Libri sol

Libri su sol, con la parola sol

La divina commedia
di Dante Alighieri (estratti)

... Temp'era dal principio del mattino, e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle ch'eran con lui quando l'amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch'a bene sperar m'era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l'ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un leone ... E qual è quei che volontieri acquista, e giugne 'l tempo che perder lo face, che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi 'ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove 'l sol tace ... II Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno toglieva li animai che sono in terra da le fatiche loro; e io sol uno m'apparecchiava a sostener la guerra sì del cammino e sì de la pietate, che ritrarrà la mente che non erra ...
La divina commedia (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)

... Fitti nel limo, dicon: "Tristi fummo ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, portando dentro accidïoso fummo: or ci attristiam ne la belletta negra" ... Corda non pinse mai da sé saetta che sì corresse via per l'aere snella, com'io vidi una nave piccioletta venir per l'acqua verso noi in quella, sotto 'l governo d'un sol galeoto, che gridava: "Or se' giunta, anima fella!" ... "Flegïàs, Flegïàs, tu gridi a vòto", disse lo mio segnore, "a questa volta: più non ci avrai che sol passando il loto" ... Lo duca mio discese ne la barca, e poi mi fece intrare appresso lui; e sol quand'io fui dentro parve carca ... Sol si ritorni per la folle strada: pruovi, se sa; ché tu qui rimarrai, che li ha' iscorta sì buia contrada" ...
La divina commedia (pagina 42)
di Dante Alighieri (estratti)

... "Lo sol sen va", soggiunse, "e vien la sera; non v'arrestate, ma studiate il passo, mentre che l'occidente non si annera" ... Dritta salia la via per entro 'l sasso verso tal parte ch'io toglieva i raggi dinanzi a me del sol ch'era già basso ... E di pochi scaglion levammo i saggi, che 'l sol corcar, per l'ombra che si spense, sentimmo dietro e io e li miei saggi ... Quali si stanno ruminando manse le capre, state rapide e proterve sovra le cime avante che sien pranse, tacite a l'ombra, mentre che 'l sol ferve, guardate dal pastor, che 'n su la verga poggiato s'è e lor di posa serve; e quale il mandrïan che fori alberga, lungo il pecuglio suo queto pernotta, guardando perché fiera non lo sperga; tali eravamo tutti e tre allotta, io come capra, ed ei come pastori, fasciati quinci e quindi d'alta grotta ... Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da sé produce ...
La divina commedia (pagina 45)
di Dante Alighieri (estratti)

... Come in lo specchio il sol, non altrimenti la doppia fiera dentro vi raggiava, or con altri, or con altri reggimenti ... Ed essi quinci e quindi avien parete di non caler - così lo santo riso a sé traéli con l'antica rete! -; quando per forza mi fu vòlto il viso ver' la sinistra mia da quelle dee, perch'io udi' da loro un "Troppo fiso!"; e la disposizion ch'a veder èe ne li occhi pur testé dal sol percossi, sanza la vista alquanto esser mi fée ... Le prime eran cornute come bue, ma le quattro un sol corno avean per fronte: simile mostro visto ancor non fue ... Ma perché l'occhio cupido e vagante a me rivolse, quel feroce drudo la flagellò dal capo infin le piante; poi, di sospetto pieno e d'ira crudo, disciolse il mostro, e trassel per la selva, tanto che sol di lei mi fece scudo a la puttana e a ...
La divina commedia (pagina 47)
di Dante Alighieri (estratti)

... S'i' era sol di me quel che creasti novellamente, amor che 'l ciel governi, tu 'l sai, che col tuo lume mi levasti ... Quando la rota che tu sempiterni desiderato, a sé mi fece atteso con l'armonia che temperi e discerni, parvemi tanto allor del cielo acceso de la fiamma del sol, che pioggia o fiume lago non fece alcun tanto disteso ... Parev' a me che nube ne coprisse lucida, spessa, solida e pulita, quasi adamante che lo sol ferisse ... Se 'l primo fosse, fora manifesto ne l'eclissi del sol, per trasparere lo lume come in altro raro ingesto ... Riguarda bene omai sì com'io vado per questo loco al vero che disiri, sì che poi sappi sol tener lo guado ...
La divina commedia (pagina 52)
di Dante Alighieri (estratti)

... E già la vita di quel lume santo rivolta s'era al Sol che la rïempie come quel ben ch'a ogne cosa è tanto ... L'altra letizia, che m'era già nota per cara cosa, mi si fece in vista qual fin balasso in che lo sol percuota ... Quant'esser convenia da sé lucente quel ch'era dentro al sol dov'io entra'mi, non per color, ma per lume parvente! Perch'io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, sì nol direi che mai s'imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami ... E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non è maraviglia; ché sopra 'l sol non fu occhio ch'andasse ...
La divina commedia (pagina 58)
di Dante Alighieri (estratti)

