Libri fez

Libri su fez, con la parola fez

Marocco (pagina 3)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... La partenza era rimandata ai primi di maggio, perchè a Fez, in quei giorni, v’era l’ambasciata inglese ... Nessun’ambasciata italiana era mai stata a Fez ... Governante e cuoco, piemontesi; una serva mora di Tangeri ed una negra del Sudan, coi piedi nudi; camerieri e stallieri arabi vestiti di grandi camicie bianche; guardie consolari, con fez, caffettano rosso e pugnale; tutta questa gente in moto per tutta la giornata ... Di tratto in tratto la visita d’un ministro o d’un console, a cui si inchinavano tutti i fez e tutti i turbanti ...
Marocco (pagina 13)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... L’Incaricato d’affari aveva mandato un corriere a Fez ad annunziare che l’ambasciata era pronta; ma dovevano passare almeno dieci giorni prima che fosse di ritorno ... Notizie private dicevano che la scorta era in viaggio; altre che non era ancora partita; eran tutte voci incerte e contraddittorie, come se quella Fez sospirata non fosse a duecento venti chilometri, ma a duemila miglia dalla costa ... E questo, da un lato, ci piaceva, perchè quella passeggiata di quindici giorni prendeva così, nella nostra immaginazione, l’apparenza d’un lungo viaggio, e Fez l’attrattiva d’una città misteriosa ... Ci descrivevano con foschi colori l’entrata delle ambasciate in Fez, in mezzo a un turbinio di cavalli, a un’immensa folla ostile, per strade coperte, oscure, ingombre di rovine e di carcasse d’animali ... Ci preannunziavano un monte di malanni durante il soggiorno a Fez: languidezze mortali, dissenterie furiose, reumatismi, zanzare mostruosamente feroci, appetto alle quali erano una vera dolcezza quelle dei nostri paesi ... E infine la nostalgia; al qual proposito si parlava d’un giovane pittore di Bruxelles, andato a Fez coll’ambasciata belga, il quale in capo a una settimana era stato preso da una così disperata tristezza, che l’ambasciatore aveva dovuto rimandarlo a Tangeri a marcie forzate, per non vederselo morire sotto gli occhi ... Ed io mi ricordavo ridendo d’una certa scappata ironica che m’aveva fatto mia madre, dopo aver tentato inutilmente di distogliermi dal viaggio al Marocco collo spauracchio delle bestie feroci:—Oh poi, in fin dei conti, hai ragione: che importa essere divorati da una pantera? Purchè i giornali lo dicano! Dopo tutto ciò, è facile immaginare che salto si sia fatto sulle seggiole il giorno che il signor Salomone Aflalo, secondo dracomanno della Legazione, si affacciò alla porta della sala da pranzo, e disse con voce sonora:—È arrivata la scorta da Fez ...
Marocco (pagina 31)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... La vallata di questo fiume, che abbraccia, alla sua apertura, tutto lo spazio compreso fra le due città di Laracce e di Salé, e tocca alla sua estremità superiore l’alto bacino della Muluia (il grande fiume che segna il confine orientale del Marocco), apre agli Europei, per il litorale e per Teza, la via della città di Fez; comprende, oltre a Fez, la grande città di Mechinez, terza capitale; raccoglie in sè tutta, si può dire, la vita politica dell’Impero, ed è la sede principale della ricchezza e della forza dei Sceriffi ... Il Sebù, particolarità da notarsi, segna, dalla parte del settentrione, il confine che i Sultani non oltrepassano mai fuor che in caso di guerra, poichè rimangono a mezzogiorno del fiume le tre città, Fez, Marocco e Mechinez, nelle quali essi soggiornano alternativamente, e la doppia città di Salé-Rabatt, dove passano per recarsi da Fez a Marocco ... Nel mezzo del fiume, scivola un barcone pieno di cammelli e di mori d’una carovana mercantile, e un po’ più oltre l’altro barcone che porta i cavalli e i cavalieri della scorta di Fez, in mezzo ai quali sventola la bandiera di Maometto e spicca il viso nero e il turbante di mussolina del Caid ...
