Sodoma e Gomorra di Docteur Jaf pagina 23

Testo di pubblico dominio

parecchie concubine è considerato come un uomo di costumi esemplari». Un poeta della stessa epoca, l'abate Gautier de Coigny, nelle sue favole, in un grazioso poemetto esclama: «Ed ecco come la natura si è messa a seguir le leggi grammaticali, accordando il maschile col maschile ed il feminile col feminile: oggi gli uomini si accoppiano cogli uomini, e le donne colle donne.» Questo vizio erasi moltiplicato a tal punto che Filippo il Bello si propose di metter un argine al progresso della sodomia, colpendo di terrore coloro che davano l'esempio di questa criminale aberrazione dei sensi. Tal fu la principale causa del processo dei Templari. In essi Filippo il Bello perseguitava il sacrilegio e la concupiscenza spinta all'ultimo eccesso dell'audacia e dello scandalo. 2º La Pederastia ed i Pederasti moderni Molti pederasti hanno esordito nella vita sessuale con atti puramente normali fra sessi opposti. Essi hanno ricercato e praticato il coito, ma più tardi, dopo aver esaurito con la donna tutte le voluttà, si sono abbandonati quasi completamente ai rapporti del vizio contro natura. È il vizio che ha dominato tutta la vita di questi individui, la sola, l'unica preoccupazione della loro esistenza è stata la soddisfazione genitale. La scipitezza ha tenuto dietro all'abuso dei godimenti naturali, ed è allora che hanno ricorso alle eccitazioni fittizie; ma un eccesso ne chiama un altro, la potenza genetica s'indebolisce e cade in frigidezza. Per questi individui la donna non ha più attrattive, la sua vista non li eccita più, gli organi di lei non hanno più il potere di svegliare i sensi. Allora l'immaginazione cerca, trova ed inventa. Nuovi eccitanti si offrono allo spirito, ed il disgusto che in altri tempi avrebbe ispirato l'atto contro natura, appare come l'unico mezzo per realizzare la soddisfazione dei loro desiderii. L'uomo depravato arriva così gradatamente alla pederastia attiva, a cui si dà in prima esclusivamente. Ha trovato in questa nuova esplicazione sessuale l'eccitante capace di rifargli una virilità e di ricondurlo alla voluttà che non poteva più raggiungere in alcun modo. Così come con la donna, pure il coito maschile finisce col condurre alla sazietà; il pederasta cerca allora una nuova soddisfazione, da attivo diviene passivo, poi viene l'onanismo boccale. Ed è questa ordinariamente la fine del vecchio libertino che non ha più altre risorse. A quelli che si meravigliano come il pederasta passivo possa trovare in tale atto una sensazione di voluttà, risponderemo colla ingegnosa teoria del Mantegazza, il quale ammette in simili individui un'anomalia di tragitto dei nervi genitali, che, secondo lui, invece di terminare negli organi della generazione si distribuirebbero alla mucosa rettale ed anale, per cui le sensazioni voluttuose verrebbero percepite da queste parti invece che da quelle. Ciò sarebbe provato anche dal trovare donne cinede o donne che nel tribadismo amano ad essere eccitato il retto col dito, come abbiamo detto nel capitolo precedente. Mantegazza a conferma inoltre della sua ipotesi ricorda un grande scrittore, il quale gli confessava di non avere potuto dire a sè stesso, se maggiore voluttà egli provasse nell'amplesso o nella defecazione. Si trovano ancora pederasti per gusto. Spesso sono uomini distinti, perfino delicati, occupanti un'alta posizione, padri di famiglia etc. Il loro vizio è perfettamente nascosto, ma la passione che li domina è tanto forte che dimenticano un bel giorno ogni prudenza, e si espongono allo scandalo più strepitoso ed alla denuncia delle loro vergognose pratiche. La questione della pederastia è stata studiata a numerosi psicologi ed ha dato luogo a diverse opinioni. Il professore tedesco Moll dice: «Gli uomini i quali hanno una tendenza alla pederastia si sono generalmente masturbati sin dalla loro più tenera infanzia, solamente invece di fregarsi il pene, si introducono nell'ano un oggetto qualunque. La maggior parte dei sapienti