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Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni pagina 162fa per procurarvi le consolazioni di questa vita che deve esser tutta un sacrificio; ma per mettervi su la via della santificazione. Amatevi, come compagni di viaggio, col pensiero di avere a lasciarvi, con la speranza di ritrovarvi ancora e per sempre. Rendete grazie al cielo che vi ha condotti a questo stato non con le allegrezze turbolente e passeggiere, ma coi travagli, e fra le miserie per disporvi ad una gioja raccolta temperata, e continua. E nei vostri discorsi qualche volta, e sempre nelle vostre preghiere, ricordatevi...» Queste parole che rinchiudevano come un presentimento, e un tristo addio, rinnovarono nell'animo di Lucia l'impressione dolorosa che le aveva prodotta l'aspetto di chi le proferiva. Levò ella gli occhi quasi involontariamente, tutta commossa, a riguardarlo di nuovo; ma insieme con l'oggetto che cercava il suo sguardo un altro inaspettato le se ne offerse su la porta della capanna, alla vista del quale ella mandò uno strido repentino. Tutti gli occhi si rivolsero a quella parte donde le era venuta quella subita commozione. cap. 9 Ritto sul mezzo dell'uscio, stava un uomo smorto, rabbuffato i capegli e la barba, scalzo, nudo le gambe, le braccia, il petto, e nel resto mal coperto di avanzi di biancheria pendenti qua e là a brani e a filaccica; stava con la bocca semi-aperta guatando le persone raccolte nella capanna con certi occhi nei quali si dipingeva ad un punto l'attenzione e la disensatezza; dal volto traspariva un misto di furore e di paura, e in tutta la persona una attitudine di curiosità e di sospetto, uno stare inquieto, una disposizione a levarsi, non si sarebbe saputo se per fuggire, o per inseguire. Ma in quello sfiguramento Lucia aveva tosto riconosciuto Don Rodrigo, e tosto lo riconobbero gli altri due. Quell'infelice da una capanna, posta lungo il viale, nella quale era stato gittato, e dove era rimasto tutti quei giorni languente e fuor di sè, aveva veduto passarsi davanti, Fermo, e poi il Padre Cristoforo; senza esser veduto da loro. Quella comparsa aveva suscitato nella sua mente sconvolta l'antico furore, e il desiderio della vendetta covato per tanto tempo, e insieme un certo spavento, e con questo ancora una smania di accertarsi, di afferrare distintamente con la vista quelle immagini odiose che le erano come sfumate dinanzi. In una tal confusione di passioni, o piuttosto in un tale delirio s'era egli alzato dal suo miserabile strame, e aveva tenuto dietro da lontano a quei due. Ma quando essi uscendo dalla via s'internarono nelle capanne, il frenetico non aveva ben saputa ritenere la traccia loro, nè discernere il punto preciso per cui essi erano entrati in quel labirinto. Entratovi anch'egli da un altro punto poco distante, non vedendo più quegli che cercava, ma dominato tuttavia dalla stessa fantasia, era andato a guardare di capanna in capanna, tanto che s'era trovato a quella in cui mettendo il capo su la porta aveva rivedute in iscorcio quelle figure. Quivi ristando stupidamente intento, udì quella voce ben conosciuta che nel suo castello aveva intuonata al suo orecchio una predica, troncata allora da lui con rabbia e con disprezzo, ma che aveva però lasciata nel suo animo una impressione che s'era risvegliata nel tristo sogno precursore della malattia. Quella voce lo teneva immobile a quel modo che altre volte si credeva che le biscie stessero all'incanto; quando Lucia s'accorse di lui. Dopo la sorpresa il primo sentimento di quella poveretta fu una grande paura; il primo sentimento del Padre Cristoforo e di Fermo: bisogna dirlo a loro onore, fu una grande compassione. Entrambi si mossero verso quell'infermo stravolto per soccorrerlo, e per vedere di tranquillarlo; ma egli a quelle mosse, preso da un inesprimibile sgomento, si mise in volta, e a gambe verso la strada di mezzo; e su per quella verso la chiesa. Il frate e il giovane lo seguirono fin sul viale, e di quivi lo seguivano pure col guardo: dopo una breve corsa, egli s'abbattè presso ad un cavallo dei monatti che sciolto, con la cavezza pendente, e col capo a terra rodeva la sua profenda: il furibondo afferrò la cavezza, balzò su le schiene del cavallo, e percotendogli il collo, la testa, le orecchie coi pugni, la pancia