fatti dell'una e dell'altra parte si sarebbe trovato che se uno meritava la galea l'altro avrebbe dovuto andare a fargli compagnia: talvolta il caso era chiaro, il ricorrente era onesto, e meritava soccorso davvero; ma che? pigliata in mano la sua causa, per opporsi ad una batteria di raggiri, di soprusi, di violenze, di busse, Ludovico aveva dovuto mettere in opera tanti raggiri, tanti soprusi, tante violenze, menar tanto le mani egli stesso che terminato l'affare, ripensando ai casi suoi, egli si rimaneva con un nemico potente di più, con molti quattrini di meno, e con dei rimorsi alla coscienza ... Ma questo che non sarebbe stato forse che un disegno per tutta la sua vita, divenne una risoluzione per uno di quegli accidenti che nelle sue circostanze non gli potevano mancare ... Vide Ludovico venir da lontano un signor tale col quale egli non aveva mai parlato in vita sua, ma che gli era cordiale nimico, e ch'egli pagava della stessa moneta: caso molto comune; perchè è uno dei diletti di questo mondo quello di potere odiare ed essere odiato senza conoscersi ... » Così si avventarono l'uno sull'altro ...
Fermo e Lucia (pagina 16)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Come! tu speravi soccorso da questi che tu chiami amici? Soccorso per liberarti dalla ingiustizia? Poveretto! non sapevi che ogni uomo ama troppo la sua vita e il suo riposo per sagrificarlo alla giustizia, alla giustizia altrui? Sì; pel denaro, per la vendetta, pel diletto di far male l'uomo disprezza il pericolo; sì allora egli sente qualche cosa che lo porta con gioja ad affrontare il suo simile: ma perchè uno non sia oppresso, ma perchè non s'impedisca una cosa giusta, ma perchè le cose vadano come dovrebbero andare, tranquillamente ordinatamente, tu credevi che troveresti chi si armerebbe con te contra un potente? Gli uomini non provano per questo quella gioja feroce che fa desiderare di affrontarsi coll'uomo: o se ve n'ha di tali sono tanto rari ... Questo castellotto posto sulla cima d'uno di quei piccioli promontorj fra i quali si dividono le grandi montagne, era fuori dell'abitato ... Due grandi avoltoj colle ali tese erano inchiodati ciascuno sur una imposta; ed uno già mezzo consumato dal tempo aveva perduta gran parte delle piume, e qualche membro, non aveva quasi più nemmeno la figura d'un bel cadavere: e due bravi (quei due medesimi che avevano messa quella bella paura in corpo al curato) sdraiati ciascuno sur una delle panche di pietra poste al di qua e ...
Fermo e Lucia (pagina 17)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il Padre stava per ritirarsi ed aspettare in qualche distanza che la porta si aprisse; ma uno de' bravi avendolo veduto: «padre» gli disse: «ella vuol riverire il Signor Don Rodrigo: aspetti aspetti, qui non si mandano indietro i religiosi, noi siamo amici del convento,» e così dicendo si alzò, e senza dar retta al frate che voleva ritornarsene, battè due colpi del martello sulla porta; a quel segno giunse borbottando un servo; ma quando ebbe veduto il Padre, lo fece entrare tosto dicendogli che avvertirebbe il padrone, e attraversato un angusto cortile lo condusse per alcuni salotti quasi fino alla porta della sala del convito ... A misura che il frate si avvicinava col suo duca, sentiva un romore crescente di forchette e di coltelli, un sordo fragore di piatti di stagno posti l'uno sull'altro, e sopra tutti un frastuono di voci discordi che tutte volevano coprire le altre ... Bisogna confessare che nei romanzi e nelle opere teatrali, generalmente parlando, è un più bel vivere che a questo mondo: ben è vero che vi s'incontrano birboni più feroci, più diabolici, più colossali, vi si scorgono scelleratezze più raffinate, più ingegnose, più recondite, più ardite che non nel corso reale degli avvenimenti; ma vi ha pure dei grandi vantaggi, ed uno che basta a compensare molti mali, uno dei più invidiabili si è, che gli onesti, quelli che difendono la causa giusta, per quanto sieno inferiori di forze, e battuti dalla fortuna, hanno sempre in faccia dell'empio ancor che trionfante una sicurezza, una risoluzione, una superiorità di animo e di linguaggio che dà loro la buona coscienza, e che la buona coscienza non dà sempre agli uomini realmente viventi ... Questi, quando abbiano dalla parte loro la giustizia senza la forza, e vogliano pure ottenere qualche cosa difficile in favore della giustizia sono obbligati a pensare ai mezzi per giungere a questo loro fine, e i mezzi sono tanto scarsi, e per porli in opera senza guastare la faccenda si incontrano tanti ostacoli, fa bisogno di tanti riguardi, che da tutte queste considerazioni si trovano posti necessariamente in uno stato di esitazione, di cautela, e di studio, che gli fa sovente scomparire, in faccia ai loro avversarj risoluti ed incoraggiati dalla forza e dalla abitudine di vincere, e spesse volte, convien dirlo, dal favore o sciocco, o perverso degli spettatori ...
Fermo e Lucia (pagina 26)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Sul limitare stesso, colla schiena appoggiata ad uno stipite, colle mani sotto le ascelle, coll'occhio teso, e con una faccia tra l'annojato e l'agguatante, stavasi un uomo, che non aveva cera nè di contadino, nè di viaggiatore, nè di benestante; non pareva uno sfaccendato, ma non si sarebbe potuto immaginare che faccenda egli s'avesse ... Quegli che bevono il vino e non lo criticano, che mostrano sul banco la faccia del re, senza taccolare, e che non fanno questioni con gli altri avventori, e se hanno una coltellata da consegnare a uno, lo aspettano fuori e lontano dall'osteria per non far torto, quelli sono i galantuomini ... Se Fermo fosse stato tanto presso da intendere le loro parole, avrebbe inteso che uno di essi diceva al compagno: «s'è addato di qualche cosa: torniamocene per non guastar tutto: è troppo per tempo: non vedi che il paese è pieno di gente? lasciamoli andare tutti al nido» ...
Fermo e Lucia (pagina 32)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Vi hanno altri sentimenti dei quali il mondo ha bisogno, e che uno scrittore secondo le sue forze può diffondere un po' più negli animi: come sarebbe la commiserazione, l'affetto al prossimo, la dolcezza, l'indulgenza, il sacrificio di se stesso: oh di questi non v'ha mai eccesso; e lode a quegli scrittori che cercano di metterne un po' più nelle cose di questo mondo: ma dell'amore come vi diceva, ve n'ha, facendo un calcolo moderato, seicento volte più di quello che sia necessario alla conservazione della nostra riverita specie ... Oh ditemi di grazia come mai io posso persuadermi che tutti questi non han saputo conoscere quel che si voglia la vera religione, e che voi avete trovata senza fatica la verità, dov'essi con uno studio di tutta la vita non hanno saputo pescare che un errore grossolano? – Così voi condannate tutti gli scritti ... Ma se volete dei giudizj, e delle condanne, voi ne troverete nei casi in cui è lecito anzi bello il condannare, cioè quando uno giudica se stesso ... Uno per aver la grazia dei potenti, adulò in essi apertamente il vizio, ch'egli conosceva per tale, e per giustificare appunto le sue tragedie, beffò degli uomini pei quali aveva in cuor suo un rispetto sentito, e sostituì gli scherni personali ai ragionamenti per evitare la quistione: punse acerbamente quanto potè ed umiliò con epigrammi stizzosi certi tali, che non la natura certo, ma il giudizio di una gran parte del pubblico aveva fatti suoi emoli; e nello stesso tempo si rose internamente, si accorò, perdette la sua pace ad ogni critica che sentiva fare delle sue opere: tormentato e tormentatore pei meschini interessi della letteratura, e della sua letteratura ...
Fermo e Lucia (pagina 49)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Era dessa elevata al di sopra del quartiere delle educande, ma quello che se ne poteva vedere da quindi pareva piuttosto una catapecchia, un casolaraccio, che una parte di casa civile: erano tetti e tettucci diseguali di altezza e di forma soprapposti l'uno all'altro come a caso ... Ma in uno di quei tetti v'era un pertugio, un abbaino, che dava luce ad un solajo, e adito a passare su quei tetti, e dal quale si poteva guardare nel cortiletto delle educande ... Ne veniva di conseguenza che gli omicidj erano molto frequenti, che uno commesso diveniva causa di un altro, e così all'infinito, e che l'orrore al sangue si diminuiva con l'abitudine, anche negli uomini che non erano sanguinarj, e che si era formato come un sentimento universale che una certa misura di animosità, di crudeltà e di delitti fosse una condizione necessaria inevitabile della società; chi avesse detto che quello era un male temporario, e speciale sarebbe stato deriso come un ottimista, un utopista, un sognatore metafisico: appena uno si sarebbe degnato di rispondergli: «gli uomini sono sempre stati e saranno sempre così» ... La speranza di poter fare questa giustificazione, dinanzi ad una opinione già tanto perversamente indulgente, e di farla accettare col terrore doveva essere, ed era uno stimolo ai tristi potenti per correre allegramente la loro via ...
Fermo e Lucia (pagina 55)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Veramente Don Rodrigo aveva veduto passeggiare sicuramente più d'uno colpito da un tal bando; e sapeva d'aver egli pure i mezzi di questa sicurezza, perchè cinto da scherani, e temuto com'era, nessuno avrebbe voluto per un premio torsi un'impresa come quella di attaccarlo, e porre la vita a certissimo pericolo: pure un bando era almeno una seccatura forte ... Ma c'era di mezzo quel benedetto frate (Don Rodrigo non diceva veramente benedetto) quel frate che era un brigante, un ficcanaso, uno che si dilettava d'impacciarsi nei fatti altrui, e che avrebbe potuto trovare appoggi, far comparire le cose ... – Quel che importa per ora, – continuava Don Rodrigo, – è che il Griso faccia il suo dovere, e che questa smorfiosetta non mi faccia uno scandalo che levi a romore il paese ... «Basta,» conchiuse Don Rodrigo: «domani piglia informazioni; sarà meglio che mandi uno dei contadini fidati, nella bettola più vicina alla casa di Lucia, tanto che domani io vegga la cosa chiara ... Toni fece un severo precetto a Gervaso e alle sue donne di non parlare, e fu egli stesso molto fedele a questo suo precetto di cui sentiva l'importanza; appena uno sperimentato osservatore avrebbe potuto arguire ch'egli sapeva qualche cosa più degli altri dal poco chiedere ch'egli faceva, e dal suo ristringersi nelle spalle protestando di non saper nulla quando altri ne lo chiedeva ... Ma tra coloro che erano stati in parte testimonj ed attori di tutta quella scena ve n'era uno a cui l'esperienza non aveva potuto ancora dare le profonde idee di prudenza che il tempo e i casi avevano apprese a Toni e a Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 61)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Tenga queste parolacce per adoprarle in Milano con quegli spadaccini imbalsamati di zibetto, e con quei parrucconi impostori che non sapendo essere padroni in casa loro, si protestano servitore d'uno spagnuolo infingardo ... » A queste parole succedette un istante di silenzio, rimanendosi l'uno e l'altro a parlare fra sè ... È d'uopo sapere che il Conte era uno di quei vecchi amici del padre di Egidio coi quali questi aveva mantenuta corrispondenza; anzi era di tutti il più intrinseco e il più riverito ... Il giovane Egidio appena rimasto solo aveva implorata l'assistenza del Conte per adempire la vendetta del padre, e il Conte che nel giovanetto aveva già intravedute disposizioni non ordinarie, e che aveva pensato di farne uno degli agenti che teneva in varie parti del paese, lo aveva in quella occasione soccorso di denari e d'uomini, e sempre in seguito gli si era mostrato pronto ad ajutarlo dove fosse stato di mestieri ... In fatti gli uomini di Egidio e quelli del Conte s'erano trovati insieme in più d'una impresa, ed erano per lo più antiche conoscenze, e avvezzi in ogni caso a far conto su uno scambievole ajuto ...
Fermo e Lucia (pagina 62)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quando Egidio lo scorse, balzò da cavallo, gittò la briglia a uno de' suoi uomini, e corse a lui: si abbracciarono, entrarono insieme nel castello: gli scherani dell'uno e dell'altro seguitarono riverentemente in silenzio, ed entrati pure in frotta, andarono tutti insieme a gozzovigliare secondo gli ordini dati dal Conte ... » «Rapita, o fuggita con essi: quel che si vorrà: o anche l'uno e l'altro perchè ho veduto in più d'un caso che il raccontare una storia in diverse maniere serve molto a confondere le teste, e a tener lontani i sospetti dalla verità del fatto ... Ed è questo uno dei molti vantaggi dei lettori di storie: il sapere certe cose ignorate dai personaggi più importanti di esse; il veder chiaro dove i più accorti ed oculati personaggi camminano all'oscuro: vantaggio che dovrebbe ispirare ad ogni lettore bennato molta riconoscenza a coloro che glielo procurano, che alla fin fine sono gli scrittori di quelle storie ... Benchè mandasse alcuni passi innanzi a battergli la via uno de' suoi cavalieri, il quale spiava se ci fossero insidie, o se giungessero nemici, pure andava egli stesso guardandosi a destra e a sinistra, cercando di penetrare con lo sguardo ogni siepe, alzandosi di tempo in tempo su le staffe per veder dietro i muri dei campi, piegandosi per vedere dietro ogni cappelletta, volgendosi di tempo in tempo a vedere dietro le spalle, e affisando da lontano chiunque veniva, perchè poteva essere un nemico, o il sicario nascosto di un nemico ...
Fermo e Lucia (pagina 64)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... con la sua consumata politica trovasse il modo di fargli cambiar aria, e di sopire il negozio, senza entrare in esami, in discorsi, in relazioni; perchè io conosco questo frate, e son certo che al caso non ci metterebbe su nè sale nè aceto a dare una mentita a un cavaliere; è un uomo, Signor Zio, da dare uno schiaffo con forza, e da riceverne uno con umiltà: questi cervelli alla lunga possono impacciare chi che sia, e mettere in impegni ... «Ah! ah!» sclamò egli, come ridendo della sua propria dappocaggine, «È vero, è vero; sono pure uno sventato; ma: i paperi vogliono menare a ber l'oche ... Il grande scopo di questo signore era di ottenere un po' di potere, il più che fosse possibile: e uno dei mezzi più validi per ottenerne era di far credere che ne avesse molto ...
Fermo e Lucia (pagina 66)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «È un affare finito, che non dà più impaccio, e volerne andare a cercare uno di questa sorta? perchè? per una pazzia? Che volete ch'io faccia? Ch'io desti il cane addormentato? Senza una ragione al mondo? come l'ho da portare? dove?» «Scendete una notte solo,» disse Geltrude, «già voi non avete paura, – fortunati gli uomini! – prendetela portatela al fiume, gittatela in un pozzo abbandonato ... !» «Non giurate, per amor del Cielo,» interruppe Geltrude come spaventata; «non fate imprecazioni, perchè noi siamo in uno stato che una picciola parola può bastare ... » A questa proposta, Geltrude incrocicchiò le mani con forza, le presse al petto, si strinse tutta, levò al cielo uno sguardo nel quale brillava momentaneamente un raggio dell'antica innocenza, e con voce supplichevole e commossa disse: «Ah no: non ne facciamo più, non ne facciamo più per pietà ... «Va bene, va bene,» disse Egidio con uno sdegno in parte vero, in parte diabolicamente affettato: «non ne facciamo più: e già vedo che non possiamo andar d'accordo: è tempo perduto con voi: siamo troppo differenti nel pensare: ma a tutto si può rimediare; i mattoni son lì tutti come contati; e ad ogni volta mi dò la briga di riporli al loro posto antico: basta che io porti un po' di calce, il muro sta come prima, tutto è finito ...
Fermo e Lucia (pagina 69)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma voltato uno di quei tanti andirivieni, vide una carrozza da viaggio ferma nel mezzo della via, e fuori della carrozza innanzi allo sportello che era aperto due uomini che guardavano su e giù per la via come incerti del cammino: e per quella presunzione comune che coloro i quali vanno in carrozza sieno galantuomini, Lucia si sentì tutta rincorata, e le parve d'aver trovata una salvaguardia alla metà appunto del cammino, nel luogo più lontano dall'abitato, e dove il bisogno era più grande ... Continuò adunque più animosamente a camminare; e quando fu presso alla carrozza tanto che si potessero distinguer le parole, intese uno di quelli che stavano al di fuori dire con una pronunzia e con un linguaggio che lo fece conoscere a Lucia per bergamasco: «Ecco una buona donna che c'insegnerà la strada ... «Diavolo!» disse uno dei malandrini; «par morta ... » Mentre quegli sciagurati tenevano questo consiglio, ed esprimevano la loro inquietudine in uno stile degno del loro animo, la carrozza era uscita dalla via più battuta, aveva imboccata una stradella di traverso pei campi, e continuava rapidamente il suo cammino ...
Fermo e Lucia (pagina 70)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Poveri di professione che dopo d'avere invano domandato un soccorso ad uomini divenuti poveri anch'essi, stavano in fila l'uno appresso dell'altro appoggiati ad un muro soleggiato stringendosi di tempo in tempo nelle spalle, aggrinzati, cenciosi, aventi un bordone nella destra, e tenendo stretta tra il braccio sinistro e le costole una arida scodella di legno, aspettando l'ora d'andare a ricevere quel poco nutrimento che si poteva distribuire alle porte dei conventi, dei monasteri, di qualche facoltoso caritatevole ... Il bravo si avvicinò ad uno di quelli, come uno sfaccendato, e stette ascoltando ... » «Io ho inteso da chi l'ha inteso da uno che v'era,» disse un altro, «che le carrozze erano tre, e che la gente le fece fermare; ma quei signori misero fuora gli archibugi, e allora, mi capite, i galantuomini hanno dovuto dar luogo ... A me ha detto uno là (accennando un crocchio lontano) che la giovane era daccordo, che si era trovata lì per andarsene, e che quegli che l'ha portata via era un suo innamorato ... » «Oh,» disse uno, «se la cosa fosse così, se ne sarebbe andata senza schiammazzo ... » Quegli altri ad uno ad uno se n'andarono chi qua chi là a riferire la storia; si disputò assai; le opinioni rimasero divise, ma la più preponderante fu quella che dava occasione di ragionare profondamente sulle astuzie delle donne che fanno la semplice, sulla dabbennaggine della Signora, che aveva raccolta quella mozzina ...
Fermo e Lucia (pagina 102)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Se tu lasci ancor cadere uno di quei pani, brutto dappoco ... «Eh! buon per te che ho le mani impedite!» ripigliò la donna, e così dicendo, dimenò i pugni, come se desse una buona spellicciatura al poveretto; e con quel movimento fece volare uno spruzzo di farina, da farne più che i due pani lasciati cadere dal ragazzo ... Quel compito signore a cui Fermo aveva domandato del Padre Bonaventura gli aveva dato così chiaro indirizzo che era impossibile andare in fallo: del resto tutte le chiese e i conventi dei cappuccini avevano come una fisonomia speciale, e chi ne aveva veduto uno ne avrebbe riconosciuto un altro a prima vista ... Questa sproporzione è uno di quei mali che spaventano la terra, perchè pesano ad un tempo sur una moltitudine: quando un tal male esiste, i migliori mezzi per alleggerirlo (giacchè toglierlo non è in potere dell'uomo) sono tutte quelle cose che possono diffonderlo più equabilmente, farne sopportare al maggior numero, a tutti i viventi, se fosse possibile, una picciola porzione, affinchè nessuno ne abbia una porzione superiore alle forze dell'uomo, fare che quel male sia un incomodo per tutti piuttosto che l'angoscia mortale per molti, e la morte per alcuni ...
Fermo e Lucia (pagina 106)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Si riunirono essi tosto, o come si diceva allora spagnolescamente, si giuntarono: e dopo mille riverenze, preamboli, sospiri, proposizioni in aria, reticenze, tergiversazioni, spinti sempre tutti verso un punto solo da una necessità sentita da tutti, conscj che tiravano un gran dado, ma convinti che altro non si poteva fare, conchiusero ad aumentare il prezzo del pane, riavvicinandolo alla proporzione del prezzo reale del frumento; e si separarono nello stato d'animo d'un minatore che avesse dato fuoco ad una mina non caricata da lui, prevedendo bene uno scoppio, ma non sapendo nè quando nè quale egli sarebbe ... I crocchj precedettero l'aurora: fanciulli, donne, uomini, vecchj, operaj, mendichi, si ragunavano a caso, e cominciavano o proseguivano naturalmente lo stesso discorso: qui erano voci confuse di molti parlanti, là uno predicava, e gli altri applaudivano: da per tutto racconti diversi ma egualmente violenti delle cabale e delle iniquità che avevano macchinato il nuovo editto: da per tutto lo stesso linguaggio di lamenti, d'imprecazioni, di minacce; e da per tutto per ultima conseguenza una parola la più moderata nel suono, ma la più forte, quella che esprimeva la cosa, e la faceva: così non può andare ... Uno di questi passava per quel crocicchio che si chiamava il Leone di Porta Orientale, dove era adunato molto di quel popolo ... «Sì, sì, pei tiranni che non vogliono darne alla povera gente,» grida uno della folla ...
Fermo e Lucia (pagina 110)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il disegno di salvare un uomo debb'essere uno di quelli che danno in sommo grado all'animo di chi l'ha conceputo e lo sta eseguendo questa alacrità, questo vigore intenso, questa gioja crescente ... La porta, quando la carrozza vi si fermò, era in uno stato miserabile: i gangheri in parte scassati fuori del muro, le imposte scheggiate, ammaccate, forzate nel mezzo e scombaciate l'una dall'altra, lasciavano tra loro una fessura dalla quale si vedeva un pezzo di catenaccio torto e quasi divelto con gli anelli, che teneva ancora insieme quelle imposte, a un di presso come già Romolo Augustolo teneva insieme l'impero d'occidente ... » Uno di quegli amici della quiete si avvicinò allo sportello, e disse al gran cancelliere: «Faccia presto, e con coraggio, chè siamo qui molti galantuomini a darle ajuto ... Uno di essi intanto s'era posto alla fessura, e procurava di fare intendere a quei di dentro che quegli che parlava era un amico, che era giunto un soccorso, il gran cancelliere, che si aprisse o si finisse di aprire la porta: che il Vicario stesse pronto per entrare in carrozza ed esser salvo ... Ferrer appoggiato a due benevoli pose piede sul predellino, e quivi fermatosi un momento, e dato uno sguardo a destra e a sinistra, come da una bigoncia, salutò la moltitudine, indi posta la destra al petto gridò: «Avrete pane quanto ne vorrete: lo prometto io: vengo a far giustizia, vengo a prenderlo prigione:» e a queste ultime parole, stese la destra in atto severo verso la porta di quella casa, come accennando che veniva a portarle un rigoroso giudizio, e pose piede in terra fra le acclamazioni che ...
Fermo e Lucia (pagina 116)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Entrò, salì, fu introdotto e fece ad un ufiziale, la sua relazione, come era capitato all'osteria uno che non aveva voluto dare il suo nome, e come egli oste dopo d'averlo ammonito di obbedire alle gride, dovette tacere per non far nascere uno scandalo ... La prima informazione, come il lettore se n'è addato certamente, era venuta da quella falsa guida, la quale, per darne piena contezza, non era niente meno che un bargello travestito, in traccia d'uno che gli desse una occasione di farsi onore e merito, eseguendo gli ordini assai difficili che gli erano imposti: e quest'uno fu il nostro povero Fermo ... Furono destinate persone autorevoli, e accette al popolo, le quali di buon mattino assistessero ai forni in uno colle guardie, e aggiungendo la persuasione alla forza, cercassero di regolare la distribuzione del pane, e mantenessero la tranquillità: il prezzo del pane fu riabbassato a quella prima tassa immaginata dal Ferrer ... Il bargello malandrino andò tosto a riferire, come aveva colto in flagranti uno che predicava, come l'aveva condotto all'osteria, come quegli aveva negato obbedienza alla grida, ricusando di dare il nome, come poi egli uomo benemerito glielo aveva cavato di bocca, e come finalmente la bestia era nel covo, e non si trattava che di andarla a prendere ... Aperse gli occhj a stento, e guatò: era giorno fatto e la luce che entrava per le impannate fece vedere a Fermo un uomo ravvolto in una cappa nera stargli al capezzale da un lato, e due in farsetto armati, l'uno dall'altro lato del capezzale, e l'altro a piedi del letto ... «Chi v'ha detto il mio nome?» – Che sia uno stregone costui vestito di nero? – mormorò tra sè; «Ehi! l'oste, l'oste!» gridò quindi a quanto fiato aveva in corpo ... «Meno ciarle, e su!» disse uno di quei birri ... » «Lo portiamo via?» disse uno di quei birri al notajo ...
Fermo e Lucia (pagina 117)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Chiuse l'impannata in furia, lanciò dal suo cuore, poichè ne aveva uno anch'egli, una imprecazione contra il Capitano di giustizia che lo aveva messo in quell'intrigo, un'altra contra Fermo che in un momento così urgente per lui notajo, pareva che volesse perdere il tempo a bella posta, indi fece un cenno ai birri, che sbrigassero la faccenda ... Scesa la scaletta, il notajo fece un cenno ai birri, e disse a Fermo: «abbiate pazienza, fanno il loro dovere»; e mentre gli proferiva questa bella parola, i birri afferrarono, l'uno la destra l'altro la sinistra di Fermo, e le allacciarono con certi strumenti, che (per quell'uso comune d'ingentilire le cose col nome) si chiamavano manichini, ed erano congegnati in modo che colui che gli aveva intorno ai polsi era fortemente tenuto senza che apparisse alcun segno di violenza; e il tenuto e il tenente potevano parere due amici che passeggiassero stretti per la mano ... Quando intese «forni, pane, Ferrer, giustizia, abbondanza», e vide una brigata di otto o dieci che gli veniva incontro, e che i birri volevano schifare, portandosi nel mezzo della strada, alzò la voce e scotendo le braccia e il capo gridò: «Ohe! fratelli! mi menano su; e non ho fatto niente: solo perchè jeri ho gridato: pane e abbondanza: non mi abbandonate, fratelli: patisco per la patria: son legato; ad uno per volta vi faranno la stessa festa: fratelli, date uno scappellotto a costoro ...
Fermo e Lucia (pagina 118)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma l'abito lo tradiva, e smentiva il volto; per meglio nascondersi si volse egli ad uno dei molti che lo guardavano fiso, e disse: «che cosa è questa faccenda?» «Uh! corbaccio!» rispose invece dell'interrogato, uno che era più lontano ... Egli seguì il consiglio alla prima: entrò per una via sconosciuta, e si diede a correre, senza saper dove; ma quando si trovò fuori della folla, allentò il passo, e cominciò ad affisare i volti di quelli che incontrava, per trovarne uno che gli garbasse, e gli desse fiducia a fare la sua inchiesta ... Ma la scelta andò in lungo, e Fermo ebbe a fare rapidamente forse venti giudizj fisionomici prima di fissarsi ad uno che fosse l'uomo per lui ... Finalmente, come la necessità aguzza l'ingegno, Fermo, adocchiato uno che veniva in gran fretta, si risolvette di voltarsi a lui, stimando giudiziosamente che l'uomo premuroso d'andare ad una sua faccenda, risponde tosto e direttamente a chi lo interroga, perchè quello è il modo più spiccio per isbrigarsene ...
Fermo e Lucia (pagina 119)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Con questa trista compagnia passando di viottolo in viottolo, di casolare in casolare, chiedendo la strada di tempo in tempo, e cercando di stare più vicino che poteva alla maestra, senza toccarla mai, dopo aver fatte forse quindici miglia, senza essersi allontanato più distante dalla città da cinque o sei, cominciò a sentire fortemente gli stimoli della fame: e avendo veduto nella botteguccia d'un villaggio alcuni pani, ben diversi da quei bianchissimi che il giorno antecedente aveva trovati sulle sue orme, ne comperò con uno di quei pochi quattrinelli che gli rimanevano, e proseguì il suo cammino ... «Eh! eh!» diceva uno, «i milanesi non son mica uomini di stoppa: e non la finiranno prima che sia loro fatta ragione davvero ... Accorsero nella strada, si affollarono a gara attorno all'arrivato, uno prese le briglie, l'altro la staffa: «Buon giorno», «buona sera», «avete fatto buon viaggio: che c'è di nuovo a Milano?» «Eh! eh! ecco quelli dalle notizie,» disse il mercante, «quelli che le vanno fiutando, come i bracchi le pernici ... Da principio fecero bravate e insolenze dove capitavano, far le corna alle spalle ai soldati, fare i visacci ai galantuomini, rompere il muso ai birri: in un luogo strapparono dalle mani dei birri uno che era menato su: un capo popolo che aveva predicato jeri che si avessero a scannare tutti i signori, e tutti i bottegaj: pezzo di briccone! ma se v'incappa, gli medicheranno il pomo d'Adamo con un sovatto ...
Fermo e Lucia (pagina 136)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Similmente, molti in casa di cui moriva uno appestato con denaro ottenevano dai ministri del tribunale che la casa non fosse dichiarata sospetta, ottenevano di poter sottrarre all'incendio prescritto dagli ordini le robe del defunto ... Uno di quei casi però parve ai contemporanei degno d'esser tramandato ai posteri; e in servizio di quei posteri che forse non l'avessero mai inteso, lo racconteremo di nuovo anche noi ... Oltre questa superiorità di dottrina, era egli celebrato e venerato per bontà di costumi, per uno grande zelo e un gran disinteresse e beneficenza nell'esercizio della sua professione ... I dotti poi, convenendo per la più parte nella opinione comune, la sostenevano però con argomenti un po' più reconditi, e si scatenavano contra il tribunale e contra quei pochi medici con uno sdegno e con uno scherno più filosofico ...
Fermo e Lucia (pagina 138)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quando ora si considera quali cose fossero a quei tempi tenute generalmente per vere, con che fronte sicura sostenute, e predicate, con che fiducia applicate ai casi, e alle deliberazioni della vita, si prova facilmente per gli uomini di quella generazione una compassione mista di sprezzo e di rabbia, e una certa compiacenza di noi stessi; non si può a meno di non pensare che se uno di noi avesse potuto trovarsi in quella età con le idee presenti, sarebbe stato in molte cose l'uomo il più illuminato, e nello stesso tempo il bersaglio di tutte le contraddizioni ... Egli era come quando uno va di notte con un lumicino a dar fuoco ad un vespajo: gli abitatori sbucano in furia; è un batter d'ale, un avventarsi, un ronzio terribile; pare che vadano ad una conquista o che celebrino una vittoria: ma guardate il nido, e vedrete ch'egli arde; v'accorgerete che tutto quel concitamento nasce dall'impaccio di non sapere dove andarsi ad alloggiare ... Ma una storia siffatta, oltre la curiosità, potrebbe avere anche uno scopo importante ...
Fermo e Lucia (pagina 139)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Questi caratteri scoperti, potrebbero poi servire come di uno scandaglio per noi: si potrebbe osservare se fra le idee dominanti al nostro tempo, ve n'abbia alcune nelle quali questi caratteri si trovino; e cavarne un indizio per osservarle con più attenzione, con uno sguardo più libero e più fermo, e con un certo sospetto per vedere se mai non fossero di quelle che una età impone a se stessa come un giogo che le età venture scuotono poi da sè con isdegno ... Citiamone uno dei più estrinseci ed apparenti, e che si ravvisa in tutti gli errori antichi, ora riconosciuti tali: un orrore della discussione, un'ombra, una ritrosaggine, una subita attenzione a rispingere con ira o con beffe ogni dubbio, un ricorrere tosto all'autorità dei morti, e al consenso dei vivi per chiamar tante voci in soccorso a coprire quella che voleva rendere un suono diverso ... Se uno venisse ora a dire, per esempio: è egli veramente, inappellabilmente provato che ... Egli con quella sua consueta composta operosità, attendeva in casa alla direzione di tutte le opere imposte al clero, non rispingendo mai chi avesse bisogno di conferire con lui; percorreva la città accompagnato da uno che portava moneta da distribuirsi in elemosina; fermandosi sotto le finestre, alle porte dei poverelli per informarsi dei bisogni, e sovvenire, per ascoltare le querele, e dar consolazioni e coraggio: visitava il lazzeretto, dava consigli, e colla sola presenza ratteneva per qualche momento almeno la sfrenatezza dei ribaldi, ed eccitava i ministri publici ad adempire coraggiosamente agli uficj loro ...
Fermo e Lucia (pagina 149)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Per questo incolto e materiale procedere dei fatti, è avvenuto che Fermo Spolino sia giunto due volte in Milano appunto in due epoche, diversamente singolari, e che l'una e l'altra volta abbia ricevuta dall'aspetto di quella città una impressione, che noi dobbiamo pur riferire, trattandosi d'uno dei nostri protagonisti ... Fermo aveva ancora uno dei pani di Agnese: lo cavò tosto, e lo legò alla fune ... Dopo due passi udì un romore confuso che si avvicinava, e cominciò a distinguere un cigolar di ruote, un calpestio di cavalli, uno squillare di cento campanelli, un baccano di grida; guatò dinanzi a sè, ed ecco in capo alla strada dov'egli camminava spuntare due uomini a piede (eran chiamati apparitori) che con le mani alzate accennavano, e ad alta voce gridavano ai passeggeri di ritirarsi ...
Fermo e Lucia (pagina 150)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma un altro spettacolo, su quella piazza, attirò i suoi sguardi, e gli diede a pensare: erano due travi alzate e infisse nel suolo, e una corda passava dall'uno all'altro capo fra due carrucole ... La sua maraviglia crebbe da poi quando ne incontrò uno per ogni piazza, in ogni via spaziosa ... Era uno di quei rimedii immoderati e inefficaci di cui principalmente in quel tempo si faceva scialacquo: era un dispotismo che non toglieva l'anarchia ... Se due amici s'incontravano a caso, il saluto era uno stringersi nelle spalle, un alzar delle mani, un sospiro, una occhiata quasi di maraviglia, che voleva dire: – voi siete ancor vivo! – ogni altra più intima accoglienza era dismessa, e in due mesi non accadde forse mai che due mani si stringessero ad espressione di amicizia ... I medici, i chirurghi si distinguevano per un capuccio che portavano come da disciplinati, per calarlo sul volto quando s'appressassero ad un infermo, avevano guanti alle mani per preservarle nel toccare dei polsi, nel medicare; e sospeso a cintola un fiaschetto d'aceto per lavarsi ad ogni visita, e per lavare i danari che erano loro dati in mercede, e che molti con crudele avarizia imponevano esorbitante, non volendo toccare un polso a meno d'uno zecchino ... E pur troppo tutti questi rimedii producevano un effetto; ma era di crescere la mortalità, rendendo men guardinghi in tutto il resto coloro che avevan fede nell'uno o nell'altro di essi ... Finalmente essendo capitato in uno di costoro, si risolse di rivolgersi a lui, e fece atto di accostarglisi ... Ma costui, che a malgrado del preservativo, era però dei cauti, levò il suo bastone che terminava in uno spiedo, e appuntandolo in dirittura alla pancia di Fermo, disse con voce risoluta: «lontano!» Fermo non si mosse; ma a quella distanza pregò il cittadino che volesse udire una parola, soltanto una parola; e gli chiese dove fosse la tal via, la tal casa ...
Fermo e Lucia (pagina 154)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Intanto il carro s'era già allontanato abbastanza, perchè Fermo non temesse più di esser raggiunto dai suoi nemici; i quali del resto s'eran dispersi; non restava che il pericolo di abbattersi in uno di quelli che lo riconoscesse, e gli aizzasse di nuovo la gente addosso; pericolo lontano, ma che poteva crescere in proporzione della strada che Fermo avrebbe ancora a percorrere ... In questa tempesta di pensieri egli girava attorno uno sguardo sospettoso e irresoluto, quando gli parve di riconoscere il luogo per dove passava, richiamò le sue memorie, guardò più fisamente ... Vide che i monatti invasati nel loro canto non badavano a lui, fece un cenno di saluto e di ringraziamento ad uno che gli era più vicino, e balzò dal carro in sul pavimento ... E Fermo scorrendo tra quella folla per avviari alla porta di quel lato che tira lungo la strada maestra, Fermo doveva pure per quanto intollerabili gli fossero quegli oggetti, fissare sovr'essi lo sguardo perchè fra essi, uno di essi, poteva essere quello di ch'egli andava in traccia ... Dinanzi, il vasto campo interno del lazzeretto, ingombro qua e là di trabacche, di capanne, coperto e animato da un popolo, del quale il veduto al di fuori non era che un saggio; e a destra e a sinistra le due interminate fughe di porticato spesse pure, e gremite, e brulicanti a quel modo: uno sciame, un trambusto, un rimescolamento da far vertigine, da offendere con subita fatica lo sguardo, quando fosse pure stata una festa ...
Fior di passione (pagina 20)
di Matilde Serao (estratti)