Marocco (pagina 39)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Una passata d’acqua rinfresca l’aria, un fascio di raggi abbarbaglianti, prorompendo come una corrente di luce elettrica per l’apertura della gola, indora una metà del campo; arrivano corrieri da Tangeri, corrieri da Fez, curiosi dai villaggi; due terzi della carovana si tuffano nel fiume; e il desinare è rallegrato dall’apparizione d’un nuovo personaggio, venuto dalla gran città dei Sceriffi: il moro Scellal, un altro dei protetti della Legazione d’Italia che ha una lite pendente col Governo del Sultano: il più voluminoso turbante, il più rotondo faccione, la più beata pinguedine moresca che siasi veduta da Tangeri in poi ... È scoppiata una rivolta nelle terre confinanti coll’Algeria, e tutta la cavalleria della provincia di Fez è stata immediatamente mandata contro i ribelli ... —Vedremo molte teste appese alle porte di Fez,—dice il Ducali ... Poi sbocchiamo nella vastissima pianura di Fez, coronata di montagne e di colli, biondeggiante di grano, sparsa di grandi duar, percorsa dal fiume della Fontana azzurra, che si va a versare nel Miches, e dal Fiume delle perle, affluente del Sebù, che va a dividere in due la città sacra dell’Impero; sorvolata da stormi di grù, d’oche selvatiche, di tortore, di pernici, d’aghironi; lussureggiante di vegetazione, piena di luce, quieta e ridente come un immenso giardino ... La giornata passa in un lampo, tra le caccie, le visite ai duar, gli ebrei che vengon da Fez a raccontarci dei grandi apparecchi dell’esercito, i messi della corte che portano i saluti del Sultano; le famiglie arabe che guadano il fiume, in lunghe file, prima il cammello, poi gli uomini, poi le donne coi bimbi sul dorso, poi i ragazzi, poi i cani a nuoto; le carovane che passano, le frotte di curiosi che accorrono, un tramonto che innamora e la notte più luminosa ch’abbia mai contemplato occhio umano ... Tutt’a un tratto una voce sonora grida:—Ecco Fez!—Tutti si fermano ... Ci rimettiamo in cammino e andiamo ad accamparci, per l’ultima volta, ai piedi del monte Tagat sulla riva del Fiume delle perle, a un’ora e mezzo da Fez ... Sono messi del Sultano, messi del primo ministro, messi del gran cerimoniere, messi del Governatore di Fez, ufficiali, maggiordomi, negozianti, patenti de’ mori della carovana, tutta gente ben vestita, linda, cerimoniosa, circonfusa dell’aura della corte e della metropoli, che parla con voce grave e gesti maestosi dell’esercito formidabile, della folla immensa, del palazzo delizioso che ci aspetta ... L’entrata a Fez è stabilita per le otto della mattina seguente ... Ah! che vuol dire essere eternamente bambino! Mi sento battere il cuore! FEZ Non abbiamo ancora fatto mezzo miglio verso la città, che siamo già circondati da una folla d’arabi e di mori accorsi da Fez e dalla campagna, parte a piedi, parte a cavallo a mule ed a asini, a due a due per cavalcatura, come gli antichi Numidi, smaniosi a tal segno di vederci che i soldati della scorta, perchè non ci si stringano addosso, sono costretti a spazzare la strada a colpi di calcio di fucile ... Il terreno essendo basso, la città di Fez, della quale si vedevano le mura merlate dall’accampamento, ci rimane per un buon pezzo nascosta ...
