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Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili pagina 33fosse trovato sotto il sinistro baleno de' suoi occhi scorrucciati. Ed era rimasto come impietrato, l'Aldini, in quella che Medusa s'inoltrava nella stanza, lenta nel passo e quasi noncurante in vista, ma torbido lo sguardo e pieno di oscure minaccie, bianca nel viso come una persona morta, resa tanto più bianca all'aspetto, per il nero della gonna e della mantellina, come per il nero del cappellino di velluto e dei larghi nastri, che scendevano lungo le guance, per unirsi a cappio sotto il mento, nascondendole il collo. — Livia! — mormorò l'Aldini, allibito. — Sì, Livia. Miracolo! Sapete ancora il mio nome? — diss'ella, nell'atto che si slacciava il cappellino, per gittarlo sopra uno scaffale. — Che follia! — riprese egli. — Se vi hanno veduta.... — Non sarà stata la prima volta; — riprese ella, accostandosi. — Tu eri per uscire, non è vero? Deponi il tuo cappello, e ragioniamo. A proposito di follie, che cosa diremo della tua, che da due settimane mi annoia? Spero bene che sarà stato uno scherzo. Brutto scherzo, per altro; e sono venuta a dirti che è tempo di finirlo. — Filippo era stato lì a capo chino, come, in un' ora di temporale, il viandante che aspetta il passar d'una raffica. — Raimondo, — si provò allora a rispondere, — vi avrà pur detto.... Ma la signora non gli lasciò terminare la frase. — Raimondo, — sentenziò ella, — è uno sciocco. — Dite un uomo di cuore. Sì, vi ripeto, un uomo di cuore; e non lo riconosco tale da oggi. Quante volte, e da anni, non ve l'ho io ripetuto? — Sì, — rispose ella, con un risolino sardonico, — molte volte, moltissime volte, seguitando a tradire la sua cieca fede nella tua amicizia. — A questo ragionamento si potevano rispondere assai cose. Ma erano di quelle che un uomo, se è cavaliere, non rinfaccia mai ad una donna. — E n'ebbi sempre rimorso; — replicò in quella vece, umiliato. — L'ho sempre sentito acutissimo, e voi lo sapete. Noi ci perdiamo, vi dicevo ancora, vi ricordate? — E siamo sempre qui sani e salvi; — conchiuse la signora, sviando quel molesto discorso, più che con la parola, col gesto. — Ma tu non farai questo matrimonio; tu gli dirai che è impossibile. — Impossibile! Ora? Ma se egli ha tutto ideato, tutto predisposto e concertato a suo modo! Chi mi ha presentato, senza chiedermi se la cosa mi fosse gradita? Chi mi ha cacciato avanti, accompagnatore in servizio, come un altro signor Brizzi, a disposizione delle dame? E potevo io credere, rassegnandomi all'ufficio, che ciò mi dovesse condurre a questo punto? C'è stato, vedete, c'è stato un momento che io ho avuto un sospetto; il sospetto che egli dubitasse di me, e mi volesse imporre un vincolo, per la sua quiete. Sì, l'ho creduto accorto a tal segno, nella notte del capo d'anno, quando egli mi stringeva a quel modo col suo brindisi, e voi, anche voi, vi siete messa dalla sua parte. Forse, dissi allora tra me, anch'ella ha capito; ha capito ciò che assai prima era ben naturale di capire, di prevedere; ed ella mi dà il buon consiglio. Ora egli incalza più che mai; non ho più difesa possibile. Non so, Dio mio.... non so che fare; la mia testa si perde. Domandatemi ogni cosa, fuorchè d'oppormi alla volontà di Raimondo; io non ho questo coraggio. — La signora Livia era stata ad ascoltare quella lunga difesa, tentennando il capo, battendo le labbra, e sorridendo sarcasticamente al povero argomento che Filippo attingeva da lei, da una sua vana parola. — E sei tu, tu, che ho creduto un uomo? — ribattè, com'egli ebbe finito. — A voi dovrebbe esser proibito di amare, e di pretendere che si credesse alle vostre parole. Voi siete mediocri. Bastate a formare la felicità di una fanciulla, o ad appagare la sua curiosità, per quel breve spazio di tempo, che può essere un anno, come un giorno. Poi sopravviene da una parte e dall'altra la noia. Voi agli affari, essa alle galanterie. Questo avverrà anche per te, Filippo Aldini, te lo pronostico io, io che non ho amato così. — Anche qui le si poteva rispondere di trionfo: e voi, bella, che vi vantate di amare altrimenti, che cosa avete fatto poi di diverso? Ma non era Filippo