... esplorò i palchi, uno per uno ... Uno stridìo acuto, un urlare incomposto ... Quando un novellino si metteva a farle la corte, vi erano subito pronti gli amici ad avvisarlo che era inutile, che avrebbe perduto il suo tempo, e lui abbandonava il campo prima ancora che la duchessa lo licenziasse con uno sguardo glaciale o una parola mordente ...
Fior di passione (pagina 23)
di Matilde Serao (estratti)

... Lui non chiedeva nulla, non si avanzava, non si muoveva, sopportando, taciturno, uno spasimo senza nome, consumando le sue forze a reprimere qualunque manifestazione ... Compresero che l'uno camminava verso l'altro, inesorabilmente, contro la volontà, contro la ragione contro tutto ... Non una parola: ma l'uno sentiva i passi che l'altro faceva, pur parendo immobile, calcolava lo spazio, calcolava il tempo ... L'una abbandonata sulla poltroncina, col capo riverso sulla spalliera, con gli occhi chiusi, pareva dormisse; l'altra tutta ravvolta in uno scialle, raggomitolata nella poltrona, aveva il capo abbassato sul petto; la terza coi piedini sugli alari si chinava macchinalmente ad avvivare il fuoco ...
Fior di passione (pagina 28)
di Matilde Serao (estratti)

... Per tre anni non si videro mai, non seppero nulla l'uno dell'altro ... Aveva gli occhi grigi, molto luminosi e grandi: ma quando ella si turbava, per uno strano effetto, gli occhi si facevano di un azzurro-carico, quasi cupo ... Qualcuno, di sera, diceva che ella aveva gli occhi neri: cambiamenti pericolosi che moltiplicano la potenza di uno sguardo ... Aveva due sguardi: l'uno dritto, fermo, duro, come una domanda imperiosa; l'altro cadeva dall'alto, quasi filtrato attraverso l'anima, un po' errante, con uno smarrimento giovanile, senza calore, ma dolcissimo ...
Fior di passione (pagina 29)
di Matilde Serao (estratti)

... volentieri la corte, l'uno aspettava che l'altro incominciasse per vedere come era ricevuto ... Per questo non ballava volentieri, non andava mai allo skating, andava volentieri a cavallo, con uno strascico lunghissimo da amazzone ... Nei lunghi pomeriggi estivi, nelle lunghe sere d'inverno, io prendeva uno sgabello e sedeva ai piedi di mia madre, appoggiando il capo sulle sue ginocchia ... Chi passa al largo, pel mare Jonio la prende per uno scoglio bruno, arido e disabitato ... Era una fanciulla a venti anni, alta, elegante di figura, con uno strano e gracile volto bruno sotto il biondo dei capelli, con certi singolari occhi verdi ...
Il benefattore (pagina 2)
di Luigi Capuana (estratti)

... —Bravi! A uno a uno ... Dobbiamo spogliarlo perche è inglese? Non è uno sciocco, sappiatelo ... Non è pero uno sciocco, vi ripeto ... —Sarete chiamati uno appresso all'altro ... Più tardi vennero dal notaio il fratello del canonico e uno dei Laureano ...
Il benefattore (pagina 10)
di Luigi Capuana (estratti)

... Una gran folla ingombrava la piazza, quasi quell'acqua avesse dovuto essere spartita tra tutti, una goccia per uno ... Il Sindaco, che sembrava mostrarsi piuttosto favorevole agli interessi dei suoi amministrati, per tattica di uomo che sa barcamenarsi nei momenti difficili—e ne aveva già avvertito il signor Kyllea—lo salutò, gli accennò di sedersi in uno di quegli stalli vuoti, e cominciò ad esporre il motivo di quella riunione ... Se c'è tra voi uno solo che possa lagnarsi con ragione di me… I miei lavoratori sono stati rimunerati con mercedi insolite qui ...
Il colore del tempo (pagina 3)
di Federico De Roberto (estratti)

... Uno scrittore appena ieri sepolto fra l'universale rimpianto, e oggi più che mai vivo nelle opere, ha ottenuto ed ottiene la maggiore, la più pura ammirazione, per avere candidamente osservato e riprodotto il suo cantuccio natale ... Ma questo dissidio è forse in lui solo? Non accade altrettanto in ciascuno di noi? Gli estremi non sono tanto vicini che si dànno la mano? Di estremi, di contraddizioni, di antinomie non è piena tutta quanta la storia dell'umanità? E per cento, per mille, per diecimila individui che amano gli eccessi, e non stanno fermi in uno solo, ma trascorrono dall'uno al contrario, non vi sono milioni di uomini di buon senso che rifuggono da tutti? Il Fierens-Gevaert aspetta un nuovo Messia che venga a salvare il nostro povero mondo ... Questa specie di estratto o quintessenza del Tolstoismo è molto utile a chi vuol rendersi conto della dottrina novissima; e poichè essa è uno dei segni del tempo, e poichè una quantità non piccola di brave persone si appassionano pro e contro il filosofo di Jasnaia Poliana senza averne letto i libri, sulla fede della semplice fama, un rapido esame del breviario messo insieme dall'Ossip-Lourié non riescirà inopportuno ... Uno dei primissimi pensieri della raccolta, il terzo, dice: «Per intendere il senso della vita bisogna, innanzi tutto, che essa non sia assurda nè cattiva:—l'intelligenza viene in seconda linea» ...
Il colore del tempo (pagina 6)
di Federico De Roberto (estratti)

... Lo scienziato che studia i fatti, l'«uomo obbiettivo», è un «pigmeo presuntuoso»; o, nella migliore ipotesi, uno «specchio» che riflette le cose, uno «strumento di precisione» ... L'uomo attuale non è uno scopo, è una «corda», un «ponte», un «passaggio» dall'animale al Superuomo ... Nel caso del Nietzsche, d'uno scrittore che ha perduto effettivamente, durante le sue speculazioni, il bene dell'intelletto, e che sopravvive a sè stesso miseramente vegetando, la tentazione di giudicarne pazzesca tutta quanta l'opera è veramente fortissima e generale ...
Il colore del tempo (pagina 27)
di Federico De Roberto (estratti)

... Note anatomiche speciali egli nega al semplice ingegno; negli uomini d'ingegno non si troverebbe un sostrato organico particolare, uno sviluppo tutto proprio dei centri nervosi ... Negate le naturali qualità dell'ingegno, egli le riconosce nel genio, ed afferma che l'uomo di genio differisce dall'uomo normale per uno speciale sviluppo di due centri cerebrali: i centri del giudizio e della volontà ... Siamo dunque nel campo della pura ipotesi; e certo, data l'angustia dello spirito umano paragonatamente alla formidabile e paurosa grandezza dei problemi che gli sono proposti, l'ipotesi non è uno strumento da disprezzare; ma, prendendo le mosse da semplici supposizioni, il Nordau arriva a conclusioni troppo assolute e veramente discordi ...
Il colore del tempo (pagina 29)
di Federico De Roberto (estratti)