Marocco (pagina 42)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Io mi domando dove sono, se sogno o son desto, e se la città di Fez e la città di Parigi si trovano veramente sul medesimo astro! Entriamo nei bazar ... Il Fiume delle perle divide la città in due, Fez nuova, sulla riva sinistra, Fez antica, sulla destra; e una cintura di vecchie mura merlate e di grosse torri, di un fosco color calcare, rotta in più punti, stringe tutt’intorno la parte antica e la nuova ... Passiamo dinanzi alla porta del Ghisa, alla porta di Ferro, alla Porta del Padre delle Cuoia, alla porta nuova, alla porta bruciata, alla porta da aprirsi, alla porta del Leone, alla porta di Sidi Buxida, alla porta del Padre dell’Utilità, e rientriamo, per la porta della Nicchia del burro, nella nuova Fez ... O Fez!—dice uno storico arabo—tutte le beltà della terra sono riunite in te! E soggiunge che Fez è stata sempre la sede della saggezza, della scienza, della pace, della religione; la madre e la regina di tutte le città del Magreb; che i suoi abitanti hanno l’ingegno più fino e più profondo degli altri abitanti del Marocco; che tutto quello che è in essa e intorno ad essa è benedetto da Dio; persino l’acqua del Fiume delle perle, la quale guarisce dal mal della pietra, immorbidisce la pelle, profuma i panni, distrugge gl’insetti, rende più dolci (se è bevuta a digiuno) i piaceri dei sensi e contiene pietre preziose d’inestimabile valore ... Quando gli Abassidi, sul finire dell’ottavo secolo, si divisero in due fazioni, un principe della fazione vinta, Edris-ebn-Abd-Allà, si rifugiò nel Magreb, poco lontano dal luogo dove sorse poi la città di Fez; e qui visse nella solitudine, pregando e meditando, finchè per la sua origine illustre e per la sua santa vita, avendo acquistato gran fama in mezzo ai Berberi della contrada, questi lo elessero loro capo ... Fu questo medesimo Edris che gettò le prime fondamenta di Fez il tre febbraio dell’anno 808, «in un vallone posto fra due alte montagne coperte di ricchi ...
Marocco (pagina 43)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Scavando per le fondamenta si sarebbe trovata nella terra una grande scure (che si chiama in arabo Fez) del peso di sessanta libbre, e questa avrebbe dato il nome alla città ... —Passò un uomo, lo interrogarono, rispose che si chiamava Farès; ma essendo balbuziente, pronunziò invece di Farès, Fez, e il principe ritenne questo nome ... Fez non è più che una enorme carcassa di metropoli abbandonata in mezzo all’immenso cimitero del Marocco ... La nostra maggiore curiosità, dopo la prima passeggiata per Fez, era di visitare le due famose moschee El-Caruin e Mulei-Edris; ma essendo vietato ai cristiani di mettervi piede, ci dovemmo contentare del po’ che se ne vede dalle strade: le porte ornate di musaici, i cortili ad archi, le navate basse e lunghissime, divise da una foresta di colonne e rischiarate da una luce misteriosa ... Sulla cima del minareto, innalzato dall’Imam Ahmed ben Aby Beker, brillava una palla d’oro, tempestata di perle e di pietre preziose, nella quale era confitta la spada d’Edris-ebn-Edris, fondatore di Fez ... Si seppe in seguito ch’erano state appese nella notte, e si diceva che fossero due teste di ribelli delle terre confinanti coll’Algeria, portate a Fez il giorno avanti ... Dopo che son state là qualche giorno—a Fez, per esempio—un corriere se le mette in un canestro e le porta a Mechinez, dove sono esposte daccapo, e poi ritolte per essere portate a Rabatt, e via via, di città in città fin che sian putrefatte ... Sid-Mussa non ha il titolo nè di gran vizir, nè di ministro, nè di segretario; si chiama semplicemente Sid-Mussa; è nato schiavo; è un mancipio del Sultano, che domani può spogliarlo d’ogni suo avere, cacciarlo in fondo a una prigione o fare appendere il suo capo ai merli di Fez, senza renderne conto a nessuno; ma è nello stesso tempo il ministro dei ministri, l’anima del governo, la mente che tutto abbraccia e tutto move dall’Oceano alla Muluia e dal Mediterraneo al deserto, e dopo il Sultano il personaggio più famoso dell’Impero ... Si può dunque immaginare la curiosità che ci fremeva dentro, la mattina che, circondati, come al solito, di gente armata, e accompagnati dal Caid e dagl’interpreti, ci recammo, con un lungo codazzo di popolo, a casa sua, che si trova nella nuova Fez ...
