Filippo

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Informazioni sulla parola filippo e giochi di parole


Parola di vocabolario filippo: sostantivo maschile costituito da sette lettere, di cui quattro consonanti e tre vocali.

Le lettere che costituiscono la parola sono: f, i, l, i, p, p, o, ossia una f, due i, una l, due p e una o.

Parola con le lettere invertite: oppilif.

Altre parole di tipo sostantivo maschile costituite da sette lettere, di cui quattro consonanti e tre vocali: accenno, accento, accesso, affetto, affitto, albergo, alterco, apporto, appunto, arbitro, argento, artista, ascesso, aspetto.

Parole che contengono la parola filippo:

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Parole contenute nella parola filippo:


Parole contenute all'interno della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole contenute all'inizio della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole contenute alla fine della parola data: lippo (filippo).

Anagrammi della parola filippo:

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Sciarade con la parola filippo:

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Nomi di persona e di animali associabili alla parola filippo


Nomi di persona e di animali costituiti da sette lettere, di cui quattro consonanti e tre vocali:

Aanchal, Aaralyn, Ab-owen, Abaddon, Abagtha, Abarran, Abarron, Abboley, Abdalla, Abderus, Abdhija, Abdukar.

Nomi di persona e di animali costituiti soltanto dalle lettere della parola filippo:

Filipo, Filippo, Fillipo.

Nomi di persona e di animali costituiti dalle lettere della parola filippo e da altre lettere:

Panfilo.

Città associabili alla parola filippo


Nomi di città costituiti da sette lettere, di cui quattro consonanti e tre vocali:

Albenga (in provincia di Savona), Alghero (in provincia di Sassari), Alleghe (in provincia di Belluno), Alliste (in provincia di Lecce), Alpette (in provincia di Torino), Ampezzo (in provincia di Udine), Andrano (in provincia di Lecce), Andrate (in provincia di Torino), Andreis (in provincia di Pordenone), Annicco (in provincia di Cremona), Antillo (in provincia di Messina), Ardenno (in provincia di Sondrio), Argegno (in provincia di Como), Argenta (in provincia di Ferrara), Argusto (in provincia di Catanzaro), Armento (in provincia di Potenza).

Nomi di città costituiti soltanto dalle lettere della parola filippo:

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Nomi di città costituiti dalle lettere della parola filippo e da altre lettere:

Boffalora sopra Ticino (in provincia di Milano), Campiglione Fenile (in provincia di Torino), Campitello di Fassa (in provincia di Trento), Campofelice di Fitalia (in provincia di Palermo), Campofelice di Roccella (in provincia di Palermo), Campofilone (in provincia di Fermo), Castelfranco Piandiscò (in provincia di Arezzo), Castrofilippo (in provincia di Agrigento), Faloppio (in provincia di Como), Fara Filiorum Petri (in provincia di Chieti), Fogliano Redipuglia (in provincia di Gorizia), Forlimpopoli (in provincia di Forlì-Cesena), Fossalta di Piave (in provincia di Venezia), Fossalta di Portogruaro (in provincia di Venezia), Frassinelle Polesine (in provincia di Rovigo), Fratta Polesine (in provincia di Rovigo), Fuipiano Valle Imagna (in provincia di Bergamo), Giffoni Valle Piana (in provincia di Salerno), Montefalcone Appennino (in provincia di Fermo), Montelupo Fiorentino (in provincia di Firenze), Pavullo nel Frignano (in provincia di Modena), Pozzolo Formigaro (in provincia di Alessandria), Pozzuolo del Friuli (in provincia di Udine), Riccò del Golfo di Spezia (in provincia di La Spezia), San Felice sul Panaro (in provincia di Modena), San Ferdinando di Puglia (in provincia di Barletta-Andria-Trani), San Filippo del Mela (in provincia di Messina), San Giacomo Filippo (in provincia di Sondrio), San Pietro di Feletto (in provincia di Treviso), Sant'Elia Fiumerapido (in provincia di Frosinone), Villafranca Padovana (in provincia di Padova), Villafranca Piemonte (in provincia di Torino).

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Argomenti che contemplano il tag filippo:

caro filippo, domanda simile filippo, filippo intento, filippo quarto, povero filippo, simile filippo.

