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L'amore che torna di Guido da Verona pagina 77voleste risparmiarmi le vostre persecuzioni continue, tanto più che, una volta o l'altra, potrei averne qualche noia. — È tutto quello che avevate a dirmi? — osservai freddamente. — Mah... è tutto! E andammo a lato, in silenzio, per qualche centinaio di metri, io guardando sopra il collo della mia cavalcatura la bella campagna che si stendeva sino al confuso inazzurrare dei monti ed il sole felice che a perdita d'occhio vi scintillava, ella, di tratto in tratto, sollevando il viso di sotto il velo, come per osservarmi di sfuggita. Poi mi disse repentinamente, con un tono tra il serio ed il faceto: — Avete un po' cambiato fisionomia, da quel tempo... — Vi pare? Sono forse invecchiato. Ho molti capelli bianchi ora. — Volevo dire una diversità di espressione; avete l'aria più cattiva; sembrate un uomo che viva in uno stato anormale, ruminando chissà mai quale idea pericolosa. — Nessuna, tranne quella che voi sapete. — Poi, e perdonatemi la mia franchezza, non sembrate più così spavaldo come una volta. Vi dev'essere capitato qualcosa di grave. — Credo, Edoarda, che non mi vediate più con gli stessi occhi. — Forse. Poi trattenne la cavalla e mi disse con risolutezza: — Torniamo. — No, Edoarda, non ancora, ve ne prego! Non siatemi avara di questi brevi momenti che mi sono procacciato con tanta pazienza, e che forse non si ripeteranno mai più. Ancora debbo dirvi molte cose, che il turbamento mi ha fatte dimenticare. Tanto, siamo al sicuro qui; la caccia è lontana. — Ma io debbo ritornare, intendete? lo debbo! — insistette, come per comandarlo a sè stessa. Poi soggiunse: — L'ascoltarvi più a lungo vi darebbe diritto... — Nessun diritto, nessun diritto... non parlate così! usatemi questo riguardo almeno! E messa la mano su la briglia della baietta, la costrinsi a camminarmi di fianco, sella contro sella. — Ma insomma voi profittate d'una condizione di cose... — No, non è vero... oppure, sì, come volete! Ne profitto forse un poco, e ve ne chiedo scusa. Ma ho bisogno di parlarvi, od almeno di sapere una cosa, una sola, se pur mi vorrete rispondere. — Oh, quale mai? — Una domanda; una domanda insolente e sciocca, perchè certo non mi direte la verità. Ma non importa. Vorrei sapere se amate veramente vostro marito, o se... — Ascoltátemi, Guelfo, — ella fece con un po' di risentimento, — vi siete abbastanza divertito alle mie spalle una volta perchè vi permetta di farlo una seconda! — Ma no, ma no... — Lasciátemi dire. So a cosa tendono i vostri bei discorsi e quale sia decisamente il vostro piano. Con molti giri viziosi venite a farmi un'offerta esplicita, e naturalissima in fondo! Momentaneamente vi piaccio di nuovo, per il semplice fatto che son divenuta la moglie d'un altro, e venite a propormi, oh, con molta cautela!... d'essere la vostra amante... — No, no! — ... a propormi d'essere la vostra amante. Ed io dovrei... — Insomma, Edoarda, vi prego: non continuate! — Amico mio, perchè metterci una maschera sul volto? Diciamo la verità: non è questo? — No! no! mille volte no! La mia domanda vi è parsa brutale, forse; lo era infatti. Ma non credevo che si potesse tornare del tutto estranei dopo un passato come il nostro, e contavo un poco su l'amicizia d'una volta. Voi oggi ridete, prendete le mie parole in burla, vi piace umiliarmi e vedermi soffrire; ma io v'ho fatta quella domanda per una ragione ben diversa. Ecco, Edoarda: se fossi certo che amate un altr'uomo, che vi siete sposata per amore di lui, scordandomi del tutto, se avessi questa certezza, vi dico, sarebbe l'ultima volta che cercherei d'avvicinarvi. Quindi non rispondetemi, perchè, se fosse così, varrebbe meglio non saperlo. Ella si chiuse un poco nelle spalle, guardò altrove, senza rispondere. — Son mesi e mesi, — continuai, — che questo dubbio mi tortura, ed è solo per questo che ho trovato il coraggio di venirvi a parlare. — Oh, il coraggio in questi casi gli uomini lo trovano sempre! Lontano, lontano, i corni da caccia squillavano a distesa nell'aria piena di sole; veniva per la terra sonora un rumore di galoppi distanti. Ella ebbe un leggero tremito: — Vengono!... — esclamò. — No, anzi si allontánano. — Ma bisogna pure ch'io