Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 32

Testo di pubblico dominio

vogliamo tanto bene anche noi. Danne dieci baci per uno….E come hai nome? —Guido. E qui, alla risposta di quel biondino, ecco il bisbiglio tra voi due: —Sai, sposuccio mio, Guido è un nome gentile di maschietto…. di maschietto! —Perchè sorridi, Giulia? —Sempre daccapo a scherzarmi! Perchè?… Ma vedrai, giusto!… Mi ci metto, Gigio, di puntiglio! —Magari…. —Scommettiamo, Gigio? Scommettiamo un cavalluccio con quattro ruote rosse, il primo balocco? Il bimbo udendo a parlare di balocco, esclama, allargando le manine:—Per me? E Giulia:—Sì, caro, anche per te…. Ma, ora che ci penso, sai, quelle vernici lustre su tanti cavallucci sono avvelenate. No, no: ci vuol giudizio, noi mamme! Gigio, con un fare impaziente, come se dicesse: «Giulia, sei cattiva, lentissima e scompiacente,» Gigio, un po' malizioso, spicca le parole:—C'è tempo. —E pazienza! Ma scommettiamo?… Stassera non m'hai ancora domandato che cosa pensi io…. Io penso che…. dev'essere un maschietto—e la sposuccia, col mignolo nella bocchina, sorride da inviziatella, simulando un gran mistero: poi da bambina:—Mi porteranno un maschietto, se avranno un po' di giudizio…. perchè lo desideri tu, Gigio, perchè lo desidero io. —Capisci…. —Capisco benissimo. —Tutti desiderano così: e poi le cose bisogna pensarle, perchè…. Adesso siamo qui in faccia al mare, ma poi torneremo in città, e…. E passeranno gli anni, gli anni, gli anni. Ho già lo studio avviato, i clienti, il nome, sicuro. —Gigio e Guido Augeri. —Adagio, adagio. —Perchè? —Ma che cosa si è detto tante volte a tante? —Che cosa si è detto, Gigio? —Che le usanze vanno rispettate, che al primogenito io voglio…. —Vuoi…. —Al mio primogenito babbo vuole si dia il suo nome. —Perchè lo dici ancora?… Ma…. Guido è un bel nome, e se è bello, se piace a me, se deve piacere a te…. —Ma non è quello di babbo, —Ma…. —Non te l'ho detto anche ieri a notte? —Cattivo, perchè mi guardi così?—e Giulia fa sporgere dalla gonna un piedino, poi appoggiando sul tacco altissimo a un ciottolone, lo move febbrilmente, come una linguetta di serpentello tentatore. —Eccoti imbroncita—disse Gigio torcendo il collo ad un bottone. Qui un minuto di silenzio. Ricomincia lei con voce piagnucolosa e compiacente:—Guido è tanto bello! A dire «Guido, fammi un bacio. Guido, va a scuola. Guido, scappa i pericoli….» —Guido! Guido! Guido! uff! —Sì, sì. —Mah! —O Guido o niente! —Guido, scappa i pericoli! Sicuro: e il maggiore…. quello di prender moglie! —Sicuro: certe testoline!… Ma come corri? Già un figlio che prende moglie? Ma sai che…? Non rispondi? Che cos'hai?… Eccoti imbroncito: a te: alle solite…. bisticciandomi, perchè?… E la cosa dovrebb'essere tutto affar mio. Lei come c'entra?… (Non risponde?…) Oh non risponderò più io, quando mi chiamerà: ed è lui che mi chiama! Ma voglio dire, sì, si: se suo papà non vuole il nome di Guido, la mia mamma è più buona, e desidererebbe che il suo nome di Bice…. Le usanze vanno rispettate…. E chissà che, pensando a lei, sempre a lei, con tutta intenzione, io possa accontentarla…. e pregando la Madonna: già la Madonna ascolta noi donnicciole, eh?… (Tace sempre!…) una bambina mi piacerebbe di più, mi farebbe maggior compagnia, una massaìna, cucirebbe con me e vorrebbe tutto il suo amore alla mamma, perchè già degli uomini…. —Già. —E se mai…. Vorrei conoscerlo a fondo quel giovinetto che le mettesse in subbuglio il cuoricino! —Oh come? Una figlia che prenda marito? —Già…. E dopo due minuti di silenzio dispettoso, tu, sposuccia, accomiatando il biondino, senza un bacio, gli dicevi:—Va, e mandami qui subito subito quella bellissima fanciullina, quella là che corre: la vedi?… Com'è cara!… Tu va, e mandami lei, di' che l'aspetto, la desidero, la voglio! E il bimbo:—Sissignori…. E Gigio:—Sissignora. Il bimbo, aspettando i confetti, vuol farsi un merito di più e aggiunge:—Si chiama…. —Come si chiama?—sospira Giulia. —Bice. —Oh che combinazione!