Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili pagina 52

Testo di pubblico dominio

trascinato, più che dalla imprudenza sua, dalla follìa della selvaggina. Una vera fatalità! e tanto più fastidiosa, in quanto che l'errore lontano portava conseguenze vicine. Ed ora, come dire tutte queste cose a Margherita? Erano discorsi da farsi a ragazze? Ma sì, pur troppo, viene il momento che anco alle ragazze bisogna parlare l'aspro e volgare linguaggio del brutto mondo in cui vivono, povere anime ignare! Del confidarsi alla moglie, perchè facesse lei il discorso, gli era pur venuta l'idea; ma subito l'aveva messa in disparte. Anzitutto il segreto rischiava di non esser più tale, passando per troppe orecchie; ed egli non ne aveva preso licenza dal suo penitente. Poi, l'effetto buono o cattivo di quella confessione generale sull'animo di Margherita poteva dipendere, più che dalla esposizione di alcuni fatti dolorosi, da quella di molti particolari che li accompagnassero, ora aggravandoli, ora attenuandoli, spiegandoli sempre. Come se la sarebbe cavata, da questo passo, la signora Eleonora? E non sarebbe poi stato il caso di ricorrere a lui, per aggiunte e commenti? Tutto ciò si evitava, parlando egli diritto diritto a sua figlia. Mentre veniva innanzi, pensando queste cose con tanto giudizio, il signor Anselmo s'imbattè in sua moglie, che in compagnia di Federigo andava girando botteghe. — Oh bravi! — diss'egli. — E Margherita? — In camera, a scrivere le sue lettere; — rispose la signora Eleonora. — Hai lasciato il conte Aldini? — Sì, poco fa. E a proposito di lui, ricordiamo che verrà questa sera col signor Zuliani. Non bisognerà dunque lasciarci sfuggire ch'egli sia venuto prima; e ciò per lasciare all'amico Raimondo il piacere di averlo presentato egli stesso a me. Sarà un atto di delicatezza verso di lui, non vi pare? Il signor Zuliani ne è degno. — Così disposte le cose, e felicissimo di trovar Margherita sola, affrettò il passo verso l'albergo. Era appena arrivato nel suo appartamento, che Margherita lo udì, e tosto gli mosse incontro serena e sorridente. — Ahi, ahi! — pensò egli. — Come si fa ora a dirle tante brutte cose, a questa cara figliuola? — Margherita non gli aveva ancora letto negli occhi. — Ebbene, — gli disse, — come sei rimasto contento del signor Filippo? — Io, molto. Così ne fossi contenta tu! — Oh, babbo! A me non c'è bisogno di augurarmelo. — Il signor Anselmo colse la palla al balzo, entrando subito nel vivo dell'argomento. — Neanche se nel suo passato ci fosse.... qualche taccherella? — domandò. — Come sarebbe a dire, taccherella? — Ma sì, qualche scappata, qualche impennata, come può fartela il cavallo più generoso. Intendimi per discrezione.... qualche antica passioncella, via!... Sai bene; l'uomo è nato.... un po' leggero di testa. E se una fiammatella ci fosse stata.... anche fuoco di paglia.... specialmente fuoco di paglia.... che ne diresti! come vedresti la cosa? — Margherita stette alquanto sovra pensiero, guardando il suo babbo negli occhi. — Tu sai qualche cosa. — gli disse, — sai.... della signora Zuliani! — Figurarsi l'atto di stupore del signor Anselmo, a questa scappata della sua dolce figliuola! — O come? Già eri informata? — Eh, ci voleva poco a capirlo. Quella graziosa signora ci ha sempre veduto volentieri come il fumo negli occhi. Appena una visita, in tutto il dicembre passato, e ci ha lasciate sole a far la nostra vita di forestiere. Finalmente, perla notte del capo d'anno, c'è stato l'invito, e neanche fatto da lei, ma dal signor Raimondo, che, evidentemente per salvar le apparenze, metteva innanzi il nome della sua agrodolce metà. E là, a quella cena, mio caro, ho inteso tutto, ho tutto indovinato. Guardava me con aria di volermi sorbire come un uovo fresco: poi covava quel povero Aldini con gli occhi, mettendolo in uno stato d'angustia e d'impazienza da far veramente pietà. Dio, com'era seccato! e come si vedeva che l'avrebbe tanto volentieri mandata a quel paese! Vecchie lune, è questo il vostro destino. Ed era una vecchia luna, quella