con le calcagna, e spaventandolo con gli urli, lo fece muovere, e poi andare di tutta carriera. Un romore si levò all'intorno, un grido di «piglia, piglia»; altri fuggiva, altri accorreva per arrestare il cavallo; ma questo spinto dal demente, e spaventato da quei che tentavano di avvicinarglisi, s'inalberava, e scappava vie più verso il tempio. I due dei quali egli era stato altre volte nemico tornarono tutti compresi alla capanna, dove Lucia stava ancora tutta tremante. «Giudizii di Dio!» disse il padre Cristoforo: «preghiamo per quell'infelice.» Dopo un momento di silenzio, il pensiero che venne a tutti fu di concertare insieme quello che era da farsi: e i concerti furon questi: che Fermo partirebbe tosto, giacchè ivi non v'era ospitalità da offerirgli, cercherebbe un ricovero per la notte in qualche albergo, e all'indomani si rimetterebbe in via pel suo paese, porterebbe ad Agnese le nuove della sua Lucia, andrebbe poi a Bergamo a disporre la casa dove intendeva di stabilirsi con la moglie e con la suocera; e tornerebbe poi ad aspettare Lucia nel suo paese, dove dovevano celebrarsi le nozze: ne avvertirebbe intanto Don Abbondio, il quale era da sperarsi che invece di frapporre nuove difficoltà, sarebbe vergognoso di quelle che aveva frapposte altra volta. Quanto a Lucia, ella protestò prima d'ogni cosa che non si staccherebbe dalla sua buona compagna, finchè questa non fosse affatto guarita, e ristabilita nella sua casa. Il Padre la lodò, , Fermo non v'ebbe nulla a ridire, e la vedova tutta commossa, promise che accompagnerebbe essa Lucia a casa, e la consegnerebbe a sua madre. «E voglio farle il corredo,» aggiunse all'orecchio del Padre a cui aveva fatto cenno di avvicinarsi. «Dio vi benedica,» le rispose il buon vecchio. «E tu,» disse poi a Fermo, «che stai qui tardando? il tempo, come vedi, si fa più nero, e la notte si avvicina: affrettati di cercare un ricovero.» Convien dire ancora ad onore di Fermo, che in quel momento non gli doleva tanto lo staccarsi da Lucia appena trovata, è vero, ma ch'egli contava di riveder presto, quanto dal Padre Cristoforo, che restava lì a morire. «Ci rivedremo, padre?» disse il buon giovane. «Se Dio vorrà, e quando Egli vorrà» rispose il frate, vincendo una commozione che andava crescendo. «Va, va che non c'è tempo da perdere.» Fermo, disse con voce accorata; riverisco, al Padre che lo benedisse, e gli strinse la mano: disse addio a Lucia e alla vedova, sopprimendo un: – a rivederci presto –, che gli veniva su le labbra; poi spiccatosi in fretta, partì. «Vi raccomando l'una all'altra, buone creature,» disse, il frate; e fece atto pure di andarsene: ma nel dare a Lucia uno sguardo di commiato, vide nell'aspetto di lei mista alla commozione una grande inquetudine; s'avvisò tosto di ciò che poteva esserne la cagione, e disse: «Di che state inquieta?» «Quell'uomo...!» disse Lucia. «Poveretto!» rispose il frate, «non è più in caso di far paura a nessuno: non lo vedrete più, siatene certa. Pure,» soggiunse, dopo d'aver pensato un momento, «per ogni altro evento, sarà meglio ch'io vi raccomandi a qualcheduno dei nostri.» Così detto, uscì, girò un poco in ronda, finchè trovò un capuccino, e condottolo alla capanna, gli mostrò le due donne, e gli disse: «sono due derelitte; vi prego di averne una cura particolare. Vi lascio con Dio,» disse poi alle donne, e uscì dalla capanna. Lucia lagrimando lo seguiva, ed egli le imponeva che tornasse, e così si trovarono entrambi sulla grande strada, dove videro una folla di monatti, che accorreva in tumulto, gridando «aspetta, aspetta», ad altri monatti che guidavano un carro verso la porta. Il carro si fermò quasi davanti ai nostri due amici: quei monatti Tag: lucia capanna padre fermo due dopo frate grande altri Argomenti: posta lungo, tristo sogno, sogno precursore, tristo sogno precursore Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Ricordi di Parigi di Edmondo De Amicis Rinaldo di Torquato Tasso Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Fior di passione di Matilde Serao Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerta capodanno a Zurigo Offerta capodanno alle Hawaii Betta splendens: caratteristiche del pesce combattente Kos, l'antica patria dei giganti La tartaruga d'acqua: suggerimenti per l'allevamento
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