Nuove storie d'ogni colore di Emilio De Marchi pagina 10

Testo di pubblico dominio

di Sinigallia, che aveva preferito sposare un vecchio milionario. La sua vita era la sintesi delle dolorose battaglie e delle sconfitte che aspettano ogni anima che voglia uscire dalla volgarità delle cose. Ma egli si era messo animosamente per la lunga e aspra strada che dovrebbero percorrere le anime per l'elevazione di se stesse e per la purificazione dell'essere. I forti che aspirano all'altezza devono avere la visione tragica della fatalità che pesa sulle anime. Il cielo è ancora e sarà sempre dei violenti. L'uomo che viveva con cinquanta lire al mese in uno oscuro borgo non invidiava nessuno, perchè se gli altri posseggono ricchezze, case e fondi, egli possedeva se stesso e il suo ideale. Quando dall'alto d'una collina il suo sguardo girava sulla vasta campagna, egli poteva dire:—Tutto questo è mio, perchè la ricchezza vera non è nel possesso delle cose, ma nel possesso d'una coscienza che si eleva dal fango dei volgari interessi e conquista l'ideale d'una vita libera e contemplativa. Quando mai il povero Baldassare aveva detto qualche cosa di somigliante? non cattivo nel fondo, lo spirito del pover'uomo non sapeva elevarsi più alto del suo magazzino. Per Manardi la minaccia d'una tassa sulle raffinerie era una questione più interessante d'ogni purificazione dell'essere. Su questi argomenti si fanno i quattrini e basta! Ceci, scendendo dalle altezze ideali di quelle caste e morbide visioni, sentiva più forte l'odore del pepe e della noce moscata. Ma come se tutto ciò non bastasse, andò a capitargli una brutta avventura. Manardi, che non poteva ancora uscir di casa, la incaricò un giorno di andare a riscotere il pagamento d'una cambiale in scadenza in casa del vecchio fattore di villa Raverio. Il fattore non poteva pagarla la cambiale: anzi, siccome da un pezzo gli affari gli andavano maledettissimamente, credendo coll'acquavite di spegnere i brutti pensieri, s'era riscaldata la testa, dava in ismanie furiose, picchiava con un pezzo di stanga tutti i creditori che avevano il coraggio di presentarsi sul suo uscio, che non è forse il sistema peggiore di non pagare i debiti. C'è, per esempio, chi li fa pagare e scontare agli altri. Si può dunque immaginare l'accoglienza che ricevette la signora Manardi di Terzano la mattina che si presentò colla sua pezzuola di carta in mano. Se non era svelta la figlia maggiore a sbattere un uscio in faccia al furibondo padre, il vecchio Cassiano m'infilzava la bella Ceci su un lungo spiedo che teneva brandito come una spada. Accorsero i figliuoli, che presero il frenetico padre in mezzo, lo legarono con una corda, dopo averlo disarmato e battuto… Una scena orribile da irritare i nervi a dieci gendarmi non che a una donnina, che cominciava a considerare il denaro per quel che vale! Aveva ragione Barigini. L'egoismo, l'avidità, gli affaracci imbestialiscono l'uomo. E il più bello fu che, tornata a casa, si prese anche un rabbuffo da quell'altro dalla faccia fasciata, perchè era venuta via senza il denaro. A Manardi seccava orribilmente di dover procedere per le vie legali, che oltre all'odiosità di un sequestro, fanno perdere un tempo enorme e consumano un patrimonio in carte bollate. Questi erano altrettanti commenti ai discorsi di Rastignac. Una sera, due o tre giorni dopo la brutta scena in casa del fattore, (Manardi convalescente andava ancora a letto molto presto) Barigini, per distrarla, lesse alcune scene dell'Edda Gabler, l'ultimo dramma di Ibsen, che i romani avevano recentemente fischiato al teatro Valle. E voleva provare che talento dimostra il così detto colto pubblico in faccia all'arte. E lesse bene, riassumendo le scene secondarie; ma la lettura fu continuamente disturbata dai versi di un'anatra selvatica che lo zio di Valmadrera aveva mandato a Manardi quel dì, chiusa in un cesto che Tonio collocò sotto il tavolo di cucina. La bestia seguitò tutta la sera a sbattersi nel cavagno e a fare il suo versaccio, come se protestasse anche lei coi romani contro il simbolismo. Una volta Barigini esclamò:—I romani non mostrarono più spirito e più intelligenza di questa bestia. Creda pure, cara Cecilia, gli uomini hanno tutti o poco o tanto dell'anatra. Natura dà le ali, ma le bestie preferiscono il pantano. —Qua, qua…—fece l'anatra. —Come vuole che una bestia dalla testa così piccina intenda i grandi problemi, che affaticano lo spirito umano? Noi ci affatichiamo a purificare noi stessi dalla materialità: noi combattiamo contro il nostro cuore, contro la nostra carne… (la voce di Rastignac si fece tremolante) nella viva luce d'un pensiero, ma le anatre andranno sempre a cercare il loro pascolo nel fango dello stagno. Esse nutrono la loro carne di vermi. —Qua, qua…—soggiunse la bestia irragionevole. —Noi cerchiamo alla Natura e all'Amore la forza creatrice dell'Idea…—Barigini fece vedere colle mani queste maiuscole nell'aria.