mi trovi al «meet». — C'è tempo, c'è tempo! La caccia non finirà così presto. — Insomma, Guelfo, abbiamo fatto... cioè, avete fatto molto male, molto male!... E la sua voce non era più nè irritata nè schernevole. — Perchè? Un po' stanca, un po' curva, ella si passò la mano su la fronte, fra i capelli scomposti. — Perchè?... — ripetei, stringendole un polso, uno di que' polsi fragili, che davano al contatto la sensazione di poterli spezzare. L'attirai lentamente; le nostre spalle si toccarono, e, levando i suoi grandi occhi, mansuetamente, come faceva una volta, vide nell'alterazione del mio viso i segni dello smarrimento che mi turbava. — Sei cambiata, — le mormorai; — ma per me sei ancora la stessa... e più bella! Ti ricordi?... Ella chiuse gli occhi e piegò il mento sul petto. — Guàrdami... — la pregai, — guàrdami!... Allora sollevò il viso, con le palpebre chiuse, la bocca ferma. Il sole, battendole in faccia, dorava il suo pallore. — Sei cambiata e sei la stessa, — ripetei. — Più bella, mille volte più bella! Io non ho cessato mai di volerti bene. Ora lo sento. Eri nel mio destino, e il destino torna... deve tornare! Dimmi... dimmi!... Anche tu? Ella scosse il capo con violenza, come per ribellarsi al bisogno di rispondere «Sì!» — Pensa che felicità sarebbe la nostra!... — le bisbigliai. Vi sono momenti nuovi nel traboccar d'un'antica passione, in cui l'anima viene su la bocca e parla da sè. Ora i cavalli andavano d'un passo lento, strappando qua e là ciuffi d'erba; un vento lieve increspava le criniere, fasciandomi il suo velo intorno al collo. — Dimmi, — le domandai piano, stringendola tutta contro la mia spalla, — dimmi la verità... la verità!... lo ami? Con gli occhi semichiusi, la faccia un po' convulsa, la fronte presso la mia bocca, scosse il capo con impazienza, quasi con ira, mentre le sue ciglia si bagnavano di lacrime mal frenate. — Perchè vuoi farmi parlare! — esclamò. Una stupenda gioia mi rise nell'anima, e d'improvviso mi sembrò che tutto quanto, all'intorno, girasse, girasse, in una vertigine di sole... — E, dimmi ancora... non lo hai amato mai? — Ah, lásciami!... — comandò con ribellione, come se un nodo le soffocasse la gola. E mi respinse. — No! rispóndimi!... Mai?... in nessun modo?... L'abbracciavo, la serravo imperiosamente. Ella di nuovo strinse le labbra, e negò. — Senti allora... e me? — Tu? Aperse gli occhi mi guardò, mi fissò profondamente, come per riconoscermi. V'era in quegli occhi azzurri un'ombra che li faceva parer cupi, e le sue labbra smorte mi si offersero con un bacio di tutta la persona. — Germano, Germano... — pregò, — andiamo via!... Tutte le trombe lontane d'un tratto echeggiarono, percuotendo l'aria come una staffilata sonora. VI La prima volta che una signora viene ad un appuntamento d'amore, viene per solito con un mazzolino di fiori alla cintura; l'amante poi li mette in cornice, li conserva nel cofano delle reliquie, per poterle dire più tardi, esumandoli: «Fu la prima volta... ti ricordi?» E quest'odor di appassito è, nell'amore, un profumo che spesso prolunga le agonìe. La prima volta che una signora viene ad un appuntamento d'amore, di solito viene in vettura chiusa, fingendo d'esser assai turbata, d'aver avuta una immensa paura, cosa in fondo esageratissima, perchè le donne al giorno d'oggi sono quanto mai esperte, ed i mariti han quasi perduto il vizio preistorico di uccidere per gelosia. Fatto, sta che l'adulterio s'è talmente radicato nella vita moderna da non parer cosa ormai straordinaria nè difficile, e que' famosi Otelli della vecchia maniera sono andati a rifugiarsi nel repertorio dei teatri popolari, Tag: volta occhi forse tutto sei fatto domanda sole bella Argomenti: sole felice, domanda insolente, vento lieve, vizio preistorico Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La via del rifugio di Guido Gozzano Diario del primo amore di Giacomo Leopardi L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza La famiglia dell'antiquario di Carlo Goldoni Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerte Capodanno Cuba Adottare criceti e roditori domestici Nizza, la bella Come seccare i petali di rosa L'exotic Shorthair: gatto molto tranquillo e allegro
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