Libri don

Libri su don, con la parola don

Fermo e Lucia (pagina 3)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Abbondio non poteva adottare un sistema nel quale fosse necessaria una qualunque parte di risoluzione, di attività, di resistenza, e altronde alla fin fine il pover'uomo non domandava altro che quiete, vivere e lasciar vivere, come si dice ... Ma il povero Don Abbondio non avrebbe voluto esser conscio a se stesso di esser mosso da principj bassi e da non confessarsi; e si era quindi fatto (come accade sempre) una dottrina sua propria, secondo la quale la sua condotta era ragionevole anzi la sola ragionevole e onesta ... Chi era stato percosso e non era in caso di far vendetta era almeno almeno un imprudente, un ammazzato era certamente un torbido, e se non lasciava parenti irritati della sua morte, era un birbante; ma chi aveva commesso un omicidio poteva esser certo che Don Abbondio non gli avrebbe mai trovato un difetto ... E se qualche seccatore trovava da apporre ad alcuno di questi, mettendo il discorso sopra qualche grossa bricconeria commessa da alcuno di questi grandi galantuomini, Don Abbondio si metteva a declamare contro quel vizio di pretendere che gli uomini sieno perfetti ...
Fermo e Lucia (pagina 4)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... S'immagini ora il lettore che colpo doveva essere stato questo per Don Abbondio ... Poichè se si avesse potuto mandare in pace Fermo con un bel no, l'affare sarebbe stato finito, essendo la coscienza di Don Abbondio bastantemente soddisfatta della idea che a lui era stata fatta violenza ... Egli non conosceva Don Rodrigo che di nome, e di vista, e non aveva avuta altra relazione con lui che di fargli una grande scappellata quando lo incontrava e di riceverne un mezzo saluto di protezione ... Gli era occorso talvolta di difenderlo, quando si parlasse di qualche soperchieria da lui fatta, e aveva detto forse cento volte che Don Rodrigo era un degno cavaliere ... Ma lo spavento e l'agitazione di Don Abbondio erano così vivamente dipinti negli occhi, negli atti e in tutta la persona che per distinguerli non vi sarebbero bisognati gli occhi della vecchia Vittoria ... » «Quando dico niente,» ripigliò Don Abbondio con impazienza, «o è niente, o è cosa che non posso dire ... Interruppe dunque Don Abbondio, ma in aria sommessa: «Oh per amor del cielo, che va ella mai rimescolando: sono stata ben castigata, non aveva creduto far male, e dopo d'allora guarda che mi sia uscita una parola ... Don Abbondio si preparò a questo esperimento; passò in rassegna tutti i mezzi di superiorità e d'influenza che l'autorità, la scienza, (in paragone di Fermo), e la pratica gli davano sopra quel povero giovane, e pensò al modo di farli giuocare ... Questi bei trovati di Don Abbondio appariranno più chiaramente nel discorso ch'egli ebbe con Fermo ...
Fermo e Lucia (pagina 5)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... L'accoglimento serio, freddo, misterioso di Don Abbondio fece un contrapposto singolare coi modi gioviali e risoluti di Fermo ... Don Abbondio non si avvide dello sforzo di Fermo, e tra perchè lo conosceva come giovane buono e l'aveva provato sempre rispettoso e quieto, e tra perchè il dover sempre arzigogolare pretesti, mentre aveva una buona ragione che non poteva dire, lo aveva messo di mal umore, vi si abbandonò e rispose con tuono di corruccio e d'impazienza ... » «Via via,» rispose Don Abbondio spaventato, «non siete più quel buon giovane ch'eravate?» «Mi dia ragione, se non vuol portarmi fuori di me ... » E così detto se ne andò facendo un inchino frettoloso, e molto meno riverente del solito, e lasciò Don Abbondio più soprappensiero di prima ... L'accoglimento freddo e imbarazzato, l'impazienza e quasi la collera, il tuono continuo di rimbrotto senza un perchè, quel farsi nuovo del matrimonio che pure era concertato per quel giorno, e non ricusando mai di farlo quando che sia, parlare però come se fosse cosa da più non pensarvi, le insinuazioni fatte a Fermo di metterne il pensiero da un canto: il complesso insomma delle parole di Don Abbondio presentava un senso così incoerente, e poco ragionevole, che a Fermo, ripensandovi così nell'uscire, non rimase più dubbio che non vi fosse di più, anzi tutt'altro di quello che Don Abbondio aveva detto ...
Fermo e Lucia (pagina 6)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Entrò dal curato, lo sorprese nello stesso salotto, e gli si avvicinò con aria risoluta: «Eh! eh! che novità è questa,» disse Don Abbondio ... «Chi è quel birbante,» disse Fermo colla voce d'un uomo che non vuole esser più burlato, «chi è quel birbante che non vuole ch'io sposi Lucia?» Don Abbondio diede un salto dal suo seggiolone per correre alla porta, Fermo vi balzò prima di lui, come doveva accadere, la chiuse e si pose la chiave in tasca ... «Jesummaria!» sclamò Don Abbondio ... Don Abbondio vide che non poteva cavarsela che col proferire una parola, e articolò: «Don ... » «Don,» replicò Fermo come per ajutare Don Abbondio a pronunziare il resto: «Don Rodrigo» disse finalmente il Curato ... Don Abbondio dopo d'averlo invano richiamato, tornò in casa, cercò Vittoria; Vittoria non v'era; egli non sapeva più quello che si facesse ... Spesse volte personaggi assai più importanti di Don Abbondio trovandosi in situazioni imbrogliate a segno di non sapere quale determinazione prendere, e non avendo nulla di opportuno da fare, e non potendo stare senza far nulla senza una buona ragione, trovarono che una febbre è una ragione ottima, e si posero a letto colla febbre ... Questo disimpegno Don Abbondio non ebbe bisogno d'andarlo a cercare perchè se lo trovò naturalmente ... Basti dire che Don Abbondio ordinò a Vittoria di chiamare due contadini suoi affidati e di tenerli come a guardia della casa, e di far sapere che il curato aveva la febbre ... Soltanto per prestarmi alla debolezza di quei lettori che non capiscono che l'uomo timido il quale lascia di fare il suo dovere per ispavento merita meno pietà dello scellerato consumato il quale cercando il male, e facendolo spontaneamente mostra almeno di avere una gran forza d'animo, e di sentire le alte passioni, e che potrebbero essere solleciti per quel meschino, credo di doverli informare che Don Abbondio non morì di quella febbre ... Fermo toltosi in fretta dalla vista di Don Abbondio, uscito del villaggio, si avviò a gran passi quasi senza avvedersene da quella parte che conduceva al palazzotto di Don Rodrigo, ch'egli desiderava in quel momento d'incontrare come un amico dopo una lunga assenza ... Ma risoluto alla vendetta, pensò che l'unico modo di eseguirla era aspettare un momento in cui per caso Don Rodrigo uscisse scompagnato dai suoi bravi, di aspettarlo dietro una macchia o un muricciuolo ... Andando, egli s'immaginava di starsene appiattato, gli pareva di sentire una pedata, di alzare chetamente la testa, di vedere Don Rodrigo, prendeva la mira, sparava, lo vedeva cadere, gli lanciava una maledizione, e correva verso il confine per mettersi in salvo ...
Fermo e Lucia (pagina 17)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il Padre stava per ritirarsi ed aspettare in qualche distanza che la porta si aprisse; ma uno de' bravi avendolo veduto: «padre» gli disse: «ella vuol riverire il Signor Don Rodrigo: aspetti aspetti, qui non si mandano indietro i religiosi, noi siamo amici del convento,» e così dicendo si alzò, e senza dar retta al frate che voleva ritornarsene, battè due colpi del martello sulla porta; a quel segno giunse borbottando un servo; ma quando ebbe veduto il Padre, lo fece entrare tosto dicendogli che avvertirebbe il padrone, e attraversato un angusto cortile lo condusse per alcuni salotti quasi fino alla porta della sala del convito ... Il frate desideroso allora più che mai di attendere miglior congiuntura stava litigando sulla porta col servo per ottenere di aspettare in un canto della casa che il pranzo fosse terminato, quando la porta si aperse, e Don Rodrigo che stava di contro veduta la barba e il cappuccio, e accortosi della intenzione modesta del buon Frate: «Ehi ehi» disse «non ci scappi Padre, avanti, avanti ... » Il padre, mal suo grado si avanzò, in mezzo ai clamori e alle dispute dei convitati, i quali accorgendosi ad un per volta del sopravvenuto lo salutavano con quell'aria di rispetto ironico ed affettato che gli amici di Don Rodrigo dovevano avere per un cappuccino ... Si è fatta questa riflessione per ispiegare come il buon Padre Cristoforo, il quale veniva per domandare a Don Rodrigo l'adempimento della più stretta giustizia, e la cessazione della più vile iniquità, si rimase come confuso, e vergognoso quando si trovò così solo con tutte le sue buone ragioni in mezzo ad un crocchio romoroso e indisciplinato di amici di Don Rodrigo, e in sua presenza ... Era questi in capo alla tavola: alla sua destra sedeva il giovane Conte Orazio cugino di Don Rodrigo, suo compagno di libertinaggio e di soperchieria, e che villeggiava con lui: alla sinistra il Podestà, che Don Rodrigo aveva invitato non senza perchè, potendo trovarsi in un impegno dal quale si sarebbe cavato meglio quando la Giustizia fosse tutta disposta in favor suo ... «Da sedere al padre,» disse Don Rodrigo; e un cameriere avvicinò una scranna sulla quale si pose il Padre Cristoforo facendo qualche scusa al signore di esser venuto in ora inopportuna, a parlargli d'un affare d'importanza ... » Il Padre voleva schermirsi, ma Don Rodrigo in mezzo al trambusto dei litiganti gridava: «No per ... » «Con buona licenza di questi signori,» interruppe Don Rodrigo il quale questa volta contra il suo solito aveva voglia di troncare la quistione: «rimettiamola nel Padre Cristoforo, e si stia alla sua sentenza ...
Fermo e Lucia (pagina 18)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Solite scuse di modestia di loro Padri,» disse Don Rodrigo; «ma non mi scapperà: Eh via! sappiamo bene ch'ella non è venuta al mondo colla barba, e col cappuccio, e il mondo lo ha conosciuto ... «Lasciate pur dire a me che sono neutrale, cugino,» riprese Don Rodrigo ... » «È vero,» disse Don Rodrigo, «ma come volete che il giudice parli quando gli avvocati non vogliono tacere!» «Son muto,» rispose il Conte Orazio: il Podestà fece pur cenno che tacerebbe ... «Ah! finalmente! A lei padre,» disse Don Rodrigo con una serietà beffarda ... » Don Rodrigo il quale non vedeva volentieri che il suo schiamazzatore cugino facesse tante questioni col podestà che gli premeva di tenersi amico, approfittò della sentenza del padre Cristoforo per divertire il discorso dalla questione, e rivolto al dottore con aria di protezione e di scherno ... » «Le lettere ch'io ricevo da Milano», rispose Don Rodrigo, «mi danno che è voce comune che gli alemanni ottengono il passaggio per andar contro Mantova, e che pur troppo si crede che il passaggio sarà per di qui, giacchè i comaschi muovono cielo e terra per fare a noi questo regalo ...
Fermo e Lucia (pagina 19)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Per me,» riprese Don Rodrigo, «non ho voglia di aspettarli qui, e» continuò sogghignando verso il Conte Orazio, «se non avessi un affaruccio da sbrigare, sarei già a Milano ... «Attenda a tutto bell'agio ai suoi affari, sulla mia parola signor Don Rodrigo e non pensi a privarci della sua rispettabile persona; che già gli alemanni non sognano nemmeno di passare per di qua ... Per mettere il piede sul nostro territorio che ha l'onore di appartenere alla monarchia spagnuola, bisogna ottenere il permesso del re Cattolico Don Filippo Quarto nostro signore che Dio guardi ... » «Via via, cugino,» interruppe Don Rodrigo «che il signor dottore è impaziente di dare egli una decisione questa volta ... » «Io decido e sentenzio», disse il Dottore, «che le cene di Eliogabalo sarebbero vinte al confronto dei pranzi del nobile signor Don Rodrigo, e che la carestia non ardisce approssimarsi a questa casa dove regna la splendidezza sua capitale nemica ... » Tutti fecero plauso al dottore e viva a Don Rodrigo; e tutti subito si misero a parlare della carestia ... Finalmente Don Rodrigo si alzò e con esso tutta la rubiconda brigata: e Don Rodrigo, fatte le sue scuse agli ospiti, si avvicinò al padre Cristoforo, e lo condusse seco in una stanza vicina ...
Fermo e Lucia (pagina 20)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Questa ultima operazione appunto faceva il Padre Cristoforo quando si trovò da solo a solo con Don Rodrigo; di modo che si avrebbe creduto che vi ponesse molta occupazione, ma il lettore sa che il buon padre era preoccupato da tutt'altro ... Del contegno di Don Rodrigo non occorre parlare, giacchè ognun sa che nessuno è tanto sciolto, franco, sgranchiato, quanto un ribaldo dopo un buon desinare ... Onde, con modesta, ma assoluta franchezza, rispose: «Signor Don Rodrigo il mio sacro ministero mi obbliga a passare un officio con Vossignoria ... » Don Rodrigo non rispose che allungando il volto, stringendo le labbra, aggrottando le ciglia, e dando ai suoi occhi una espressione ancor più minacciosa e sprezzante ... » La fredda ed altiera impudenza di Don Rodrigo avrebbe fatta perder la flemma al Padre, se questi non ne avesse fatta una provvisione per trenta anni, e se non fosse stato compreso dell'importanza del negozio che stava trattando ... Con questo pensiero, riprese: «Signor Don Rodrigo: sa il cielo se io ho disegno di spiacerle: ella pure lo sa: non volga in ingiurie quello che mi detta la carità, sì una umile carità: con me ella non potrà venire a parole, io son disposto ad ingojare tutto quello che le piacesse di dirmi: ma per amor del cielo, per quel Dio innanzi a cui dobbiamo tutti comparire (così dicendo il padre aveva preso fra le mani e poneva dinanzi agli occhi di Don Rodrigo il teschietto di legno che era appeso in capo al suo rosario, e che i cappuccini portavano per un ricordo continuo della morte) per quel Dio, non si ostini a volere una misera, una indegna soddisfazione a spese dell'anima sua, e delle lagrime dei poverelli: pensi che Dio gli ha cari come la pupilla dei suoi occhj, e che le loro imprecazioni sono ascoltate lassù: risparmi l'innocenza e la ... Qual gloria, signor Don Rodrigo! Qual gloria dinanzi agli uomini! E dinanzi a Dio! Fare il male è concesso sovente all'ultimo degli uomini: il più vile dei banditi può far tremare ... Signor Don Rodrigo, le parole ch'io proferisco ora dinanzi a lei sono numerate, un giorno le potrebbero esser fatte scontare ad una ad una da Colui che me le ispira ... » «Sa ella,» disse interrompendo con istizza ma non senza qualche raccapriccio Don Rodrigo, «sa ella che quando mi viene il ghiribizzo di sentire una predica, io so benissimo andare in chiesa come fanno gli altri? Ma in casa mia ... » «Insomma, padre,» disse alzandosi dispettosamente Don Rodrigo; «io non so quello ch'ella mi voglia dire: io non capisco altro se non che vi debb'essere qualche fanciulla che le preme assai: vada a fare le sue confidenze a chi le piace; e non si permetta di seccare più a lungo un gentiluomo ... » Il Padre Cristoforo vedendo Don Rodrigo alzarsi, come perduta la pazienza, temè che questi rompesse affatto il discorso, e levatosi egli pure col maggior garbo che potè, e con aria quasi supplichevole, dissimulando quello che potevano avere di frizzante le parole che aveva intese, rispose: «Sì la mi preme; ma non più di lei: io veggio in entrambi dei fratelli di redenzione, e delle anime che mi sono più care del mio sangue ... Don Rodrigo io sono un nulla dinanzi a lei, ma il mio rispetto, ma la mia riconoscenza potranno forse valere qualche cosa per la intensità loro se non per la mia persona ... » «Ebbene,» disse Don Rodrigo, «giacch'ella crede ch'io possa far molto per questa persona; giacchè questa persona le sta tanto a cuore ...
Fermo e Lucia (pagina 21)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... e il contegno di Don Rodrigo non permettevano di abbandonarsi alla speranza che parevano annunziare le sue parole ... «Ebbene,» proseguì Don Rodrigo: «le consigli di venirsi a mettere sotto la mia protezione ... » «La vostra protezione!» riprese il padre Cristoforo, dando indietro due passi, appoggiandosi fieramente sul piede destro, e mettendo la destra sull'anca, levando la manca coll'indice teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: «la vostra protezione! bene sta che abbiate parlato così; che abbiate fatta a me una tale proposta ... » Don Rodrigo che combattuto tra la rabbia, e il terrore non trovava parole per rispondere, quando sentì che una predizione stava per venirgli addosso, prese la mano tuttavia alzata del padre, e coprendogli la voce gridò: «Levamiti dinanzi, plebeo incappucciato, poltrone temerario ... All'idea di strapazzo e di villania era nella sua mente così bene, e da tanto tempo associata l'idea di sofferenza e di silenzio, che a quel complimento gli cadde ogni spirito d'ira e di entusiasmo, e non gli restò più altro da fare che di udire tranquillamente quello che piacesse a Don Rodrigo di aggiungere ... «Villan rifatto!» proseguì Don Rodrigo: «così rimeriti accoglienze alle quali non sei avvezzo, e che non son fatte per te: ma tu adoperi da par tuo ... » Così dicendo, accennò una porta opposta a quella per cui erano entrati: il padre Cristoforo chinò il capo, come salutando, e se ne uscì per quella, tranquillamente, lasciando don Rodrigo a misurare a passi concitati il campo di battaglia ... Le parole di sicurezza ch'egli aveva dette a Don Rodrigo, non erano state un'arte per atterrir l'avversario: esprimevano un sentimento sincero e distinto ... Gli pareva che la superbia e l'iniquità di Don Rodrigo fossero salite a quell'altezza, dove la provvidenza le arresta, e le rovina ...
Fermo e Lucia (pagina 27)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... itti, zitti, nelle tenebre, a passo misurato, giunsero in vicinanza della casa del nostro Don Abbondio il quale era ben lontano, pover'uomo! dal pensare che una tanta burasca si addensasse sul suo capo ... I quattro congiurati tutti diversamente commossi ascesero le scale, e posati che furono sul pianerottolo: Toni disse ad alta voce: «Deo gratias», ed entrò col fratello, mentre Don Abbondio che gli aspettava rispose: «Avanti» ... Don Abbondio convalescente della febbre, e non guarito della paura stava seduto su un vecchio seggiolone, ravvolto in una vecchia zimarra, coperto il capo d'un vecchio camauro, sotto il quale si vedeva uno sguardo sospettoso e teso, un lungo naso, e fra due guance pendenti una bocca quale ognuno l'ha dopo d'aver sorbita una ostica medicina ... Presso alla lucerna era il breviale, e aperto dinanzi a Don Abbondio il Quaresimale [ ... ] «Ah! ah!» fu il saluto di Don Abbondio ... «Venite tardi in tutti i modi,» rispose Don Abbondio ... » «È giusto» rispose don Abbondio; e andò ad un armadio e cacciata una chiave, guardandosi intorno come per tener lontani gli spettatori, aperse una parte d'imposta, riempì l'apertura colla persona, introdusse la testa per guardare e un braccio per ritirare il pegno; lo ritirò, chiuse l'armadio, svolse la carta dov'era il pegno, e guardatolo, «c'è tutto?» disse, indi lo consegnò a Toni ... » «Non vi fidate?» rispose bruscamente Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 28)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Abbondio tutto nella sua quitanza non badava ad altro ... Don Abbondio finito ch'ebbe di scrivere rilesse attentamente, da sè, quindi fatta lettura ad alta voce, e prima di alzare gli occhi dalla carta: «sarete contento?» disse, e preso il foglio lo porse a Toni ... Don Abbondio intravvide, vide, si spaventò, si stupì, s'infuriò, pensò, prese una risoluzione: tutto questo nel tempo che Fermo impiegò a proferire le parole magiche: «Signor curato, in presenza di questi testimonj, questa è mia moglie ... » Le labbra di Fermo non erano ancor tornate in riposo, che Don Abbondio aveva già lasciata cadere la quitanza, fatto un salto, afferrata colla manca e sollevata la lucerna, e tirato colla destra a sè un tappeto che copriva il tavolo, gettando a terra il breviale e il quaresimale, e balzando tra la seggiola e il tavolo s'era avvicinato a Lucia; la poveretta con quella sua dolce voce tremante aveva appena potuto dire: «e questo ... » che Don Abbondio gli aveva gettato scortesemente il tappeto sulla testa e sul volto e tenendoglielo colle mani ravvolto e stretto sulla bocca perch'ella non potesse proseguire, gridava a testa come un toro ferito: «tradimento! tradimento! ajuto! ajuto!» Il lucignolo della lucerna che Don Abbondio aveva lasciata cadere a terra, si moriva mandando un ultimo chiarore, e la povera Lucia appoggiata a Fermo, coperta così di quel ruvido velo pareva una statua sbozzata in creta, cui un rozzo fattore dell'artefice copre, da testa, con un umido panno ... Cessata ogni luce Don Abbondio lasciò la poveretta la quale già per sè non avrebbe più potuto proseguire, e pratico com'era del luogo, trovò tosto a tentone la porta della stanza vicina, v'entrò, vi si chiuse, e continuò a gridare: «tradimento! Perpetua! accorr'uomo! gente in casa! clandestino: tre anni di sospensione! una schioppettata! fuori di questa casa! fuori di questa casa! Perpetua! dov'è costei!» Nella stanza tutto era confusione: Fermo, inseguendo come poteva il curato, aveva trascinata con sè Lucia alla porta, e bussava gridando: «apra apra, non faccia schiamazzo: apra, o la vedremo»: Toni curvo a terra, girava le mani sul pavimento per trovare la sua quitanza, e Gervaso spiritato gridava, e andava cercando la porta della scala per porsi in salvo ... Don Abbondio impaurito, minacciato mentre tranquillamente attendeva ai fatti suoi pare l'oppresso, la vittima, l'uomo onesto, e pure era egli in realtà il soperchiatore ... Don Abbondio, vedendo che il nimico non voleva sgomberare, si fece ad una finestra che dava sul sagrato, a gridare accorr'uomo ... Ma guardando al di fuori videro le porte chiuse, e tutto quieto: taluni però osservando più per minuto s'accorsero che una finestra era appena socchiusa e intravvidero per lo spiraglio la faccia lunga di Don Abbondio, il quale avendo sentita sgombrata la stanza vicina, e conoscendo cessato il pericolo, cominciava ad essere inquieto e malcontento del troppo soccorso ...
Fermo e Lucia (pagina 29)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma siccome coloro passavano senza molestare nessuno, e ad ogn'uomo che vedevano parevan dire: – tu non sei quello –, così nessuno volle gittare la prima pietra, e a poco a poco la folla svanì, ognuno si ritirò a casa, e Don Abbondio si rimase a schiamazzare con Perpetua ... Per procedere ordinatamente è mestieri tornare a Don Rodrigo che abbiamo lasciato solo, avendo noi preferito di accompagnare il Padre Cristoforo ... Don Rodrigo, come abbiam detto passeggiava a gran passi per la sala, le pareti della quale come ora diciamo erano coperte da grandi ritratti di famiglia ... Quando Don Rodrigo si voltava ad un capo della sala, si mirava in faccia un suo antenato guerriero, terrore dei nemici, colle gambiere, colla corazza, coi bracciali, coi guanti, col cimiero di ferro, avente la mano manca posta sul fianco e la destra sullo spadone a foggia di bastone ... Quando Don Rodrigo era sotto a questo antenato, e voltava, ecco in faccia un altro antenato, magistrato, terrore dei litiganti, seduto sur un'alta seggiola di velluto, con una lunga toga nera, tutto nero fuorchè un collare con due ampie facciuole: aveva una faccia squallida, due ciglia aggrottate, teneva in mano una supplica, e pareva dicesse: – vedremo –: di qua una matrona terrore delle sue damigelle, di là un abate terrore dei monaci, tutta gente insomma che spirava terrore ... In presenza di queste memorie, tanto più si rodeva Don Rodrigo che un frate avesse osato prender con lui il tuono di Nathan, e ammonirlo, anzi minacciarlo ... Quando il servo tornò a riferire che quei signori erano partiti lasciando i più umili ossequj e i più vivi ringraziamenti: «E il conte Attilio?» domandò, sempre passeggiando, don Rodrigo ... » Il servo partì facendo un inchino, e Don Rodrigo, salì nella sua stanza, si cinse una ricca spada, depose il pugnale che aveva in cintura, e ne prese uno di gala col fodero a rilievi d'oro, e con un bel diamante sul pomo, si gettò la cappa sulle spalle, si coperse col cappello a grandi piume, e colla palma lo inchiodò sul capo; e si dispose ad uscire ... A dir vero, egli non andava nè per faccenda nè per diporto; ma sentiva un bisogno indistinto e confuso di uscire in gran pompa, di circondarsi della sua forza per mostrare agli altri ed a sè stesso ch'egli era pur sempre quel Don Rodrigo ... Don Rodrigo rispondeva con una leggera mossa di capo ... I signorotti pure facevano riverenza a colui che, senza contrasto, era il più potente di loro, e Don Rodrigo corrispondeva con una degnazione contegnosa ... Quando però Don Rodrigo s'incontrava nel signor Castellano spagnuolo, l'inchino allora era egualmente profondo dall'una e dall'altra parte; si vedevano come due potentati i quali non hanno fra loro nessuna relazione nè di pace nè di guerra, ma che per convenienza fanno onore al grado l'uno dell'altro ... Dopo aver passeggiato, Don Rodrigo si presentò in una casa dove si teneva brigata, e dove fu accolto con quella cordialità rispettosa che è riserbata a quelli che fanno paura, e finalmente a notte avanzata tornò al suo castellotto ... Il Conte Attilio era giunto da poco; e fu servita la cena, alla quale Don Rodrigo pareva ancora alquanto sopra pensiero ... » «Basta basta,» interruppe Don Rodrigo mezzo sogghignando, e mezzo arrovellato ... » La curiosità del Conte era stuzzicata; egli non fece risparmio d'inchieste, ma Don Rodrigo le deluse tutte, rimettendosi sempre al giorno della prova, e non si arrischiando di comunicare al suo avversario disegni che non erano ancora nè incamminati, nè assolutamente risoluti ... Ma quando Don Rodrigo si svegliò al mattino susseguente, di tutte le passioni che si erano combattute nel suo animo non vi rimaneva altra che il desiderio di soddisfarsi ...
Fermo e Lucia (pagina 55)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Fremeva d'impazienza, che la spedizione tornasse, ma in questa impazienza misto al desiderio v'era anche un po' di terrore; perchè questa era la più grossa che Don Rodrigo avesse fatta fino allora ... Veramente Don Rodrigo aveva veduto passeggiare sicuramente più d'uno colpito da un tal bando; e sapeva d'aver egli pure i mezzi di questa sicurezza, perchè cinto da scherani, e temuto com'era, nessuno avrebbe voluto per un premio torsi un'impresa come quella di attaccarlo, e porre la vita a certissimo pericolo: pure un bando era almeno una seccatura forte ... Ma c'era di mezzo quel benedetto frate (Don Rodrigo non diceva veramente benedetto) quel frate che era un brigante, un ficcanaso, uno che si dilettava d'impacciarsi nei fatti altrui, e che avrebbe potuto trovare appoggi, far comparire le cose ... – Quel che importa per ora, – continuava Don Rodrigo, – è che il Griso faccia il suo dovere, e che questa smorfiosetta non mi faccia uno scandalo che levi a romore il paese ... Diavolo! Ho avuto un pensiero molto ardito; ma quel che è fatto è fatto, e non mi voglio ora ritirare per bacco! Non voglio? non posso: coraggio coraggio Don Rodrigo! bisogna ammansarla con le buone; la madre? ... – Aperta ai bravi la porta dal loro compagno che vi stava a guardia, ed entrati e andati a riposare com'era giusto, perchè il riposo è dovuto alla fatica tollerata, non all'effetto ottenuto, il Griso come portava la sua carica, che in quel momento nessuno degli altri gl'invidiava, salì in fretta a render conto a Don Rodrigo ... «Mancomale» rispose Don Rodrigo; e si posero a far congetture senza potersi fermare ad una che li accontentasse ... «Basta,» conchiuse Don Rodrigo: «domani piglia informazioni; sarà meglio che mandi uno dei contadini fidati, nella bettola più vicina alla casa di Lucia, tanto che domani io vegga la cosa chiara ... Non era la sola vanità nè il dispetto che stimolavano il Griso; ma v'entrava la riconoscenza per Don Rodrigo che lo aveva posto, e lo teneva sotto le sue ali in salvo dalla giustizia, e che gli dava facoltà di camminare francamente, e di farsi temere; da questa riconoscenza era nato nel suo cuore un affetto, un attaccamento per Don Rodrigo, che i rimproveri, e le asprezze di questo potevano affliggere, ma non distruggere; nè rendere inoperoso ... «Io attendo ai fatti miei,» rispondeva Toni, «che volete ch'io sappia?» Don Abbondio era ricorso al suo ripiego diplomatico di porsi a letto e di sviare così i curiosi ... Questi piati però non uscivano dalle mura di Don Abbondio, perchè era interesse troppo evidente d'ambe le parti di sopire l'affare e di stornare i sospetti dalla verità ... Ma tra coloro che erano stati in parte testimonj ed attori di tutta quella scena ve n'era uno a cui l'esperienza non aveva potuto ancora dare le profonde idee di prudenza che il tempo e i casi avevano apprese a Toni e a Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 56)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Le congetture divennero allora un po' più uniformi e più fondate, giacchè tutti avevano qualche sentore della turpe caccia che Don Rodrigo dava a Lucia ... Queste cose vennero pure agli orecchi del Griso, il quale potè annunziare a Don Rodrigo che poco mancava a sapere su che albero l'uccello fosse andato a posarsi ... Don Rodrigo era uscito quella mattina col conte Attilio e col solito seguito di bravi, e s'erano aggirati pei campi e per le ville con l'apparenza d'andare a caccia ma con l'intenzione di scoprire quello che si facesse, e di stornare i sospetti mostrandosi, o almeno di ostentare sicurezza, e d'incutere spavento ... I sospetti erano già molto sparsi, e Don Rodrigo sotto l'apparente rispetto, e sui visi inchinati dei contadini in cui si abbatteva, potè scorgere qualche cosa di misterioso che annunziava un pensiero celato di cognizione, e una gioja compressa per la trista riuscita del suo infame tentativo ... Don Rodrigo faceva osservare quelle facce al suo compagno, e si rodeva; ma non ardiva nè poteva fare alcun risentimento perchè all'oscurarsi del suo sguardo gl'inchini diventavano più umili, e gli aspetti più sommessi, e non ci sarebbe stato verso di appiccare una lite senza troppo scoprirsi ... Quand'egli ebbe fatta la sua relazione, Don Rodrigo si volse al cugino, come per chiedergli consiglio ... » «Ah! contenti» rispose Don Rodrigo, «vedranno, vedranno ... » «E poi», continuò Don Rodrigo, «non bisogna metterlo in impaccio ... » «Non va male,» rispose Don Rodrigo, «ma ... » «Ma bravo il mio Griso,» proruppe Don Rodrigo, mentre lo stesso Conte Attilio faceva un sorriso di approvazione ... » «Del resto,» continuò Don Rodrigo, «per quanto grande sia l'abilità legale del Griso, non voglio ch'egli balzi di scanno il nostro dottore ... » Infatti Don Rodrigo combattuto, trainato da sentimenti diversi, e tutti rei, tutti vili, tutti faticosi, era un oggetto di pietà senza stima agli occhi stessi del Griso e del Conte Attilio, e avrebbe eccitato orrore e stomaco nell'animo di chiunque gli avesse meno somigliato che quei due signori ... La passione di Don Rodrigo per Lucia, nata per ozio, irritata e cresciuta da poi dalle ripulse e dal disdegno, era diventata violenta quando conobbe un rivale ... La fantasia ardente e feroce di Don Rodrigo si andava allora raffigurando quella Lucia contegnosa, ingrugnata, severa, se l'andava raffigurando umana, soave, affabile con un altro, egli immaginava gli atti e le parole, indovinava i movimenti di quel cuore che non erano per lui, che erano per un villano; e la vanità, la stizza, la gelosia aumentavano in lui quella passione che per ...
Fermo e Lucia (pagina 57)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Tanta era l'agitazione di Don Rodrigo, ch'egli pensava in quel momento non senza terrore alle Gride contra i Tiranni ... ) Ben è vero che quelle gride erano per lo più inoperose, e Don Rodrigo lo sapeva per esperienza, come noi lo sappiamo ora dal trovare ad ogni nuova pubblicazione di esse la dichiarazione espressa che le antecedenti non avevano prodotto alcun effetto ... In questa tempesta di pensieri Don Rodrigo passeggiava per la stanza, facendo ad ogni momento nuove interrogazioni al Griso, e affettando sicurezza dinanzi al Conte Attilio; finalmente conchiuse col dire: «Per ora non c'è altro da fare che di sapere precisamente dove sono andati: tocca a te Griso; e poi, e poi ... Don Rodrigo pensò che in quel giorno sarebbe stata cosa molto utile l'avere il podestà a pranzo, per mostrare sicurezza, e per far vedere ai malevoli che la giustizia era per lui; e lo fece invitare, pregando il Conte Attilio di non disgustargli quel brav'uomo con tante contraddizioni ... Soltanto Don Rodrigo accennò indirettamente questa faccenda nel modo il più gentile ed ingegnoso, come si vedrà ... Allora Don Rodrigo: «Oh, signor podestà, giacchè ho la buona sorte di posseder cosa di suo aggradimento mi permetterà ... » «Non mai, non mai, Signor Don Rodrigo, se avessi saputo ch'ella sarebbe venuta a questi termini, avrei dissimulata la mia ammirazione per questo incomparabile ... » Il Conte Attilio interruppe la gara, la quale era già realmente composta: Don Rodrigo parlò all'orecchio ad un servo, e il podestà tornando poi a casa, trovò sei tarchiati contadini che erano venuti a deporre nella sua cantina le grazie di Don Rodrigo ... Dato l'ordine segreto, Don Rodrigo ritornò al discorso incominciato, benchè sembrasse mutarlo affatto, e passare dal vino all'economia politica; ma chi appena osservi la serie delle sue idee, scorgerà il filo recondito che le tiene ... «Che dice,» continuò adunque Don Rodrigo, «che dice il signor podestà di questo spatriare che fanno i nostri operaj?» «Che vuole ch'io le dica?» rispose il podestà: «è cosa da non potersi comprendere ... » «Eppure,» continuò Don Rodrigo «pare che questa cosa stia molto a cuore di Sua Eccellenza ... » «Ma per buona sorte,» disse il dottor Duplica, a cui Don Rodrigo aveva detto non tutto ma quanto bastava a fargli intendere come Don Rodrigo desiderava di esser servito, «per buona sorte abbiamo un signor podestà che non si lascerà illudere da pretesti, e saprà tenere mano ferma ... » «Mano ferma, signor podestà,» riprese Don Rodrigo: «mano ferma: il primo che c'incappa, farne un esempio ...
Fermo e Lucia (pagina 58)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Colui che aveva condotto il baroccio dei profughi, non tacque, e di confidenza in confidenza, il Griso venne a risapere, e potè riferire a Don Rodrigo: che i fuggitivi erano andati a Monza, che Fermo aveva proseguito il viaggio fino a Milano, che Lucia ed Agnese erano state raccomandate al guardiano dei cappuccini ... Parve a Don Rodrigo che la matassa non fosse tanto imbrogliata com'egli aveva temuto, e che il bandolo si potrebbe ravviare senza troppa difficoltà ... Monza non era più lontana che venti miglia; Fermo era separato dalle donne; quando si prendessero buoni alleati, senza dei quali Don Rodrigo sentiva di non poter far nulla a quattro miglia del suo castellotto, l'impresa non era disperata ... «Ora mio bravo e fedel Griso,» disse Don Rodrigo, «non bisogna metter tempo in mezzo ... Sa Vostra signoria che, non dico per vantarmi; ma sa che chi mi potesse consegnare alla giustizia, crederebbe di aver fatto un gran colpo?» Don Rodrigo stette un momento sopra pensiero ... Ma Don Rodrigo dopo un breve silenzio, fece con buone ragioni vergognar il Griso della sua pusillanimità ... «Che diavolo!» disse Don Rodrigo, «tu mi riesci ora un can da pagliajo, che non sa che abbajare sulla porta, guardandosi indietro se quei di casa lo spalleggiano, e non ardisce di allontanarsi quattro passi? Ebbene, piglia con te un pajo di compagni ... Tutte queste cose riferì il Griso a Don Rodrigo, il quale lodatolo, e ricompensatolo, si pose seriamente a pensare quale risoluzione fosse da prendersi ... Tentare un ratto a forza aperta, in Monza, su un terreno che egli non conosceva bene, in un monastero, a rischio di tirarsi addosso la signora, e tutto il suo parentado, del quale Don Rodrigo conosceva molto bene la potenza, e la ferocia in sostenere le protezioni una volta abbracciate, era impresa da non porvi nemmeno il pensiero ... Bisognava dunque ricorrere ad un alleato potente e destro, ad un uomo avvezzo a condurre a termine spedizioni di questo genere; e Don Rodrigo si determinò in un pensiero, che gli era passato più volte per la mente, che non aveva mai abbandonato, il pensiero di raccomandare i suoi affari al Conte del Sagrato ...
Fermo e Lucia (pagina 60)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Confermato nel suo perverso proposto di attingere la innocente Lucia, e convinto che le sue mani non erano abbastanza lunghe, si risolvette Don Rodrigo di andare in cerca di chi volesse prestargli le sue; fatta questa risoluzione, non v'era da titubare sulla scelta del personaggio, perchè il Conte era appunto per lui quel che il diavolo fece ... 8 Il mattino vegnente, senza por tempo in mezzo, Don Rodrigo a cavallo, in abito da caccia, col fedel Griso che camminava a fianco del palafreno, e con una quadriglia di bravi, si mosse verso il castello del Conte, come altre volte Giunone verso la caverna di Eolo; se non che la Dea pagava in Ninfe l'opera buona del re dei venti, e Don Rodrigo sapeva bene che avrebbe dovuto recarla a Doppie ... La via era di cinque miglia all'incirca; e Don Rodrigo la faceva lentamente, e per dare agio alla scorta pedestre di seguirlo; e perchè il cammino quasi tutto montuoso e disuguale e sassoso anche dov'era piano obbligava il ronzino ad andare di passo, e a cercare il luogo dove posare la zampa con sicurezza ... I villani che si abbattevano su quella via, al vedere spuntare il convoglio, si ritiravano dall'un canto verso il muro, per dare a Don Rodrigo il comodo d'un libero passaggio; e quando erano giunti al medesimo punto della strada, si ristringevano ancor più al muro, con aria quasi di chiedere scusa a Don Rodrigo d'essersi trovati sul suo cammino ... Don Rodrigo che già cominciava a godere nella sua mente un'anticipazione della potenza che gli avrebbe data l'alleanza che andava a contrarre, gli guarda con un volto fosco e sprezzante, come se dicesse: – vi siete rallegrati troppo presto a mie spese; lo so; ma vedrete chi sono – ... Giunto dinanzi al convento che si trovava su la sua strada, Don Rodrigo rallentò ancor più il passo, e si rivolse tutto a sinistra, guardando fieramente se mai il Padre Cristoforo girasse fuori del nido: ma non v'era nessuno: la porta della chiesa era aperta, e si sentivano i frati cantare l'uficio in coro ... In mezzo alla sua ira Don Rodrigo si risovvenne delle promesse del Conte Attilio, e dei disegni che questi gli aveva comunicati sul modo di liberarlo da quei frate: pensò che in quel momento forse la trappola era già tesa; e passando dalla collera alla compiacenza, fece un sogghigno accompagnato da un «ah! ah!» il cui senso non fu chiaramente compreso che dal fidato Griso; il quale per mostrare la sua sagacità, e per far vedere ai compagni ch'egli era molto internato nei segreti del padrone, si volse a questo pur sogghignando, e facendo col volto un cenno che voleva dire: – a quest'ora il frate sarà servito – ... In quel momento non vi scorrevano che due o tre rigagnoli sparsi in un deserto di sassi: noi avremmo voluto che la nostra storia registrasse a questo passaggio qualche incontro, qualche avvenimento inaspettato, per poterne illustrare quel torrente, e togliere il suo nome dalla oscurità, ma la storia non ne registra: e noi solleciti della verità più che d'ogni altra cosa non possiamo dire altro se non che il cavallo di Don Rodrigo attraversò il letto in retta linea, tenuto pel freno dal Griso il quale dovette porre i piedi nel guazzo, scontando così com'era giusto un poco l'onore di star più vicino al signore; mentre gli altri bravi passarono un po' più in giù sur un ponticello stretto a piedi asciutti ... Don Rodrigo aveva già tirata la briglia del suo ronzino per rivolgerlo sulla salita, quando uno dei tre, facendogli cenno di ristare gli chiese molto famigliarmente: «dove si va signor mio, con questa bella compagnia?» In altro luogo ed in altra occasione Don Rodrigo che aveva la superiorità del numero, e che non era avvezzo a sentirsi così interrogare da paltonieri, avrebbe risposto chi sa come; ma egli sapeva di essere negli stati del Conte, e s'avvedeva che parlava con dipendenti da quello, onde fingendo di non trovare nulla di strano in quel modo, rispose umanamente: «Vado ad inchinare il signor Conte ... «Sono il signor Don Rodrigo ... » Don Rodrigo intese che bisognava anche scendere da cavallo, e ricordandosi di quel proverbio: si Romae fueris, romano vivito more, non si fece pregare, e disse: «avrò molto piacere di far questi pochi passi a piede: e voi intanto», disse rivolto alla sua scorta, «starete qui aspettandomi a refiziarvi, e a godere della compagnia di questa brava gente ... » Mentre quivi si parlamentava, scendevano per l'erta a varie distanze uomini del Conte che dall'altura avevan veduti armati a fermarsi; ma colui che s'era offerto di accompagnare Don Rodrigo, accennò loro che erano amici, e quegli ritornarono ... Don Rodrigo sceso, e date le briglie in mano al Griso cominciò a salire con la sua guida; la quale non volendo forse avere offeso un uomo che poteva esser più amico del Conte che non si sapesse, fece una qualche scusa a Don Rodrigo di averlo fatto scendere ... » «Certo, certo,» rispose Don Rodrigo: «io sono buon servitore del signor Conte, e non pretendo che egli abbia a far complimenti con me ... » – Questi è un signore davvero, – pensava tra sè continuando la sua salita Don Rodrigo ... – Così Don Rodrigo si racconsolava della sua inferiorità; e nel resto del cammino andava rimasticando i discorsi ch'egli aveva preparati pel Conte ... Giunti al castello, la guida v'entrò con Don Rodrigo, e lo fece aspettare in una sala, dove stavano sempre servi armati, pronti agli ordini del Conte ... Dopo pochi momenti, la guida tornò invitando Don Rodrigo ad entrare dal padrone; e di sala in sala sempre incontrando scherani, lo condusse a quella dove stava il Conte del Sagrato ... Don Rodrigo ...
Fermo e Lucia (pagina 61)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Dopo molte cerimonie, alle quali il Conte badò poco, Don Rodrigo sedette; e il Conte pure a qualche distanza ... «Dovrei scusarmi», cominciò Don Rodrigo, «di venir così a dare infado a Vossignoria Illustrissima ... » «A dir vero,» riprese Don Rodrigo «io mi trovo impegnato in un affare d'onore, in un puntiglio, e sapendo quanto valga un parere di un uomo tanto esperimentato quanto illustre, come è il Signor Conte, mi sono fatto animo a venir a chiederle consiglio, e per dir tutto anche a domandare il suo amparo ... » E qui avvedendosi che Don Rodrigo faceva un volto serio, tra l'offeso e lo spaventato, si raddolcì e continuò: «intendiamoci fra noi da buoni patriotti, senza spagnolerie ... » Don Rodrigo si fece da capo e raccontò a suo modo tutta la storia, e finì col dire che il suo onore era impegnato a fare stare quel villanzone e quel frate, e ch'egli voleva aver nelle mani Lucia; che se il Signor Conte avesse voluto assumere questo impegno, egli non dubitava più dell'evento ... Il Conte diceva nella sua mente: – l'avresti avuta per centocinquanta se non parlavi d'infado e d'amparo –; e Don Rodrigo intanto faceva egli pure mentalmente i suoi conti su le dugento doppie ... E nell'atto di proferire la formola, il Conte stese la mano, e Don Rodrigo la strinse ... «Le darò», disse Don Rodrigo, «uno dei miei uomini, che conosce benissimo la persona, e starà agli ordini di Vossignoria ... «Certo,» replicò Don Rodrigo, «pel Signor Conte non v'è cosa impossibile ... » «Non ne dubito,» rispose Don Rodrigo ... «Son uomo d'onore,» rispose Don Rodrigo, e si accomiatò ... Per ciò il Conte, quando Don Rodrigo gli parlò di Monza, corse tosto col pensiero ad Egidio, e conoscendo per esperienza la devozione, e risolutezza di lui, sapendo che la sua casa era contigua al monastero, fece ragione che la impresa era come compiuta, e promise a Don Rodrigo con quella asseveranza che abbiamo veduta, e che gli diede una maraviglia non affatto sgombra di diffidenza ...
Fermo e Lucia (pagina 80)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... L'altro chiamato era quel nostro Don Abbondio, il quale per togliersi d'impiccio era stato in gran parte cagione di tutto questo guazzabuglio: egli non poteva sapere, nè avrebbe mai pensato che questa chiamata avesse la menoma relazione con quei tali promessi sposi, dei quali credeva di essere sbrigato per sempre ... Si avanzò anch'egli incerto e curioso, anche inquieto di dovere trovarsi con quel famoso Conte: pure lo rassicurava la faccia ispirata del Cappellano, quelle sue parole che annunziavano oscuramente cose grandi, e ciò che più stava a cuore di Don Abbondio, cose quiete ... Don Abbondio s'inchinò umilmente ad entrambi, e guardava l'uno e l'altro ma specialmente il Conte; e aspettava che si dicesse qualche cosa per esser certo che non v'erano imbrogli ... Il Cardinale si volse allora a Don Abbondio, e con volto lieto gli disse: «Una buona nuova per voi, Signor curato di ... » «Monsignore illustrissimo, non so niente;» rispose Don Abbondio, il primo pensiero del quale era sempre di scolparsi a buon conto, e di lavarsene le mani ... » – Ahi! ahi! – pensava fra sè Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 81)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Abbondio all'udire un tal ordine sentì tutt'altro che consolazione; si trattava di ricondurre in trionfo, alla presenza dell'arcivescovo quella Lucia nelle cui avventure egli si trovava intrigato un po' sporcamente, nella cui storia era parte, e in un modo e per motivi di cui l'ultima persona a cui avrebbe voluto render ragione era certamente quel Federigo Borromeo ... Vedendo poi quello pigliare amorevolmente la mano del terribil Conte, Don Abbondio stava guatando, come un ospite pauroso vede un padrone di casa accarezzare sicuramente un suo cagnaccio tarchiato, ispido, arrovellato, e famoso per morsi e spaventi dati a cento persone; sente il padrone dire che quel cane è bonaccio di natura, la miglior bestia del mondo; guarda il padrone e non osa contraddire per non offenderlo, e per non esser tenuto un dappoco; guarda il cane e non gli si avvicina perchè teme che al menomo atto quel bonaccio non digrigni i denti e non si avventi alla mano che vorrebbe palparlo; non fa moto per allontanarsi perchè teme di porgli addosso la furia d'inseguire; e non potendo fare altro, manda giù il cane, il padrone, e la sua sorte che l'ha portato in quel gagno, in quella compagnia: tali erano i sensi e gli atti del nostro povero Don Abbondio ... Ma il Conte tutto assorto nei suoi pensieri, sbalordito egli stesso di tanta mutazione, intento a raccogliersi, a riconoscersi, per così dire, agitato dai rimorsi, dal pentimento, da una certa gioja tumultuosa, corrispose appena macchinalmente con una piegatura di capo, e con un aspetto sul quale si confondevano tutti questi sentimenti in una espressione oscura e misteriosa, che lasciò Don Abbondio ancor più sopra pensiero di prima ... Dato l'ordine, riprese la mano del Conte e s'avviò verso la porta della stanza; ma veduto passando il nostro Don Abbondio che stava tutto pensieroso e come ingrugnato, pensò il buon cardinale che quegli forse avesse avuto per male di vedere quel facinoroso così accarezzato e distinto, e sè negletto in un canto ... » Don Abbondio rispose con un sorriso forzato al quale voleva far dire: – certo è una gran consolazione –: ma in cuor suo tra sè e sè, rispose con una frase proverbiale lombarda: – meglio perderlo che trovarlo – ... Il Cardinale s'arrestò un momento poco al di là della soglia, abbracciò ancora il Conte, il quale non ebbe tempo di ritirarsi, e gli disse: «v'aspetto»; salutò della mano Don Abbondio, e mostrò di volersi avviare alla sacristia: parte del clero lo precedette, altri lo circondarono, alcuni gli tennero dietro, e la comitiva partì, giunse alla sacristia, dove il cardinale si vestì degli abiti solenni, ed uscì nella chiesa affollata a celebrare gli uficj divini ...
Fermo e Lucia (pagina 82)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Abbondio nojato del presente e inquieto dell'avvenire, ruminava fra sè che cosa potesse dire a colui, per assaggiarlo, per conoscere l'umore della bestia, giacchè di voglia o di forza, doveva trovarsi con quella, e accompagnarla nella sua caverna: ma il pover uomo non sapeva raccappezzare un pensiero, una frase che stesse bene ... – E appena avuta questa ispirazione, Don Abbondio stava per dire: la giornata è un po' rigida; ma non è da stupirsene; siamo tra le montagne e ai ventidue di novembre ... Se il Conte avesse potuto sospettare che la mente di Don Abbondio era ad una simile tortura, gli avrebbe tosto cercate le parole più atte a dare sicurezza anche ai pusillanimi; avrebbe fatto in modo d'infondere ogni coraggio a Don Abbondio: poichè il timore ch'egli ispirava sarebbe stato per lui in quel momento un rimprovero doloroso, un ricordo di tutto ciò che v'era stato in lui di feroce e d'ingiusto, di ciò ch'egli allora detestava, e voleva riparare ... Ma per disgrazia di Don Abbondio, era il Conte talmente occupato dei suoi pensieri, talmente distratto da tutto ciò che non era, egli, il cardinale, e Lucia, che non si avvedeva per nulla della tempesta che bolliva nell'animo del suo compagno, e a dir vero non si ricordava quasi ch'egli fosse presente ... Don Abbondio guardò allora al Conte, il quale alla prima parola intesa s'avviò; s'accorse allora di Don Abbondio, e lo riverì, come si fa a persona che sopraggiunga; e quindi trovandosi già presso alla porta continuò il suo cammino seguendo l'ajutante di camera ... Don Abbondio che aspettava questo momento per vedere se il Conte gli usasse un atto di cerimonia anzi di civiltà, e pigliarne buon augurio, fu contristato della poca buona creanza del Conte; e gli tenne dietro con l'animo sempre più sconsolato ... Salirono entrambi in silenzio; i lettighieri uscirono per porsi sulla via che conduceva al castello, e i due cavalieri su le mule sempre guidate a mano dai due palafrenieri, la cui compagnia fu molto gradita a Don Abbondio, seguirono posatamente la lettiga ... Don Abbondio si trasse pure il suo gran cappello senza piume, s'inchinò, sentì i suoi confratelli che cantavano, e provò forse per la prima volta un sentimento d'invidia in una tale occasione ... – Gran cosa, (è il soliloquio di Don Abbondio) gran cosa, che a questo mondo vi debbano essere dei ribaldi e dei santi, che gli uni e gli altri debbano avere l'argento vivo addosso, che quando hanno una ribalderia, o un'opera santa da fare, debbano sempre tirare per forza in ...
