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Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni pagina 62Milano, fin che viene la mia ora!» «Bravo un'altra volta! Ehi! e quel tale che ti faceva l'amore dietro tutte le siepi?» «Mandato a dormire senza cena,» rispose il Nibbione, stendendo il braccio sinistro e appoggiando orizzontalmente la mano destra alla guancia. «Bene,» rispose lo Spettinato: «così va fatto: meglio pagare che riscuotere.» «Così m'ha insegnato mio padre,» replicò il Nibbione. Con questi bei ragionamenti giunse la trista brigata alla vista del castello; quivi si trovò il Conte che avendo veduto salire l'amico gli si faceva incontro. Quando Egidio lo scorse, balzò da cavallo, gittò la briglia a uno de' suoi uomini, e corse a lui: si abbracciarono, entrarono insieme nel castello: gli scherani dell'uno e dell'altro seguitarono riverentemente in silenzio, ed entrati pure in frotta, andarono tutti insieme a gozzovigliare secondo gli ordini dati dal Conte. Quando i due amici furono soli nella stanza appartata, dove il Conte trattava gli affari più reconditi, scoperse ad Egidio il motivo della chiamata in questo modo. «Mio caro Egidio, e posso dir figlio. Ho un affare a Monza, pel quale m'è d'uopo un amico fidato, e un uomo destro e valente; e ho posti gli occhi sopra di te.» «Vorrei vedere», rispose Egidio, «chi sarebbe in Monza colui che ardisse vantarsi di esservi più amico di me.» «La mentita gliela darei io,» replicò il Conte. «Ora mettetemi alla prova.» «Ho bisogno di avere in mano una persona,» disse il Conte. «Viva, o morta?» domandò Egidio. «Viva, viva,» rispose il Conte, «è un affare allegro.» «Bene,» disse Egidio, «purchè non sia il Castellano nè alcuno di sua famiglia, nè il feudatario, nè il podestà, nè un ufiziale spagnuolo...» «Ih! ih!» disse il Conte, «che vorresti tu ch'io facessi di questa gente? Quando io gli avessi tutti in questo castello, farei aprire tutte le porte per lasciarli andare. Non sono buoni da nulla nè vivi nè morti.» «Che so io?» riprese Egidio: «Bene, purchè non sia ancora, nè l'arciprete, nè tampoco un prete, nè un frate, nè una monaca, perchè non vorrei aver che fare col Cardinale, che sarebbe uomo da mettere a soqquadro tutta Roma e tutta Madrid, finchè non ne avesse veduta l'acqua chiara: purchè non sia nessuno di questi, vi prometto, umanamente parlando, che siete servito.» «Ebbene,» disse il Conte «quello ch'io vorrei che tu prendessi non è nessuno di questi uccellacci che hai nominati: è il più picciolo reatino che tu possa immaginare. Solamente, è rimpiattato in una certa fratta che ci vorrà destrezza assai a cavarnelo.» «Vediamo,» rispose confidentemente Egidio. Il Conte cavò la sua vacchetta, e dopo aver rivolta qualche carta, lesse: Lucia Mondella, e continuò: «è una contadina di questi contorni che si trova in Monza nel monastero contiguo alla tua casa, sotto la protezione della Signora; protezione molto fredda però; e raccomandata al guardiano dei cappuccini.» «Ne ho inteso parlare;» rispose Egidio, il quale ne sapeva sul conto di Lucia molto più del Conte, ma non voleva mostrarsene più inteso, perchè i suoi rapporti con la Signora erano un segreto al quale non ammetteva nemmeno gli amici più intrinseci. «Prendi tu l'impegno?» domandò il Conte. «Senza dubbio,» rispose Egidio. «E la Signora?» «La Signora, come vi hanno detto benissimo non si piglia molto a cuore questa donna; così almeno ho inteso dire da quelli di casa mia che bazzicano con l'ortolano, o con qualche altro mascalzone del monastero. E poi, faremo la cosa in modo che nè la Signora nè altri possa sospettare donde il colpo venga.» «Sai tu ch'ella si allontani dal monastero qualche volta? Hai mezzo per farla uscire?» «M'impegno di trovarlo. E non vi posso promettere nè pel tal giorno, nè per la tale settimana; ma piglierò il tempo, e sarete servito; e non andrà molto.» «Bravo! e hai tu bisogno d'uomini in ajuto?» «Ho bisogno certo d'uomini, non tanto per compire l'opera, come per distornare i sospetti. Quando io vi darò avviso, voi mi manderete dei vostri uomini forestieri, dei più destri e determinati; costoro si lasceranno vedere qualche tempo prima; si parlerà in paese di loro: quando la donna sarà scomparsa...» «Va bene, si dirà che è stata rapita da forastieri, sconosciuti, da Bergamaschi.» «Rapita, o