—Queste bestie non cercano che la Sensualità. Cecilia impallidì. Rastignac non parlava soltanto della bestia chiusa nel cesto sotto il tavolo. Non soltanto le anatre selvatiche cercano la Sensualità. Un senso di profonda umiliazione avvilì la bella donna. Si sentì quasi abbrutita dal suo destino. Si trovò perduta in mezzo ai sacelli di zucchero e di caffè come in una landa sterile e brulla che doveva percorrere per tutta la vita. Rastignac parlava una parola che essa anelava da un pezzo di udire, che le pareva di aver udito altro volte ne' bei sogni della giovinezza, quando la vita è un sogno e l'amore una rugiada. Le sue idee, le sue speranze i suoi orgogli di donna spirituale si rianimavano al contatto di quella voce che conteneva un'anima… —Qua, qua… Anch'essa imparò a odiare la bestia. Per cinque o sei giorni ebbe la febbre indosso. Sentiva una voglia pazza di sparare come Edda Gabler colpi di pistola nei vasi delle mandorle e delle perline toste. Al contatto di Rastignac si sentiva un'altra donna, non più la droghiera di Terzano, ma un amazzone che preparava le armi per una grande battaglia. Nell'amore di Rastignac trovava, non dirò se stessa, ma l'angelo che aveva dormito in lei fino a quel giorno. Egli aveva parlato più volte della risurrezione degli spiriti. Ebbene Cecilia Manardi sentiva qualche cosa che, si moveva sotto la pietra del sepolcro. Viveva ormai di lui, per lui, elevandosi come un'aquila nel mondo del pensiero e dell'amore intellettuale, dimenticando la sua sorte di anatra selvatica condannata a pascersi di vermi e a gemere in un cesto chiuso, provando insieme a impeti di ribellione, impeti non meno orgogliosi di felicità che la spingevano a imprudenze fatali. E Dio sa dove sarebbe andata a finire con queste imprudenze, se una mattina di luglio non fosse corsa una strana voce a suscitare le meraviglie, i commenti, i pettegolezzi dei seimila abitanti di Terzano. Il nobile de' Barigini era stato arrestato la notte e condotto a
Milano.
Fu la Clementina dell'orefice che venne apposta in drogheria a portare la stupefacente notizia, così calda calda come l'aveva raccolta pochi momenti prima dalla bocca autorevole del pretore. E può darsi che ci avesse il suo gusto anche lei a metterci della frangia. Anche le bionde hanno la loro morbida cattiveria. Non si trattava nè di socialismo, nè di anarchismo, nè di complotti politici. Il cancelliere aveva semplicemente, borghesemente, trattenuti dei vaglia postali diretti all'ufficio per una somma di cinquecento o seicento lire, facendo figurare nei rendiconti semestrali non so quali spese simboliche. La cosa era venuta al pettine e si volle procedere per citazione direttissima, anche per dare un esempio, E veramente se cominciano a rubare gli impiegati della giustizia, che cosa dovranno fare quei poveri ladri? * * * Poi di notizia in notizia venne fuori che il nobile Scipione de' Barigini, nipote d'un cardinale, ecc. non era niente affatto nobile, nè marchigiano, ma semplicemente un figlio disutile d'un povero maestro di Vigevano, che dopo aver

Tag: bestia    casa    vita    nobile    contro    donna    dopo    poteva    vecchio    

Argomenti: vecchio fattore,    scena orribile,    oscuro borgo,    sistema peggiore,    figlia maggiore

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi
Intrichi d'amore di Torquato Tasso
La via del rifugio di Guido Gozzano
Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo
Corbaccio di Giovanni Boccaccio

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Come fare un profumo alle rose
L'adozione di un cane anziano
Cosa bisogna sapere sul gattino di razza
Come ritrovare un cane smarrito
L'olio di Argan


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19   |    20   |    21   |    22   |    23   |    24   |    25   |    26   |    27   |    28   |    29 successiva ->