Nel sogno di era pagina 10

Testo di pubblico dominio

anche non posso abbandonare quest'unica che m'è rimasta. È ben vero che comanda il Signore: "lascia tutte le pecorelle per seguire la pecorella smarrita". Ma quelle erano tutte e questa è una: e se l'abbandonassi, non sarebbe ella stessa smarrita? * * * La via era lunga troppo e malagevole perchè il prete e la fanciulla potessero rifarla nello stesso giorno. I pastori li ospitarono fino al domani, e la donna divise con Maria il suo letto, nell'alcova dipinta, tenendosi accanto la piccola culla. Era buona la pastora. Ella ebbe per Maria delle tenerezze di madre. Le faceva compassione a saperla così fuori del mondo. Mentre si svestiva in silenzio, nel breve cerchio di luce della lampadina, la guardava dolcemente. Quanto candore sulla sua fronte! Che ineffabile armonia celestiale negli occhi e sulle labbra! Oh! la buona e bella sposa ch'ella sarebbe stata per suo cognato! E perchè no? Maria si avvicinò alla culla sempre con quell'aria religiosa di rispetto al mistero, di affettuosità contenuta. —Veramente, la più bella tra le cose vive è un bambino. —Lo credi?—e la pastora sorrise, parte di orgoglio materno, parte di maliziosa intuizione femminile. —Poichè ti piacciono i bambini, ti voglio dare una immagine dove sta dipinto il bambino Gesù. Senza mancare di riverenza al nostro Salvatore, guarda, non ti pare che assomigli tutto al bambino mio? Maria contemplò l'immagine con molto raccoglimento, e ringraziando soggiunse: —La metterò accanto a quello specchietto che regalasti a mia sorella. —Uno specchietto? A tua sorella? La pastora sbarrò gli occhi, e Maria ripetè: —Sì, una bella cosa lucida dove si vede il volto, e che Maria chiamava specchio. Glielo donasti tu quest'estate, quando salivi a pascolare l'armento. —Ma io non sono mai salita a pascolare l'armento, e non ho mai veduta tua sorella, e non le diedi nessuno specchio. Un fenomeno strano si svolgeva in Maria, come se una vampa di fuoco le toccasse il volto, per cui si avvide di diventare così rossa e con quel colore strano ch'ella aveva osservato molte volte sulle guancie di Mària; mentre il cuore sembrava arrestare i suoi battiti sotto l'impressione di uno sgomento infinito. La pastora, ingannandosi sul significato di quel rossore, si affrettò a dire: —Se desideri uno specchio, è presto fatto. Fra pochi giorni ritorna mio cognato, che è stato a lavorare nelle mine. Egli ne avrà uno certamente, e te lo porterà. —Le mine!—esclamò Maria, sentendo crescere l'ignoto sbigottimento.—Conosci tu le mine? —Io no. —E non ne parlasti a mia sorella? —Se ti dico che non l'ho veduta mai! Maria non aggiunse altro. Tremava tutta, e vedeva un gran buio; un buio che non era nella stanza, ma in tutto il mondo, e soprattutto dentro di lei; un buio assoluto e pauroso, dove sembrava si agitassero delle minaccie ascose e risuonassero lontano lontano, sottoterra, dei gridi strani che sembravano risa ed avevano un suono di pianto. * * * Triste assai fu il ritorno. Le pioggie di novembre avevano spazzato fin l'ultima foglia; gli alberi rizzavano i loro tronchi e gli irti rami nella desolata nudità dello spazio. Man mano che salivano, le vette mostravansi coperte di neve, e per la prima volta Maria trovò che la neve era malinconica. —Hai freddo, mia povera figlia? Coraggio; quando saremo nella nostra capanna, ti accenderò un bel fuoco di betulle e di ginestre. Un pensiero molestava Maria. Dove ella era sentivasi il freddo? Il prete andava innanzi quasi per incoraggiarla e mostrarle meglio la strada, che parve ad entrambi assai lunga. Quando Maria incominciò a riconoscere i luoghi famigliari, e la vetta che stava dietro alla loro baita, fu invasa da una subitanea speranza. Se ella fosse tornata?