... Un legislatore sarà maggiormente venerato che un filosofo, perchè l'opera sua maggiormente importa alla maggior parte degli uomini; uno scienziato avrà più lodi che un artista, perchè le sue scoperte sono più feconde di risultati positivi ... E se lo stesso Nordau riconosce che soltanto per un ricordo dei tempi selvaggi e barbari si accorda anche oggi «il posto supremo al soldato», come poi vuole che Alessandro e Cesare e Bonaparte siano da chiamare genî più alti, più puri, più esclusivamente umani di Platone, di Dante, di Shakespeare? Non si potrebbe sostenere con fortuna precisamente l'opposto? E la stessa idea di questa classificazione, di questa gerarchia, non è poco felice? Se il paragone non fosse, come dice il motto, odioso, non sarebbe inutile? Quando avremo dimostrato che Washington vale più di Vittor Hugo, forse non leggeremo più la Leggenda dei Secoli, o dovremo mettere la statua del suo autore sopra un piedistallo dieci centimetri più basso? E se, per confessione del Nordau, i filosofi dell'avvenire non stimeranno le dottrine del Darwin «più di quanto noi stimiamo oggi le teorie filosofiche di Parmenide o d'Aristotile», se il tempo distrugge le leggi come i quadri, le statue come i regni, le dottrine come gli edifizî, se tutte le cose umane sono egualmente caduche, perchè queste distinzioni? Ma io dimentico che uno dei libri più singolari di Max Nordau porta un titolo molto significante ... Uno dei principali personaggi, Augusta Hausblum, chiarisce questa allusione ...
Il diavolo nell'ampolla
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... E udendolo e vedendolo ridere, più d'uno, ai prossimi posti, pensò: — Bel dolore ha costui d'esser rimasto vedovo! Ma il dialogo seguitava ... Non c'è da meravigliarsi che uno si salvi e uno ci resti ... Sempre col tono d'uno che narra una storia non sua, il soldato continuò: — Matto invece sono stato io, dall'altra sera fino a oggi, fino all'ora che ho discorso con mio cognato ... Una breve pausa; e dopo: — Cosa importa saper il come e il perchè? È morta: ecco! La donna chiese: — Avete figli? — Uno; di sei anni ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 5)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... In uno stupore avido assaporava con gli occhi, con l'anima le ignote dolcezze; e quelle delizie inafferrabili gli mettevano nel sangue e nei nervi come una esasperazione e quasi uno spasimo; da piangere ... Un crollo, uno schianto dell'universo; e il sole rosso, di sangue ... E uno, entrando all'osteria del Gallo, annunziò: — È morto d'un accidente il curato del Palèsio ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 6)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Quando uno udì, o credè d'udire uno scalpitìo e un suono di squadroni sbattuti; e susurrò: — I carabinieri! — I carabinieri! — susurrarono i vicini ... Ed ivi, all'ombra del noce, il nonno ottantenne e la bambina di sei anni, l'uno adagiato sulla scranna a bracciuoli, l'altra seduta su la sponda del fosso invaso dalle erbe, guardavano con indifferenza lo spazio conceduto ai loro occhi ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 8)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... C'era fors'anche, in fondo a queste parole, la punta ironica, l'acredine di un'altra invidia — lei faceva all'amore con uno di miglior condizione che i loro innamorati —; e non voleva mostrare di accorgersene ... Uno uguale non lo troverei più! Nessun altro, mai più! — E io — lamentò l'Olga con un'aria e una voce che pareva la Duse —, io diventerei matta! Lui, la mia vita, perderlo così? Non saper nemmeno dove fosse sepolto? Matta, state pur sicure; mi getterei dalla finestra! Breve pausa ... Si vedeva lasciata e screditata: per una leggerezza! per uno sfogo innocente! Stupide! causa loro ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 15)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Ma non uno che dimostrasse d'aver molto sale in testa e alla domanda: — In qual modo, per che via preferiresti diventare un uomo celebre? — rispondesse: «Non lo so» ... — Ho bisogno di un giovine che aiuti la vecchia Cleofe nelle faccende di casa; ho bisogno di uno che aiuti me nelle mie faccende: contabile, segretario, bibliotecario, ecc ... E mentre uno ritornava ai filosofi primitivi, che amava di più, l'altro pareva immergersi tutto nei volumi dei novellieri, dei poeti e degli storici ... — Non ti piacerebbe di vivere in eterno, sia pure in uno scaffale di biblioteca? Che cosa senti a tale pensiero? L'altro annusava e rispondeva: — Sento puzza di muffa ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 19)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Corrado Amaldi immobile, in piedi in mezzo alla camera, ora provava la sensazione d'uno che sia trascinato da una forza irresistibile in un precipizio ... Perchè? Perchè sarebbe uno scandalo! Era caduto in una contradizione; la contradizione in cui s'era messo non tardò a stringerlo, ad attanagliarlo, a soffocarlo ... Non poteva vendicar il suo onore senza provocar uno scandalo enorme; ma per evitare lo scandalo, per salvare il suo onore aveva dissimulato restando fin la notte in casa del defunto, fin reggendo nel trasporto uno dei cordoni del feretro! Sciagurato! Rivelando adesso il suo disonore non darebbe forse diritto al mondo di chiedergli: Come mai, tu, ad accorgerti d'esser tradito, hai aspettato che il traditore sia stato morente o morto? Per quale misterioso interesse hai dissimulato fin all'ultimo? Per quale vergognoso passo hai accompagnata la salma all'ultima dimora? Per quale inconfessabile ignominia hai taciuto sempre con tua moglie, e schiamazzi adesso che Dio o un accidente ti ha liberato del più colpevole, del più forte? ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 24)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... atto di disperazione, e chiese: — Aveva famiglia? — Chi? — L'asino? Rispose uno: — Aveva dei parenti, ma son tutti benestanti, e non dimanderanno sussidi; stia pur tranquillo! E alla Camera del Lavoro il segretario esilarò i compagni, che vi riposavano e conversavano, esclamando: — Poco male se a Sugnazza gli è morto l'asino ... Noi siamo stati disgraziati tutti e due, uno per causa dell'altro ... Bel colpo! Una meravigliosa presa, una portentosa conquista! Non già che il furbo leguleio ammirasse soltanto quale un prodigio la fiammella che palpitando e cessando solo di tratto in tratto, quasi per brividi, non si smorzava nell'acqua, anzi si riaveva più fulgida; ma godeva perchè, conosciuto che era uno spirito, egli pensava d'aver in sua balia una forza da trarne inestimabile partito ...
Il ponte del Paradiso (pagina 30)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... — È tutt'uno; e verrà egli in possesso di tutto ... — Sì, sì, quello che vorrai; tanto più che non ho da farci uno sforzo; — rispose la signora, ridendo di quel suo riso pazzesco ... Insomma, era uno splendore, una maraviglia, un portento ... Ne uscì dunque colla paura; e frattanto uno squillo del campanello in anticamera annunziava visite ... E come no? Erano due gentiluomini della sua corte, e si dimostravano singolarmente fedeli; erano anche i più utili, l'uno per tener viva la conversazione, l'altro per variarla con un pochino di musica ...
Il ponte del Paradiso (pagina 45)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Era il duello morale che incominciava, prima del duello materiale; era la punizione anticipata, in quel fronteggiarsi di due uomini, uno dei quali si poteva dire il giudice, e l'altro era certamente il reo ... Voglio, ho il diritto di voler evitare uno scandalo, incominciato coi mezzi silenzii di quattro padrini informati a dovere, e continuato coi larghi commenti di una intiera città, che si occupi delle mie disgrazie coniugali ... — Credi che uno di noi due sia di troppo sulla terra? — Filippo stese le palme in atto supplichevole, come a scusarsi del non poter rispondere con un monosillabo; poi con accento risoluto soggiunse: — Mi ucciderò io; sei contento? — No; — disse Raimondo, sdegnoso ... C'erano scritti due nomi; Aldini nell'uno, Zuliani nell'altro ...
Il ponte del Paradiso (pagina 61)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... — Chi è! che cosa vuole? — Uno della questura; — rispose il servo ... Venne uno dei dottori, e sommariamente descrisse all'egregio ufficiale lo stato dell'inferma; la quale era ritornata in sè, finalmente, lasciando loro aprir l'animo ad un fil di speranza; filo leggero, per altro, ancor troppo leggero ... E l'uno e l'altro, ad ogni modo, avrebbero passata la notte in casa Zuliani ... Stette cogli occhi lungamente immoti, involgendolo d'uno sguardo intenso; poi richiuse le palpebre mentre le guance si tingevano d'un lieve rossore ...
L'amore che torna (pagina 10)
di Guido da Verona (estratti)

... Senti: cosa faresti, per esempio, se non dovessi vedermi più? Con uno scatto si volse tutta verso di me, spalancando gli occhi atterriti ... — Te lo domando astrattamente, — risposi, con uno sforzo per sembrarle naturale ... — E quando? — Non so ancora; uno di questi giorni ... Un sole giocondo invadeva ora la stanza, traeva uno scintillìo di colori dalle coppe di cristallo, dalle cornici, dalle borchie dei mobili, suscitando qualche onda lucida per le stoffe delle tappezzerie, che avevano il colore indefinibile della rosa di gruogo ... VII Quel brav'uomo pareva una botte in equilibrio sopra un cavalletto, e faceva uno sforzo penoso nel sollevare il braccio fino all'altezza del mento per carezzarsi un lungo neo ricciuto ...
L'amore che torna (pagina 19)
di Guido da Verona (estratti)

... — Mathias, — domandò con una voce umile, — mi volete ancora bene? Egli si fermò a fissarla, con uno sguardo fra il disprezzo e la commiserazione, poi rise di nuovo, con maggiore asprezza, scotendo le spalle ... I suoi occhi non abbandonavano mai Elena, ma parevano inseguire con una specie d'ansia ogni suo piccolo gesto, mentr'ella si affaccendava intorno, raccogliendo i vari oggetti e riponendoli ad uno ad uno, anch'ella tacendo, anch'ella impallidita, compiendo ciascun atto con una lentezza grave, senza volgere gli occhi verso di lui ... Poi lo ripose sul letto e volse per la camera uno sguardo quasi attonito, come volesse accogliere negli occhi e nell'anima tutto quello che vi rimaneva di lei, per sempre ... Davanti allo specchio, Elena ritta si appuntava il cappello: teneva uno spillone fra i denti, un velo sul braccio e le due mani alzate dietro la nuca ... Egli fece qualche passo, barcollando, fin contro uno stipite, poi, con un movimento macchinale, guardò l'ora ...
L'amore che torna (pagina 40)
di Guido da Verona (estratti)

... — Bene, le uova, in questi mesi, non costano più di tre soldi l'uno ... — E mutando voce: — Non credevo che avessi potuto imparar tante cose in pochi mesi di matrimonio! E detti in uno scoppio di riso, come per uno scherzo innocentissimo ... — Ma non devi credermi uno sciocco per questo, — continuai ... — Insultare? Ma no, Elena, mi comprendi male! Voglio dire che tu hai bisogno di mentire, d'ingannare, anche senza uno scopo, così, per trastullo, forse per difesa, perchè hai nel sangue la paura del dominio altrui ...
L'amore che torna (pagina 58)
di Guido da Verona (estratti)

... La vidi camminare per la stanza, fermarsi davanti ad uno specchio, alzar le due mani con pigrizia per ravviarsi i capelli ... Chi potrebbe mai dirlo? E la primavera intanto fioriva; la strada era percorsa da comitive ilari, con uno sfoggio di colori gai ... Ogni linea del suo viso tradiva uno sforzo incredibile di volontà; la guardai meglio; mi parve che ci fossero nella sua persona i segni d'una profonda stanchezza; mi ricordai che ogni tanto la vedevo passarsi una mano su gli occhi, o premerla contro il petto, con un sospiro quasi di soffocazione ... Inoltre non camminava più così diritta; c'era nella sua persona quasi uno sfiorire lento ...
L'amore che torna (pagina 65)
di Guido da Verona (estratti)

... Apparve il giardino, il viale a pergolato, la spalliera di rose, la facciata immensa della casa, cui avevano posto, davanti alla scalinata, un gruppo di limóni in grandi vasi di argilla rossa; ed apparve l'atrio d'ingresso, non illuminato ancora, ma dove uno specchio, nel fondo, acceso in pieno dalla luce crepuscolare, pareva una finestra aperta sopra una limpida immensità ... Il ventesimo giorno dopo l'arrivo a Torre Guelfa, mentre desinavo, uno svenimento mi colse ... Venne un professore da Roma e disse con maggior pompa le medesime cose incerte; mi trovò esaurito di spirito e di corpo, in uno stato lamentevole di eccitabilità, mi domandò anche se avessi avuto un dolore od una preoccupazione intensa ...
L'amore che torna (pagina 76)
di Guido da Verona (estratti)

... — Spero non dimenticherete che ho un marito, mio caro conte! — E disse quest'ultime due parole con uno scherno che mi ferì ... — Noi ci eravamo promessi una volta di rimanere l'uno per l'altra tutta la vita, — le risposi con esitazione ... fu come uno schiaffo datomi in piena faccia, e compresi allora tutto l'amore, tutto l'amore profondo che avevo per voi ...
L'amore che torna (pagina 78)
di Guido da Verona (estratti)

... Poichè, nonostante l'esperienza, ci si trova sempre un po' comici l'uno di fronte all'altra, ed il pensiero di tutti quelli che hanno fatto e faranno la stessa cosa, in un appartamentino press'a poco simile, ed alla medesima ora, con le stesse precauzioni, con le stesse parole, riesce a smorzare d'improvviso la trepida impazienza che ci ha condotti fino a quel punto ... ) si va togliendo ad uno ad uno gli spilloni dal cappello ... C'è uno specchio, là di fronte, ove si guarda ...
L'amore che torna (pagina 86)
di Guido da Verona (estratti)

... Lì, davanti a quella piazza folle di lumi, dove, nel fondo, biancheggiava la fontana come uno straordinario fiore, mentre per l'aria solcavano i fischi delle impazienti locomotive, e la gente frettolosa e le vetture pigre si confondevano in una specie di affaccendata ridda, mi rammentai tutte le partenze, tutti gli arrivi che per me si erano variamente compiuti, lì, su quella piazza medesima, durante la mia così diversa vita ... L'accompagnai fin nell'atrio della stazione; vidi allora, nella piena luce, che il suo viso era straordinariamente bianco e negli occhi aridi le sue pupille splendevano con una fissità quasi d'allucinata; i suoi lineamenti eran fermi nella tensione di uno sforzo visibile; coi denti si teneva l'orlo del labbro inferiore, quasi per frenarne il tremito ... Fabio, ad uno sportello, stava comperando i biglietti ... Anzi, più lottavo, e più, con uno sguardo solo, annullavi tutta la mia volontà ...
L'arte di prender marito (pagina 2)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... In quella pagina galeotta vi era sempre un bacio o una carezza, un innamorato o uno sposo ... Eppure aveva dieci, cento, mille amanti, che amava ad uno ad uno e poi raccolti tutti in un esercito, che metteva l'uno contro l'altro, l'uno accanto all'altro; facendone dei rivali o degli avversari ... Era infida ora all'uno ed ora all'altro, e colla fantasia commetteva tradimenti e adulterii; santa e odalisca; pura come una vergine, libertina come un'eteria ... D'una cosa sola sono sicuro ed è che il perchè non è uno solo, ma sono molti; molti come i sogni che attraversano il cielo notturno delle fanciulle ...
L'arte di prender marito (pagina 11)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... —Ecco il fumo! E a tavola, quando stomaco e cuore siedono insieme, l'uno accanto all'altro per cantare uno dei migliori duetti di questo mondo; quando tu sorridi, vedendo fumare la zuppa odorosa e le manine impazienti dei tuoi bambini preparare le armi del cucchiaio e della forchetta per l'allegro combattimento; ecco che il brontolone trova la bottiglia fuori di posto e la minestra troppo cruda o troppo cotta ... E se gli chiudi la bocca, perchè non sputi, la saliva amara gli si accumula in bocca e gli fa groppo alla gola e allora, poveri noi, invece di uno sputo, avremo una mitraglia di tutti gli escrementi morali, che secerne un fegato itterico, un cervello malazzato ... L'avarizia è uno dei difetti più difficili a scoprirsi in un fidanzato; e siccome è fra quelli che necessariamente, inevitabilmente crescono cogli anni; apri grandi gli occhi, figliuola mia, per scoprirlo ...
L'arte di prender marito (pagina 12)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Pur troppo non son diversi nel colore e nel profumo i fiori, che si comprano dal fioraio e quelli che si coltivano con lungo affetto nel proprio giardino e si colgono ad uno ad uno con intelletto d'amore e sapiente elezione ... Il fidanzato dunque, figliuola mia, è sempre generoso; in apparenza o in realtà; ma conviene saper distinguere l'uno dall'altro; il che è difficilissimo ... Il coraggio civile è la rarissima fra tutte le virtù sociali; e per dire a una mamma o ad un babbo che chiedono di un fidanzato: cari miei, è un farabutto, o uno stupido o un fannullone; ci vuole un coraggio che pochissimi hanno ... Se fossi un gran pittore psicologico, vorrei fare due quadri e metterli l'uno di fronte all'altro, come due faccie d'uno stesso prisma, Nell'uno e nell'altro lo stesso uomo, ma nel primo quando conta del denaro che deve pagare; nell'altro quando conta del denaro che gli vien pagato ... —Che bella ragazza! dirà uno ...
L'arte di prender marito (pagina 22)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Non per questo sono infelici, ma bastano a sè stesse e dedicano la loro vita ad uno dei tanti scopi, ai quali possiamo dirigere la nostra navicella ... * * * Il nostro paese (làsciamelo dire in tutta confidenza) a questo riguardo è uno dei più arretrati e noi serbiamo in tutta la sua vigoria l'antico pregiudizio, che vecchia ragazza sia sinonimo di paria del sesso femminile ... * * * Tu hai sempre a pensare, che il matrimonio è la somma di due esistenze, di due corpi, di due anime, e che messi l'uno accanto all'altro avrebbero a dar per risultato non solo dei figliuoli, ma la perfetta felicità di un uomo e di una donna ... In certi momenti un oh o un ah fuori di tempo può essere uno schiaffo ...
La famiglia dell'antiquario (pagina 4)
di Carlo Goldoni (estratti)

... (come sopra) ISABELLA Che hai, che piangi? COLOMBINA La signora Doralice mi ha dato uno schiaffo ... ISABELLA Come? Che dici? Colei ti ha dato uno schiaffo? Uno schiaffo alla mia cameriera? Perché? Contami: com'è stato? COLOMBINA Perché voleva dire, che ella è padrona, che Vusustrissima non conta più niente, che è vecchia ... Io mi sono riscaldata per difendere la mia padrona, ed ella mi ha dato uno schiaffo ... Se lo dico a mio marito, egli è uno stolido, che non sa altro, che di medaglie ... CAVALIERE In che consiste l'offesa? COLOMBINA Ha dato uno schiaffo a me ... CAVALIERE Non vi è altro male? ISABELLA Vi par poco dare uno schiaffo alla mia cameriera? COLOMBINA Dieci anni sono, ch'io servo in questa casa ... Pretende essere a me preferita, e perché la mia cameriera tiene da me, le dà uno schiaffo? CAVALIERE Signora Contessa, non facciamo tanto rumore ... ISABELLA Dare uno schiaffo alla mia cameriera! CAVALIERE È una temerità intollerabile ... E po i denari li spartirem metà per uno ...
La favorita del Mahdi (pagina 7)
di Emilio Salgari (estratti)

... Tutti i colori dell'arcobaleno passavano uno per uno sulla sua faccia tetra ... Egli trovavasi per così dire equilibrato fra due abissi in uno dei quali tendeva le braccia la greca e nell'altro l'araba, due abissi che sì l'uno che l'altro l'attiravano, due abissi che gli mettevano le vertigini entrambi ... Tu hai fatto nascere nel mio cuore una passione che cancellerà quella della povera Elenka! Una passione che mi mette paura, una passione che mi fa tremare!… Si levò dal tronco d'albero girando uno sguardo indagatore sul campo come se cercasse di scoprire colei che avevagli acceso in petto una scintilla d'un amore sconfinato ...
La favorita del Mahdi (pagina 11)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Lasciatemi maledetti! Aiuto! Aiuto! Si udì un calpestio precipitato, un fragor di sciabole e uno scricchiolio di rami furiosamente schiantati ... Notis, qui uno dei due vi lascierà le ossa ... L'uno o l'altro vi lascierà la vita ... Una donna non sta più fra noi! Quasi nel medesimo istante le due scimitarre s'incrociarono con uno stridore rapido e duro ... Per cinque minuti continuò ad assalire, tentando, ma invano, di far saltare di mano la scimitarra ad Abd-el-Kerim, poi, visto che non c'era mezzo di riuscirvi nè di far abbassare quell'arma che copriva l'avversario come uno scudo, tornò a sostare ...
La favorita del Mahdi (pagina 19)
di Emilio Salgari (estratti)

... Uno solo fra tanti era rimasto al suo posto, irremovibile come una rupe, determinato a qualsiasi costo, ad aprire una breccia in quel cuore inaccessibile e questo uomo era l'arabo Abd-el-Kerim ... Un giorno la dahabiad [1] che conduceva Elenka e Qualagla si rovesciò in causa di uno scontro con un battello a vapore; Abd-el-Kerim si gettò nel fiume e salvò la greca nel momento che annegavasi ... Non ebbe nemmeno un ringraziamento, nemmeno un sorriso, anzi neppure uno sguardo; ognuno avrebbe perduto ogni speranza di conquistare quella superba creatura, ma l'arabo non si scoraggiò ancora, anzi il suo amore crebbe sempre fino a toccare la pazzia ...
La favorita del Mahdi (pagina 20)
di Emilio Salgari (estratti)