Fermo e Lucia (pagina 83)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... ballo gli altri, quelli che vorrebbero attendere ai fatti loro; e che tanto gli uni quanto gli altri debbano venir tra i piedi a me, pover'uomo, che non m'impaccio degli affari altrui, e che non cerco altro che di starmene quieto a casa mia! Quel birbone di Don Rodrigo s'ha da ficcare in capo di sturbare un matrimonio, proprio nella mia parrocchia, e m'ha da venire una intimazione di quella sorte! Un pazzo che ha nascita e quattrini, casa ben piantata, e parenti in alto, e potrebbe godersi la sua vita tranquilla, signorilmente: attendere a dare dei buoni pranzi, stare allegro, e fare degli allegri: signor no: ha da desiderare la donna d'altri, tanto per venire a molestarmi ... chi è sotto è sotto: ahi! ahi! ahi! S'aveva mò a mandar così un povero curato galantuomo sotto la bocca del cannone? – Don Abbondio era a questo punto della sua meditazione quando la cavalcata giunse alla taverna dove cominciava la salita, e ne uscirono bravi secondo il solito, i quali videro con istupore il Conte con un prete dietro una lettiga ... Ma Don Abbondio, continuava: – ci siamo ... Mentre il Conte le dava questa istruzione Don Abbondio, il quale fino allora si era spaventato ad ogni bravo che s'incontrava, e che per consolarsi guardava ai lettighieri e ai palafrenieri, stava tutto in incertezza per questa fermata, e sospirava ... Il Conte spiccatosi dalla lettiga si avvicinò alla mula di Don Abbondio che aspettava quello che avvenisse con gli occhi sbarrati, e gli disse sotto voce: «Signor Curato; ella non ha bisogno che io le insegni ad esser prudente; ma in questa casa, è necessaria una prudenza che io solo pur troppo posso conoscere appieno ... » La voce dell'uomo che sgombra le rovine e le macerie, e che chiama il poveretto che è stato colto dalla caduta d'una fabbrica, e vi si trova sepolto vivo, è appena più dolce al suo orecchio che fosse quella del Conte al povero nostro Don Abbondio ... » «Lasci fare, lasci fare a me;» rispose Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 86)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... ?» «Ah! vedete?» rispose Don Abbondio: «son qui io, il vostro curato, a liberarvi, dal lago dei leoni, senza riguardi per me, in una giornata fredda, a cavallo ... «La vedrete presto, oggi,» rispose Don Abbondio: «ma prima dovete vedere ben altro personaggio ... «È il cardinale arcivescovo,» rispose Don Abbondio, «un uomo di Dio, ma bisogna saperlo pigliare, perchè ... «È vero,» disse Don Abbondio, «andiamo perchè qui non è troppo sano stare: ma ricordatevi di quello che v'ho detto ... «Che paura?» disse Don Abbondio, «siete con me, ed è mio amico ... Don Abbondio pigliava fiato ad ogni passo; la conferenza che il Cardinale avrebbe con Lucia, gli dava un po' di briga per le cose che si dovevano rivangare di quel tale matrimonio: vedeva in lontano dei pericoli per parte di Don Rodrigo; ma il sentimento predominante era allora la gioja di uscire sano e salvo da quella spedizione ... Pieno di questo sentimento, Don Abbondio aveva una parlantina che nessuno gli avrebbe supposta vedendolo così silenzioso nella prima andata; e non avrebbe rifinito di ciarlare col Conte, se questi avesse fatto tenore ai suoi inviti ... Ma il Conte benchè lieto di ricondurre Lucia al Cardinale, era tuttavia troppo compreso da tanti sentimenti per prestarsi alla garrulità di Don Abbondio ... Intanto Don Abbondio e il Conte entrarono nella casa del curato, e quivi si stettero ad aspettare il Cardinale ... «L'abbiamo condotta sanamente,» rispose Don Abbondio ... » Don Abbondio invitato anch'egli, si rifiutò dicendo di non volere abbandonare per lungo tempo il suo ovile; uscì dalla casa del curato, entrò in quella dove era ricoverata Lucia, alla quale raccomandò ancora fortemente di non parlare di ...
Fermo e Lucia (pagina 91)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Rodrigo, dopo una breve esitazione, prese quest'ultimo partito ... Don Rodrigo pensava che cosa mai avrebbe potuto fare di conveniente, che stesse bene in quei giorni, e non trovava nulla, nemmeno un soggetto di discorso con chi venisse a visitarlo ... Quei signori che lo avevano adulato fin allora, si sarebbero allora avveduti ch'egli era un ribaldo, il podestà doveva in quei momenti far dimenticare le sue relazioni con l'uomo che avrebbe dovuto reprimere e punire; al più il dottor Duplica, il quale non voleva mai inimicarsi senza speranza un signore, sarebbe stato quei giorni a poltrire in letto, per potergli dire un giorno che una malattia gli aveva tolto il bene di ossequiare il Signor Don Rodrigo ... Dopo i primi passi Don Rodrigo vide coi suoi occhi, la via piena di viandanti che andavano in folla a Maggianico, altri per vedere il Cardinale, per assistere alla solennità: giovani, vecchi, benestanti, e poveri in quantità che sapevano di non tornare con le mani vuote ... Don Rodrigo e i suoi scherani respirarono allora dallo spavento; ma i pensieri che rimasero a Don Rodrigo non furono molto più sereni ... Questi discorsi furono riferiti al Cardinale, che fu lieto assai della partenza di Don Rodrigo; e si fermò sempre più nel disegno di far tornare Lucia alla sua casa per avvisare poi ivi ai mezzi di porla per sempre in sicuro ... Dopo due, tre o quattro giorni spesi dal Cardinale nella visita di altrettante Chiese (questa indeterminazione è nel manoscritto); venne la volta di Don Abbondio; il quale non dico che desiderasse questa visita; ma se l'aspettava ... Don Abbondio era stato quei dì un po' malato; giacchè credo di avere accennato altrove, che la sua salute era soggetta ad alterazioni improvvise quanto quella d'un diplomatico: ma in quel giorno dovette risolversi di star bene; si pose alla testa di quella folla, e andò sulla via per la quale Federigo doveva venire ... Non erano ancora molto distanti dal paese quando si cominciò a vedere l'altra folla che veniva, e a distinguere la lettiga e il corteggio a cavallo; l'incontro e l'accompagnamento si avvicinarono, i due romori si mischiarono, le due turbe si trasfusero in una, e nel mezzo si trovò la lettiga ferma del Cardinale, e Don Abbondio allo sportello a fare il suo complimento ... Nelle accoglienze e nelle risposte di Federigo cercò il nostro scaltrito Don Abbondio di scrutinare se Lucia avesse chiaccherato qualche cosa del matrimonio: ma invano: la sincerità ponderata di Federigo rendeva il suo volto impenetrabile come avrebbe potuto fare la più imperturbata dissimulazione ...
Fermo e Lucia (pagina 92)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quindi non aveva ancora una opinione in mente su questo fatto, e sincero com'era, non lasciava trasparire nessuna opinione: a segno che Don Abbondio non vedendo negli atti e nel volto di lui nulla che indicasse malcontento o sospetto, tenne per fermo che il Cardinale non sapesse nulla, e ne fu molto consolato ... Ritiratosi pertanto come abbiam detto nella casa di Don Abbondio, il Cardinale s'informò da lui e da qualche altro prete su lo stato delle cose per rapporto a Lucia, e potè esser certo che ogni pericolo era cessato per lei, giacchè il suon gran nimico, e gli scherani di questo se n'erano iti con la coda tra le gambe, e quand'anche fossero stati sfrontati a segno di rimanere, i difensori di Lucia sarebbero stati dieci volte in numero più del bisogno ... Quanto a Don Rodrigo, egli era messo almeno per qualche tempo fuori del caso di far paura; e la rimembranza di quest'uomo, trista certo e schifosa per Lucia, non accresceva però le sue inquetudini ... Pensava però che Don Rodrigo sarebbe tornato, e rimasto, e che il Cardinale non avrebbe potuto sempre aver l'occhio sopra di lei per difenderla; e da questo pensiero deduceva la necessità di trovare qualche dimora più sicura, e sperava che il Cardinale stesso ne avrebbe tolto l'incarico ...
Fermo e Lucia (pagina 93)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... La sua incertezza però fu breve, giacchè le prime parole di Federigo furono queste: «Signor curato, perchè non avete voi unita in matrimonio quella giovane Lucia col suo promesso sposo?» – Donne ciarlone! – voleva sclamare Don Abbondio, ma s'avvide tosto che questa non era una risposta che stesse bene, nè una risposta; e disse titubando: «Monsignore illustrissimo, mi scusi ... » «Come?» disse il Cardinale con volto serio e dignitoso: «non sentite che voi siete ora qui per render conto al vostro superiore? e che avendo tralasciato, negato di fare ciò che nella via ordinaria, era il vostro dovere, avete a dirne una buona ragione, o a confessarvi colpevole?» Queste parole fecero tosto rientrare in sè Don Abbondio ... Egli aveva peritanza dell'arcivescovo, e paura di Don Rodrigo, e come questo sentimento era incomparabilmente più forte nell'animo suo, così aveva quasi fatto svanire il primo ... Pensava Don Abbondio che Federigo rimproverava, ma che Don Rodrigo dava, e al paragone i rimproveri gli parevano poca cosa, e l'autorità stessa non gl'imponeva troppo quando pensava al rischio della persona ... » «Deve dunque sapere Monsignore illustrissimo,» ripigliò Don Abbondio «che la vigilia appunto del giorno stabilito per quel benedetto matrimonio (parlo a Vossignoria, come in confessione) io me ne tornava a casa tranquillamente, senza una cattiva intenzione al mondo, sallo Dio, quando ...
Fermo e Lucia (pagina 94)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Non basta, Monsignore?» replicò Don Abbondio ... Eh! Monsignore!» «E vi par questa una ragione bastante per ommettere un dovere preciso?» «No?» disse precipitosamente Don Abbondio con una sorpresa tanto viva che quasi sarebbe paruta stizza ... «La pelle! la pelle! non è una ragione bastante?» Il Cardinale, alzando gli occhi in faccia a Don Abbondio disse con una indegnazione composta: «Ma quando vi siete presentato alla Chiesa, alla Chiesa dei martiri per ricevere questa missione che esercitate, quando avete assunti volontariamente questi doveri del ministero, la Chiesa vi ha ella fatto conto della pelle? Vi ha ella detto che quei doveri erano senza pericoli? Vi ha detto che dove il pericolo cominciasse ivi cesserebbe il dovere? O non v'ha espressamente dichiarato che vi mandava come un agnello fra i lupi? Vi ha promessa la sicurezza temporale per ricompensa? o la vita eterna? Non sapevate voi che v'erano dei violenti nel mondo? La pelle! Offeritela per le mani dei violenti in sagrificio alla fede e alla carità, e la Chiesa la raccoglierà come un nobile tesoro, la conserverà di generazione in generazione, di sacerdozio in sacerdozio, come un oggetto di culto, come un testimonio della forza che le è stata data dall'alto, come un tempio dove lo Spirito avrà operate le sue maraviglie ... Come! al soldato che riceve pochi soldi di paga, che combatte per una causa che non conosce non è lecito dire: ho voluto salvare la vita! non è lecito, è turpe; supporre ch'egli lo possa pensare, è una ingiuria e non una scusa! e sarà scusa per noi! Dio buono, per noi che predichiamo le parole della vita, che rimproveriamo ai fedeli il loro attacco alle cose terrene, che facciam loro vergogna, che gli chiamiamo ciechi perchè non sentono il valore della promessa, o perchè operano come se non lo avessero compreso! Che più? per questa stessa vita del tempo, la Chiesa non ha ella pensato a voi? non vi nutrisce ella della sostanza dei poveri? non vi munisce di riverenza e d'ossequio? non vi copre ella d'un abito, che prima pure che si sieno vedute le vostre opere vi attrae la venerazione, perchè vi segna come un uomo trascelto, come uno di quegli che non hanno altra professione che di fare il bene? E perchè vi distingue ella così, se non a fine che possiate farlo? QUEGLI da cui abbiamo la missione e l'esempio, il precetto e la forza di eseguirlo, quando venne su la terra ad illuminare i ciechi, a congregare i dispersi, ad evangelizzare i poveri, a curar quelli che hanno il cuore spezzato, a ben fare, a salvare, pose Egli per condizione di aver salva la vita?» Don Abbondio teneva bassi gli occhi, il capo, le mani; il suo spirito si dibatteva tra quelli argomenti, come un pulcino negli artigli del falco che lo tengono elevato in una regione sconosciuta, in un'aria che non ha mai respirato ... 4 Ebbe appena Don Abbondio proferite queste ultime parole che se ne pentì, s'accorse d'aver detta una insolenza, e si aspettò che questa volta Monsignore monterebbe affatto in bestia ... » Vedendo Federigo che Don Abbondio non rispondeva, e sospettando ch'egli forse fosse rattenuto dal timore di offenderlo, riprese con tuono umile e cordiale: «Dite, che dinanzi a quel Dio che ci ascolta, io vi protesto, che non che sdegnarmene, vi sarò grato, e v'avrò più caro che mai non vi avessi ... » Ma i pensieri di Don Abbondio erano tutt'altri da quelli che s'immaginava il Cardinale ... – Oh che tribolatore! – pensava Don Abbondio ... – Ma come bisognava pure dir qualche cosa ad alta voce, ecco ciò che disse Don Abbondio ... «Oh Monsignore, mi burla! Chi non conosce il petto forte, l'animo coraggioso di Vossignoria illustrissima?» A questa dichiarazione fece poi nel suo cuore Don Abbondio questo commento: – Anche troppo, che un po' di giudizio starebbe meglio: lasciare andar l'acqua all'ingiù, e non andare a comprarsi le brighe, nelle faccende cercare tutti i musi duri per cozzare e fino nelle visite andare a pescare tutti i pericoli, schivare le strade piane, e andare in cerca dei greppi e dei precipizi per fiaccarsi l'osso del collo ... – Il Cardinale rispose al complimento di Don Abbondio: «Io non vi domandava una lode che mi fa tremare, perchè chi può sapere come mi giudichi Chi vede tutto? ma voi dovete sapere che quando a servire il prossimo in quelle cose, dove egli ha ragione nei nostri servigj è necessaria una risoluzione coraggiosa, allora questa risoluzione è di stretto dovere ... Ditemi dunque: che avete voi fatto dopo quella intimazione che avete detto?» «Che ho fatto, Monsignore?» disse Don Abbondio ... «Monsignor no,» rispose Don Abbondio: «ma le so dire che fu una febbre fiera: sono spaventi che non gli auguro a nessuno ... » «La carne è inferma,» ripigliò Federigo: «ed è questa la nostra miserabile condizione: ma lo spirito fu egli pronto? Che avete voi fatto per quei due poveretti, dei quali voi, e voi solo allora conoscevate il pericolo?» «Ma che cosa doveva fare, col nome di Dio?» disse Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 95)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Ecco come vanno le cose,» disse Don Abbondio: «io mi confondo davanti a Vossignoria illustrissima, e faccio torto alla mia causa, per non saper ben dire le mie ragioni ... » Don Abbondio taceva: il Cardinale continuò: «È doloroso il terrore, sono increscevoli le angosce, è amara la pressura: voi lo sapete: ma sapete voi misurare la paura e le angosce che ha sofferte una vostra parrocchiana innocente?» Don Abbondio, dagli anni della pubertà in poi, non aveva mai occupato tanto poco di spazio come in quel momento: ad ogni parola del Cardinale egli si andava ristringendo, impicciolendo, avrebbe voluto sparire ... » «Questo non lo posso dire,» rispose Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 96)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Abbondio sulle prime, quando aveva veduto che s'intonava un rabbuffo, aveva sentito un turbamento, una stizza, una tristezza tutta carnale; non poneva mente al senso della ammonizione, ma al tuono con cui era fatta: e non s'affannava d'altro che di sentirla finire ... Ma dalle dalle, la pioggia continua di quelle parole dopo d'avere sdrucciolato su quella terra arida, l'aveva pure penetrata: erano conseguenze impensate, applicazioni nuove, ma d'una dottrina antica pur nella mente di Don Abbondio; il quale cominciò davvero a comprendere quanto la sua condotta fosse stata diversa da quella legge, ch'egli stesso aveva sempre predicata ... » Federigo fece ancora pausa a queste parole: Don Abbondio non ruppe il silenzio, ma il Cardinale vide ch'egli gli assentiva con l'animo, e continuò: «Il male avvenuto è irrevocabile; ma non irreparabile; speriamo ... » «Monsignore,» disse Don Abbondio, con voce commossa, «dinanzi a voi e dinanzi a Dio prometto di fare per essi tutto quello che potrò ... » «Ah l'anima! è vero pur troppo!» disse Don Abbondio, lasciando interrotta la frase che il suo pensiero compì a questo modo: – ma se quel birbante mi dovesse uccidere il corpo, sarebbe dura – ...
Fermo e Lucia (pagina 97)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Dopo qualche momento il Conte uscì dalla casa di Don Abbondio e s'avviò a quella di Lucia tra una folla di spettatori, fra i quali era già corsa la notizia di ciò che si preparava ... Don Abbondio camminava al suo fianco, e pareva ... Don Abbondio ... » «Brava figliuola!» disse Don Abbondio, «così si deve parlare: fate bene a perdonare, perchè Dio lo comanda; e già quando anche non voleste, che utile ve ne verrebbe? Voi non potete vendicarvi, e non fareste altro che rodervi inutilmente ... » Così dicendo svolse il rotolo, e sclamò: «Oro!» «Vostra madre ha ragione,» disse Don Abbondio: «accettate quello che Dio vi manda, e se vorrete farne del bene non ...
Fermo e Lucia (pagina 98)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » Lucia ringraziò pure il Conte, il quale dopo d'aver ripetute parole di scusa e di umiliazione e di tenerezza, si congedò, uscì con Don Abbondio, e sulla porta si divisero ... Il Conte tra le acclamazioni della folla prese la via che conduceva al suo castello, e Don Abbondio tornò a casa ... Per avere la certezza che desiderava, egli non si rivolse a Don Abbondio; perchè teneva per fermo (e nessuno dirà ch'egli giudicasse temerariamente) che Don Abbondio per rispondere «Monsignor sì» o «Monsignor no», avrebbe consultato piuttosto l'interesse e la sicurezza sua propria che quella di Lucia ... Don Valeriano, capo di casa, Donna Margherita sua moglie, Donna Ersilia loro unica figlia, e Donna Beatrice sorella del capo di casa, rimasta vedova nel primo anno di matrimonio, e ritornata a vivere ritiratamente in casa ... Dei primi tre il Cardinale non aveva conoscenza molto vicina: sapeva soltanto che la famiglia benchè molto distinta, pure non faceva terrore, che Don Valeriano non aveva riputazione di soverchiante e di tiranno; e questo merito negativo bastava in quei tempi a conciliare ad una famiglia potente la stima e la fiducia dei più savj ... Quando adunque questa visita gli fu annunziata, propose egli di trovare il modo che Lucia andasse in quella casa; ma non dovette studiar molto a condurre il discorso dov'egli desiderava; perchè l'affare di Lucia era stato tanto clamoroso che Don Valeriano non mancò di parlarne per fare un complimento al suo liberatore ... Don Valeriano guardò in faccia a Donna Margherita, la quale assentì con una occhiata: Donna Beatrice, non guardata da loro, gli guardò entrambi con ansietà per vedere se avevano inteso, se avrebbero fatto vista d'intendere: Donna Ersilia continuò a guardare la croce del Cardinale, la porpora, a seguire con l'occhio la mano per osservare l'anello, che erano le cose per le quali s'era fatta una festa di venire a far quella visita ... Don Valeriano offerse al Cardinale di prendere Lucia al servizio della casa, o come il Cardinale avrebbe ...
Fermo e Lucia (pagina 121)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Valeriano, capo di casa, ultimo rampollo d'una famiglia illustre che pur troppo terminava in lui, uomo tra la virilità e la vecchiezza, era di mediocre statura, e tendeva un pochetto al pingue, portava un cappello ornato di molte ricche piume, alcune delle quali spezzate al mezzo cadevano penzoloni e d'altre non rimaneva che un torso: sotto a quel cappello si stendevano due folti sopraccigli, due occhi sempre in giro orizzontalmente, due guance pienotte per sè, e che si enfiavano ancor più di tratto in tratto e si ricomponevano mandando un soffio prolungato, come se avesse da raffreddare una minestra: sotto la faccia girava intorno al collo un'ampia lattuga di merletti finissimi di Fiandra lacera in qualche parte e lorda da per tutto: una cappa di ... sfilacciata qua e là gli cadeva dalle spalle, una spada col manico di argento mirabilmente cesellato, e col fodero spelato gli pendeva dalla cintura; due manichini della stessa materia, e nello stesso stato della gorgiera uscivano dalle maniche strette dell'abito, e un ricco anello di diamanti sfolgorava talvolta, nell'una delle due sudicie sue mani: talvolta; perchè quell'anello passava anche una gran parte della sua vita nello scrigno d'un usurajo; e in quegli intervalli, Don Valeriano gestiva alquanto meno del solito ... Don Valeriano portato al fasto e alla trascuraggine era anche ricco e povero ... Don Valeriano quindi, benchè nell'animo non fosse molto dissimile dal selvaggio di Montesquieu, non poteva, com'egli, abbatter l'albero per coglierne il frutto: e non poteva far altro che lanciar pietre al frutto per farlo cadere acerbo e ammaccato ... E siccome nelle idee di Don Valeriano le pompe e il fasto tenevano il primo luogo, così alle pompe e al fasto erano tosto consecrati i denari che toccavano le sue mani; e il necessario pativa ... In mezzo a queste cure incessanti Don Valeriano non aveva lasciato di coltivare il suo ingegno, e senza essere un dotto di mestiere, poteva passare per uno degli uomini colti del suo tempo ... L'astrologia era uno di quei rami dell'umano sapere, nei quali Don Valeriano era versato ...
Fermo e Lucia (pagina 122)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... A un bisogno Don Valeriano sapeva parlare ordinatamente e anche luculentamente del maleficio amatorio, del maleficio ostile e del maleficio sonnifero, che sono i cardini della scienza, e conosceva i segreti dei congressi delle streghe, come se vi avesse assistito ... Per la politica speculativa il suo uomo era stato per gran tempo il Segretario Fiorentino, ma questi dovette scendere al secondo posto nel concetto di Don Valeriano e cedere il primo a quel gran Valeriano Castiglione che in quello stesso anno aveva dato alla luce la sua opera dello Statista Regnante dove tutti gli arcani i più profondi, e i più reconditi precetti della ragione di stato sono trattati con un ordine nuovo e sublime ... E bisogna confessare che il nostro Don Valeriano prevenne il giudizio del mondo sul merito del Castiglione: poco dopo Urbano VIII lo onorò delle sue lodi, Luigi XIII per consiglio del Cardinale di Richelieu, lo chiamò in Francia per esservi Istoriografo, Carlo Emmanuele di poi gli affidò lo stesso ufizio, il Card ... Quanto alla storia naturale, non aveva a dir vero attinto alle fonti, e non teneva nella sua biblioteca, nè Aristotele, nè Plinio, nè Dioscoride; giacchè come abbiam detto Don Valeriano non era un professore, ma un uomo colto semplicemente: sapeva però le cose le più importanti e le più degne di osservazione; e a tempo e luogo poteva fare una descrizione esatta dei draghi e delle sirene, e dire a proposito che la remora, quel pescerello, ferma una nave nell'alto, che l'unica fenice rinasce dalle sue ceneri, che la salamandra è incombustibile, che il cristallo non è altro che ghiaccio lentamente indurato ... Ma la materia nella quale Don Valeriano era profondo assolutamente, era la scienza cavalleresca, e bisognava sentirlo parlare di offese, di soddisfazioni, di paci, di mentite: Paris del Pozzo, l'Urrea, l'Albergato, il Muzio, la Gerusalemme liberata e la conquistata, e i dialoghi della nobiltà, e quello della pace di Torquato Tasso, gli aveva a mena dito; i Consigli e i Discorsi cavallereschi di Francesco Birago erano forse i libri più logori della sua biblioteca ... Anzi Don Valeriano affermava, o faceva intendere spesso che quel grand'uomo non aveva sdegnato di consultarlo su certi casi più rematici; e parlando talvolta di quelle opere con quella venerazione che meritavano, e che per verità ottenevano da tutti, Don Valeriano aggiungeva misteriosamente: «Basta: ho messo anch'io un zampino in quei libri ... » Ma gli studj solidi non avevano talmente occupati gli ozj di Don Ferrante, che non ne restasse qualche parte anche alle lettere amene: e senza contare il Pastorfido, che al pari di tutti gli uomini colti di quel tempo, egli aveva pressochè tutto a memoria, non gli erano ignoti nè il Marino, nè il Ciampoli, nè il Cesarini, nè il Testi: ma sopratutto aveva fatto uno studio particolare di quel libretto che conteneva le rime di Claudio Achillini; libretto nel quale, diceva Don Ferrante, tutto, tutto, fino alla protesta sulle parole Fato, Sorte, Destino e somiglianti era pensiero pellegrino, ed arguto ... Aveva poi un tesoretto, una raccolta manoscritta di alcune lettere dello stesso grand'uomo; e su quelle si studiava di modellare quelle che gli occorrevano di scrivere per qualche negozio, o per isciogliere qualche ingegnoso quesito che gli veniva proposto: e a dir vero le lettere di Don Ferrante erano ricercate con qualche avidità, e giravano di mano in mano per la scelta e la copia dei concetti e delle immagini ardite, e sopra tutto pel modo sempre ingegnoso di porre la questione, e di guardare le cose; stavano però male di grammatica e di ortografia ... Avrebbe anche avuto, com'era giusto, una gran voglia di farle predominare in casa; e pare che il carattere straccurato di Don Ferrante avrebbe dovuto servire a maraviglia a questo desiderio della consorte; ma v'era un grande ostacolo ... La più parte delle idee in questo mondo non possono esser messe ad esecuzione senza danari: ora Don Ferrante poco o nulla curandosi del governo della casa, aveva però ritenuto sempre presso di sè il ministero delle finanze; e a dir vero gli affari ne erano tanto complicati, che ormai nessun altro che egli avrebbe potuto intendervi qualche cosa ... Ma fuor di questo, tutta l'eloquenza, tutta l'insistenza, tutte le arti di Donna Prassede non avrebbero potuto tirare un danajo dalla borsa di Don Ferrante ... Le entrate, prima che si toccassero, erano impegnate a pagar debiti urgenti, o destinate a soddisfare qualche genio fastoso di Don Ferrante ... Non rimaneva dunque a Donna Prassede altro dominio che su la sua persona, sul modo d'impiegare il suo tempo, su le persone addette specialmente al suo servizio: cose tutte nelle quali Don Ferrante lasciava fare; poteva ella in somma dare tutti gli ordini l'esecuzione dei quali non portasse una spesa, o che non fossero in opposizione alle abitudini e alle volontà risolute di Don Ferrante ...
Fermo e Lucia (pagina 123)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Prospero il maggiordomo di casa, e il favorito di Don Ferrante, faceto e rispettoso, disinvolto e composto, dotto a tutto fare e a tutto soffrire, abile a trattare gli affari, e a parlarne senza mai proferire le parole che potevano far sentire gl'impicci, o offendere la dignità del padrone, sapeva suggerir a proposito un invito da fare onore alla casa, trovare un cammeo prezioso, un quadro raro, ogni volta che una rata di pagamento stava per entrare nella cassa di Don Ferrante, e sapeva trovare un prestatore ogni volta che la cassa era asciutta ... Il suo nome proprio era Margherita, ma dalla padrona era chiamata Ghita, dalle donne inferiori a lei, e dai paggi di Donna Prassede Signora Ghitina; e dai servitori di Don Ferrante quando parlavano fra di loro non era mai menzionata altrimenti che la Signora Chitarra ... Ma quanto alla gente di Don Ferrante, essa non poteva fare altro che notare tutte le azioni disordinate che essi commettevano, disapprovare con qualche cenno, o al più con qualche frizzo, e riferire poi il tutto alla padrona, la quale pure non poteva fare altro che gemere con lei ... Don Ferrante però aveva appena qualche sentore di questa guerra sorda, perchè egli non osservava molto, e Prospero non si curava di parlargli di malinconie e le querele della moglie, le attribuiva Don Ferrante ad inquietudine di carattere, a giuoco di fantasia, come le domande di quattrini ...
Fermo e Lucia (pagina 131)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... – Chi non ha veduto Don Abbondio in quel giorno non ha una idea vera dell'impaccio ... Non v'era salute che nella fuga; ma primo di tutti a risolverla Don Abbondio era poi rimasto indietro di molti per le difficoltà che trovava nella fuga stessa, e per le condizioni ch'egli vi aveva voluto porre ... Era pure andato pregando tutti quelli che avevano buone spalle, che per amore del loro curato si caricassero delle sue masserizie, delle sue provvigioni, anche dei suoi mobili, per portarli in alto e riporli in salvo; ma si era indirizzato ad uomini occupati a scegliere fra i pochi loro averi quello che si poteva trafugare, lasciando con dolore il resto alle voglie dei ladri: e nessuno aveva spalle da allogare a Don Abbondio ... Girava il pover uomo per la casa tutto affannato e stralunato, non sapendo che farsi, se la prendeva quando col duca di Nivers, come diceva egli, che avrebbe potuto rimanersi in Francia e voleva a forza esser duca di Mantova, quando col duca di Savoja che voleva ingrandirsi, quando coll'imperatore che stava su certi puntigli, e quando con Don Gonzalo di Cordova che non aveva saputo mandare quei diavoli per un'altra strada ... Oh che gente! – Bisogna dire che Don Abbondio fosse ben accecato dalla paura per parlare a quel modo ... Alcuni di loro non rispondevano a Don Abbondio, altri diceva: «eh sì! s'ingegni anch'ella signor curato» ... Perpetua ben convinta che non era da fare assegnamento sopra altri, aveva fatto due fardelli uno per sè, uno per Don Abbondio; e poi in fretta e in furia, sparpagliava il resto delle masserizie nei bugigatti più nascosti della casa, sul solajo sotto il pagliajo, dietro i tini ... Quando questa faccenda fosse terminata alla meglio, ella aveva proposto di presentare a Don Abbondio il fardelletto destinato per lui, e d'intimargli di partire, giacchè in quel momento era cosa evidente che il padrone non era in caso di governarsi e pel suo meglio bisognava comandargli ... In questo frattempo sopravvenne Agnese, e comunicata la sua risoluzione, fece intendere a Don Abbondio ch'ella poteva essere opportuna anche per lui ... «Dite davvero, Agnese?» disse Don Abbondio ... » «Senza perder tempo,» disse Don Abbondio, «perchè costoro possono giungere da un momento all'altro ... «Sia fatta la volontà di Dio,» disse Don Abbondio: e intanto Perpetua gli diede il fardello, dicendo: «porti questo, ch'io porto quest'altro ... » «Oh poveretto me!» disse Don Abbondio ... «Che ci avete messo?» «Camicie e abiti,» rispose Perpetua, indi fattasi all'orecchio di Don Abbondio, domandò sotto voce: «i danari li ha in tasca?» «Sì, zitto zitto per amor del cielo,» rispose Don Abbondio, e prese il fardello ... «Oh me poveretto!» mormorò Don Abbondio, «ognuno pensa a sè ... ma no no, peggio: sono la metà Luterani! misericordia!» Don Abbondio rispondeva così ad una proposizione che s'era fatta e che alla prima gli era paruta un bel trovato per preservare la casa ... Data una occhiata lacrimosa alla casa, Don Abbondio s'incamminò colle due vecchie amazoni, e per tutta la via non fece altro che sospirare, lagnarsi dell'abbandono in cui l'avevano lasciato i suoi parrocchiani, domandare a Perpetua dove avesse riposta la tal cosa e la tal altra, e se credeva che non le avrebbero trovate: enumerare tutte le ragioni per le quali il Conte sarebbe stato peggiore d'un cane se gli avesse fatto male, e divisare dove si sarebbe potuto cercare un asilo se quello a cui si andava fosse stato mal sicuro ...
Fermo e Lucia (pagina 132)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... arme appostati, altri che giravano in ronda a tre a quattro, tanto che Don Abbondio cominciò a scrollare il capo e a dire: «Che è questa faccenda?» Ma Perpetua gli spiegò tosto che quegli erano evidentemente uomini che vegliavano alla sicurezza del castello, e di quelli che, come si vedeva, andavano ivi a rifuggirsi ... «Ohimè! ohimè!» disse Don Abbondio: «vedo che qui si voglion fare delle pazzie; appunto quando più si vorrebbe stare zitti, rannicchiati senza nè meno fiatare, farsi scorgere ... » Dette sotto voce queste parole Don Abbondio proseguiva lentamente, guardando con attenzione a quegli armati, e cercando di comporre il volto alla indifferenza, e di non lasciar trasparire il suo pensiero che diceva dentro: – Scommetterei che questo gradasso ha caro che sia venuto un flagello così orribile per avere il pretesto di fare un po' di rimescolamento ... » Il Conte le chiese con premura novelle di Lucia, e udite che le ebbe, si rivolse a Don Abbondio, e disse: «La ringrazio Signor curato ch'ella degni scegliere un asilo in questa casa ... » – Manco male che conosce i suoi meriti – pensò Don Abbondio, e cominciò per rispondere: «In questi frangenti ... «Dio liberi!» rispose Don Abbondio: «Dio liberi! Non sarei qui vivo e sano ad implorare la protezione del Signor Conte ... » – Un corno, – disse fra sè Don Abbondio ... » «Signor Conte,» disse Don Abbondio, «sarà quel che Dio vorrà ... Non rimaneva nel castello più che un letto libero; e fu dato, com'era giusto, a Don Abbondio prete e vecchio ... Ma anche questa che in fatto era salute, fu pel volgo inerme che vi era ricoverato, e per Don Abbondio principalmente un aumento d'inquietudine ... Poichè, se il confine veneto fosse stato sguernito, Don Abbondio certamente l'avrebbe varcato, e sarebbe andato innanzi fino a che non avesse più inteso parlare di lanzichenecchi ... Ognuno può immaginarsi come il povero Don ...
Fermo e Lucia (pagina 133)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma quando Perpetua giustificandosi alzava la voce, Don Abbondio la faceva tacere, e cessava di garrire anch'egli tutto impaurito che non nascesse qualche scandalo, e il Conte tornando all'antica natura non facesse il diavolo ... Don Abbondio sedeva alla tavola del Conte, che in quell'accampamento era come la tavola dello stato maggiore: v'erano i signori del contorno che facevano da ufiziali, le signore, e qualche prete ... Bisognava dunque parlare, e ridere, e si rideva; ma per Don Abbondio era un supplizio: e quando il Conte gli rivolgeva in particolare il discorso per animarlo un pochetto, egli allora sforzandosi di mangiare e di ridere, faceva in una volta due smorfie che gli davano una figura veramente compassionevole ... Don Abbondio avrebbe voluto gittarsi d'un volo al suo nido, per mirar tosto cogli occhi proprj il suo dolore, e il guasto che v'era stato fatto, e nello stesso tempo perchè i barberini, vedendo la casa abbandonata, non venissero a portar via quello che i barbari avevan potuto lasciare ... E poi, per quanto il Conte avesse dato segni e prove d'esser divenuto un galantuomo, Don Abbondio non l'aveva potuto guardar mai in volto senza ricordarsi dell'uomo brusco che era stato altre volte, e non istava con lui di buon animo, massime in picciola brigata ... Agnese partì dopo molte ripulse cerimoniose e mille rendimenti di grazie, e Don Abbondio e Perpetua le andarono in compagnia ... Ma il povero Don Abbondio questa volta ebbe campo e ragione più che mai di sclamare: «oh che gente! oh che gente!» La sua casa era la più mal trattata del villaggio, perchè era la più apparente; e gli ospiti eroi sospettando che ci dovesse esser più che altrove ricchezza nascosta, vi avevano impiegato più ostinate cure a metter tutto sossopra ... Don Abbondio, spinto innanzi dall'ansia di vedere i fatti suoi, e rispinto dal ribrezzo e dall'orrore, metteva il capo alla porta d'una stanza, e lo ritraeva, dava tre passi, e ristava ... Sul focolare della cucina per esempio si vedevano più tizzoni spenti, i quali accennavano ancora d'essere stati un bracciuolo di seggiola, il piede d'un trespolo, un'imposta d'armadio, una doga del botticino dove Don Abbondio teneva il vino che per una lunga esperienza aveva riconosciuto il migliore amico del suo stomaco ... Don Abbondio mettendosi le mani in que' due suoi ciuffetti grigj su le tempie, balzò di casa come un forsennato, e andò di porta in porta a gagnolare, a scongiurare quegli che tornati da qualche giorno avevano assestate alla meglio le case loro, che venissero a dare un po' di governo alla sua; e ...
Fermo e Lucia (pagina 134)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Passati quei primi giorni, e nel tempo appunto delle brighe e delle spese, Don Abbondio ebbe con se stesso e con Perpetua una guerra assai fastidiosa ... Perpetua, parte con la sua vista acuta come il fiuto d'un bracco, parte con la sua abilità a far ciarlare la gente, scoperse che molte masserizie del suo padrone non erano già state sciupate dai barbari, ma erano sane e salve in paese nelle mani dei barberini; ne fece tosto avvertito Don Abbondio, perchè si facesse rendere il suo ... Ma Don Abbondio non voleva sentir toccare questa corda: non già che non gli spiacesse assai vedersi così rubato a man salva, e sapere il fatto suo in mano d'altri: ma quegli che se lo tenevano erano i più terribili e bizzarri arieti del suo gregge: quegli dai quali Don Abbondio aveva sempre sofferto ogni cosa piuttosto che provocarli al cozzo, che aveva sempre accarezzati, e lodati come i più savj ed esemplari ... Sicchè sopra il rovello e il danno aveva egli a tollerare anche le baruffe con Perpetua, e di queste baruffe ve n'era una tutte le volte che Don Abbondio si lagnava di qualche mancanza, domandava qualcheduno di quegli utensili che altri aveva fatti suoi ... » «Oh che spropositi! oh che spropositi!» sclamava Don Abbondio ... » La baruffa andava talvolta in lungo, ma Don Abbondio rimaneva sempre vincitore, perchè quando si trattava di paura, egli mostrava una risoluzione e una virtù tale che Perpetua sentiva di non poter competere, e taceva la prima ... Tutto quello che fece Don Abbondio, fu di gittare in predica qualche motto sul dovere di restituire e su la trista sorte di chi va all'altro mondo carico dell'altrui; ma lo diceva con certe perifrasi, con un riserbo, con una delicatezza da fare onore ad un predicatore di corte ...
Fermo e Lucia (pagina 137)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Piano, piano,» disse Don Ferrante, il quale benchè occupato a dissertare in un altro crocchio aveva intesa quella scappata del Signor Lucio ... «Quand'anche ciò fosse vero,» disse Don Ferrante, dopo aver pensato soltanto per un mezzo minuto, «una tale parzialità sarebbe da attribuirsi non al mio debol merito, ma alla innata benignità del sesso ... » «Dica dalla superficie, Signor Lucio, dalla superficie,» rispose Don Ferrante ... «La materia è un po' spinosa,» disse Don Ferrante; «ma vedrò di renderla trattabile ... » «Non lo sanno; perdoni,» rispose Don Ferrante, «lo indovinano, a caso, come atomi senza cervello che girando senza sapere dove, concorressero a comporre una figura regolare ... » «Sì,» disse Don Ferrante; «ma le malattie, la cagione prima delle malattie?» «Nè qui pure c'è sotto gran misterio,» rispose il signor Lucio: «la carestia, la mala vita hanno cagionate le malattie ... » «Tutto bene,» disse Don Ferrante, «ma la cagione prima?» «Io non so che cosa ella intenda per cagione prima,» disse Don Lucio ... «Ora, vede ella se bisogna poi ricorrere alla scienza,» disse Don Ferrante ... » Tutti stavano ansiosamente attenti; Don Ferrante levò la destra come se stesse per proferire un giuramento, la sua fronte si corrugò; la sua voce prese un tuono lugubre e solenne, articolò la formola terribile: «mortales parat morbos; miranda videntur» ... » Don Ferrante continuò: «Ecco la cagione prima della mortalità, ecco dove sta l'errore di questi pochi medici che voglion fare il singolare, e resistere all'evidenza, e credono di spaventarci con un grande apparato di dottrina, come se alla fine, avessero a fare soltanto con gente che non abbia mai toccato il limen della filosofia ... » «E qui li voglio,» interruppe Don Ferrante; «qui dà in fuora lo sproposito ...
Fermo e Lucia (pagina 144)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... 5 Una sera, verso il mezzo d'Agosto, Don Rodrigo tornava alla sua casa in Milano, dove era sempre rimasto dal giorno che vi era tornato dalla villa in forma di fuggitivo ... Quella elazione d'animi aveva durato qualche tempo; di poi la fame cresciuta aveva prodotti gli sbandamenti, e il vagabondare di molti, e nei rimasti un fermento di disperazione: erano cani tuttavia ringhiosi, e non ancora disposti ad accosciarsi sotto la mano alzata del signore; poi eran passati i lanzichenecchi, che avevano spogliato il castellotto; poi era venuta la peste; non v'era insomma stata mai una tranquillità di cose in cui Don Rodrigo avesse potuto farsi sentire ... Avevano ricapitolate burlescamente le virtù di qualche loro amico defunto; e Don Rodrigo in ispecie aveva molto divertita la brigata con l'orazione funebre del conte Attilio ... Tornando da tutta questa allegria, Don Rodrigo sentiva però una gravezza di tutte le membra, una difficoltà crescente nel camminare, una ansietà di respiro, una inquietudine, un grande abbattimento; ma cercava di attribuir tutto questo al sonno ...
Fermo e Lucia (pagina 145)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Ho bevuto, ho bevuto,» disse Don Rodrigo, che non potè non avvedersi di quell'atto e del pensiero nascosto; «siamo stati allegri: sto bene, benone, Griso: ho sonno: oh che sonno! Levami un po' dinanzi quel lume che mi abbaglia ... » Il Griso non se lo fece ripetere, e partì col lume, al momento che Don Rodrigo si gettava sul letto ... Don Rodrigo si ristringeva in sè, ritirava le mani, le membra, per non toccare quei corpi pestilenti; ma ad ogni movimento incappava in qualche membro infetto ... Tanto più Don Rodrigo avrebbe voluto fuggire; ma la folla degli incantati era fitta ed immobile ... » e qui pareva a Don Rodrigo che il frate ristesse, come sopraffatto da un pensiero repentino e profondo: ed egli stava ansioso attendendo ... » A queste parole Don Rodrigo, voleva gridare, nascondersi, fuggire, e si destò spaventato ... «Griso,» disse Don Rodrigo sollevandosi, «tu sei sempre stato il mio fido ... » Il Griso non rispose nulla, ed aspettò che Don Rodrigo continuasse ... » Erano forse anni che Don Rodrigo non aveva proferita questa parola ... » Così dicendo, tolse la chiave dalla toppa, uscì, chiuse Don Rodrigo in istanza e se ne andò ... Don Rodrigo rimase in una agitata aspettazione, in una incertezza sospettosa, e iraconda, col terrore crescente ... Quegli accettarono prima d'intendere le condizioni: ma il Griso le espresse tosto; non si trattava d'altro che di venire a prendere Don Rodrigo, e di portarlo al lazzeretto ... Don Rodrigo stava con l'orecchio teso, spiando ogni romore per sentire se il chirurgo giungeva; e questo sforzo d'attenzione ...
Fermo e Lucia (pagina 147)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Era Don Abbondio in persona, e ad una certa distanza poteva parere un vecchio ritratto di qualche togato, scialbo per natura, per l'arte del pittore, e per l'opera del tempo, appeso di traverso fuori al muro, per la buona intenzione di ornare qualche solennità ... Ma tosto l'antico rispetto pel curato, quel desiderio di sentire una voce umana e conosciuta così potente in quelle circostanze, la speranza di risapere da lui qualche cosa che gl'importasse, vinsero nell'animo di Fermo, che si arrestò, fece una riverenza, e dirizzando il volto alla finestra, disse: «Oh signor curato, come sta ella in questi tempi?» Don Abbondio aveva guatato costui che veniva, gli era sembrato di riconoscerlo: ma quando sentì la voce che non gli lasciava più dubbio, «per amor del cielo!» disse, «voi qui? Che venite a fare in queste parti? Dio vi guardi! Vi pare egli, con quella poca bagattella di cattura ... ?» «Oh via, signor curato,» disse Fermo non senza dispetto: «mi vuol ella fare anche la spia?» «Parlo per vostro bene,» disse Don Abbondio, «che nessuno ci sente ... » «Oh!» disse Don Abbondio, «figliuol caro, voi avete sempre avuto il timor di Dio, spero che non sarete cangiato ...
Fermo e Lucia (pagina 163)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » Dette queste parole, prese in fretta il viale, per andarsene alla sua stazione; Lucia, compunta di quella separazione, e atterrita dallo spettacolo, tornò a capo basso e col petto ansante alla sua capanna; e Don Rodrigo su la cima d'un tristo mucchio, fra lo strepito e le bestemmie, usciva dal lazzeretto per andarsene alla fossa ... Con Don Abbondio le cose non furono così chiare ... «Siete qui voi!» disse Don Abbondio ... » «Oh santo Dio benedetto!» sclamò Don Abbondio ... » «Che vuol dire?» chiese Don Abbondio ... «Vuol dire,» rispose Fermo, «che Don Rodrigo a quest'ora debb'esser all'altro mondo ... » – Se fosse la vacca d'un pover'uomo, – disse Don Abbondio fra sè e sè ... » «Ma un parere, un parere d'amico,» disse con una amabile modestia Don Abbondio, «non ha da potervelo dare un vecchio, che vi vuol bene?» «Che parere?» «Con quella cattura che avete su le spalle, compatitemi, non vi conviene star qui: maritatevi altrove; e Dio vi benedica ... » «La riverisco,» rispose il figliuolo, e lasciando Don Abbondio in quei pensieri che il lettore conosce, gli volse le spalle; e se ne andò a Bergamo a disporre le sue faccende, e la casa per la sposa ... Il giorno seguente, andarono tutti e quattro da Don Abbondio, il quale al tocco della porta accorse alla finestra, e veduta quella brigata, scese gemendo, e grattandosi in capo, ad aprire ... » Don Abbondio non si abbandonò alla gioja da spensierato, ma volle sapere con che fondamento si affermasse una tale ... Don Abbondio volle sentire il racconto, si fece ripetere molte circostanze, e quando fu ben certo che Don Rodrigo era veramente passato all'altra vita, mise un gran respiro, i suoi occhi s'animarono, tutti i lineamenti del suo volto si spiegarono come un fiore che sbuccia al raggio di primavera ...
Fermo e Lucia (pagina 164)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... E principalmente voi, figliuoli cari,»: e qui eran giunti nella sala, e fatti sedere da Don Abbondio, che proseguì: «principalmente voi, ai quali ho sempre voluto bene ... «Il nostro arcivescovo,» rispose Don Abbondio, «quel degno prelato: non sapete che il nostro santo padre Urbano ottavo, che Dio conservi, fino dal mese di Giugno, ha ordinato che ai cardinali si dia il titolo di Eminenza?» «Ed io,» replicò Agnese, «che gli ho parlato, come parlo a Vossignoria, ho inteso che tutti gli dicevano: Monsignore illustrissimo ... » «E se gli aveste a parlare ora,» replicò Don Abbondio, «dovreste dirgli: Eminenza, sotto pena di passare per malcreata, o per ignorante ... «Ed io verrò a stare allegro con voi; verrò, vedete,» disse Don Abbondio ... » «Ed io vi ho prevenuti,» riprese Don Abbondio, «per farvi vedere che vi sono amico; che vi voglio bene, quantunque m'abbiate dato anche voi qualche travaglio: non parlo di te che sei un malandrinaccio,» disse rivolto a Fermo, sorridendo, «ma anche voi con quell'aria di quietina:» e qui rivolto a Lucia, e alzata la mano con l'indice teso, e stretto il rimanente del pugno la moveva verso di essa in atto di amichevole rimbrotto; e continuò: «bricconcella, anche voi mi avete voluto fare un tiro: quella sera: quella sorpresa: quel clandestino: basta non ne parliamo più; quel ch'è stato è stato: non è colpa vostra; è un mio destino, che tutti più o meno debbano darmi qualche fastidio: tutto è finito: pensiamo a stare allegri ... » Lucia sorrise; Agnese stava per aprir la bocca ad argomentare contra Don Abbondio, e provargli che il torto era suo; ma Fermo le fece cenno di tacere; e rispose egli in vece con un complimento al curato; e con qualche altro complimento, il congresso finì con universale soddisfazione ... I beni di Don Rodrigo erano passati per fedecommesso ad un parente lontano; il quale ...
Fermo e Lucia (pagina 165)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Avrete forse una occasione di far del bene e di riparare il male che ha fatto Don Rodrigo,» gli disse il cardinale, e gli raccontò in succinto la persecuzione fatta da quello sgraziato ai nostri sposi, e il danno di ogni genere che ne avevan patito ... Don Abbondio al vedere il nuovo padrone di quella altre volte caverna di ladroni, umano, cortese, affabile, rispettoso verso i preti, voglioso di far del bene, non si può dire quanto ne fosse edificato ... E quando quel signore lo richiese di Fermo e di Lucia, e gli manifestò le sue intenzioni benevole, Don Abbondio, non solo si prestò volentieri, a secondarle, ma lo fece con una ispirazione molto felice ... » Il signore gradì la proposta, anzi con molto garbo richiese Don Abbondio se non sarebbe dispiaciuto di condurlo a vedere quei fondi, e insieme a conoscere quella brava gente ... «È un onore immortale,» disse Don Abbondio facendo una gran riverenza; e andò in trionfo alla casa di Lucia con quel signore, il quale fece la proposta, che fu molto gradita ... Il prezzo fu rimesso a Don Abbondio, a cui il signore disse all'orecchio, che lo stabilisse molto alto ... Don Abbondio così fece; ma il signore volle aggiungere qualche cosa: e per interrompere i ringraziamenti dei venditori, gli invitò a pranzo nel suo castello pel giorno dopo quello delle nozze ... Il giorno seguente ognuno può immaginarsi quali fossero i sentimenti degli sposi e quelli di Don Abbondio, entrando non solo con sicurezza, ma con accoglimento ospitale ed onorevole nel castello, che era stato di Don Rodrigo: a render compiuta la festa, mancava il Padre Cristoforo: ma egli era andato a star meglio ... Il terzo giorno, la buona vedova con molte lagrime, e con quelle promesse di rivedersi, che si fanno anche quando s'ignora se e quando si potranno adempire, si staccò dalla sua Lucia, e tornò a Milano: e gli sposi con la buona Agnese che tutti e due ora chiamavano mamma, preso commiato da Don Abbondio, diedero un addio, che non fu senza un po' di crepacuore ai loro monti, e s'avviarono a Bergamo ...
Fior di passione (pagina 6)
di Matilde Serao (estratti)

