Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero pagina 43

Testo di pubblico dominio

solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'aver pensato a qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che resterà di queste pagine? * * * Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre sorella alla carità da farsi. Ama chi sorride e non chi ride. Ricordati che il sorriso è raggio d'alba nel crepuscolo della meditazione, che il riso è lume vulgare in una lucerna di terra; l'alba è foriera del giorno sempre: la vile lucerna un dì o l'altro si spezza. La musica è l'arte gentile, la primigenia figlia del cuore umano, nata col primo amore, col primo dolore. La speranza fu data al cuore dell'uomo, come ai giardini il fiore. Ma qual è il fiore che sempre mantenga la sua freschezza e il suo profumo? Ama la solitudine. Siccome tra il silenzio dei boschi puoi nel crepuscolo intendere il suono soavissimo delle campanelle lontane, così nella pace del cuore potrai sorridere all'armonia dilungantesi de' tuoi ricordi. Gli occhi stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del cielo. Se l'anima tua è un tranquillissimo ruscello che scorre dall'alto tra due rive di fiori, perchè sempre rifletta il colore del cielo, prega che i fiori non diventino alberi, e gli alberi non facciano bosco. Parlo di quei fiori che hanno profumi fugaci. Se l'anima tua è un'onda tempestosa, non disperare che si franga nel buio per sempre. Prima di rotolare agli scogli drizza la cresta possente, e più è furiosa, più è illuminata dai lampi dell'uragano. Se saprai amare, saprai pregare, La mente cerca senza trovare nei labirinti della filosofia: il cuore trova senza cercare nel giardino della giovinezza. Tutto finisce! Anche il dolore: e la pianticella che dedicasti alla requie di un caro un giorno schiuderà il fiore che offrirai a un carissimo vivente. Tutto finisce! Sia costante la tua volontà nell'operare il bene: se ad esso non puoi spingerti col volo robusto dell'aquila, abbandonati collo slancio placidissimo della colomba. Ricordati: medita la vita di fronte alla morte. Vedrai quanti pregiudizi, quante paure, quante viltà svaniranno in faccia alle croci: di quell'esosissimo giogo di delitti contro-coscienza complici sono i vivi, liberatori i morti. Prova l'anima tua, affacciandoti sull'orlo di una fossa scavata, non curvandoti dinanzi al disprezzo della società. E se la vita è una comedia, perchè non a tutti gli attori fu data la maschera? E se la vita è un pellegrinaggio di fratelli, perchè la meta a tutti non è mostrata collo stesso raggio d'intelligenza? Il filosofo tracciò sul cranio dell'uomo le cifre che segnano nel cervello le facoltà della vita: il teologo notomizzò l'anima e credette trovare i peccati capitali e le virtù: il materialista rise di tutto. Quanto è più potente l'amore! La parola t'amo è la sintesi imperiosa di tutte le virtu, di tutti i peccati: l'amore di Beatrice fece immortale il genio, l'amore di Cleopatra fece immortale la vergogna. Ama chi piange. Ricordati che le lagrime sono il battesimo della virtù. L'arte è la grande arpa a innumeri corde, l'arpa del cuore, cui corrispondono i suoni del creato: è l'immenso prisma che svela i colori della luce. Fremano adunque le note al tocco il più santo: brillino le iridi al raggio di sole il più puro. Piangere a un'armonia, è sorridere agli angioli. Se la stella dell'amore brilla sopra un cranio, io credo che anche le mascelle, che paiono spolpate per ghignare all'uomo col cinismo del materialista, possono sorridere a Dio col sorriso della fede. La monachella che a notte balzò esterrefatta dal letto, che si rannicchiò pudibonda sull'inginocchiatoio, storcendo le braccia, le quali nel sogno erano aperte ad abbracciare cupidamente, la monachella che supplico:—Vade retro!—al mattino, suonando l'organo ad onore della Madonna, trovò sì dolci armonie, che le suore dissero:—Pare santa Cecilia! Non era santa: era innamorata. Il piede della donna calpesta le rose, calpesta le vipere. Venne nella casa la coltre del cataletto? Venne, come è destino, e si partì. Tutto si partì? Ecco il vuoto: ecco la religione soccorritrice. Io so che qualcosa s'affaccia agli usci, tiene in rispettoso timore i vivi, guarda le gocce di cera sul pavimento o i petali sparsi di qualche fiore o la segatura, fa più triste il silenzio, più desolato il disordine, occupa nessun posto e li occupa tutti, sorprende nell'aria nauseosa pel fumo delle torce l'ultima preghiera morente del corteo che sfilò, la prima parola di comando che disse l'erede, s'appiatta dappertutto, buca dalle pieghe del testamento, e domanda:—È finito?