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Decameron di Giovanni Boccaccio pagina 124sentì così di presente a quel venne; al quale la donna disse ciò che fatto avea la mattina e quello che il marito appresso mangiare l'aveva detto, e poi disse: “Io son certa che egli non uscirà di casa ma si metterà a guardia dell'uscio, e per ciò truova modo che su per lo tetto tu venghi stanotte di qua, sì che noi siamo insieme.” Il giovane contento molto di questo fatto disse: “Madonna, lasciate far me.” Venuta la notte, il geloso con sue armi tacitamente si nascose in una camera terrena. E la donna avendo fatti serrar tutti gli usci, e massimamente quello da mezza scala acciò che il geloso sù non potesse venire, quando tempo le parve e il giovane per via assai cauta dal suo lato se ne venne; e andaronsi a letto, dandosi l'un dell'altro piacere e buon tempo; e venuto il dì, il giovane se ne tornò in casa sua. Il geloso, dolente e senza cena, morendo di freddo, quasi tutta la notte stette con le sue armi allato all'uscio e aspettare se il prete venisse; e appressandosi il giorno, non potendo più vegghiare, nella camera terrena si mise a dormire. Quindi vicin di terza levatosi, essendo già l'uscio della casa aperto, faccendo sembiante di venire altronde, se ne salì in casa sua e desinò. E poco appresso mandato un garzonetto, a guisa che stato fosse il cherico del prete che confessata l'avea, la mandò dimandando se colui cui ella sapeva più venuto vi fosse. La donna, che molto bene conobbe il messo, rispose che venuto non v'era quella notte e che, se così facesse, che egli le potrebbe uscir di mente, quantunque ella non volesse che di mente l'uscisse. Ora che vi debbo dire? Il geloso stette molte notti per volere giugnere il prete all'entrata, e la donna continuamente col suo amante dandosi buon tempo. Alla fine il geloso, che più sofferir non poteva, con turbato viso domandò la moglie ciò che ella avesse al prete detto la mattina che confessata s'era. La donna rispose che non gliele voleva dire, per ciò che ella non era onesta cosa né convenevole. A cui il geloso disse: “Malvagia femina, a dispetto di te io so ciò che tu gli dicesti, e convien del tutto che io sappia chi è il prete di cui tu tanto se' innamorata e che teco per suoi incantesimi ogni notte si giace, o io ti segherò le veni.” La donna disse che non era vero che ella fosse inamorata d'alcun prete. “Come?” disse il geloso “non dicestù così e così al prete che ti confessò?” La donna disse: “Non che egli te l'abbia ridetto ma egli basterebbe se tu fossi stato presente; mai sì che io gliele dissi.” “Dunque” disse il geloso “dimmi chi è questo prete e tosto.” La donna cominciò a sorridere e disse: “Egli mi giova molto quando un savio uomo è da una donna semplice menato come si mena un montone per le corna in becheria: benché tu non se' savio, né fosti da quella ora in qua che tu ti lasciasti nel petto entrare il maligno spirito della gelosia senza saper perché: e tanto quanto tu se' più sciocco e più bestiale, cotanto ne diviene la gloria mia minore. Credi tu, marito mio, che io sia cieca degli occhi della testa, come tu se' cieco di quegli della mente? Certo no; e vedendo conobbi chi fu il prete che mi confessò, e so che tu fosti desso tu; ma io mi puosi in cuore di darti quello che tu andavi cercando, e dieditelo. Ma se tu fossi stato savio, come esser ti pare, non avresti per quel modo tentato di sapere i segreti della tua buona donna, e senza prender vana sospezion ti saresti avveduto di ciò che ella ti confessava così essere il vero, senza avere ella in cosa alcuna peccato. Io ti dissi che io amava un prete: e non eri tu, il quale io a gran torto amo, fatto prete? Dissiti che niuno uscio della mia casa gli si potea tener serrato quando meco giacer volea: e quale uscio ti fu mai in casa tua tenuto, quando tu colà dove io fossi se' voluto venire? Dissiti che il prete si giaceva ogni notte con meco: e quando fu che tu meco non giacessi? E quante volte il tuo cherico a me mandasti, tante sai, quante tu meco non fosti, ti mandai a dire che il prete meco stato non era. Quale smemorato altri che tu, che alla gelosia tua t'hai lasciato accecare, non avrebbe queste cose intese? E se'ti stato in casa a far la notte la guardia all'uscio e a me credi aver dato a vedere che tu altrove andato sii a cena e