... Poi, come nel percuoter d'i ciocchi arsi surgono innumerabili faville, onde li stolti sogliono agurarsi, resurger parver quindi più di mille luci e salir, qual assai e qual poco, sì come 'l sol che l'accende sortille; e quïetata ciascuna in suo loco, la testa e 'l collo d'un'aguglia vidi rappresentare a quel distinto foco ... Ma tu che sol per cancellare scrivi, pensa che Pietro e Paulo, che moriro per la vigna che guasti, ancor son vivi ... Così un sol calor di molte brage si fa sentir, come di molti amori usciva solo un suon di quella image ...
La divina commedia (pagina 61)
di Dante Alighieri (estratti)

... E io a lui: "L'affetto che dimostri meco parlando, e la buona sembianza ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri, così m'ha dilatata mia fidanza, come 'l sol fa la rosa quando aperta tanto divien quant'ell'ha di possanza ... La dolce donna dietro a lor mi pinse con un sol cenno su per quella scala, sì sua virtù la mia natura vinse; né mai qua giù dove si monta e cala naturalmente, fu sì ratto moto ch'agguagliar si potesse a la mia ala ... XXIII Come l'augello, intra l'amate fronde, posato al nido de' suoi dolci nati la notte che le cose ci nasconde, che, per veder li aspetti disïati e per trovar lo cibo onde li pasca, in che gravi labor li sono aggrati, previene il tempo in su aperta frasca, e con ardente affetto il sole aspetta, fiso guardando pur che l'alba nasca; così la donna mïa stava eretta e attenta, rivolta inver' la plaga sotto la quale il sol mostra men fretta: sì che, veggendola io sospesa e vaga, fecimi qual è quei che disïando altro vorria, e sperando s'appaga ... Quale ne' plenilunïi sereni Trivïa ride tra le ninfe etterne che dipingon lo ciel per tutti i seni, vid'i' sopra migliaia di lucerne un sol che tutte quante l'accendea, come fa 'l nostro le viste superne; e per la viva luce trasparea la lucente sustanza tanto chiara nel viso mio, che non la sostenea ...
La divina commedia (pagina 63)
di Dante Alighieri (estratti)

... E quella pïa che guidò le penne de le mie ali a così alto volo, a la risposta così mi prevenne: "La Chiesa militante alcun figliuolo non ha con più speranza, com'è scritto nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: però li è conceduto che d'Egitto vegna in Ierusalemme per vedere, anzi che 'l militar li sia prescritto ... Poscia tra esse un lume si schiarì sì che, se 'l Cancro avesse un tal cristallo, l'inverno avrebbe un mese d'un sol dì ... E come surge e va ed entra in ballo vergine lieta, sol per fare onore a la novizia, non per alcun fallo, così vid'io lo schiarato splendore venire a' due che si volgieno a nota qual conveniesi al loro ardente amore ...
La divina commedia (pagina 64)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quindi onde mosse tua donna Virgilio, quattromilia trecento e due volumi di sol desiderai questo concilio; e vidi lui tornare a tutt'i lumi de la sua strada novecento trenta fïate, mentre ch'ïo in terra fu' mi ... Nel monte che si leva più da l'onda, fu' io, con vita pura e disonesta, da la prim'ora a quella che seconda, come 'l sol muta quadra, l'ora sesta" ... Sì come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, in sù vid'io così l'etera addorno farsi e fioccar di vapor trïunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno ... E più mi fora discoverto il sito di questa aiuola; ma 'l sol procedea sotto i mie' piedi un segno e più partito ...
La divina commedia (pagina 66)
di Dante Alighieri (estratti)

... Un dice che la luna si ritorse ne la passion di Cristo e s'interpuose, per che 'l lume del sol giù non si porse; e mente, ché la luce si nascose da sé: però a li Spani e a l'Indi come a' Giudei tale eclissi rispuose ... XXX Forse semilia miglia di lontano ci ferve l'ora sesta, e questo mondo china già l'ombra quasi al letto piano, quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo, comincia a farsi tal, ch'alcuna stella perde il parere infino a questo fondo; e come vien la chiarissima ancella del sol più oltre, così 'l ciel si chiude di vista in vista infino a la più bella ... "L'alto disio che mo t'infiamma e urge, d'aver notizia di ciò che tu vei, tanto mi piace più quanto più turge; ma di quest'acqua convien che tu bei prima che tanta sete in te si sazi": così mi disse il sol de li occhi miei ... E' si distende in circular figura, in tanto che la sua circunferenza sarebbe al sol troppo larga cintura ...
Giambi ed Epodi
di Giosuè Carducci (estratti)