—È finito: il morto viaggia al cimitero. All'indomani tutto sarà come prima, come un mese fa, come un anno fa: ognuno ripiglierà il suo posto impossibile che possa essere altrimenti…. O Dio! il posto vuoto è divenuto un altare, e noi aspettiamo lui o lei che aspetta noi! Fede abbiamo ogni giorno: ma quando sommeremo gli anni agli anni, tristissima desolazione sarà quella di accorgerci che ricordiamo un nome ai figli, o ai figli dei figli, che la vicenda della vita fu varia, che il tempo, il quale raschia le iscrizioni sulle croci di cimitero, cala e cala le sue nebbie nell'anima nostra! E noi giurammo eterno il dolore!… Nevicò tanti inverni in camposanto!… I figli avranno figli ancora, e avranno nipoti!… Nevicherà tanti inverni in camposanto!… E noi? O giovani, noi saremo su un seggiolone, scongiurando la morte che ne stia lontana, o giù tra le quattr'assi nell'eterno buio. E voi, o fanciulle, che leggete sorridendo, avrete fatto portare l'inginocchiatoio di penitenza nella parrocchia e più vicino ogni dì al confessionale e all'altare delle sette indulgenze, o basso giacerete colle mani in croce. Se avremo figli, noi dagli occhi di quelli, quando ci si stringeranno attorno, domandando:—State bène?—noi attingeremo gli sbiaditi ricordi di pianti e di sorrisi, e ci interrogheremo sconfortati: E noi giurammo eterno il dolore?—Se avremo figli, essi verranno sulla nostra fossa e prometteranno di venire sempre: ohimè! pongano una croce di legno: è l'immagine più vera del dolore: essa perde il nome, si tarla, si sfianca, cade, e serve a cuocere la cena alla famiglia del becchino… Nevicherà tanti inverni in camposanto! Molte cose vedrai, frequentando la società, moltissimo imparerai nella solitudine della tua meditazione. Ma tutte vedi e apprezza con una sola unità di misura, col ricordo insistente:—La mia missione è missione di carità. Natura crea il nostro corpo: l'arte il nostro spirito. Se la sera ti concede il bacio della soave melanconia, benedici le tue lagrime e sorridi alle tue speranze. È il bacio di un angiolo custode. La vanità dei sistemi filosofici portò sugli scogli della vita null'altro che la spuma dell'orgoglio. Il Vangelo irradiò il mondo, santa luce d'aurora, e fu l'amore universale, come il sole che scalda il cedro e l'arbuscello. Amare è sperare: sperare è vivere oltre tomba. Se tu, ogni sera, annotassi le impressioni avute nella giornata, avresti un dì un libro di preghiere. Perchè ti parlo così? Perchè amo la melanconica ora del sole morente. Ricordati: i vecchi che già esaurirono cuore e mente scrivono colle spalle: i giovani hanno l'ingegno nel cuore. Ecco perchè le biblioteche possono dare ogni anno ai futuri topi buon pasto di dissertazioni erudite: ecco perchè una fanciulla ad una poesia può consacrare una lagrima o un sogno. Io parlerò parole di desolazione, perchè la fede fu data prima a gioia per essere angoscia dappoi: perchè la speranza è un àncora che ha catena di dolori: perchè la carità è la livrea ufficiale dell'usura

Tag: cuore    noi    vita    sempre    tutto    amore    anima    fiore    tutti    

Argomenti: rispettoso timore,    posto vuoto,    vile lucerna,    volo robusto,    grande arpa

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi
Intrichi d'amore di Torquato Tasso
Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni
Marocco di Edmondo De Amicis
Corbaccio di Giovanni Boccaccio

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Come piantare le rose
Significato del giglio
Blu di Russia: un pelo che incanta
Indipendenza e opportunismo, leggende sui gatti
Come affrontare e superare l'infedeltà del proprio marito


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40   |    41   |    42   |    43   |    44   |    45   |    46   |    47   |    48   |    49   |    50   |    51   |    52   |    53   |    54   |    55   |    56   |    57   |    58   |    59   |    60   |    61   |    62   |    63   |    64   |    65   |    66   |    67   |    68   |    69   |    70   |    71   |    72 successiva ->