Aldini, l'uomo che potesse rispondere a quel modo. — Tutto è possibile! — diss'egli, pacato; — ed io, uomo mediocre, non meriterò altro, davvero. Ma la nostra questione non è in ciò che io possa meritare; è in ciò ch'io non posso fare per compiacervi. Pensateci, Livia, siate buona, ed ascoltate le mie ragioni, vi supplico.... — Ma ella non era disposta ad ascoltar nulla di nulla. Aveva presa dal piano della scrivania una lunga stecca d'avorio, e batteva con quell'arnese a gran colpi sull'orlo del mobile, davanti al quale Filippo era rimasto seduto. — Oh, a proposito, — gridò ella, mozzandogli in bocca le parole supplichevoli, — perchè non mi dai del tu? — Non era la risposta ch'egli s'aspettava da lei, pregandola con tanta effusione di cuore. Ma bisognava adattarsi al suo modo di ragionare, seguirla ne' suoi voli capricciosi. — Perchè è male; — riprese. — Debbo io ricordarvi sempre il passato? Una volta, davanti a lui, vi accadde di dirmi: sai! — È vero; e ne fui tanto felice! — Egli poteva sentirvi. — Mi avesse pure sentita! E mi sentisse ancora! — Egli vi ama; lo avete veduto iersera. Ed io che già speravo, nel vedervi così buona con lui! — Ah sì? — gridò ella con accento impresso di profonda ironia. — E ti piaceva molto? E tornando a casa col cuore sollevato da un peso enorme, ti sei addormentato in una gran sicurezza? — Colpiva giusto, fors'anche senza saperlo. Filippo evitò di rispondere. — Infine, — ripigliò, — è bene ch'egli vi ami sempre così. — E mi pesa, capisci? — ribattè ella, sdegnosa, esaltandosi a grado a grado delle sue stesse parole. — Mi pesa, col suo amore così cieco; mi pesa, colla sua serenità così sciocca. Alle volte io dico tra me: se indovinasse il vero, mio Dio! se mi uccidesse, in un impeto di rabbia feroce, quanto meglio farebbe per sè, come per tutti! Ma tu non sposerai quella puppattola. Le parlerò io, se è ciò che ti turba. — Oh, voi non farete ciò! Che colpa ci ha lei? — gridò Filippo, atterrito. — Che colpa? Quella di crederti, essa, che non ha neanche le tue ragioni, i tuoi pretesti di uomo mediocre. Del resto, ho già incominciato. Sì, a sua madre, senza tanti riguardi, a faccia a faccia, e a lei che ascoltava dietro un uscio, quella cara puppattola, ho detto chiaro e tondo che cosa siano e che cosa valgano certi vagheggini dei nostri giorni. — Era ciò che Filippo aveva sospettato. Ma poichè il male era fatto, egli trovò ancora la forza di padroneggiarsi, nascondendo il suo turbamento. — Non vorrò dolermene io, per me stesso; — notò, dopo un istante di pausa. — Ma se egli viene a saperlo? — Tu hai paura di lui? — Rimorso, ve l'ho già detto. — E dovevi dirlo prima, assai prima, cacciandomi da te, bel conte avvezzo ai trionfi, quando quest'altra vittima ti cadeva nelle braccia. Vorresti dirmi, — soggiunse ella, cogliendo e interpetrando a suo modo un gesto di Filippo, — vorresti dirmi che lo avevi tentato più volte; e non l'osi. Sei anche vile con me. Ma te lo confesserò io, bel conte delle vittorie, io che avrò tutto il coraggio che ti manca. Eppure, anche allora l'hai difesa male, la tua virtù cavalleresca. Ed ora, forte guerriero, ed ora, impavido cavaliere, temi allo stormir di ogni foglia; hai paura; hai paura di lui. — Filippo Aldini torse la bocca, levando la testa con atto sdegnoso, e fu l'unica risposta che diede. Ma ella ripigliò, incalzando più forte. — Se non hai paura di lui, crederò di te quello che non avrei creduto mai; che tu ami quella donna. — Filippo era sul punto di rispondere un sì tanto fatto; e succedesse un po' quel che voleva succedere. Ma pensò ancora, da cavaliere, e si trattenne. Se ci son cose che non si rinfacciano ad una donna, ci sono anche Tag: filippo uomo rispondere volte sempre paura cuore prima tutto Argomenti: breve spazio, resa tanto, sinistro baleno, povero argomento, conte avvezzo Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Diario del primo amore di Giacomo Leopardi I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Lisbona, città da vedere e da sentire Vacanze alle Piccole Antille La cura dell'acquario El Gouna: la vera alternativa a Sharm El Sheik Dryas iulia: la farfalla più insolita del mondo
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