... O Lete, o Lete, la tua pia corrente Sol dunque ne l'inferno o in eden è? Fiorisce sol nel verso il pio nepente Ond'Elena infondea le tazze a i re? Io vo' fuggir del turbine co 'l volo Dove una torre ruinata so: Là come lupo ne la notte solo Io co 'l vento e co 'l mare ululerò ... E pensai quando i tuoi clivi Tarconte Coronato pontefice salì, E, fermo l'occhio nero a l'orizzonte, Di leggi e d'armi il popol suo partì; E quando la fatal prora d'Enea Per tanto mar la foce tua cercò, E l'aureo scudo de la madre dea In su l'attonit'onde al sol raggiò; E quando Furio e l'arator d'Arpino, Imperador plebeo, tornava a te, E coprivan l'altar capitolino Spoglie di galli e di tedeschi re ...
Giambi ed Epodi (pagina 5)
di Giosuè Carducci (estratti)

... L'alma benigna nel sereno viso Splendea di que' gagliardi, Come del sol di giugno il vasto riso Sovra i laghi lombardi ... A l'armi, a l'armi, o amore! Tu puoi, tu sol, cotanto! Se questa speme in core Io porti, ancora il canto Da l'anima ferita Gitterò ne la vita; E su 'l ginocchio, come Il gladiator tirreno, Poggiato, io, fra le chiome E nel riarso seno La fresc'aura sentendo, Morirò combattendo ... Le fronti alte del lauro nel pensoso splendor Mi sfolgorâr da' gelidi marmi nel petto un raggio, Ed obliai le vergini danzanti al sol di maggio E i lampi de' bianchi omeri sotto le chiome d'òr ... Tu cadevi, o Mameli, Con la pupilla cerula fisa e gli aperti cieli, Tra un inno e una battaglia cadevi; e come un fior Ti rideva da l'anima la fede, allor che il bello E biondo capo languido chinavi, e te, fratello Copria l'ombra siderea di Roma e i tre color; Ed al fuggir de l'anima su la pallida faccia Protendea la repubblica santa le aperte braccia Diritta in fra i romulei colli e l'occiduo sol ... Ma io d'intorno premere veggo schiavi e tiranni, Ma io su 'l capo stridere m'odo fuggenti gli anni: – Che mai canta, susurrano, costui torbido e sol? Ei canta e culla i queruli mostri de la sua mente, E quel che vive e s'agita nel mondo egli non sente ...
Giambi ed Epodi (pagina 6)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Voliam sin che la folgore di Giove tra la rotta Nube ci arda e purifichi, o che il torrente inghiotta Cavallo e cavalier, O ch'io discenda placido dal tuo stellante arcione, Con l'occhio ancora gravido di luce e visione, Su 'l toscano mio suol, Ed al fraterno tumolo posi da la fatica, Gustando tu il trifoglio da una bell'urna antica Verso il morente sol ... A voi la vita mia: me ignota fossa Accolga innanzi gli anni: Pugnate voi contro ogni iniqua possa, Contro tutti i tiranni! XVII PER IL LXXVIII ANNIVERSARIO DALLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA FRANCESE Sol di settembre, tu nel cielo stai Come l'uom che i migliori anni finì E guarda triste innanzi: i dolci rai Tu stendi verso i nubilosi dì ... Le stragi sotto il sol disseminate, I martìr d'ogni sesso e d'ogni età, I corpi infranti e l'alme violate E le stalle del conte d'Artoà, Tutto ei sentia presente: il sanguinoso Occhio rotava in quel vivente orror, E chiedea con funèbre urlo angoscioso Mille vendette ed un vendicator ... Maledetto sia tu per ogni etade, O del reo termidor decimo sol! Tu ...
Giambi ed Epodi (pagina 8)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Esule antico, al ciel mite e severo Leva ora il volto che giammai non rise, – Tu sol – pensando – o ideal, sei vero ... D'Italia stavano Le ville i templi i fòri, Da le sue torri a l'aure Splendeano i tre colori, Fremeano i fiumi i popoli Ed i pensier con onda alterna, il sol Rideva a l'alpi al doppio mare a l'isole Come pur ieri ... Ed era morto ei sol ...
Giambi ed Epodi (pagina 9)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Ardea tra bianche nuvole estuoso Il sol primaverile Su le superbe, e ne la nera chioma Mettea lampeggiamenti ... Ove l'altera Mole ingombrava di vasta ombra il suol Or ride amore e ride primavera, Ciancian le donne ed i fanciulli al sol ... E il sol nel radiante azzurro immenso Fin de gli Abruzzi al biancheggiar lontano Folgora, e con desio d'amor più intenso Ride a' monti de l'Umbria e al verde piano ... Da i vichi umbri che foschi tra le gole De l'Apennino s'amano appiattare; Da le tirrene acròpoli che sole Stan su i fioriti clivi a contemplare; Da i campi onde tra l'armi e l'ossa arate La sventura di Roma ancor minaccia; Da le ròcche tedesche appollaiate Sì come falchi a meditar la caccia; Da i palagi del popol che sfidando Surgon neri e turriti incontro a lor; Da le chiese che al ciel lunghe levando Marmoree braccia pregano il Signor; Da i borghi che s'affrettan di salire Allegri verso la cittade oscura, Come villani ch'hanno da partire Un buon raccolto dopo mietitura; Da i conventi tra i borghi e le cittadi Cupi sedenti al suon de le campane Come cucùli tra gli alberi radi Cantanti noie ed allegrezze strane; Da le vie, da le piazze gloriose, Ove, come del maggio ilare a i dì Boschi di querce e cespiti di rose, La libera de' padri arte fiorì; Per le tenere verdi mèssi al piano, Pe' vigneti su l'erte arrampicati, Pe' laghi e' fiumi argentei lontano, Pe' boschi sopra i vertici nevati, Pe' casolari al sol lieti fumanti Tra stridor di mulini e di gualchiere, Sale un cantico solo in mille canti, Un inno in voce di mille preghiere: – Salute, o genti umane affaticate! Tutto trapassa e nulla può morir ...
Il conte di Carmagnola (pagina 3)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... E giurerei che un sol non è fra loro Cui tu degni, non dico accarezzarlo, Ma non dargli a veder che lo dispregi ... MARCO È ver: se v'ha mortal di cui La sorte invidii, è sol colui che nacque In luoghi e in tempi ov'uom potesse aperto Mostrar l'animo in fronte, e a quelle prove Solo trovarsi ove più forza è d'uopo Che accorgimento: quindi, ove convenga Simular, non ti faccia maraviglia Che poco esperto io sia ... fa che gli amici tuoi Odan sol le tue lodi; e non dar loro La trista cura di scolparti ... Un mi dicea: Quando udremo le trombe? Altri: noi siamo Stanchi d'esser beffati: e tutti in una La battaglia chiedean, come già certi Dell'ottenerla, e dubbj sol del quando ... Ad atterrarlo Due colpi è d'uopo: ei con un sol ne atterra ...
Il fiore (pagina 12)
di Dante Alighieri (estratti)

