L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza pagina 22

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conseguenza alla sua volta di tutto un lungo passato di un'educazione falsa, di una falsa morale; frutto di una pianta venuta su nel terreno dei pregiudizii più rancidi, dell'ignoranza più crassa dell'umana dignità, dei suoi diritti e dei suoi doveri. * * * In Inghilterra, in America, un po' meno in Germania, in Russia, in Olanda molte signorine non prendono marito per libera elezione, e non perchè sian gobbe o guercie o zoppe. Esse non hanno avuto la fortuna di trovare nei sentieri della vita l'uomo del loro cuore e son rimaste ragazze. Non per questo sono infelici, ma bastano a sè stesse e dedicano la loro vita ad uno dei tanti scopi, ai quali possiamo dirigere la nostra navicella. * * * Il nostro paese (làsciamelo dire in tutta confidenza) a questo riguardo è uno dei più arretrati e noi serbiamo in tutta la sua vigoria l'antico pregiudizio, che vecchia ragazza sia sinonimo di paria del sesso femminile. * * * Questo pregiudizio si andrà perdendo poco a poco col crescer della civiltà e man mano noi educheremo le donne, perchè prima di tutto bastino a sè stesse e alla loro felicità. Io ti ho educata a questo modo, angelo mio, sperando che andrai incontro a tempi migliori dei miei. *
* *
Troverai nei romanzi e nelle poesie, che il primo amore è l'amore vero, l'unico amore, l'amore per eccellenza. Nulla di più falso. Lo stesso varrebbe dire che il primo quadro d'un pittore deve essere l'ottimo fra tutti quelli che egli farà nel corso della sua vita; che il primo discorso, il primo libro, la prima statua, la prima opera in musica saranno ciò che di meglio faranno il deputato, l'autore, lo scultore, il maestro. * * * Anche l'amore è un'opera, in cui cuore e ingegno e sensi devono darsi la mano concordemente per rizzare quel tempio, in cui si deve trovare la massima felicità; per intrecciare quel nido, in cui deve allevarsi e crescere una famiglia. * * * Le prime opere hanno tutte le imperfezioni dell'incertezza, dell'inesperienza, dell'ignoranza. * * * Il primo giovane piacente, che ti guarda negli occhi e cogli occhi suoi ti dice d'amarti, ti piace anche soltanto perchè ti guarda a quel modo e tu sei disposta a trovarlo bello e buono e perfetto. Egli incomincia subito e involontariamente a farsi più bello, più buono, più perfetto; per piacerti, per conquistarti, per guadagnarsi il tuo amore. E tu dal canto tuo colla poesia della giovinezza accresci ancora di tuo la sua falsa bellezza; e senza saperlo vi ingannate a vicenda. E poi quando al suo ti amo, rispondi a lui colla stessa sua parola, ti trovi legata colla solennità di una promessa, fors'anche di un giuramento. L'amor proprio allora si associa all'amore, e non c'è lima che possa intaccare la catena che ti sei legata al tuo piede. Se ti accorgessi troppo tardi di esserti ingannata, lotteresti con tutte le tue forze contro la ragione, che vorrebbe illuminarti. Saresti capace non solo di chiuder gli occhi, ma anche di accecarti per non vedere la verità. Poveretta, saresti schiava per opera delle stesse tue mani. * * * Lascia dunque che il giovane ti dica cento volte: ti amo; prima che tu gli risponda colle stesse due parole, ch'egli con ardente impazienza aspetta dal tuo labbro. Anzi fa di meglio: impediscigli col tuo contegno ch'egli dica quelle parole, e se nel calore dell'ammirazione le dicesse, non lasciargliele dire una seconda volta. In ciò le donne sono maestre e tu potresti dar lezione a me. * * * Intanto se quel giovane ti piace, continua a studiarlo e confrontalo con altri; sia che ti guardino o no. Il matrimonio deve essere una scelta e non si può scegliere senza far confronti. Più il confronto si farà fra molti, fra moltissimi; e più probabilmente la scelta sarà ottima. *
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Non esser mai impaziente per deciderti. L'impazienza è sempre segno di debolezza. *
* *