... Il parroco, don Ottaviano, uomo bruno e segaligno, era propriamente cugino dell'esiliato, e capo della prima famiglia del paese ... Il parroco, che era anche consigliere comunale, cominciò a intimidirsi; la moglie dell'emigrato, sua cognata, la dama straniera, Cariclea, dovette dargli coraggio, ogni sera, nelle conversazioni dopo cena; ma ogni mattina ricominciavano i terrori di don Ottaviano ... Nel cortile dell'unico palazzo, quello di don Ottaviano, accamparono duecento fra soldati e ufficiali ... Dopo tre giorni avevan consumato tutto il vino, tutto l'olio, tutta la farina di don Ottaviano: e chiedevano ancora, insolentemente, bastonando i contadini, sgozzando le galline ... Tutta la notte era un cantare, un urlare, un litigare: don Ottaviano, chiuso nella sua stanzetta, leggeva ad alta voce i salmi penitenziali, per quietarsi o per stordirsi, ma non poteva dormire, il poveretto ...
Fior di passione (pagina 7)
di Matilde Serao (estratti)

... Don Ottaviano urlava: --Ci farete ammazzar tutti, con quel vostro pomo tricolore! Ma la bimba non voleva lasciarlo, gridava, gridava, glielo aveva dato il suo papà, quel cappellino col pomo tricolore ... Infine, i viveri cominciando a mancare, i soldati diventarono più rabbiosi e chiesero quattrini: il maggiore portò la imbasciata a don Ottaviano ... Il seppellimento fu fatto misteriosamente: --Benedetto, benedetto--diceva don Ottaviano, baciando piamente ogni arnese sacro, prima di sotterrarlo ... --La Madonna non ha tesoro--diceva don Ottaviano ... Don Ottaviano aveva vestito i paramenti sacri, e stava inginocchiato sui gradini dell'altare ... --Che daremo loro?--diceva don Ottaviano, disperandosi ...
I nuovi tartufi (pagina 12)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... La sera verso l'ora del De profundis il Presidente arriva affannato alla Parrocchia, e: "Presto, Don Geronimo, presto accorrete," diceva al Parroco da lontano;—"la poverina si muore; venga a confessarla, e porti seco la pisside e la borsa dell'olio santo…" Ma Don Geronimo, che pativa di gotte, sì era già posto a giacere; nonostante balzò subito seduto sopra il letto, e siccome in quel moto sentì certe trafitte che gli fecero vedere tre soli, pensò tra sè: "Oh benedetta! poteva morire qualche ora prima:"—e subito riprese:—"o piuttosto molte ore… ... "Maladetta gotta! Dio mi perdoni, perchè la gotta si può maledire senza scrupolo di coscienza;—ma la contrizione l'avrà… anzi deve averla salvala…" "Così sia, Don Geronimo, Intanto non mi par bene divulgare che Ella non fu a tempo a confessarla…—Don Geronimo capisce che ne scapiterebbe il suo decoro ... Don Geronimo… faremo mezzo per uno… nè tutto pagato, nè tutto regalalo…" rispondeva il Presidente stropicciandosi con soddisfazione le mani ...
I nuovi tartufi (pagina 13)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... —Zabulone ebreo ti dava questi ammaestramenti perchè ti consolassero, e tu tienli avanti gli occhi come le tavole della testimonianza, ricordandoti quello che Rabbi Santo favellava a Don Pietro: Por nascer en espino La rosa, ya no siento Que pierde; ni el buen vino Por salir del sarmiento; Ni vale el Azore menos Por que en vil nido siga Ni los exemplos buenos Porque Judio los diga ... —(1) Rabbi Santo chiamava se stesso Don Santo Judio de Carrion, perchè nato a Carrion de los Condes nella Castiglia vecchia: Señor noble rey alto Oid este sermon Que os dise Don Santo Judio de Carrion Nacque sul principio del secolo XIV ... Nel 1360 essendo già vecchio, diresse a Pietro il Crudele, re di Castiglia, un poemetto intitolato:—Consejos y documentos del Judio Rabbi Don Santo al rey Don Pietro ... Dicesi si chiamasse veramente Don Mose, e fosse chirurgo del re ...
Il benefattore
di Luigi Capuana (estratti)

... —Ecco don Liddu che viene a cercarvi—disse il notaio ... —Che terreni?—aveva domandato don Liddu ... Don Liddu si era affrettato a raggiungere il forestiero e gli altri, anche per curiosità; e spalancò gli occhi quando il notaio, ridendo, gli disse: —Se aveste un fondo colà, a Tirantello o al Cucchiaio, ora potreste arricchirvi, don Liddu ...
Il benefattore (pagina 4)
di Luigi Capuana (estratti)

... Siamo curiosi noi! Don Liddu, per esempio, si è ingrassato a spese dell'inglese tre anni ... Ed ora che vede sfuggirsi questa mammella succhiata tre anni comodamente, Don Liddu piange e si strappa i capelli ... Don Pietro—oramai lo chiamavano così—riconosciutili da lontano, aveva sùbito ordinato ai cocchieri di fermare i cavalli ... —Su, montino in carrozza anche loro—disse don Pietro—c'è posto per tutti ... Lassù, su la spianata davanti al Cottage, don Liddu, (aveva smesso l'albergo per diventare il factotum dell'inglese), che il segno degli evviva a una ventina di contadini schierati in due file davanti a la porta, e miss Elsa saltò giù dalla carrozza, esclamando: —Voglio essere la prima a prender possesso! —Voscenza benedica!—le disse don Liddu ...
Il benefattore (pagina 5)
di Luigi Capuana (estratti)

... L'accompagnava don Liddu con due paniere infilate pel manico alle braccia ... —Costei, invece, va attorno con don Liddu che porta i panieri delle provviste, per far sapere a tutti la sua gran carità! Pretesti! Pretesti! —È un caso, se oggi c'è don Liddu con lei ... Ma il canonico scappò lestamente, vedendo spuntare dal vicolo miss Elsa con don Liddu ... Don Liddu esitò un istante ... —Avrò un cavaliere, caso mai… Don Liddu non sa ancora capacitarsi che una signorina possa permettersi di fare qualche miglio per la campagna, sola sola…—ella continuò rivolgendosi al giovane ... —E se suo papà mi domandasse…—disse don Liddu per scusarsi ... —Voscenza ha ragione! —Povero don Liddu! Va via mortificato—disse Paolo Jenco, senza nascondere il piacere che sentiva di poter accompagnare miss Elsa ...
Il benefattore (pagina 8)
di Luigi Capuana (estratti)

... In quel punto, don Liddu gli recava, su un piccolo vassoio, la tazza col caffè ... Don Liddu si avviò premurosamente, molto meravigliato anche lui ... Scesa a precipizio la scaletta, stava per uscir fuori; don Liddu lo afferrò pel petto, balbettando: —Ah, padrone!… Per carità!… Dove vuole andare?… Lo ammazzano!… Ci sono i carabinieri!… Hanno guastato i lavori di condottura!… —Zitto!—disse il signor Kyllea ... Il signor Kyllea, pallido, smaniante, strizzandosi le mani, si volgeva di tratto in tratto a guardare nella stanza accanto… —Ah! Se non ci fossero le donne!… Ho tre Remington! Don Liddu, che era andato ad affacciarsi dall'alto della terrazza, venne ad annunziare: —Se ne vanno!… Hanno guastato tutto!… Ma lungo lo stradone scende un'altra fiumana di gente… Le campane suonano a stormo! Don Liddu s'interruppe ... Grida confuse, fischi, poi due colpi d'arma da fuoco!… I carabinieri si slanciarono fuori; e don Liddu, afferrato il padrone, cercava a ogni costo di impedirgli di uscire ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 6)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Ma la madre, guardando a don Fiorenzo: — Pregherà lui, per noi ... E le donne che sorreggono l'Assunta esclamano: — Miracolo! Miracolo! E tutti, in punta di piedi, ansiosi: — Miracolo! Miracolo! I quattrini di don Fiorenzo! Ricuperato l'onore, l'Assunta e Andrea si rallegrarono come fossero essi gli eredi del curato ... Solo, si sentivano in credito verso l'Americano appunto per quanto li aveva fatti soffrire; e quando poi egli tornò a prendere le cose dell'eredità, coraggiosamente gli dissero che da anni non avevano avuto nulla da don Fiorenzo ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 22)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Andandogli incontro per il viale che metteva, un po' di lungo, all'ingresso della strada, Raimondo pensava: — Don Paolo mi sembra stralunato ... Ma don Paolo parve anche più imbarazzato quando seduto sul sedile, tra il folto, cominciò a bassa voce: — La nostra amicizia e la mia prudenza, anzi il mio dovere ... Raimondo gli fu subito grato del tono dimesso, della soggezione manifesta, e pentito com'era d'avergli fatto dispiacere, affrettò: — Ho capito, don Paolo ... — Il mio timore — interruppe angustiato don Paolo —, il mio timore è che le voci, le accuse anonime pervengano all'orecchio di chi deve ignorare ... Dell'arcivescovo? Povero don Paolo!; si aspettava noie fin dalla Curia! — Ha ragione — affrettò di nuovo Raimondo ... — Bravo don Paolo! — esclamò ... — A non perdere di vista le cose terrene! Don Paolo guardò la signora con ricuperato animo ... Se n'andò, don Paolo, convinto d'avere provveduto alla sua missione ... Ah le parole delle Raffi! Solo adesso le ricordava! E insieme, d'un tratto, vide quanto avrebbe dovuto intendere prima, a poco a poco, se avesse ricordato e riflettuto: l'ammonimento del fratello («sta attento»), le parole delle Raffi («il capitano, dicono i socialisti, consola i mariti fuori e le mogli in casa»), la prudenza di don Paolo, gli infingimenti di Adriana ...
Il ponte del Paradiso (pagina 6)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Péntiti, don Giovanni! — Eh, don Giovanni nel profondo del suo cuore non avrebbe chiesto niente di meglio ... Péntiti, don Giovanni! — Filippo Aldini guardò intorno a sè, con occhi smarriti, come d'uomo in punto d'affogare ... — Péntiti, don Giovanni! — E si rivolgeva, ciò detto, alla sua Livia, come per invocarne l'aiuto ... — Ma sì, — aggiunse allora la signora Zuliani, con la sua vocina sottile, e accompagnandone il suono con un moto grazioso della sua testina bionda, — perchè non si pentirebbe, don Giovanni? — Filippo Aldini era fuori di sè dalla stizza ...
La favorita del Mahdi (pagina 75)
di Emilio Salgari (estratti)