... CLVIII La Vecchia «I' lodo ben, se·ttu vuo' far amico, Che 'l bel valletto, che tant' è piacente, Che de le gioie ti fece presente E àtti amata di gran tempo antico, Che·ttu sì·ll'ami; ma tuttor ti dico Che·ttu no·ll'ami troppo fermamente, Ma fa che degli altr' ami saggiamente, Ché 'l cuor che·nn'ama un sol, non val un fico ... CLX La Vecchia «E quando sol' a sol con lui sarai, Sì fa che·ttu gli facci saramenti Che·ttu per suo danar non ti consenti, Ma sol per grande amor che·ttu in lui ài ... E non dobbiamo andar il cuor ficcando In un sol luogo, ma dobbiàn pensare In che maniera gli possiàn pigliare, E girgli tutti quanti dispogliando ...
Le Grazie (pagina 4)
di Ugo Foscolo (estratti)

... Tosto smarrita del natio pudore Avrà la rosa, nè il rossore ad arte Può innamorar chi sol le Grazie ha in core ... All'infelice Terra ed a' figli suoi voi rimanete Consolatrici; sol per voi sovr'essa Ogni lor dono pioveranno i numi ... Venite o Dee, spirate Dee, spandete La Deità materna, e novamente Deriveranno l'armonia gl'ingegni Dall'Olimpo in Italia: e da voi solo Nè dar premio potete altro più bello Sol da voi chiederem Grazie un sorriso ...
Rinaldo (pagina 2)
di Torquato Tasso (estratti)

