La strega ovvero degli inganni de' demoni di Giovan Francesco Pico Della Mirandola pagina 8

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terribili, e appresso di Esaia profeta, dove si fa menzione delle apparizioni de' demonj, e di vari modi d'ingannare, dicendo, abbiamo visto il letto della Lammia, alcuni interpretano che voglia intendere de' demonj incubi, e credono che le Lammie dal mezzo in su abbino effigie umana, dal mezzo in già di bestia. Alcuni ebrei vogliono intendere per le Lammie le furie infernali: ancor che ne' treni di Ieremia si faccia menzione delle poppe della Lammia, e pensino qualcheduni quel nome derivarsi da laniare, cioè lacerare. Altri vogliono che si derivi da Lamma, che vuol dire voragine e precipizio. E per questo pensano che Orazio dicesse: Nel fanciul divorato traggia vivo
A la Lammia del ventre.
Scrisse ancora Probo Cesare, che molte Lammie furno spettacolo al popolo. In che modo fusse quella che schernì Menippo non si può di leggiero sapere da altri che da Filostrato, il qual mostra in che modo il detto cinico fu ingannato, mentre che ella fingeva con matrimonio volersi congiungere seco. Io stimo che Apollonio ancora fusse ingannato, quando lo pregava che non volesse tormentarla, già ingannato in questo, credendo che le Lammie fusseno inclinate all'amore lascivo, e che si pascesseno di carne umana. Però che i demonj son mossi non da lascivo desiderio, ma da invidia, per disperdere l'umana generazione; nè appetiscono il sangue e le carni per bersele, o divorarle, ma per condurre l'anima e 'l corpo in perpetui tormenti. Pigliano i demonj con occulta fiamma, ma non son già presi da quella. Il che ben seppe quello eccellente poeta quando disse: Spiragli occulto fuoco. Ricordandomi io che disse già una strega, che quando si le mostrava il demonio sotto varie forme, soleva conoscerlo, che si sentiva un certo calore intorno al petto, e parimente affermava, che quando coceva la carne l'era all'improvviso porto non so che d'aiuto. Il che penso più chiaramente intenderai quando udirai Dicaste, che mi pare già vederlo alle mani con la strega, se l'occhio non m'inganna per la distanza. AP. Io m'imaginavo per la veste civile e per la spada che hai accanto di parlare con un soldato; ma ora veggo che tu hai per le mani, non pur gli storici e i poeti famosi, ma ancora i filosofi e i segreti della nostra religione. Il perchè voglio che quella via, che ci resta, la consumiamo nel ragionamento cominciato, toccando brevemente quel che vi rimane, e che più particolarmente mi dica quelle cose, di che leggiermente passando m'hai accennate: se nessune però ce ne sono, acciocchè io possa raccorre il tutto di quelle che noi disputiamo, quasi come se io avessi mangiate le cose ben digerite. FR. A questo bisognerebbe un uomo più dotto che non sono io, e richiederebbesi non un breve andare a spasso, ma un lungo sedere; nondimeno in qualunque modo io potrò non ti son per mancare; perciocchè, come sarebbe egli mai possibile che io non ubbidissi ad uno che di già per il suo ragionare ho conosciuto essere curioso di ritrovare la verità? Seguiterò adunque la disputa cominciata, e narrerotti, per quanto ne concederà il poco viaggio, quello che mi parrà al proposito nostro. E in quanto che le streghe non si trovino in un dire, quando parlano del giuoco di Diana, questo può accascare o dal timore, o dalla poca memoria, perchè tutte le più sono donne inesperte e rozze. Si può dire ancora che nasca dall'inganno del demonio, il quale non tutte le beffa ad un medesimo modo, e questo si può vedere negli incanti antichi: imperocchè quelli che s'usavano nell'Eusino, nella regione Taurica, e nella Italia, tutti erano diversi in fra di loro. Nè la Farmaceutria di Virgilio è simile in tutto a quella di Teocrito. Il medesimo si può vedere negli oracoli, che alcuni ne avevano dalle donne spirate, alcuni dall'apertura della terra, e alcuni altri da' sogni fatti da uomini ne' tempj, e per questo dormivano nel tempio di Pasife. Abbiamo letto ancora, che i medici calavresi e dauri, soleano dormire intorno al sepolcro di Podalirio. E così molti ancora