… Una zolla di terra bagnata, tracciando una macchia bruna sotto ad un pino, le fece battere rapidamente il cuore. Le era parsa la figura di sua sorella che stesse ad aspettarla. Ma nessuno aspettava. Il sentiero era deserto, dominato dal silenzio delle grandi altezze. Sulla porta della baita, la ciotola piena d'acqua ed il pane giacevano allo stesso posto. Entrarono con un senso di terrore, sentendo che tutta la loro vita era cambiata, che il passato non sarebbe tornato mai più, mai più. Accesero il fuoco di betulle e di ginestre, ma la fiamma non era allegra; essa strideva sinistramente. Il prete pensava a dire qualche cosa; Maria pensava lo stesso e nessuno apriva bocca. Stavano dall'una parte del fuoco e dall'altra, lasciando un posto nel mezzo. Così calò la notte senza che se ne avvedessero. Le tenebre copersero la piccola finestra; il fuoco morì a poco a poco… Maria, agghiacciata fin nel midollo delle ossa, cercò a tentoni il suo lettuccio, e brancicando nel buio urtò qualche cosa che cadde a terra e si infranse con uno stridore secco. Il suolo della stanzetta si coperse di piccoli frammenti lucidi…
Ponendovi sopra il piede, Maria si ferì.
Dal suo letto dolorando e rigando il lenzuolo con qualche gocciolina di sangue, ella gemeva. —Signore, mio Dio, fate che io capisca. * * * Un uccellino si era abbattuto davanti alla capanna. Maria lo aveva raccolto e lo riscaldava nel suo grembo. Il buon padre intanto leggeva uno dei più commoventi fra i salmi: "L'anima mia vien meno dietro alla tua salute; io spero nella tua parola. "Gli occhi miei vengono meno dietro alla tua parola, dicendo: Quando mi consolerai tu?" …………………………………………. ………………………………………………………….. Il fratello del pastore battè all'uscio. I due solitari lo accolsero con un grido. Oh! la grande, la commovente apparizione! Egli era coperto di brina, il suo cappello era rappreso per il gelo, e i chiodi delle sue scarpe lasciavano dietro tante piccole traccie bagnate. Il prete sapeva che cosa vuoi dire salire la montagna d'inverno! —Dio ti benedica, figlio mio! Qualunque novella tu porti, ti sia reso il merito della tua carità. Ristette il giovane, timoroso, sulla soglia. Alla meta del suo viaggio, gli mancavano le forze, le gambe gli si piegavano sotto e la lingua gli si appiccicava al palato. Fu Maria che lo mosse. Colla sua dolce voce e colla ingenua schiettezza gli domandò subito: —Vedesti mia sorella? Ancora egli non potè parlare; ma, colpito dal soavissimo accento, si avanzò, e standosene muto, la sua faccia si coperse di sì intensa mestizia e tenne sì risolutamente fissi gli sguardi al suolo, che un brivido corse nei due cuori. —Morta?—esclamò il prete. Il giovine tacque ancora. Un sentimento improvviso lo paralizzava, che non era il gelo, non era la fatica, non il dolore della notizia che recava. Furtivamente sollevava la pupilla a quella purissima che gli stava davanti; e un sacro timore lo prendeva, quasi lo scrupolo di un sacrilegio. —Morta?—ripetè il prete angosciosamente. Ella se ne stava in piedi, colle mani giunte ed abbandonate lungo la persona, nell'attitudine di un supremo candore e di un'ansia estrema. Le pupille del giovane tornarono a chinarsi. Con un movimento ruvido e casto, si tolse allo sguardo di lei e, piegandosi rapidamente verso il prete, mormorò: —Perduta! * * * Altre parole pronunciò poi il giovane montanaro; induzioni, commenti, sospetti, e il fatto che Mària era stata veduta più volte intorno all'accampamento dei minatori, e la coincidenza precisa della sua scomparsa col ritorno di costoro ai propri paesi. Ma di tutte queste spiegazioni Maria poco intendeva. Una parola sola l'aveva colpita, la prima: Perduta? Colla sua straordinaria lucidità per tutto quanto riguardava il mondo dell'anima, capì che perduta voleva dire per sempre—più che morta. Ella non avrebbe potuto nè raggiungerla, nè rivederla. Perduta nel tempo, nello spazio, nella eternità… Perduta! perduta! Indarno il buon padre, vedendola così impressionata, tentò di calmarla con parole di speranza e di perdono; egli la trovò, con sua sorpresa, quasi insensibile. Un grande velo si era squarciato,

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Argomenti: fenomeno strano,    colore strano,    dolce voce,    breve cerchio,    ineffabile armonia

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