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Frasi, immagini, articoli e libri contenenti la parola filippo


Libri che contengono la parola filippo

Alcuni libri che contengono la parola filippo:

Decameron (pagina 70)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma avanti che io venga a far la risposta a alcuno, mi piace in favor di me raccontare, non una novella intera, acciò che non paia che io voglia le mie novelle con quelle di così laudevole compagnia, quale fu quella che dimostrata v'ho, mescolare, ma parte d'una, acciò che il suo difetto stesso sé mostri non esser di quelle; e a' miei assalitori favelando dico Che nella nostra città, già è buon tempo passato, fu un cittadino il quale fu nominato Filippo Balducci, uomo di condizione assai leggiere, ma ricco e bene inviato e esperto nelle cose quanto lo stato suo richiedea; e aveva una sua donna moglie, la quale egli sommamente amava, e ella lui, e insieme in riposata vita si stavano, a niuna altra cosa tanto studio ponendo quanto in piacere interamente l'uno all'altro ... Ora avvenne, sì come di tutti avviene, che la buona donna passò di questa vita, né altro di sé a Filippo lasciò che un solo figliuolo di lui conceputo, il quale forse d'età di due anni era ... Ora avvenne che, essendo già il garzone d'età di diciotto anni e Filippo vecchio, un dì il domandò ov'egli andava ... Filippo gliele disse; al quale il garzon disse: “Padre mio, voi siete oggimai vecchio e potete male durar fatica; perché non mi menate voi una volta a Firenze, acciò che, faccendomi cognoscere gli amici e divoti di Dio e vostri, io, che son giovane e posso meglio faticar di voi, possa poscia pe' nostri bisogni a Firenze andare quando vi piacerà, e voi rimanervi qui?” Il valente uomo, pensando che già questo suo figliuolo era grande e era sì abituato al servigio di Dio, che malagevolmente le cose del mondo a sé il dovrebbono omai poter trarre, seco stesso disse: “Costui dice bene”; per che, avendovi a andare, seco il menò ...
Decameron (pagina 161)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Dove, benché alcuna camera fornita di letto e dell'altre cose oportune fosse e una fante vecchia dimorasse sì come guardiana del luogo, per ciò che altra famiglia non v'era, era usato un figliuolo del detto Niccolò, che avea nome Filippo, sì come giovane e senza moglie, di menar talvolta alcuna femina a suo diletto e tenervela un dì o due e poscia mandarla via ... Ella, che avveduta s'era del guatar di costui, per uccellarlo, alcuna volta guardava lui, alcun sospiretto gittando; per la qual cosa Calandrino subitamente di lei s'imbardò, né prima si partì della corte che ella fu da Filippo nella camera richiamata ... ” “Oimè!” disse Bruno “guarda che ella non sia la moglie di Filippo ... ” Disse Calandrino: “Io il credo, per ciò che egli la chiamò, e ella se n'andò a lui nella camera; ma che vuol per ciò dir questo? Io la fregherei a Cristo di così fatte cose, non che a Filippo ... ” Disse allora Bruno: “Sozio, io ti spierò chi ella è; e se ella è la moglie di Filippo, io acconcerò i fatti tuoi in due parole, per ciò che ella è molto mia dimestica ... ” Or sapeva Bruno chi costei era, sì come colui che veduta l'avea venire, e anche Filippo gliel'avea detto; per che, essendosi Calandrino un poco dal lavorio partito e andato per vederla, Bruno disse ogni cosa a Nello e a Buffalmacco, e insieme tacitamente ordinarono quello che far gli dovessero di questo suo innamoramento ... ” Sceso adunque Bruno giuso e trovato Filippo e costei, ordinatamente disse loro chi era Calandrino e quello che egli aveva lor detto, e con loro ordinò quello che ciascun di loro dovesse fare e dire per aver festa e piacere dello innamoramento di Calandrino; e a Calandrino tornatosene disse: “Bene è dessa: e per ciò si vuol questa cosa molto saviamente fare, per ciò che, se Filippo se n'avedesse, tutta l'acqua d'Arno non ci laverebbe ... ” Venuta l'ora della cena e costoro, avendo lasciata opera e giù nella corte discesi, essendovi Filippo e la Niccolosa, alquanto in servigio di Calandrino ivi si posero a stare; dove Calandrino cominciò a guardare la Niccolosa e a fare i più nuovi atti del mondo, tali e tanti, che se ne sarebbe avveduto un cieco ... Filippo con Buffalmacco e con gli altri faceva vista di ragionare e di non avvedersi di questo fatto ...