Marocco (pagina 45)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Il clima della provincia di Tafilet, poco dopo il suo arrivo, riprese una regolarità che da qualche tempo aveva perduta; i datteri crebbero in grande abbondanza; il merito ne fu attribuito ad Alì; Alì venne eletto re, sotto il nome di Mulei-Sceriffo; i suoi discendenti allargarono, a poco a poco, colle armi, il dominio dell’avo; s’impadronirono di Marocco e di Fez, scacciarono la dinastia dei sceriffi Saadini, e regnarono, fino ai nostri giorni, su tutto il paese compreso fra la Muluia, il deserto ed il mare ... Mulei Ismaele, il principe lussurioso, l’amante di ottomila donne e padre di mille duecento figli, il fondatore del corpo famoso delle guardie nere, il galante sultano che chiede in isposa a Luigi XIV la figliuola della duchessa La Valliére, fa appendere diecimila teste ai merli di Marocco e di Fez ... Poi, daccapo, Mulei Yezid, violento, crudele e fanatico, che per pagare i suoi soldati, gli sguinzaglia al saccheggio dei quartieri degli Ebrei in tutte le città dell’Impero; Mulei Hesciam, che dopo un regno di pochi giorni, va a morire in un santuario; Mulei Soliman, che distrugge la pirateria e ostenta amicizia all’Europa, ma con arte astuta segrega il Marocco da tutti gli Stati civili, e si fa portare ai piedi del trono la testa degli ebrei rinnegati a cui è sfuggita una parola di rammarico sulla loro abjura forzata; Abd-er-Rhaman, il vinto d’Isly, che fa calcinar vivi i congiurati nelle mura di Fez; e infine Sidi-Mohammed, il vinto di Tetuan, che per inculcare nei suoi popoli il rispetto e la devozione, fa portare per i duar e per le città le teste dei suoi nemici confitte nei fucili dei suoi soldati ... Noi soli, i due pittori, il medico ed io, tutti e quattro in giubba, gibus e cravatta bianca, non osavamo uscire dalle stanze, per timore che il nostro bizzarro vestire, forse non mai visto a Fez prima d’allora, facesse ridere il pubblico ...
Marocco (pagina 48)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... ah! Dio m’è testimonio che vorrei piuttosto la morte! A questo punto comincia il mio giornale di Fez, che abbraccia tutto il tempo trascorso dal ricevimento dell’Imperatore fino alla partenza per Mechinez ... Pare ch’egli abbia ricevuto ordine, non di rifiutarci quella chiave, ma di non darla che quando ne fosse pregato; e questo perchè le terrazze (a Fez come nelle altre città del Marocco) appartengono alle donne, e sono considerate quasi come un’appendice dell’arem ... Fu come l’apparizione d’un nuovo astro nel cielo di Fez: mi si passi il paragone immodesto ... —Un grande avvenimento,—disse;—passano per le strade di Fez il Comandante e il capitano ...
Marocco (pagina 50)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... scorta che cercavano di rovesciare coi calci dei fucili una delle mille porte che durante la notte impediscono la circolazione per le strade di Fez ... Esempio l’Imperatore Solimano, il quale, avendo decretato che potessero portar le babbuccie, ne furono uccisi tanti, in pieno giorno, per le strade di Fez, ch’essi medesimi domandarono, per salvarsi dalla strage, la revocazione del decreto ... In Fez sono intorno a otto mila, divisi per sinagoghe e retti dai rabbini, che godono d’una grande autorità ...
