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Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni pagina 24diss'egli, entrando, tutto ansante, ma con voce ferma. «Non v'è nulla a sperare dall'uomo: tanto più bisogna confidare in Dio.» Benchè nessuno dei tre sperasse molto nel tentativo del Padre Cristoforo, giacchè il vedere un potente recedere da una soperchieria per preghiera e senza esser sopraffatto da una forza superiore era cosa più inaudita che rara, nullameno la trista certezza fu un colpo per tutti. Ma Fermo ne prese più sdegno che accoramento. Le ripulse replicate di Lucia, i suoi disegni così ben meditati, e le sue speranze al vento, il non saper più come uscire per altra via d'impaccio, un lungo diverbio, avevano cresciuta e riscaldata la stizza che egli covava già da due giorni: l'amore, però, e il rispetto che Lucia gli ispirava anche rifiutando ciò ch'egli bramava sopra ogni cosa, avevan temperata questa stizza, e impedito ch'ella non iscoppiasse in escandescenza. Ma quando a quella passione compressa si presentò un oggetto odioso per ogni parte, quello che ne era l'oggetto principale, la passione non ebbe più freno. «Vorrei sapere,» gridò Fermo colla bava alla bocca e come non aveva mai gridato in presenza del Padre Cristoforo, «vorrei sapere che ragione ha detto quel cane, per sostenere che Lucia non ha da esser mia moglie.» «Povero Fermo!» rispose il Padre, con un accento di pietà e d'amorevolezza. «Sai tu che se alcuno potesse costringere quei signori a dire le loro ragioni, le cose non andrebbero a questo modo.» «Dunque ha detto il cane che egli non vuole, perchè non vuole?» «Non ha detto nemmen questo. Piacesse a Dio che per commettere l'iniquità gli uomini fossero costretti di confessarla apertamente; l'iniquità trionferebbe meno sulla terra.» «Ma che parole ha dette quel tizzone d'inferno?» «Io le ho intese, Fermo, e non te le saprei ripetere. Dimmi, se tu dopo un lungo giro uscissi da un sentiero intricato, pieno di oscurità e di spini, sapresti tu descrivere la via che hai percorsa? noverare i tuoi passi, segnare le giravolte e gl'inciampi? Povero Fermo! Le parole della iniquità potente sono come il lampo che abbaglia e fa terrore, e non lascia vestigio. Essa può minacciarti di vendetta perchè tu abbi sospetto di lei, e nello stesso tempo farti intendere che il tuo sospetto è certezza: può dirti: guai a te se non mi comprendi, guai a te se mostri di comprendermi: può insultare, e mostrarsi offesa, schernire e chieder ragione, atterrire e lagnarsi, essere impudente e irreprensibile. Non cercar più altro. Colui non ha proferito il nome di questa innocente, nè il tuo, non ha mostrato di sapere che voi viviate, non ha detto di voler nulla; ma... pur troppo quello che voi mi avete rivelato, quello che io non avrei voluto credere, è vero. Mah! confidenza in Dio come v'ho detto: questa è l'ora dell'uomo, ma va passando. Voi, poverette, non vi perdete d'animo, e tu, mio Fermo... oh! credi ch'io so pormi ne' tuoi panni, ch'io sento quello che passa nel tuo cuore... ma abbi pazienza: io so che questa parola è amara: ma è la sola che ti possa dire un uomo che non sia tuo nemico. Dio stesso, che è onnipotente, non te ne vuol dir altra, per ora. Io parto, e vi lascio nelle mani di Dio... Oh il sole è caduto e arriverò tardi: ma poco importa. Fatevi animo: Dio mi ha già dato un segno di volervi ajutare. Domani non ci vedremo: io rimango al convento; ma per voi. Mandate, Lucia, un garzoncello fidato, che giri vicino al convento, alla Chiesa, e pel quale io possa farvi sapere quello che occorrerà: io sarò avvertito, e vi farò avvertite: avremo dei mezzi che colui non sospetta, che finora non conosco nemmeno io: in Milano ho qualche protezione, e la vedremo. Sento una voce che mi dice che tutto finirà presto e bene. Fede, coraggio, e buona sera.» Detto questo s'avviava frettolosamente, quando udì Fermo dire, mormorare con voce contenuta dal rispetto, e velata dalla collera, ma intelligibilmente: «la finirò io». La faccia e l'atteggiamento di Fermo non lasciava dubbio sul senso di queste parole. «Misericordia!» sclamò Agnese. Lucia si volse supplichevolmente al Padre Cristoforo, come se volesse dire: – ammansatelo –. «Tu la finirai!» disse rivolgendosi il Padre Cristoforo, ed appostandosi sulla