Questo sito fa uso di cookies, anche di terze parti. Per maggiori informazioni e per disabilitare qualunque cookie visitare la sezione della Cookies Policy.

Rinaldo di Torquato Tasso pagina 33

Testo di pubblico dominio

signora, a voi piangendo dico, perché del mio penar la dolce e sola mercè mi si contende, e mi si toglie ogni conforto in sì gravose doglie. 12 L'affanno dunque in lungo error sofferto, e quanto sol per voi ne l'arme oprai, avrà per degno e per estremo merto sdegno, ch'al cor mi mandi acerbi guai? sdegno, ch'in questo amaro stato incerto de' bei vostri occhi oscuri i dolci rai? da' quai prende vigor l'anima stanca, ed al duol si sottragge e si rinfranca. 13 Misero, e qual cagione? — E quivi il corso volea di sue parole oltre seguire, ma sua lingua frenò con duro morso Clarice allor, così prendendo a dire: — Diavi nel vostro mal, diavi soccorso chi vi diè contra me forza ed ardire, il cui volto non sol nel cor portate, ma fuor ne l'arme impresso ancor mostrate! — 14 Tu, fero Amor, tu che gli strai di queste voci drizzasti al cor del giovinetto, narra non men l'acerbe piaghe infeste, onde tua forte man gli aperse il petto: ché farle in qualche parte or manifeste a la mia musa è disegual soggetto, né potrebbe cantando alzarsi al vero, ov'alzar tu sol puoi l'altrui pensiero. 15 Nel fosco senso de le voci irate ben tosto penetrò l'accorto amante, benché fossero fuor quelle mandate oscuramente e in suon basso e tremante; ed a far conta a lei sua lealtate già si moveva con umil sembiante, ch'era verace testimon del core, e certo segno de l'incerto amore. 16 Ma Clarice, al suo dir la via troncando, lo schernì, lasso! con astuzia ed arte, ch'a sé chiamò cortesemente Orlando, lo qual da tutti gli altri iva in disparte, ed a lui di parlar materia dando, al suo mesto cugin la tolse in parte; da poi, giunti a Parigi, ancor gli tolse la dolce vista, ond'ei non men si dolse. 17 Misero cavaliero, ingiustamente di Fortuna e d'Amor prova l'offese, e per l'aura del duol nel petto sente gir più crescendo ognor le fiamme accese; e, qual da poco umore acciar rovente più fervido che pria talor si rese, tale in lui da piacer fugace e breve, l'ardore e 'l duol maggior forza riceve. 18 Quel sì breve piacer che talor prende dal caro oggetto e da l'amata vista, col suo dolce licor via più raccende il foco e 'l rio dolor ne l'alma trista: ché l'un contrario maggior l'altro rende, e 'l mal dal ben vigore e forza acquista, ch'ove lieve sarebbe, essendo ignoto, s'aggrava al paragon col farsi noto. 19 Sei volte il sol de la fosca ombra scosse de la gran madre antiqua il duro volto, ma dal mesto amador già non rimosse le tenebre del duolo ond'era involto. Pur ei sì con Clarice intanto oprosse ch'ella amante il tenea fervido molto, se non leale, e nel suo casto petto già rallentava l'ostinato affetto. 20 Non però di color conforme il molle animo veste e 'l placido pensiero: anzi lo sdegno, che dal petto tolle, ripon negli occhi e nel bel viso altero, onde 'l foco e 'l martir molto s'estolle ne l'innocente afflitto cavaliero, ch'oltra la scorza non penetra dove face in su' aita Amor pietose prove. 21 Ma fra tanto pomposa e nobil festa nel suo stesso palagio il re prepara: la gente tutta a tai diletti desta la notte aspetta, e gli è la luce amara; chiama quella Rinaldo atra e molesta, chiama la sera poi lucida e cara. Oh stolta de' mortai fallace mente, che cieca il suo peggior brama sovente! 22 Già la notte, stendendo umida l'ali, gli almi ed eterni fochi in cielo accende, là donde il bene e 'l mal tra noi mortali con varia sorte ognor deriva e scende; già soave armonia per le reali stanze altamente risonar s'intende, e concorde a' soavi e dolci accenti va misto al cielo il suon degli istromenti. 23 D'alti guerrier, di donne adorne e belle il palagio real tosto è ripieno, e come suol tra le men chiare stelle splender Vener e Giove in ciel sereno, così tra' cavalier, tra le donzelle Clarice e 'l suo amator splende non meno; e da' bei lumi lor fiammelle aurate escon, d'empia dolcezza avvelenate. 24 Non già Rinaldo ne l'amato viso pietà vede però del suo martoro, né ver' lui lampeggiar quel dolce riso che gli scopre d'Amor tutto 'l tesoro. Al fin dispone, ahi! duro infausto aviso, ch'Alda componga le discordie loro: Alda la bella invitar vole a danza, poi c'ha locato in lei la sua speranza. 