Marocco (pagina 52)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Il giorno si passa fra il giuoco della palla e la storia del Kaldun; la sera fra gli scacchi e i canti, diretti dal Comandante, primo tenore di Fez ... Appena arrivato a Fez, meta del suo viaggio di piacere, non so per che mancanza, ma per poca cosa di certo, fu legnato ... È superfluo il dire che non ci stirano nulla: in tutta Fez non esiste un ferro da stirare, e noi ci rimettiamo la roba tale e quale esce di sotto alle zampe dei lavandai ... —Il viceconsole cerca da qualche giorno un vecchio libro arabo, e tutti i mori interrogati si guardano in viso e dicono:—Un libro? Chi ha dei libri a Fez? N’aveva uno tempo fa, se non c’inganniamo, il tale dei tali; ma è morto e non sappiamo chi siano gli eredi ... —E giornali arabi, d’altri paesi, se ne potrebbero avere?—Un solo giornale arabo, stampato in Algeri, arriva regolarmente a Fez, ma è diretto all’Imperatore ... Bisogna sentire, per divertirsi, i soldati e i negozianti di Fez che vengono a vedere quel quadretto ...
Marocco (pagina 54)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Il sole era alto, la roccia scottava; anche il capitano, benchè esercitato agli ardori della Tunisia, sentiva il bisogno dell’ombra; per cui, dato un ultimo sguardo alle cime dell’Atlante, scendemmo a rotta di collo, e inforcate alla lesta le nostre selle porporine, ripigliammo la via di Fez, dove si ebbe un’amena sorpresa ... I soldati fecero immediatamente uscir tutti, fuor che il malato, dal recinto del palazzo, e in poche ore si sparse per tutta Fez la notizia dell’operazione meravigliosa ... Costui, non si sa perchè, fuggì nel settantatrè da Algeri, andò a Tafilet, sul confine del deserto; vi stette due anni, imparò l’arabo, venne a Fez, s’arrolò, e in alcuni giorni, con pochi strumenti che aveva portati con sè, costrusse una rivoltella ... Ieri se ne presentarono due, rinnegati da parecchi anni, che hanno moglie e figliuoli nati a Fez ...
Marocco (pagina 55)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... * * * La pioggia che vien giù dirottamente da quasi tre giorni, ha ridotta Fez in uno stato che, a descriverlo, c’è da non esser creduti ... * * * Chi dice e chi nega che sia stata fatta in questi giorni un’esecuzione capitale davanti a una porta di Fez ... * * * Trovo sovente dei negozianti di Fez che son stati in Italia ... Le stoffe si fanno principalmente in Fez e in Marocco ...
Marocco (pagina 56)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Forti, invece, e finissime le berrettine di lana rossa, che prendono il nome dalla città di Fez, e ammirabili per solidità e graziosa ricchezza di colori i tappeti che si fanno a Rabat, a Casa Blanca, a Marocco, a Sciadma, a Sciauia ... Da Tetuan provengono in gran parte i fucili damascati, inargentati, intarsiati d’avorio, tempestati di pietre preziose, di forme eleganti e leggiere; e dalle città di Mechinez e di Fez, e dalla provincia del Sus le armi bianche, fra cui son lavorati con grazia ammirabile i pugnali ... I cuoi, sorgente precipua di guadagno per il paese, si preparano abilmente in varie provincie, e le pelli scarlatte di Fez, le gialle di Marocco, le verdi di Tafilet sono ancora degne della loro antica reputazione ... Di Fez è un vanto particolare il vasellame di terra smaltata; ma è raro il trovarvi la nobile purezza delle forme antiche, e il suo principale pregio è la vivacità dei colori e una certa barbara originalità di disegno, che non appaga, ma seduce l’occhio ... V’è pure, in Fez, un gran numero di gioiellieri e d’orefici, che fanno cose semplici non prive di buon gusto; ma poco variate, e in piccolo numero, poichè il rito malekita proscrive lo sfoggio degli ornamenti preziosi come contrario all’austerità maomettana ... Il commercio che si fa