... il laico Regnotto, suora Gregolini, suor Caprini, suor Chincarini e suor Venturini, la negra Coassè, allieva dell'istituto veronese don Mazza, il chierico Locatelli di Bergamo, don Rossignoli di Frascati, don Ohrwalder Trento e suor Corsi di Barletta[1] ... L'illustre missionario don Luigi Bonomi, mi narrò che un giorno, il Mahdi, esasperato perchè non abbracciavano la sua religione, in pieno mezzogiorno, alla presenza di tutto l'esercito, li fece scendere in campo minacciandoli di morte ...
Mastro don Gesualdo
di Giovanni Verga (estratti)

... - Don Diego! Don Ferdinando! - si udiva chiamare in fondo alla piazzetta; e uno che bussava al portone con un sasso ... Dalla salita verso la Piazza Grande, e dagli altri vicoletti, arrivava sempre gente: un calpestìo continuo di scarponi grossi sull'acciottolato; di tanto in tanto un nome gridato da lontano; e insieme quel bussare insistente al portone in fondo alla piazzetta di Sant'Agata, e quella voce che chiamava: - Don Diego! Don Ferdinando! Che siete tutti morti? Dal palazzo dei Trao, al di sopra del cornicione sdentato, si vedevano salire infatti, nell'alba che cominciava a schiarire, globi di fumo denso, a ondate, sparsi di faville ... Cristiani, aiuto! - Il fuoco! Avete il fuoco in casa! Aprite, don Ferdinando! - Diego! Diego! Dietro alla faccia stralunata di don Ferdinando Trao apparve allora alla finestra il berretto da notte sudicio e i capelli grigi svolazzanti di don Diego ... Gli altri intanto, spingendo, facendo leva al portone, riuscirono a penetrare nel cortile, ad uno ad uno, coll'erba sino a mezza gamba, vociando, schiamazzando, armati di secchie, di brocche piene d'acqua; compare Cosimo colla scure da far legna; don Luca il sagrestano che voleva dar di mano alle campane un'altra volta, per chiamare all'armi; Pelagatti così com'era corso, al primo allarme, col pistolone arrugginito ch'era andato a scavar di sotto allo strame ... In cima alla scala, don Ferdinando, infagottato in una vecchia palandrana, con un fazzolettaccio legato in testa, la barba lunga di otto giorni, gli occhi grigiastri e stralunati, che sembravano quelli di un pazzo in quella faccia incartapecorita di asmatico, ripeteva come un anatra: - Di qua! di qua! Ma nessuno osava avventurarsi su per la scala che traballava ... Volete sentirla, sì o no? Giacalone diceva piuttosto di abbattere la tettoia; don Luca il sagrestano assicurò che pel momento non c'era pericolo: una torre di Babele! Erano accorsi anche altri vicini, Santo Motta colle mani in tasca, il faccione gioviale e la barzelletta sempre pronta ... Si udiva sempre nel buio la voce chioccia di don Ferdinando il quale chiamava: - Bianca! Bianca! - E don Diego, che bussava e tempestava dietro un uscio, fermando pel vestito ognuno che passava, strillando anche lui: - Bianca! mia sorella! ... Don Diego e don Ferdinando, spinti, sbalorditi, travolti in mezzo alla folla che rovistava in ogni cantuccio la miseria della loro casa, continuando a strillare: - Bianca! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 2)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Se date aria al fuoco, in un momento se ne va tutto il palazzo! Don Diego allora si picchiò un colpo in fronte, balbettando: - Le carte di famiglia! Le carte della lite! - E don Ferdinando scappò via correndo, colle mani nei capelli, vociando anche lui ... Dalle finestre, dal balcone, come spirava il vento, entravano a ondate vortici di fumo denso, che facevano tossire don Diego, mentre continuava a chiamare dietro l'uscio: - Bianca! Bianca! il fuoco! ... Don Luca, il sagrestano, era corso davvero ad attaccarsi alle campane ... Dal corridoio riuscì a farsi udire comare Speranza, che era rauca dal gridare, strappando i vestiti di dosso alla gente per farsi largo, colle unghie sfoderate come una gatta e la schiuma alla bocca: - Dalla scala ch'è laggiù, in fondo al corridoio! - Tutti corsero da quella parte, lasciando don Diego che seguitava a chiamare dietro l'uscio della sorella: - Bianca! Bianca! ... Ad un tratto si piegò sulle ginocchia, aggrappandosi allo stipite, balbettando: - Ammazzatemi, don Diego! ... Quello che accadde poi, dietro quell'uscio che don Diego aveva chiuso di nuovo spingendo nella cameretta la sorella, nessuno lo seppe mai ... Don Liccio Papa, il caposbirro, gridando da lontano, brandendo la sciaboletta sguainata: - Aspetta! aspetta! Ferma! ferma! - E il signor Capitano dietro di lui, trafelato come don Liccio, cacciando avanti il bastone: - Largo! largo! Date passo alla Giustizia! - L'Avvocato fiscale ordinò di buttare a terra l'uscio ... - Don Diego! Donna Bianca! Aprite! Cosa vi è successo? S'affacciò don Diego, invecchiato di dieci anni in un minuto, allibito, stralunato, con una visione spaventosa in fondo alle pupille grige, con un sudore freddo sulla fronte, la voce strozzata da un dolore immenso: - Nulla! ... Don Luca che suonava a tutto andare le campane; la folla dalla piazza vociando e gesticolando; tutti i vicini alla finestra ... I Margarone stavano a vedere dalla terrazza al di sopra dei tetti, dirimpetto, le figliuole ancora coi riccioli incartati, don Filippo che dava consigli da lontano, dirigendo le operazioni di quelli che lavoravano a spegnere l'incendio colla canna d'India ... Don Ferdinando, il quale tornava in quel momento carico di scartafacci, batté il naso nel corridoio buio contro Giacalone che andava correndo ... - Scusate, don Ferdinando ... Don Diego sconvolto anche lui, pallido come un cadavere, colle mani scarne e tremanti, cercava di ricacciare indietro tutta quella gente ... - Che guardate? Che volete? Via di qua! fannulloni! vagabondi! Voi, don Liccio Papa, mettetevi a guardia del portone ... Don Diego, reggendosi appena sulle gambe, sporgeva il capo dall'uscio, e rispondeva a ciascheduno: - Sta un po' meglio ... La zia Cirmena scappò a dire: - Sono pazzi! Pazzi da legare tutti e due! Don Ferdinando già è stato sempre uno stupido ... e don Diego ... Poco dopo tornò ad uscire, stringendosi nelle spalle, gonfiando le gote, accompagnato da don Ferdinando allampanato che pareva un cucco ...
Mastro don Gesualdo (pagina 3)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ferdinando, sciocco, voleva accostarsi per udire lui pure: - Un momento! Che maniera! - lo sgridò la zia Cirmena ... Fece capolino don Diego, sempre con quella faccia di cartapesta, e ripeté: - Meglio ... - La Cirmena fece ancora alcuni passi nell'anticamera, perché non udisse don Ferdinando il quale veniva a chiuder l'uscio, e soggiunse sottovoce: - Lo sapevo da un pezzo ... A certa età le ragazze bisogna maritarle! II Nella piazza, come videro passare don Diego Trao col cappello bisunto e la palandrana delle grandi occasioni, fu un avvenimento: - Ci volle il fuoco a farvi uscir di casa! - Il cugino Zacco voleva anche condurlo al Caffè dei Nobili: - Narrateci, dite come fu ... Fece il giro lungo onde evitare la farmacia di Bomma, dove il dottor Tavuso sedeva in cattedra tutto il giorno; ma nel salire pel Condotto, rasente al muro, inciampò in quella linguaccia di Ciolla, ch'era sempre in cerca di scandali: - Buon vento, buon vento, don Diego! Andate da vostra cugina Rubiera? Lui si fece rosso ... Don Diego la vide passando davanti la porta del magazzino, in mezzo a una nuvola di pula, con le braccia nude, la gonnella di cotone rialzata sul fianco, i capelli impolverati, malgrado il fazzoletto che s'era tirato giù sul naso a mo' di tettino ... - Poi, come vide don Diego, si voltò sorridente: - Vi saluto, cugino Trao ... - e don Diego, soffocato dalla polvere, si mise a tossire ...
Mastro don Gesualdo (pagina 4)
di Giovanni Verga (estratti)

... -Deo gratias!Deo gratias! Lo combiniamo questo matrimonio, signora baronessa? Come s'accorse di don Diego Trao, che aspettava umilmente in disparte, il canonico mutò subito tono e maniere, colle labbra strette, affettando di tenersi in disparte anche lui, per discrezione, tutto intento a combinare il negozio del frumento ... Allora si rivolse verso don Diego, con grande enfasi, pigliandosela coi tempi nuovi: - Adesso non c'è altro Dio! Un galantuomo alle volte ... Il canonico riprese a dire come in aria di mistero, parlando piano con la baronessa e don Diego Trao, sputacchiando di qua e di là: - Ha la testa fine quel mastro-don Gesualdo! Si farà ricco, ve lo dico io! Sarebbe un marito eccellente per una ragazza a modo ... Poscia, sembrandogli che don Diego Trao stesse ad ascoltare i loro progetti, perché costui aspettava il momento di parlare alla cugina Rubiera, impresciuttito nella sua palandrana, e aveva tutt'altro per la testa il poveraccio! il canonico cambiò subito discorso: - Eh, eh, quante cose ha visto questo magazzino! Mi rammento, da piccolo, il marchese Limòli che recitavaAdelaide e Comingio colla Margarone, buon'anima, la madre di don Filippo, quella ch'è andata a finire poi alla Salonia ... Bisognava vedere! tutti col fazzoletto agli occhi! Tanto che don Alessandro Spina per la commozione, si mise a gridare: "Ma diglielo che sei tu! ... Ci fu poi la storia della schioppettata che tirarono al marchese Limòli, mentre stava a prendere il fresco, dopo cena; e di don Nicola Margarone che condusse la moglie in campagna, e non le fece più vedere anima viva ... - Don Ninì non era alla Vignazza, - disse lei tranquillamente ... - Oh, Maria Santissima! E dove sarà mai? Cosa gli sarà accaduto al mio ragazzo? Don Diego a quel discorso si faceva rosso e pallido da un momento all'altro ... Il canonico s'affrettò a rispondere, guardando sottecchi don Diego Trao ...
Mastro don Gesualdo (pagina 5)
di Giovanni Verga (estratti)

... Fate gli affari vostri, don Diego ... Poscia pensò al fuoco che avevano avuto in casa, alla malattia di Bianca - era una buona donna infine - don Diego aveva proprio una faccia da far compassione ... Infine, vedendo che don Diego non aggiungeva altro: - Ma spiegatevi, cugino ... Invece di spiegarsi don Diego scoppiò a piangere come un ragazzo, nascondendo il viso incartapecorito nel fazzoletto di cotone, con la schiena curva e scossa dai singhiozzi, ripetendo: - Bianca! mia sorella! ... In un lampo le tornarono in mente tante cose alle quali non aveva badato nella furia del continuo da fare: qualche mezza parola della cugina Macrì; le chiacchiere che andava spargendo don Luca il sagrestano; certi sotterfugi del figliuolo ... Don Diego stette un po' a cercare le parole, guardandola fisso negli occhi che dicevano tante cose, in mezzo a quelle lagrime di onta e di dolore, e poi nascose di nuovo il viso fra le mani, accompagnando col capo la voce che stentava a venir fuori: - Sì! ... La baronessa stavolta rimase lei senza trovar parola, con gli occhi che le schizzavano fuori dal faccione apoplettico fissi sul cugino Trao, quasi volesse mangiarselo; quindi balzò in piedi come avesse vent'anni, e spalancò in furia la finestra gridando: - Rosaria! Alessi! venite qua! - Per carità! per carità! - supplicava don Diego a mani giunte, correndole dietro ...
Mastro don Gesualdo (pagina 6)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Diego, cadaverico, col fazzoletto sulla bocca per frenare la tosse, continuava a balbettare soffocato delle parole senza senso ... dite la verità, cugino don Diego, che non me la meritavo! ... - Lasciatela stare, cugina Rubiera! - interruppe don Diego, con un rimasuglio del vecchio sangue dei Trao alle guance ... Don Diego, avvilito, non osava alzare gli occhi ... Non parlo di vostro fratello don Ferdinando, ch'è uno stupido, poveretto, sebbene sia il primogenito ... Don Diego, sgambettando più lento che poteva dietro alla cugina Rubiera, per gli anditi e gli stanzoni pieni di roba, seguitava: - Mia sorella non è ricca ... - ribatteva il povero don Diego che non risolveva ad andarsene, mentre la cugina Rubiera aveva tanto da fare ... sentite, don Diego ... Vi aiuterò anch'io, don Diego ... Don Diego scosse il capo amaramente, avvilito, barcollando come un ubbriaco nell'andarsene ... - Come? Così ve ne andate? Che c'è di nuovo? Non vi piace il farro? L'altro disse di no col capo anch'esso, al pari di don Diego Trao, il quale se ne andava rasente al muro, continuando a scrollare la testa, come fosse stato colto da un accidente, inciampando nei sassi ogni momento ...
Mastro don Gesualdo (pagina 7)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ma Pirtuso tirava via, senza rispondere neppure, dicendo a don Diego Trao che non gli dava retta: - La baronessa ha un bel dire ... Dico bene, vossignoria? III La signora Sganci aveva la casa piena di gente, venuta per vedere la processione del Santo patrono: c'erano dei lumi persino nella scala; i cinque balconi che mandavano fuoco e fiamma sulla piazza nera di popolo; don Giuseppe Barabba, in gran livrea e coi guanti di cotone, che annunziava le visite ... - Che bestia! Sei una bestia! Don Gesualdo Motta, si dice! bestia! Mastro-don Gesualdo fece così il suo ingresso fra i pezzi grossi del paese, raso di fresco, vestito di panno fine, con un cappello nuovo fiammante fra le mani mangiate di calcina ... - Avanti, avanti, don Gesualdo! - strillò il marchese Limòli con quella sua vocetta acre che pizzicava ... La padrona di casa gli fece animo: - Qui, qui, c'è posto anche per voi, don Gesualdo ... In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso più di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo verso la Piazza Grande dal cravattone nero, al pari di una tartaruga, cogli occhietti grigi e stralunati, il mento aguzzo e color di filiggine, il gran naso dei Trao palpitante, il codino ricurvo, simile alla coda di un cane sul bavero bisunto che gli arrivava alle orecchie pelose; e sua sorella donna Bianca, rincantucciata dietro di lui, colle spalle un po' curve, il busto magro e piatto, i capelli lisci, il viso smunto e dilavato, vestita di lanetta in mezzo a tutto il parentado in gala ... La zia Sganci tornò a dire: - Venite qui, don Gesualdo ... Don Ferdinando, temendo d'esser scomodato, volse un momento il capo, accigliato, e mastro-don Gesualdo si avvicinò al balcone, inciampando, balbettando, sprofondandosi in scuse ... Lì tutti sembravano sulle spine: la zia Macrì fingendo di guardare nella piazza, Bianca zitta in un cantuccio, e don Ferdinando solo che badava a godersi la festa, voltando il capo di qua e di là, senza dire una parola ... - Vi divertite qui, eh? Tu ti diverti, Bianca? Don Ferdinando volse il capo infastidito; poi vedendo la cugina Cirmena, borbottò: - Ah ... La Cirmena riprese subito, guardando don Gesualdo: - Che caldo, eh? Si soffoca! C'è troppa gente questa volta ... - Signora! signora! - vociò in quel momento don Giuseppe Barabba, facendo dei segni alla padrona ...
Mastro don Gesualdo (pagina 8)
di Giovanni Verga (estratti)

... L'arciprete prese tabacco, si spurgò, tossì, infine si alzò, e si mosse per andarsene, gonfiando le gote - le gote lucenti, la sottana lucente, il grosso anello lucente, tanto che le male lingue dicevano fosse falso; mentre il marchese gli gridava dietro: - Don Calogero! don Calogero! dico per dire, che diavolo! Alla mia età ... Scommetto che neppure don Ferdinando ne sa nulla ... don Diego, cosa ne dice? ... - Ah, don Diego? ... Subito dopo comparve sull'uscio dell'anticamera don Giuseppe Barabba, colle mani in aria, strangolato dal rispetto ... - Oggi ch'è festa? Lasciatelo stare quel povero ragazzo, don Filippo! Don Filippo lasciò stare, limitandosi a lanciare di tanto in tanto qualche occhiataccia autorevole al ragazzo che non gli badava ... - Perfino don Giuseppe Barabba, a modo suo, sbracciandosi a portar delle altre seggiole e a smoccolare i lumi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 9)
di Giovanni Verga (estratti)

... Signora! signora! Eccolo che viene! ecco don Ninì! ... - Sciocco! Non ne fai una bene! Cos'è questo fracasso? Non è questa la maniera! Don Giuseppe se ne andò brontolando ... Ma in quella entrava don Ninì Rubiera, un giovanotto alto e massiccio che quasi non passava dall'uscio, bianco e rosso in viso, coi capelli ricciuti, e degli occhi un po' addormentati che facevano girare il capo alle ragazze ... Don Ninì guardava intorno inquieto ... E vostra madre, don Ninì? ... Lasciamo il posto ai giovani, noi che ne abbiamo viste tante delle feste! E continuava a biasciarle delle barzellette salate nell'orecchio che sembrava arrossire dalla vergogna; divertendosi alla faccia seria che faceva don Filippo sul cravattone di raso; mentre la signora Capitana, per far vedere che sapeva stare in conversazione, rideva come una matta, chinandosi in avanti ogni momento, riparandosi col ventaglio per nascondere i denti bianchi, il seno bianco, tutte quelle belle cose di cui studiava l'effetto colla coda dell'occhio, mentre fingeva d'andare in collera allorché il marchese si pigliava qualche libertà soverchia - adesso che erano soli - diceva lui col suo risolino sdentato di satiro ... Il notaro Neri, che per la sua professione sapeva i fatti di tutto il paese e non aveva peli sulla lingua, domandò alla signora Margarone: - Dunque, ce li mangeremo presto questi confetti pel matrimonio di donna Fifì? Don Filippo tossì forte ... Donna Bellonia rispose che sino a quel momento erano chiacchiere: la gente parlava perché sapeva don Ninì Rubiera un po' assiduo con la sua ragazza: - Nulla di serio ... Don Filippo affermò col capo, e donna Bellonia, vista l'approvazione del marito, s'arrischiò a dire: - È vero ...
Mastro don Gesualdo (pagina 10)
di Giovanni Verga (estratti)

... Baronello? don Ninì? siete contento? ... Vi saluto, don Gesualdo! Bravo! bravo! Siete lì? ... - Poi corse di sopra a precipizio, scalmanato, rosso in viso, col fiato ai denti, la sottana rimboccata, il mantello e il nicchio sotto l'ascella, le mani sudice di polvere, in un mare di sudore: - Che festa, eh! signora Sganci! - Intanto chiamava don Giuseppe Barabba che gli portasse un bicchier d'acqua: - Muoio dalla sete, donna Marianna! Che bei fuochi, eh? ... Ah, siete qui, don Gesualdo? Bene! bene! Don Giuseppe? Chissà dove si sarà cacciato quel vecchio stolido di don Giuseppe? Don Giuseppe era salito in soffitta, per vedere i fuochi dall'abbaino, a rischio di precipitare in piazza ... Poscia, voltandosi verso mastro-don Gesualdo, con una faccia tutta sorridente: - Bravo, bravo, don Gesualdo! Son contentone di vedervi qui ... La signora Sganci mi diceva da un pezzo: l'anno venturo voglio che don Gesualdo venga in casa mia, a vedere la processione! Il marchese Limòli, il quale aveva salutato gentilmente il santo Patrono al suo passaggio, inchinandosi sulla spalliera della seggiola, raddrizzò la schiena facendo una boccaccia ... Ora che il santo aveva imboccato la via di casa sua sembrava che la festa fosse per lui: donna Marianna parlandogli di questo e di quello; il canonico Lupi battendogli sulla spalla; la Macrì che gli aveva ceduto persino il posto; don Filippo Margarone anche lui gli lasciava cadere dall'alto del cravattone complimenti simili a questi: - Il nascer grandi è caso, e non virtù! ... - Sì signore, - rispose tranquillamente don Gesualdo ... Chi ve le dà a bere, don Calogero? La statua è di cartapesta ... - Che c'è di nuovo, don Gesualdo? - gridò infine il marchese ristucco, con la vocetta fessa, voltando le spalle all'arciprete ... Don Giuseppe Barabba si avvicinò in punta di piedi alla padrona, e le disse in un orecchio, con gran mistero: - Devo portare i sorbetti, ora ch'è passata la processione? - Un momento! un momento! - interruppe il canonico Lupi, - lasciatemi lavar le mani ... Dall'uscio spalancato a due battenti entrarono poco dopo don Giuseppe e mastro Titta, il barbiere di casa, carichi di due gran vassoi d'argento che sgocciolavano; e cominciarono a fare il giro degli invitati, passo passo, come la processione anch'essi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 11)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ninì allungò il collo verso il vano del balcone, guardingo ... Non lo sapevi? Don Giuseppe Barabba venne sul balcone portando un piattello su ciascuna mano ... Don Ninì allora mise il naso nel piattello, fingendo di non badare ad altro: - Tu non ne vuoi? Essa non rispose ... dicono che vogliono farti sposare don Gesualdo Motta ... Barabba corse subito dicendo: - Eccomi! eccomi! - Un momento! Un momento ancora, don Giuseppe! Il baronello avrebbe pagato qualcosa di tasca sua per trattenere Barabba sul balcone ... - Come vi tratta la festa, don Giuseppe? - Che volete, signor barone? ... Don Giuseppe seguitando a brontolare se ne andò coi bicchieri vuoti ...
Mastro don Gesualdo (pagina 12)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Il santo non è ancora rientrato - rispose don Ninì ... - Un momento! un momento! - esclamò don Filippo levando il braccio rimastogli libero, mentre coll'altro reggeva Nicolino addormentato ... - Per chi m'avete presa, don asino? Giunse in quel momento il Capitano, seguito da don Liccio Papa che sbraitava in anticamera, narrando l'accaduto, - non lo avrebbero trattenuto in cento ... Don Ninì Rubiera cercando il cappello s'imbatté nella cugina, la quale gli andava dietro come una fantasima, stravolta, incespicando a ogni passo ... C'è lì don Gesualdo! ... La zia Sganci, accompagnando le Margarone sino all'uscio, disse a mastro-don Gesualdo che si sprofondava in inchini sul pianerottolo, a rischio di ruzzolare giù per la scala: - Don Gesualdo, fate il favore ... Don Ferdinando non ci vede bene la sera ... Solo don Liccio Papa, il quale chiudeva la marcia colla sciaboletta a tracolla, si mise a ridere: - Ah! ah! - Che c'è? - chiese il Capitano, che dava il braccio alla moglie infagottata ... - Eh? Che cosa? - volle sapere don Ferdinando, il quale veniva dietro adagio adagio, contando i sassi ... Dicevamo che bella sera, cugino Trao! L'altro guardò in aria, e ripeté come un pappagallo: - Bella sera! bella sera! Don Gesualdo stava aspettando, lì davanti al portone, insieme al canonico Lupi che gli parlava sottovoce nella faccia: - Eh? eh? don Gesualdo? ... Don Gesualdo non rispose subito, sopra pensieri, a capo chino, seguendo passo passo donna Bianca che s'avviava a casa per la scalinata di Sant'Agata insieme allo zio marchese e al fratello don Ferdinando ...
Mastro don Gesualdo (pagina 14)
di Giovanni Verga (estratti)

... Dal Rosario veniva il canonico Lupi, accaldato, col nicchio sulla nuca, soffiando forte: - Ah, ah, don Gesualdo! ... A proposito, che facciamo per quell'altro affare? ci avete pensato? che risposta mi date? Don Gesualdo il quale aveva messo al passo la mula, camminandogli allato, curvo sulla sella, un po' sbalordito dal gran sole, rispose: - Che affare? Ne ho tanti! ... Don Gesualdo allora smontò dalla mula, premuroso, tirandola dietro per le redini, mentre andava passo passo insieme al prete, tutto orecchi, a capo chino e col mento in mano ... Ho visto il barone a confabulare con quello sciocco di don Ninì ... Don Gesualdo ci si scaldava lui pure: gli occhi accesi dall'afa che gli brillavano in quel discorso ... Don Luca il sagrestano mi aspetta ... Don Gesualdo allora infuriato prese a sfogarsi col cognato: - E venite apposta per darmi la bella notizia? ... - Entrate, entrate, don Gesualdo ... Ossequioso, abbozzando un sorriso triste, facendo l'atto di cacciarsi indietro il berretto che teneva sotto il fazzoletto: - Benedicite, signor don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 19)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Vengo, vengo, don Gesualdo! - gli gridò dalla finestra, sentendosi chiamare ... Qualcheduno che andava ancora pei fatti suoi, a quell'ora, vedendolo così fradicio, piovendo acqua come un ombrello, gli disse: - Eh, don Gesualdo? ... - Eh? eh? don Gesualdo? Eccovi qua ... Don Gesualdo s'era fatta una faccia allegra per quanto poteva, colla febbre maligna che ci aveva nello stomaco ... Don Gesualdo cominciò subito a sfogarsi narrando i suoi guai: il padre che si ostinava a fare di testa sua, per mostrare ch'era sempre lui il capo, dopo aver dato fondo al patrimonio ... - Sentite, don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 20)
di Giovanni Verga (estratti)

... Voi, caro don Gesualdo, avete il difetto di credere che tutti gli altri sien più minchioni di voi ... Don Gesualdo stese la mano verso il crocifisso ... Non vorrei che giuocassimo a scarica barile fra di noi, caro don Gesualdo! Costui voleva allungare la mano di nuovo; ma il canonico aveva già infilato l'uscio ... Non ci vede dagli occhi donna Marianna per quella nipote! Farete un affarone! Appena fuori si imbatterono nel notaro Neri, che andava ad aprire lo studio, e fece il viso di condoglianza a don Gesualdo ... Don Gesualdo per ingraziarselo lo aiutò a scaricar le fave, e a legar l'asino alla mangiatoia, sotto l'arco della scaletta; ma il cavaliere parve un po' seccato d'esser stato sorpreso in quell'arnese, tutto infangato, e col vestito lacero da campagna ... Ciolla? ohi? Ciolla? A voi dico, Ciolla! Sapete s'è in casa don Filippo? L'avete visto uscire? Ciolla ammiccò coll'unico occhio, torcendo ancora la bocca di paralitico ... Che c'è di nuovo, don Gesualdo? Andate a benedire il ponte, insieme al canonico? Don Gesualdo si sfogò infine con lui, appuntandogli contro le corna, con tutt'e due le mani ... - Aspettate, aspettate un momento! Di lì a un po' tornò a raggiungere don Gesualdo con tutt'altro viso ... Don Filippo era ancora in casa, occupato a rigar la carta per le aste di Nicolino: - Che buon vento? che buon vento? ... - Poscia vedendo entrare anche don Gesualdo, dietro il canonico, calò di nuovo gli occhiali sul naso ... Anch'esso sapeva del ponte, e sembrava che si divertisse mezzo mondo a prolungare le condoglianze - il veleno che gli scorreva sotto il faccione giallo: - Ahi! ahi! don Gesualdo! ... - Don Filippo, ora che aveva l'appoggio, si rivoltò anche lui: - Bisogna fare il passo secondo la gamba, mio caro! ... Don Gesualdo allora perse la pazienza ... - State zitto! Lasciate dire a me! Sentite qua, don Filippo! Lo tirò per la falda nell'anticamera ... Di lì a un po' rientrarono a braccetto, don Filippo tornato un pezzo di zucchero con mastro-don Gesualdo, spalancandogli addosso gli occhioni di bue, quasi lo vedesse allora per la prima volta: - Vedremo! ... Ho parlato nel vostro interesse, caro don Gesualdo ... Don Gesualdo, scendendo le scale, brontolava ancora: - Perché dovrei averli tutti contro? ... - Eh, caro don Gesualdo! - scappò a dire infine il canonico ... siete il nemico, che diavolo! Il canonico si fermò su due piedi, in mezzo alla piazzetta, di fronte al palazzo dei Trao, alto, nero e smantellato, e guardando fisso don Gesualdo, cogli occhietti acuti di topo che sembrava volessero ficcarglisi dentro come due spilli, il viso a lama di coltello che sfuggiva da ogni parte: - Vedete? ...
Mastro don Gesualdo (pagina 21)
di Giovanni Verga (estratti)

... Appena la ragazza vide il suo padrone ricominciò a piangere e a lamentarsi, quasi fosse caduto addosso a lei il ponte: - Don Gesualdo, che disgrazia! Mi sarei contentata d'annegarmi io piuttosto! ... - Adesso accende il lume, - riprese don Gesualdo ... VI Don Luca il sagrestano andava spegnendo ad una ad una le candele dell'altar maggiore, con un ciuffetto d'erbe legato in cima alla canna, tenendo d'occhio nel tempo istesso una banda di monelli che irrompevano di tratto in tratto nella chiesa quasi deserta in quell'ora calda, inseguiti a male parole dal sagrestano ... Una vecchia aspettava accoccolata sui gradini dell'altare, simile a una mantellina bisunta posata su di un fagotto di lavandaia, e quando destavasi borbottando, don Luca le dava sulla voce: - Bella creanza! Non vedete che c'è una signora prima di voi al confessionario? ... Don Luca, vedendo che la vecchia non si risolveva ad andarsene, toccò la mantellina colla canna ... Poi, mentre il prete infilava l'uscio della sagrestia, don Luca dovette anche dar la caccia a quei monelli, rovesciando banchi e sedie, facendo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 22)
di Giovanni Verga (estratti)

... meglio di vostro fratello don Ferdinando ... ed anche di don Diego, sì! ... Guardò intorno cogli occhi di gatto avvezzi a vederci al buio nella chiesa e su per la scala del campanile, e aggiunse sottovoce, cambiando tono, in aria di gran mistero: - Sapete che risposta gli hanno dato a don Gesualdo Motta? Aveva mandato a fare la domanda formale di matrimonio, ieri dopo pranzo, col canonico Lupi ... Si sarebbe mosso quel Cristo ch'è di legno, vedete! Nessuno l'avrebbe creduto così duro, quel don Diego vostro fratello! un signore umile e buono che pareva di potersi confessare con lui! ... Non parlo di don Ferdinando, ch'è peggio di un ragazzo, poveretto! ... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso, abbassando ancora la voce nel farle una confidenza decisiva: - Don Gesualdo sembra impazzito! ... - Don Gesualdo, ch'è questa la maniera di prendersela? ... - Lasciatemi stare, caro don Luca, che so io! ... Don Luca alzò la voce di botto, quasi parlasse a un sordo: - Oggi padre Angelino ci ha la trebbia al Passo di Cava ... - Facciamo del bene, donna Bianca! Raccomandiamoci al Signore! Vi ho vista entrare in chiesa, mentre andavo qui vicino, da don Gesualdo Motta, e ho detto: Ecco donna Bianca che fa la sua visita alle Quarant'ore, e dà il buon esempio a me, indegno sacerdote ... Andavo appunto da don Gesualdo per commissione di vostra zia ... Don Gesualdo ha il cuore più grande di questa chiesa! ... Uno che si farà ricco come Creso, con quella testa fine che ha! Don Luca si lasciò scappare di bocca, mentre andava spogliandosi degli abiti ecclesiastici, col viso dentro la cotta, le braccia in aria, la voce soffocata: - Bisogna vedere quel che ha raccolto alla Canziria, bisogna vedere! - Ah, ah! venite di lassù? - Sissignore, - rispose il sagrestano, cavando fuori il viso rosso e imbarazzato ... Don Gesualdo è devoto di sant'Agata! - Un cuor d'oro! - interruppe il canonico ... - confermò don Luca, ripreso animo, cogli occhietti di nuovo petulanti ... Tanti saluti a don Diego e a don Ferdinando! Donna Bianca, imbarazzata, voleva andarsene anche lei; ma il sagrestano la trattenne: - Un momento! Cosa devo dire a padre Angelino, se volete mettervi in grazia di Dio prima della festa di san Giovanni Battista ... - Poscia, appena egli lasciò ricadere la portiera, uscendo, don Luca ammiccò: - E così? che devo dire a don Gesualdo, se mai lo vedo ... Le terre della Contea se le piglierà tutte lui, don Gesualdo! ... il mondo sottosopra mette quel diavolo! Fra poco si andrà in carrozza sino a Militello, prima Dio e don Gesualdo Motta! ... Don Luca a corto d'argomenti rimase un istante quasi sbalordito, piantandosi dinanzi a lei per non lasciarla scappare, soffocato da tante buone ragioni che aveva in gola, balbettando, annaspando, grattandosi rabbiosamente il capo, con gli occhietti scintillanti che andavano come frugandola tutta da capo a piedi per trovare il punto debole, scuotendole dinanzi le mani giunte, minaccioso e supplichevole ...
Mastro don Gesualdo (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Luca alle calcagna di lei, accalorandosi, toccando tutti i tasti, mutando tono a ogni registro: - E certe giornate, donna Bianca! ... Don Gesualdo spiccherebbe di lassù il sole e la luna per farvi piacere! ... Essa dalla soglia si mise a gemere, quasi avesse le doglie: - Don Luca? ... Don Luca, tenendo ancora la cotta sotto il braccio, litigava colla moglie, stecchito nella sottana bisunta quant'era enorme il ventre della donna: - Tu ci hai l'orologio lì, nella pancia! ... - I nipoti di don Gesualdo! - riprese il sagrestano ammiccando in modo significativo a donna Bianca nel tornare indietro ... Verrò io stesso a prenderla, dopo mezzogiorno, quando don Diego e don Ferdinando sono in letto ... Don Luca credette di scorgere che volesse frugarsi in tasca, e seguitò, correndole dietro: - Che fate? No! Mi offendete! Un'altra volta ... Dopo vespro spicciò lesto lesto il servizio della chiesa e corse alla Canziria: cinque miglia di salita, pazienza, per amore di don Gesualdo che se lo meritava, in verità! - Sta per cascare, don Gesualdo! Ancora essa non mi ha detto chiaro di sì, colla sua bocca; ma si vede che tentenna, come la pera quand'è matura ... Però don Gesualdo non fece una gran festa all'imbasciata amorosa che gli capitava in quel momento: - Vedete, don Luca, ci ho tutta la raccolta nell'aia ... Don Gesualdo sempre in moto, con un fascio di taglie in mano, segnando il frumento insaccato, facendo una croce per ogni barile di vino, contando le tregge che giungevano, sgridando Diodata, disputando col sensale, vociando agli uomini da lontano, sudando, senza voce, colla faccia accesa, la camicia aperta, un fazzoletto di cotone legato al collo, un cappellaccio di paglia in testa ... - Lo vedete, don Luca, se ho tempo da perdere adesso! ... Vino, qua! Date da bere a don Luca! ... No, don Luca! non sono in collera pel rifiuto dei suoi fratelli ... Don Luca suggerì pure di far precedere due paroline scritte: - Ci abbiamo appunto mia moglie che par fatta apposta per consegnarle sottomano a donna Bianca, senza destar sospetti ... Don Gesualdo non volle sapere di lettera: - Non per risparmiare il vino; ma che storie mi andate contando? Se a lei l'affare gli va, allora che bisogno c'e di tante chiacchiere ... - Basta! basta! - conchiuse don Luca ... Don Luca se ne tornò tutto contento, con un agnello e una forma ...
Mastro don Gesualdo (pagina 24)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Don Ferdinando che aveva udito aprire il portone, comparve in quel momento come un fantasma ... La poveraccia, sotto quegli occhi stralunati di don Ferdinando, che pareva la frugassero tutta, sospettosi, inquieti, si confondeva, balbettava, cercava le parole ... Don Ferdinando, sempre dietro, cucito alle loro calcagna, taciturno, guardando in ogni cantuccio, sospettoso ... Don Ferdinando aspettò un momento la risposta a bocca aperta, battendo le palpebre ... Da lontano si udiva di tanto in tanto la tosse che si mangiava don Diego, attraverso agli usci, lungo il corridoio, implacabile e dolorosa, per tutta la casa ... Infine Dio le diede la forza di ricomparire dinanzi a lui, quel giorno in cui don Ferdinando le aveva detto che il fratello stava peggio, nella cameretta sudicia, sdraiato su quel lettuccio che sembrava un canile ... Don Diego non stava né peggio né meglio ... - Don Ferdinando mi ha detto ... Uno sulla strada di farsi riccone come don Gesualdo Motta! ... - Don Gesualdo! sissignori! I pazzi lasciateli stare! ... Gli altri non fiatavano: Bianca a capo chino; don Ferdinando aspettando che parlasse suo fratello, cogli occhi di barbagianni fissi su di lui ... Don Diego da principio rimase attonito, brontolando: - Mastro-don Gesualdo! ... Don Diego si alzò da letto come si trovava, in camiciuola di flanella, col fazzoletto in testa, le gambe stecchite che gli tremavano a verga dentro le mutande logore; un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi il naso, quasi suonasse una tromba ...
Mastro don Gesualdo (pagina 25)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ferdinando non fiatava neppur lui, atterrito che don Diego non riuscisse a persuader Banca ... Scusatemi, io la direi una porcheria! Tutt'a un tratto don Diego si mise a ridere, quasi colpito da un'ispirazione, ammiccando dell'occhio, fregandosi le mani, con dei cenni del capo che volevano dire assai ... Don Diego rimase interdetto al vedere che la sorella non prendeva la chiave, e tornò daccapo: - Anche tu, Bianca? ... Donna Mariannina seguitava a perorare la causa di don Gesualdo, dicendo ch'era un affare d'oro quel matrimonio, una fortuna per tutti loro; congratulandosi con la nipote la quale fissava fuori dalla finestra, cogli occhi lucenti di lagrime; rivolgendosi financo a don Ferdinando che guardava tutti quanti ad uno ad uno, sbalordito; battendo sulle spalle di don Diego il quale sembrava che non udisse, cogli occhi inchiodati sulla sorella e un tremito per tutta la persona ... Essa alzò gli occhi sbigottita, faccia a faccia col fratello che sembrava un cadavere, dopo che la zia e don Ferdinando furono usciti ... Don Diego lasciò ricadere adagio adagio le mani della sorella, quasi un abisso si scavasse fra di loro ... VII Nella casa antica dei La Gurna, presa in affitto da don Gesualdo Motta, s'aspettavano gli sposi ... - Servo, servo, caro don Santo! ... Don Gesualdo aveva fatto delle spese: mobili nuovi, fatti venire apposta da Catania, specchi con le cornici dorate, sedie imbottite, dei lumi con le campane di cristallo: una fila di stanze illuminate, che viste così, con tutti gli usci spalancati, pareva di guardare nella lente di un cosmorama ... Don Santo precedeva facendo la spiegazione, tirando in su ogni momento le maniche che gli arrivavano alla punta delle dita ...
Mastro don Gesualdo (pagina 26)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ora mi rovini il vestito, bada! - Di là ci sono anche le tinozze coi sorbetti! - aggiunse don Santo ... Don Gesualdo con una spilla luccicante nel bel mezzo del cravattone di raso, le scarpe lucide, il vestito coi bottoni dorati, il sorriso delle nozze sulla faccia rasa di fresco; soltanto il bavero di velluto, troppo alto, che gli dava noia ... Manda a salutare la nipote, e don Gesualdo anche ... Don Gesualdo approfittò di quel momento per raccomandare sottovoce a suo fratello: - Stai attento, dinanzi a tutta questa gente! ... Alla fine il canonico credette di dover rompere il ghiaccio: - Don Santo, sedetevi qua ... - A me? - rispose Santo che si sentiva dar del don lui pure ... Il canonico fra gli altri monelli scorse Nunzio, il nipotino di don Gesualdo, e gli fece segno d'entrare, ammiccandogli ... - Certamente! certamente! - si affrettò a rispondere don Gesualdo ... Il marchese e il canonico Lupi tenevano viva la conversazione, don Gesualdo approvando coi cenni del capo; gli altri ascoltavano: la zia Cirmena con le mani sul ventre e un sorrisetto amabile che faceva cascare le parole di bocca: un sorriso che diceva: - Bisogna pure! giacché son venuta! ... - Bisogna condurre la sposa a Giolio per la vendemmia, don Gesualdo! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 27)
di Giovanni Verga (estratti)