solevano giacere nel tempio di Esculapio, il che non solo si fece al tempo degli eroi, ma seguitò tale usanza infino al tempo d'Antonino, il quale, come dice Erodiano, per questo solo andò a Pergamo. Leggiamo similmente che gli oracoli si solevano dare per statue intere, dimezzate, e parimente per colombe, o uccelli, o donne che le fusseno, che per quella via desseno risposte: e per alberi e piante, e nella selva Dodona, e nell'India, erano alcuni presi da un subito furore, e altre cose tali così varie come si fussino anco gli augurj e 'l modo di sacrificare de' sacerdoti; imperocchè s'usavano appresso degli antichi diversi modi di cerimonie nefande, e di sacrifizj abominevoli, e diverse incantazioni, così anco a' tempi nostri quelle cose ch'hanno avuta origine dalle cose profane, si fanno con altre cerimonie che non usavano i Romani. Catone, il più vecchio, narra certe cose ne' libri della villa, tanto sciocche che appena si trova chi possa leggerle senza riso: e pur son dette da uomo che fu senatore e censore, e che trionfò. Circa il movimento e dove siano portate dal demonio, e circa il luogo dove elle siano posate, non dovea parerti cosa maravigliosa, però che quel che per sua natura suole ingannare, è doppio, è vario, e quello ch'è verace si fonda in sulla simplicità, e questo si può vedere nelle finzioni de' poeti, varie e ripugnanti tra loro, e bene spesso nelle storie: quando dicono la cosa in più modi: e parimente nell'opinioni de' filosofi, e nelle risposte de' iureconsulti; ma non avviene già così nelle scritture de' teologi, perchè nelle cose lor proprie non hanno discrepanza nessuna, cioè in quei precetti ch'appartengon alla fede, e al viver necessario per la salute, sono in tutto e per tutto consonanti, e concordi in fra di loro; e però il demonio maligno e fallace, bugiardo, e amico della discordia, così vario, e muta mantelli, per dir così, che è un vocabulo tratto dagli studiosi della lingua latina, da quelle favole di che abbiamo già parlato: le quali scherzando dicevano, che gli uomini si trasformavano in lupi: di poi così, come il demonio ingannava quegli antichi filosofi sotto specie di dottrina, cioè Pittagora, Empedocle, Apollonio e altri simili (usando lacci a quelli che facilmente gli parea di potere ritenere) così tirava già le donnicciuole con lascivia, e con lo sbevazzare, e similmente oggidì tira gli uomini, dalle qual cose molti filosofi abborrirono. Il demonio adunque in più modi gl'indusse a farsi adorare sotto ombra di sapienza, e sotto velame di falsa religione; conciossiacosachè eglino andasseno per gradi di dottrina alle preghiere, agli inni, agli oracoli, dove parea lor d'acquistarne il pronosticare le cose future, e l'essere portate per aria a diversi luoghi, e facevasi quello per opera di demonj che essi attribuivano alla divinità degli uomini. Imperocchè, come arebbono gli scolari di Pittagora, vedutolo disputare ora nel Taurominio di Sicilia, e ora poco di poi nel Metaponto? In che modo sarebbe egli andato Empedocle per aria, e come vi sarebbe ito Abari, donde fu chiamato cavalcatore di pertiche? Chi crede che Apollonio prevedesse molte cose, e che comandasse insieme a' demonj, grandemente si inganna. Fingeva il demonio maligno essere astretto da lui, acciocchè avendolo allettato sotto specie di falsa divinità, per suo mezzo potesse più gagliardamente ingannare gli altri, il che puoi conoscere per il fine. Prima volle fare perire Pittagora con il tumulto del popolo, di poi col fuoco, e finalmente s'ingegnò di farlo morire col ferro. Disperse Empedocle con una morte infame, avendolo condotto a tale che si credeva d'essere fatto divino, e usava di cantare: State di buona voglia, che io per lo avvenire vi farò Dio immortale, non più mortale; per mostrare a' compagni di rallegrarsi non essere più uomo mortale, ma divino. Del qual così disse colui: Mentre ch'esser gli pare immortal Dio,
Empedocle saltò nel fuoco d'Etna.
Ma, o se egli

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Argomenti: demonio maligno,    certo calore,    veste civile

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