... Poi, quando il sol celava i bei crin d'oro, e sotto l'ali il ciel notte copriva, tutti assaliano insieme il nostro campo, per tentar con lor gloria alcuno scampo ... Sùbito a quel magnanimo garzone, c'ha ne la gloria posto i sommi pregi, invidia accende generosa il petto, che negli altieri spirti ha sol ricetto ... 13 E tal invidia ha in lui maggior potere, perché gli par che 'l fior de' suoi verdi anni, quando l'uom deve tra l'armate schiere soffrir di Marte i gloriosi affanni, ei consumi in fugace e van piacere, involto in molli e delicati panni, quasi vil donna che 'l cor d'ozio ha vago, e sol adopri la conocchia e l'ago ... 16 Quivi, perché gli pare acconcio il luoco a lamentarsi, e non teme esser visto, si ferma e siede, e 'n suon languido e fioco così comincia a dir, doglioso e tristo: — Deh! perché, lasso! un vivo ardente foco di dolor, di vergogna e d'ira misto non m'arde e volge in polve, onde novella di me mai più non s'oda, o buona o fella? 17 Poi ch'oprar non poss'io che di me s'oda con mia gloria ed onor novella alcuna, o cosa ond'io pregio n'acquisti e loda, e mia fama rischiari oscura e bruna; poscia che non son tal che lieto goda di mia virtute, o pur di mia fortuna, ma il più vil cavaliero, al ciel più in ira, che veggia il sol tra quanto scalda e gira; 18 deh! perché almeno oscura stirpe umile a me non diede o padre ignoto il Fato, o femina non son tenera e vile, ché non andrei d'infamia tal macchiato; perciò ch'in sangue illustre e signorile, in uom d'alti parenti al mondo nato la viltà si raddoppia e più si scorge, che 'n coloro il cui grado alto non sorge ... 24 Ma l'arme che facean, quasi trofeo sacro al gran Marte, l'alboro pomposo, distaccò prima, e adorno se 'n rendeo, di tal ventura stupido e gioioso; conosce ben che chi quelle arme feo, fu di servirlo sol vago e bramoso, ch'erano ai membri suoi commode ed atte qual se per lui Vulcan l'avesse fatte ...
Rinaldo (pagina 6)
di Torquato Tasso (estratti)

... 15 Rise Rinaldo e disse: — A l'apparire del sol serò con quel cavallo a fronte, né lasciarlo altrui vo', né di soffrire uso son io sì gravi ingiurie ed onte ... 18 Non ti sdegnar in così strana impresa compagno aver, perché non poco fia se tu con belva tal prendi contesa, avendo un sol guerriero in compagnia ... Ma come il sol co' suoi bei raggi ardenti ruppe de l'atra notte il velo nero, a levarse i guerrier pigri né lenti non furo, ed a montar sovra 'l destriero ...
Rinaldo (pagina 13)
di Torquato Tasso (estratti)

... Or chi fia mai che con la penna adombre, e co l'inchiostro pur dissegni in parte qual varia passion l'animo ingombre al cavaliero in sì remota parte? Ciò ben eccede ogni poter mortale: tu sol sei, Febo, al gran soggetto eguale ... 7 Ma la speranza, che non prima manca in tutto altrui che manchi ancor la vita, benché debole sia, benché sia stanca, e quasi oppressa omai, non che smarita, pur quanto può s'inalza e si rinfranca e gli è contro al dolor schermo ed aita; e tai cose nel core a lui ragiona, ch'a fatto in preda al duol non s'abbandona; 8 ma determina in fin di gir cercando Clarice bella ovunque Apollo illustri, e quando il verno imbianca i campi, e quando Flora gli orna di rose e di ligustri, né, perché a lui più volte il sol girando rapporti in sen gli anni fugaci e i lustri, lasciar l'impresa, se non trova prima lei che de' suoi pensier si siede in cima; 9 ché poi non teme, se trovar la puote, di non la riaver mal grado altrui, benché quanti guerrier son tra Boote ed Austro fusser giunti ai danni sui; ché già gli son l'alte sue forze note, e da l'amor l'ardir s'avanza in lui ... 10 Così ne va ne le sue cure involto, e se tallor riscontra alcun per via, no 'l mira e non gli parla, e quasi tolto la favella e 'l veder par che gli sia; ma fisso e intento ne l'amato volto tutt'altro e insieme sé medesmo oblia; e se pur scorge alcun, a lui novella richiede sol de la sua donna bella ...
Rinaldo (pagina 20)
di Torquato Tasso (estratti)