ammettono che negli uranisti l'introduzione del membro altrui nel loro ano provochi il desiderato godimento e l'uranista passivo ha in queste condizioni un'ejaculazione. Ed è perciò che separano la pederastia attiva da quella passiva, ammettendo che quando si hanno relazioni di questo genere fra due individui, l'uno è sempre attivo, l'altro passivo.» Secondo lo stesso autore sarebbe un errore il credere che il pederasta passivo sia più effeminato di quello attivo, e che si comporti sempre verso quest'ultimo in modo tutto passivo come una donna. È certo che, nel maggior numero dei casi, il passivo ottiene solo la soddisfazione, l'attivo non andando più in là della semplice erezione, perchè l'atto ulteriore non corrisponde più alle sensazioni ed alle inclinazioni dell'individuo. Moll ammette che la tendenza alla pederastia passiva sia favorita da una predisposizione passiva dell'individuo e che non vi sia depravazione propriamente parlando. Il dottor Chevalier fa così la psicologia del pederasta: «Nel mondo della pederastia tutto è alla rovescia. Il pederasta vive, sente, pensa, vuole, agisce differentemente dal resto degli uomini, un abisso ne lo separa. Le pratiche contro natura, infatti, hanno per risultato fatale un'alterazione della personalità psichica, consistente essenzialmente in una trasposizione, nel rovesciamento delle qualità caratteristiche del sesso, nell'effeminatezza per tutto dire... «Nei pederasti si ritrova questa tendenza di invertire le parti nei loro modi di caminare, nei gusti, nei bisogni, nel modo di vestirsi. S'ingegnano ad imitar della donna l'intonazione e la delicatezza della voce, la gentilezza e la civetteria dei gesti. Hanno come lei la passione dell'abbigliamento, delle acconciature, dei colori vivi, dei merletti, dei gioielli e di tutti quei nonnulla che brillano, profumano ed abbelliscono. «Bisogna vedere questi effeminati nelle loro riunioni mondane, serate danzanti, feste patronali, addii alla vita di giovanotti, fidanzamenti—oh eufemismi!—Si canta, si ricama, si tappezza, si fanno fiori, si chiacchiera, si cicala e sopratutto si dice male del prossimo; e tutto ciò con voce esageratamente melliflua. Le loro scene di gelosia terminano quasi sempre con attacchi di nervi. Conversando si chiamano l'un l'altro: «mia cara, mia bella.» «Sono invidiosi, vendicativi, capricciosi e in loro nessuna energia, nessuna vitalità, ciò che è sinonimo di nessuna fiducia in sè stessi. Menzogne, delazioni, vigliaccherie, obliterazioni del senso morale, ecco il loro appannaggio. Il disprezzo di sè stessi si collega al timore del disprezzo pubblico. «Il pederasta congenito non prova per la donna e per l'amore naturale se non repulsione e disgusto; quando l'aberrazione è pienamente istallata l'impotenza di fronte all'altro sesso è quasi radicale. Se i pederasti si sposano o si trovano un'amante, non è se non per una questione di danaro o per salvare le apparenze. In cambio la loro passione contro natura raggiunge talvolta un grado di esaltazione inaudita. Sono gelosi, ma a modo loro, la gelosia in essi è un miscuglio di sensualità in pericolo, di amor proprio ferito e soprattutto di interessi lesi». Nel romanzo L'Uomo-Femmina G. G. Rocco ci dà un quadro vivissimo della vita dei pederasti. Questo lavoro che è scritto sopra una falsariga scientifica, eccezionalmente rigorosa per una creazione fantastica, ha pagine di una drammaticità insuperabile, e andrebbe certo, dato il grandissimo interesse che suscita nel lettore e l'originalità del soggetto, per le mani di tutti, se non contenesse descrizioni che sono un po' troppo... pei soli adulti. Le case di tolleranza sono, in grazia delle loro tenitrici, il centro attivo della prostituzione pederasta. Quantunque i regolamenti prescrivano di non dover ricevere alcun cliente minorenne, di non poter tenere in casa alcun fanciullo che abbia raggiunto il sesto anno, foss'anche figlio alla padrona; ma queste proibizioni sono eluse ed i pederasti

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