... Al primo momento don Luca rimase imbarazzato, vedendo il fratello di Speranza che gli aveva mandato a dire mille improperi con suo marito Burgio; ma non si perse d'animo per questo, e trovò subito il pretesto: - C'è il canonico Lupi? ... E a prevenire ogni domanda si rivolse subito al padrone di casa, sorridendo, coll'aria indifferente: - Don Gesualdo ... Lo zio Limòli intanto era passato avanti colla sposa, e il canonico borbottò all'orecchio di don Gesualdo: - Credereste? ... - tornò dicendo il cognato don Santo, quasi si fosse tolto un gran peso dallo stomaco ... Don Luca, vedendo arrivare tanta grazia di Dio, finse di esser sorpreso ... Ce ne sono stati spesi dei denari qui! - Poscia, appena don Gesualdo volse le spalle, aiutò ad insaccare anche lui ...
Mastro don Gesualdo (pagina 28)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il marchese per tagliar corto l'accomiatò: - Va bene! Buona sera, caro don Luca! Nell'altra stanza, appena furono usciti gli invitati, si udì un baccano indiavolato ... Don Gesualdo, infuriato, voleva correre col bastone a far cessare quella baraonda; ma lo zio marchese lo fermò pel braccio! ... Fa chiasso il vostro matrimonio, don Gesualdo! ... La zia Cirmena scattò su come una molla: - Io non ho paura, don Alfonso! ... Donna Sarina gli ribatté sul muso, frenando a stento la voce: - Non mi fate lo gnorri, don Alfonso! ... Don Gesualdo li accompagnò sino all'uscio, solleticato internamente dai complimenti del canonico, il quale non finiva dal dirgli che aveva fatto le cose ammodo: - Peccato che non sieno venuti tutti gli invitati! Avrebbero visto che spendete da Cesare ... - Eh! eh! - rispose don Gesualdo che si sentiva ribollire in quel punto i denari male spesi ... - Come? come? Se era cosa intesa? Se dovete esser soci? - I miei soci son questi qua! - ripeté don Gesualdo battendo sul taschino ... - Don Gesualdo, - disse Nanni l'Orbo facendo capolino dalla cucina ... - Un cuore tanto fatto, don Gesualdo! - seguitò Nanni l'Orbo accalorandosi ... - Gli ha fatto anche la dote! Domeneddio l'aiuta per questo! Don Gesualdo andava spegnendo i lumi ... - È nato col berretto in testa! - Sposa Diodata, - narrò allora alla moglie don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 29)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Non è vero! nossignore, don Gesualdo! ... Una baldoria che fece ridere anche lo stesso don Gesualdo ... - Don Gesualdo! ... - Eccomi qua, don Gesualdo! eccomi qua! - E stese le braccia come un crocifisso per buttargliele al collo ... - Don Camillo! Accendete, ch'è ora di andarsene ... Don Camillo? ehi? cosa fate? dormite? Dalla strada rispose Ciolla, ripassando col chitarrino: Amore, amore, che m'hai fatto fare? E degli altri sfaccendati gli andavano dietro, facendogli l'accompagnamento coi grugniti ... Voi, don Camillo, andate avanti col lume ...
Mastro don Gesualdo (pagina 30)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Quattr'onze! - replicò don Gesualdo impassibile ... Don Filippo Margarone, Peperito e gli altri del Municipio che presiedevano all'asta delle terre comunali, si parlarono all'orecchio fra di loro ... Don Gesualdo tirò su una presa, seguitando a fare tranquillamente i suoi conti nel taccuino che teneva aperto sulle ginocchia ... Il canonico Lupi si alzò di botto, e corse a dire una parola all'orecchio di don Gesualdo, passandogli un braccio al collo ... Allora si alzò in piedi il baronello Rubiera, pettoruto, lisciandosi la barba scarsa, senza badare ai segni che gli faceva da lontano don Filippo, e lasciò cadere la sua offerta, coll'aria addormentata di uno che non gliene importa nulla del denaro: - Cinque onze e sei! ... Don Ninì si fece rosso, e aprì la bocca per replicare; ma il notaro gliela chiuse con la mano ... - Don Gesualdo! ... Ah! signor don Filippo, non sapete che soddisfazione, essere arrivato sin qui, faccia a faccia con vossignoria e con tutti questi altri padroni miei, a dire ciascuno le sue ragioni, e fare il suo interesse! Don Filippo posò gli occhiali sullo scartafaccio; volse un'occhiata stupefatta ai suoi colleghi a destra e a sinistra, e tacque rimminchionito ... - Mi garantisco da me, - rispose don Gesualdo posando sulla scrivania un sacco di doppie che cavò fuori dalla cacciatora ... Don Filippo ammutolì ... - Cinque e quindici! - replicò don Gesualdo tirando un'altra presa ... Continuate l'asta, signor don Filippo ... - Portatelo fuori! Portatelo via! - strillò don Filippo alzandosi a metà ... Ma don Ninì ostinavasi, pallido come la sua camicia adesso ...
Mastro don Gesualdo (pagina 31)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ninì sbuffava peggio di un toro infuriato ... Don Ninì cominciava a cedere, col viso floscio e le gambe molli ... Il canonico allora fece segno a don Gesualdo d'accostarsi lui pure ... - No, - ripigliò don Gesualdo ... Don Filippo, dopo il primo momento d'agitazione, era tornato a sedere, asciugandosi il sudore gravemente ... Don Filippo si chinò all'orecchio di Canali ... - Un momento, signori miei! - interruppe don Gesualdo ... Don Filippo apriva e chiudeva la sua senza trovar parola ... Chi garantisce pel barone Rubiera? Il notaro si gettò su don Ninì che sembrava volesse fare un massacro ... - Sissignore, - replicò don Gesualdo imperturbabile ... A quelle parole cessarono le risate, e don Filippo ricominciò a tartagliare ... redentore! - La parola del barone! - disse infine don Filippo ... don ... don ... - Don Filippo! - interruppe l'altro senza perdere la sua bella calma ... - Benone! - aggiunse don Gesualdo ... Dall'altro canto il canonico, convulso, si gettò su don Gesualdo, stringendoglisi addosso, sedendogli quasi sulle ginocchia, colle braccia al collo, scongiurandolo sottovoce, in aria disperata, con parole di fuoco, ficcandoglisi nell'orecchio, scuotendolo pei petti della giacca, quasi volesse strapazzarlo, per fargli sentir ragione ... Dove andiamo, caro don Gesualdo? ... Don Filippo Margarone suonava il campanello da cinque minuti per avere un bicchier d'acqua ... Solo don Gesualdo rimaneva seduto al suo posto come un sasso, accanto al sacchetto di doppie ... - Signor don Filippo! ... c'è la forza, signor don Filippo! ... Mandate a chiamare don Liccio Papa! ... Si udiva Canali strillare più forte degli altri per chetare don Ninì Rubiera ... Giungeva don Giuseppe Barabba, agitando un biglietto in aria ... Canali, Barabba e don Ninì litigavano fra di loro ... Poscia Canali ricominciò a gridare: - Largo! largo! - E s'avanzò verso don Gesualdo sorridente: - C'è qui il baronello Rubiera che vuole stringervi la mano! - Padrone! padronissimo! Io non sono in collera con nessuno ... - disse il canonico commosso, porgendo la lettera aperta a don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 32)
di Giovanni Verga (estratti)

... - È vero, - aggiunse don Ninì tuttora un po' rosso in viso ... - Caro don Nunzio! ... - Un momento! - interruppe don Gesualdo ... - Non siamo più amici? Non siamo parenti? Ma don Gesualdo s'ostinava, peggio di un mulo: - Sissignore, siamo parenti ... - Villano! testa di corno! Don Filippo, in mezzo a quel trambusto, fu costretto a sedere di nuovo sul seggiolone, sbuffando ... a sei onze e quindici! - Tutti se n'erano andati a discutere strepitando nell'altra sala, lasciando solo don Gesualdo dinanzi alla scrivania ... - Don Gesualdo! don Gesualdo! - gridò il notaro quasi stesse per crollare la sala ... Rientrarono nuovamente in processione: il barone Zacco facendosi vento col cappello; il canonico e Canali ragionando fra loro due a bassa voce; don Ninì, più restìo, in coda agli altri ... Il notaro con le braccia fece un gesto circolare per radunarli tutti intorno a sé: - Don Gesualdo! ... ma voi non ci avete colpa, don Gesualdo ... E va bene anche questa! Don Gesualdo, qui, ha denari da spendere lui pure; vuol fare le sue speculazioni sugli affitti ... in nome vostro, don Gesualdo ... Vi piace? Siamo intesi? - Nossignore, - rispose don Gesualdo, - le terre le piglio tutte io ... Don Ninì scappò via senza dir nulla ... Io vi lascio solo, com'è vero Dio! Ma don Gesualdo si ostinava, col suo risolino sciocco, il solo che non perdesse la testa in quella baraonda ... Don Gesualdo si strinse nelle spalle ... - Caro notaro, forse che voglio ficcare il naso nei vostri libracci, io? - Quand'è così, don Gesualdo, state a sentire ... Lasciateci l'osso, caro don Gesualdo! tappateci la bocca ... Don Gesualdo scrollava il capo, sogghignando, come a dire: - Nossignore! Andrete a rotta di collo voialtri soltanto! - Seguitava a ripetere: - Forse che io voglio cacciare il naso nei vostri scartafacci? Poi, vedendo che il notaro diventava verde dalla bile, volle offrirgli una presa lui ... - Che botta, eh? don Gesualdo! Che tomo siete voi! ... La mia mezzeria ci sarà sempre? Don Gesualdo rassicurò il canonico con un cenno del capo, e disse a Margarone: - Signor don Filippo, andiamo avanti ... Va bene! va benone! Ne discorreremo poi, signor don Filippo ... Don Gesualdo invece, più calmo, riprese il suo denaro e il taccuino zeppo di cifre: - Io sarò sempre qua, signor don Filippo, quando aprite di nuovo l'asta ...
Mastro don Gesualdo (pagina 33)
di Giovanni Verga (estratti)

... In tasca aveva più denari che capelli in testa! e dava da fare ai primi signori del paese! Nell'anticamera aspettava don Giuseppe Barabba, in livrea: - Signor don Gesualdo, c'è di là la mia padrona a farvi visita ... Voi, don Gesualdo, le farete questo regalo, a vostra moglie ... don Diego specialmente ch'è così ostinato! ... un gastigo di Dio! - Che volete farci? - rispose don Gesualdo ... - disse don Gesualdo tranquillamente, tirando su una presa, - così, per discorrere ... Don Filippo dà la tenuta alla Salonia, trenta salme di terra! Una bella dote ... Don Gesualdo invece se la rideva tranquillamente, sdraiato sul suo bel canapè soffice, e a un certo punto gli chiuse anche la bocca con la mano, al canonico ... Una camorra! Il baronello Rubiera ha detto che non gliene importa di perdervi cent'onze, pur di farne perdere mille a don Gesualdo che ha i magazzini pieni ... Se no, perché li avrete spesi tanti denari? Don Gesualdo non voleva darla vinta ai suoi nemici, ma dentro si rodeva, perché davvero non gli servivano gran cosa tutti quei denari spesi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 34)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Gesualdo scrollava le spalle ... Don Gesualdo, ch'era stato ad ascoltare con tanto d'occhi aperti, scappò a dire: - S'è così ... - No, no, - disse don Gesualdo ... - interruppe don Gesualdo ... Don Gesualdo per rassicurarlo soggiunse: - No, no ... - Poi andò a raggiungere don Filippo Margarone nella piazzetta di Santa Teresa: - Sentite qua; ho da dirvi una parola! ... Don Filippo allibbiva ad ogni gesto che il notaro trinciava in aria; ma si ostinava a dir di no, giallo dalla paura ... Dirimpetto, sul marciapiede del Caffè dei Nobili, don Anselmo il cameriere aveva schierate al solito le seggiole ai fresco; ma non c'era altri che il marchese Limòli, col bastone fra le gambe, il quale guardava tranquillamente la folla minacciosa ... - Cosa vogliono, don Anselmo? Che diavolo li piglia oggi? Lo sapete? - Vogliono le terre del comune, signor marchese ... Portatemi un bicchier d'acqua, don Anselmo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 35)
di Giovanni Verga (estratti)

... Si piantò in cima alla scalinata, appoggiato alla canna d'India, don Liccio Papa dietro, che ammiccava al sole, con tanto di tracolla bianca attraverso la pancia ... Il palazzo Sganci chiuso ermeticamente, e don Giuseppe Barabba appollaiato sull'abbaino ... Di tanto in tanto, nel terrazzo dei Margarone, al disopra dei tetti che si accavallavano verso il Castello, compariva la papalina e la faccia gialla di don Filippo ... Don Liccio Papa, adesso che non c'era più nessuno, si fece vedere di nuovo per le vie, con la mano sulla sciaboletta, guardando fieramente gli usci chiusi ... Giacinto mise fuori i tavolini pei sorbetti, don Anselmo schierò le seggiole sul marciapiede del Caffè dei Nobili ... Don Liccio Papa cercava d'arrestare Santo Motta, perché aveva gridato la mattina; e il capitano l'incitava da lontano, brandendo la canna d'India: - Ferma! ferma! ... - Sentite qua, don Bastiano! - E si misero a discorrere sottovoce, tirandosi in disparte ... Verso due ore di notte, don Gesualdo stava per mettersi a cenare, quando venne a cercarlo in gran mistero il canonico, travestito da pecoraio ... - Don Gesualdo siamo pronti, se volete venire; gli amici vi aspettano ... Lo stesso don Gesualdo, al momento di buttarsi proprio in quella faccenda, gli vennero in mente tante brutte idee; si fece pallido, e gli cadde la forchetta di mano ... allora, buona notte! Don Gesualdo cercava di volgerla in ridere, colle labbra smorte ...
Mastro don Gesualdo (pagina 36)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Don Gesualdo, - disse il notaro Neri cavando il naso da una gran sciarpa ... - Che aspettiamo ad entrare, signori miei? - interruppe don Gesualdo a quella notizia, coraggioso come un leone ... Zacco corse ad attaccarsi al braccio di don Gesualdo, quasi fossero divenuti fratelli davvero ... - esclamò il canonico sottovoce, afferrando il braccio armato del barone che mirava al buio, - è fra Girolamo, che non vuol esser visto da queste parti! - Appena si udì richiudere l'uscio, nel vano del quale era balenata una sottana bianca, il farmacista borbottò col fiato ai denti: - L'abbiamo scappata bella, parola d'onore! - Il barone invece strinse forte il braccio di don Gesualdo senza dir nulla ... - Da questa parte, don Gesualdo ... - Don Gesualdo, avete sentito quante belle chiacchiere? Adesso siamo tutti fratelli ... Zacco spaventato se la diede a gambe colla pistola in pugno, e don Gesualdo dietro di lui, ansante ... - Signor don Gesualdo! ... Il Capitano e altri Compagni d'Arme erano in casa di don Gesualdo ... Don Gesualdo si fermò a riflettere: - Dove andiamo, vossignoria? - chiese Nardo ... - disse don Gesualdo ... Per l'amor di Dio! lasciatemi in pace, don Gesualdo! ... - Bestia! - gridò infine don Gesualdo, scappandogli la pazienza ... - Voglio l'onor mio, don Gesualdo! L'onor mio che non si compra a denari! Cominciarono ad abbaiare anche i cani del vicinato ...
Mastro don Gesualdo (pagina 37)
di Giovanni Verga (estratti)

... Voi l'avete fatta, don Gesualdo, e serve per salvare la vostra pelle ... Don Gesualdo con una faccia da funerale brontolò: - Parla! Sbraita! Hai ragione! Adesso hai ragione tu! - Considerate dunque il vostro prossimo, vossignoria! La moglie da mantenere ... Compare Nanni, completamente rabbonito, propose anche di andare a vedere quel che accadeva fuori: - Voi fate liberamente come se foste in casa vostra, don Gesualdo ... Don Filippo, tronfio e pettoruto, se ne stava adesso seduto nel Caffè dei Nobili, insieme al Capitano Giustiziere e l'Avvocato Fiscale, facendo tremare chi passava colla sola guardatura ... Nella stalla di don Gesualdo dei trabanti governavano i cavalli, e il Comandante fumava al balcone, in pantofole, come in casa sua ... Don Gesualdo stava mangiando una insalata di cipolle, onde prevenire qualche malattia causata dallo spavento ... - Prosit! prosit, don Gesualdo! A casa vostra ci ho trovato dei forestieri, tale e quale come voi qui da me ... una faccia da santo, com'è vero Iddio! - Stasera, appena è scuro, mi farai trovare una cavalcatura laggiù alla Masera, e mi darai qualche cosa da travestirmi; - disse don Gesualdo, che sembrava più smorto alla luce dell'abbaino ... Il Capitano si accigliò, ma l'altro, senza accorgersene, continuò, battendogli familiarmente sulla spalla: - Vi conosco, don Bastiano! ... Don Marcantonio Stangafame! ... III Da gran tempo, ogni giorno, alla stessa ora, donna Giuseppina Alòsi che stava al balcone facendo la calza per aspettare la passata di Peperito, don Filippo Margarone mentre rivoltava la conserva di pomidoro posta ad asciugare sul terrazzo, l'arciprete Bugno nell'appendere al fresco la gabbia del canerino, fin coloro che stavano a sbadigliare nella farmacia di Bomma, se volgevano gli occhi in su, verso il Castello, al di sopra de' tetti, solevano vedere don Diego e don Ferdinando Trao, uno dopo l'altro, che facevano capolino a una finestra, guardinghi, volgevano poi un'occhiata a destra, un'altra a sinistra, guardavano in aria, e ritiravano il capo come la lumaca ... Dopo qualche minuto infine aprivasi il balcone grande, stridendo, tentennando, a spinte e a riprese, e compariva don Diego, curvo, macilento, col berretto di cotone calcato sino alle orecchie, tossendo, sputando, tenendosi all'inferriata con una mano; e dietro di lui don Ferdinando che portava l'annaffiatoio, giallo, allampanato, un vero fantasma ... Don Diego annaffiava, nettava, rimondava i fiori di Bianca; si chinava a raccattare i seccumi e le foglie vizze; rimescolava la terra con un coccio; passava in rivista i bocciuoli nuovi, e li covava cogli occhi ... Don Ferdinando lo seguiva passo passo, attentissimo; accostava anche lui il viso scialbo a ciascuna pianta, aguzzando il muso, aggrottando le sopracciglia ... Don ...
Mastro don Gesualdo (pagina 38)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ferdinando stava intento a contare quante persone si vedevano passare attraverso quel pezzetto di strada che intravvedevasi laggiù, fra i tetti delle case che scendevano a frotte per la china del poggio; don Diego dal canto suo seguiva cogli occhi gli ultimi raggi di sole che salivano lentamente verso le alture del Paradiso e di Monte Lauro, e rallegravasi al vederlo scintillare improvvisamente sulle finestre delle casipole che si perdevano già fra i campi, simili a macchie biancastre ... Per un po' di giorni, verso i primi d'agosto, era venuto soltanto don Ferdinando ad annaffiare i fiori, strascinandosi a stento, coi capelli grigi svolazzanti, sbrodolandosi tutto a ogni passo ... Allorché ricomparve anche don Diego, parve di vedere Lazzaro risuscitato: tutto naso, colle occhiaie nere, seppellito vivo in una vecchia palandrana, tossendo l'anima a ogni passo: una tosse fioca che non si udiva quasi più, e scuoteva dalla testa ai piedi lui e il fratello che gli dava il braccio, come andasse facendo la riverenza a ogni vaso di fiori ... D'allora in poi s'erano viste raramente insieme le teste canute dei due fratelli, dietro i vetri rattoppati colla carta, cercando il sole, don Diego sputando e guardando in terra ogni momento ... Don Ferdinando scese per comprare l'immagine del santo, gonfio d'asma, cogli occhi arsi di sonno, piegato in due, le mani nerastre tremanti così che non trovavano quasi nel taschino i due baiocchi per l'immagine ... Compare Cosimo e Pelagatti, partendo per la campagna due ore prima dell'alba, o tornando a notte fatta, vedevano sempre il lume alla finestra di don Diego ... Poi, verso nona, bussava al portone il ragazzo di don Luca, portando un bicchiere di latte ... Di tanto in tanto veniva don Giuseppe Barabba, con un piatto coperto dal tovagliuolo, o il servitore del Fiscale che recava un fiasco di vino ... Una sera, tardi, i vicini, che stavano cenando, udirono la voce chioccia di don Ferdinando chiamare il sagrestano, lì dirimpetto: una voce da far cascare il pan di bocca ... Al rumore insolito anche don Diego aprì un istante gli occhi ... Cosa succede? - Don Diego! ... Quando gli dissero che era la moglie del sagrestano, invece, la quale veniva a cercarlo per don Diego moribondo, montò in furia come una bestia ... All'udir gente nella piazzetta, dal portone dei Trao, che rimbombò come una cannonata, uscì correndo don Luca: - Signor barone! ... sta per morire vostro cugino don Diego! ... Don Ninì se ne andò frettoloso, a capo chino, portandosi seco negli occhi i ricordi di quella finestra chiusa e senza lume ... a me solo! - brontolò don Luca tornando nella camera del moribondo ... Don Ferdinando stava seduto a piè del letto, senza dir nulla, simile a una mummia ... Di tanto in tanto andava a guardare in viso suo fratello; guardava poi don Luca, stralunato, e tornava a chinare il capo sul petto ... Don Ferdinando, di tratto in tratto, si alzava di nuovo, in punta di piedi, si chinava sul letto, simile a un uccello di malaugurio, e tornava a domandare piano, all'orecchio di don Luca: - Che fa? dorme? - Sì! sì! ... Don Ferdinando sognava che il cane nero dei vicini Motta gli si era accovacciato sul petto, e non voleva andarsene, per quanto egli cercasse di svincolarsi e di gridare ...
Mastro don Gesualdo (pagina 39)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Alzatevi, don Ferdinando! Questa non è ora di dormire! ... Don Diego pareva che russasse forte, si udiva dall'altra stanza; supino, cogli occhi aperti e spenti, le narici filigginose: un viso che non si riconosceva più ... Come don Ferdinando lo chiamò prima pian piano, e tornò a chiamarlo e a scuoterlo inutilmente, gli si rizzarono quei pochi capelli in capo, e si rivolse al sagrestano, smarrito, supplichevole: - Che fa ora? ... Alle grida di don Luca, levò il capo verso il balcone, e domandò cosa c'era con un cenno del capo ... - Chi? don Diego o don Ferdinando? - Sissignora, don Diego! Lo lasciano sulle spalle a me solo! ... Don Luca entrò a precipizio, col fiato ai denti: - Signor don Arcangelo! ... don Diego Trao è in punto di morte ... - I Compagni d'Arme, senza dargli retta, lo cacciavano innanzi a spintoni; don Liccio Papa di scorta colla sciabola sguainata, gridando: - Largo! largo alla giustizia! ... Al castello! al castello! Don Liccio, eccovi le chiavi! ... I ben pensanti sul tardi cominciarono a farsi vedere di nuovo per le strade; l'arciprete dinanzi al caffè; Peperito su e giù pel Rosario; Canali a braccetto con don Filippo verso la casa della ceraiuola; don Giuseppe Barabba portando a spasso un'altra volta il cagnolino di donna Marianna Sganci; la signora Capitana poi in gala, quasi fosse la sua festa, adesso che ci erano tanti militari, colla borsa ricamata al braccio, il cappellino carico di piume, scutrettolando, ridendo, cinguettando, rimorchiandosi dietro don Bastiano Stangafame, il tenente, tutti i colleghi di suo marito, il quale se ne stava a guardare da vero babbèo, colla canna d'India dietro la schiena, mentre i suoi colleghi passeggiavano con sua moglie, spaccandosi come compassi, ridendo a voce alta, guardando fieramente le donne che osavano mostrarsi alle finestre, facendo risuonare da per tutto il rumore delle sciabole e il tintinnìo degli speroni, quasi ci avessero le campanelle alle calcagna ... La signora Capitana, saltellando sulla punta delle scarpette per mostrare le calze di seta, stava rimbeccando don Bastiano con un sorriso da far dannare l'anima: - Lo so! lo so! giuramenti da marinaio! ... Dinanzi al portone, spalancato a due battenti, si affollavano i ragazzi di Burgio e di don Luca ... In cima alla scala don Giuseppe Barabba spolverava delle bandiere nere, bucate e rose dai topi, collo stemma dei Trao: una macchia rossa tutta intignata ... lasciatemi entrare! Apparve un momento la faccia stralunata di don Ferdinando, come un fantasma; poi l'uscio si chiuse ...
Mastro don Gesualdo (pagina 40)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Don Luca! don Luca! - si udì gridare ... L'uscio si spalancò a un tratto, e comparve don Ferdinando, agitando le braccia in aria ... Don Luca corse a precipizio ... - Non fate a quel modo, donna Bianca! - disse piano don Luca ... A un tratto fissò gli occhi asciutti ed arsi su don Ferdinando che annaspava stralunato, quasi volesse allontanarla dal letto ... - balbettò don Ferdinando mettendo il dito tremante sulla bocca ... cinque minuti fa! Don Giuseppe venne recando in fascio le bandiere: - Ecco! ... Don Luca? ehi? don Luca? Appena il sagrestano affacciò il capo all'uscio, si udirono delle strida che laceravano il cuore ... sentite? - Fa come una pazza! - confermò don Luca ... Il barone Mèndola lo interrogò dinanzi a tutti quanti: - Avete pensato a ogni cosa, eh, don Luca? - Sissignore ... Uscì don Luca dalla camera del morto, turbato in viso ... Nella camera del morto durava intanto il contrasto fra la moglie del sagrestano, che voleva farne uscire don Ferdinando, e lui che si ostinava a rimanere: come un guaiolare di cagnuolo, e la voce aspra della zia Grazia, la quale strillava: - Madonna santa! non capite proprio nulla? ... Siete un ragazzo tale e quale! Il mio ragazzo avrebbe più giudizio di voi, guardate! E tutt'a un tratto, in mezzo al crocchio dei parenti che discorrevano sottovoce, si vide capitare don Ferdinando strascicando le gambe, coi capelli arruffati, la camicia aperta, il viso di un cadavere anch'esso, recando uno scartafaccio che andava mostrando a tutti quanti: - Ecco il privilegio! ... Come ciascuno evitava di impegnarsi direttamente, voltandogli le spalle, don Ferdinando andava dall'uno all'altro biascicando, colle lagrime agli occhi: - Una cum regibus! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 41)
di Giovanni Verga (estratti)

... Agli strilli accorse don Filippo, che stava passeggiando nel corridoio, perché il palco era pieno zeppo ... Fifì ha mal di capo, - rispose don Filippo ... - Il Capitan d'Arme, seccato, fu costretto a rimbeccargli: - Perché non badate a quel che succede in casa vostra, caro collega? - Ehm! ehm! - tossì don Filippo gravemente ... Don Filippo tornò a domandare: - Ma che c'è? Si può sapere? - Ssst!!! - zittirono dalla platea ... - Che comica, eh? Che talento? - esclamò don Filippo smanacciando lui pure ... - balbettò don Filippo rimasto a bocca aperta e con le mani in aria ... Don Filippo, onde far cessare lo scandalo, si mise in prima fila, insieme a Nicolino, appoggiandosi al parapetto, salutando le signore col sorriso a fior di labbra, mentre borbottava sottovoce: - Stupida! ... Don Filippo seguitò a brontolare sottovoce: - Tale e quale come il ragazzo La Gurna che ha sett'anni! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 42)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Anche qui! anche qui! - rispose don Filippo, fingendo di volgerla in burletta ... - E terminò la frase all'orecchio di don Filippo, il quale rispose: - Ehm! ... Don Bastiano Stangafame dall'altro lato, col ventaglio in mano, e il marito, pacifico, che guardava e taceva ... - rispose don Filippo accennando alle sue ragazze ... - È giusto! - osservò allora don Filippo ... Don Ninì, che veniva di nascosto per non destar i sospetti della fidanzata, vestito di nero, con un mazzolino di rose in mano, rimase un po' interdetto trovando tanta gente nel corridoio ...
Mastro don Gesualdo (pagina 43)
di Giovanni Verga (estratti)

... Avete visto come somiglia a don Ninì la bambina di donna Bianca? - Che diavolo! - le borbottò all'orecchio Canali ... Don Filippo tagliò corto ... - Sicuro, - si lasciò scappare incautamente don Ninì per dire qualche cosa ... Con permesso, don Filippo ... Don Ninì da prima rimase sbalordito ... Sull'uscio s'imbatté in don Filippo, che accorreva al rumore ... Don Filippo che era rimasto a bocca aperta, appena il baronello se ne fu andato, si cacciò nel palchetto, sbraitando contro la moglie alla sua volta: - Siete una stupida! ... Don Ninì furibondo andò subito il giorno dopo a cercare Ciolla, il quale se ne stava pei fatti suoi, dopo quelle ventiquattr'ore passate in Castello sottochiave ... La lettera avrebbe sfondato un muro! Vuol dire che la colpa è vostra, don Ninì ... - Don Filippo la pigliava su un altro tono: - Sciocchezze ... Don Ninì dalla rabbia avrebbe fatto non so che cosa ... Mastro Titta venne a dire infine a don Ninì: - Non resiste più, vossignoria! Ha perso la testa, la prima donna ... Poi volse un'occhiata alla schiena del celebre artista che continuava a rovistare brontolando, un'altra più lunga a don Ninì, e soggiunse a mezza voce: - Lo conoscevo di già! ... Don Ninì cercò una sedia, colla testa in fiamme, il cuore che gli batteva davvero ...
Mastro don Gesualdo (pagina 44)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ninì la accompagnò con un sogghigno, continuando a suonare la gran cassa sul baule colle calcagna ... - Spicciati! Allora essa, levando verso don Ninì il viso rassegnato, con un sorriso triste: - Lo vedete! ... Don Ninì colse la palla al balzo: L'arte ... E aprì le braccia, voltandosi verso di lui, con tale abbandono, come offrendosi all'arte, lì su due piedi, che don Ninì balzò giù dal cassone ... Stavolta toccò a don Ninì di farsi scuro in viso ... di lui pure, don Ninì! ... Ciolla che era il confidente di don Ninì gli disse poi: - Come siete sciocco! Quello lì è un ... "Don Ninì è pieno di debiti sino al collo, e non sa più dove battere il capo ... " Più tardi, come si seppe in paese della grossa somma che don Gesualdo aveva anticipata al barone Rubiera, tutti gli davano del matto, e dicevano che ci avrebbe persi i denari ... Dice bene il proverbio che la donna è causa di tutti i mali! Commediante poi! V Don Ninì aveva sperato di tenete segreto il negozio ... Che ve ne sembra, eh, di vostra nuora? Siete contenta? - Proprio, come le avesse lasciata la jettatura don Diego Trao, morendo! Nei piccoli paesi c'è della gente che farebbe delle miglia per venire a portarvi la cattiva nuova ...
Mastro don Gesualdo (pagina 45)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Che avete da fare, eh? Dovete vestirvi per andare al battesimo della figliuola di don Gesualdo? Sarà un battesimo coi fiocchi ... Sarebbe bella che gli mantenesse l'amante a don Ninì! ... Questa l'avete detta giusta, don Roberto! ... - Bestia! Cosa fai? Perché rimani lì impalata? Accompagna don Roberto piuttosto! - Così Ciolla si persuase ad andarsene finalmente, sfogandosi a brontolare colla serva: - Com'è allegra la tua padrona! Ho piacere, sì! L'allegria fa buon sangue e fa vivere lungamente ... Nella piazzetta di Sant'Agata c'era una gran curiosità, come giungevano gli invitati al battesimo in casa Trao, e don Luca il sagrestano che andava e veniva, coi candelieri e gli arnesi sacri sotto il braccio ...
Mastro don Gesualdo (pagina 46)
di Giovanni Verga (estratti)

... La sala stessa era ancora parata a lutto, qual'era rimasta dopo la morte di don Diego, coi ritratti velati e gli alveari coperti di drappo nero torno torno per i parenti venuti al funerale, com'era l'uso nelle famiglie antiche ... Don Ferdinando, raso di fresco, con un vestito nero del cugino Zacco che gli si arrampicava alla schiena, andava ficcando il naso da per tutto, col viso lungo, le braccia ciondoloni dalle maniche troppo corte, inquieto, sospettoso, domandando a ciascuno: - Che c'è? Cosa volete fare? - Ecco vostro cognato, - gli disse la zia Sganci entrando nella sala insieme a don Gesualdo Motta ... - Vi saluto, vi saluto, - borbottò don Ferdinando; e gli voltò le spalle ... Ma gli altri parenti che avevano più giudizio, facevano buon viso a don Gesualdo: Mèndola, i cugini Zacco, tutti quanti ... A don Gesualdo non gli mancherebbero i denari per comprare il maschio ... E continuò a sfogarsi all'orecchio di Bianca, accesa, sbirciando di sottecchi don Gesualdo per vedere quel che ne dicesse ... Don Gesualdo non diceva nulla ... Don Gesualdo badava a chiacchierare col cugino Zacco, tutti e due col cuore in mano, amiconi ... Di', che ne sai? - Certo, certo, - rispose in quel punto don Gesualdo ... Don Luca venne a dire che il canonico era pronto, e le signore passarono in sala, con un gran fruscìo di seta, dietro donna Marianna la quale portava la bambina ... Don Ferdinando, in fondo al corridoio, fece capolino, curioso ... Don Ferdinando fuggì via spaventato ... Era Santo, il fratello di don Gesualdo, il quale festeggiava a quel modo il battesimo della nipotina, scamiciato, carponi per terra, colla miccia accesa ... Don Gesualdo aprì la finestra per dirgli un sacco di male parole: - Bestia! ... Però don Gesualdo tenendo la bambina sulle braccia rimaneva alquanto imbroncito ... Intanto don Luca, aiutato da Barabba e dal cacciatore, serviva le granite e i dolci ... Don Luca incoraggiava a prendere dicendo: - È roba fresca ... Il canonico Lupi arrivò anche a congratularsi col marchese Limòli il quale aveva pensato al mezzo di non lasciare estinguere il casato alla morte di don Ferdinando ... - Sicuro, sicuro, - borbottò don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 47)
di Giovanni Verga (estratti)

... Zacco, premuroso, venne a chiedere dei confetti per don Ferdinando a cui nessuno aveva pensato ... Don Gesualdo rideva anche lui, faceva buon viso a tutti ... La Rubiera che stimò il momento propizio, e non voleva perdere l'occasione, lo tirò a quattr'occhi vicino al letto, mentre si udivano in fondo al corridoio Mèndola e don Ferdinando i quali litigavano ad alta voce, e tutti corsero a vedere ... - Sentite, don Gesualdo; io non ho peli sulla lingua ... Ora che siete padre anche voi, don Gesualdo, capirete quel che devo averci in cuore ... Don Gesualdo stava a sentire tranquillamente ... Don Gesualdo invece aveva fatto la bocca a riso, come la baronessa scappò in quell'osservazione ... Gliene avete dato? Don Gesualdo rideva più forte ... Mèndola irruppe nella camera narrando fra le risate la scena che aveva avuta con quell'orso di don Ferdinando il quale non voleva venire a far la pace col cognato ... Don Gesualdo, rimasto solo colla moglie, tracannò di un fiato un gran bicchiere di acqua fresca, senza dir nulla ... Ci sarà donna Fifì, colla mamma, a ricevere le visite, eh? Don Bastiano, eh? il Capitan d'Arme? ... Don Bastiano infatti era lì, nel salotto, vestito in borghese, con abiti nuovi fiammanti che gli rilucevano addosso, raso di fresco, seduto sul canapè accanto alla mamma Margarone, come uno sposo, facendo scivolare di tanto in tanto un'occhiata languida e sentimentale verso la ragazza, lisciandosi i baffoni novelli che non volevano piegarsi ... - Oh, oh, - disse il marchese, salutando don Bastiano ch'era rimasto un po' grullo ... Don Bastiano si teneva sulle generali, lodando il paesaggio, il clima, gli abitanti, sottolineando le parole con certi sguardi espressivi rivolti a donna Fifì, la quale fingeva di guardare fuori dal balcone cogli occhi pieni di poesia, e chinava il capo arrossendo a ciascuno di quei complimenti, quasi fossero a lei dedicati ... Il marchese domandò a un tratto che n'era di don Filippo, e gli risposero che era uscito per condurre a spasso Nicolino ... Ma intanto osservava di sottecchi le arie languide di donna Fifì, la quale sembrava struggersi sotto le occhiate incendiarie di don Bastiano Stangafame, e non poteva star ferma sulla seggiola, col seno piatto ansante come un mantice, e i piedini irrequieti che dicevano tante cose affacciandosi ogni momento dal lembo del vestito ...
Mastro don Gesualdo (pagina 48)
di Giovanni Verga (estratti)