lì, molto vecchia; non c'era da prendere abbaglio. — Quante cose hai osservate in una notte! — Seconda vista, babbo; e si ha sempre, per le cose che premono. Ed anche ho notato l'atto della signora, quando suo marito destinò il conte Aldini per accompagnarci in gondola fino alla riva degli Schiavoni. Avrei avuto compassione di lei, te lo confesso, se non avessi veduto, e prima e poi, che il signor Filippo pensava a lei, com'io al Gran Turco. Ah, la stizza, che la prese cinque giorni dopo, quando capitò qui e trovò il signor Filippo intento a disegnare il ponte del Paradiso, per ricordo d'una passeggiata artistica, che avevamo fatta quarantott'ore prima! È vero che se ne vendicò da sua pari, distillando veleni nell'orecchio della mamma. Così li avesse distillati in presenza mia! Ero donna da risponderle, sai? come va che lei lo riceve, un uomo simile? E ne parla così a noi, ora, ch'egli è appena appena uscito di qui? Permette che ci lagniamo a suo marito, di averci presentato un tal uomo? Avrei voluto vederla, allora, che cosa mi sapesse rispondere. — Il signor Anselmo sorrideva, sentendosi un po' più sollevato. — Dunque, non ti dai pensiero di quella vecchia luna? — Nè di quella, nè d'altre, le cui fasi son da lasciarsi dormire negli antichi almanacchi. D'una sola cosa potrei darmi pensiero; come sei venuto a saper tu, appena arrivato, di quella vecchia luna? — Appagherò subito la tua legittima curiosità. Quel bravo giovinotto mi ha voluto condurre in casa sua; e là, con grande effusione di cuore, mi ha fatta la sua confessione generale. — E ti ha detto che si trattava di una vecchia luna? — Sì, ed io l'ho assolto col proverbio; acqua passata non màcina. È un onest'uomo; è stato tale anche in quella debolezza passeggera, in cui la minor parte di colpa è stata certamente la sua. Fu involto, sconvolto, travolto: mi servo delle sue stesse parole. Ma in verità, il parlare di queste cose ad una ragazza come te.... — Babbo, non sarò io tra poco Margherita Aldini? — Eh, Dio sa se mi farebbe piacere! Vorrei che fosse oggi la vigilia e domani la festa. Ma tu la fai liscia più che non sia veramente. Se ci fosse ancora qualche difficoltà da superare? — Margherita impallidì a quelle parole del babbo. — Tu non me la dici giusta; — esclamò. — E tu, bambina, non sei tranquilla come vorrei. — Vediamo di contentarti; — ripigliò Margherita, facendo uno sforzo visibile, per padroneggiare la sua inquietudine. — Viene da lui, la difficoltà? — Non da lui; egli ti ama pazzamente.... disperatamente... — Allora, son tranquillissima; — diss'ella, respirando. — Vedi che effetto produci, con un paio di avverbii? — aggiunse tosto, ridendo. — Sono una donna forte più che tu non creda, e poco mi basta a farmi riavere, purchè quel poco sia buono.... — Ed abbondante; — conchiuse il signor Anselmo, ridendo più gustosamente di lei. — Sentiamo dunque; — ripigliò Margherita. — Donde viene la difficoltà a cui accennavi? — Da un caso spiacevole di cui egli non ha colpa veruna, e che mi ha dovuto raccontare, confessandosi a me. — Se egli si è confessato a te, la sua confessione era sicuramente per me. Dunque, sentiamo tutto. — Tutto! Faceva presto a dirlo, quella cara figliuola. Il babbo impacciato non ne disse neanche la metà. Nondimeno, ce ne fu d'avanzo per lei, quando ebbe sentito brevemente del vecchio errore, dei pronti rimorsi, delle oneste esortazioni, che erano sembrate efficaci per rimetter quell'anima in pace, ma che tutto ad un tratto, in quei giorni, avevano perduto ogni forza. Non era divampata da capo una fiamma d'amore, che più non poteva davvero, e che ad ogni modo non avrebbe trovato propizio il terreno; era stato un incendio di orgoglio offeso, di collera feroce, all'udire che un certo matrimonio era imminente, e che Raimondo Zuliani sarebbe andato quella mattina alla stazione per

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Argomenti: donna forte,    confessione generale,    volgare linguaggio,    filippo intento,    grande effusione

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