Romanzo d'una signorina per bene di Anna Vertua Gentile pagina 17

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baciò per compensarle della delusione che le aveva lasciate diacce; le baciò là ove egli le aveva appena toccate; e un vivo rossore le corse su 'l volto melanconico. Egli la credeva leggiera, non c'era dubbio. Peggio di leggiera, la doveva credere volgare e avida di ricchezza. Oh quello Svarzi! Nell'aria del salottino, risuonavano ancora certe frasi dell'ingegnere Del
Pozzo.
Dopo di averle detto del fallimento di casa Ferretti, egli aveva subito soggiunto che a lei restava intatta la piccola sostanza di sua madre. E poi che a quelle parole, che la ferivano nella generosità, come se ella avesse potuto consolarsi della disgrazia del padre con il pensiero della propria sicurezza, le lagrime le erano corse agli occhi, egli aveva avuto la crudeltà di confortarla, facendola sperare in un avvenire che l'avrebbe rimessa nella condizione di prima; avvenire bello, brillante quale anche sua zia, la signora Marta, sospirava per lei! Oh come egli le leggeva male nel cuore, come calunniava il suo sentimento!… Credere ch'ella potesse affliggersi della povertà, agognare a un matrimonio ricco, dividere le aspirazioni, i desiderii di quella povera donnicciuola di sua zia!… No, no; egli non la conosceva punto; non aveva per lei nessuna amicizia, nessuna pietà. Perchè, perchè dunque la sera prima della sua partenza per la spiaggia, l'aveva guardata con un lampo di tenerezza negli occhi, e le aveva stretto la mano quasi affettuosamente? «In qualunque circostanza si ricordi ch'io sono a suoi ordini!—le aveva detto quella stessa sera, salutandola. «Sì; se ci fosse bisogno, egli accorrerebbe ad una mia parola, questo lo sò!—diceva a sè stessa la povera fanciulla.—È cavaliere, è di carattere nobilissimo; non dimenticherà mai che mio padre gli volle bene e lo stimò. Ma… mi ha in conto d'una sciocca, d'una vanitosa! mi sprezza! mi disdegna forse!.. Su 'l mare si andava avanzando una nave dalle bianche vele spiegate; vogavano al suo incontro barchette, cannotti, vaporini eleganti. Dallo stabilimento vicino, venivano grida di piacere e scoppi di allegre risate insieme con il suono del pianoforte che qualcuno strimpellava. Sempre seduta nella poltroncina con le braccia conserte e il dorso poggiato a la spalliera, Lucia guardava e sentiva con malata indifferenza. Che mai importava a lei della gente, delle cose?.. Il suo mondo interiore era chiuso a tutto ciò che succedeva fuori di sè. Era come se le facoltà tutte le stessero imprigionate nell'anima. Nulla avrebbe potuto commuoverla. Per fino il senso del bello le giaceva dentro soffocato. Dalla nave ormai vicina, scoppiò il rimbombo del cannone; una, due, tre volte. Lucia, scossa nell'annichilimento, si tirò presso il tavolino, aperse la cartella, preparò un foglio di carta e scrisse d'un fiato: Mia cara Lena, Il fallimento è dichiarato. Casa Ferretti, venuta dal nulla, ritorna nel nulla. Se non fosse per il babbo, a me non importerebbe niente. Ma il pensiero di lui mi accora. Che cosa farà adesso che non ha più i mezzi di bruciare oro davanti al suo idolo?.. Che cosa farà l'idolo strappato a forza dal suo piedestallo?… È possibile che si acconci a la vita che dev'essere d'ora innanzi la sua, di moglie d'un impiegato? La notizia ufficiale della ruina di casa Ferretti, è venuta a darmela il conte Anton Mario del Pozzo; lui stesso!.. E volle confortarmi con la certezza che a me non mancherà mai nulla, poi che mi resta intatta la modesta sostanza di mia madre; volle anche incoraggire le mie speranze parlandomi d'un avvenire brillante. Pensava certo a un ricco matrimonio; forse a quello dello Svarzi. Oh! il signor conte Anton Mario Del Pozzo è generoso quando si mette a consolare!.. È stato qui fra una corsa e l'altra; giusto il tempo di recare la notizia e di farla da consolatore; poi via, che pareva il suolo gli scottasse di sotto i piedi!.. Lo sposo di Adele fu licenziato dal villino insieme con le altre persone di servizio; così il matrimonio di Adele sarà anticipato. Ella andrà ad abitare un