per Fez, Taza e Udjda (e non è di piccola importanza, benchè minore assai di quello che la vicinanza dei due paesi dovrebbe produrre) comprende, oltre i tappeti, i tessuti, le cinture, i cordoni, e tutti gli oggetti del vestiario arabo e moresco, braccialetti e anelli da piede d’argento e d’oro, vasi di Fez, musaici, profumi, incenso, antimonio per gli occhi, hennè per le unghie e tutte le altre tinture del bel sesso affricano ... Più importante, più antico e più regolare il commercio coll’interno dell’Affrica, per dove partono ogni anno grandi carovane, portando stoffe di Fez, panni inglesi, conteria veneziana, corallo d’Italia, polvere, armi, tabacco, zucchero, specchietti di Germania, pennati d’Olanda, scatolette del Tirolo, chincaglierie d’Inghilterra e di Francia, e sale che raccolgono per via nelle oasi del Sahara; e il loro viaggio è come una fiera ambulante nella quale cambiano le proprie mercanzie con schiavi neri, polvere d’oro, penne di struzzo, gomma bianca del Senegal, gioielli d’oro di Nigrizia che vanno poi in Europa e in Oriente; stoffe nere di cui s’ornano il capo le donne moresche; bezoaro, che preserva gli arabi dai veleni e dalle malattie; e molte droghe che, abbandonate dall’Europa, conservano il loro antico valore nell’Affrica ... Il tempo, la salute, l’acqua di Fez, le proprietà di certi tessuti, qualche aneddoto storico, dei proverbi, quanta sia la popolazione di certi Stati d’Europa: son tutti discorsi più gradevoli che il parlar d’affari ... —Che ne dite di Fez?—domandò un giorno, e inteso dir ch’era bella:—Ha ancora un altro merito—soggiunse;—quello di esser pulita ... Eh! se non ci fosse di mezzo la sudditanza italiana, come quei sorrisi si cangierebbero presto in lacrime di sangue! * * * Esperimentiamo in questi giorni la verità di quello che ci fu detto a Tangeri circa agli effetti dell’aria di Fez ...
Marocco (pagina 60)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... * * * Da qualche giorno, passeggiando per Fez, mi si affaccia alla mente con una persistenza ostinata l’immagine d’una grande città americana, alla quale accorre gente da ogni parte del mondo, una di quelle città che rappresentano quasi il tipo a cui tutte le città nuove si vanno lentamente informando, e la cui vita è forse un esempio di quello che sarà fra un secolo la vita di tutte; una città la cui immagine non si può presentare a nessun europeo, accanto a quella di Fez, senza farlo sorridere di pietà, tanto è grande la distanza che le separa sopra la via del progresso umano ... Ora il dubbio è questo: non so quale delle due città, Fez e Chicago, mi faccia più compassione ... Sento però che se fossi nei panni d’un moro di Fez, ed un cristiano, conducendomi in una di quelle grandi città civili, mi domandasse se l’invidio, gli farei una risata sul volto ... Fra i varii sceicchi, a cui il comandante dell’esercito intimò di denunziare i colpevoli, ce ne fu uno, chiamato Sid-Mohammed-Abd-el-Djebar, già innoltrato negli anni, il quale, essendo geloso d’un tale Arusi, giovane valoroso e bellissimo, lo rimise, benchè innocente, nelle mani del generale, affinchè lo conducesse nelle carceri di Fez ... Fu infatti condotto a Fez, ma non stette in prigione che un anno ...
Marocco (pagina 65)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Era un omo piccolo, tarchiato, vestito presso a poco alla zuava, col fez, senz’armi ... * * * Nove giugno: ultimo del soggiorno dell’Ambasciata italiana in Fez ... Le tende e le casse son partite stamattina, le stanze son vuote, le mule son pronte, la scorta ci attende alla porta della Nicchia del burro, i miei compagni passeggiano nel cortile aspettando l’ora della partenza, ed io seduto per l’ultima volta sul mio letto imperiale, noto, col quaderno sulle ginocchia, le mie ultime impressioni di Fez ...