... 36 Vede il mio pianto che con larga vena più sempre par che 'l duol dagli occhi verse, del qual non men ch'io m'aggia, ella ripiena n'have la faccia e le palpebre asperse; ode questo parlar, al qual a pena ne l'uscir fuori stretta via s'aperse: “O cara, o dolce, o mia fedel compagna, qual da te rio destino or mi scompagna? 37 Deh! vita mia, deh! non fuggire, aspetta, ché teco correr voglio ogn'aspra sorte; deh! non mi lasciar solo in sì gran fretta, empio ed odioso a me per la tua morte! Mirami almen, mira la tua vendetta, ch'io far voglio in me stesso e giusto e forte: non mi negar il sol degli occhi tuoi, se punirmi così forse non vuoi!” 38 Ella tenendo il guardo in me converso, che passando per gli occhi al cor m'aggiunge, dice: “Ben mio, poiché destin perverso così rapidamente or ne disgiunge, non esser, prego, ai miei desiri averso: se pur di me qualche pietà ti punge, se l'amor mio premio sì degno or merta, fa' che di questo almen ne vada certa ... 40 Grido io misero allor: “Vana temenza ti prese il core, o mia diletta moglie! Deh! ch'un vano sospetto, un timor senza dritta cagione alcuna or mi ti toglie, deh! ch'una sol falsissima credenza or mi porge cagion d'eterne doglie! Misera de' mortal vita fallace, s'ad ogni caso repentin soggiace!” 41 Parve che l'aere fosco asserenasse pel volto suo, Clizia tai cose udendo, e che gioia e letizia alta mostrasse l'alma, da la prigion terrestre uscendo, quanto fallace error pria l'ingombrasse nel mio vero parlar or cognoscendo; ma de la morte sua tanto i' mi dolsi, che quasi a me l'odiata vita io tolsi ... 52 Col gran figlio d'Amon sol vi rimane Florindo, a lui già d'amor sommo avinto; e come cerca l'odorante cane le fere ognor per naturale istinto, ne' cespugli, ne' vepri e ne le tane, così, da cura generosa spinto, cerca ognun di costor nova aventura or per monte, or per bosco, or per pianura ... 53 Il terzo giorno, allor ch'il sol lontano da l'orto e da l'occaso è parimente, videro il mar Tireno placido e piano il bel lito ferir tacitamente; e si trovaro in un fiorito piano di tanti e più color vago e ridente ...
Rinaldo (pagina 22)
di Torquato Tasso (estratti)

... 84 Senza nocchier, sol da l'incanto scorta, se 'n va la barca per l'ondoso mare, e gli erranti guerrier securi porta là dove il lor ardir possin mostrare, come, se 'l vostro core a ciò v'essorta, voi potrete, signori, ancor provare, ché la barca tegniam quinci vicina, dove col nostro lito il mar confina ... 85 Or l'ordin che tra noi serbar sogliamo riman che sol vi dica, ed egli è questo, ch'ogn'anno tra noi tutte una eleggiamo, ch'abbia a regger poi l'altre il pensier desto ... 3 Così di bocca in bocca era discesa di quei cortesi eroi l'istoria vera, ch'Euridice l'aveva anch'ella intesa e render ne sapea notizia intera; onde per appagar la brama accesa, che di par giva in quella coppia altera, or ne' ritratti, or ne' suoi volti fisse le luci avendo, al fin così le disse: 4 — Dei duo che là su stanno, a cui lucente porpora sacra il sacro capo adorna, questi Ippolito fia, da l'Occidente noto sin dove il sol nasce ed aggiorna, Ercol Gonzaga quel, ch'unitamente potranno a l'eresia fiaccar le corna, ed atti ad alte imprese, a grave pondo regger insieme con la Chiesa il mondo ... 11 Or rimirate da quell'altro canto, ov'il bello del ciel tutt'è raccolto, sì ch'il sol non ne vide unqua altretanto, il sol cui nulla di mirare è tolto ... Quelli, che già tra loro avean disposto di solcar lo spumante ondoso sale, chieggiono umili al vago stuol che tosto lor si conceda in grazia il pin fatale; né ciò fu sol da quelle a lor concesso, ma cari doni ancor largiti appresso ... Né forse Irene bella unqua fece opra, non ch'Aragne o Minerva, equale a questa: ivi pinto con l'ago han mani industri de la suora del sol l'imprese illustri ...
Rinaldo (pagina 25)
di Torquato Tasso (estratti)

... 10 Lucindo e Floridan, duo cavalieri per giovenil bellezza a dame grati, insieme furon poi dagli stranieri lunge da' lor cavalli al pian gettati; e lor fêr compagnia molti guerrieri, de la corte i più degni e più pregiati, onde sol degli estrani ogni donzella con meraviglia e con onor favella ... 13 Ella, e non bene la cagion n'intende, d'ogni bel colpo suo lieta diviene, e se tal volta alcun lui punto offende, il sangue se l'aggiaccia entro le vene: sempre nove bellezze in lui comprende, sempre più fisso in lui lo sguardo tiene, e sol brama veder se corrisponde a quel ch'appar, quel che l'elmetto asconde ... Al sùbito apparir del vago aspetto parve che le s'aprisse il Paradiso, e vide entro lo spazio d'un sol volto quanto in mill'altri è di beltà raccolto ... 18 Qual meraviglia è poi se la regina, in cui brame gentil sol trovan loco, già fatta omai d'Amor preda e rapina, esca diviene di sì nobil foco? Sent'ella farsi il cor nuova fucina, e crescervi la fiamma a poco a poco; pur come sia del suo mal propio vaga, d'arder più sempre e di languir s'appaga ...
Rinaldo (pagina 28)
di Torquato Tasso (estratti)