... don Bastiano ... Peccato che don Ninì ... - Sapete, don Gesualdo è volpe fina ... Don Ninì stava bisticciandosi colla sua Aglae, in quella stanzaccia di locanda che per lui era diventata un inferno dal momento in cui s'era messo sulle spalle il debito e mastro-don Gesualdo ... Quella donna è capace di tutto! Don Ninì, ripreso interamente dall'amor della roba, non si lasciò commuovere neppure dalla scena dello svenimento ... Don Ninì allora scese a dar tanto di chiavistello al portone, e si mise la chiave in tasca, minacciando di rompere le ossa al garzone, se fiatava ... Rosaria venne a bussargli all'uscio di buon mattino: - Don Ninì! signor barone! venite a vedere ... - Mamma! mamma mia! Don Ninì atterrito, ancora gonfio dal sonno, andava strillando per le stanze, dandosi dei pugni sulla testa, correndo al balcone e disperandosi mentre i vicini bussavano e tempestavano che il portone era chiuso a chiave ...
Mastro don Gesualdo (pagina 49)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ninì narrava a tutti la stessa cosa, asciugandosi gli occhi e soffiandosi il naso gonfio quasi suonasse la tromba ... - Diamine, credete che sia stato come fare uno starnuto? Don Ninì non si riconosceva più da un giorno all'altro; colla barba lunga, i capelli arruffati, fisso al capezzale della madre, oppure arrabattandosi nelle faccende di casa ... Don Gesualdo adesso che aveva delle pietre al sole, e marciava da pari a pari coi meglio del paese, così voleva che marciasse la sua figliuola: imparare le belle maniere, leggere e scrivere, ricamare, il latino dell'uffizio anche, e ogni cosa come la figlia di un barone; tanto più che, grazie a Dio, la dote non le sarebbe mancata, perché Bianca non prometteva di dargli altri eredi ... Ma il padrone era lui, don Gesualdo ... Soltanto da lei don Ferdinando non voleva accettare checchessia, mentre don Gesualdo non gli avrebbe fatto mancar nulla, col cuore largo quanto un mare, quell'uomo! Gli stessi parenti di lei glielo dicevano: - Tu non hai parole per ringraziare Dio e tuo marito ... Don Gesualdo, che aveva tante altre cose per la testa, tanti interessi grossi sulle spalle, ed era abituato a vederla sempre così, con quel viso, non ci badava neppure ... Don Gesualdo non guardò a spesa per far stare contenta Isabellina in collegio: dolci, libri colle figure, immagini di santi, noci col bambino Gesù di cera dentro, un presepio del Bongiovanni che pigliava un'intera tavola: tutto ciò che avevano le figlie dei primi signori, la sua figliuola l'aveva; e i meglio bocconi, le primizie che offriva il paese, le ciriegie e le albicocche venute apposta da lontano ...
Mastro don Gesualdo (pagina 50)
di Giovanni Verga (estratti)

... La guerra si riaccese più viva fra le ragazze quando si maritò don Ninì Rubiera: - S'è vero che siete parenti, perché tuo zio non ti ha mandato i confetti? Vuol dire che voialtri non vi vogliono per parente ... Nel paese non si parlava d'altro che del matrimonio di don Ninì Rubiera ... Essa giungeva apposta da Modica, sputando fiele, incerettata, dipinta, carica di piume di gallo e di pezzi di vetro, tirandosi dietro la prova innocente della birbonata di don Ninì, una bambinella ch'era un amore ... Così la gente diceva che don Ninì era sempre stato un donnaiuolo, e se sposava l'Alòsi, che avrebbe potuto essergli madre, ci dovevano essere interessi gravi ... Don Gesualdo ne sapeva forse più degli altri, ma stringevasi nelle spalle e se la cavava con simili risposte: - Che volete? Ciascuno fa il suo interesse ... La verità era che don Ninì aveva dovuto pigliarsi l'Alòsi per salvare quel po' di casa che don Gesualdo voleva espropriargli ... Il debito intanto ingrossava d'anno in anno: una cosa che il povero don Ninì ci perdeva delle nottate intere, senza poter chiudere occhio, alle volte: e alla scadenza, capitale e usura rappresentavano una bella somma ... Il canonico Lupi, che andò in nome del baronello a chiedere dilazione al pagamento, trovò don Gesualdo peggio di un muro: - A che giuoco giochiamo, canonico mio? Sono più di nove anni che non vedo né frutti né capitale ... Don Ninì pel bisogno scese anche all'umiliazione d'andare a pregare la cugina Bianca, dopo tanto tempo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 51)
di Giovanni Verga (estratti)

... L'aveva anche don Diego, ti rammenti? Non è nulla ... Dunque farai il possibile per indurlo ad accordarmi questa dilazione? - E tu cosa gli hai detto? - domandò don Gesualdo trovando la moglie ancora agitata dopo quella visita ... Così era venuto quel matrimonio, ché il barone Rubiera prima aveva messo sottosopra cielo e terra per trovare i denari da pagare don Gesualdo; e infine donna Giuseppina Alòsi, la quale aveva delle belle terre al sole, aveva dato l'ipoteca ... Don Gesualdo, ottenuta la sua brava iscrizione sulle terre, non parlò più di aver bisogno del denaro ... Ma don Gesualdo dovette lasciarlo passare anche lui, e farsi chiamare così, per amore della figliuola, quando andava a trovarla ... Essa la rivide finalmente all'uscire del collegio, nel 1837, quando in Palermo cominciavano già a correre le prime voci di colèra, e don Gesualdo era corso subito a prenderla ... Allorché la condussero dallo zio don Ferdinando, Isabella che soleva spesso rammentare colle compagne la casa materna, negli sfoghi ingenui d'ambizione, provò un senso di sorpresa, di tristezza, di delusione al rivederla ... In fondo era la cameretta dello zio, sordida, affumicata, col soffitto sconnesso e cadente, e l'ombra di don Ferdinando che andava e veniva silenzioso, simile a un fantasma ... Don Ferdinando apparve ...
Mastro don Gesualdo (pagina 52)
di Giovanni Verga (estratti)

... Sul lettuccio disfatto c'era ancora la vecchia palandrana di don Diego che stava rattoppando ... Giunse da Lentini don Bastiano Stangafame insieme a donna Fifì la quale pareva avesse già il male addosso, verde, impresciuttita, narrando cose che dovevano averle fatto incanutire i capelli in ventiquattr'ore ... Tornò in casa don Nicolino scalmanato, ordinando alle sorelle di sprangare usci e finestre e non aprire ad anima viva ... Giunse tardi una lettiga, che portava don Corrado La Gurna, vestito di nero, col fazzoletto agli occhi ... Don Gesualdo aprì le braccia e i magazzini ai poveri e ai parenti; tutte le sue case di campagna alla Canziria e alla Salonia ... - Voi avete il cuore buono! Ma don Ferdinando non si lasciò persuadere ...
Mastro don Gesualdo (pagina 53)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Non mi lasciate questo rimorso, don Ferdinando! ... I Margarone partirono subito per Pietraperzia; tutti ancora in lutto per don Filippo, morto dai crepacuori che gli dava il genero don Bastiano Stangafame, ogni volta che gli bastonava Fifì se non mandava denari ... Siete il solo parente a cui ricorrere, voi, don Gesualdo! ... Don Gesualdo, meno la paura dei razzi che si vedevano la notte, e il sospetto di ogni viso nuovo che passasse pei sentieri arrampicati lassù sui greppi, ci stava come un papa, fra i suoi armenti, i suoi campi, i suoi contadini, le sue faccende, sempre in moto dalla mattina alla sera, sempre gridando e facendo vedere la sua faccia da padrone da per tutto ... Un giorno era arrivato persino Nanni l'Orbo con tutta la sua masnada, strizzando l'occhio, tirandolo in disparte per dirgli il fatto suo: - Don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 55)
di Giovanni Verga (estratti)

... - E superbo come Lucifero per giunta, ricalcitrando e inalberandosi se alcuno cercava di aiutarlo, di fargli fare buona figura, se la zia s'ingegnava lei di aprir gli occhi alla gente sul valore del suo nipote Corrado e gli rubava gli scartafacci, e andava a sciorinarli lei stessa in mezzo al crocchio dei cugini Motta, compitando, accalorandosi come un sensale che fa valere la merce, mentre don Gesualdo andava appisolandosi a poco a poco, e diceva di sì col capo, sbadigliando, e Bianca guardava Isabella la quale teneva i grand'occhi sbarrati nell'ombra, assorta, e le si mutava a ogni momento l'espressione del viso delicato, quasi delle ondate di sangue la illuminassero tratto tratto ... Il cuore mi dice che se voi, don Gesualdo, trovaste di collocarlo in alcuno dei vostri negozi, fareste un affare d'oro! ... e si contenterebbe di poco! Fareste anche un'opera di carità, fareste! Don Gesualdo non diceva né sì né no, prudente, da uomo avvezzo a muovere sette volte la lingua in bocca prima di lasciarsi scappare una minchioneria ... - Don Gesualdo aveva dei buoni occhi ... Vedeva anche nella faccia ladra di Nanni l'Orbo, nel fare sospettoso di lui, nell'aria sciocca che pigliava, quando rizzavasi fra i sommacchi, mettendosi la mano sugli occhi, per guardar laggiù, nel viale, o si cacciava carponi fra i fichi d'India, o veniva a portargli dei pezzi di carta che aveva trovato vicino alla fontana, dei calcinacci scrostati dal sedile, facendo il nesci: - Don Gesualdo, che c'è stato vossignoria, lassù? ... le canzonette? Roba che non empie pancia, cari miei! - La zia Cirmena si risentì alfine: - Voi pigliate tutto a peso e a misura, don Gesualdo! Non sapete quel che vuol dire ... - borbottò don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 56)
di Giovanni Verga (estratti)

... continuava a ripetere don Gesualdo ... Mastro Nardo, sotto la tettoia, insellava in fretta e in furia la mula baia di don Gesualdo ... - Nulla, nulla, - ripeté don Gesualdo ... Donna Sarina s'ostinava ad aver paura, piantandosi su due piedi, frugando di qua e di là cogli occhi curiosi, fissandoli in viso a lui per scovar quel che c'era sotto: - Un caso di colèra, eh? Ce l'han portato sin qui? Qualche briccone? L'han colto sul fatto? - Infine don Gesualdo le mise le mani sulle spalle, guardandola fissamente nel bianco degli occhi: - Donna Sarina, a che giuoco giochiamo? Lasciatemi badare agli affari di casa mia! santo e santissimo! - E la mise bel bello sulla sua strada, di là dal ponticello ... - Svegliati! Come diavolo sei diventata? Tale e quale tuo fratello don Ferdinando sei! Tua figlia ha la testa sopra il cappello, te ne sei accorta? Abbiamo fatto un bel negozio a metterle in capo tanti grilli! Chissà cosa s'immagina? E gli altri pure ... Bianca, ritta accanto all'uscio, col viso scialbo, spalancò gli occhi, dove era in fondo un terror vago, uno sbalordimento accorato, l'intermittenza dolorosa della ragione annebbiata ch'era negli occhi di don Ferdinando ...
Mastro don Gesualdo (pagina 57)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Gesualdo afferrò pel vestito Bomma, il quale stava per andarsene anche lui ... - Che si può fare, don Arcangelo? Comandate! Tutto quello che si può fare, per mio padre ... Il più turbato di tutti però era don Gesualdo, sebbene non dicesse nulla, guardando il morto che guardava lui colla coda dell'occhio appannato ... Inutilmente il marito per consolarla le diceva che don Gesualdo non li avrebbe abbandonati ... Poi Santo e don Gesualdo dovettero fare il resto colle loro mani ... Don Gesualdo però non aveva capito l'antifona, col viso in aria, cercava il verbo ... Don Gesualdo, che era don Gesualdo, rimase a bocca aperta a quel discorso ... Non erano tutti figli dello stesso padre? E il capo della casa chi era stato? Sinora aveva avuto le mani in pasta don Gesualdo, vendere, comprare ...
Mastro don Gesualdo (pagina 58)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Gesualdo era un galantuomo, un buon cuore ... Poi don Gesualdo propose di condurseli tutti a Mangalavite ... Vi saluto, don Gesualdo ... Don Gesualdo montò a cavallo lui pure, e se ne andò dall'altra parte, col cuore grosso dell'ingratitudine che raccoglieva sempre, voltandosi indietro, di tanto in tanto, a guardare la fattoria rimasta chiusa e deserta, accanto alla buca ancora fresca, e la cavalcata dei suoi che si allontanavano in fila, uno dopo l'altro, di già come punti neri nella campagna brulla che s'andava oscurando ... Potevano essere due ore di notte quando arrivarono alla Fontana di don Cosimo, con una bella sera stellata, il cielo tutto che sembrava formicolare attorno a Budarturo, sulla distesa dei piani e dei monti che s'accennava confusamente ... A un tratto, dal buio, sul limite del boschetto, partì una voce: - Ehi, don Gesualdo? - Ehi, Nanni, che c'è? Compare Nanni non rispose, mettendosi a camminare accanto alla mula ... Dopo un momento masticò sottovoce, quasi a malincuore: - C'è che son qui per guardarvi le spalle! Don Gesualdo non chiese altro ... Don Gesualdo capì subito, e non se lo fece dire due volte ... Il giorno dopo, ricevendo le visite di condoglianza, vestito di nero, colla barba lunga, appena donna Sarina ebbe fatto l'elogio del morto e del vivo, asciugandosi gli occhi, rimboccandosi le maniche per correre in cucina ad aiutare in quello scompiglio, don Gesualdo la fermò nell'andito, senza tanti complimenti ... - Don Gesualdo, fuori dei gangheri, tagliò corto a quei discorsi sciocchi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 59)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Signor don Gesualdo ... Vi somigliano, don Gesualdo ... Don Gesualdo tentennava, insospettito da una parte d'esser preso così alla sprovvista, e cedendo nel tempo istesso, suo malgrado, a quella certa voce interna che gli andava ripicchiando dentro tutti gli argomenti messi fuori da compare Nanni per persuaderlo ... Don Gesualdo allora, per levarsi quella noia, per sgravio di coscienza, come diceva quell'altro fissando i due ragazzoni, che seguivano passo passo colle mani in tasca, senza aprir bocca, si lasciò scappare: - Be' ... Don Gesualdo guardò dove diceva l'Orbo, e si sbiancò subito in viso ... Don Gesualdo saliva già in fretta pel viale, come avesse vent'anni, sotto sopra ... - Ah! me la volete uccidere dunque? Non vi basta? Non vi basta? Me la volete uccidere? Non si riconosceva più, tanto che lo stesso don Gesualdo rimase sconcertato ...
Mastro don Gesualdo (pagina 60)
di Giovanni Verga (estratti)

... IV Cessata la paura del colèra, appena ritornato in paese, don Gesualdo s'era vista arrivare la citazione della sorella, autorizzata dal marito Burgio, che voleva la sua parte dell'eredità paterna - di tutto ciò che egli possedeva - una bricconata; adducendo che quei beni erano stati acquistati coi guadagni della società, di cui era a capo mastro Nunzio; e che adesso voleva appropriarsi tutto lui, Gesualdo, - lui che li aveva avuti tutti quanti sulle spalle, sino a quel giorno! che aveva dovuto chinare il capo alle speculazioni sbagliate del padre! ch'era stato la provvidenza del cognato Burgio nelle malannate! che pagava i debiti del fratello Santo all'osteria di Pecu-Pecu! - anche Santo lo citava per avere la sua quota, aveva fatto parte della società anche lui, quel fannullone! - Ora lo svillaneggiavano per mezzo d'usciere; gli davano del ladro; volevano mettere i sigilli; sequestrargli la roba ... Speranza l'aspettava sulle scale del pretorio per vomitargli addosso degli improperii, aizzandogli contro i figliuoli grandi e grossi inutilmente, aizzandogli contro Santo che non aveva faccia veramente di pigliarsela con don Gesualdo e cercava di sfuggirlo ... - Il barone Zacco, siccome allora aveva in testa di combinare certo negozio con don Gesualdo, s'intromise a farla da paciere ... Santo, costretto a trovarsi faccia a faccia con suo fratello don Gesualdo, cominciò dallo scusarsi: - Che vuoi? ... Don Gesualdo si mostrava arrendevole ... Speranza se ne andò da una parte ancora sbraitando, e don Gesualdo dall'altra, colla bocca amara, tormentato anche da quell'altra pulce che la sorella gli aveva messo nell'orecchio ... Don Gesualdo prese Isabella colle buone, colle cattive, per levarle dalla testa quella follìa; ma essa l'aveva sempre lì, nella ruga sempre fissa fra le ciglia, nella faccia pallida, nelle labbra strette che non dicevano una parola, negli occhi grigi e ostinati dei Trao che dicevano invece - Sì, sì, a costo di morirne! - Non osava ribellarsi apertamente ...
Mastro don Gesualdo (pagina 61)
di Giovanni Verga (estratti)

... Una volta, dietro al medico il quale veniva per la ragazza, egli vide capitare una faccia che non gli piacque: una vecchia del vicinato che portava la medicina del farmacista, come don Luca il sagrestano e sua moglie Grazia portavano in casa Trao le sue imbasciate amorose ... lontana di casa sua! Il tradimento glielo fecero lì, al Collegio: dell'altra gente beneficata da lui, la sorella di Gerbido che faceva la portinaia, Giacalone che veniva a portare i regali della zia Cirmena e faceva passare i bigliettini dalla ruota, Bomma che teneva conversazione aperta nella spezieria per far comodo a don Corrado La Gurna, il quale mettevasi subito a telegrafare, appena la ragazza saliva apposta sul campanile ... Don Gesualdo era andato in chiesa anche lui, a pregare Iddio che gli togliesse quella croce d'addosso ... - Chetatevi, don Gesualdo ... Don Gesualdo stavolta le perse il rispetto addirittura, con tanto di bocca aperta, quasi volesse mangiarsela: - Con quel pezzente? ... Don Gesualdo partì subito a rompicollo per Caltagirone ... Era figlia unica; don Gesualdo, per amore o per forza, avrebbe dovuto darle una bella dote; e colle sue numerose relazioni era certo di procurarle un bel partito ...
Mastro don Gesualdo (pagina 63)
di Giovanni Verga (estratti)

... bello, mentre la statua dell'Evangelista correva balzelloni da Gesù a Maria, e il popolo gridava: viva Dio resuscitato! capitò la carrozza nuova di don Gesualdo Motta ... Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Caffè dei Nobili, colla famiglia di don Gesualdo e il marchese Limòli ... Don Ninì Rubiera, da lontano, col cappello in cima al bastone appoggiato alla spalla, si morsicava le labbra dal dispetto, pensando a quel che era toccato a lui invece, donna Giuseppina Alòsi in moglie, una mandra di figliuoli, la lite per la casa che mastro-don Gesualdo voleva acchiapparsi col pretesto del debito, dopo tanto tempo ... La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la storia della prima donna: - È inutile! Basta guardarlo un momento, per saper con chi avete da fare ... Don Gesualdo si fece trovare nel salotto buono ... Desiderava fare il suo dovere con don Ferdinando Trao, e visitare il palazzo, che doveva essere interessantissimo ... Don Gesualdo avrebbe preferito mille volte trattare il negozio faccia a faccia col genero, da galantuomini ... Non mi mandate via! Don Ferdinando era malato, coll'asma ... Lo zio marchese, uomo di mondo, che ne sapeva più di tutti sulle chiacchiere raccolte a casaccio, prese a quattr'occhi don Gesualdo: - Insomma, volete capirla? Vostra figlia dovete maritarla subito ... Talché don Gesualdo, stretto da tutte le parti, tirato pei capelli, si lasciò aprir le vene, e mise il suo nome in lettere di scatola al contratto nuziale: Gesualdo Motta, sotto la firma del genero che ...
Mastro don Gesualdo (pagina 65)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Bene! - sospirò infine don Gesualdo che vedeva la moglie in quello stato ... - Almeno giovassero a qualche cosa! - brontolava don Gesualdo ... Zacco era il solo parente che si rammentasse di loro nella disgrazia, dacché avevano fatto società per l'appalto dello stradone, tornati amici con don Gesualdo ... - Per distrarre un po', don Gesualdo lo tirò nel vano del balcone, e cominciò a parlargli dei loro negozi ... ma i denari vuol tenerseli per sé! È predestinato quel povero don Ninì! ... Si chinò all'orecchio di don Gesualdo e spifferò il resto ... Don Gesualdo s'era chinato su di lei e accennava di sì col capo ... Il barone vedendo che non era più il caso di misteri parlò chiaro: - Non verrà! Don Ferdinando è diventato proprio un ragazzo ... E lei, no! non vuole andarsene! Vuol vivere apposta per vedere come farà suo figlio a togliersi dal collo il debito e don Gesualdo ... Eh? Ho parlato or ora con vostro marito dei gran progetti che ha don Ninì pel capo ... Don Gesualdo stava zitto, sopra pensieri ... Don Gesualdo si strinse nelle spalle ... Vi rammentate, nel ventuno, eh? don Gesualdo? - Ah? ...
Mastro don Gesualdo (pagina 66)
di Giovanni Verga (estratti)

... La baronessa, che parlava al bisogno, si rivolse a don Gesualdo, con quella faccia di malaugurio, chiedendogli se alla duchessa avessero scritto di sua madre che era in quello stato ... La sua famiglia toglieva commiato in fretta e in furia al pari di lui, cercando gli scialli, rovesciando le seggiole, urtandosi fra di loro, quasi don Ninì stesse per irrompere a mano armata nella camera ... Don Gesualdo andò nell'anticamera, dove seppe dalla serva che aspettavano nel salotto, come avevano sentito che c'erano i Zacco ... - Vuol dire che desidera parlarvi a quattr'occhi, don Ninì! ... Sentiremo poi cosa è venuto a dirvi quello sciocco! La serva aveva portato un lumicino nel salotto, e in quella semioscurità don Ninì sembrava addirittura enorme, infagottato nel cappotto, con la sciarpa di lana sino alle orecchie, una zazzera sulla nuca che non tagliava sino a maggio ... E sulla bocca sdentata teneva fisso un sorriso di povera, il sorriso umile di chi viene a sollecitare un favore, mentre don Ninì cercava le parole, girando il cappellaccio fra le mani, con quella sciarpa sino al naso che gli dava un aspetto minaccioso ... Don Ninì approvava coi gesti e con tutta la persona che aveva lasciato cadere sul canapè facendolo scricchiolare; e subito intavolò il discorso per cui erano venuti - sua moglie volle assolutamente che il cugino sedesse in mezzo, fra due fuochi ... - Abbiamo quell'affare del nuovo appalto, caro don Gesualdo ... Don Ninì a un tratto si fece scuro in viso, cacciandosi all'indietro, appuntandogli in faccia gli occhi sospettosi: - Ditemi un po' vi fidate voi di Zacco? Eh? vi fidate? Don Gesualdo, malgrado il malumore che aveva in corpo, mosse la bocca a riso, come a dire che non si fidava di nessuno ... Don Ninì prese a scusarsi, dinanzi alla moglie ... - Ah? - disse don Gesualdo ... Don Ninì imbarazzato guardava ora lui ed ora la moglie ... Non glie ne avete ancora parlato al cugino don Gesualdo? ... - Lo so, - rispose don Gesualdo ... Non lo sapete? Don Gesualdo drizzò le orecchie, mettendo da parte un momento i suoi guai ... Allora don Gesualdo cavò fuori la tabacchiera, fiutando un agguato ... - Cioè? cioè? - Don Gesualdo! - chiamò la serva dall'uscio ... - La padrona! Vuol parlare con vossignoria! - Eh? Che vogliono? Che dicono? - L'assalirono subito i Zacco appena don Gesualdo entrò nella stanza dell'inferma ...
Mastro don Gesualdo (pagina 67)
di Giovanni Verga (estratti)

... letto per udire, esclamò trionfante: - Benedetta! parla come una che vede al di là! Non fareste nulla di buono con quell'uomo! Una bestia! Una banderuola! Ciò che vi dice vostra moglie in un momento come questo è vangelo, don Gesualdo! Ricordatevi bene! Io mi farei scrupolo a non darle retta, in parola d'onore! ... Andateci pure, se no vi restano lì fino a domani! Don Ninì stava ancora seduto sul canapè, sbuffando dal caldo nella sciarpa di lana, col cappello in testa; e donna Giuseppina si era alzata per osservare al buio le galanterie disposte in bell'ordine sui mobili: il servizio da caffè, i fiori di carta sotto le campane di cristallo, l'orologio che segnava sempre la stessa ora ... Vedendo don Gesualdo di ritorno gli disse subito: - Vi ha fatto chiamare il barone Zacco? Non c'era motivo ... - Ma, - osservò don Gesualdo, - se la cosa è come dite, io non saprei che farci ... Ci lasciano le ossa piuttosto! Don Gesualdo si alzò di botto, colle narici aperte, la faccia rianimata a un tratto, e si mise a passeggiare per la stanza ... Don Gesualdo tornò a sedersi, pentito d'essersi lasciato trasportare dal primo movimento, grattandosi il capo ... Tacquero tutti, ciascuno sbirciando sottecchi il compagno, don Ninì col naso dentro la sciarpa, sua moglie colle labbra strette ... - Dunque, - riprese don Gesualdo, - questa bella pensata di pigliarci sottomano le terre del comune chi l'ha fatta? Allora non fu più il caso di fingere ... Il barone Zacco si agitò, facendo segno col capo a don Gesualdo ... Don Gesualdo rideva anche lui ... Don Gesualdo stava zitto, lisciandosi il mento, con quel risolino calmo che faceva schiattare la gente ... - Don Gesualdo, duro, scrollava il capo; badava a ripetere: - No! no! non mi ci pigliano! - Tutt'a un tratto il barone Zacco afferrò don Ninì per la sciarpa e lo spinse verso il canapè quasi volesse mangiarselo, sussurrandogli nell'orecchio: - Volete sentirla? Volete che ve la canti? È segno che quello lì ci ha il suo fine per farci rimaner tutti quanti siamo con tanto di naso! ... Zacco e don Ninì si calmarono di botto, tornando cerimoniosi ... Don Ninì s'avvolgeva di nuovo la sciarpa al collo ... - Don Ninì con la bocca coperta grugnì anche lui qualche parola che non poté udirsi ... - E fingendo di cercare il cappello e la canna d'India s'accostò a don Gesualdo nel buio dell'anticamera ... Aspettate, don Ninì ...
Mastro don Gesualdo (pagina 68)
di Giovanni Verga (estratti)

... II Adesso tutto andava a rotta di collo per don Gesualdo; la casa in disordine; la gente di campagna, lontano dagli occhi del padrone, faceva quel che voleva; le stesse serve scappavano ad una ad una, temendo il contagio della tisi; persino Mena, l'ultima che era rimasta pel bisogno, quando parlarono di farle lavare i panni dell'ammalata che la lavandaia rifiutavasi di portare al fiume, temendo di perdere le altre pratiche, disse chiaro il fatto suo: - Don Gesualdo, scusate tanto, ma la mia pelle vale quanto la vostra che siete ricco ... Allora don Gesualdo si scoraggiò davvero ... anche la mia pelle, se la volete, don Gesualdo! ... Nanni l'Orbo, tutto contento del negozio che aveva fatto, conchiuse: - Quanto a noi siete padrone anche della nostra pelle, don Gesualdo ... - Ho sentito la voce di mio fratello don Ferdinando! ... Intanto la povera madre non sapeva darsi pace, e se la pigliava con don Gesualdo e con tutti quanti le stavano vicino ... Nanni l'Orbo s'era installato come un papa in casa di don Gesualdo ... - No, mastro Titta, devo passare qui dal tabaccaio, e poi vo un momento a vedere Diodata, che è ad assistere la moglie di don Gesualdo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 69)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Gesualdo quel giorno aveva avuto degli altri dispiaceri ... - È una vera bricconata, vedete, don Camillo! Mi tirano di queste sassate giusto mentre sono nei guai sino al collo ... Ho seminato bene e raccolgo male da tutti quanti, vedete! Don Camillo si strinse nelle spalle ... - Scusate, don Gesualdo ... Non voglio dir male di nessuno; ma vi darà da fare, caro don Gesualdo! E don Gesualdo stava zitto; curvava le spalle adesso che ciascuno gli diceva la sua, e chi poteva gli tirava la sassata ... Come sapevasi che sua moglie stava peggio, il marchese Limòli era venuto a visitare la nipote, e ci aveva condotto pure don Ferdinando, tutti e due a braccetto, sorreggendosi a vicenda ... - La morte e l'ignorante, - osservavano quanti li incontravano a quell'ora per le strade, col fermento che c'era nel paese; e si facevano la croce vedendo ancora al mondo don Ferdinando, con quella palandrana che non teneva più insieme ... I due vecchi s'erano messi a sedere dinanzi al letto, col mento sul bastone, mentre don Gesualdo faceva la storia della malattia, e il cognato gli voltava la schiena, senza dir nulla, rivolto alla sorella, la quale guardava or questo ed ora quell'altro, poveretta, con quegli occhi che volevano far festa a tutti quanti, allorché s'udì un vocìo per la strada, gente che correva strillando, quasi fosse scoppiata la rivoluzione che s'aspettava ... In un momento la casa di don Gesualdo fu tutta sottosopra ... - Avete visto? È fatta! Hanno ammazzato il marito di Diodata! Don Gesualdo allora si lasciò scappare la pazienza ... Don Gesualdo continuava a stringersi nelle spalle, come uno che non gliene importa nulla oramai, tutto per la poveretta ch'era in fin di vita ... A quella vista don Gesualdo si sbiancò in viso ... Verso mezzanotte, come la poveretta s'era chetata a poco a poco, don Gesualdo voleva mandarli a riposare ... Allora don Gesualdo non fiatò più, giacché non c'era più speranza ... eh? don Ferdinando ... Don Gesualdo lo mandò al diavolo ... Don Gesualdo corse in persona ad aprire, credendo che fosse il medico o qualchedun altro di tutti coloro che aveva mandato a chiamare ... - Scusate, don Gesualdo ... Don Ninì da lontano, ancora imbroncito, approvava col capo ... Non diamo cattivo esempio, santo Dio! - Ah? La stessa canzone della Carboneria? - saltò su don Gesualdo infuriato ...
Mastro don Gesualdo (pagina 70)
di Giovanni Verga (estratti)

... Questo è il tempo di spenderli, i denari, se volete salvar la pelle! A quel punto prese la parola anche don Ninì: - Lo sapete che ci accusano di aver fatto uccidere Nanni l'Orbo ... vedrete, don Gesualdo! - Va bene, - rispose don Gesualdo ... Don Ninì si fermò all'uscio col cappello in mano, senza dire una parola, e il canonico, che se ne intendeva, dopo un po' fece cenno col capo a don Gesualdo, come a dirgli di sì, ch'era ora ... - Io me ne vo, - disse don Ninì rimettendosi il cappello ... C'era già don Ferdinando Trao al capezzale, come una mummia, e la zia Macrì, la quale asciugava il viso alla nipote con un fazzoletto di tela fine ... Don Gesualdo, dietro a quell'uscio chiuso, si sentiva un gruppo alla gola, quasi gli togliessero prima del tempo la sua povera moglie ... - Che commedia, povera Bianca! Noi restiamo qui per assistere ogni giorno alla commedia, eh, don Ferdinando! ... Don Ferdinando stava a sentire, istupidito ... Don Gesualdo guardava è vero stralunato di qua e di là, ma si vedeva che non gli dava retta ... - Una santa addirittura! Don Gesualdo affermò col capo, col cuore gonfio anche lui ... A che gli giovava adesso avere i candelieri d'argento? Don Ferdinando andava toccando ogni cosa, proprio come un bambino curioso ... - Scusatemi, don Gesualdo ... Lo stesso don Gesualdo allora si mise a piangere come un bambino ... un assassino! - seguitò a brontolare don Gesualdo, stralunato, colle labbra strette, gli occhi accesi che pareva un pazzo ... La baronessa aprofittò del buon momento per indurre don Gesualdo a pigliare un po' di ristoro dalle mani stesse di Lavinia ... Il marchese, ch'era sordo come una talpa, domandò: - Eh? Che c'è? Il finimondo c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano ... - Sentite, don Gesualdo! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 71)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Affacciatevi un momento, don Gesualdo! Fatevi vedere, se no succede qualche diavolo! ... Don Gesualdo, accasciato sulla seggiola, colla chicchera in mano, seguitava a scrollare il capo, a stringersi nelle spalle, pallido come la camicia, ridotto un vero cencio ... Don Gesualdo s'alzò di botto, vacillando, coi capelli irti, posò la chicchera sul tavolino, e si mise a passeggiare innanzi e indietro, fuori di sé, picchiando le mani l'una sull'altra e ripetendo: - S'è fatta la festa! ... Al notaro poi scrisse per chiedere se la defunta, buon'anima, avesse lasciati beni stradotali - Si seppe poi da don Emanuele Fiorio, l'impiegato della posta, il quale scovava i fatti di tutto il paese, giacché il notaro non rispose neppure, e solo con qualche intimo, brontolone come s'era fatto coll'età, andava dicendo: - Mi pare che il signor duca sia ridotto a cercare la luna nel pozzo, mi pare! La povera morta se n'era andata alla sepoltura in fretta, fra quattro ceri, nel subbuglio della gente ammutinata che voleva questo, e voleva quell'altro, stando in piazza dalla mattina alla sera, a bociare colle mani in tasca e la bocca aperta, aspettando la manna che doveva piovere dal campanile imbandierato ... Ciolla ch'era diventato un pezzo grosso alfine, con una penna nera nel cappello e un camiciotto di velluto che sembrava un bambino a quell'età, passeggiava su e giù per la piazza, guardando di qua e di là come a dire alla gente: - Ehi! badate a voi adesso! - Don Luca, portando la croce dinanzi alla bara, ammiccava gentilmente, per farsi strada fra la folla, e sorrideva ai conoscenti, come udiva lungo la via tutti quei gloria che recitava la gente alle spalle di mastro-don Gesualdo ... Don Nicolino Margarone s'era fatto capitano, cogli speroni e il berretto gallonato ... Le sole finestre che rimanessero chiuse erano quelle di don Gesualdo Motta ... Ma non si davano pace, pensando che don Gesualdo Motta era nato povero e nudo al par di loro ... Giacalone, a cui don Gesualdo aveva fatto pignorar la mula pel debito del raccolto, l'erede di Pirtuso, che litigava ancora con lui per certi denari che il sensale s'era portati all'altro mondo, tutti coloro che gli erano contro per un motivo o per l'altro, soffiavano adesso nel fuoco, dicendone roba da chiodi, raccontando tutte le porcherie di mastro-don Gesualdo, sparlandone in ogni bettola e in ogni crocchio, stuzzicando anche gli indifferenti, con quella storia delle terre comunali che dovevano spartirsi fra tutti quanti, delle quali ciascuno aspettava il suo pezzetto, di giorno in giorno, e ancora non se ne parlava, e chi ne parlava lo facevano uccidere a tradimento, per tappargli la bocca ... Si sapeva da dove era partito il colpo! Mastro Titta aveva riconosciuto Gerbido, l'antico garzone di don ...
Mastro don Gesualdo (pagina 72)
di Giovanni Verga (estratti)

... Così tornò a galla la storia di Nanni l'Orbo il quale s'era accollata la ganza di don Gesualdo coi figliuoli, dei poveri trovatelli che andavano a zappare nei campi del genitore per guadagnarsi il pane, e gli baciavano le mani per giunta, come quella bestia di Diodata che a chi gli dava un calcio rispondeva grazie ... Don Gesualdo si vide comparire a quell'ora Nunzio, il più ardito ... Il povero don Gesualdo andò a coricarsi più morto che vivo ... Don Luca il sagrestano, il quale gli s'era ficcato in casa, quasi fosse già l'ora di portargli l'olio santo, pretendeva che don Gesualdo dovesse aprire i magazzini alla povera gente, se voleva salvare l'anima e il corpo ... Mastro Titta, quand'era venuto a cavargli il sangue, gli cantò il resto, colla lancetta in aria: - Vedete? Se non mettono giudizio, certuni, va a finir male, stavolta! La gente non ne può più! Sono quarant'anni che levo pelo e cavo sangue, e sono ancora quello di prima, io! Don Gesualdo, malato, giallo, colla bocca sempre amara, aveva perso il sonno e l'appetito; gli erano venuti dei crampi allo stomaco che gli mettevano come tanti cani arrabbiati dentro ... - Dall'altro canto poi faceva il viso brusco se Diodata aveva la faccia di farsi vedere ancora lì, da don Gesualdo, con il fazzoletto nero in testa, carica di figliuoli, di già canuta e curva come una vecchia: - No, no, buona donna ... Lui stesso si faceva in quattro a disporre e a ordinare nella casa del cugino don Gesualdo, a ficcare il naso in tutti i suoi affari, a correre su e giù con le chiavi dei magazzini e della cantina ... Sua moglie infine, vedendo che non si veniva a una conclusione con quell'uomo, lasciò scoppiare la bomba, un giorno che don Gesualdo s'era appisolato sul canapè, giallo come un morto, e la sua ragazza gli faceva da infermiera, messa a guardia accanto alla finestra ... Tu, Lavinia, vai di là, ché ho da parlare col cugino don Gesualdo ... Don Ninì era uscito per assistere a certo conciliabolo in cui si trattavano affari grossi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 73)
di Giovanni Verga (estratti)

