Frasi Belle - Le più belle frasi dolci e romantiche online e altro
|
||||
L'amore che torna di Guido da Verona pagina 39pari alla sua bellezza, era capacissima di spezzare la vita d'un uomo, come quella del povero pastore, aveva invece — poichè la donna è sempre incomprensibile — una specie di adorazione, o di venerazione, che so io, per quel giovane pittore, del quale si parlava come di un grande ingegno, e che infatti era un uomo pieno di qualità, ma con una salute deplorevole, poveretto! E voi sapete che le donne, in genere, preferiscono le tempre sane! — Oh, cosa le donne preferiscono. Dio sa! — Insomma, per esser breve, il pittore non voleva lasciarla partire, il tutore la insidiava, io, ve lo confesso, mi affaticavo a tutt'uomo per guidare l'acqua verso il mio mulino... e questa era una cosa naturale, non vi sembra? — Ecco: nel caso vostro, penso che avrei fatto come voi. — Non ne dubito un istante. Ma bisognava lottare contro una resistenza troppo lunga e troppo ardua per un uomo della mia specie, che nell'amore, come negli affari, cerca sempre la via più breve. Così avevo quasi rinunziato a lei, quando una sera, dopo il pranzo, me la vedo capitare all'albergo, bella come non mi era sembrata mai. «Quando andate a Parigi?» — mi dice. — «Dopodomani» — «E se venissi con voi?» — «Ah, vivaddio, vi siete decisa finalmente!» — «Ecco se voi mi assicurate di farmi recitare entro un anno, la mia decisione è presa». — «Qua la mano!» — io le dico. Ed il patto è concluso. Più tardi, che so io, qualche frase allegra, un po' di fiori sul tavolino della cena, un bicchiere di Sciampagna... insomma, come càpita sempre, mi lasciò fare... Io spinsi la crudeltà contro me stesso fino ad esclamare in tono di burla: — Ebbene, amico mio, non vi sarete annoiato! Che donna è come amante? E dentro, fin nell'intima, rabbrividivo. — Una ungherese, caro conte; crudele e triste, lasciva ed ingenua... Quel sangue magiaro insomma, pieno di contraddizioni e di ardori. — E poi?... — Mah... quella notte fu la prima e l'ultima. Quando venne il giorno di partire mi scrisse invece una lettera in cui diceva di aver mutato parere; ch'io partissi pur solo, e forse più tardi mi avrebbe raggiunto a Parigi. Le donne, signor mio, piacciono appunto perchè non hanno logica e passano come le farfalle. Io, da un lato, quando fui partito, non me ne dolsi; perchè quelle son donne che innamorano, e secondo me, per essere felici, nell'amore non bisogna amare; bisogna semplicemente chiedersi un po' di gioia. Non siete del mio parere anche voi? — Certo. Ma non sempre si può... — Bisogna potere; a meno di volersi proprio guastar la vita, che in fondo è una cosa gaia. Io sto sui palcoscenici, ossia fra le donne e fra coloro che amano le donne; ho visto amare in ogni modo, ridendo e piangendo, i ricchi ed i poveri, i giovini ed i vecchi... Ebbene, ho concluso che nell'amore c'è sempre una vittima necessaria: bisogna cercare di non esser quella. Così dicendo fece fermar la vettura, e stringendomi la mano scese d'un balzo, andò via frettoloso, dileguandosi tra la folla. Io pure discesi. Per qualche tempo mi trovai come sperduto nella fiumana di gente che ondeggiava per l'immenso dedalo parigino, e saliva o scendeva la grande corsìa, trascinandomi seco nel suo tumulto, nel suo frastuono, come uno sperso viandante che più non vedesse la strada. E nelle orecchie mi suonavano confusamente le parole dell'ironico amante: — Nell'amore non bisogna amare, bisogna semplicemente chiedersi un po' di gioia... E chiara, terribile, alta su tutte, la narrazione indolente: — Più tardi, che so io, qualche frase allegra, un po' di fiori sul tavolino della cena, un bicchiere di Sciampagna... insomma, come càpita sempre, mi lasciò fare... Poi quella sua definizione: — Una ungherese, caro conte, crudele e triste, lasciva ed ingenua... Quel sangue magiaro, insomma, pieno di contraddizioni e di ardori... II Finalmente lo stupore cessò. Guardai l'orologio; eran passate le cinque, l'ora in cui per solito andavo incontro ad Elena, reduce dalla scuola. Che avrei fatto nel rivederla? Cosa potevo risolvere in preda com'ero d'un orribile turbamento? Frattanto mi avvinse un altro pensiero, al quale non avevo dapprima riflettuto. Se per caso il Duvally