Tu conosci il celebre generale romano, che vinse le guerre, aspettando, aspettando sempre. E tu vincerai la massima fra le battaglie della vita, aspettando, aspettando lungamente, aspettando sempre. Io ho fatto una statistica grossolana di molti matrimonii caduti sotto i miei occhi e dividendoli fra quelli fatti da giovanette molto giovani e gli altri conclusi in età più matura; ho trovato in questa seconda categoria un numero molto maggiore di unioni felici. * * * Nei casi dubbi non consigliarti che colla tua mamma. Le amiche, anche le migliori, in fatto d'amore sono giudici pericolosi. L'invidia entra pur troppo non chiamata nei loro consigli. Se vuoi consultare le amiche, fallo accademicamente, per semplice curiosità; non già per dar peso ai loro responsi. In ogni caso poi fidati delle amiche già maritate e non delle fanciulle. In queste, invidia e inesperienza possono mettersi assieme per trarti in errore. * * * Il disaccordo fra un uomo e una donna, che si uniscono coi vincoli del matrimonio, può esser triplice. Per via dei sensi. Per via del cuore. Per via dell'intelligenza. La massima delle infelicità nasce dall'avere in una volta sola tutti questi tre disaccordi. La massima delle felicità si ha dall'alleanza di tutti e tre questi accordi. *
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La simpatia estetica, l'ammirazione della bellezza ti mettono sulla strada per avere il primo accordo. L'aver sempre le stesse opinioni nelle questioni del sentimento, il capire e il cercare le stesse idealità, ti conducono all'accordo dei cuori. L'amare gli stessi libri, gli stessi quadri, l'avere gli stessi gusti intellettuali, ti portano alla concordia dei pensieri, che è quanto dire al paradiso in terra. * * * Non credere però, mia cara, che non vi siano altri disaccordi, all'infuori di questi che ti ho classificati in tre categorie. Ve ne sono cento e mille e mille altri minori, piccoli, piccolissimi, che stanno ai primi come i colpi di spillo stanno alle pugnalate. * * * Questi disaccordi minori non sono sensibili che per le orecchie delicate; ma le donne sono tutte delicate, e tu, amor mio, sei delicatissima per natura e per educazione. E ti conosco tanto, bamboccia mia, da poterti dire, che preferiresti un disaccordo completo a un rosario di piccole e continue disarmonie. Del resto si può uccidere un uomo anche a colpi di spillo. È questione di avere la crudeltà che basti per questa operazione. *
* *
Le piccole disarmonie nascono dal guardarsi, dal parlarsi, dal gestire, in un modo piuttosto che in un altro. * * * Ebbene molti uomini e quasi tutte le donne, che si imbarcano sulla nave del matrimonio, sono nel caso di quel facchino, di quell'avvocato, di quel giornalista, di quel medico, che si volessero improvvisare macchinisti, senza che nessuno di essi conosca il meccanismo di una locomotiva. E c'è questo di aggravante; cioè che la locomotiva è una macchina molto più semplice di un cuore, di un organismo, di un cervello umano. * * * Quando penso a tutto questo, son tentato quasi quasi di dar ragione ai molti, che a furia di meditare sui mille pericoli e sui cento trabocchetti che circondano il matrimonio, rimangono celibi per tutta la vita. * * * Tu però, caruccia mia, sei stata educata in modo da esser felice e da far felice chi ti avrà scelta per isposa, e la tua indole è così buona, è così soave, così delicata da rimediare a qualche magagna, che potesse aver il tuo compagno. E tu lo saprai cercare, e lo saprai trovare l'uomo che ti faccia felice moglie e madre fortunata. Hai sempre amato le cose difficili, e il matrimonio è la difficilissima delle difficili cose. * * * Tu hai sempre a pensare, che il matrimonio è la somma di due esistenze, di due corpi, di due anime, e che messi l'uno accanto all'altro avrebbero a dar per risultato non solo dei figliuoli, ma la perfetta felicità di un uomo e di una donna. In certi momenti un oh o un ah fuori di tempo può essere uno schiaffo. La parola caro pronunziata in una certa maniera può essere un insulto, e

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Argomenti: sei legata,    disaccordo completo,    felice moglie,    parola caro

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