... Indi giunse don Ninì a prendere le chiavi della cantina ... Neanche i suoi parenti possono tollerarlo, quell'uomo! Figuratevi! neanche quello stolido di don Ferdinando! ... Don Ninì gli stese la mano: - Che diavolo! ... Al vederla vestita alla greca, con tutta quella grazia di Dio addosso, prosit a lei, don Ninì Rubiera, nella commozione generale, si sentiva venire le lagrime agli occhi, e smanacciava più forte degli altri, borbottando fra di sé: - Corpo di! ... Don Nicolino Margarone, Zacco, Mommino Neri, tutti i bene intenzionati, si sgolavano a chiamare "fuori i lumi!" per vederci chiaro, e che non nascessero dei guai ... Mèndola, don Nicolino, lo stesso canonico Lupi che s'era cacciato nella baraonda a fin di bene, strillavano inutilmente: - Ferma! ferma! - Il barone Zacco, non avendo più le gambe di prima, faceva piovere delle legnate, a chi ...
Mastro don Gesualdo (pagina 74)
di Giovanni Verga (estratti)

... don Gesualdo! ... Don Gesualdo era in letto malato, quando udì bussare alla porticina del vicoletto che pareva volessero buttarla giù ... La sera stessa un'anima caritatevole era corsa a prevenirlo: - Badate, don Gesualdo! Ce l'hanno con voi perché siete borbonico ... Ma al vedere adesso che facevano sul serio, balzò dal letto così come si trovava, col fazzoletto in testa e il cataplasma sullo stomaco, infilandosi i calzoni a casaccio, mettendo da parte i suoi malanni, a quella voce che gli gridava: - Don Gesualdo! ... Don Gesualdo, appostato alla finestra col fucile, stava per fare un subisso ... Domeneddio, perdonatemi! Mi fate parlare come un porco, don asino! Siamo qui per salvarvi la vita, e non ve lo meritate! Volete far mettere il paese intero a sacco e fuoco? Non m'importa di voi, bestia che siete! Ma certe cose non bisogna lasciarle incominciare neppure per ischerzo, capite? Neppure a un nemico mortale! Se coloro che sinora si sfogano a gridare, pigliano gusto anche a metter mano nella roba altrui, siamo fritti! Il canonico era addirittura fuori della grazia di Dio ... Don Gesualdo, seduto su di una seggiola, asciugandosi il sudore colla manica della camicia, non diceva più nulla, stralunato ... Giù al portone intanto il barone Rubiera, don Nicolino, il figlio di Neri, si sbracciavano a calmare i più riottosi ... Don Nicolino dovette afferrare pel collo un tale che stava per cacciarsi dentro il portone socchiuso, approfittando della confusione e della ressa che facevasi attorno a una donna la quale strillava e supplicava: - Nunzio! Gesualdo! Figliuoli miei! ... Era Diodata, la quale aveva sentito dire che i suoi ragazzi erano nella baraonda, a gridare viva e morte contro don Gesualdo anche loro, ed era corsa colle mani nei capelli ... Don Gesualdo è fuori, in campagna ... - Domani, un corno! - brontolò di dentro don Gesualdo ... Don Gesualdo tornò a ribellarsi: - Perché? Che ho fatto? Io sono in casa mia! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 75)
di Giovanni Verga (estratti)

... a vostro nipote don Gesualdo ... a don Gesualdo? ... Dove andiamo di questo passo? Mèndola gli spiegò che don Gesualdo era il pretesto per dare addosso ai più denarosi; ma lì non sarebbero venuti a cercarne dei denari ... Non è pel vostro merito, don Gesualdo ... Sul vecchio canapè addossato al muro, puntellandolo cogli stessi mattoni rotti, improvvisarono alla meglio un letto per don Gesualdo che non stava più in piedi, mentre il marchese continuava a brontolare: - Guardate cosa ci capita! Ne ho viste tante! Ma questa qui non me l'aspettavo ... Che volete farci? Il mondo gira per tutti, caro don Gesualdo! ... - Vi hanno fatto la spia, don Gesualdo! E vogliono stanarvi anche di qua per costringervi a mantenere ciò che ha promesso il canonico ... Don Gesualdo s'era alzato sbuffando, gridando che era meglio finirla, che correva giù a dargliela lui, la promessa, al Ciolla! E giacché lo cercavano, era lì, pronto a riceverli! ... Di me non vengono a cercare sicuro! Vogliono farvi gridare viva e morte insieme a loro? E voi andateci! Viva voi che avete da farli gridare! - No! So io quello che vogliono! - ribatté don Gesualdo imbestialito ... Una bella cosa per certa gente! Quei bricconi s'erano legate al dito le parole di pace ch'egli si era lasciato sfuggire in quel frangente, e stavano in piazza tutto il giorno ad aspettare la manna dal cielo: - M'avete messo in un bell'imbroglio, voi, don Gesualdo! A quell'uscita del canonico successe un altro battibecco fra loro due: - Io, eh? ... - Don Gesualdo s'ostinava ad opporsi ... Don Gesualdo era ridotto in uno stato che di lui ne facevano quel che volevano ... A due ore di notte, per certe stradicciuole fuori mano, andarono a svegliare Grazia che aveva la chiave del portone, e al buio, tentoni, arrivarono sino all'uscio di don Ferdinando ... - Grazia, chi è? - Siamo noi, don Gesualdo, vostro cognato ... E a un tratto don Ferdinando si chiuse dentro col paletto, e si mise ad ammonticchiare sedie e tavolini dietro l'uscio, continuando a strillare spaventato: - Grazia! Grazia! - Corpo del diavolo! - esclamò Mèndola ... Don Gesualdo, che non si reggeva più in piedi, pallido e disfatto, proruppe in tono disperato: - Io voglio tornarmene a casa mia! ... Quanti casi! Quante vicende! - Chi ve lo avrebbe detto, eh, don Gesualdo? - Lo stesso canonico Lupi si lasciò sfuggire un sorrisetto ... Vanitas vanitatum! Don Gesualdo gli rivolse un'occhiata nera, ma non rispose ...
Mastro don Gesualdo (pagina 76)
di Giovanni Verga (estratti)

... torbidi Bianca, Diodata, mastro Nunzio, degli altri ancora, un altro se stesso che affaticavasi e s'arrabattava al sole e al vento, tutti col viso arcigno, che gli sputavano in faccia: - Bestia! bestia! Che hai fatto? Ben ti sta! A giorno tornò Grazia per aiutare un po', sfinita, ansando se smuoveva una seggiola, fermandosi ogni momento per piantarsi dinanzi a lui colle mani sul ventre enorme, e ricominciare le lagnanze contro i parenti di don Ferdinando che le lasciavano quel poveretto sulle spalle, lesinandogli il pane e il vino ... Don Gesualdo lasciò il letto sbuffando ... Una volta che Vito Orlando pretese di venire a fare una sbravazzata, colla pistola in tasca, per liquidare certi conti con don Gesualdo, essa lo inseguì giù per le scale, buttandogli dietro una catinella d'acqua sporca ... tal quale Vito Orlando! Intanto la casa di don Gesualdo era messa a sacco e ruba egualmente ... Ciascuno portava un rimedio nuovo, dei decotti, degli unguenti, fino la reliquia e l'immagine benedetta del santo, che don Luca volle provare colle sue mani ... Suo marito però va al sodo! Don Gesualdo non rispose ... - Signor don Gesualdo ... Dovete perdonare per amor mio, signor don Gesualdo! ... - Però don Gesualdo gli disse il fatto suo, al vedergli metter mano alla penna per scrivere le solite imposture: - Don Margheritino, io vi ho visto nascere! A me scrivete la ricetta? Per chi mi pigliate, amico caro! - Allora, - ribatté il dottorino ...
Mastro don Gesualdo (pagina 77)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano in paese, tutti sfilarono dinanzi al letto di don Gesualdo ... Don Gesualdo, sbigottito, non diceva nulla, cercava di cogliere le parole a volo; guardava sospettoso le mani che scrivevano ... Soltanto, per non buttare via il denaro malamente, prima di spedire la ricetta, prese a parte don Margheritino, e gli fece osservare che aveva un armadio pieno di vasetti e boccettine, comperati per la buon'anima di sua moglie ... - Che volete dire, vossignoria? - balbettò don Gesualdo, balzando a sedere sul letto, coi sudori freddi addosso ... - Don Gesualdo, siete un uomo ... Non avete mica una spina di fico d'India nel ventre! È un affare serio, capite! Non è cosa per la barba di don Margheritino o di qualcun altro ... Chiamate i migliori medici forestieri, don Vincenzo Capra, il dottor Muscio di Caltagirone, chi volete ... A quelle parole don Gesualdo montò in furia: - I denari! ... - Morto siete, don minchione! A voi dico! Allora don Gesualdo volse un'occhiata lenta e tenace in giro, si soffiò il naso, e si lasciò andar giù sul letto supino ... Poi, allorché udì le campanelle della lettiga che portava il Muscio e don Vincenzo Capra si sentì slargare il cuore tanto fatto ... Erano tutti orecchi per don Margheritino che narrava la storia della malattia con gran prosopopea; approvavano coi cenni del capo di tanto in tanto; volgevano solo qualche occhiata distratta sull'ammalato che andavasi scomponendo in volto, alla vista di quelle facce serie, al torcer dei musi, alla lunga cicalata del mediconzolo che sembrava recitasse l'orazione funebre ...
Mastro don Gesualdo (pagina 78)
di Giovanni Verga (estratti)

... E don Vincenzo Capra, in bel modo, cominciò a spiegare la diagnosi della malattia: Pylori cancer, il pyrosis dei greci ... Don Gesualdo, dopo avere ascoltato attentamente, riprese: - Tutto questo va benone ... Don Gesualdo, visto che nessuno fiatava, ripigliò a dire: - Chetatevi! ... Io fo il mio mestiere, e non m'impiccio a far scommesse da ciarlatano! Credete di trattare col Zanni, alla fiera? - Allora non ne facciamo nulla, - rispose don Gesualdo ... Neri pensò che si doveva avvertire subito la figliuola e il genero del pericolo che correva don Gesualdo ... Appena don Gesualdo fu in istato di poter viaggiare, lo misero in lettiga e partirono per la città ... In via della Masera si udì gridare: - Fermate! fermate! - E apparve Diodata, che voleva salutare don Gesualdo l'ultima volta, lì, davanti il suo uscio ... Don Gesualdo s'accorse allora di mastro Nardo che l'aveva seguìto sin lì, e mise mano alla tasca per regalargli qualche baiocco ... V Parve a don Gesualdo d'entrare in un altro mondo, allorché fu in casa della figliuola ...
Mastro don Gesualdo (pagina 79)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il povero don Gesualdo, nei primi giorni, s'era fatto animo per contentare la figliuola, e s'era messo in gala anche lui per venire a tavola, legato e impastoiato, con un ronzìo nelle orecchie, le mani esitanti, l'occhio inquieto, le fauci strette da tutto quell'apparato, dal cameriere che gli contava i bocconi dietro le spalle, e di cui ogni momento vedevasi il guanto di cotone allungarsi a tradimento e togliervi la roba dinanzi ... - Certo, certo, - balbettò don Gesualdo ... Don Gesualdo si sentì morire il sorriso in bocca ... Il genero, nel viso, nelle parole, sin nel tono della voce, anche quando voleva fare l'amabile e pigliarvi bel bello, aveva qualcosa che vi respingeva indietro, e vi faceva cascar le braccia, uno che avesse voluto buttargliele al collo, proprio come a un figlio, e dirgli: - Tè! per la buona parola, adesso! Pazienza il resto! Fai quello che vuoi! Talché don Gesualdo scendeva raramente dalla figliuola ... Don Gesualdo pensava intanto quanti bei denari dovevano scorrere per quelle mani; tutta quella gente che mangiava e beveva alle spalle di sua figlia, sulla dote che egli le aveva dato, su l'Àlia e su Donninga, le belle terre che aveva covato cogli occhi tanto tempo, sera e mattina, e misurato col desiderio, e sognato la notte, e acquistato palmo a palmo, giorno per giorno, togliendosi il pane di bocca: le povere terre nude che bisognava arare e seminare; i mulini, le case, i magazzini che aveva fabbricato con tanti stenti, con tanti sacrifici, un sasso dopo l'altro ...
Mastro don Gesualdo (pagina 81)
di Giovanni Verga (estratti)

... Capiva bene, lui, un uomo d'affari come don Gesualdo ... Sicché prendeva a cuore anche gli interessi di don Gesualdo ... A misura che colui sputava fuori il veleno, don Gesualdo andava scomponendosi in viso ... - rispose don Gesualdo, fattosi rauco a un tratto ...
Mastro don Gesualdo (pagina 83)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Mia figlia! - borbottò don Gesualdo con una voce che non sembrava più la sua ... - Cos'è? Gli è venuto l'uzzolo adesso? Vuol passar mattana! Che cerca? Don Gesualdo non rispondeva; continuava a sbuffare supino ... Don Gesualdo intanto andavasi calmando, col respiro più corto, preso da un tremito, facendo solo di tanto in tanto qualche boccaccia, cogli occhi sempre fissi e spalancati ... - Mattinata, eh, don Leopoldo? - E nottata pure! - rispose il cameriere sbadigliando ... - M'è toccato a me questo regalo! L'altro scosse il capo, come a chiedere che c'era di nuovo, e don Leopoldo fece segno che il vecchio se n'era andato, grazie a Dio ... - Ed io pure, - soggiunse don Leopoldo ...
Mattinate napoletane (pagina 6)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... E c'è stato sempre don Procolo, il signore, che ha riparato spesso e volentieri ... Don Procolo, un attempato arzillo, negoziante e proprietario, veniva a sera a trattenersi nella bottega, e quando c'era don Procolo accosto a Fortunata, seduto in mezzo ai fiori di organsino, in mezzo ai fasci d'erba artificiale, la mamma di Fortunata, dalla parte loro, chiudeva metà dell'uscio ... Don Procolo non ci badava gran che, ma la ragazza serbava, per così dire, le manine nette pel suo innamorato vero, che nessuno conosceva ... Quando don Procolo badava alle balle di tela giù in dogana, nelle ore di pomeriggio, l'innamorato della fiorista passava per via del Duomo, la sigaretta tra le labbra e un bastoncino di bambù in mano ... La voce stridula della vecchia si levava alta e le rispondevano le bestemmie di don Peppe Cappiello ... —Nun è overo! Nun è overo! Poi quella di don Peppe, come un urlo: —Me l'ha ditto a me! Succedette un gran romore, come di seggiole rovesciate ... Apparve sulla soglia della bottega don Peppe ... Per la via gridava: —Ferma, ferma! Don Peppe ebbe allora un istintivo impeto di salvazione ... —Avanti!—impose a don Peppe la guardia ... Allora un marmista ch'era arrivato l'ultimo, un grosso uomo barbuto, con tra le mani il martello e uno scalpello, chiese subitamente a don Peppe che s'incamminava: —Perchè l'avete ammazzata, neh, don Pe'? Lui rispose: —Dimandatelo a lei ... Un bel giorno arrivò don Procolo, fumando ... Doveva finire così… Con quella madre! E don Peppe? —Chi l'ha visto più? —E… Fortunata? —Chi ne sa più nulla? L'impiegatuccio, dopo aver accesa la sigaretta con un fiammifero della scatola di Graziella, se ne andò, lentamente, tutto pensoso ...
Novelle rusticane (pagina 6)
di Giovanni Verga (estratti)

... Curatolo Arcangelo di quel pane non ne mangiava, e voleva chiamare don Licciu Papa per condur via a forza la figliuola ... Dopo che l'ebbero legato ben bene, accorse don Licciu Papa, gridando: - Largo alla Giustizia! largo alla Giustizia! Davanti alla Giustizia gli diedero anche un avvocato per difendersi ... - Questa è tutta opera di Don Angelino, brontolava il marito, per farsi la provvista della legna, e chiapparsi i soldi della limosina ... Don Angelino, il pievano, aveva lavorato otto giorni come un facchino, col sagrestano, a scavar buche, rincalzar pali, appendere lampioncini di carta rossa, e sciorinare in fondo il cortinaggio nuovo di massaro Nunzio, che si era maritato allora allora, e faceva un bel vedere nel bosco e coi lampioni davanti ... Quelli aveva saputo sceglierli il pievano, da fare i ladri! Veri cuori di sasso erano! ché il Pinto, nella lite che aveva con compare Janu pel fico dell'orto, gli rinfacciava d'allora in poi: - Voi siete il ladro della Fuga in Egitto! Don Angelino, collo scartafaccio in mano, badava a ripetere dietro il tendone di massaro Nunzio: "Vano, o donna, è il pregar; pietà non sento! - Pietà non sento!" Tocca a voi, compare Janu; - ché quei due furfanti avevano persino dimenticata la parte, tal razza di gente erano! Maria Vergine aveva un bel pregare e scongiurarli, ché nella folla borbottavano: - Compare Nanni fa il minchione perché è vestito da Maria Santissima ...
Novelle rusticane (pagina 7)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Ora state a vedere l'incontro del patriarca San Giuseppe coi malandrini! - diceva Don Angelino asciugandosi il sudore col fazzoletto da naso ... Don Angelino allora affacciò la testa dalla sua tana, colla barba lunga di otto giorni, affannandosi a calmarli colle mani e colle parole: - Lasciateli fare! lasciateli fare! Così è scritto nella parte ... Due tarì all'anno infine cosa sono? Il difficile era di metterli insieme tutti e due alla scadenza, e Don Angelino gli rispondeva, stringendosi nelle spalle: - Cosa posso farci, fratel mio? Non è roba mia; è roba della Chiesa ... Soltanto la madre, all'udir la schioppettata, si sentì colpita nelle viscere, e corse come si trovava, a raccattare Cola dall'uscio della vedova, gridando - Figlio mio! figlio mio! I vicini si affacciarono coi lumi, e solo rimaneva chiuso quell'uscio contro il quale la madre disperata imprecava così: - Scellerata! scellerata! Mi hai assassinato il figliuolo! La madre, ginocchioni accanto al letto del ferito, pregava Dio, giungendo le mani forte forte, cogli occhi asciutti che sembrava una pazza: - Signore! Signore! Mio figlio, Signore! - Ah! che mala Pasqua le aveva dato il Signore! Giusto il venerdì santo, mentre passava la processione, col tamburo e Don Angelino incoronato di spine! Ah! che nero faceva in quella casa! e dall'uscio aperto si vedeva il sole, e i seminati belli, ché la gente quella volta non aveva avuto bisogno di pregare Dio per la buona annata, e lasciava solo Don Angelino a battersi le spalle colla disciplina; anzi quando il sagrestano era andato a far legna col pretesto del Mistero, l'avevano minacciato di rompergli le gambe a sassate, se non andava via lesto ... Gli avevano chiamato il medico; ci avevano condotta comare Barbara, quella della buona ventura, e la povera madre s'era levati di bocca tre tarì per fargli dire una messa da Don Angelino ... - Qui ci vuol altro che la messa di Don Angelino; - dicevano le comari - qui ci vorrebbe il cotone benedetto di frà Sanzio l'eremita, oppure la candela della madonna di Valverde, che fa miracoli dappertutto ... E Don Angelino, per non screditare la mercanzia, ripeteva: - Ci vuole la fede per fare i miracoli ...
Novelle rusticane (pagina 20)
di Giovanni Verga (estratti)

... Lucia stavolta diceva davvero che voleva andarsene a servire in casa di don Venerando ... Lucia adesso era ben collocata, in casa di don Venerando, e diceva che voleva lasciarla soltanto dopo ch'era morta, come si suole, per dimostrare la gratitudine al padrone ... Il padrone s'era arricchito allo stesso modo, stando al servizio del barone, ed ora aveva il don, e poderi e bestiami a bizzeffe ... Una volta don Venerando li sorprese in quei giuochetti e fece una casa del diavolo ... - Vedrai che bella dote! e quanti verranno a cercartela la tua onestà! Se i maccheroni erano troppo cotti, se Lucia portava in tavola due ova al tegame che sentivano l'arsiccio, don Venerando la strapazzava per bene, al cospetto della moglie, tutto un altro uomo, col ventre avanti e la voce alta ...
Novelle rusticane (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)

... Una volta, alla messe, che pareva scomunicata da Dio, il frate della cerca arrivò verso mezzogiorno nel podere di don Piddu, spronando cogli zoccoli nella pancia della bella mula baia, e gridando da lontano: "Viva Gesù e Maria!" Don Piddu era seduto su di un cestone sfondato, guardando tristamente l'aia magra, in mezzo alle stoppie riarse, sotto quel cielo di fuoco che non lo sentiva nemmeno sul capo nudo, dalla disperazione ... - Santo diavolone! gridava don Piddu ... - Ah! avete voluto veder le mie mutande, don Piddu? Io vi ridurrò senza mutande e senza camicia! Era un pezzo di fratacchione con tanto di barba, e la collottola nera e larga come un bue di Modica, perciò nei vicoli e in tutti i cortili era l'oracolo delle comari e dei contadini ... - Con don Piddu non dovete averci che fare ... Guardate che è scomunicato da Dio, e la sua terra ha la maledizione addosso! Quando venivano i missionari, negli ultimi giorni di carnevale, per gli esercizi spirituali della quaresima, e se c'era un peccatore o una mala femmina, od anche gente allegra, andavano a predicargli dietro l'uscio, in processione e colla disciplina al collo pei peccati altrui, fra Giuseppe additava la casa di don Piddu, che non gliene andava bene più una: le malannate, la mortalità nel bestiame, la moglie inferma, le figliuole da maritare, tutte già belle e pronte ... Al festino del sindaco, il martedì grasso, aveva acchiappato finalmente uno sposo, ché Pietro Macca dal tinello li aveva visti stringersi la mano con don Giovannino, mentre andavano annaspando nella contraddanza ... Don Piddu s'era levato il pan di bocca per condurre la figliuola al festino colla veste di seta aperta a cuore sul petto ... Donna Saridda se ne tornò a casa tutta contenta, come se ci avesse in tasca il terno al lotto; e non dormì quella notte, pensando a don Giovannino, senza sapere che fra Giuseppe avesse a dirgli: - Siete pazzo, vossignoria, ad entrare nella casata di don Piddu, che fra poco ci fanno il pignoramento? Don Giovannino non badava alla dote ... Ma il disonore del pignoramento poi era un altro par di maniche! La gente si affollava dinanzi al portone di don Piddu, a vedergli portar via gli armadi e i cassettoni, che lasciavano il segno bianco nel muro dove erano stati tanto tempo, e le figliuole, pallide come cera, avevano un gran da fare per nascondere alla mamma, in fondo a un letto, quel che succedeva ... - E tornavano a casa rasente al muro, lei colla faccia nascosta dentro il manto - ed era sangue di baroni! Il dì del pignoramento donna Saridda, colle lagrime agli occhi, era andata a chiudere tutte le finestre, perché quelli che son nati col don vanno soggetti anche alla vergogna ... Don Piddu, quando per carità l'avevano preso sorvegliante alle chiuse del Fiumegrande, nel tempo della messe, che la malaria si mangiava i cristiani, non gli rincresceva della malaria: gli doleva solo che i contadini, allorché questionavano con lui, mettevano da parte il don, e lo trattavano a tu per tu ... - Quello che diceva don Marcantonio Malerba, quando cadde in povertà, carico di figliuoli, la moglie sempre gravida, che doveva fare il pane, preparare la minestra, la biancheria e scopar le stanze ... I ragazzi di don Marcantonio, quando stavano a ventre vuoto tutto un giorno, non dicevano nulla, ed il più grandicello, se il babbo lo mandava a comprare un pane a credenza, o un fascio di lattughe, ci andava di sera, a viso basso, nascondendolo sotto il mantello rattoppato ...
Novelle rusticane (pagina 24)
di Giovanni Verga (estratti)

... A don Marco gli portarono la notizia mentre era a tavola colla famiglia, dinanzi al piatto dei maccheroni ... - Signor don Marco, la lava ha deviato dalla vostra parte, e più tardi avrete il fuoco nella vostra vigna ... Don Marco arrivò trafelato, cacciandosi innanzi l'asinello, in mezzo al nuvolone scuro che pioveva cenere ... - Che cosa state facendo? chiese don Marco al custode che voleva salvare le botti e gli attrezzi del palmento ... Prova donna Marina, l'altra figlia di don Piddu che s'era buttata al ragazzo della stalla, dacché aveva persa la speranza di maritarsi, e stavano in campagna pel bisogno, fra i guai; i genitori la tenevano priva di uno straccio di veste nuova, senza un cane che gli abbaiasse dietro ... Don Piddu sarebbe morto di vergogna ... Una santa, colei! Don Piddu era chiuso, insieme a tutti gli altri galantuomini, nel convento dei cappuccini per fare gli esercizi spirituali ... Quell'anno don Piddu non avrebbe voluto andarci, perché non aveva di che pagare la sua parte, e poi non potevano rubargli più nulla i suoi garzoni ... Ora don Piddu, dopo che gli giunsero all'orecchio certe chiacchiere che s'era lasciato scappare fra Giuseppe, una notte sgattaiolò fuori di nascosto, come se avesse avuto vent'anni, o l'innamorata che l'aspettasse, e non si sa quel che andò a sorprendere a casa sua ... Don Piddu si buttò ginocchioni anche lui, per confessarsi all'orecchio del missionario, piangendo tutte le lagrime che ci aveva negli occhi ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 22)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Il più vecchio di questi «soliti» è don Procolo, sopranominato nel quartiere anche il prete senz'anime, perchè non è addetto alla parocchia, ma vive d'incerti, sopra una piccola messa obbligatoria e su qualche candela, quando muore una persona di considerazione ... Ma con tutto questo, don Procopio non è un asino, tutt'altro; se avesse voluto, se non fosse stato quel gran trasandato, avrebbe potuto essere un eccellente professore di filosofia; ma le abitudini son invecchiate colle ossa e il bislacco ha seppellito il filosofo ... * * * Don Procopio è sempre il primo a sedersi al solito tavolino, tra le sette e mezzo e le otto; e mentre il Paolo accende il gas e da un'occhiata ai giornali, il prete fa un po' di tenera conversazione con Marianna, la vecchia gatta del caffè, alla quale porta tutte le sere o una crosta di formaggio, o una filaccia di carne, o lo pelli del salame, e non di raro qualche ossicino di pollo non tutto da buttar via ... Nei giorni di solennità poi ho veduto io stesso don Procolo dividere colla micia il navicellino dolce ch'egli si regala insieme al «cappuccino» e chi sa quanto il buon vecchio sia goloso, può misurare l'estensione del sacrificio ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 23)
di Emilio De Marchi (estratti)