villaggio vicino a questo; la vedrò spesso. Con me resterà il vecchio Bortolo che mi ama, che è forse il solo essere su la terra che mi ami davvero. Una volta c'era anche Wise; ma ora è lontano. Dove sarà?.. Forse qualche amico di casa l'avrà preso con sè e gli farà la carità del nutrimento!.. Povera bestia affezionata e fedele!.. Sento squillare il campanello. Oh Dio! sono le sorelle Marri che vengono a prendermi!.. Mi tocca andare allo stabilimento, in mezzo a la gente chiassosa e lieta!.. Come rifiutarmi se non c'è mezzo di resistere alle insistenze di queste ragazzone?.. Coraggio, e via. E si scherzi e si rida e si ricevano gli omaggi degli oziosi e si accarezzi la speranza d'un avvenire brillante con l'accettare lo sfacciato omaggio del fatuo e ardito Svarzi. Ciao, cara; e te beata che vivi tranquilla in codesto collegio, via della società che dicono bella! tua LUCIA.» * * * Allo stabilmento, quel giorno, Lucia non era d'umore da tollerare le occhiate, i susurri, i sorrisetti con cui veniva ricevuta da che si sapeva del fallimento e più non si ammirava nè si invidiava in lei l'ereditiera. Non volle sentirsi mortificata; non volle rinchiudersi nell'avvilimento. Per un inesplicabile senso di rivolta, quasi di sfida, volle invece apparire indifferente, anzi non curante. Era forse dignitoso che ella mostrasse le sue angustie a quella gente verso la quale non aveva nè vincoli nè simpatia?… La sua anima aveva forse bisogno della compassione, e magari del compatimento degli estranei?… Perchè non era più la ricca signorina Ferretti, perchè era anzi quasi povera, avrebbe dovuto tenersi in disparte, far pompa di inutile accasciamento, vergognarsi quasi? Entrò a testa alta, bellissima nel vestito scuro, il volto animato da interno eccitamento, gli occhi sfolgoranti. Impose con il contegno, attirò con il fascino della bellezza, della grazia, della disinvoltura. Allo Svarzi, che le fu tosto vicino, come di solito, parlò ridendo, celando l'ironia sotto la frase improntata a leggerezza, mascherando le punture, le piccole insolenze con la leggiadria dello spirito acuto e garbato. Così insolitamente tollerato, lo Svarzi andava in solluchero; gli lucevano gli occhietti stupidi, si impettiva, rimbeccava con freddure, pavoneggiandosi. Diventò presto così melenso, così ridicolo, che Lucia ebbe voglia di mortificarlo in mezzo a tutti con una frase piccante. Ma si ricacciò in petto la frase insieme con la voglia; e per avere un momento di respiro, sedette al piano e attaccò con bravura, a memoria, un pezzo brillante. Si fece un improvviso silenzio nel salotto. Tutti ascoltavano ammirati, strascinati da quella foga allegra, che metteva il brio nei cuori. Ma ad un tratto la foga scemò, il brio morì in un brusco cambiamento d'espressione, in una interpretazione strana. Il pezzo pazzamente allegro diventò triste; quasi marcia funebre piena di singhiozzi, di gridi di dolore; il disfogo d'un'anima travagliata. Molti s'erano fatti presso il pianoforte, sorpresi, commossi. Con gli occhi aggrottati, il volto pallidissimo, Lucia adesso si isolava; l'anima sua si trasfondeva nei suoni; e nei suoni ella sentiva sè stessa con i suoi crucci, le sue care speranze infrante, il suo dolore. Finì con un accordo che parve uno strappo. Si alzò come trasognata; allo Svarzi che la pregava di suonare ancora, rispose sgarbata, che ne aveva abbastanza. Salutò la signora Marri e le amiche frettolosamente, e guizzò via, inuggita della compagnia, smaniosa di solitudine. A pochi passi dalla casa, Adele ed il suo fidanzato passeggiavano tenendosi per mano. Come ella passò loro d'innanzi, il servitore di poco tempo prima lasciò la mano della sposa, si tolse il cappello, e, impettito, salutò con il solito rispetto. Adele le sorrise arrossendo un poco. «Sono contenti!—pensò Lucia, ricambiando gentilmente il saluto—non fa bisogno di essere ricchi per amarsi ed essere felici! «È però

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Argomenti: vivo rossore,    spirito acuto,    marcia funebre,    notizia ufficiale,    villaggio vicino

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