25 Egli costei con puro zelo amava, ed era amato con eguale affetto, perché quando altre volte in corte stava, con lei nudrito fu da fanciulletto. Sapeva poi ch'apriva ella e serrava di Clarice a sua voglia il duro petto e con bei modi e con parlar soave dolcemente di quel volgea la chiave. 26 Ver' lei dunque si mosse e le richiese di ballar seco, ed ella era a ciò presta; ma fu dal forte Anselmo il Maganzese nel punto istesso a danza ancor richiesta. Alda, che 'l doppio invito a un tempo intese, chinò a terra lo sguardo e l'aurea testa, né quel né questo col parlar ricusa, ma tacendo si sta dubbia e confusa. 27 Vedendo Anselmo ciò, l'altera fronte ed insiem'il parlar ver' l'altro torse: — Cedi, garzon: se non, da' gridi a l'onte, e da l'onte s'andrà più inanzi forse. — Non men altero quel di Chiaramonte a lui tai detti rispondendo porse: — Cedi pur tu: se non, verrassi tosto più oltre ancor, ch'io già ne son disposto. — 28 Anselmo, folgorando il torvo sguardo, ad aspro riso allor la bocca mosse, e disse: — Se tanto osa un vil bastardo, che poi farebbe se mio pari ei fosse? — Or ben tal detto fu pungente dardo ch'al nobil giovanetto il cor percosse: come leon ferito in ira salse, e 'l suo sdegno frenar punto non valse. 29 Con la sinistra mano al collo stringe quel superbo, e 'l trar fiato a lui contende, e con l'altra il pugnal di punta spinge, e trapassando il petto il cuor gli offende. Di rosseggiante smalto il suol dipinge tiepido rio che da la piaga scende, e col sangue esce ancor lo spirto insieme, sì che 'l corpo cadendo il terren preme. 30 Come sanguigno in giù cader tremando il maganzese cavalier fu visto, intorno per la sala ir risonando strepito udissi di più voci misto, qual fremer s'ode ancor negli alvei, quando le pecchie infesta morbo orrido e tristo; e qual ne' boschi, allor ch'in lor serrati spiran d'Austro e di Coro i primi fiati. 31 Si vider lampeggiar mille lucenti ferri in quel punto ancor, qual fuochi accesi, e quinci correr d'alta rabbia ardenti contra Rinaldo Gano e gli altri offesi; e quindi poscia al suo soccorso intenti i suoi fratelli opporsi a' Maganzesi, e col fior de' guerrier di Chiaramonte l'invitto cavalier ch'uccise Almonte. 32 Le pavide donzelle i bei colori smarriro, oppresse da la fredda tema, come soglion talor vermigli fiori s'avien che troppo giel gli asconda e prema. Pallide i volti e palpitanti i cori, quelle col piede, che mal fermo trema, si ristrinsero intorno a la regina, quale in porto dal mar fragil carina. 33 Carlo, tutto di sdegno acceso in volto, altri tiene e riprende, altri minaccia, e di spegner in lor l'orgoglio stolto con gli atti e col parlar tenta e procaccia. Ma Rinaldo, col manto al braccio avolto, con tardi passi e con sicura faccia, verso la porta il piè va ritirando, e tiene nella destra ignudo il brando. 34 I Maganzesi, che sì audaci in prima gli erano adosso corsi a fargli offesa, come vider risorti oltre ogni stima tanti feri campioni in sua diffesa, l'ira frenaro e quella furia prima, pentiti omai di sì dubbiosa impresa; pur col mover de l'armi e con le voci si mostravan da lunge assai feroci: 35 così di can timido stuol sovente, ch'incontra 'l toro, arda di sdegno e d'ira; corre per assalirlo e poi si pente, e latrando lo sguarda e si ritira, mentre in feroce aspetto alteramente quel move i passi e gli occhi intorno gira; e dov'ei volge il tardo e grave piede, la vile schiera paventando cede. 36 Poté salvo ed illeso a la sua stanza dai nemici ritrarsi il giovinetto, ma 'l suo soverchio ardire e la baldanza lascia di sdegno a Carlo acceso il

Tag: sdegno    petto    altri    dolce    duro    sol    occhi    volto    tosto    

Argomenti: bel viso,    certo segno,    casto petto,    puro zelo,    duro petto

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Orfeo di Angelo Poliziano
Stanze della gelosia di Torquato Tasso
Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo
La divina commedia di Dante Alighieri
Fior di passione di Matilde Serao

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Il trucco giusto per gli occhi celesti
Trattamento delle rughe con il laser
Lifting degli occhi per ogni budget
Il turismo in Giappone torna a crescere
Il Boa constrictor


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29   |    30   |    31   |    32   |    33   |    34   |    35   |    36   |    37   |    38   |    39   |    40 successiva ->