... Le pareva di essere in preda ad uno spaventevole sogno ... Così terribilmente l'odiava Notis per seppellirlo in quest'orrida tomba? D'un tratto uno dei dongolesi s'arrestò e si volse verso di lei con un crudele sorriso sulle labbra ... —Chi sei? domandò l'arabo facendo uno sforzo per alzarsi ... —Abd-el-Kerim, diss'ella facendo uno sforzo straordinario per dominare il suo sgomento ...
La favorita del Mahdi (pagina 24)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Che ne dici? —Che questo urlo non fu emesso da uno sciacallo ... Gettò un urlo, ma uno solo, un urlo straziante, supremo, poi s'aggomitolò su sè stesso e non si mosse più ... Domani sarai uno scheletro roso dal dente dei leoni e dei sciacalli ... L'almea fece uno sforzo supremo per ispezzare i legami e gettarsi su quel mostro in gonnella, ma le corde resistettero alla potente torsione ...
La favorita del Mahdi (pagina 29)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Ad uno dei miei aiutanti di campo ... —Ho l'ordine d'arrestare uno di voi, rispose Kebir ... —Qui c'è uno sbaglio, disse Hassarn ... Quando giunsero al campo il piccolo esercito ne usciva, fra uno squillar acuto di trombe, un rullare fragoroso di tamburi e gli evviva della popolazione d'Hossanieh, accorsa in massa a vederlo partire ...
La favorita del Mahdi (pagina 47)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Ah! esclamò uno dei tiratori ... I due ribelli ruppero in uno scroscio di risa e tornarono a sdraiarsi sulle sabbie ... Fathma e Omar si erano arrestati ai piedi di uno di quei colossi per prendere un po' di riposo, quando a sei o settecento metri lontano echeggiò improvvisamente una detonazione seguita poco dopo da un formidabile ruggito e da un grido straziante ... Non possiamo esporre le nostre vite per soccorrere uno sconosciuto ...
La favorita del Mahdi (pagina 52)
di Emilio Salgari (estratti)

... Fathma gettò uno sguardo all'intorno ... Uno di essi intoppò in una pietra e cadde balzando d'arcione il cavaliere; tre leoni si gettarono sul disgraziato e lo fecero a brani ancora prima che si potesse alzarsi per difendersi ... In lontananza s'udivano le grida disperate degli sbandati che venivano ad uno ad uno raggiunti e scoppi d'armi da fuoco ...
La favorita del Mahdi (pagina 58)
di Emilio Salgari (estratti)

... —E uno, disse Omar, asciugando la lama dell'jatagan ... Gettò uno sguardo sul colossale cadavere del negro, stette alcuni istanti in ascolto, poi, assicurato dal funebre silenzio che regnava nel palmeto, ripresa la scimitarra e le vesti, si allontanò a rapidi passi dirigendosi verso il campo ... Fathma, sdraiata sulla coperta, col capo appoggiato su di uno zaino, dormiva tranquillamente e O'Donovan vegliava accoccolato presso di lei, fumando una sigaretta e leggendo alcune note del suo libriccino al vacillante chiarore di una torcia resinosa infissa nel suolo ... La conversazione cadde lì, il negro e il reporter si sdraiarono a terra, l'uno accendendo il suo scibouk e l'altro ripigliando la lettura del suo notes ... Nell'accampamento invece vi furono parecchi allarmi, molti colpi di fucile ed anche un attacco da parte degli insorti che fu respinto dalla carica di uno squadrone di basci-bozuk e dal fuoco delle mitragliatrici ...
La favorita del Mahdi (pagina 65)
di Emilio Salgari (estratti)

... Mille e mille domande s'incrociavano per l'aria formando un baccano assordante che veniva smisuratamente ingrossato da un furioso strepitare di noggàra[1] e di darabùke, da un rullare di tamburi egiziani e da uno squillare acuto di mille bizzarri istrumenti musicali ... Venti volte i guerrieri di Ahmed tentarono di sfondare il cerchio formato dai Baggàra, dai Denka e dai Bongo e venti volte furono ributtati lasciando sul terreno più di uno di loro malconcio ... Ciò non impedì però che una lancia spaccasse la testa ad uno dei prigionieri, il quale, lasciato a terra moribondo, dopo essere stato spietatamente calpestato dai Bongo, dai Baggàra e dai Denka, cadde nelle mani dei guerrieri di Ahmed ... Il disgraziato, quantunque ancora respirasse, fu sollevato sulle punte delle lancie e sbranato: la sua testa, infissa in uno spiedo, andò ad ornare la capanna d'un potente sceicco ... Forse nella tomba troverò la felicità che mi fu negata quassù!… La sua voce fu coperta da uno spaventevole baccano, da un urlo indescrivibile, da un cozzar fragoroso d'armi e da un rullar furioso di noggàra e di darabùke ...
La favorita del Mahdi (pagina 69)
di Emilio Salgari (estratti)

... Vedendo Abd-el-Kerim, uno di essi, il meno maltrattato, si alzò penosamente sulle ginocchia interrogandolo con uno sguardo lagrimoso ... S'udiva per ogni dove un gridìo, un rullare di tamburi e di tamburoni, uno squillare di trombe e un salmodiare dei versetti dell'Alcorano, fragori che spesso venivano coperti da urla disperate ... Soli due uomini non partecipavano a quella forte curiosità e si tenevano in disparte, seduti tranquillamente sulla cima di una collinetta sabbiosa, chiaccherando colla maggior calma del mondo, senza quasi degnarsi di volgere uno sguardo al recinto ... Uno era un uomo di alta statura vestito da beduino, col coftan calato sul volto in modo da non vedere che una barba nera e ispida ... L'altro era uno scièk negro, tozzo, robusto, dal volto feroce, senza barba, con due occhi grandi e brillanti, naso assai schiacciato e labbra sporgenti ...
La favorita del Mahdi (pagina 70)
di Emilio Salgari (estratti)

... Il cadavere dell'egiziano, deformato, sventrato, fu trascinato via per essere dato a pasto delle belve delle foreste e vennero precipitati giù gli altri due egiziani, uno dei quali, spezzatosi una gamba, rimase disteso a terra strillando e invocando Allàh e il Profeta ... Uno dei dervis, per ordine di Ahmed intimò alla tumultuante folla il più profondo silenzio, dopo di che venne fatto entrare il re delle foreste africane ... Era un vecchio leone, lungo due metri, alto più di uno dalla maestosa figura, dal portamento ancora fiero, che ruggiva orribilmente scuotendo la villosa giubba ... Per alcuni istanti il leone si accontentò di far udire la sua voce, battendosi i fianchi colla coda, un colpo della quale è bastante per rompere le gambe ad un uomo, poi si mise a ronzare attorno all'arabo che presentavagli la fronte riparandosi dietro la scimitarra come dietro ad uno scudo ... Proprio in quell'ora due uomini accuratamente ammantellati sfilavano come ombre fra le tende, fra i tugul, fra i fasci di fucili e fra i cannoni, arrestandosi di quando in quando per girare intorno uno sguardo indagatore ...
La favorita del Mahdi (pagina 72)
di Emilio Salgari (estratti)

... Sette sono i principali testi del Corano: due di Medina, uno della Mecca, uno di Cufa, uno di Bassora, uno di Siria e l'Alcorano volgare ... Uno contiene 6000 versetti, gli altri 6200 e anche 6236, ma tutti contano 77,639 parole e 323,015 lettere ... Hai veduto qualche straniero entrare nel tugul del profeta? —Sì, questa notte sono entrati due uomini e uno di essi non l'aveva mai visto al campo ... Chi?… Che farò mai io se mi si gettasse in faccia la tremenda accusa che io fui l'amante di Fathma? «Che farà di me Ahmed che si mostrò così feroce così implacabile parlando di quella donna!… Allàh! Allàh! quando la finirai tu di perseguitarmi? Non ti basta adunque di avermi privato di colei che tanto amavo, di avermi infranto il cuore?… Vuoi adunque anche la mia morte? Un sordo gemito gli uscì dalle labbra; gettò uno sguardo disperato all'intorno, forse meditando una fuga che era assolutamente impossibile ... —Abd-el-Kerim, continuò Ahmed, con un tono di voce che tradiva la collera che ruggivagli in petto, frenata solamente da uno sforzo straordinario ...
La favorita del Mahdi (pagina 74)
di Emilio Salgari (estratti)

... Depose il coltello aprì colle dita il tumore e trasse, con grande precauzione, un verme bianco, rotondo, grosso tutt'al più come uno spago forzino e non più lungo di sessanta centimetri ... Di tratto in tratto arrestavasi, volgeva uno sguardo di fuoco verso le tempestose nubi e colla faccia alterata si chiedeva: —Verrà?… Aveva di già compiuto più di cento volte il giro della collina ripetendo altrettante volte quella interrogazione che facevalo diventare sempre più cupo, quando un fischio stridulo, vibrato, bizzarro, pervenne al suo orecchio ... —Sì, dei vermi che a poco a poco ridurranno in uno stato compassionevole Abd-el-Kerim ... Lo faranno diventare uno scheletro ... —Lo narrarono anche a me, ma ci vuole un medico esperto per far uscire i filari, e nel campo non ve n'è che uno ...
La favorita del Mahdi (pagina 76)
di Emilio Salgari (estratti)

... Mi capisci, Ahmed, egli sputò in fronte ad uno sceicco del Kordofan, ad un sceicco che gli aveva salvata la vita anzichè tagliargli la gola ... Era pallido, anzi livido; aveva le ciglia aggrottate, lo sguardo acceso, le labbra contratte e i denti bianchi e aguzzi come quelli di uno sciacallo, collericamente stretti ... Diede uno sguardo al cielo coperto da densi nuvoloni che i lampi illuminavano bizzarramente, un altro al campo che cominciava a diventare deserto, cangiò la carica alle pistole onde, al momento opportuno, non mancassero al colpo, e discese con infinite precauzioni la collina ... Il beduino, al di sotto di quell'ammasso immenso di rami e di foglie che il vento scuoteva furiosamente con mille gemiti e mille scricchiolii, scorse tre uomini, distesi per terra, uno dei quali alzossi gridando: —Chi vive? —Sta cheto, El-Mactud, rispose il beduino ...
La favorita del Mahdi (pagina 77)
di Emilio Salgari (estratti)

... Ebbe persino il coraggio di far risuonare là entro, in quella tomba, uno scroscio di risa che l'eco sinistramente ripetè ... Con una mossa improvvisa, nervosa, che gli strappò un lugubre gemito, alzossi a sedere guardando, ma con uno sguardo da ebete, il beduino che gli stava presso ... Con uno sforzo disperato si sollevò sulle ginocchia e avvicinò il suo volto a quello del beduino ... È un peccato, non è vero Abd-el-Kerim? L'arabo con gli occhi sbarrati lo guardava fisso fisso non sapendo se era vittima di uno spaventevole incubo o se aveva realmente dinanzi a sè il fratello della terribile Elenka ... —Abd-el-Kerim, diss'egli, sforzandosi di parere tranquillo, È la seconda volta che noi ci troviamo l'uno di fronte all'altro io libero e tu prigioniero; è la seconda volta che io tengo in mia mano la tua vita ed è la seconda volta che ti risparmio ...
La favorita del Mahdi (pagina 80)
di Emilio Salgari (estratti)

... Bisogna che cada a qualunque costo nelle nostre mani per vedere con che razza di gente abbiamo da fare, disse il suo compagno, appoggiandosi alla parete della capanna, Per Allàh! Anche questa è bella! Uno, due… ... Divenne pallido come uno spettro e portò le mani alla cintura come se cercasse qualche arma ... Lo schiavo di Abd-el-Kerim, poichè era proprio lui, proruppe in uno scroscio di risa ... —Uditemi, diss'egli, facendo uno sforzo supremo, Abd-el-Kerim, da parecchi giorni si trova in mia mano ...
La favorita del Mahdi (pagina 86)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Ira di Dio! Eccoli! Dinanzi a lui, a un seicento metri di distanza, galoppavano dei guerrieri guidati da uno sceicco ... Gettò all'intorno uno sguardo crucciato e l'arrestò su di un negro che erasi levato dietro una montagnola di sabbia ... Cacciò fuori un ultimo nitrito, poi rotolò pesantemente al suolo; uno sprazzo di sangue gli uscì dalle nari e rimase immobile, irrigidito dalla morte ... Gettò uno sguardo verso il lago, nel quale dibattevasi ancora il carnefice Yokara colla testa fracassata dalla palla della pistola, afferrò strettamente fra le braccia Fathma, scattò in piedi e si diede a precipitosa fuga senza sapere dove andasse nè che cosa avesse in mente di fare ...
La favorita del Mahdi (pagina 87)
di Emilio Salgari (estratti)

... Abù-el-Nèmr, avutolo in sua mano, gli aveva tagliati uno ad uno i tumori e strappati gli schifosi vermi che lo stremavano succhiandogli il sangue ... Uno era Ahmed Mohammed, l'altro era lo sceicco Abù-el-Nèmr ... Perdonami… Ho amato… Fathma… Tutto… tutto è… finito… Ad…dio… amico!… Uno sbocco di sangue gli soffocò l'ultima parola ...
La sposa persiana (pagina 6)
di Carlo Goldoni (estratti)

... (si strappa uno smaniglio) CURCUMA Piano non lo strappate; Spiacemi, che d'un fregio la bella man spogliate ... Tale è in Persia il costume, ahi troppo dolorosa Disparità, che passa tra una schiava, e una sposa! IRCANA Curcuma, tu mi uccidi, tu m'empi di dispetto, Vedrai morire Ircana con uno stile in petto ... Ho avuto uno smaniglio col parlar destro, e scaltro, E certo non diffido d'avere anche quell'altro; Uno smaniglio solo a Ircana disconviene ...
La trovatella di Milano
di Carolina Invernizio (estratti)

... —Non avete paura giovane e bella come siete rimanere senza alcuno, di notte, in negozio? Maria alzò il bel capo con alterezza, schiuse le labbra al sorriso e fissando sul giovane uno sguardo calmo e sicuro, che annunziava la perfetta quiete della sua anima ... —Potete procurarmene degli altri? —Ve ne posso dare uno dei miei ... Due letticcioli di ottone, separati da un tavolino da notte, un armadio di noce, quattro seggiole intarsiate, un divano di cuoio, uno specchio con cornice di rame dorato, un porta-abiti di ferro verniciato, compivano il mobiglio della camera ... Maria entrò in punta di piedi e facendo con una mano riparo alla fiamma della lucerna, si avvicinò ad uno dei letti e si pose a contemplare il ...
La trovatella di Milano (pagina 3)
di Carolina Invernizio (estratti)

... In un salottino appartato, caldo, elegantissimo di uno dei più sontuosi palazzi di Milano, sdraiato su di una poltrona, stava un uomo di una sessantina d'anni, dal sembiante triste e corrucciato ... Il viso di una bianchezza cerea spiccava ancora più sotto la lunghissima barba di un nero d'ebano; i suoi occhi bigi avevano uno sguardo duro, imperioso; il sorriso ironico delle sfingi increspava le sue labbra sottili ... Ma sebbene Diego possedesse un sembiante incantevole, uno spirito inesauribile e contasse grandi ed innumerevoli trionfi colle dame, Adriana gli preferiva Gabriele Terzi, il figlio di un onesto commerciante, un giovane di alti intendimenti, con un cuore d'oro, una fisonomia dolcissima, aperta, leale ... Ma il giovane si difese con tale impeto, che disarmò l'assalitore, il quale dovette cercare uno scampo nella fuga, soddisfatto ancora di non essere stato riconosciuto ... Il conte pallido come un morto, guardò Adriana con uno sguardo fisso e stralunato, mentre colla mano destra increspata, stringeva convulsamente la spalliera della poltrona ...
La trovatella di Milano (pagina 9)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Era stanca di vivere: uno scoraggiamento orribile l'accasciava ... Ai primo suono di quella voce, Adriana trasalì, poi avendo potuto osservar meglio i lineamenti della donna che le parlava, indietreggiò con disgusto ed orrore… —Maria la guantaia! —Sì, Maria, una povera vittima come voi signora, di un uomo senza cuore, senza coscienza… —Che intendete dire? Forse il vostro amante vi ha abbandonata e venite a lamentarvene con me? Scoppiò in una risata stridente, convulsa, che parve uno schianto del cuore… —Non giudicatemi così male, signora: Gabriele Terzi, l'uomo da voi amato, non è mai stato mio amante, ve lo giuro: un altro aveva preso il suo nome per sedurmi, mentre ingannava voi stessa: degnatevi ascoltarmi e vedrete a quale infernale seduzione abbiamo dovuto entrambe soccombere ... Ma nè l'uno, nè l'altra fu in grado per qualche momento di pronunziare parola… Si tenevano stretti stretti per la mano, si guardavano muti, sospesi in un'onnipossente ebbrezza, dimenticando le sofferenze passate, l'infame tranello stato loro teso ... —Credi tu adesso alla mia innocenza Adriana?—sussurrò Gabriele, fissandola con uno sguardo pieno d'amore ... Si scambiarono uno di quei baci lunghi, soavi, che sembrano voler assorbire la vita; poi il giovane balzò in piedi ...
La trovatella di Milano (pagina 10)
di Carolina Invernizio (estratti)

... —Ah! ah! vi hanno forse raccontato il tiro che giuocai al vostro sentimentale amante ed alla bella guantaia, una sciocca che prendeva sul serio le mie promesse, i miei giuramenti? Ebbene, non vi nego di esserne l'autore e che perciò? Tutti i mezzi sono buoni quando si vuol giungere ad uno scopo ed il mio era quello di possedervi, perchè vi amavo ... In uno spasimo di terrore, la disgraziata tentò fuggire, ma fu colta da una vertigine e prima che Diego pensasse a sostenerla, gli cadde ai piedi svenuta ... Ah… ah! un duello, uno scandalo, che sarebbe ancora ricaduto su di lui… Ho pianto, ho supplicato per aver io il diritto di smascherarti con tua moglie, erigermi a tuo giudice ...
La trovatella di Milano (pagina 12)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Maria li aprì uno dopo l'altro, frugando in tutti con ansioso ardore ... L'uno era divenuto suo amico, si era appoggiato a lei con somma fiducia, l'aveva chiamata sorella; l'altra era caduta ai suoi piedi, chiedendole perdono d'averla sospettata, poi l'aveva stretta fra le sue braccia, pianto con lei ... Il domestico di Diego asseriva invece; «che la marchesa Tiani non si era mai staccata dal marito e si trovava alla villetta anche la notte dell'assassinio: raccontò la passeggiata furiosa fatta in quel giorno in carrozza col padrone, il loro ritorno a casa ed aggiunse che sebbene il marchese, contro il solito, lo mandasse a coricarsi non avendo più bisogno dei suoi servigi, egli non si era ancora posto a letto, allorchè rintronò uno sparo, che lo fece accorrere nell'appartamento del padrone; ma nel corridoio incontrò Clarina ed uno sconosciuto, che si slanciavano verso le stanze della marchesa ...
La vita comincia domani (pagina 2)
di Guido da Verona (estratti)

... — Mattia è uno scemo ... Ogni volta che vede Novella, si mette a ridere e le canticchia sottovoce: Ti ricordi? ti ricordi, sorelluccia, com'erano belle le margherite? — Cosa voglia poi dire, Dio lo sa! Papà Stefano scosse il capo con maggiore tristezza e volse uno sguardo compassionevole sopra il suo figlio scemo ... Atona e d'un color terreo la faccia imberbe, con occhi rotondi, senza ciglia, un po' gonfi, un po' malvagi, aveva la bocca larga, tumida, che per lo più rideva, d'un riso privo di giocondità, discorde come la nota falsa d'uno strumento logorato ... buon giorno babbo; che vuoi da me? Parlava con una voce opaca, lenta, come se facesse uno sforzo mentale per trovare le frasi necessarie; nel parlare non variava mai tono, cuciva insieme le sillabe senza inflettere la voce, senza mutare lo sguardo vitreo ...
La vita comincia domani (pagina 15)
di Guido da Verona (estratti)

... Oh, come sono diverse le finestre che splendono di notte nella facciata d'una casa buia! Sonvene, per chi cammina e le vede passando, alcune che fanno invidia, che dànno quasi uno scoramento indicibile, una specie di triste gelosia verso la gioia che rischiarano ... Sole, nell'alta notte, nell'alto silenzio, brillano d'una luce impudica, irruenta, ilare, che somiglia quasi ad uno scoppio di riso, che somiglia quasi alla bianchezza d'una nudità, — e sono le finestre dell'amore; ma dell'amore giovine, che non rifugia nell'ombra le sue colpe, che non ha paura della propria felicità ... Sebbene avesse le fattezze del cadavere già scolpite sotto la pelle trasparente, li guardava cupo e fiso, per infondere uno spavento inesorabile nel loro inesorabile amore ... Ad intervalli vi si udiva uno schianto: era forse una ranocchia, od un rospo, che dal margine vi saltava dentro, sul ventre piatto ... Dai piccoli sentieri, fra i cespugli, sbucava un odore intenso di fioriture nascoste; poi d'improvviso, nell'inclinar del vento, la fragranza del maggengo non mietuto, che arruffandosi ad ogni folata prolungava per i campi una sonorità non dissimile dal tintinnìo d'un metallo, e in vicinanza, in lontananza diminuiva, come uno strepito di verghe d'argento ...
La vita comincia domani (pagina 23)
di Guido da Verona (estratti)