—diceva lo sposo, mordendosi i baffi:—L'educazione, le mamme, i capricci, il mare, questi marmocchi, il matrimonio: cose serie! Credete di mettervi tranquilli e che tutto vada secondo i vostri desideri? Mentre la sposa, come una cingallegra, chiacchierava tra sè:—Ecco che ci penso! Le vestirei un abitino americano scollato, in bazin bianco, a davanti principessa, rigato a pieghettine…. sì o no?… poi una larga cintura in surah ciliegia, annodata di dietro a lembi sciolti…. Oh il cappellino? Capellino a tese rivoltate…. Sei qui, cara, carissima bimba? Gigio colla punta del bastone schiacciò lì su un sasso una povera formica, che, cammina, cammina, cammina era venuta in quattordici giorni da Pegli sin presso allo strascico profumato e inamidato e frusciante di Giulia. FANCIULLE CANTANTI. Voltri. Questa via discende e non ha fiori: questo crepuscolo infosca ed è silente. Passate e cantate: passarono e cantarono le mamme vostre, precipitarono e tacciono: e le nonne e le bisnonne. Passate e cantate. Avete fiori nelle treccie? Fiori di cimitero. Avete gaia nota d'amore sulle labbra? De profundis. IDILLIO. —Tu che vuoi la massaina, tu prega la Madonna a capo al letto, tu che eri sì divota in monastero—certo così avrà detto lo sposo, e sarà rimasto tutta notte al tavolo a scrivere lettere al babbo, avvertendolo di quel desiderio capriccioso della nuorina. Certo lei avrà disciolte le treccie, pungendosi colle forcelle, avrà spento le candele della toletta, trovandosi allo specchio brutta e cattivaccia, avrà tossito per implorare compassione…! Certissimo sarà nato quel che sarà nato, perchè al mattino alla spiaggia i due sposini (o amanti più che pallidi!) venivano ognuno col suo parasole, ognuno col suo ventaglio, ognuno col suo dispetto sulle labbra. E andavano nell'acqua restii e paurosi…. Oh vedi! Lei a un tratto si lascia andar giù, il collo, il mento, la bocchina, con uno sforzo, giù! fino alle nari! L'acqua verdissima in giro alla testa sembra stringerla con cerchi d'argento, scoppiano le bolle d'aria spumeggiando e le crespe dell'ondina trasparentissima svelano le carni bianche sommerse, con certi guizzi fuggenti! Lo sposo, gittandosi rapidamente sulla dispettosa, sommove tanto i fiotti, sì che questi gli nascondono anche gli occhietti semichiusi e trepidanti. Poverino! Egli caccia sotto le mani e solleva su la personcina. Lei, la bellissima, tosse infantilmente, mostra il seno commosso, e sorride spaurata, tra il gocciare dei capegli e delle mani tersissime, giunte in atto di chi ringrazia. —M'hai dato uno spavento!—disse Gigio. —Oh niente! Non so com'è stato! È niente sai? Per me, per te…. Ma se m'avesse veduto il mio Guido, allora sì, povero Guido…. che non c'è!—dice lei. —Avrebbe pianto colla sorellina…. che anche lei ci sarà—aggiunge compiacente lo sposo. —Guido e Bice?—conclude la sposa:—facciamo la pace. Uno per uno: non c'è che dire. Ma si accontenteranno quegli sposini? Amoroso, amorosissimo idillio! FANCIULLE MESTISSIME. Spiaggia di Cornigliano. —Da dove venite? —Dalla marina. —Lavaste i pannicelli? —No. —Calaste giù nell'acqua fino alle ginocchia, gaie bagnanti? —No. —Tuffaste i fratellini nell'onda? —No. —Aiutaste i babbi a tirare in secco le barche? —No. —Recaste a casa le reti, le vele, i remi? —No. —Oh che faceste? —Aspettiamo. —Perchè? —Speriamo. —Fanciulle mestissime, non invidiate le fanciulle cantanti. Per esse e per voi questa via discende e non ha fiori: questo crepuscolo infosca ed è silente. MATTINA. Il mare, il cielo, i monti, tutto è d'un azzurriccio-perla. Una barca peschereccia da prora a poppa è ninnata bel bello, come se in essa stia assopito un bambino inviziato al petto della nutrice. Non ha vele, nè remi: la linea di sommersione è quasi fosforescente: dal

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Argomenti: nome gentile,    primogenito babbo,    tacco altissimo,    abitino americano,    desiderio capriccioso

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