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Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga pagina 29perché compare Carmine era molto lepido, di solito. La ragazza, tutta una fiamma, gli lanciò un'occhiata di bestia selvaggia. - Non è vero! nossignore, don Gesualdo!... - Sì! sì! e Brasi Camauro anche! e Giacalone, allorché veniva pel carro!... Tutti d'amore e d'accordo, insieme!... Le risate non finivano più; Nanni l'Orbo pel primo, che si teneva i fianchi. Solo Diodata, rossa come il fuoco, colle lagrime agli occhi, s'affannava a ripetere: - Nossignore!... non è vero!... Come potete dirlo, compare Carmine?... non ne avete coscienza? Donna Sarina comparve di nuovo sull'uscio, colle braccia incrociate, senza profferire una parola; soltanto i fiori che le si agitavano sul capo parlavano per lei. - Ora basta! - conchiuse il padrone. - Andatevene, ch'è tardi. Essi salutarono un'altra volta, inchinandosi goffamente, balbettando confusamente in coro, urtandosi nell'uscire, e se ne andarono con un calpestìo pesante di bestiame grosso. Appena fuori cominciarono a ridere e scherzare fra di loro; Brasi Camauro e Pelagatti dandosi degli spintoni; Nanni l'Orbo e compare Carmine barattando parolacce e ingiurie atroci, colle braccia l'uno al collo dell'altro, come due fratelli messi in allegria dal vino bevuto. Una baldoria che fece ridere anche lo stesso don Gesualdo. - Son come le bestie! - diss'egli rientrando. - Non dar retta, cara Bianca! - Un momento! - strillò la zia Cirmena respingendolo colle mani, quasi egli stesse per farle violenza. - Non potete entrare adesso! Fuori, fuori! E gli chiuse l'uscio sul muso. Diodata risalì di corsa in quel punto, scalmanata, colle lagrime agli occhi. - Don Gesualdo!... Non vogliono lasciarmi andare pei fatti miei!... Li sentite, laggiù?... compare Nanni e tutti gli altri!... - Ebbene? Che c'è? Non dev'essere tuo marito?... - Sissignore... Dice per questo!... ch'è il padrone... Non mi lasciano andare in pace!... tutti quanti! - Aspetta! aspetta, che piglio un bastone! - No! no! - gridò Nanni dalla strada. - Ce ne andiamo a casa. Nessuno la tocca. - Senti? Nessuno ti tocca. Vattene... Che fai adesso? Essa, stando due scalini più giù, gli aveva presa la mano di nascosto, e andava baciandola come un vero cane affezionato e fedele: - Benedicite!... benedicite!... - Ora ricomincia il piagnisteo! - sbuffò lui. - Non ho un momento di pace, questa sera!... - Nossignore... senza piagnisteo.. - Tanta salute a vossignoria!... e alla vostra sposa anche!... È che volevo baciarvi la mano per l'ultima volta!... Mi tremano un po' le gambe... Tanto bene che mi avete fatto, vossignoria!... - Be'! be'!... Sta allegra tu pure!... Dev'essere un giorno d'allegria questo!... Hai trovato un buon marito anche tu... Il pane non te lo farà mancare... E quando verrà la malannata, ricordati che c'è sempre il mio magazzino aperto... Sei contenta anche tu? di'? Essa rispose ch'era contenta, chinando il capo più volte, giacché aveva un gruppo alla gola e non poteva parlare. - Va bene! Ora vattene via contenta... e senza pensare ad altro, sai!... senza pensare ad altro!... Com'essa lo guardava in un certo modo, cogli occhi dolorosi che sembrava gli leggessero anche a lui il cruccio segreto in cuore, cominciò a gridare per non pensarci, quasi fosse in collera. - E senza cercare il pelo nell'uovo!... senza pensare a questo e a quell'altro... Il Signore c'è per tutti... Anche tu sei una povera trovatella, e il Signore ti ha aiutato!... Al caso poi, ci son qua io... Farò quello che potrò... Non ho il cuore di sasso, no!... Lo sai! Vai, vai; vattene via contenta!... Ma Diodata, che gli voltava le spalle, col petto pigiato contro la ringhiera, quasi si sentisse morire dal crepacuore, non poté frenare i singhiozzi che la scuotevano dalla testa ai piedi. Allora il suo padrone scappò a bestemmiare: - Santo e santissimo!... santo e santissimo! In quel momento comparve la zia Cirmena in cima alla scala, con lo scialle in testa, il borsone infilato al braccio, e gli occhi umidi di lagrime, come si conveniva alla parte di madre che l'era toccata quella volta. - Eccomi qua, don Gesualdo! eccomi qua! - E stese le braccia come un crocifisso per buttargliele al collo. - Non ho bisogno di farvi la predica... Siete un uomo di giudizio... Povera