Decameron (pagina 162)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ora avendol tenuti costoro ben due mesi in questa forma senza più aver fatto, vedendo Calandrino che il lavorio si veniva finendo e avvisando che, se egli non recasse a effetto il suo amore prima che finito fosse il lavorio, mai più fatto non gli potesse venire, cominciò molto a strignere e a sollecitar Bruno; per la qual cosa, essendovi la giovane venuta, avendo Bruno prima con Filippo e con lei ordinato quello che fosse da fare, disse a Calandrino: “Vedi, sozio, questa donna m'ha ben mille volte promesso di dover fare ciò che tu vorrai e poscia non ne fa nulla, e parmi che ella ti meni per lo naso; e per ciò, poscia che ella nol fa come ella promette, noi gliele farem fare o voglia ella o no, se tu vorrai ... E però, se Filippo va oggi in niun luogo, accostaleti in qualche modo e toccala e vattene nella casa della paglia ch'è qui da lato, ch'è il miglior luogo che ci sia, per ciò che non vi bazzica mai persona: tu vedrai che ella vi verrà; quando ella v'è, tu sai bene ciò che tu t'hai a fare ... ” E preso suo mantello e una feminetta in compagnia, vie più che di passo insieme con Nello lassù n'andò; la quale come Bruno vide venir di lontano, disse a Filippo: “Ecco l'amico nostro ... ” Per la qual cosa Filippo, andato colà dove Calandrino e gli altri lavoravano, disse: “Maestri, a me convien testé andare a Firenze: lavorate di forza”; e partitosi, s'andò a nascondere in parte che egli poteva, senza esser veduto, veder ciò che facesse Calandrino ... Calandrino, come credette che Filippo alquanto dilungato fosse, così se ne scese nella corte dove egli trovò sola la Niccolosa; e entrato con lei in novelle, e ella, che sapeva ben ciò che a far s'aveva, accostataglisi, un poco di più dimestichezza che usata non era gli fece, donde Calandrino la toccò con la scritta ... ” La Niccolosa diceva: “O tu hai la gran fretta! Lasciamiti prima vedere a mio senno: lasciami saziar gli occhi di questo tuo viso dolce!” Bruno e Buffalmacco n'erano andati da Filippo, e tutti e tre vedevano e udivano questo fatto; e essendo già Calandrino per voler pur la Niccolosa basciare, ecco giugner Nello con monna Tessa; il quale come giunse disse: “Io fo boto a Dio che sono insieme”; e all'uscio della casa pervenuti, la donna, che arrabbiava, datovi delle mani il mandò oltre, e entrata dentro vide la Niccolosa addosso a Calandrino; la quale, come la donna vide, subitamente levatasi fuggì via e andossene là dove era Filippo ... La donna disse: “Sia, che Idio le dea il malanno!” Bruno e Buffalmacco, che con Filippo e con la Niccolosa avevan di questa cosa riso a lor senno, quasi al romor venendo, colà trassero; e dopo molte novelle rappaceficata la donna, dieron per consiglio a Calandrino che a Firenze se n'andasse e più non vi tornasse, acciò che Filippo, se niente di questa cosa sentisse, non gli facesse male ... Così adunque Calandrino tristo e cattivo, tutto pelato e tutto graffiato, a Firenze tornatosene, più colassù non avendo ardir d'andare, il dì e la notte molestato e afflitto da' rimbrotti della moglie, a suo fervente amor pose fine, avendo molto dato da ridere a' suoi compagni e alla Niccolosa e a Filippo ...
Decameron (pagina 165)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” E senza mettere indugio al fatto, partitosi da Biondello, con un saccente barattier si convenne del prezzo; e datogli un bottaccio di vetro il menò vicino della loggia de' Cavicciuli e mostrogli in quella un cavaliere chiamato messer Filippo Argenti, uom grande e nerboruto e forte, sdegnoso, iracundo e bizzarro più che altro, e dissegli: “Tu te n'andrai a lui con questo fiasco in mano e dira'gli così: ‘Messere, a voi mi manda Biondello, e mandavi pregando che vi piaccia d'arubinargli questo fiasco del vostro buon vin vermiglio, ch'e' si vuole alquanto sollazzar con suoi zanzeri’; e sta bene accorto che egli non ti ponesse le mani addosso, per ciò che