... La sora Peppa non è la sorella, non è la moglie del Paolo, che ha giurato di morir celibe, ma il nome di una grossa cocoma di rame, dai fianchi larghi, dal labbro sporgente che, secondo l'idea di don Procolo, aveva in quei tempi una grande somiglianza colla sora Peppa Schineardi, priora di S ... A noi piacciono gli uomini come natura li fa, presso a poco come a don Procolo piacevano i navicellini appena usciti dal forno ... Ho detto che di giornalacci il Paolo non ne vuole in bottega, La più eretica è donna Paola, cioè la Perseveranza, che don Procolo legge volentieri, perchè vi si difende qualche volta il Rosmini ... * * * Tra i soliti, oltre a don Procolo, viene tutte le sante sere d'inverno il signor Tazza, detto Battistone, maggiore in pensione, un avanzo di Crimea, grande grosso come una torre, celibe anche lui, già sull'invecchiare ... Senza Carlinetto che sapeva, dirò così, cucire le ciarle degli altri, far la rima e il calembour sulle parole, don Procolo, Battistone, il Cavaliere, il Chiodini erano come tanti organetti senza il manubrio ... Cominciava Carlinetto a dire, per esempio:—Oggi ho mangiata la frittata eh… eh!…—E il Paolo ripeteva:—Ha mangiata la frittata eh! eh!—Poi subito don Procolo:—Tu hai mangiata la frittata… ... Don Procolo, che non usava perifrasi con nessuno, cominciò a dire ch'egli era stato un asino: che a credere alle donne uno non si salva più, fosse già nell'anticamera del paradiso: che ad impiccarsi un uomo ha sempre tempo… ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 24)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Il Signore—raccontava don Procolo—creò l'uomo a sua immagine e somiglianza e poi si pentì, perchè capì nella sua onniscienza che il birbone l'avrebbe bestemmiato e rinnegato ... —commentava don Procolo ... Don Procolo aveva arrischiato un asso in seconda, sbagliando il conto dei tresette ... —-Paolo, non ci si vede stasera—gridò don Procolo, che perdeva già dodici soldi ... A nome dunque di mia moglie, che ha una gran voglia di conoscervi, invito te, don Procolo, il Cavaliere e il Chiodini a farmi onore ... Se la sora Erminia non vede don Procolo, le potrebbe nascere un figliuolo vestito da prete ... —Andiamo tutti a consolarlo, a distrarlo un po'—disse don Procolo—Forse ha bisogno di vedere la faccia degli amici, di rifarsi il sangue, povero 'legrìa! Andiamo a liberarlo dalle fiamme del purgatorio ... Don Procolo si trascinò fino alla Canonica dove aveva uno stambugietto accanto al solaio della sagrestia ... * * * Il giorno di Natale don Procolo e il Cavaliere, incontratisi sull'angolo di via Porlezza, si avviarono insieme verso la casa di Carlinetto, che dava sul fianco del teatro Dal Verme colla vista delle piante e della nebbia di piazza Castello ... Fatti alcuni scalini, don Procolo si voltò verso il compagno e disse:—Non si sente odor di risotto ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 26)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Dunque non è meraviglia se, con tutto il suo latino, anche don Procolo non sapesse trovar di meglio che la solita frase:—Ho piacere di fare la sua conoscenza… ... —Ma infine che diritti ha questa sora Ludovina?—chiese brutalmente don Procolo ... Se lo prese in braccio e mentre don Procolo misurava al bimbo la grossezza dei polpacci dentro il cerchio delle dita, il cavaliere agitava il pulcinella dietro le spalle di Battistone ... —Questa poi me la prendo io!—disse don Procolo, offrendo il braccio alla ragazza che accettò subito ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 27)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Il salottino da pranzo, ben rischiarato da una lampada sospesa e ben caldo, scintillava di posate di pakfond, di saliere, di bicchieri nitidi, Sopra una scansia stavano schierate dodici bottiglie di diversi autori, qualcuna col collo d'argento, —Qui c'è odor di morto—disse don Procolo, allargando le nari al buon profumo dell'arrosto,—Gli faremo un funerale di prima classe ... Erminia fece sedere don Procolo al posto d'onore ... —Allora si può pretendere che anche don Procolo metta i piedi sulla tavola ... Alle facezie di don Procolo due o tre volte la Paolina dovette ridere e piangere nel tovagliolo, facendo due belle pozzette nelle guance ... —Felix qui potest rerum cognoscere caussas—disse, alzando un poco la voce, don Procolo ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 28)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Anche don Procolo, dopo aver scaldata un poco la schiena al fuoco, dolcemente ispirato dal profumo del caffè, cominciò una predica dolce come la mostarda sulla santità dell'affetto materno, sulla castità sublime della madre nutrice de' suoi figli, che desta il sorriso sulle labbra degli angeli, e citò i versi dell'abate Pozzone: Se con labbro inesperto il fanciulletto La giovin madre folleggiando appella… ... Ho detto che don Procolo era in vena di predicare ... Don Procolo credette nella sua malinconia di veder il presepio in lontananza ... E lui don Procolo, lui era l'asino, a cui è stato imposto di soffiare sui figli degli altri ... * * * —Che cosa fa, don Procolo? animo, aiuti la balia ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 29)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Se si trovasse sempre sulle cantonate il nostro angelo custode, non si sbaglierebbe la strada; ma forse bisogna meritarseli i consigli! Don Procolo, felice d'aver trovato anche lui un uomo a cui predicare la verità, dondolando Bebi sulle braccia, gli diceva: —Anche tu correrai dietro a una visione, vorrai salire sulla scala di Giacobbe; ma verrà anche per te il tuo diavolo… ... —interruppe l'Erminia, togliendo il bimbo dalle mani di don Procolo, a cui disse in tono quasi di rimprovero:—E lei non me lo strologhi… ... Don Procolo crollò due volte la testa, inghiottì qualche cosa di amaro e disse con un mezzo sospiro:—Sono un vecchio scettico, ma credo nella Madonna… Il prete aveva gli occhi pieni di lagrime ... Don Procolo arrivò appena a tempo a stringere per un'ala il suo tricorno e ammainò le falde del tabarro ... Don Procolo si rintanò nella sua stanzaccia gelata vicino al solaio della chiesa ... Ma poche ore prima don Procolo moriva, pare per un vizio di cuore ...
Piccolo mondo moderno (pagina 4)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Forestieri, marchese, gente che invita, gente che spende, signor mio! Adoriamoli, ungiamoli, lecchiamoli, andiamo in visibilio, andiamo in deliquio! Che distinti, che amabili, che cari, che spirito, che bellezza! Ella, marchese, mi parla del naso di lui, ma giurerei che qui si trova bello anche il naso di lei!" "Peuh!" fece don Serafino, come per dire che questo secondo naso non gli pareva poi tanto obbrobrioso ... "Non far sciocchezze!" Il pover uomo si voltò mogio mogio a don Serafino che stava rimbeccando un interruttore ... Don Serafino diceva di non saperne se fossero pamòi o no ... "Oh no se sa po gnente!" esclamò don Serafino ... Subito gli furono tutti attorno, tutti sorbirono con voluttà il famoso uovo, tutti fecero eco: "Bela! Bela!" meno don Serafino che trattandosi di materia molto delicata, rideva con riserbo e diceva solo: "Povareta! Povareta!" in tono di blando compatimento ... "E il caffè?" esclamò don Serafino ... " Per una terza straduccia don Serafino trotterellava verso il suo umile nido insieme a un compagno che aveva nidificato negli stessi paraggi ...
Piccolo mondo moderno (pagina 8)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Per uno di quei sentieri Piero scorse calar il vecchio prete che cercava, don Giuseppe Flores, l'ultimo della sua famiglia, il solo signore della villa deserta, del poggio, dei bassi prati dove nel gran silenzio del mezzogiorno gurgugliavan tacchini, schiamazzavano anitre e oche, delle folte macchie di alberi esotici e nostrali che lì salivano i valloncelli e i dorsi del poggio fino al ciglio degli alti vigneti ... Don Giuseppe scendeva passo passo, leggendo, non curando le rade, fini goccioline di pioggia ... Ora scintillavano veramente, perchè don Giuseppe aveva conosciuto in Valsolda, prima del 1859, standovi ospite di certi suoi parenti, Franco e Luisa Maironi, i genitori di Piero; e godeva sempre di veder Piero che gli ricordava quelle elette creature, quel poetico lago romito e i giorni suoi più sereni ... Prossimo ai settanta, solo, lontano dalla città nove mesi l'anno, don Giuseppe, che aveva un tempo frequentato casa Scremin ed era stato confessore della marchesa Nene, non ci andava quasi più ... " "Bene bene bene" fece don Giuseppe e gli venne in mente che al Municipio volessero qualche cosa da lui, forse imporgli la soma di un ufficio pubblico ... Don Giuseppe fu il primo a sentir la molestia di quel silenzio, chiese notizia degli Scremin ... Ma dica: io Le reco incomodo? Ella sarebbe rimasto fuori, ora?" Don Giuseppe protestò e si confermò nell'idea che il sindaco fosse venuto per uno scopo determinato ... " L'accento fu così amaro che don Giuseppe, stupito, esclamò: "Dispiaceri? Ha dispiaceri al Municipio?" "No, no, no" s'affrettò a rispondere Maironi ... Don Giuseppe introdusse l'ospite nella sala del biliardo e lo invitò a sedere ... " E poichè don Giuseppe, con un cenno di assenso, insisteva per farlo sedere lì, lo guardò un poco senza rispondere ... Don Giuseppe chiuse l'uscio a chiave e rispose: "Ecco ... "Don Giuseppe" cominciò finalmente, e stese una mano al prete senza guardarlo, senza volgere il viso, "io sono venuto da Lei come un figlio ... " Don Giuseppe gli prese la mano, gliela strinse commosso, con un tacito moto delle labbra, con un lampo affettuoso del viso ... " Don Giuseppe gli riprese la mano, gliela strinse ancora, senza parole ... "Può ritirarsi dal mondo" s'affrettò a dire don Giuseppe, "può vivere con Dio nella solitudine, comporsi lui una regola, santificarsi ... Nel silenzio che seguì lampeggiò in mente a don Giuseppe una parola dimenticata di donna Luisa Maironi Rigey, la madre di Piero ... Presso Muzzaglio don Franco Maironi era uscito a dire: "Bel posto, eh, per un monastero!" ... Bisogna che Lei mi aiuti, don Giuseppe ... " Dicendo queste parole sorrise un poco di un sorriso tanto triste che passò il cuore a don Giuseppe ...
Piccolo mondo moderno (pagina 9)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... "Mi dica" incominciò finalmente sottovoce con un albore in volto di letizia santa: "questa idea della professione religiosa, intendo che Le è venuta dal dolore, ma quando? Come ha principiato in Lei?" "Oh, don Giuseppe, non mi è mica venuta dal dolore ... "No, don Giuseppe, sono un vile, non sento più nessun dolore per lo stato di mia moglie ... " Don Giuseppe lo guardò, sgomentato più ancora dal disordine di quel volto che dalle parole ... " Don Giuseppe aperse le braccia ... "Avrà pazienza, don Giuseppe?" Alla protesta muta del vecchio, continuò: "Ella sa come sono entrato in casa Scremin ... Sono diventato uomo in casa loro, studiando con don Paolo, com'Ella sa, senza libertà di scegliermi degli amici, frequentando sempre la stessa gente, impregnata delle stesse idee ... Io voglio ancora bene a quell'eccellente don Paolo, ma da ragazzo, poi, l'ho adorato ... Quanto ho pensato allora di farmi religioso anch'io! Il solo odore d'incenso che don Paolo serbava nella tonaca quando veniva a pigliarmi, dopo le funzioni, per il passeggio, mi metteva una riverenza! E pensavo allo stato religioso come ad uno stato quasi divino ... Ne parlai a don Paolo e don Paolo mi disse ch'ero troppo giovine per pensare a queste cose ... Infatti mi mandarono a viaggiare con don Paolo, mi fecero condurre qualche volta al teatro da un amico di casa ... "Passi, passi" mormorò don Giuseppe ...
Piccolo mondo moderno (pagina 10)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Adesso, don Giuseppe, viene qualche cosa di tanto penoso a dire! Mi pare una viltà di raccontare certe cose quando ... Don Giuseppe lo ascoltava triste, senza guardarlo, con l'aria rassegnata di uno che non si meraviglia più, che sa di aver ad ascoltare la solita, eterna, uniforme storia ... Mi contenni, il mio viso, le mie parole furono di ghiaccio ed ella se ne andò, ma vi ebbe poi un momento in cui mi domandai perchè se Dio voleva proprio un simile tormento delle sue creature non le aiutasse di più! Perchè mi facesse incontrare quella signora nel treno e quella ragazza in casa di mia suocera! Mi venivano impeti di ribellione, una domanda insistente, acre, mi martellava il cervello: e se Dio non ci fosse? E se Dio non ci fosse? Se tutta la mia fede fosse un tessuto di illusioni? Se io fossi uno schiavo di pregiudizi altrui, d'idee cacciatemi nella testa quando non potevo pensare? Se io fossi in fatto di religione una miserabile scimmia della gente che ho sempre veduto intorno a me? Oh, don Giuseppe, don Giuseppe, mi salvi Lei!" Il giovine gettò le braccia al collo del vecchio prete singhiozzando ... Don Giuseppe corrispose all'abbraccio, sussurrò con dolcezza: "Sì, sì caro, io no ma il Signore La salverà ... Don Giuseppe credette bene di aprirgli ... Mio Dio, don Giuseppe, è passato un anno e sto ancora tanto male; se c'è per me una via di salute, non è che questa: uscire dal mondo!" Il giovine tacque ... Poi afferrò un braccio al prete, glielo strinse in uno spasimo di passione: "Don Giuseppe, don Giuseppe, pensi, pensi se proprio non è possibile! Un romitaggio libero non fa per me ... Don Giuseppe lo abbracciò di slancio, lo trattenne ... " Don Giuseppe sospirò come chi si duole di non essere creduto ...
Piccolo mondo moderno (pagina 11)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Ah, don Giuseppe, quanto sono cresciuti dopo un anno che sto in mezzo, come sindaco, alla parte attiva e politicante di un partito il quale diffida già di me perchè indovina qualche cosa del mio interno! Non Le dico tutte le meschinità, tutte le piccole ambizioni, tutti i piccoli rancori che fermentano intorno a me! Non immagini, sa, che io ammiri gli altri, quelli che mi trovo a fronte più spesso nel Consiglio comunale, gente pronta sempre a bravate contro persone che non schiaffeggiano nè si battono, gente prodiga di frasi sentimentali e avara di quattrini, gente che ha paura dell'acqua santa quando vive e del diavolo quando muore, sempre a cavallo su Roma e la monarchia liberale, di cui giurerei che almeno a tre su quattro di loro non importa niente! Non li ammiro, ma quelli non si fanno avanti nel nome di Dio! Di essi non mi curo ... Mi risponda: posso io dire che la mia fede venga proprio, originariamente, dal raziocinio mio, dal sentimento mio? Posso io dire che non vi è stata seminata e coltivata dai miei educatori? Posso io dire — mi perdoni, don Giuseppe! — ch'essi non mi abbiano storpiato il cervello e il cuore per farne dei vasi di questa loro cultura artificiale, così che in fin dei conti è forse la loro fede e non la mia che vive in me, perchè io non ho mai avuto la libertà di credere o di non credere e vado acquistandola solamente adesso? La loro fede! Forse la fede che anche ad essi quand'erano teneri fu cacciata nell'intelletto per forza, storpiandolo! Capisce che dubbio spaventoso! È anche per questo che vorrei seppellirmi in un convento di Trappisti, fra uomini religiosi che non abbiano tenuto niente per sè, che abbiano dato a Dio tutto, che dovrei quindi ammirare, fra uomini che avranno presa la fede anche dai loro educatori, ma che però l'hanno grandemente accresciuta in sè, per forza propria ... Non si può, don Giuseppe, non si può?" "Ma no!" fece don Giuseppe, quasi bruscamente ... " Maironi sussurrò angosciosamente, in fretta: "Non ho finito, don Giuseppe, non ho finito ... "Se crede bene di parlare" disse don Giuseppe dolcemente, "si faccia coraggio ... " "Sì, caro don Giuseppe, mi farò coraggio ... " "Ah!" fece don Giuseppe, sottovoce, involontariamente ... Male? Molto male?" "Ecco, sì, non tanto bene" rispose don Giuseppe imbarazzato, masticando le parole: "non tanto bene ... Maironi, alla vista di quel lume benevolo, al pensiero che don Giuseppe fosse mitemente disposto verso la persona di cui gli stava parlando come di un pericolo, riprese e strinse la mano del vecchio, lo interrogò con lo sguardo, inconsciamente, quasi sperando una parola indulgente al suo sentimento ... Don Giuseppe non capì ...
Piccolo mondo moderno (pagina 12)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Don Giuseppe gli pose una mano sul capo dolcemente ... " Don Giuseppe sospirò ... Perchè dirla? Neppure don Giuseppe l'aveva pronunciata e tutto il suo discorso del Municipio, della città, della Valsolda non significava che quella parola: rompere ... "Lei era pur disposto" riprese don Giuseppe vedendolo esitare "a entrare in un convento?" Maironi si volse lentamente a lui con le braccia aperte, lo abbracciò e appoggiandogli il viso a una spalla mormorò: "Uscir dal mondo sarebbe più facile ...
Piccolo mondo moderno (pagina 13)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Non pioveva più, blandi chiarori di sole mal nascosto nelle nuvole giallognole ravvivavano il giardino sonnolento, lucevano sulla umida gradinata della villa, dove don Giuseppe stava mostrando a Maironi con un sorriso triste la scena dei piani sfumanti di qua sino ai grandi coni azzurrognoli degli Euganei, di là sino alla sottile parete soleggiata dei Berici, e il giardino da lui pensato, disegnato, gittato sul rustico piano e sul colle selvaggio, abbellito via via, d'anno in anno, vagheggiato nel suo futuro fiore non per sè, ma per dilette anime partite dalla terra, contro l'antivedere umano, prima di lui ... " Per venire da don Giuseppe, Maironi aveva detto in casa che si pigliava un giorno di riposo e che desiderava rivedere l'abbazia benedettina di Praglia ... Don Giuseppe lo incoraggiò ... Mentre don Giuseppe gli parlava del doloroso abbandono in cui giaceva Praglia, egli aveva in mente la casetta deserta dov'erano morti suo padre e sua madre e dov'egli non faceva che due apparizioni l'anno: il giorno dei morti e nel maggio per provvedere il giardinetto di fiori ... " Qui don Giuseppe ebbe un sorriso di commiserazione triste, come per dire: si figuri cosa può valere una parola mia! "Adesso gliela mando con gli aranci" disse ... "Don Giuseppe" diss'egli quando il domestico lo ebbe avvertito che la carrozzella era pronta, "crede proprio che il Signore vorrà aiutarmi?" "Ma sì, purchè non ne dubiti ... Maironi si volse a don Giuseppe ... "Son di quelli che Lei sa" disse don Giuseppe umilmente, come scusandosi ... In fondo il colloquio con don Giuseppe gli aveva lasciato nell'anima gratitudine, riverenza nuova, tenerezza intensa per il santo vecchio e con questo una mistura di delusione, non avvertita in principio, ...
Piccolo mondo moderno (pagina 33)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... II Don Giuseppe Flores pregava nella chiesina della sua villa, solo, immerso in una doppia visione ... Don Giuseppe aveva amato i suoi del più vivido amore, li aveva pianti appena con qualche rara lagrima tutta santa di affetto alla Divina Volontà ... Don Giuseppe udì trotto e ruote svoltare nel cortile della villa ... Don Giuseppe non osava nè ringraziare nè mostrar letizia per una visita ch'era presuntuoso attribuire a semplice cortesia e non temerario, pur troppo, attribuire a qualche cagione poco lieta ... Don Giuseppe sorrideva, non sapendo che dire, secondava con qualche blando monosillabo quella parlantina disordinata e nervosa che finalmente, quando la povera signora sedette stanca sul canapè della sala, si spense ... Allora toccò a don Giuseppe di parlare, di chieder notizie del marchese, e poi, con voce sommessa, esitante, anche dell'altra persona per la quale aveva celebrato pochi giorni prima, in Duomo ... Don Giuseppe sospirò accorato e chinò il viso riverente davanti alla grandezza recondita di quella creatura umile dalle parole incomposte, che celava il suo ...
Piccolo mondo moderno (pagina 34)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... "Sofferenze, don Giuseppe" diss'ella finalmente ... Don Giuseppe credette intendere il suo pensiero; ella non desiderava, quasi, che sua figlia guarisse, che sapesse, che vedesse ... Diceva tutto, quel proprio; e don Giuseppe fece il gesto di chi vorrebbe pur contraddire e non sa ... " Più dal volto che dalle avviluppate risposte della marchesa don Giuseppe capì che se quel giorno il contegno di Maironi era stato buono, nulla di mutato appariva nelle sue relazioni con la Dessalle ... m'intenda, don Giuseppe!" "Sì, sì, eh sì" fece don Giuseppe che non aveva inteso niente, cercando d'indovinare o almeno di aiutare con una spinta spirituale ... Nel dire e non dire, a modo suo, tante sottili fila di artifici santi, le ingarbugliò siffattamente che a un certo punto don Giuseppe non ne aveva capito nulla ed ella stessa vi si era avviluppata dentro a segno da togliere al suo interlocutore ogni speranza che potesse uscirne ... Don Giuseppe si fece un po' inquieto ... La marchesa venne a questa conclusione tanto più paurosa quanto più inattesa: "Capisce, don Giuseppe, quel che m'intendo?" "Eh!" diss'egli, nella sua riverenza; e tacque ... La marchesa ebbe un triste sorriso di preghiera: "Bisognerebbe che parlasse Lei, don Giuseppe" ... Parlare a chi? Don Giuseppe, dopo essersi passata replicatamente la mano sulla fronte come per pulirsi e liberarsi d'una preoccupazione molesta, si arrischiò a domandarlo ... " Don Giuseppe tentennò, storse un poco la bocca ...
Piccolo mondo moderno (pagina 35)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... " Figurarsi! Sì, don Giuseppe si rammaricava di questi guai ma non vedeva quale rimedio ci potesse recar egli, con qual veste si sarebbe presentato al marchese per sciorinargli un sermone ... "Mi no, sala, don Giuseppe ... Ell'aveva dunque rinunciato a tentare direttamente la conversione di Zaneto e lo ripetè a don Giuseppe, il quale fece e rifece, sospirando, l'atto di alzar con le spalle e con il capo un gran peso ... Senza tener conto de' suoi gesti nè della sua parola, la impavida vecchia signora, come se fosse bell'e inteso che don Giuseppe sarebbe l'ambasciatore, s'incamminò a metter fuori un'ambasciata nuova, che quegli era ben lontano dall'immaginare ... Annaspò un bel pezzo intorno ai suoi beni extradotali che aveva gelosamente e quasi avaramente amministrati a parte per amore della figliuola, perchè non andassero, come ella disse a don Giuseppe, "nel caldieron", nel caldaione Scremin tutto screpolato di debiti ... "Ma se occorre, don Giuseppe" diss'ella, "vada ... Ora ella espose a don Giuseppe il suo piano, il messaggio ch'egli avrebbe dovuto portare a Zaneto; e, fedele all'abitudine sua della reticenza, non fiatò del suo tentativo diretto, della disfatta ... Temeva che don Giuseppe, se sapesse, declinasse l'incarico o almeno lo eseguisse senza quella fiducia ch'è sempre una forza ... Don Giuseppe guardava stupito e ammirato la vecchia signora della quale aveva creduto sino a quel momento che apprezzasse sufficientemente i beni terreni, che avesse un certo affetto alla proprietà e sopra tutto che sarebbe morta prima di lasciare la sua casa, la sua chiesa, le sue vecchie amiche, le sue abitudini ... Don Giuseppe non sapeva come avrebbe fatto a compiere la missione propostagli ma sentì, davanti a Dio, di non poterla ...
Piccolo mondo moderno (pagina 36)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Si sapeva che il Commendatore professava il più riverente ossequio a don Giuseppe; chi prendere per quest'ufficio meglio di don Giuseppe? Qui non c'erano difficoltà e don Giuseppe non ebbe a ridire che sul riverente ossequio ... Bisognava poi vederle da vicino, quelle oche, prima di partire! Nell'alzarsi insieme a don Giuseppe, nel disporsi a una passeggiata in giardino, la marchesa pregò il domestico rurale di avvertire Giacomo e stimò di aver così trasmesso a Giacomo l'ordine di attaccare ... Limpidi ricami di note intorno al mover pacato di una melodia tranquilla, nè lieta nè triste, avrebbero potenza di esprimere quell'inafferrabile interno che sfugge al poeta nel dire l'andar lento di don Giuseppe e della marchesa per l'erbe tutte vive di vento nell'ombra chiara delle nuvole argentee, fra le macchie tutte bisbigli di frondi, rotti dalle note insistenti e gravi, dalle volate acute degli usignoli ... I due non scambiavano, quasi, parola; e appunto la sola musica potrebbe dire il loro silenzio pieno di senso, le comunicazioni non inconscie delle loro anime, comunicazioni di pietà vicendevole, pensando la marchesa come il vecchio prete, con soave poesia di speranze, avesse preparato ai suoi cari, discesi poi nel sepolcro, tanta bellezza di cose; pensando don Giuseppe quanta bontà fosse nella donna addolorata e stanca che per essergli cortese mostrava interesse al suo giardino; blanditi l'una e l'altro, in pari tempo, nel cuore, da un'ultima dolcezza terrena, da un gentile compiacimento della bellezza, non ancora fatto straniero alle loro anime afflitte ... " Don Giuseppe le spiegò pazientemente che le oche non erano anitre, che i suoi palmipedi erano un duplice popolo ... "Belo" diss'ella "don Giuseppe, el cossa xelo, el prà ... " Don Giuseppe non rispose ... Don Giuseppe s'infiammò subito, offerse villa e giardino con tanto fuoco che la marchesa, sorridendo fra le lagrime, gli prese un braccio al polso, glielo tenne stretto a lungo in silenzio, per fargli capire che lo ringraziava e insieme che non c'era da correr tanto con le speranze ... Don Giuseppe, turbato del turbamento di lei, s'imbarazzò, non sapeva che dire ... Ella era forte, tanto forte che molti la credevano poco sensibile, ma ora che aveva aperto il cuore a don Giuseppe come a nessuno mai, la sua forza, fatta in gran parte di silenzio, era venuta meno ... Don Giuseppe le sedette accanto e il suo smarrimento, la sua inquietudine, il suo timore di peggio dovettero apparir tanto che la marchesa gli disse con uno sforzo: "Gnente, salo, don Giuseppe" ... Don Giuseppe non capì e non cercò di capire ... Più tardi il contadino di don Giuseppe interrogato dalla marchesa se avesse avvertito Giacomo, balbettò parole incomprensibili; e invitato dal suo padrone a spiegarsi meglio, invece di rispondere alla marchesa rispose a lui, sottovoce, con una faccia sbalordita: "Signor, el ga dito ch'el xe morto" ... Prima di salire in carrozza ella raccomandò alle preghiere di don Giuseppe la sua figliuola ... "El me creda, don Giuseppe, Piero no la ga mai conossuda ...
Piccolo mondo moderno (pagina 40)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... "Signor! Don Giuseppe Flores!" "Siamo intesi, dunque!" disse Bassanelli ... "Parlo in Suo nome!" E mentre il Commendatore lo inseguiva con la voce, "no no, non facciamo scherzi!", e gli giungevano sempre più fievoli i "sì! sì! sì!" del padovano fuggente per le anticamere, don Giuseppe Flores entrò nello studio ... Alle spalle di don Giuseppe Rosina faceva dei gesti al padrone per chiedergli se dovesse portare ora i due caffè ... Il Commendatore non pose attenzione ai suoi gesti e immaginando che don Giuseppe, rarissimo visitatore, avesse a fargli qualche discorso riservato, le rinnovò invece l'ordine di non lasciar entrare nessuno ... Prima parlò don Giuseppe, porgendosi tutto, tratto tratto, e sorridendo allora di un vivo sorriso al Commendatore che l'ascoltava più grave, pensava cose attinenti al soggetto del discorso e non sapute dal prete, le cose apprese dalla bocca del Soldini e del Bassanelli, che gli lasciavano poca speranza di poter corrispondere ai desideri della marchesa Nene ... Che ne diceva don Giuseppe? Don Giuseppe parve un poco incerto, masticò alquanto, non si spiegò bene, parendogli che in fatto non fosse opportuno di cercare quell'appoggio e insieme non volendo troppo turbare il venerato amico ... "E Lei, don Giuseppe?" disse questi ... "Lei che conosce Maironi, che ha conosciuto, credo, i suoi genitori, perchè non potrebbe tentar qualche cosa?" Don Giuseppe sospirò, si passò una mano sugli occhi ...
Piccolo mondo moderno (pagina 47)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Personaggi: il marchese Torototèla, come il cavaliere chiamava Zaneto per certe sue antiche colascionate poetiche, la marchesa Nene, don Giuseppe Flores e un topo ... Arriva don Giuseppe in carrozza, dalla sua villa, domanda del marchese, è introdotto e Federico riceve l'ordine di non lasciar passare nessuno ... Chi è venuto? Don Giuseppe Flores ... Ode don Giuseppe che parla; non si capisce niente ... "La scusi, don Giuseppe! La scusi, don Giuseppe!" Don Giuseppe al vedere quella baraonda per un topo, resta di stucco ... Il marchese non si rassicura, vuole continuare le ricerche: "La scusi, don Giuseppe! La scusi, don Giuseppe! Mi rincresce!" ... E tanto dice e tanto ripete "mi rincresce, mi rincresce" che il povero don Giuseppe, mogio mogio, se ne va ... Cosa si fossero detto la marchesa e don Giuseppe non si sapeva ...
Piccolo mondo moderno (pagina 56)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... E neanche poteva bastare a quel venerando don Giuseppe ... Ma! Ah s'egli non avesse conosciuto altri cattolici! Se non fosse vissuto, da bambino in poi, nel contatto di tanta meschinità cattolica, intellettuale e morale! Come non pensare che suo padre, don Giuseppe Flores e qualche altro cuore alto, qualche altro intelletto forte, se la Chiesa cattolica ne possedeva, non si potevano propriamente dire cattolici, che la loro era un'altra religione, una religione superiore al comune gretto cattolicismo, pauroso della ragione, schiavo in tutto dell'autorità dispotica deificata, tanto aspro a chi ne sta fuori, tanto impastoiato negl'interessi terreni, antiquato nello spirito come nel linguaggio! Egli aveva una volta discorso di religione, a villa Diedo, con un certo scrittore francese, di grande ingegno, che si professava cattolico e concepiva il dogma cattolico in modo così ardito e nuovo che Piero gli aveva detto: "Ma Lei non è cattolico!" ... Don Giuseppe Flores era prudentissimo, ma si poteva giurare che non intendeva il cattolicismo alla maniera dei Quaiotto nè dei Zàupa, nè della teologia ufficiale, nè dei temporalisti vaticani ... Rivide nel bagliore di un lampo infiniti luoghi della città congiunti a memorie indelebili, dal cortile di casa Scremin dove fanciulletto aveva giocato col figlio dell'autentico Giacomo, al caffè dov'era condotto, le domeniche di quel tempo antico, a prendere il gelato, ai passeggi suburbani che don Paolo prediligeva, alle chiese che frequentavano insieme, al Seminario dove, per desiderio dello stesso don Paolo, aveva più volte, con vere angoscie, subìto esami di latino e d'italiano, alle stanze dei giorni più felici, dei più dolorosi e dei più aridi, agli uffici del Municipio, alla sala delle adunanze consiliari, a villa Diedo ...
Piccolo mondo moderno (pagina 62)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... " Prima di far avvertire don Giuseppe, il Direttore informò Piero, sommariamente, della malattia ... 5, aveva, dopo un lunghissimo silenzio, domandato improvvisamente, con intelligenza piena, di vedere i genitori, il marito e don Giuseppe Flores ... " Piero strinse convulso la mano al Direttore, che uscì, volle andar egli stesso in cerca di don Giuseppe ... Quando si sentì più sicuro di sè, Piero si avvicinò all'uscio, lo aperse un poco aspettando il noto passo di don Giuseppe ... Che mai, che mai gli voleva dire don Giuseppe? Stette in ascolto ... Dio, quelle cicale! Altre voci; finalmente, la voce del Direttore, la voce di don Giuseppe ... Don Giuseppe si sciolse il primo dall'abbraccio muto, e tenendo le mani sulle spalle di Piero gli disse a voce bassa che avrebbe trovato l'inferma in uno stato di spirito da non potersi immaginare, sicura di morire, piena di gratitudine verso Dio, di tenerezza per i suoi, e così alta nella espressione di questi sentimenti, così acuta nei riflessi sul suo stato presente e passato, nei consigli a sua madre e a suo padre, nelle osservazioni su quanto si diceva e si faceva intorno a lei! Oh! Una cosa! La voce di don Giuseppe si abbassava così parlando, gli occhi s'ingrandivano, si accendevano, il gesto commosso accompagnava le parole ... " Qui don Giuseppe cinse con un braccio il collo di Piero, gli sorrise con gli occhi umidi ... "Pare" riprese don Giuseppe sospirando "che qui o gli assistenti o le infermiere, chi sa, udendola delirare, non pensando mai che potesse comprendere, abbiano parlato fra loro, in presenza sua ... " Don Giuseppe tacque ... "Dio mio, don Giuseppe" diss'egli "non potrebbe Lei evitarle questa pena, dirle che io considero la sua parola come detta, come udita, dirle a nome mio tutto quello che la può consolare?" Don Giuseppe gli pose una mano sulle ginocchia ed ebbe ancora, senza guardarlo, un lievissimo sorriso, un sospiro, una inarticolata voce sommessa di dubbio, una voce che Piero intese a questo modo: "Non è meglio, per qualche ragione da tacere, che parli proprio Lei?" Si bussa all'uscio ... Vi passeggiavano persone tranquille di aspetto assai civile, molte delle quali salutarono rispettosamente don Giuseppe ...
Piccolo mondo moderno (pagina 64)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Una grazia grande avervi qui tutti, anche quel santo don Giuseppe che mi aiuta ... Don Giuseppe alzò gli occhi dal breviario a lei, credette che uscisse dalla camera dell'inferma, le domandò notizie ... " IV Gli Scremin, don Giuseppe Flores e Maironi alloggiavano in un piccolo albergo vicino allo Stabilimento ... Dopo la visita del professore, che trovò la febbre ancora piuttosto alta, una penosa inquietudine e il cuore depresso ma nessun pericolo imminente, don Giuseppe e Zaneto si ritirarono ... Elisa desiderava don Giuseppe ... Gli disse di andar a chiamare don Giuseppe, di restare poi all'albergo, di dormire un paio d'ore, almeno ...
Piccolo mondo moderno (pagina 65)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Andò all'albergo e ritornò con don Giuseppe ... A che ora si diceva la prima messa? Meglio non andare a quella di don Giuseppe, per non trovarsi fuori nello stesso tempo ... Nessuno trovava parole più, e si fece un silenzio penoso perchè ciascuno sentiva che il colloquio dell'inferma con don Giuseppe pareva lungo a tutti ... Subito la suora si avviò a ripigliare il suo posto e la marchesa non potè trattenere un "dunque, don Giuseppe?", non potè interamente dissimulare, sul suo povero vecchio viso stanco, l'ansia dell'aspettazione ... Don Giuseppe rispose tranquillo: "Niente, poveretta ... Rimasto solo con Piero, don Giuseppe lo fissò silenziosamente in volto ... "Ha il presentimento" disse piano don Giuseppe "di morire stasera; indica persino l'ora ... Finalmente don Giuseppe si fece animo ... V Don Giuseppe celebrò la messa verso le cinque e mezzo ... Immerso nelle preghiere di ringraziamento, don Giuseppe non s'accorse che alcuno entrasse in sagrestia ... Don Giuseppe mandò fuori dalla sagrestia il chierichetto, che aspettava ... Don Giuseppe, non sapendo cosa fosse per succedere, fra proclive e renitente, dopo un momento di esitazione, obbedì ... Don Giuseppe gli passò e ripassò una mano sui capelli, dolcemente ... A don Giuseppe sfuggì una esclamazione sommessa ... Niente, niente; don Giuseppe non aveva niente a dire ... Se chiudo gli occhi la vedo ancora! O mi dica, mi dica, don Giuseppe, ho sete di darmi tutto a Dio, ma debbo proprio credere che la visione mi viene da Lui, che significa la sua volontà? Perchè se credo è ...
Piccolo mondo moderno (pagina 66)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Sì, non è vero? Debbo crederlo!" "Deve prima di tutto rimettersi l'anima in pace" rispose don Giuseppe ... " Qui don Giuseppe parve esitare per un certo imbarazzo e la sua voce diventò più tenera: " ... non domandiamo noi al Signore che ci conservi la Sua Elisa? Pensi, questa grazia, quanto deve influire sulla Sua vita, se ci è fatta o non ci è fatta!" "Oh sì, sì, Dio mio, è vero, ma la visione l'ho avuta!" "Ma sì, ma sì!" fece don Giuseppe ... "Glielo dica Lei, adesso!" Il chierichetto entrò per avvertire don Giuseppe, a nome del parroco, ch'era vicina l'ora fissata per l'amministrazione dell'Olio Santo all'inferma ... Piero uscì dalla sagrestia sentendo che don Giuseppe inclinava a prender le sue visioni per effetti di una sovreccitazione nervosa, per apparenze vane ... Mentre don Giuseppe gli aveva esposte quelle considerazioni prudenti, aveva dubitato anche lui ... In ogni volto è una compostezza grave, nulla si domanda più ai medici, essi pure hanno in viso il rispetto del mistero; don Giuseppe legge, presso al letto, parole sante, non si ode altra voce, neppure si osa piangere ... Ha risposto in piedi, piegata sulla spalliera di una seggiola, alle preghiere del rosario che don Giuseppe disse nel salottino ... Ha compreso dolcissime parole di letizia che don Giuseppe, subito dopo il sacramento, le ha dette all'orecchio; ha sorriso, ha cercato Piero con lo sguardo, lo ha visto ritto là, le povere labbra si agitarono a più riprese per parlare, non lo poterono; gli occhi allora dissero tutto, la gioia, la tenerezza, persino un umile ossequio; si alzarono al cielo; ridiscesero; ancora le povere labbra si mossero invano ... E a don Giuseppe, che lo guardava, il viso di Piero apparve trasfigurato, non dal dolore, da un'energia spirituale sovrumana, luminosa e muta ... " Il Direttore insiste perchè la famiglia e don Giuseppe prendano qualche cibo ch'egli ha fatto preparar loro nel suo proprio quartiere ... Don Giuseppe e il marchese si fanno portar qualche cosa nel salottino; Piero e la marchesa non si muovono dalla camera ... Don Giuseppe recita ad alta voce le preghiere per i moribondi, accosta e riaccosta il crocifisso alle labbra smorte della travagliata che non ode, non vede più, tutti della famiglia e suor Eletta pregano ginocchioni, l'angelo di Dio entra ... Il medico si china sul volto più bianco del guanciale ove posa, illuminato da un sorriso, semiaperta la bocca e immobile; guarda don Giuseppe, tacendo ... Don Giuseppe si china pure, giunge le mani, si rialza, dice con voce sommessa, devota come all'altare: "Non è morte ... VII Verso mezzanotte, in uno stanzino dell'albergo ammorbato di muffe, al lume di una candela di sego, Piero e don Giuseppe ragionavano insieme, a bassa voce, della morta, dell'occulto tesoro spirituale ch'era stato in lei ... Allora don Giuseppe sospirò ... Tempo addietro, quando era venuto dal manicomio quel s'ofro pieno di angoscia e di speranza, la marchesa aveva segretamente incaricato don Giuseppe di far incidere in una medaglia d'oro parole appropriate a un dono che l'Elisa risanata ne farebbe, in memoria del beneficio divino, al marito ... Partendo al richiamo del Direttore ell'aveva preso con sè, come un augurio, la medaglia che ora don Giuseppe era per consegnare in nome di lei a Piero come una reliquia ...
Piccolo mondo moderno (pagina 67)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... nella sagrestia della chiesetta l'aveva messa don Giuseppe udendo da lui che il caso gli aveva posto sott'occhio quelle stesse parole ... Stavolta fu don Giuseppe che cinse d'un braccio il collo del giovane, teneramente ... " "Oh, don Giuseppe, don Giuseppe!" esclamò Piero ... "Io ho bisogno di Lei!" "Posso restare fino alle undici" disse don Giuseppe "o anche fino alle quattro ... Con me e con lei! Ne ho bisogno per cominciare quello che Iddio mi comanda!" "Bisogno di me?" Don Giuseppe esitava ... " Don Giuseppe s'interruppe ... Don Giuseppe sentì che la sua presenza in quel momento non era opportuna, uscì silenziosamente ... "Hai parlato a don Giuseppe?" "Sì ... VIII Don Giuseppe si meravigliò molto, ritornando nella sua camera, di trovarvi il Direttore del manicomio che lo aspettava ... Don Giuseppe non sapeva immaginare di che potesse trattarsi ... Mi dica, don Giuseppe; cosa pensa Lei di Maironi!" "Io?" Don Giuseppe, sbalordito, si domandò il perchè di una domanda simile ... Il Direttore sospirò e don Giuseppe gli domandò cosa fosse nel suo pensiero ... " "Perchè?" Don Giuseppe non riusciva ancora a capire ... " Don Giuseppe mise un'esclamazione di stupore e di protesta, ma il Direttore non ne fu scosso ...
Piccolo mondo moderno (pagina 68)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... " "Eh!" fece don Giuseppe, tristemente, a capo chino, come persona che in materia grave non ha nè può avere la certezza desiderata, ma inclinerebbe a un'opinione diversa da quella che lo fa pensoso: "Grazie" ... E pensa, pensa questa cosa incredibile, pensa che ne scriverà a don Giuseppe ... Raffiche alternate a lunghi silenzi delle cose suonavano sul lago, per le rive, per gli oleandri e i rosai dell'orto Maironi, chini sulle onde; rombavano nel pino a ombrello sopra la panca dove Piero e don Giuseppe stavano a colloquio, curvavano le sottili aste nere dei cipressi allineati a monte dell'orto, lungo il muro di cinta ... Don Giuseppe di tratto in tratto pareva accasciato sotto un gran peso, oscurato nell'anima; di tratto in tratto si trasfigurava, si rialzava tutto acceso la gran fronte, gli occhi, l'accento, il gesto ... Sempre, quando tacevan le cose, don Giuseppe era il primo a rompere il silenzio in cui egli e Piero si accordavano quando esse rumoreggiavan più forte nel vento ... Cinque ore prima, mediante un atto rogato dal notaio di Porlezza, Piero gli aveva ceduto tutti i suoi beni; e la intelligenza fra loro era che don Giuseppe si sarebbe associate certe persone già designategli, le quali lo avrebbero aiutato a istituire una specie di Cooperativa di produzione agraria, capace di estendersi e aperta, entro certi limiti, ai volonterosi, nella quale la terra, considerata come uno strumento di produzione, finirebbe col diventare proprietà sociale e le norme statutarie avrebbero un carattere cristiano, cosicchè il fine cristiano dell'associazione compenetrerebbe in sè, dominandolo, il fine economico ... Se l'esperimento non venisse approvato dai consiglieri di don Giuseppe o non riuscisse, la sostanza mobile e stabile verrebbe divisa in lotti, che si assegnerebbero prima in usufrutto e, dopo un certo periodo di prova, in proprietà, a famiglie scelte di contadini ... Quest'ultima disposizione era stata suggerita da don Giuseppe che solamente così si era indotto ad accettare la cessione e l'incarico di un esperimento nel quale non aveva fiducia ... Gliene aveva dimostrato l'acume sereno anche con lo scrupolo espressogli che questo suo disporre dei beni ceduti per date opere fosse un trattenerne indebitamente la proprietà ideale; ciò che in coscienza don Giuseppe non aveva potuto ammettere ... Nè don Giuseppe si era più avventurato a parlarne, nè Piero vi aveva alluso ...
Piccolo mondo moderno (pagina 69)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... " "Mi pare" osservò don Giuseppe, timidamente "ch'Ella mi accennasse a due parti distinte della visione ... Ritornato il silenzio, Piero cinse d'un braccio il collo a don Giuseppe ... " Don Giuseppe sorrise, fece un gesto come per dire ch'egli morrebbe certamente prima ... Don Giuseppe venne ripensando e comparando certe parole dettegli da Piero subito dopo la visione, certe parole del colloquio presente ... Nel pensiero profondo di don Giuseppe disposto alle intime comunioni con la natura come alle intime comunioni con Dio, il dramma del vento, della luna e delle onde, il dramma di quell'anima, prima oscurata dalle passioni, ora misteriosamente illuminata dallo Spirito, si confondevano, si compenetravano in uno solo ... " La villetta dove Franco e Luisa avevano tanto amato e sofferto, dove la epica bontà, la serenità magnanima dello zio Piero eran passate beneficando, dove la piccola Ombretta era morta, avrebbe accolto le suore convalescenti di un Ordine scelto da don Giuseppe, con una scuola di lavoro e di economia domestica per le giovinette del Comune di Albogasio ... "Ella potrà tenersene informato" suggerì don Giuseppe ... "Ah, don Giuseppe" diss'egli uscendo dall'orto "quanto posso dire al Signore: quaerens me sedisti lassus! Quante volte non mi ha richiamato e io mi ostinavo a perdermi! Anche con la Sua cara ultima lettera! È stato perchè tutto io debba riconoscere da Lui e niente, proprio niente, da me ... Lo posò e, prese le chiavi del Camposanto, disse a don Giuseppe che usciva per alcuni minuti ... Rincasando, lo troverebbe alzato? Don Giuseppe si sentiva stanco e desiderava scrivere una lettera prima di coricarsi ... A proposito di questa lettera: che intenzione aveva Piero? Don Giuseppe avrebbe desiderato partire presto e intanto annunciare il suo arrivo ... III Don Giuseppe si attardò a contemplare il lago, le ombre della notte, un lontano lume alle falde del San Salvatore ... Poi, accesa una candela, condusse don Giuseppe nella vicina camera dell'alcova, gli disse che il pacco veniva certamente da "quella persona" ... Ma desiderava parlare a don Giuseppe della "persona" ...
Piccolo mondo moderno (pagina 70)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Gliel'ho detto, don Giuseppe, che se il mio peccato mentale non è stato anche reale lo debbo a lei?" Don Giuseppe taceva a capo chino, pensoso non di questo difficile colloquio con la signora Dessalle, ma del mistero nel quale Piero chiudeva le sue risoluzioni future ... Mentre si congedavano per la notte il custode chiese a don Giuseppe da parte del parroco d'Albogasio a quale ora desiderasse di celebrare l'indomani mattina ... Don Giuseppe guardò Piero come per conoscere il suo desiderio, ma Piero non parlò ... IV Prima di coricarsi don Giuseppe scrisse alla marchesa Nene la seguente lettera: Ottima signora Marchesa, abbiamo deposto la diletta Sua nel campo di riposo che il santo, gentile desiderio di lei nominò ... Devotissimo Don Giuseppe Flores V L'indomani mattina, prima di uscire con la messa, don Giuseppe domandò se il signor Maironi fosse in chiesa, e, udito che no, attese, così parato, alquanto ... "Ma santo cielo, cosa c'è?" esclamò don Giuseppe, "parlate!" Impossibile; il pover uomo non riusciva, fra i singhiozzi, a spiegarsi ... Don Giuseppe lo lesse, comprese, non mostrò meraviglia, si fece accompagnare nella camera dove Piero aveva dormito ... Una valigetta e un soprabito di Piero erano sul cassettone, l'ombrello e il bastone in un angolo, onde a prima giunta don Giuseppe, sorpreso, esclamò: "Se la sua roba è qui!" Ma poi trovò sulla scrivania una lettera con questa soprascritta: Per Lei, don Giuseppe, e Iddio Le renda il bene che mi ha fatto ... Il letto era intatto, don Giuseppe domandò al custode se non avesse udito alcuno scender le scale durante la notte, aprir la porta di casa ... Invece don Giuseppe, alle sei e mezzo, aveva trovato aperto il cancello del giardinetto ... Don Giuseppe lesse la sua lettera; non vi erano che le istruzioni promesse, la conferma delle intelligenze prese a voce e una busta suggellata, con la scritta: Da aprirsi dopo la morte di Piero Maironi ... Il biglietto al custode conteneva un affettuoso saluto di commiato, una lode, un ringraziamento e l'ordine di considerare don Giuseppe Flores come suo padrone ... "No no" gli disse don Giuseppe, "non temete disgrazie ...