Bianca!... Sono commossa, guardate! Cercò nel borsone il fazzoletto di battista, fra la roba di cui era pieno, e si asciugò gli occhi. Poi baciò di nuovo lo sposo, asciugandosi anche la bocca con lo stesso fazzoletto, e chiamò il servitore che aspettava giù col lampione. - Don Camillo! Accendete, ch'è ora di andarsene. Don Camillo? ehi? cosa fate? dormite? Dalla strada rispose Ciolla, ripassando col chitarrino: Amore, amore, che m'hai fatto fare? E degli altri sfaccendati gli andavano dietro, facendogli l'accompagnamento coi grugniti. - No! - esclamò la zia Cirmena piantandosi dinanzi al nipote, quasi ad impedirgli di fare una pazzia. - Non date retta... Sono ubbriachi!... canaglia che crepano d'invidia! Andate a trovare vostra moglie piuttosto! Ve la raccomando... non va presa come le altre... Siamo fatti di un'altra pasta... tutta la famiglia... Mi pare di lasciare il sangue mio nelle vostre mani adesso!... Non ho avuto figliuole... non ho mai provato una cosa simile!... Mi sento tutta sconvolta!... No! no! Non badate a me!... mi calmerò... Voi, don Camillo, andate avanti col lume... Egli volse le spalle. - Quante chiacchiere! Infine siamo marito e moglie sì o no? - Entrando nella camera nuziale trasse un sospirone. - Ah! se Dio vuole, è finita! Ce n'è voluto... ma è finita, se Dio vuole!... Non lo fo più, com'è vero Iddio, se si ha a ricominciare da capo!... Voleva far ridere anche la sposa, metterla un po' di buon umore, per star meglio insieme in confidenza, come dev'essere fra marito e moglie. Ma lei, ch'era seduta dinanzi allo specchio, voltando le spalle all'uscio, si riscosse udendolo entrare, e avvampò in viso. Indi si fece smorta più di prima, e i lineamenti delicati parvero affilarlesi a un tratto maggiormente. Proprio quello che aveva detto la zia Cirmena! Una ragazza che vi basiva per un nulla, e v'imbrogliava la lingua e le mani. Gli seccava, ecco, quel giorno di nozze che non gli aveva dato un sol momento buono. - Ehi?... Perché non dici nulla?... Cos'hai?... - Rimase un momento imbarazzato, senza saper che dire neppure lui, umiliato nel suo bel vestito nuovo, in mezzo ai suoi mobili che gli costavano un occhio del capo. - Senti... s'è così... se la pigli su quel verso anche tu... Allora ti saluto e vo a dormire su di una sedia, com'è vero Dio!... Essa balbettò qualche parola inintelligibile, un gorgoglìo di suoni timidi e confusi, e chinò il capo ubbidiente, per cominciare a togliersi il pettine di tartaruga, colle mani gracili e un po' sciupacchiate alle estremità di ragazza povera avvezza a far tutto in casa. - Brava! brava! Così mi piaci!... Se andiamo d'accordo come dico io, la nostra casa andrà avanti... avanti assai! Te lo dico io! Faremo crepare gli invidiosi... Hai visto stasera, che non son voluti venire alle nozze?... Quante spese buttate via!... Hai visto che mi mangiavo il fegato e ridevo?... Riderà meglio chi ride l'ultimo!... Via, via, perché ti tremano così le mani?... non sono tuo marito adesso?... a dispetto degli invidiosi!... Che paura hai?... Senti!... quel Ciolla!... mi farà fare uno sproposito!... Essa tornò a balbettare qualche parola indistinta, che le spirò di nuovo sulle labbra smorte, e alzò per la prima volta gli occhi su di lui, quegli occhi turchini e dolci che gli promettevano la sposa amorevole e ubbidiente che gli avevano detto. Allora egli tutto contento, con una risata larga che gli spianò il viso ed il cuore, riprese: - Lascialo cantare. Non me ne importa adesso di Ciolla... di lui e di tutti gli altri!... Crepano d'invidia perché i miei affari vanno a gonfie vele, grazie a Dio! Non te ne pentirai, no, di quello che hai fatto!... Sei buona!... non hai la superbia di tutti i tuoi... In cuore gli si gonfiava Tag: occhi don tutti marito momento capo adesso vero mani Argomenti: camera nuziale, vero cane, cruccio segreto, sposa amorevole Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Fior di passione di Matilde Serao Nel sogno di era Garibaldi di Francesco Crispi Il benefattore di Luigi Capuana Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il trucco giusto per gli occhi celesti Il trucco giusto per gli occhi scuri Mixed wrestling e wrestling Come truccarsi per essere perfette Come abbinare i gioielli alla carnagione
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