egli ti darebbe il mal dì, e avresti guasti i fatti miei ... ” Mossosi adunque il barattiere fece a messer Filippo l'ambasciata ... Messer Filippo, udito costui, come colui che piccola levatura avea, avvisando che Biondello, il quale egli conosceva, si facesse beffe di lui, tutto tinto nel viso dicendo: “Che ‘arrubinatemi’ e che ‘zanzeri’ son questi? che nel malanno metta Idio te e lui!” si levò in piè e distese il braccio per pigliar con la mano il barattiere; ma il barattiere, come colui che attento stava, fu presto e fuggì via e per altra parte ritornò a Ciacco, il quale ogni cosa veduta avea, e dissegli ciò che messer Filippo aveva detto ... Ciacco contento pagò il barattiere, e non riposò mai che egli ebbe ritrovato Biondello, al quale egli disse: “Fostù a questa pezza dalla loggia de' Cavicciuli?” Rispose Biondello: “Mai no; perché me ne domandi tu?” Disse Ciacco: “Per ciò che io ti so dire che messer Filippo ti fa cercare, non so quel ch'e' si vuole ... Messer Filippo, non avendo potuto giugnere il barattiere, era rimaso fieramente turbato e tutto in se medesimo si rodea, non potendo dalle parole dette dal barattiere cosa del mondo trarre altro, se non che Biondello, a instanzia di cui che sia, si facesse beffe di lui; e in questo che egli così si rodeva, e Biondel venne ... “Oimè! messer, “ disse Biondel “che è questo?” Messer Filippo, presolo per li capelli e stracciatagli la cuffia in capo e gittato il cappuccio per terra e dandogli tuttavia forte, diceva: “Traditore, tu il vedrai bene ciò che questo è: che ‘arrubinatemi’ e che ‘zanzari’ mi mandi tu dicendo a me? paioti io fanciullo da dovere essere uccellato?” E così dicendo con le pugna, le quali aveva che parevan di ferro, tutto il viso gli ruppe né gli lasciò in capo capello che ben gli volesse; e, convoltolo per lo fango, tutti i panni indosso gli stracciò; e sì a questo fatto si studiava, che pure una volta dalla prima innanzi non gli poté Biondello dire una parola né domandare perché questo gli facesse ... Alla fine, avendol messer Filippo ben battuto e essendogli molti dintorno, alla maggior fatica del mondo gliele trasser di mano così rabbuffato e malconcio com'era; e dissergli perché messer Filippo questo avea fatto, riprendendolo di ciò che mandato gli aveva dicendo, e dicendogli che egli doveva bene oggimai cognoscere messer Filippo e che egli non era uomo da motteggiar con lui ... Biondello piagnendo si scusava e diceva che mai a messer Filippo non aveva mandato per vino; ma poi che un poco si fu rimesso in assetto, tristo e dolente se ne tornò a casa, avvisando questa essere stata opera di Ciacco ... E poi che dopo molti dì, partiti i lividori del viso, cominciò di casa a uscire, avvenne che Ciacco il trovò e ridendo il domandò: “Biondello, chente ti parve il vino di messer Filippo?” Rispose Biondello: “Tali fosser parute a te le lamprede di messer Corso!” Allora disse Ciacco: “A te sta oramai: qualora tu mi vuogli così ben dare da mangiare come facesti, io darò a te così ben da ber come avesti ...
Il ponte del Paradiso (pagina 4)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Più impacciato del nostro ottimo Brizzi appariva il signor conte Filippo Aldini ... Filippo Aldini era un elegante inappuntabile, un giovinotto alla moda, rotto alla vita dei salotti; sebbene non frequentasse più molte case, come prima faceva assai volentieri, restava sempre quello di prima, nella bella padronanza di sè, dei suoi atti e delle sue parole, disinvolto e misurato ad un tempo, sobrio nel gesto, parco nella celia, ma pronto a scoccarla con aria tranquilla, che non pareva affar suo, come se avesse detta la cosa più semplice e più naturale del mondo ... — Non è egli dunque tornato a riverirle? Davvero davvero, non riconosco più il mio Filippo, il re dei cavalieri ...  — Filippo Aldini sorrideva a stento, sudando freddo, e balbettando qualche frase scucita ... Bisognava dunque discorrere; e Filippo Aldini si adattò a mettere qualche frase meno scucita di costa a quelle del suo amico Zuliani ... Poi volgendosi verso Filippo Aldini, gli disse a mezza voce: — Signor Aldini, offra il braccio alla contessa Galier ...