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Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni pagina 126di menzione. Qualche fatto, benchè molto grave per taluno dei nostri eroi, non produsse però mutazione nello stato degli altri. Pare quindi che noi dovremmo saltare a piè pari al punto in cui la nostra storia ripiglia un movimento, e un progresso generale. La storia pubblica però di quell'anno e mezzo è piena di successi; e noi non possiamo dispensarci dal riferirli, da essi e con essi nacquero gli eventi privati che formeranno la materia ulteriore del nostro racconto. Quei successi varii e moltiplici si riducono a tre principali: fame, guerra, e peste: lo dichiariamo sul bel principio, affinchè quei lettori che amano cose allegre, possano gettar tosto il libro, e non abbiano poi a lagnarsi di non essere stati avvisati in tempo. Dopo la bella spedizione del giorno di San Martino, parve per qualche tempo che l'abbondanza invocata da una parte con tanti urli, promessa dall'altra con tanta sicurezza, fosse venuta davvero. Il pane a quel modico prezzo che abbiam detto; e questa volta non per una ipotesi violenta, ma per un compenso che i Decurioni coi denari della città avevano stabilito ai fornaj: i forni sempre ben provveduti: tutto sarebbe andato bene, se le cose avessero potuto durare così fino al raccolto: vale a dire se l'impossibile fosse divenuto possibile. È cosa istruttiva e curiosa l'osservare per quali modi i disegni assurdi vadano a male, le volontà insipienti sieno frustrate, notare i principj, i progressi, la varietà degli inciampi e delle resistenze, gli effetti non premeditati nel disegno, e che nascono necessariamente ad impedire l'effetto voluto e promesso. Noi abbiamo fatte molte ricerche negli atti pubblici e nelle memorie degli scrittori, per tener dietro alla storia di quei provvedimenti annonarj; ma il filo che a gran fatica abbiam potuto prendere da quella matassa scompigliata appena ci ha condotti per un breve tratto, ci ha fatti raccappezzare gli effetti più prossimi. Ed eccoli quali risultano da autentici documenti. Quelli che avevano denari oltre il bisogno quotidiano, correvano in folla ai forni a comperar e ricomperare pane, ai mercati a comperar e a ricomperare farine, per farne provvigioni. Appariva quindi manifestamente che il ribasso del prezzo fatto ad intendimento di dare pane ai poveri, tendeva invece a farlo tutto venire in potere dei facoltosi. Grida dei 15 novembre, che proibisce il comperar pane e farine per più che il bisogno di due giorni, sotto pene pecuniarie e corporali ad arbitrio di S.E., ordine agli anziani, insinuazione a tutti di denunziare i contravventori, ordine ai giudici di fare perquisizioni per le case. Come si facciano denunzie e perquisizioni è cosa facile da capirsi; ma quello che nessuno potrà capire davvero nè immaginare, si è come con questi mezzi si potesse colpire tanti contravventori da impedire, o da diminuire sensibilmente quella tendenza a fare scorta per l'avvenire. Un consumo così straordinario in tempi di grande scarsezza doveva rendere difficile a rinvenirsi la materia prima sufficiente: quindi la grida del 23 di novembre che sequestrava in mano degli affittuarj e di chi che altri fosse la metà del riso da essi posseduto (il riso allora entrava nella composizione del pane comune) e la riteneva agli ordini del Vicario e dei dodeci di Provvisione per l'uso della città. Ma questa città che aveva assunto l'impegno di mantenere il pane al prezzo d'un soldo per otto once, pagando la differenza tra il prezzo reale dei grani, non possedeva tesori inesausti, era anzi imbrattata di debiti, e non sapeva dove darsi di capo per aver danari: perchè dunque essa potesse mantenere l'impegno, Grida dei 7 dicembre, che obbliga i possessori del riso a venderlo, non brillato, al prezzo di L. 12, a chi avrà ordine dal Tribunale di provvisione. A chi ne vendesse a maggior prezzo pena la perdita del riso, una multa di altrettanto valore e maggior pena pecuniaria, ed anche corporale sino alla galera all'arbitrio di S.E. secondo le qualità dei casi e delle persone. Così si era provveduto all'abbondanza della città. Ma i foresi sono essi pure soggetti alla legge di mangiare per vivere: e giacchè le gride tiravano per forza da tutte