Marocco (pagina 66)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Addio, Fez! Addio, sconforto! Il mio mondicino affricano torna a illuminarsi di color di rosa ... Eppure nulla era mutato, eccetto che, in mezzo a noi, accanto a Mohammed Ducali, cavalcava il moro Scellal, il quale, benchè i suoi affari fossero stati accomodati amichevolmente, credeva più prudente ritornare a Tangeri sotto le ali dell’Ambasciatore, che rimanere a Fez sotto quelle del suo Governo ... Questo pensiero ci amareggiava non poco la soddisfazione di partire da Fez senza rimorsi ... Impiegammo tre giorni per andare a Mechinez che è distante da Fez circa cinquanta chilometri ... Il paese non ci presentò, per quel tratto, varietà notevoli da quello che avevamo visto andando a Fez: sempre quei campi d’orzo e di grano, in molti dei quali si cominciava a mietere; quei duar neri, quei vasti spazi coperti di lentischi e di palme nane, quelle grandi ondulazioni di terreno, colline rocciose, piccoli torrenti asciutti, palme solitarie, cube bianche, una splendida pace e una tristezza infinita ... Ma a cagione della vicinanza delle due grandi città, incontrammo più gente che non ne avessimo mai incontrata sulla via da Tangeri a Fez: carovane di cammelli, grandi armenti, negozianti che conducevano al mercato di Fez stormi di cavalli bellissimi; santi che predicavano al deserto, corrieri a piedi e a cavallo, gruppi di arabe armate di falce che andavano alla mietitura, e parecchie ricche famiglie moresche che si recavano a Fez con tutte le loro masserizie e tutti i loro servi ... Il primo giorno ci accampammo ancora nella pianura di Fez; il secondo sulla riva destra del fiume Mduma, a cinque ore circa da Mechinez ...
Marocco (pagina 71)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Intanto il Governatore e il caid conversavano ad alta voce da una sponda all’altra; i cavalieri delle due scorte galoppavano lungo le rive cercando all’orizzonte i fuggitivi; le bestie da soma guadavano il fiume in lunghe file coll’acqua a mezzo il collo; i lavoratori cantavano le lodi del profeta; e sulla sponda opposta sorgeva una gran tenda azzurrina sotto la quale i servi di Sid-Bekr-el-Abbassi si affaccendavano a prepararci una squisita colezione di fichi, di confetti e di tè, che noi pregustavamo col cannocchiale, canterellando il coro d’un’opera semi-seria composta durante gli ozi di Fez col titolo:—Gl’Italiani nel Marocco ... Era fratello d’un Sid-Bomedi, antico governatore della provincia di Ducalla, il quale languiva da otto anni nelle prigioni di Fez ... Tiranno e scialacquatore sfrenato, dopo aver dissanguato il suo popolo, contratto imprestiti rovinosi coi negozianti europei, ammontato debiti su debiti, fatto ira di Dio in casa sua e fuori, era stato arrestato e condotto a Fez per ordine del Sultano, il quale credendolo possessore di tesori nascosti, aveva fatto spianare la sua casa, frugare fra i ruderi, scavare fra le fondamenta, e bandito dalla provincia, sotto pena di morte, tutta la sua famiglia, per timore che, conoscendo il nascondiglio, non s’impadronisse dei denari ... Il Governatore o il Pascià a cui il Sultano ha posto gli occhi addosso, è chiamato, in forma amichevole, a Fez o a Marocco, oppure arrestato improvvisamente, di notte, da un drappello di soldati imperiali che lo conducono a marcie forzate alla capitale, legato supino sulla groppa d’una mula, colla testa spenzoloni e il viso rivolto al sole ...