m'incontrasse con Elena? Quale non sarebbe in tal frangente la mia ridicola confusione? Bah!... in questo caso — pensai, — gli dirò d'averla incontrata solo pochi giorni prima, o forse gli confesserò con brio, con spigliatezza, il mio piccolo sotterfugio. Da quell'uomo ch'egli era, certo ne avrebbe riso. D'altronde Parigi è grande, com'egli aveva detto, e non ci s'incontra quasi mai. Ora un solo desiderio dominava il mio spirito: quello di apparecchiarmi una sottile vendetta, mostrandole che non m'ero del tutto lasciato ingannare dalle sue menzogne. E per la prima volta conoscevo nell'amore questo acerbo sentimento che si chiama la gelosia del passato, più terribile perchè distante, non precisa, piena d'immaginazioni a cui nulla può dar pace. Non andai a prender Elena quella sera e camminai per le strade a lungo, elaborando il mio disegno. Tornai, senz'averne costrutto alcuno, ma solamente deciso a farla soffrire. Quando rincasai, ella stava seduta nella sala da pranzo vicino alla finestra, e leggeva. Su lei, sul libro cadeva una luce rosea da un paralume di trine. Udendomi entrare, si alzò, mi corse incontro festosa. — Perchè non sei venuto a prendermi? — domandò, serrandomi le braccia intorno al collo. Spargeva intorno a sè un profumo fragrante, che pareva sbocciasse dalla sua persona come da nascosti fiori. — È trascorsa l'ora senza che me ne avvedessi. Perdonami, — le risposi. — È la prima volta, sai! — fece con un rimprovero sorridente. — Ero con altri, con l'Alessi, e mi premeva di stabilire finalmente con lui qualcosa di concreto. Forse la mia voce, forse l'alterazione del mio volto la sorpresero. — Che hai dunque? Mi sembri così concitato... — ella osservò. — Io? Nulla. Credo che t'inganni, Elena! — Eppure.... Mòstrati alla luce. — Ho avuto mal di capo tutto il giorno: ora è passato. Mi teneva sempre le braccia intorno al collo, appoggiava la sua guancia fresca su la mia, poi mi passava la mano su la fronte come per blandirne il dolore. — Non hai proprio nulla? — Ma no.... — Allora sei triste... un poco triste... Dimmi il perchè? — Non vedi che rido? — Sì, ridi, ma non come gli altri giorni. Forse hai qualche fastidio? — Eh no! via! Perchè mi torturi così? Sono allegrissimo, ti assicuro! — Oh, come sei brusco! — ella esclamò, sciogliendomi le braccia dal collo. — Via, non irritarti, — la pregai con dolcezza. — No, affatto. Solo mi pareva di darti noia... — E soggiunse: — Pranzeremo in casa? — Come preferisci. Ella se ne andò per dare qualche ordine alla domestica, io mi diressi verso la mia camera per mutar d'abiti. Poco dopo l'intesi picchiare alla porta. — Entra, Elena. — Ah, ti vesti? Esci anche stasera? — Non lo so per certo, ma è probabile che il d'Hermòs mi venga a prendere. — Il d'Hermòs ti conduce sempre via. Scommetto che sei stato con lui anche oggi. — No: ti ho detto che sono stato con l'Alessi. — Hai concluso nulla? — Nulla per ora, perchè non ho voluto ancora prendere un impegno. Però mi ha fatto proposte che ritengo assai vantaggiose. Mentre così discorrevamo, ell'andava disponendo i miei abiti sul letto e mi versava ora nei catini qualche goccia d'Acqua di Lavanda. Vi tuffai la faccia, poi, nello specchio che avevo di fronte, stetti a considerare ogni suo movimento. Era seduta presso il letto, intenta a mettere i bottoni gemelli nei polsini d'una camicia di bucato. Su lo sparato lucido i suoi capelli facevano cadere una vasta ombra. — Che brava donnina sei! — -le dissi gaiamente. — Perchè? — Vedo che prepari le mie cose con una cura tutta particolare. — Non lo faccio dunque ogni giorno? — Sì: ma questa sera ti osservo con maggior tenerezza. Non tutti hanno per valletto una personcina come Tag: sempre donne nulla sei insomma forse prima triste pieno Argomenti: uomo pieno, sangue magiaro, resistenza troppo, acerbo sentimento, pranzo vicino Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Diario del primo amore di Giacomo Leopardi La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Decameron di Giovanni Boccaccio I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Dryas iulia: la farfalla più insolita del mondo Top 3 dei profumi più caldi Come calmare un gatto Agriturismo per l'estate Suggerimenti sulla pulizia dei kit di trucco
|
||||