... Che orrore! Poi ha rovesciato un occhio indietro, uno solo, senz'iride, ed è rimasto così ... Era interamente vestito, portava una giubba di lana rossiccia, intorno al collo uno scialle avvoltolato ... — E allora? — Sento la distanza insormontabile che ci divide, sento che siamo ridotti ad essere due semplici automi l'uno di fronte all'altro, e che parole, fra noi, non ci devon più essere ... E tu eri là, pallido ma sorridente, con le braccia incrociate, contro il tumulto, contro gli urli, contro gli insulti, finchè ne hai preso uno per la gola, uno che inveiva più da presso ... Pareva che tu foggiassi le parole in un sonoro metallo e le piegassi con la forza de' tuoi pugni prima di scagliarle in pieno petto contro gli avversari, contro il semicerchio muto che lentamente oscillava; e c'era in te qualcosa di magnetico, d'elettrizzante che dominò la folla, che li vinse, ad uno ad uno, e poi tutti, finchè ti vidi preso nel mezzo, come in un'immensa mareggiata d'uomini, d'uomini clamorosi e deliranti che ti portarono in trionfo ...
La vita comincia domani (pagina 28)
di Guido da Verona (estratti)

... Per tutta la lunghezza del collo s'incordava una grossa vena tesa come un elastico: le mani convulse annaspavan nell'aria, i piedi si urtavano, producendo con i tacchi uno scricchiolìo sinistro ... » E vide la sua faccia bella, null'altro che l'immagine della sua faccia bella, non direttamente, ma quasi rifranta in uno specchio, e lontana, perchè lo specchio stava lontano, e nebulosa, perchè l'aria per dove si mirava era un po' fosca ... Pareva che il burattinaio avesse dato uno strappo così forte da rompere tutti i fili, — e i fili, schiantando, fecer rumore ... Con uno di quegli sforzi estremi della volontà, che riuscivano ad incurvare la sua forza come un duro metallo, giunse a ricacciare da sè quella torma di paurose allucinazioni, per affacciarsi con tutta la sua chiarezza mentale ad una sola necessità: quella di nascondere il delitto compiuto e dare alla morte di quell'uomo l'apparenza più naturale ... Bisognava, con uno sforzo quasi eroico, annullare il proprio essere sensorio, non vivere per qualche attimo che di cervello; bisognava soffocare il rimorso, il ribrezzo, lo stordimento, la paura, distruggere in sè la memoria, il nome stesso di quel morto, per inscenare il quadro più verisimile intorno alla sua spoglia muta ... Il morto era nel mezzo della camera; la sua goffa ombra invadeva il pavimento, la parete; egli stava in piedi entro quell'ombra, sapeva di esservi, ed anzi gli sembrò d'averne i piedi avvinti, sì che fece uno sforzo muscolare per divincolarsi da lei ...
La vita comincia domani (pagina 30)
di Guido da Verona (estratti)

... Però s'era detto e si diceva: — «O ch'io lo porti, o ch'io muoia!» S'inginocchiò: fece, nel sollevarlo, uno sforzo maggiore del necessario, ed il corpo scosso gli traballò contro il petto, quasi cercasse d'avvinghiarlo in un abbraccio macabro ... Aveva contro la bocca una spalla del morto, ed uno di quei gomiti acuti gli premeva su le costole come per resistere alla sua stretta brutale ... Egli faceva, nel riflettere, una certa fatica, uno sforzo quasi muscolare nel convergere tutta la propria attenzione su questo solo intento, mentre per istinto il suo pensiero cercava di sbandarsi altrove ... Allora egli andò verso la finestra, per esaminare nella maggior luce quella casacca di lana, quasi ch'ella potesse conservare un segno qualsiasi, un'impronta, una macchia di bava, uno strappo, un odore indefinibile, una piega ...
La vita comincia domani (pagina 40)
di Guido da Verona (estratti)

... Di nuovo il padre e la figlia si guardaron in faccia rapidamente, quasi cercasser di nasconder l'uno all'altro il lor medesimo pensiero ... Maria Dora, che stando seduta e ferma teneva i piedi allacciati l'uno all'altro fuor dalla balza della gonna, macchinalmente li disciolse; poi di nuovo li annodò; Stefano trasse di tasca la pipa e ne battè il fornello sul tallone per farne uscire un po' di cenere ... Nel vederlo, comprese la fama che di lui correva, sentì con esattezza d'essere di fronte ad un uomo insolito, uno di quegli uomini destinati a produrre avvenimenti estremi e che raggiano da sè un fascio di potenza, benefica o dannosa, che li ricinge di solitudine come insieme li avvolge di splendore ... « Uno scienziato sarà il Dio dell'umanità ventura ... Era vestito di scuro; semplicemente, ma con uno studio di eleganze quasi dissimulato, e si vedeva una camicia di lino, freschissima, con i polsini chiusi da quattro cerchi di zaffiri, «che gli stavan — pensò Tancredo — molto bene, molto bene ...
La vita comincia domani (pagina 43)
di Guido da Verona (estratti)

... Il Metello invece, dopo aver osservato con uno sguardo ironico il suo camerata Salvi, trasse fuori di tasca un largo fazzoletto, e piegatolo a sciarpa se lo mise intorno al collo, poichè sudava ... Poi volse uno sguardo circolare per la piazza, cercando un'osteria dove potesse almeno bere una gassosa ... Tra l'insegna d'un ciabattino e quella d'un cordaio vide pendere la frasca metallica d'un'osteria; essa teneva sul marciapiede tre tavolini di ferro, con qualche scranna; v'era gente seduta; ma egli colse il destro d'uno che s'alzava e si pose con placidità frammezzo a quegli estranei ... !» Al suo medesimo tavolino eran seduti tre altri uomini, i quali si credevan di parlar piano, accostandosi l'uno all'altro quanto più potevano, con i gomiti poggiati sul tavolino di metallo; ma invece parlavan in guisa da esser uditi e davano al tavolino certe scosse, che il suo bicchiere di gassosa ne traboccava ... Uno d'essi ripeteva continuamente: — Ti dico di sì, ti dico di sì! E l'altro: — Impossibile, impossibile! Il terzo: — Ma che impossibile d'Egitto! Poi si guardavan intorno sospettosi ...
La vita comincia domani (pagina 47)
di Guido da Verona (estratti)

... A terra, dietro il capo del letto, v'era un mucchio di libri, coverti da uno strato di polvere; sopra il canterano, in gran disordine, quantità di boccette, scatolette, forbici, spilli, spazzolini, cose tutte che dovevan esser utili alle sue scarpe od alle sue farfalle ... — Ma se invece si trattasse d'un abbaglio, d'uno di quei fenomeni che sono talvolta l'ìndice della perversa fantasia popolare, i veri casi di pazzia dell'Anonimo, e se ciò non ostante voi voleste, basandovi sui rumori d'una borgata, macchinare contro quest'uomo, che ammiro altamente, uno scandalo indecoroso a puro scopo di lucro, qualcosa insomma che abbia l'aria d'un ricatto ... Il Ferento, oltre la sua propria forza d'uomo politico, di agitatore, di scienziato, è anche massone; anzi è, od era, uno fra i più potenti capi della Massoneria ...
La vita comincia domani (pagina 50)
di Guido da Verona (estratti)

... Nel fondo de' suoi propri occhi vedeva una cosa futilissima: i gomitoli di lana con i ferri da calza, que' grossi rotondi gomitoli di Marcuccio Landi, e gli pareva udir ronzare dentro di sè il motivo di quella sua certa Canzone, che finiva in uno scoppio di riso tragico sul violino singhiozzante ... Anzi uno gli disse una cosa che lo stupì: — Ma mi lasci morire, dottore ... Qui essi credono tutti, medici ed infermi, ch'io possieda qualche maravigliosa virtù di salvatore: ma è assurdo! Un giorno s'accorgeranno d'essere ad un dipresso quel ch'io sono, e questo farà nascere uno stupore immenso ...
La vita comincia domani (pagina 65)
di Guido da Verona (estratti)

... Dietro lui, nella piazza turbolenta, scherani contro scherani s'azzuffavano da ogni parte; squilli di tromba echeggiavano ad intervalli sopra l'urlare della mischia, ed ancora una volta, nella storia di tutte le grandi e piccole discordie, ci si batteva per un nome, tra partigiani e partigiani, poichè non muta nei tempi la sorte delle umane moltitudini: l'odio è fra condottieri, ed esse debbono insanguinarsi per la vittoria di uno solo ... Sopra loro volse per un attimo uno sguardo di bestia diffidente e ferita, poi si chiuse di nuovo nella sua maschera d'impassibilità, strinse in fretta le mani che gli si tendevano, e scuotendo il capo, come per impedire ogni discorso, non faceva che ripetere: — Nulla, nulla ... Rimasero in piedi, uno di fronte all'altro, senza dir nulla, poi, con un moto nervoso, il Ferento cominciò a sfogliare i bollettini ... Si guerreggiava da entrambe le parti con uguale accanimento; era uno scoppio di furor civico da lunghi anni contenuto; il Parlamento, la strada, la chiesa, la stampa, i sodalizi, la famiglia, l'individuo, tutto si batteva ...
La vita comincia domani (pagina 79)
di Guido da Verona (estratti)