... Muta e sospesa sta breve ora, e poi così dolce risponde ai detti suoi: 70 — Figlia e signora mia, che tal ti tegno, non puote opporsi al ciel forza mortale, più che de' venti a l'orgoglioso sdegno in mezo il mar pin disarmato e frale; né d'un sol punto mai passare il segno che le prescrive il suo destin fatale ... 77 Nel palagio reale era un giardino ove ogni suo tesor Flora spargea; da le stanze ivi sol del paladino e da quelle di lei gir si potea ... Ahi! come allora in un medesmo punto cangiar si vede questo e quel sembiante; ben ciascun sembra dal disio compunto, e mira l'altro tacito e tremante: lampeggia, come 'l sol nel chiaro umore, negli umidi occhi un tremulo splendore ... 81 Il paladino in così dolce vita trasse più dì con la real donzella, tal che l'antica fiamma era sopita, e sol gli ardea il cor l'altra novella ... 82 L'alma stella d'Amor in ciel spiegava cinta di rai l'aurata chioma ardente, e 'l sol di nova luce il crin s'ornava per mostrarsi più bello in oriente, quando a Rinaldo, che col sonno dava dolce ristoro ai membri ed a la mente, apparve in sogno giovinetta donna, dogliosa agli atti e involta in bianca gonna; 83 ma splendor tal l'ornava il mesto viso, così la fronte avea vaga e serena, che ne la prima vista ei fugli aviso veder l'Aurora che 'l bel dì rimena; pur dopoi rimirando in lei più fiso, benché 'l suo lume sostenesse a pena, esser Clarice sua certo gli parve, vera e non finta da mentite larve ...
Rinaldo (pagina 32)
di Torquato Tasso (estratti)

... Sol quando è d'aurei fregi il ciel contesto, posa, né dorme ben, né bene è desto ... 80 Come fu presso, il pian ripieno scerse d'illustri cavalieri e di donzelle, i quai d'oro, d'acciaro e di diverse sete ornavan le membra altere e belle: altre vermiglie, altre turchine o perse, candide queste e verdeggianti quelle; e 'l sol, che riflettendo indi splendea, di nova iride vaga il ciel pingea ... Canto undicesimo 1 Ma trattasi in disparte alto sospira Clarice, e gelosia sol n'è cagione: tra sé fremendo l'accoglienze mira che fan quell'altre al gran figliol d'Amone, e s'arma incontro lui di sdegno e d'ira per l'onta in suo disnor fatta a Grifone, e per veder che ne lo scudo il volto d'ignota dama porta impresso e scolto ...
Rinaldo (pagina 33)
di Torquato Tasso (estratti)

... 12 L'affanno dunque in lungo error sofferto, e quanto sol per voi ne l'arme oprai, avrà per degno e per estremo merto sdegno, ch'al cor mi mandi acerbi guai? sdegno, ch'in questo amaro stato incerto de' bei vostri occhi oscuri i dolci rai? da' quai prende vigor l'anima stanca, ed al duol si sottragge e si rinfranca ... 13 Misero, e qual cagione? — E quivi il corso volea di sue parole oltre seguire, ma sua lingua frenò con duro morso Clarice allor, così prendendo a dire: — Diavi nel vostro mal, diavi soccorso chi vi diè contra me forza ed ardire, il cui volto non sol nel cor portate, ma fuor ne l'arme impresso ancor mostrate! — 14 Tu, fero Amor, tu che gli strai di queste voci drizzasti al cor del giovinetto, narra non men l'acerbe piaghe infeste, onde tua forte man gli aperse il petto: ché farle in qualche parte or manifeste a la mia musa è disegual soggetto, né potrebbe cantando alzarsi al vero, ov'alzar tu sol puoi l'altrui pensiero ... 19 Sei volte il sol de la fosca ombra scosse de la gran madre antiqua il duro volto, ma dal mesto amador già non rimosse le tenebre del duolo ond'era involto ...
Rinaldo (pagina 39)
di Torquato Tasso (estratti)