porta: «no Fermo, tu non sei da tanto: non tocca a te. Dio solo può finirla, e guai a te se tu ardisci di prevenire il suo giudizio.» «Nasca quel che può nascere, ad ogni modo la voglio finire. Sì la voglio finire. È di carne finalmente lo scellerato.» «Fermo, in nome di Dio,» disse Lucia. «Dio! Dio!» disse Agnese. «Voi perdete la testa: non sapete quante braccia egli ha ai suoi comandi? e quand'anche... oh misericordia! contra i poveri c'è sempre la giustizia.» «Non gli parlate di questo,» interruppe il Padre: «egli non se ne cura. Ascoltami Fermo: voglio che tu mi ascolti. Io ti leggo in cuore: io so che il tuo pericolo non ti fa terrore; so che in questo momento l'idea della morte non ti spaventa nè per gli altri nè per te. Ma ascolta. Tu eri nella gioja e nella speranza; un uomo ti si è parato sulla via, e ti ha gettato nella angoscia e nella miseria: tu credi che tolto di mezzo quest'uomo, ti ritroverai al posto dove tu eri prima d'incontrarlo. Povero ingannato! la tua via è cangiata, ti è forza intraprenderne un'altra: guai a te se ti poni in quella dell'omicidio. Poni che tutto ti riesca a tuo grado: ebbene! che avrai tu fatto? l'odio è dolce ora al tuo cuore: ma sai tu... sai...» e così dicendo prese la mano di Fermo e la strinse a segno di dargli dolore... «sai tu come si volge il cuore dell'uomo che ha versato il sangue? Ve n'ha che rimangono quelli di prima; ma tu non sei uno di loro: guai a te! son reprobi. Io ho perduto degli amici cari, ben cari... ma se Dio mi concedesse di poter far rivivere un uomo, credi tu ch'io sceglierei uno di essi? Quegli ch'io vorrei poter risuscitare col mio sangue è un uomo a cui io non aveva mai fatto il torto più leggiero, e che mi ha insultato. Poni che tutto ti riesca, poni che non vi sia giustizia, che tu sposi tranquillamente... che la colomba si unisca allo sparviero. Ma sarai tu Fermo? avrai sposato Lucia? Tu non sarai Fermo, te lo dico io: tu non penserai come ora: in ogni tuo pensiero, per quanto importante egli sia per essere, per quanto lieto, oltre quello che ci sarebbe per tutti, per te ci sarà sempre un morto di più. Avrai tu figli? Guardati dal trovarti in casa quando questa sfortunata farà loro ripetere i comandamenti di Dio, e dirà loro: non fare omicidio. Potrai tu ricordare con tua moglie, le speranze e le traversie che hanno preceduto il tuo matrimonio: potrete voi dire una volta: ma Dio ci ha ajutati? Quand'ella si sveglierà al tuo fianco, penserà tremando che è coricata con uno che ha ucciso; e quando la collera più leggera, un primo moto d'impazienza apparirà sul tuo volto; ella crederà di scorgervi le prime tracce dell'omicidio. No Fermo; vedi: è notte; io già son colpevole di avere indugiato a tornare al convento; ma io non mi parto di qui se tu non mi giuri in faccia a quella Vergine» (e accennò una immagine attaccata al muro della stanza) «di aver deposto ogni pensiero di vendetta.» «Io per lei ho tutta la stima, ma colui...» «Ti parlo io per me? Che hai tu a perdonarmi? A colui, sì a colui tu devi perdonare. Io te l'ho detto, e tu non hai più scusa: la maledizione del cielo cadrebbe sopra di te. Tu sei giovane e più robusto di me, ma se tu non vuoi gettare a terra un vecchio che non ti ha fatto mai del male, tu non uscirai di qui prima d'aver fatto quel giuramento.» Fermo esitava; Agnese stava attonita ed in aspettazione colla bocca aperta. «Ebbene Fermo» disse Lucia, come costretta, ed in modo che il Padre non intendesse tutto il senso delle sue parole: «fate quel che vi dice quest'uomo del Signore, ed io vi prometto che io farò tutto quello che si potrà, tutto quello che vorrete perch'io possa esser vostra moglie.» «Lo giuro,» disse Fermo. «Chiama in Tag: fermo dio lucia padre tutto guai dire parole uomo Argomenti: lungo giro, forza superiore, iniquità potente, oggetto odioso Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il fiore di Dante Alighieri Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Nel sogno di era Novelle rusticane di Giovanni Verga Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il wedding planner Vacanze a Istria: una storia da raccontare Capo Verde, un'oasi di mare a due ore di aereo da casa Vacanze Maldive, Malé Il tuo viaggio tra le perle del Mar Rosso
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