... Con uno sguardo mortalmente vuoto egli fissò l'amante, la campagna, il mondo ... Ella scivolò sotto di lui, si volse, come per adagiarsi nel letto supina, e le venne al sommo della gola quel gonfiore contenuto che in lei pareva quasi uno sforzo per resistere alla voluttà ... Ma era uno sforzo debole, tantochè subitamente gli occhi le smorivan di un sonno palpitante; un poco di gengiva umida le appariva tra i labbri fermi ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 12)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... RE Fra un poco tu sarai uno di quelli ... Il quale, oltra modo si stupì del gran giudicio e sottile ingegno di costui, tenendolo per uno de' più accorti cervelli che fossero al mondo ... E il Re, a perpetua memoria di questo grand'uomo, fece scolpire nella sua sepoltura in lettere d'oro i seguenti versi in forma d'epitafio, facendo vestire di nero tutta la sua corte, come se fosse morto uno dei primati di quella ... Chi loda uno innanzi che l'abbia praticato, ...
Libro proibito
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Io compio dunque uno degli atti più ripugnanti all'orgoglio di uno scrittore; io grido con tutta l'enfasi de' miei rimorsi: __Non leggete!__ Ripeto che in questo libro vi è nulla che possa allettare le persone educate alla buona letteratura ... Uno de' tuoi maggiori vanti è quello di chiamarti patriota ...
Libro proibito (pagina 2)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... oseresti sperar grazia se tu fossi uno di quei mostruosi prodotti del diritto ereditario che si chiamano capitalisti o possidenti? Ciò che debba attendersi di ire e di contumelie un uomo che vive di rendita da un uomo che vive del far versi, molti tuoi pari mostrano di saperlo tenendosi scrupolosamente discosti dai libri e da chi li fa ... In fatto di letteratura e di musica, tu sei forse uno di quelli che accettano per buona moneta tutto l'orpello delle nuove teorie ... —Da bravi! grido anch'io!—serviteci del nuovo! Ma badate che quand'uno ha fatto il palato alle pernici ed al barbèra, non gli si può far appetire, a titolo di novità, dei torsi di cavolo fritti, nè dargli a bere del sugo di barbabietole ... Ammirare tutto che si produce di stravagante e di laido per ciò solo che si discosta dall'usato, non è, come si pretende da taluno, incoraggiare il genio a tentare dei nuovi orizzonti; è favorire l'aberrazione, farsi compiici d'uno sfacelo ... Questo solo aggiungerò, che ogni qualvolta mi avvien parlare di certi messeri da te probabilmente venerati quali precursori della grande trasformazione, mi vien sulla lingua un bruciore come di fosforo, e vorrei che ogni mia parola si convertisse in uno sbruffo di petrolio ... Uno spensierato che abbia speso due lire per l'acquisto di un libro, difficilmente si lascia indurre a gettarlo sul fuoco prima di averlo letto ...
Libro proibito (pagina 7)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... inimicizie? Non basta forse che uno emerga dal comune per qualche favilla di intelligenza, per qualche dote speciale del cuore, perchè il mondo lo faccia scopo di rancori, di odii e di persecuzioni? Per farci benvolere da tutti, bisogna esser nati cretini, o avendo sortito dalla natura un po' di ingegno e di cuore, comportarci di tal guisa che nessuno mai abbia ad invidiarci ... Io n'ho visti e praticati parecchi, e spero che picchiandone uno, la battitura venga sentita da molti ... Amo riprodurre un frammento di quell'articolo: «Critico letterario suol essere ordinariamente uno scrittore dappoco, negletto dagli editori e dal pubblico, inetto a concepire ed a produrre delle opere attraenti, epperò nemico giurato di chi fa, di chi riesce coll'ingegno e collo studio ad elevarsi—Critico musicale è quasi sempre un musicista abortito, il quale, dopo aver pubblicato una dozzina di polke pel consumo dei salumieri, od aver prodotta un'opera altrettanto elaborata che stucchevole, pretende erigersi a maestro dei maestri, o avventandosi a quanti ottengono dei luminosi successi, crede rivendicare, col disprezzo di ciò che è buono e generalmente lodato, la propria impotenza e le sconfitte obbrobriose—Critico d'arte è sovente un pittore reietto dalle Accademie e obliato dai committenti, i cui quadri, venduti sulle pubbliche aste e passati dall'uno all'altro rigattiere, vanno poi ad affumicarsi sulle ignobili pareti di qualche osteria da villaggio ... Vela è uno scrittore mediocre; ma non è dato che agli artisti di genio scrivere il Cinque maggio, fare un'opera come il Rigoletto e trarre dal marmo uno Spartaco ...
Marocco (pagina 2)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... V’erano a tavola una ventina di persone, tra uomini e signore, di nazione diversa, che offrivano una bella immagine di quello strano incrociamento di famiglie e d’interessi che segue in quei paesi: un francese nato in Algeri, marito d’un’inglese di Gibilterra; uno spagnuolo di Gibilterra, marito della sorella d’un console portoghese della costa dell’Atlantico; un vecchio inglese con una figliuola nativa di Tangeri e una nipotina nativa d’Algeria; famiglie erranti da un continente all’altro, o sparpagliate sulle due coste, che parlano cinque lingue, e vivono metà all’araba e metà all’europea ... Non v’era un lampione, non una finestra illuminata, non uno spiraglio da cui trapelasse un barlume; la città pareva disabitata e non riceveva altra luce che quella del cielo stellato, sul quale biancheggiavano, come enormi tombe di marmo, le case più alte, e si disegnavano nitidamente le cime dei minareti e i rami delle palme ... Mi passò accanto, rasente il muro, come uno spettro, un arabo incappato; ne vidi un altro biancheggiare un momento in fondo a un vicolo; e a una svoltata sentii, senza veder nulla, un fruscìo affrettato di pantofole e di cappe, che mi fece sospettare d’aver turbato un conciliabolo ... Mi pareva che tutta la vita di Tangeri si fosse ridotta in me solo, e che se avessi gettato un grido, sarebbe risonato da un capo all’altro della città come uno scoppio di tuono ...
Marocco (pagina 6)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Davanti alla mula, gualdrappata e inghirlandata come un cavallo di corte, camminavano tre sonatori col tamburo, il piffero e il cornetto, sonando furiosamente; dai lati e dietro, venivano i parenti e gli amici, uno dei quali teneva i bimbi fermi sulla sella, un altro porgeva loro dei confetti, altri li accarezzavano, alcuni tiravan schioppettate in aria saltando e gridando ... Se non avessi saputo il significato della cerimonia, avrei creduto che quei poveri bimbi fossero due vittime condotte al sacrificio; e nondimeno era uno spettacolo non privo di gentilezza e di poesia ... Era un bianco di neve, un rosso di porpora e uno sfolgorio di larghi galloni d’oro, sotto un gran velo trasparente, che presentavano insieme col viso nerissimo una così fragorosa armonia di colori e una ricchezza così barbaramente magnifica da non trovar parola per descriverla ... * * * Udendo un gran chiasso nella piazzetta, mi affacciai alla finestra e vidi passare un nero con tutto il busto nudo, a cavallo a un asino, fiancheggiato da alcuni arabi armati di bastoni e seguito da uno sciame di ragazzi che urlavano ... Sul primo momento credetti che fosse uno scherzo e guardai col cannocchiale ... Incontrando un Europeo per una strada appartata alcune si coprono tutto il viso con un movimento brusco e sgraziato e passano stringendosi al muro; altre arrischiano un’occhiata tra diffidente e curiosa; qualcuna, più ardita, saetta uno sguardo provocatore e abbassa il viso sorridendo ... È una testa d’urango, mulatta, coi capelli corti ed irsuti, uno scheletro colla pelle, coperta di cenci neri, quasi sempre distesa come un corpo morto nel mezzo della piazzetta, o seduta in un angolo, immobile e muta come un’insensata, quando non la molestino i ragazzi, ai quali si rivolta urlando o piangendo ... Una notte, passandole accanto, uno di noi le mise nelle mani una moneta d’argento ravvolta in un pezzo di carta, affinchè la mattina avesse il piacere d’una sorpresa ... * * * So finalmente chi sono questi uomini biondi dalla faccia di malaugurio, che passandomi accanto per le strade appartate mi gettano uno sguardo in cui pare che scintilli la tentazione dell’omicidio! Sono quei Rifani, berberi di razza, che non hanno altra legge che il loro fucile, che non riconoscono nè caid nè magistrato; i pirati audaci, i banditi sanguinarii, i ribelli eterni che popolano le montagne della costa da Tetuan alla frontiera algerina; che non riuscirono a domare nè i cannoni dei vascelli europei nè gli eserciti del Sultano; gli abitanti, in fine, di quel Rif famoso, dove nessun straniero può mettere piede che sotto la salvaguardia dei santi e dei sceicchi; a cui si riferiscono ogni sorta di leggende paurose; e i popoli vicini ne parlano vagamente come d’un paese lontano e inaccessibile ...
Marocco (pagina 7)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Si vedono i terrazzi di tutte le case, i minareti delle moschee, le bandiere delle Legazioni, i merli delle mura, la spiaggia solitaria, la baia deserta, i monti della costa, uno spettacolo vasto, silenzioso e splendido, che rasserenerebbe la più cupa nostalgia ... A quell’ora vi sarà una cinquantina d’Europei che passeggiano a coppie o a gruppi, a qualche centinaio di passi gli uni dagli altri, in modo che dalle mura della città si riconoscono uno per uno alla distanza d’un miglio ... Viene innanzi una signora inglese a cavallo, accompagnata da una guida; più in là, due mori della campagna; dopo i mori, il Console di Spagna colla sua signora; poi un Santo; poi una cameriera francese con due bimbi; poi uno stormo di campagnuole arabe che passano un’acqua, scoprendo le ginocchia e nascondendosi il viso, e più lontano, a intervalli, un cappello a staio, un cappuccio bianco, un chignon, fino all’ultimo che dev’essere il Segretario della Legazione di Portogallo coi calzoni chiari che gli hanno portato ieri da Gibilterra; perchè in questa piccola colonia europea tutti sanno tutto di tutti ... In pieno giorno, in uno di questi corridoi silenziosi, due arabi potrebbero legarmi, imbavagliarmi e farmi sparire per sempre dalla faccia della terra senza che nessuno vedesse e sentisse nulla ...
Marocco (pagina 12)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Allora uno di essi cantava non so che cosa, con un’acutissima voce in falsetto, tutt’a trilli e a gorgheggi, che durava parecchi minuti, ascoltato con un silenzio profondo ... Fra gli spettatori, a pochi passi da me, v’era un’arabina di dieci o dodici anni, non ancora velata, uno dei più bei visetti ch’io abbia visto a Tangeri, d’un bruno pallido delicatissimo, la quale contemplava coi suoi begli occhioni celesti pieni di stupore uno spettacolo assai più meraviglioso per lei che la danza dei soldati: quello che le offrivo io levandomi i guanti; questa seconda pelle delle mani, come dicono i ragazzi arabi, che i cristiani si mettono e si tolgono a loro piacere, senza risentirne il menomo dolore ... L’Aissaua che io vidi, dava uno spettacolo orribile, ma incruento ... Non uno scandalo amoroso, nè un ubbriaco, nè una coltellata! Nulla di comune colle feste popolari dei paesi civili ...
Marocco (pagina 15)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... La casa pareva un’officina, un magazzino e uno scalo ... C’era il medico della carovana, Miguerez, nativo di Algeri; un ricco moro; Mohamed-Ducali, suddito italiano, che accompagnava l’ambasciata in qualità di scrivano; il secondo dracomanno della Legazione, Salomone Aflalo; due marinai italiani, uno ordinanza del comandante Cassone e l’altro calafato a bordo del Dora; i soldati della Legazione in gran gala; i cuochi, gli operai, i servi, tutte persone sconosciute che due mesi di vita comune nell’interno del Marocco dovevano rendermi famigliari, e che io mi preparavo a studiare sin da quel momento, ad uno ad uno, per farli un giorno movere e parlare nel libro che avevo in testa ... Davanti a noi cavalcava il portabandiera, seguito da due soldati della Legazione d’Italia; dietro venivano i cavalieri della scorta, guidati dal generale mulatto, coi fucili ritti sulle selle; dai lati uno sciame di servi arabi a piedi ... Tutta questa comitiva, dorata dagli ultimi raggi del sole, presentava uno spettacolo così splendidamente pittoresco, che ognuno di noi lasciava trasparire sul volto la compiacenza d’essere una figura del quadro ...
Marocco (pagina 18)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... A un tratto, uno spiccò la corsa, passò dinnanzi a tutti e disparve ... Il primo era il gruppo dell’ambasciata, fra cui spiccava il cappello piumato dell’Ambasciatore e il turbante bianco di Mohammed Ducali; e ai lati e dietro uno sciame di servi a piedi e a cavallo sparpagliati pittorescamente fra i massi e i cespugli della salita ... Tempo perso! Appena uno di quegli scamiciati si vedeva guardato, o voltava le spalle o si nascondeva dietro un albero o si tirava il cappuccio sugli occhi ... Il signor Biseo fece domandare dall’interprete a uno dei soldati per quale ragione non si voleva lasciar copiare ...
Marocco (pagina 20)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Fu uno dei più bei divertimenti ch’io abbia avuti nel viaggio ... Nato in Algeri di famiglia francese, vissuto molti anni in Italia, e marito d’una spagnuola, non solo parlava con uguale facilità le lingue dei tre paesi; ma ritraeva egualmente del carattere dei tre popoli, sentiva tre equivalenti amori di patria, era insomma un latino uno e trino, che si sarebbe trovato a casa sua così a Roma, come a Madrid, come a Parigi ... Oltre a questo era dotato d’un senso comico finissimo; tanto che senza parlare, senza lasciarsi scorgere, con uno sguardo furtivo, con un leggerissimo movimento delle labbra, rilevava il lato ridicolo d’una persona o d’una cosa in modo da far scoppiare delle risa ...
Marocco (pagina 21)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Magari uno scudo il foglio ... Uscito di là, mi trovai davanti alla tenda del signor Vincent, francese, domiciliato a Tangeri, uno di quei personaggi misteriosi che han girato tutto il mondo, parlano tutte le lingue e fanno di tutti i mestieri: cuoco, negoziante, cacciatore, interprete, scopritore d’iscrizioni antiche; aggregatosi con tenda e cavallo all’ambasciata italiana in qualità di alto direttore delle cucine, per andare a vendere al governo di Fez delle uniformi francesi comprate in Algeri ... Guardai dentro per uno spiraglio ... Uno dopo l’altro alcuni cavalieri della scorta spronarono il cavallo, ci passarono innanzi di galoppo e scomparvero dietro un’altura; altri si slanciarono di carriera a traverso la campagna in direzioni diverse; i rimanenti si disposero in ...
Marocco (pagina 22)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... , e ci trovammo davanti a uno spettacolo stupendo ... Il Governatore di Laracce, un vecchio prestante con gran barba bianca, arrestò con un cenno i suoi cavalieri, strinse la mano all’ambasciatore e poi, voltatosi un’altra volta verso quella turba fremente d’impazienza, fece un gesto vigoroso come per dire:—Scatenatevi!— Allora cominciò uno dei più splendidi lab el barode (giuochi colla polvere) che noi potessimo desiderare ... Si slanciavano alla carica a due, a dieci insieme, a uno a uno, in fondo alla valle, sulle colline, davanti e ai fianchi della carovana, nella direzione del nostro cammino e in direzione contraria, sparando e urlando senza posa ... Ci passavano accanto ad uno ad uno, come fantasmi alati, vecchi, giovanetti, uomini di forme colossali, figure strane e terribili, ritti sulle staffe, colla testa alta, coi capelli al vento, col fucile disteso; e ognuno, sparando, lanciava un grido selvaggio che gl’interpreti ci traducevano ...
Marocco (pagina 24)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Eran trecento e parevano un esercito; si vedevano da tutte le parti; ci svolazzavano intorno come uno sciame di uccelli; ci assordavano, ci abbagliavano, c’innamoravano, facevano disperare i pittori ... Eppure non uno forse di quei soldati sapeva che quello era il campo della battaglia dei tre Re, gloria dei loro padri; e quando ci mettemmo in cammino con loro, guardavano ancora qua e là con occhio curioso, come per cercare se in quell’erbe e in quei fiori ci fosse qualcosa di strano che spiegasse la nostra fermata ... Dopo quattr’ore di cammino, all’improvviso, dall’alto d’una collina, vedemmo giù nella pianura in mezzo a una cintura di giardini, la città d’Alkazar coronata di torri, di minareti e di palme, e nello stesso punto ci ferì l’orecchio uno strepito di fucilate e il suono d’una musica infernale ...
Marocco (pagina 25)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Quasi nello stesso punto si presentarono concitatamente all’Ambasciatore, uno a destra e l’altro a sinistra, un nero ed un arabo ... Compiuto quest’atto, si scambiarono uno sguardo fulmineo ... Il nero era una specie di fattore del vecchio gran sceriffo Bacali, uno dei più potenti personaggi della corte di Fez, proprietario di molte terre nei dintorni d’Alkazar ... Entrando, sentiamo uno strepito in alto: guardiamo in su ... I soldati ci fanno largo a pugni e a colpi di calcio di fucile con uno zelo che l’Ambasciatore è costretto a frenare ... Quando uno di noi si volta indietro bruscamente, tutti si fermano, qualcuno scappa, altri si nascondono ...
Marocco (pagina 28)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... I piatti non erano ancora messi in terra, che comparve il governatore coi suoi cinque figli, tutti a cavallo, seguiti da uno stuolo di servi ... Che conversazione! Che gente! L’Ambasciatore domandò a uno dei figliuoli se aveva mai inteso nominar l’Italia ... Uno di loro domandò quale dei due paesi, l’Inghilterra e l’Italia, fosse più lontano dal Marocco ... Per giunta, poco dopo la mezzanotte, in uno di quegli intervalli di silenzio, tuonò improvvisamente in mezzo alla campagna una voce squarciata e selvaggia che non tacque più fino all’alba ... La mattina, quando uscimmo dalla tenda, era ancora ritto come uno spettro davanti alla sua cuba solitaria, colorata di rosa dai primi raggi del sole, e continuava a maledirci con voce roca, agitando le braccia spossate al disopra del capo ...
Marocco (pagina 30)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... —Va a portar notizie alla sua favorita—disse uno ... Uno con un colpo del piede buttava la palla a una grande altezza; tutti gli altri facevano ad afferrarla in aria quanto più in su fosse possibile, spiccando in direzione verticale dei salti altissimi, come se si levassero a volo; e chi riusciva ad afferrarla, la buttava in aria alla sua volta ... Spesso, in quel serra serra, uno dei più robusti, cadendo, travolgeva nella caduta alcuni altri, i quali si trascinavan dietro i rimanenti, e allora rotolavano per un lungo tratto tutti insieme intrecciati e confusi sgambettando e ridendo, senza darsi pensiero al mondo di ciò che esponevano al sole ... Vi si avvicinarono, la guardarono, la toccarono col piede in atto di diffidenza; e solo dopo avermi visto ridere e accennare che era stato uno scherzo, il più ardito la raccolse e la rilanciò ridendo ai suoi compagni ... Uno ci toccò una scarpa colla punta del dito e ritirò subito la mano come se si fosse scottato; un altro mi fiutò la manica ... In un batter d’occhio si dispersero tutti come uno sciame d’uccelli ...
Marocco (pagina 35)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Appena oltrepassato il confine dei Beni-Hassen, si vide lontano uno stormo di cavalieri che venivano di galoppo verso di noi, preceduti da una bandiera verde ... Uno degli uffiziali aveva le calze ... Uno si slanciava innanzi a briglia sciolta; un altro dietro subito ventre a terra ... A uno, andando di carriera, il cavallo gli cadde sotto, e lo sbalzò al di sopra della sua testa ad una tale distanza, che per un momento credemmo che si fosse ammazzato ... —Guardatevi! Guardatevi!—Siate tutti testimoni!—Son io!—Ecco la morte!—Meschino me! (uno a cui era mancato il colpo)—Largo al barbiere!—(Era il barbiere dei soldati)—E un altro gettò questo curioso grido:—Alla mia dipinta!—che fece ridere tutti i suoi compagni ... I pittori mettevano mano ai pennelli, il medico riceveva i malati, uno andava a bagnarsi, un altro a tirare al bersaglio, chi a caccia, chi a passeggio, chi a visitare un amico sotto la tenda, chi ad assistere alle cariche della scorta, chi a vedere il cuoco alle prese coll’Affrica, chi a visitare i duar vicini, e così ognuno, a tavola, aveva qualcosa da raccontare, e la conversazione scoppiettava come un fuoco d’artifizio ... Per qualche momento, nessuno fiatò; poi cominciò uno a dir un non so cosa, che li fece ridere tutti ...
Marocco (pagina 36)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Uno fece subito un’osservazione che, al solito, provocò una risata ... In un momento non se ne vide più uno ... —E quanta popolazione ha il vostro paese? domandò uno ... Fra i miei appunti di quella mattina ne trovo uno che dice laconicamente:—Cavallette ... Selam, che in quel momento cavalcava al mio fianco, mi fece una descrizione ammirabilmente pittoresca delle invasioni di quegl’insetti formidabili, ed io la ricordo ancora parola per parola; ma come rendere l’effetto del suo gesto, del suo sguardo, della sua voce, che esprimevano assai più delle parole?—È uno spavento, signore! Vengon di là (e accennava a mezzogiorno) ...
Marocco (pagina 37)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Dopo una lunga salita, s’infilò una gola strettissima, chiamata in arabo Beb Tinca, dove bisognò passare ad uno ad uno, e si riuscì sopra una bella valle fiorita e solitaria in cui la carovana discese festosamente, empiendo l’aria di canti e di grida ... Uno, fra gli altri, faceva il molinello col fucile con una rapidità che quasi l’arma non si vedeva ... Era uno dei più bei luoghi che si fosser veduti in tutto il viaggio ...
Marocco (pagina 38)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... A un certo punto vidi l’Ussi con una testa allungata come un’immagine riflessa da uno specchio convesso; il Viceconsole con un viso largo due palmi; tutti gli altri assottigliati, gonfi, scontorti, contraffatti come caricature fantastiche, che mi facevano delle smorfie inesprimibilmente buffe; ed io ridevo e dondolavo il capo e sonnecchiavo e pensavo ch’eran tutti matti, che ci trovavamo in un altro mondo, che nulla di quel che vedevo era vero, che stavo male, che non capivo che cosa fosse accaduto, che non sapevo dove fossi ... A un’ora dall’accampamento raggiungo una retroguardia di dodici cavalieri, condotti dal vecchio Abu Ben Gileli, il caid delle cinquanta bastonate, il quale mi lancia uno sguardo terribilmente espressivo rasente la schiena ... Mi assaltano? non mi assaltano? Uno s’accosta a un albero, ne stacca in fretta e in furia un grosso ramo, e mi corre incontro ... I due soldati mi si mettono uno a destra e uno a sinistra, come due carabinieri, e mandano innanzi il mio quadrupede col calcio dei fucili,—dicendo:—Embasciador! Embasciador!—Li ha mandati l’Ambasciatore a vedere che cosa è accaduto di me ... Uno prende la bottiglia, versa una goccia sulla palma della mano, dà una leccata e rimane un momento pensieroso ...
Marocco (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... È il vecchio governatore Gilali Ben Amù, seguito da diciotto sotto-governatori e dal fiore dell’aristocrazia di Fez, tutti vestiti di bianco da capo a piedi, come uno stuolo di sacerdoti: visi austeri, barbe nere, caic di seta, bardature dorate ... È un torrente di turbanti e di cavalli, che ci avvolge e ci travolge con un impeto irresistibile; un barbaglio di colori, una fantasmagoria di faccie strane, un frastuono di voci stridule, una furia, una confusione di battaglia, uno spettacolo grandioso e selvaggio che innamora e sbalordisce ... Passammo, mi ricordo, per parecchie strade strette, deserte, fiancheggiate da case molto alte, salendo, scendendo, soffocati dal polverìo e assordati dallo scalpitìo dei cavalli; e dopo una buona mezz’ora di cammino, attraversato un labirinto di vicoli in salita dove ci toccò passare a uno a uno, scendemmo dinanzi a una piccola porta, in mezzo a due file di soldati scarlatti che ci presentarono le armi, ed entrammo in casa nostra ... Il pavimento del cortile, della galleria e delle stanze era tutto uno splendido musaico a quadrettini smaltati di vivi colori; gli archi arabescati e dipinti; la balaustrata lavorata a giorno con una delicatezza finissima; tutto l’edifizio disegnato con un’armonia e una grazia degna degli architetti dell’Alhambra ... Un braccio dell’edifizio si stendeva lungo uno dei lati del giardino, e aveva una graziosissima facciata a tre archi, pure dipinti e arabescati, dinanzi alla quale zampillava una terza fontana ... Qualche letto di ferro senza coperte e senza lenzuoli, qualche orologio a pendolo, uno specchio nel cortile, due seggiole e un tavolino per l’Ambasciatore, e una mezza dozzina di orciuoli e di catinelle, erano tutta la suppellettile del palazzo ...
Marocco (pagina 44)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... È un uomo sulla sessantina, mulatto, quasi nero, di mezzana statura; ha una testa grossissima e oblunga, due occhi lampeggianti che lanciano uno sguardo astutissimo, un gran naso forcuto, una gran bocca, due file di denti enormi, un mento smisurato; e malgrado questi tratti ferini, un sorriso affabile, un’espressione benigna e modi e inflessioni di voce quanto si può dire cortesi ... La stanza, per stanza moresca, era sontuosamente mobiliata, poichè conteneva un piccolo sofà, un tavolino, uno specchio e parecchie seggiole ... In un angolo si vedeva un armadio, con su due mazzi di vecchi fiori finti, coperti da una campanella di vetro; e accanto all’armadio uno di quei piccoli specchi colla cornice dipinta a fiori, che si trovano da noi in tutte le locande di villaggio ... Ventotto piatti senza contare i dolci! Ventotto enormi piatti, ognuno dei quali sarebbe bastato a sfamare venti persone: di tutte le forme, di tutti gli odori, di tutti i sapori; pezzi smisurati di montone allo spiedo, polli impomatati, selvaggina alla ceretta, pesci al cosmetico, fegatini alla stearina, torte all’unto di sego, legumi in salsa di sugna, ova in conserva di manteca, insalate trite peste impastate e combinate a musaico; dolci di cui ogni boccone basterebbe a purgare un uomo d’un delitto di sangue; e con tutte queste ghiottonerie, grandi bicchieri d’acqua fresca, nei quali spremevamo dei limoni che c’eravamo portati in tasca; e poi una tazza di tè giulebbato; e infine uno stuolo di servi che irruppe nella sala, e innondò d’acqua di rosa noi, la tavola e le pareti: tale fu la colezione di Sid-Mussa ... Subito dopo comparve un vecchio tutto tremante, sorretto da due mori, il quale afferrò le mani all’Ambasciatore e gliele strinse furiosamente dicendo con grande concitazione:—Benvenuto! Benvenuto! Benvenuto l’Ambasciatore del Re d’Italia! Benvenuto fra noi! Bel giorno per noi!—Era il gran sceriffo Bacali, uno dei più potenti personaggi della corte e dei più ricchi proprietari dell’Impero, confidente del Sultano, possessore d’un grande arém, malato da due anni di dispepsia; il quale rallegra, si dice, gli ozî del suo Signore con motti arguti e atteggiamenti comici; facoltà che non traspare affatto dal suo viso truce e dai suoi modi impetuosi ... Dopo di lui comparirono i due figliuoli di Sid-Mussa; uno di cui ho dimenticato affatto la fisonomia, che disparve dopo i primi saluti; l’altro, un bellissimo giovane di venticinque anni, segretario intimo del Sultano: un viso di donna con due grand’occhi castagni d’una dolcezza indescrivibile; allegro, disinvolto, irrequieto, che stropicciava continuamente, con tutt’e due le mani, le falde del suo ampio caffettano aranciato ...
Marocco (pagina 45)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... rappresentanti degli Stati d’Europa si dovesse risponder subito e in poche parole? e rinunziare a quella gran scusa dei ritardi e a quell’eterno pretesto delle lettere smarrite, che sono i corrieri, grazie a cui si può strascicare per due mesi una quistione che potrebbe esser risolta in due giorni? Si seppe, oltre a questo, o piuttosto si capì, che il Sultano è un uomo d’indole mite e di cuore gentile, che vive austeramente, che ama una donna sola, che mangia senza forchetta, come tutti i suoi sudditi, e seduto in terra, ma coi piatti posti sopra una piccola tavola dorata, alta un palmo; che prima d’esser Sultano, correva il lab el barod coi soldati, ed era uno dei più destri; che ama il lavoro e fa molte volte egli stesso quello che dovrebbero fare i suoi servi, fino a incassare le proprie robe nelle occasioni di partenza; e che infine il popolo lo ama, ma anche lo teme, perchè sa di certo che quando scoppiasse una grande rivolta, egli sarebbe il primo a saltare a cavallo e a slanciarsi colla spada nel pugno contro i ribelli ... Ma con che garbo dicevan queste cose! Che bei sorrisi e che bei movimenti! Che peccato non intendere il loro linguaggio tutto figure e colori, e non poter leggere e frugare a nostro bell’agio dentro quell’ingenua ignoranza! Dopo due ore ricomparvero l’Ambasciatore, Sid-Mussa, il gran sceriffo e tutti gli ufficiali; ci fu uno scambio interminabile di strette di mano, di sorrisi, d’inchini, di saluti, di cerimonie, che pareva si ballasse una contraddanza; e finalmente, passando fra due lunghe ali di servi attoniti, s’uscì ... Sul principio del secolo decimosettimo, alcuni abitanti del Tafilet, provincia dell’Impero che confina col deserto, dalla quale gli sceriffi di quella dinastia prendono il nome di Fileli, condussero dalla Mecca nel loro paese uno sceriffo chiamato Alì, nativo di Iambo, e discendente di Maometto per Hassen, secondo figliuolo d’Alì e di Fatima ... Mulei Ahmed el Dehebi, avaro e crapulone, ruba i gioielli alle donne di suo padre, s’istupidisce col vino, fa strappare i denti alle sue belle e recidere il capo a uno schiavo che ha troppo premuto il tabacco nella sua pipa ...
Marocco (pagina 51)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Da un lato v’era una porticina alta poco più d’un metro, dall’altro una gran porta senza battenti e una stanza nuda, con una materassa distesa sul pavimento, e alcuni foglietti di carta infilati in uno spago appeso a una parete: la corrispondenza giornaliera, credo, di Sua Eccellenza ... Primo l’Ambasciatore, e poi tutti gli altri, ad uno ad uno, piegandoci quasi ad angolo retto, infilammo la porticina, e riuscimmo in un altro cortile, spazioso, circondato d’archi eleganti, e coperto di musaici splendidi e svariatissimi ... In un angolo del cortile v’era un gruppo d’ufficiali in turbante e cappa bianca; dalla parte opposta uno stuolo di servi, in mezzo ai quali giganteggiava un giovanotto di bellissimo aspetto, vestito tutto di turchino, alla zuava, con una lunga pistola alla cintura ... Quante similitudini calzanti, inaspettate, e d’un effetto comico clamoroso, ma sventuratamente irripetibili, furono trovate a quegl’intingoli e a quelle salse! Finita la colezione, s’andò tutti nel cortile, dove il Ministro della guerra presentò all’Ambasciatore uno dei più alti ufficiali dell’esercito ...
Marocco (pagina 56)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Notevoli, più dei gioielli, i mobili che vengon da Tetuan: specie di scaffali, attaccapanni, piccole tavole poligonali per prendere il tè, arcate, arabescate e dipinte di mille colori; i vassoi di rame, incisi di disegni complicati e ornati di smalti verdi, rossi ed azzurri; e sopra ogni cosa, i musaici dei pavimenti e delle pareti, composti con gusto squisito da operai abilissimi, che formano ad uno ad uno, a colpi di piccozza, le stelle e i quadrettini innumerevoli, con una precisione meravigliosa ... Ma bisogna pure venirci, a parlar d’affari; e allora sono lunghi giri di parole, esitazioni, reticenze, un dire e non dire, un mettere innanzi mille dubbi a un consenso già dato dentro al cuore, un negare fingendo d’accondiscendere, uno sguisciar di mano, un lasciar cascare continuamente il discorso al momento di stringere il nodo, e poi quell’eterno spediente:—A domani ... L’affare più duro è quello del grosso moro Scellal, e si dice che ne dipenda la sorte di tutta la sua vita: perciò egli è nel palazzo a tutte le ore, ravvolto nel suo ampio caic, inquieto, pensieroso, qualche volta colle lagrime agli occhi, e tien sempre fisso sull’Ambasciatore uno sguardo supplichevole, che par quello d’un condannato a morte che domandi la grazia ...
Marocco (pagina 62)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Il medico è l’uomo degli occhiali, il vice-console è l’uomo del naso forcuto, il capitano è l’uomo degli stivali neri, l’Ussi è l’uomo del fazzoletto bianco, il Comandante l’uomo delle gambe corte, il Biseo l’uomo dei capelli rossi, il Morteo l’uomo di velluto, perchè è tutto vestito di velluto, ed io sono l’uomo della scarpa rotta, perchè un dolore al piede m’ha costretto a dare un lungo taglio a uno stivaletto ... E mi pare anche che ci trovino o fingano di trovarci ridicoli, perchè, per istrada, si mettono a ridere con una certa ostentazione ogni volta che uno di noi scivola, o dà del capo nel ramo d’un albero, o perde il cappello ... Passa Sid Buker, il personaggio misterioso che viene tre volte al giorno, ravvolto in una gran cappa biancastra, colla testa bassa, cogli occhi socchiusi, pallido come un morto, furtivo come uno spettro, a conferire segretamente coll’Ambasciatore; e svanisce a modo di una figura fantasmagorica, senza che nessuno se n’accorga ... Passa un soldato di guardia, un berbero, nato sulle montagne dell’Atlante, una faccia sanguinaria che non posso guardare senza fremere, e mi figge negli occhi, ogni volta che mi vede, uno sguardo immobile, freddo, perfido, come se meditasse d’uccidermi; e più lo sfuggo e più l’incontro, e par che indovini il ribrezzo che m’ispira e ci provi un satanico piacere ...
Marocco (pagina 64)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Uno stuolo di soldati, vecchi, di mezza età e ragazzi, tutti vestiti di rosso, correvano dietro a un cannoncino tirato da una mula ... Era uno dei dodici cannoni di campagna che il governo spagnuolo regalò al Sultano Sid-Mohammed dopo la guerra del 1860 ... Dalla parte opposta della piazza, vicino al ponte, v’era un gruppo di mori, d’arabi, di neri, uomini e donne, gente di città e gente di campagna, signori e pezzenti, tutti stretti in un gruppo, che aspettavano, mi fu detto, d’esser chiamati ad uno ad uno dinanzi al Sultano, a cui dovevano chieder favori o giustizia; poichè il Sultano dà udienza tre volte la settimana a chiunque faccia domanda di parlargli ... Un ragazzo faceva da caid, uno da boia, uno da vittima; ...
Marocco (pagina 65)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Ve n’era di tutte le sfumature dal nero d’ebano fino al giallo d’arancio, e non uno, neppure fra i più piccoli, che conservasse l’espressione della ingenuità infantile: avevan tutti qualchecosa di duro, di sfrontato, di beffardo, di cinico, che metteva pietà, piuttosto che sdegno ... Al mio avvicinarsi, tutti si voltarono e mi fissarono in viso uno sguardo che mi fece tornare indietro ... Intanto gli artiglieri avevan cessato di tirare al bersaglio, il Sultano s’era seduto sotto un padiglione bianco ai piedi d’una torre, e i soldati cominciavano a sfilargli davanti, un per uno, senz’armi, alla distanza di circa venti passi l’un dall’altro ... Ma un secondo pensiero, il pensiero di ciò che v’era di primitivo e di poetico in quel monarca affricano, sommo sacerdote e principe assoluto, giovane, semplice, gentile, che stando tre ore solo all’ombra d’una tenda, si faceva tre volte la settimana passare dinanzi ad uno ad uno i suoi soldati, e ascoltava le preghiere e i lamenti dei suoi sudditi sventurati, m’ispirò invece un sentimento di profondo rispetto ...
Marocco (pagina 72)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Le donne, mezzo nascoste dietro alle siepi, spingevano con una mano uno dei loro figliuoletti a farsi benedire dal Governatore, coll’altra mano un altro figliuolo a dirci ch’eravamo dei cani ... Persino il Governatore diede in uno scoppio di risa ... La sera del 19 Giugno ci accampammo a tre ore da Laracce, e la mattina seguente entrammo in città, ricevuti alle porte dal figlio del Governatore, da venti soldati senza fucili e senza calzoni schierati lungo la strada, da un centinaio di ragazzi cenciosi, e da una banda composta d’un tamburino e d’un trombettiere, che vennero poco dopo a chiedere la mancia con uno straziante concerto nel cortile dell’agente consolare d’Italia ... Su quella costa sparsa di città morte,—come Salè, Azamor, Safi, Santa-Cruz,—Laracce conserva ancora un po’ di vita commerciale che le basta per essere considerata uno dei principali porti del Marocco ...
Marocco (pagina 73)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... In alcuni di questi gruppi c’era uno che raccontava una storia; altri cantavano; tutti parevano allegri ... Tirava un ventolino fresco e una nuvola nascondeva il sole, era una passeggiata deliziosa; ma continuando a crescere la marea, e restringendosi man mano quel po’ di strada sabbiosa su cui camminavamo ad uno ad uno, ci trovammo ben presto imprigionati fra il mare e le colline rocciose che pendevano quasi a picco sul nostro capo, e costretti a camminare fra gli scogli, contro cui si venivano a frangere le onde ... Camminavamo in silenzio, l’un dietro l’altro, sopra la sabbia intatta e morbida come un tappeto, tutti colla testa, io credo, mille miglia lontana dal Marocco, quando improvvisamente saltò fuori di dietro a uno scoglio uno spettro, un vecchio orribile, mezzo nudo, con una gran corona di fiori gialli intorno alla fronte,—un Santo—; il quale prese a inveire contro di noi urlando come un pazzo furioso e facendo con tutt’e due le mani l’atto di graffiarci il viso e di strapparci la barba ...
Mastro don Gesualdo
di Giovanni Verga (estratti)