fuggita con essi: quel che si vorrà: o anche l'uno e l'altro perchè ho veduto in più d'un caso che il raccontare una storia in diverse maniere serve molto a confondere le teste, e a tener lontani i sospetti dalla verità del fatto.» «Tu parli come un vecchio, e sai operare da giovane,» rispose il Conte. «Io ti manderò gli uomini che mi richiederai: e non avranno altro ordine che di ubbidire ai tuoi.» Così fu conchiuso l'orribile accordo: Egidio annunziò al Conte che l'indomani ripartirebbe di buon mattino, e che appena giunto a casa, avviserebbe ai mezzi di condurre a buon fine l'impresa. La sicurezza però di Egidio diede al Conte una maraviglia non molto dissimile da quella che Don Rodrigo aveva presa della sua. Si aspettava bene il Conte che Egidio avrebbe abbracciata l'impresa, e trovato il modo di compierla, ma ch'ella dovesse parergli così agevole, non lo avrebbe immaginato. Si preparava anzi a fargli animo, e a suggerirgli i mezzi per vincere gli ostacoli che Egidio gli avrebbe opposti; e fra questi il primo gli pareva che dovesse essere la Signora: ma il lettore sa che questo che al Conte sembrava ostacolo dovette tosto affacciarsi alla mente di Egidio come un mezzo validissimo. Ed è questo uno dei molti vantaggi dei lettori di storie: il sapere certe cose ignorate dai personaggi più importanti di esse; il veder chiaro dove i più accorti ed oculati personaggi camminano all'oscuro: vantaggio che dovrebbe ispirare ad ogni lettore bennato molta riconoscenza a coloro che glielo procurano, che alla fin fine sono gli scrittori di quelle storie. Nel resto di quel giorno il Conte trattenne in festa l'amico, in quella festa però che poteva essere in quel luogo e fra quei due. All'indomani, dopo molti affettuosi congedi, Egidio partì, promettendo che ben presto manderebbe al Conte buone novelle dell'affare; discese al lago, entrò nel battello del Conte, traghettato all'altra riva dell'Adda coi suoi, si ripose a cavallo, e prese la via di Monza. In quel tempo di provocazioni, di vendette, di agguati, di tradimenti, l'uomo che si allontanava quattro passi da casa sua, camminava sempre con sospetto a guisa d'un esploratore in vicinanza del nemico; e più d'ogni altro i facinorosi e soverchiatori di mestiere, quelli che avevano in ogni parte conti accesi di offese o di minacce, com'era Egidio. Benchè mandasse alcuni passi innanzi a battergli la via uno de' suoi cavalieri, il quale spiava se ci fossero insidie, o se giungessero nemici, pure andava egli stesso guardandosi a destra e a sinistra, cercando di penetrare con lo sguardo ogni siepe, alzandosi di tempo in tempo su le staffe per veder dietro i muri dei campi, piegandosi per vedere dietro ogni cappelletta, volgendosi di tempo in tempo a vedere dietro le spalle, e affisando da lontano chiunque veniva, perchè poteva essere un nemico, o il sicario nascosto di un nemico. Alla metà circa della via, incontrò egli una caravana di carretti e di pedoni, e li riconobbe da lontano per quelli che erano veramente cioè pescivendoli che tornavano da Milano dopo avere smaltita la loro merce, e che camminavano di conserva per assicurarsi dai masnadieri. Esaminando però attentamente ogni persona della caravana, a misura che gli passava dinanzi, gli parve di riconoscere una donna, che si stava accosciata sur un carretto, coperta il capo d'un fazzoletto rannodato sotto il mento, la quale veggendo venire armati guatava con una curiosità mezzo spaventata. Egidio la mirò più fisamente, s'avvide che s'era apposto, che era dessa, e si rallegrò pensando che a Monza troverebbe un impiccio di meno nell'esecuzione del suo mandato. Era la nostra povera Agnese Tag: conte tempo uomini signora dietro casa uno amico essere Argomenti: quattro passi, braccio sinistro, uomo destro, monastero contiguo, lettore bennato Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Decameron di Giovanni Boccaccio Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga Novelle rusticane di Giovanni Verga Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come fare soldi e contare, possibilmente, su un piccolo reddito passivo Ultime tendenze nei trattamenti di bellezza Tecniche di depilazione a confronto Ottenere il taglio di capelli che si desidera Opzioni per il trattamento della cellulite
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