le parti tanto pane in città, era cosa troppo naturale che i foresi accorressero alla città a provvedersene. Questa cosa naturale, è chiamata un inconveniente dalla grida dei 15 di dicembre, la quale vieta il portar fuori della città pane pel valore di più di venti soldi per volta, sotto pena della perdita del pane, di scudi venticinque, ed in caso d'inabilità, di due tratti di corda in publico, e maggior pena ancora all'arbitrio di S.E. per ogni volta. Ai ventidue dello stesso mese la stessa proibizione fu estesa ai grani ed alle farine. A questo punto, con nostro rammarico, e forse con un maligno piacere dei lettori, ci mancano ad un tratto gli atti autentici; e tutte le memorie storiche che ci è stato possibile di consultare non hanno più nulla nè sul prezzo del pane, nè sugli altri regolamenti dell'annona. Fanno soltanto il quadro dello stato del paese in quell'anno 1629, fino al raccolto; ed ecco la copia di quel tristo quadro. Chiuse o deserte le botteghe, e le officine; gli operaj vaganti per le vie, smunti, scarnati, tendendo la mano ad accattare, o esitando ancora tra il bisogno e la verecondia. Misti agli operaj i contadini venuti alla città, traendo i vecchj e le donne coi fanciulli in collo, e mostrandoli ai passaggeri, e chiedendo che si desse loro da vivere con una querimonia impaziente, con isguardi abbattuti e pur torvi. Misti agli operaj e ai contadini molti di quei bravi, già rilucenti d'arme e spiranti una leziosaggine ardimentosa, ora abbandonati dai loro signori, erravano mezzo coperti d'un resto dei loro abiti sfarzosi, domandando supplichevolmente, e guardando con sospetto per non tendere inavvertentemente la mano disarmata e tremante a tale su cui l'avessero altre volte levata repentina a ferire. Spettacolo che avrebbe rallegrate molte ire, se il sentimento di tutti non fosse stato assorto nella miseria e nel patimento comune. Nè questi soli, ma di altra varia origine nuovi mendichi confusi coi mendichi di mestiere si aggiravano, o si strascinavano per la città, e nell'abito, e nei modi mostravano indizj dell'antica condizione e della professione che altre volte procuravano loro un vitto certo e a molti agevole. Da per tutto cenci e lezzo; da per tutto un ronzio continuo di voci supplichevoli, come se si fosse camminato in mezzo ad una processione. Qua e là a canto ai muri, sotto le gronde, mucchj di paglia, e di stoppie peste, trite, fetenti, miste d'immondo ciarpame, che avevano servito nella notte come di canile ai mendichi cacciati dalla fame alla città, dove non avevano un asilo da posare il capo. Molti si vedevano rodere con uno sforzo ripugnante erbe, radici, cortecce, che avevano raccolte nei prati, nei boschi, come un viatico fino alla città dove speravano di trovar pure un vitto più umano. Di tratto in tratto alcuno di quegli infelici si vedeva ristare, vacillare, tendere dinanzi a sè le mani aperte come per cercare un appoggio, e cadere; ed erano talora madri coi bamboli in collo. Rari, costernati, in silenzio, raccogliendo gli sguardi a sè, quasi per non vedere, abbassando la fronte come se provassero vergogna di tanta miseria, turandosi le narici giravano fra quella turba coloro che altre volte eran chiamati ricchi, ed ora pure davano invidia perchè avevano ancor tanto da preservarsi se non dal disagio, almeno dalla penuria mortale. Altri di essi che poco innanzi passeggiavano con un fasto minaccioso, con un corteggio insolente di spadaccini, ora soletti, in abito negletto e come da corruccio, con gli sguardi depressi, coi volti non avresti saputo dire se storditi o compunti, attraversavano in fretta le vie, e sparivano. Altri esaurito già il contante che avevano destinato al soccorso dei poverelli, vinti dalla crescente misericordia, aprivano di nuovo lo scrigno, intaccavano le scorte Tag: pane prezzo altri tratto riso tutto pena grida volta Argomenti: piè pari, prezzo reale, tanto pane, materia ulteriore, modico prezzo Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Marocco di Edmondo De Amicis Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerte Capodanno Cuba Offerte Capodanno Tunisia Aggressività e comportamento del furetto Bigne al limone Capo Verde, un'oasi di mare a due ore di aereo da casa
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