... Una dopo l'altra s'erano svegliate pure le campanelle dei monasteri, il Collegio, Santa Maria, San Sebastiano, Santa Teresa: uno scampanìo generale che correva sui tetti spaventato, nelle tenebre ... - Don Diego! Don Ferdinando! - si udiva chiamare in fondo alla piazzetta; e uno che bussava al portone con un sasso ... Abbiamo i ladri in casa! Aiuto! - Ma che ladri! Cosa verrebbero a fare lassù? sghignazzò uno nella folla ... Uno che voleva scappare dalla finestra di donna Bianca, e s'è cacciato dentro un'altra volta, al vedere accorrer gente! ... Gli altri intanto, spingendo, facendo leva al portone, riuscirono a penetrare nel cortile, ad uno ad uno, coll'erba sino a mezza gamba, vociando, schiamazzando, armati di secchie, di brocche piene d'acqua; compare Cosimo colla scure da far legna; don Luca il sagrestano che voleva dar di mano alle campane un'altra volta, per chiamare all'armi; Pelagatti così com'era corso, al primo allarme, col pistolone arrugginito ch'era andato a scavar di sotto allo strame ...
Mastro don Gesualdo (pagina 4)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ebbene, non hanno fortuna! Invece uno venuto dal nulla ... uno come mastro-don Gesualdo, per esempio! ... Poi non vorrei fare uno sgarbo al cugino Zacco! Sapete bene ... Abbiamo bisogno alle volte l'uno dell'altro ... Aveva la faccia di uno che voglia dire: - Apriti, terra, e inghiottimi! - Tossì, cercò il fazzoletto dentro il cappello, aprì la bocca per parlare; poi si volse dall'altra parte, asciugandosi il sudore ... La casa della baronessa era vastissima, messa insieme a pezzi e bocconi, a misura che i genitori di lei andavano stanando ad uno ad uno i diversi proprietari, sino a cacciarsi poi colla figliuola nel palazzetto dei Rubiera e porre ogni cosa in comune: tetti alti e bassi; ...
Mastro don Gesualdo (pagina 43)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ci fu uno scambio di baci e di sorrisi pungenti fra le signore; e donna Fifì si lasciò andare anche a stringere la mano che il Capitano le stendeva alla moda forestiera, con un molle abbandono ... Ma farei volentieri uno sproposito per la prima donna! ... - Siete uno stupido! ... Diceva che non voleva saperne più di colui, uno sciocco, un avaraccio, il barone Melenzose! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 75)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ci volle del bello e del buono a fargli capire ciò che volevano da lui a quell'ora, mastro-don Gesualdo più morto che vivo, gli altri che gli urlavano nell'orecchio, uno dopo l'altro: - Vogliono fargli la festa ... Don Gesualdo era ridotto in uno stato che di lui ne facevano quel che volevano ... Grazia intanto aveva acceso un mozzicone di candela, e li guardava in faccia ad uno ad uno, allibbita, battendo le palpebre ...
Mattinate napoletane (pagina 4)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... —Donna Nena se ne va a Roma—esclamò, ridendo, un calzolaio ch'era uscito a vedere dalla sua bottega, con uno stivale fra mani ... Quando gli passò accosto gli dette uno spintone ... Il lettuccio, la spinetta antica, la poltrona favorita, il boccaletto a fiori, ove così spesso l'amata ha bevuto i pensieri dell'amante, il misero lume a petrolio onde furono rischiarate, presso agli esami, le veglie laboriose d'uno studente di medicina, la gran seggiola a ruote d'un paralitico, il canterano da' foderi cigolanti in fondo ai quali ammucchiò tutto un tranquillo epistolario amoroso la fiamma d'un impiegato alla Ferrovia, lo spiumaccino invernale, ricordo della povera mamma morta, che usava di tenerlo sui piedi—tutto ciò passa innanzi agli occhi, nel sole, e cammina, e muta posto e va altrove, e passa da una luce d'un quinto piano all'oscurità di un pianterreno, o dal buio al sole, chi sa dove, chi sa dopo che amari rimpianti, e scompare ... Or, sopra uno di questi carretti scricchianti, tra molte scatole da cappelli e un mucchio di cuscini, viaggiava una gabbietta ...
Mattinate napoletane (pagina 14)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... A un momento, mentre uno spilungone di maestro di musica batteva sconciamente sui tasti del pianoforte, egli sentì il colpo secco e la vibrazione, per un secondo, d'una corda che si spezzava facendo «zin!», cosa che gli accapponò la pelle ... Avrebbe voluto che i compagni avessero indovinata la sua solitudine in quella sera, avrebbe voluto che fra essi uno solo almeno avesse pensato a farsi trovare per tenergli compagnia ... Si fermò a leggere un cartellone mezzo lacerato che pendeva a uno de' muri ... Quella sera aveva l'aria d'uno cui è capitato un guaio e, piccolo piccolo com'era, col gran cappello su gli occhi, il bavero del soprabito alzato, faceva quasi compassione ... Quando fu in casa, senza togliersi il soprabito umido, buttò sulla tavola il cappello a cencio, provando uno strano batticuore, un'emozione nuova e misteriosa ...
Nel sogno (pagina 3)
di era (estratti)

... Egli si sentiva re dell'ignoto, del susurro dei venti, dell'ombra dei boschi, dello sfolgorìo delle stelle—re del mistero, a cui le estasi profonde dell'anima non negavano alcuna delle loro voluttà, per cui le leggi del creato, spogliandosi di ogni significato materiale, ritornavano alla pura essenza divina, alla irradiazione di un amore sublime ed occulto—re dei re, poichè aveva disdegnato la gloria, la ricchezza, il piacere, ogni gioia terrena, ogni patria mortale—e vicino a lui, e sopra di lui, non stava altro che Uno ... Solo così rimase due anni, poi uno strano avvenimento cambiò la sua vita ... * * * Qualche volta gli veniva uno scrupolo ...
Nel sogno (pagina 10)
di era (estratti)

... Un fenomeno strano si svolgeva in Maria, come se una vampa di fuoco le toccasse il volto, per cui si avvide di diventare così rossa e con quel colore strano ch'ella aveva osservato molte volte sulle guancie di Mària; mentre il cuore sembrava arrestare i suoi battiti sotto l'impressione di uno sgomento infinito ... La pastora, ingannandosi sul significato di quel rossore, si affrettò a dire: —Se desideri uno specchio, è presto fatto ... Egli ne avrà uno certamente, e te lo porterà ... Le tenebre copersero la piccola finestra; il fuoco morì a poco a poco… Maria, agghiacciata fin nel midollo delle ossa, cercò a tentoni il suo lettuccio, e brancicando nel buio urtò qualche cosa che cadde a terra e si infranse con uno stridore secco ... Il buon padre intanto leggeva uno dei più commoventi fra i salmi: "L'anima mia vien meno dietro alla tua salute; io spero nella tua parola ...
Novelle rusticane
di Giovanni Verga (estratti)

... Nel far del bene cominciava dai suoi, come Dio stesso comanda; e s'era tolta in casa una nipote, belloccia, ma senza camicia, che non avrebbe trovato uno straccio di marito; e la manteneva lui, anzi l'aveva messa nella bella stanza coi vetri alla finestra, e il letto a cortinaggio, e non la teneva per lavorare, o per sciuparsi le mani in alcun ufficio grossolano ... Le donne, fuori di casa, gli bastava accarezzarle con due dita sulla guancia, paternamente, o dallo sportellino del confessionario, dopo che s'erano risciacquata la coscienza, e avevano vuotato il sacco dei peccati propri ed altrui, ché qualche cosa di utile ci si apprendeva sempre, per dar la benedizione, uno che speculasse sugli affari di campagna ... Benedetto dio! egli non pretendeva di essere un sant'uomo, no! I sant'uomini morivano di fame; come il vicario il quale celebrava anche quando non gli pagavano la messa; e andava attorno per le case de' pezzenti con una sottana lacera che era uno scandalo per la Religione ... Ma lui che era frate nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: - Sta' a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l'ha chiamato! Il padre Giammaria l'aveva preso a ben volere perché era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa, quasi non avesse fatto mai altro in vita sua, cogli occhi bassi, e le labbra cucite come un serafino ... Di giuramenti, nel 1854, dovette farne uno grosso davvero, sull'altare, davanti alla pisside, mentre diceva la santa messa, ché la gente lo accusava di spargere il colèra, e voleva fargli la festa ... Abbiate pazienza! Sì, avevano pazienza! per forza dovevano averla! Poiché egli era tutt'uno col giudice e col capitan d'armi, e il re Bomba gli mandava i capponi a Pasqua e a Natale per disobbligarsi, dicevasi; e gli aveva mandato anche il contravveleno, caso mai succedesse una disgrazia ...
Novelle rusticane (pagina 7)
di Giovanni Verga (estratti)

... O compare Rocco, un padre di cinque figli, non l'aveva fatto seppellire senza uno straccio di mortorio, perché non poteva spillargli nulla? - là, sotto la pietra della chiesa, di sera, al buio, che non ci si vedeva a calarlo giù nella sepoltura, per l'eternità ... Infine si udì una pedata, rasente i muri, fermarsi all'uscio della Venera, e bussar piano, una, due volte, poi più lieve ed in fretta, come uno che gli batte il cuore dal desiderio e dalla paura, e Nanni si sentiva picchiare anche lui dentro il petto quei colpi ... Poi l'uscio si schiuse, adagio adagio, con uno spiraglio più nero dell'ombra, e si udì una schioppettata ... - Il ferito, col cotone benedetto sullo stomaco, e la candela davanti alla faccia gialla, spalancava gli occhi appannati, guardando i vicini ad uno ad uno, e cercava di sorridere alla mamma, colle labbra pallide, per farle intendere che si sentiva meglio davvero, con quel cotone miracoloso sullo stomaco ...
Novelle rusticane (pagina 27)
di Giovanni Verga (estratti)