... 76 Di là stanno i pagani alto fremendo e minacciando il nobil paladino, ch'entrar a piè volea nel foco orrendo per l'orgoglio domar del Saracino; ma lo strano guerrier, la man tendendo, il prese e 'l distornò da quel camino, ché gli disse che 'l fuoco in un sol punto lui con l'armi e le veste avria consunto; 77 e che ben tosto in sanguinoso Marte potrebbe essercitar gli sdegni e l'ire, quando non fia chi con astuzia ed arte la battaglia tra lor cerchi impedire; e 'l prega poi che seco in altra parte con la sua compagnia degni venire, ad onorare il suo più caro albergo, che d'un bel colle preme il verde tergo ... 85 Fia ben vittrice al fin, ma non d'amore fiano i nostri pensier per molti mesi, ma sol d'odio, di rabbia e di furore, e di desio d'aspre vendette accesi; a sangue, a morti, a stragi, a tutte l'ore gli animi incrudeliti avremo intesi ... 86 Né rimagniate già, perché lontani ed ignari ne sian vostri parenti, ché questi abusi sono, e folli e vani respetti sol de le vulgari genti ... E quel sommo Signor, de le cui mani opra son gli alti cieli e gli elementi, n'impose sol che di concordi voglie concorrà col marito in un la moglie ...
Stanze della gelosia
di Torquato Tasso (estratti)

... Gelosia I Io son la Gelosia, ch' or mi rivelo d' Amor ministra, in dar tormento a' cori; ma non discendo già da 'l terzo cielo dove Amor regna, anzi duo son gli Amori; né là su mai s' indura il nostro gelo tra le divine fiamme e i puri ardori; non però da l' inferno a voi ne vegno, ch' ivi Amor no, ma sol vive odio e sdegno ... III Questo, che mi ricopre, onde traluce parte però de 'l petto bianco e terso, d' aria è bel velo, e, posto in chiara luce, prende sembiante ad or ad or diverso: or qual piropo a 'l sol fiammeggia e luce, or nero il vedi, or giallo, or verde, or perso, né puoi certo affermar ch' egli sia tale; e di color sì vari anco son l' ale ... PROLOGO AI «SUPPOSITI» DI LUDOVICO ARIOSTO Non son queste le stelle, ond' aureo il cielo risplende a quei che mai non vider morte? non è questa la terra ov' ha sì vario l' imperio il sol, ch' or la rinfiora, or l' arde? E non è questo il mondo, ov' io mi vissi uom già di carne e d' ossa? Or non son io in fra le pompe di superba scena? Deh! qual pietà, qual nume onnipotente sue grazie oggi in me versa, oggi in me spiega sue meraviglie? Io che a dormir fui tratto il ferreo sonno de la morte, or gli occhi pur riapro a la luce: io spirto ignudo riedo oggi a respirar l' aure vitali, pur rivestito il fral de 'l terreo manto, e a riveder de la mia patria cara, accolto in bel teatro, il popol grato ... Ma dirò quand' io vissi; indi a voi noto fia quanto ha scorso il sol da ch' io mi scinsi de la gonna mortal, ch' oggi ho ripresa: grazie ch' a pochi il ciel largo destina ...
Stanze della gelosia (pagina 3)
di Torquato Tasso (estratti)

... Ma tra frondosi alberghi io sol t' accoglio, che son de le mie gemme a te dipinti, e ti fo seggi ombrosi in verdi rive; e di più bei narcisi e di giacinti, per ornare il tuo seno, io me ne spoglio, e 'n questi tronchi il nome tuo si scrive ... Né sol trionfa Amore, ma 'l vincitor degl' Indi tra fiera no, ma tra benigna gente; e quinci ha lode e quindi ... II E conduciamo a le famose rive un gentil cavalier fra gli altri erranti, donne leggiadre, anzi terrene dive, per riprovar gli altrui superbi vanti; perché, quanto il sol gira oggi, non vive fede maggior tra valorosi amanti: e Venere l' affida e 'nsieme il figlio, ond' egli spera uscir d' ogni periglio ... Né già trovarlo spero tra voi, donne leggiadre, perché, se ben d' intorno al volto ed a le chiome spesso vi scherza e vola, e se ben spesso fiede le porte di pietate ed albergo vi chiede, non è alcuna di voi che nel suo petto dal li voglia ricetto, ove sol feritate e sdegno siede ... Questi da prima altrui tutto cortese e umile ai sembianti ed al volto, qual pover peregrin albergo chiede per grazia e per mercede: ma, poi che dentro è accolto, a poco a poco insuperbisce, e fassi oltra modo insolente; egli sol vuol le chiavi tener de l' altrui core, egli scacciarne fuore gli antichi albergatori, e 'n quella vece ricever nova gente; ei far la ragion serva e dar legge a la mente; così divien tiranno d' ospite mansueto, e persegue ed ancide chi li s' oppone e chi li fa divieto ...