a albergo! Ravvediti oggimai e torna uomo come tu esser solevi e non far far beffe di te a chi conosce i modi tuoi come fo io e lascia star questo solenne guardar che tu fai; ché io giuro a Dio, se voglia me ne venisse di porti le corna, se tu avessi cento occhi come tu n'hai due, mi darebbe il cuore di fare i piacer miei in guisa che tu non te ne avvedresti.” Il geloso cattivo, a cui molto avvedutamente pareva avere il segreto della donna sentito, udendo questo si tenne scornato; e senza altro rispondere, ebbe la donna per buona e per savia, e quando la gelosia gli bisognava del tutto se la spogliò, così come quando bisogno non gli era se l'aveva vestita. Per che la savia donna, quasi licenziata a' suoi piaceri, senza far venire il suo amante su per lo tetto come vanno le gatte ma pur per l'uscio discretamente operando poi più volte con lui buon tempo e lieta vita si diede.– 6 Madonna Isabella, con Leonetto standosi, amata da un messer Lambertuccio è visitata e torna il marito di lei: messer Lambertuccio con un coltello in mano fuor di casa sua ne manda, e il marito di lei poi Lionetto accompagna. Maravigliosamente era piaciuta a tutti la novella della Fiammetta, affermando ciascuno ottimamente la donna aver fatto e quel che si convenia al bestiale uomo. Ma poi che finita fu, il re a Pampinea impose che seguitasse; la quale incominciò a dire: –Molti sono li quali, semplicemente parlando, dicono che Amore trae altrui del senno e quasi chi ama fa divenire smemorato. Sciocca opinione mi pare: e assai le già dette cose l'hanno mostrato, e io ancora intendo di dimostrarlo. Nella nostra città, copiosa di tutti i beni, fu una giovane donna e gentile e assai bella, la qual fu moglie d'un cavaliere assai valoroso e da bene. E come spesso avviene che sempre non può l'uomo usare un cibo ma talvolta disidera di variare, non sodisfaccendo a questa donna molto il suo marito, s'innamorò d'un giovane il quale Leonetto era chiamato, assai piacevole e costumato, come che di gran nazion non fosse, e egli similmente s'innamorò di lei: e come voi sapete che rade volte è senza effetto quello che vuole ciascuna delle parti, a dare al loro amor compimento molto tempo non si interpose. Ora avvenne che, essendo costei bella donna e avvenevole, di lei un cavalier chiamato messer Lambertuccio s'innamorò forte, il quale ella, per ciò che spiacevole uomo e sazievole le parea, per cosa del mondo a amar lui disporre non si potea; ma costui con ambasciate sollicitandola molto e non valendogli, essendo possente uomo la mandò minacciando di vituperarla se non facesse il piacer suo; per la qual cosa la donna, temendo e conoscendo come fatto era, si condusse a fare il voler suo. E essendosene la donna, che madonna Isabella avea nome, andata, come nostro costume è di state, a stare a una sua bellissima possessione in contado, avvenne, essendo una mattina il marito di lei cavalcato in alcun luogo per dovere stare alcun giorno, che ella mandò per Lionetto che si venisse a star con lei; il quale lietissimo incontanente v'andò. Messer Lambertuccio, sentendo il marito della donna essere andata altrove, tutto solo montato a cavallo a lei se n'andò e picchiò alla porta. La fante della donna vedutolo n'andò incontanente a lei, che in camera era con Lionetto, e chiamatala le disse: “Madonna, messer Lambertuccio è quaggiù tutto solo.” La donna, udendo questo, fu la più dolente femina del mondo; ma temendol forte, pregò Leonetto che grave non gli fosse il nascondersi alquanto dietro alla cortina del letto infino a tanto che messer Lambertuccio se n'andasse. Leonetto, che non minor paura di lui avea che avesse la donna, vi si nascose; Tag: donna prete geloso casa marito uomo notte tempo giovane Argomenti: giovane donna, savio uomo, madonna isabella, donna semplice, maligno spirito Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi La trovatella di Milano di Carolina Invernizio La divina commedia di Dante Alighieri Fior di passione di Matilde Serao Il colore del tempo di Federico De Roberto Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come fare soldi e contare, possibilmente, su un piccolo reddito passivo Caratteristiche del mixed wrestling Ultime tendenze nei trattamenti di bellezza Il genere sentimentale Offerta capodanno a Merano 2000
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