... I passeggieri salivano ad uno ad uno sul ponte, pallidi, stralunati, imbacuccati diversamente, masticando un sigaro e barcollando ... Pareva che quei luoghi si animassero dei personaggi della leggenda, mentre egli li accennava ad uno ad uno ... Il Biviere si stendeva sempre in fondo alla pianura come uno specchio appannato ... All'osteria del Biviere un cane spelato e mezzo cieco, che i diversi padroni nel succedersi l'uno all'altro avevano dimenticato sulla porta, abbaiava tristamente ai rari viandanti che passavano ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 11)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Un certo momento, non potendo più resistere al tormento, presa dal convulso, scappò in cucina, chiuse l'uscio, e dette sfogo al patimento, poverina, con uno scoppio di pianto che minacciò di lacerare la vita e l'anima ... * * * CERTE ECONOMIE CERTE ECONOMIE La mattina del 17 Giugno 1885 il camparo della grande tenuta d'Arbanello, uno dei più grossi fondi che l'ospedale d'una nostra città possegga nel basso milanese, andando per la solita ispezione, rilevò una piccola rottura in uno dei molti canali di scarico che danno da bere ai prati ... Ed ecco, due o tre giorni dopo d'aver ricevuta la lettera, l'ingegnere Fraschi di ritorno da una visita in Valtellina si presenta pronto come uno schioppo alla direzione come sopra, cerca del cavalier Sermenza, che fa chiamare il Martozzi, il quale stende sul tavolo la carta topografica del fondo d'Arbanello e uno dopo l'altro mettono il dito sull'arginello, che aveva lasciato cascare tre mattoni nell'alveo del canale con pregiudizio della bocca di scarico ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 14)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Con uno di questi, il primo corno inglese, si lasciò andare a qualche confidenza una sera mentre passeggiavano lungo la bella strada del lago ... Tanto bastò perchè il Bernardini concertasse uno scherzo, che doveva riuscire funesto al povero innamorato ... Non era un violino, no: era la voce d'un angelo o d'uno spirito dolente e vagolante per la luminosa solitudine della notte ... E nello sforzo, nella tensione, la faccia è pallida, la fronte è bagnata di sudore, l'occhio esce dall'orbita e le falde dell'abito nero svolazzano di dietro e gli danno l'aspetto d'uno scarabeo che tenti di volare ... E lui con tutta la forza de' suoi trent'anni si butta sulle corde di mezzo e corre disperatamente in uno affrettato infernale, fino all'ultimo from ... Invano egli invoca uno sguardo di lode, o almeno di compatimento: gli par di capire la ragione di questo improvviso mutamento ...
Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Alzava uno a uno i candelieri dorati dalla caminiera di marmo nero, alzava dal tavolo di marmo bianco, uno a uno, i porta-fiori, i porta-ritratti, le bomboniere, i ninnoli accumulati da una serie favolosa di natalizi e di anniversari, strofinava il marmo, cancellava le piccole nuvolette di polvere, brontolando contro quel benedetto Federico che pretendeva di avere spolverato ...
Piccolo mondo moderno (pagina 25)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Forse potrei, con uno sforzo, sacrificarmi per compiacere la persona che amo, ma sarei certissima di amarla molto meno, dopo ... "Adesso che ha piantato quei santocchi" diceva uno di loro soverchiando con la voce il chiasso degli altri, "per il piacere ... "Socialismo, socialismo!" esclamò ridendo uno dei giovani ...
Piccolo mondo moderno (pagina 44)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Si parlò della piccola città dove Bessanesi diceva di sentire, Dio sa perchè, uno spirituale odore di mare, tanto da immaginare il malinconico Adriatico dietro a ogni cresta diroccata di muro tagliante il cielo ... Tale idea curiosa suggerivano a Dane "tutte queste piccole strade perfidette che fingono sempre andare a destra per arrivare a sinistra e andare a sinistra per arrivare a destra, e tutto questo vecchio latino un poco di seminario, un poco rimasticato dall'antico, di tutti questi vecchi palazzi di Cinquecento e anche di Settecento, e questi contrasti molto spirituosi di queste piccole architetture eccessivamente pretty con vicine case stupide, e questi silenzi dove qua e là spunta erba con un verde così dolce che uno si sente anche dolcemente vivere con esso e non pensare niente e diventare dentro tutto tenero e primaverico ... Qui successe uno scoppio di allegra curiosità ...
Ricordi di Parigi (pagina 5)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... E anche il desinare è uno spettacolo per chi si ritrova impensatamente, come accadde a noi, in una trattoria vasta e rischiarata come un teatro, formata d'una sala unica, cinta d'una larghissima galleria, dove si sfamano insieme cinquecento persone, rumoreggiando come una grande assemblea di buon umore ... E qui Parigi notturna vi fa uno dei suoi più bei colpi di scena ... Si va innanzi fino alla Maddalena, si svolta in Rue royale, si sbocca in piazza della Concordia, e là si lascia sfuggire la più alta e più allegra esclamazione di meraviglia che strappi Parigi dalle labbra d'uno straniero ... Non c'è sicuramente un'altra piazza di città europea dove la grazia, la luce, l'arte, la natura, s'aiutino così mirabilmente fra loro per formare uno spettacolo che rapisca l'immaginazione ... È uno sterminato teatro aperto, in mezzo a uno sterminato giardino ardente, che fa pensare all'accampamento illuminato di un esercito di trecento mila uomini ...
Ricordi di Parigi (pagina 6)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... UNO SGUARDO ALL'ESPOSIZIONE La prima volta che entrai nel recinto dell'Esposizione dalla parte del Trocadero, mi fermai qualche minuto in mezzo al ponte di Jena per cercare una similitudine, che rendesse ai miei lettori futuri un'immagine fedele di quello spettacolo ... Fra questi due enormi edifizi teatrali, raffiguratevi quel gran fiume e quel gran ponte; e a destra e a sinistra del fiume, un labirinto indescrivibile d'orti e di giardini, di roccie e di laghi, di salite, di discese, di grotte, d'acquarii, di fontane, di scali, di viali fiancheggiati da statue: una miniatura di mondo; una pianura e un'altura su cui ogni popolo della terra ha deposto il suo balocco; un presepio internazionale, popolato di botteghe e di caffè africani ed asiatici, di villini, di musei e d'officine, in mezzo alle quali una piccola città barbaresca alza i suoi minareti bianchi e le sue cupole verdi, e i tetti chinesi, i chioschi di Siam, le terrazze persiane, i bazar di Egitto e del Marocco, e innumerevoli edifizi di pietra, di marmo, di legno, di vetro, di ferro, di tutti i paesi, di tutte le forme e di tutti i colori, sorgono l'uno accanto all'altro e l'un sull'altro, formando come un modellino di città cosmopolita, fabbricata, per esperimento, dentro a un gran giardino botanico, per esser poi rifatta più grande ... È un grande Broeck assai più bello, senza dubbio, e più svariato di quello d'Olanda; una bella enciclopedia figurata per i ragazzi studiosi: proprio da far domandare se è da vendere prima che il 1879 butti in aria ogni cosa con un gran colpo di scopa; uno spettacolo unico al mondo, veramente; immenso, splendido e bruttino, che innamora ... Dato uno sguardo al vestibolo, m'affacciai subito con viva curiosità alla porta ...
Ricordi di Parigi (pagina 7)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Fra il lungo porticato austriaco e la faccia nera e fantastica della China, s'alza la Spagna arabescata e dorata dei Califfi; e fanno uno strano senso, dopo le due casette semplici e quasi melanconiche della Scandinavia, le arcate teatrali d'Italia, messe in rilievo dalle tende purpuree; dietro alle quali salta fuori inaspettatamente la facciata rustica del Giappone colle sue grandi carte geografiche piene di pretensione scolaresca ... Vi trovate improvvisamente davanti a uno spettacolo nuovissimo ... È da ogni parte un sollevarsi e un abbassarsi di letti chirurgici, un allargarsi e un restringersi di sedie, che sembravan vive, per le operazioni oculistiche; un girar di tavole anatomiche, un aprirsi di dentiere, un alzarsi di ferri minacciosi e feroci, uno scricchiolio e uno scintillamento che mette freddo nelle ossa ... Immagini e colori che presentano tutti insieme un gran quadro malinconico, nel quale matte appena un sorriso la bianchezza argentea delle filigrane di Cristiania, come uno spiraglio sereno in un cielo rannuvolato ... Lo spiraglio però s'allarga improvvisamente all'uscire dalle sale della Scandinavia, e alle brume boreali succede in un batter d'occhio l'ampio sereno immacolato di un cielo primaverile; un popolo di statue candide, uno sfolgorìo diffuso di cristalli, un luccichio di sete e di musaici, un riso di colori e di forme, davanti a cui tutti i visi si ...
Ricordi di Parigi (pagina 10)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... alla nuova ceramica uno splendido avvenire di conquiste sull'architettura; già incominciate, di fatto, nel palazzo stesso dell'Esposizione ... Ci avete però un quarto d'ora di cammino fra i lavori ciclopici dell'industria metallurgica, fra migliaia di tubi enormi che presentan l'aspetto delle pareti d'una grotta di basalto, a traverso a foreste di ferro e di rame, in mezzo alle opere innumerevoli della galvanoplastica, fra cui torreggia il vaso colossale del Dorè; e via via, il museo statuario del Cristophle, una montagna di pelliccie, una selva di penne, un palazzo di corallo, e i prodotti chimici, e le pelli, e che so io? Verso la fine la stessa stanchezza vi mette le ali ai piedi, le sale fuggono, gli oggetti si confondono; se ci fosse un treno di strada ferrata, pigliereste il treno; e quando arrivate in fondo, dareste la testa per uno scudo, ma proprio colla sicurezza di fare un buonissimo affare ... Facciamo un sonnellino sopra uno dei mille divani del Campo di Marte e poi ritorniamo nel mare magno ...
Ricordi di Parigi (pagina 13)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Qui, nella sezione francese, si comunicano al pubblico le opere della biblioteca del Corpo insegnante; più in là un professore spiega i modelli anatomici; nella sezione russa si fanno gli esperimenti del passaggio dell'aria a traverso i muri; un medico americano fa funzionare i mobili chirurgici; un dentista opera l'estrazione della carie con uno strumento a vapore ... Intanto dei maestri spiegano i nuovi metodi d'insegnamento, tutti gl'inventori di qualche cosa hanno il loro circolo di uditori, tutte le nuove macchinette sono in movimento, gli album colossali si aprono, le carte geografiche si spiegano, i mappamondi girano, mille strumenti suonano; da ogni parte c'è uno spettacolo, una scuola o una conferenza; l'Esposizione è diventata un enorme ateneo internazionale che ci dà per venti soldi tutto lo scibile umano ... Sento uno che brontola:—E dire che tutte queste cosettine ci vengono dalla patria di Michelangelo!—Ma tutti i visi intorno esprimono un sentimento d'ammirazione amorosa e serena ... In un'altra sala si drizza davanti a Massimiano Ercole il fantasma spaventoso di San Sebastiano, del Boulanger, e il Moreau affatica e tormenta le fantasie coi suoi sogni biblici e mitologici pieni di terrori, d'illusioni e d'enimmi, che restano conflitti nella memoria come le formule misteriose e sinistre di uno scongiuro ...
Ricordi di Parigi (pagina 24)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Per non aver l'aria di parlare in cattedra, discorreva guardando in viso uno solo, e a bassa voce ... —Non vidi mai uno scrittore celebre circondato da uno stuolo d'ammiratori, che somigliasse, come quello, al corteo d'un monarca ... E in quei momenti vedete, come per uno spiraglio, dietro di lui, Deruchette, Guillormand, Mademoiselle Lise, Don Cesare di Bazan, Gavroche, i suoi angeli, il suo ciel bleu, e tutto il suo mondo luminoso e soave ... Ma non sono che lampi, rari sul suo viso come nei suoi libri; dopo di che egli riprende il suo aspetto pensieroso e tetro, come se meditasse la catastrofe d'uno dei suoi drammi sanguinosi ...
Ricordi di Parigi (pagina 25)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Poi un po' l'uno e un po' l'altro ricominciarono a raccontare delle barzellette, col proposito espresso, credo, di rallegrarlo; ma ci riuscivano di rado ... Avrei dato un anno della mia vita per poter esser solo un'ora con lui, e afferrarlo per le mani, e dirgli sfrontatamente, guardandolo fisso:—Ma insomma, Hugo! Io voglio leggerti dentro! Che cosa ti senti nel sangue quando scrivi? Che cosa vedi intorno a te, per aria; che voce senti, che ti parla nell'orecchio quando crei? Che cosa fai nella tua stanza, quando ti splende alla mente una di quelle grandi idee che fanno il giro della terra, e quando ti sgorga dalla penna uno di quei versi che vanno al cuore come un colpo di pugnale o come il grido d'un angelo? Dove l'hai conosciuta la tua Rose della vieille chanson du Printemps, che mi ha fatto sospirare per un anno? Di dove t'è uscito quello spaventoso Mazzeppa, di cui vedo perpetuamente la fuga? Come l'hai sognata la Fidanzata del Timballiere? Di dove l'hai cavato Quasimodo? Rivelami dunque uno dei tuoi mille segreti ... Ma egli mi guardò e mi comprese, e disse, stringendomi la mano, e fissandomi con uno sguardo sorridente e un po' triste: —Addio, caro signore ...
Ricordi di Parigi (pagina 26)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Improvvisamente tutti i delegati s'alzarono, fra tutte quelle teste grigie e bianche si vide apparire una testa più bianca di tutte, e uno scoppio formidabile d'applausi—uno di quegli applausi che debbono destare nell'anima di chi li riceve un senso quasi di sgomento, e che ripercuotendosi nell'anima di chi applaudisce, v'ingigantiscono il sentimento che li ha fatti prorompere;—un solo immenso applauso, tempestoso, ostinato, interminabile, fece tremare il teatro ... Non fu uno dei suoi discorsi più felici; ma non è qui il luogo di giudicarlo ... E infine dicendo quella frase:—V'è una cosa più grande di qualunque trionfo, ed è lo spettacolo della patria che apre le braccia e del proscritto che appare all'orizzonte,—colorì il suo pensiero con un atto solenne della mano e con uno sguardo dolcissimo e triste, che provocò un uragano d'applausi e di grida ... E allora tuonò un ultimo applauso, più caldo, più fragoroso e più persistente del primo, accompagnato da uno scoppio, di grida d'entusiasmo, che lo costrinsero a soffermarsi ... Egli è uno di quegli scrittori poderosi, che si presentano alla posterità insanguinati, scapigliati ed ansanti, portando sul proprio stemma i titoli delle loro opere come nomi di battaglie vinte o di disastri gloriosi o di sublimi follie, e la posterità li saluta con riverenza, come grandi atleti feriti ... Egli sarà certo ammirato almeno come uno dei più strani fenomeni letterari del suo tempo, e uno degli esempi più meravigliosi della forza e dell'ardimento dell'ingegno umano ...
Ricordi di Parigi (pagina 27)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Letti i romanzi suoi, pare che in tutti gli altri, anche nei più veri, ci sia un velo tra il lettore e le cose; e che ci corra la stessa differenza che fra visi umani, gli uni ritratti in una tela e gli altri riflessi in uno specchio ... E malgrado ciò, egli è uno scrittore morale ... Emilio Zola è uno dei romanzieri più morali della Francia ...
Ricordi di Parigi (pagina 28)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... È un osservatore profondo, è un pittore strapotente, è uno scrittore meraviglioso, forte, senza rispetti umani, brusco, risoluto, ardito, un po' di malumore e poco benevolo; ma non si sa altro ... Provate a raccontarne uno: è impossibile ... Non ci sono punti alti, da cui si domini con uno sguardo un grande spazio; è una continua pianura in cui si cammina a capo chino, deviando ogni momento e arrestandosi ad ogni passo ad osservare la pietra, l'insetto, l'orma, il filo d'erba ... Il dialogo procede senza scopo, la scena si svolge senza vincoli, e perciò son sempre, l'uno e l'altra verissimi ... Intanto egli coglie a volo mille nonnulla, il carro che passa, la nuvola che nasconde il sole, il vento che agita la tenda, il riflesso d'uno specchio, un rumore lontano, e il lettore stesso, dimenticando ogni altra cosa, vive tutto collo scrittore in quel momento e in quel luogo, e vi prova una illusione piacevolissima, che non gli lascia desiderare null'altro ... Con questa facoltà di dar rilievo a ogni menoma cosa, e lavorando, come fa, ordinato e paziente, riesce insuperabile nell'arte delle gradazioni, nell'esporre, per una serie di transizioni finissime, la trasformazione lenta e completa d'un carattere o d'uno stato di cose, in modo che il lettore va innanzi, con lui, senz'accorgersene, a piccolissimi passi, e prova poi un sentimento di profonda meraviglia, quando arriva alla fine, e riconosce, voltandosi indietro, che ha fatto un immenso cammino ...
Ricordi di Parigi (pagina 29)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Egli ha buttato in aria con un calcio tutti i vasetti della toeletta letteraria e ha lavato con uno strofinaccio di tela greggia la faccia imbellettata della Verità: Ha fatto il primo romanzo popolare che abbia veramente «l'odore del popolo ... » Ha aggredito quasi tutte le classi sociali, flagellando a sangue la grettezza maligna delle piccole città di provincia, la furfanteria dei faccendieri d'alto bordo; la corruzione ingioiellata, l'intrigo politico, l'armeggio del prete ambizioso, la freddezza crudele dell'egoismo bottegaio, l'ozio, la ghiottoneria; la lascivia, con una tale potenza, che quantunque preceduto su questa via da altri scrittori ammirabili, vi parve entrato per il primo, e i flagellati si sentirono riaprire le ferite antiche con uno spasimo non mai provato ... Ma è certo che ci si proverà, e se non riuscirà nel suo intento, noi assisteremo almeno a uno di quegli sforzi potenti, e avremo da lui uno di quei «capolavori sbagliati» che non destano minor meraviglia dei grandi trionfi ... Si vedeva però già in quei romanzi uno scrittore imperterrito, ch'era risoluto a farsi largo a colpi di gomito, e che aveva il gomito di bronzo ... Uno di quei romanzi, Madeleine Férat, che s'aggira sopra un fatto osservato dall'autore, d'una ragazza la quale, abbandonata dall'uomo che ama, ne sposa un altro; ed ha parecchi anni dopo un figliuolo che somiglia al primo, gli suggerì l'idea di scrivere quella serie di romanzi fisiologici, che intitolò Histoire naturelle et sociale d'une famille sous le second Empire; e fin dal primo giorno gli balenò alla mente tutto il lavoro, e tracciò l'albero genealogico che pubblicò poi nella Page d'amour ... Le riviste teatrali della fin dell'anno lo rappresentarono nei panni d'uno spazzaturaio che andava raccattando le immondizie colla fiocina per le vie di ...
Ricordi di Parigi (pagina 34)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Su questo argomento rispetto profondamente le opinioni di uno scrittore come lo Zola ... Uno scrittore si trova a scrivere in una data maniera perchè la sua indole, la sua educazione, le condizioni della sua vita lo spinsero da quella parte ... —Ma che diverrebbe l'arte se tutti lo seguissero? Mi vien sempre in mente quella sentenza del Rénan:—Il mondo è uno spettacolo che Dio dà a sè stesso ... Ma dei suoi romanzi, uno solo, finora, Thérèse Raquin, fu convertito da lui stesso in un dramma, nel quale è riuscita una fortissima scena la descrizione di quella tremenda notte nuziale di Teresa e di Laurent, fra cui s'interpone il fantasma schifoso del marito annegato ...
Ricordi di Parigi (pagina 38)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... vertiginose, e mille restaurants, dove si gettano i mots crus da una parte all'altra della sala, o giocan di scherma coi piedi, sotto la tavola, coll'amico del cuore, a puntate pericolose? E che «genere»! Andate alle Folies Bergère: vi par di sentir ridere delle macchinette; sembra che abbian fatto tutte un corso di civetteria dalla stessa maestra; non movono un pelo senza uno scopo; regolano l'arte della seduzione col termometro, per non sciuparla, e la fan salire d'un grado alla volta, e hanno una tariffa per grado ... Hanno un ricchissimo corredo di proposizioni e di giri di frase, arguti, svelti, elasticissimi, con cui se la cavano dalle strette più difficili, e tagliano la parola a uno spirito più profondo ma meno destro ... La superiorità loro è che il grosso della popolazione è un eccellente conduttore di questa specie d'elettricità dell'ingegno, per cui il motto arguto detto da uno la mattina, girando con rapidità meravigliosa, diventa proprietà di mille la sera, e ciascuno è sempre ricco di tutta la ricchezza circolante ...
Ricordi di Parigi (pagina 41)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Un'altra volta una piccola umiliazione, uno stupido gioco di parole ripetuto da un milione di bocche, uno spettacolo d'un'oscenità stomachevole, un cielo chiuso e plumbeo che fa mutar aspetto a ogni cosa, vi risolleveranno dentro tutte le antipatie e tutte le stizze con una tale violenza, che vorreste veder sparire quella città come un accampamento portato via da un uragano ... Allora, per quanto si desideri di riveder la patria, si è presi da una grande tristezza all'idea di ritornare in quel piccolo dormitorio di città da cui si è partiti, e si porge l'orecchio per l'ultima volta al tumulto lontano di Parigi con uno struggimento inesprimibile di desiderio e d'invidia ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 16)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Lucia, che soffriva crudamente della ruina del padre, che misurava le conseguenze di quei momenti di delirio, quasi pazzia, che presentiva l'avvilimento e lo schianto che ne dovevano essere la conseguenza, colpita nella tenerezza, nel rispetto figliale, si trovava in uno di questi momenti; non sperava nulla dagli uomini; anzi ne temeva le volgari, piccole passioni; diceva i suoi dolori a la Madonna; fidava in Dio ... E l'accompagnò in silenzio, mentre ella, senza mai rivolgergli nè una parola, nè uno sguardo, camminava frettolosa verso casa ... Nel salottino, aperto su 'l terrazzo al grandioso spettacolo del mare immenso, a la luce splendida, a l'aria profumata, seduti l'uno di fronte all'altra, Lucia con l'anima sconvolta da avvilimento e dolore, ascoltò per un quarto d'ora e più il conte Anton Mario Del Pozzo, che dignitosamente, freddamente, per incarico della signora Marta, la metteva al corrente degli affari della casa ... Se ne stette a guardar fuori la veduta superba, senza vedere; perduta in uno smarrimento angoscioso ...
Sodoma e Gomorra (pagina 5)
di Docteur Jaf (estratti)

... «Vi sono donne che gioiscono a cercare i loro amanti nel fango ed i cui sensi non si svegliano se non alla vista di uno schiavo, di un servo ... Un gesto, uno sguardo, un qualunque segno, e gladiatore, eunuco, fanciullo si presentavano, non disdegnando di prestarsi ad alcun genere di servizio per quanto abbominevole fosse ... » Seneca ha uno squarcio di sdegno contro la moda degli abiti trasparenti: «Vedo—dice—vesti di seta, se si può dar il nome di vesti a stoffe che non garantiscono nè il corpo, nè il pudore, e con le quali una donna non potrebbe senza mentire, affermare di non essere nuda» ...
Storia di un'anima (pagina 3)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... " Ugo è un tessuto di scene, una successione di quadri storici, di figure riprodotte dalle cronache, di atteggiamenti che sembrano scolture, di truci spettacoli, incisi con uno stile di ferro ... E l'uno calava il cappuccetto sulla testa tonsurata e nascondeva la pergamena sotto la tonaca, e l'altro storceva una mano all'indietro ad assicurarsi che la tromba non percuotesse coll'elsa della spada o col pugnale: e quegli guardava sospettoso le pieghe del drappo ventilante dallo strumento del compagno, come se da quelle dovesse uscirgli il malanno: e questi imprecava il calzolaio che aveva fatto pel chierico scarpe così disacconce per suolo sospettato ... Apparve la figliuola di messer Ildebrandino e della morta Adelasia, di vaga persona e di animatissimo viso, in stretta gonna oscura, cinta su da uno saccheggiale, e coperta il capo dai lati con un velo appuntato: s'avanzò salutando i convitati, e, al cenno fattole dal padre, s'assise al suo posto ... —I nemici!—ascolta la voce del vecchio Federigo:—Salvate madonna!—ed ecco ancora:—Fuoco! fuoco! La vergine, come a luogo di rifugio, si butta ai piedi dello altare, scongiurando con fiero rimorso:—O Signore, salvate mio padre! Come vi ho pregato? È il mio castigo dunque così pronto?—ed ode ancora un rumore di pugna, e uno sbattersi fragoroso di porte, e un correre affrettato su nelle stanze, e voci diverse, e tra tutte una irosissima che comandava:—Balestrate fuoco nelle finestre!—e un'altra,—Se tutto arde, che ci rimane di bottino? —Combattete!—gridava Federigo agli uomini del castello:—Giuratemi! Alla fantasia della fanciulla si presentò tutto il castello invaso da una turba di lupi e da un torrente di fuoco; e qua sotto alle scuri si sfasciavano gli usci: e qua si massacravano i servi: qua si sforzavano gli scrigni: dappertutto si portava ruina: e le fiamme divampavano più e più, alimentate dai cadaveri friggenti: e il fumo soffogava assalitori e assaliti ...
Storia di un'anima (pagina 10)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... speranze! Giorni in cui mi pareva sempre di sentire l'odore di ghiaia umida misto all'odore delle violette: mi pareva di vedere uno dei viali del giardino non suo un viale che termina a un gruppo di pini dal cortice odoroso… ... * * * Ogni mio filo che mi lega alla vita è nel passato: ed è solo pel passato e per lei che sento che la vita deve avere uno scopo serio ... Uno solo il mio pensiero—Lidia—ed uno il mio voto—Dio, rendila felice!—Essa è mia sorella ... —O mio Dio, sento uno di quegli sconforti, pensando al mio passato!—Come vorrei esser morto! Piango!—Oggi, qui, dai tetti di un terzo piano di povera gente mi giungeva la vocina balbettante di un bambino ...
Storia di un'anima (pagina 32)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Oh vedi! Lei a un tratto si lascia andar giù, il collo, il mento, la bocchina, con uno sforzo, giù! fino alle nari! L'acqua verdissima in giro alla testa sembra stringerla con cerchi d'argento, scoppiano le bolle d'aria spumeggiando e le crespe dell'ondina trasparentissima svelano le carni bianche sommerse, con certi guizzi fuggenti! Lo sposo, gittandosi rapidamente sulla dispettosa, sommove tanto i fiotti, sì che questi gli nascondono anche gli occhietti semichiusi e trepidanti ... —M'hai dato uno spavento!—disse Gigio ... Uno per uno: non c'è che dire ...
Storia di un'anima (pagina 48)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Le sono casine murate a sassi irregolari, coi tetti di pietra lucente, col portichetto a pilastri azzurrigni, coll'orticello verdeggiante, cinto da un muricciolo di scheggioni ammucchiati: vicino c'è sempre uno zampillo, e lì distesi sul declivo i rotoli casalinghi di tela montanara, c'è un frascato che invita ai discorsi… ... Peccato che proceda così a rilento! E fortuna che è così bella! L'altra strada va su alle chiese, e devia ad uno spiano, ove si è eretto un muro elittico ad una cappellina gotica così cara da far pensare alle bianche nozze, non alla pace della buia notte ... * * * Una terza passeggiata è al lago del Mucrone: non te l'ho citata ora, perchè te l'avrei detta altre volte parlando dei sentieri da capra, perchè so di una signora che volle su arrampicarsi, ma a metà discese nella corba e sulle spalle di un montanaro! Ma ancora quante altre passeggiate! Ami la natura? Sì: orbene puoi scorrazzare ad un masso gigante, ad un rompimento, ad uno zampillo, ad una mandra di mucche, ad un cespo di rododendron, ad un sorbo carico di grappolini rossi ... Amica, Gettando uno sguardo sui bauli già empiuti e chiusi, sola nella mia camera spogliata, tanto melanconica davvero, sento uno di quegli stringicori che cento volte fanno dire addio ...
Storia di un'anima (pagina 62)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... In uno stanzone vanno e vengono le fanciulle, in un altro squilla incessante un campanello applicato a quel congegno, per cui si passa la seta al provino per ben valutarne il tiglio; in un altro fra i libri mastri, le corbe, i robinetti, le lucerne da filanda, gli schioppi, i vagoni e le gabbie da caccia, canta tuttodì un merlo vivace, a piena gola ... Ma dove lascio te, povera chiesetta del convento? È una cosina graziosa, di stile puro, colla facciata a finissime modanature: la porta rettangolare, e le due eleganti finestre, dimezzate da un agile pilastrello a reggere gli arconcelli egregi, rispondono nel cortile Sansoviniano: due altre finestre, assai semplici fra la semiluce che accresce il rispetto alle cose antiche, di tratto gettano nell'anima una corrente di vivissimi pensieri, perchè dai loro bruni telai lasciano vedere uno spicchio di cielo sereno, smagliantissimo, e l'allegro fogliame di un orto innondato di sole ... Rispondono dalle grandi stie allineate lungo i muri i polli chiassosi, beccandosi acerbamente, perchè l'uno ruba all'altro il posto a mangiare ...
Storia di un'anima (pagina 70)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Ecco qua un grigio pesante e un silenzio di morte: là un lume piccino e uno strido di ceppo scheggiato… ... E vi dico la verità che, avendo dovuto pigliarlo da uno scaffalone alto, per la paura che mi scappasse furiosamente dalle mani fracassando i vetri a me e rompendo il sonno del fattore giù al mio pianterreno, e per quel tanto di moto sui venti piuoli della scaletta traballante, vi dico che mi ero sgranchito un po' o un pochino mi era parso d'aver cacciata la pigrizia di Morfeo ... E c'era lo Stolberg, Dissertatio de Magis(16): il Rhoden… Che polvere maligna! la si caccia intorno alle pupille e mi fa sentire come delle briciole pungenti!… Lo Stolberg, l'ho già veduto, mi pare: il Rhoden, De primis Salvatoris venerat…(17) Scusate se m'interrompo con uno sbadiglio… veneratoribus, debb'essere: ablativo plurale della III… E c'erano lo Spanheim, Dub ... Che più? Avevo concesso sfogo ad uno, a due, a tre, a quattro sbadigli, avevo alzato una spalla più dell'altra per sentire accidiosamente il collo sepolto nel bavero, m'ero avvicinato al tavolino, allontanando con prudenza un mozzicone acuto di penna d'oca; e, trascinandomi dietro un seggiolotto, non avevo più sentito la mia zucca che si perdeva nel sonno… ...