Scrivere una trama

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La storia è composta da molti elementi che arricchiscono la trama: personaggi, ambientazione, narrazione e stili di scrittura.


Alcuni di questi sono particolarmente interessanti da sviluppare in quanto rendono l’idea concreta di quello che si vuole trasmettere e creano la scena nella quale si svolge l’azione. Questi due elementi sono il tempo e il ritmo. Nonostante si possa pensare a un significato simile, questi due elementi vanno affrontati in modo pari e opposto. All’inizio della stesura del romanzo è necessario chiarire la differenza tra la fabula e l’intreccio, la prima è formata dall’ordine cronologico e preciso degli eventi, il secondo si riferisce alle azioni e situazioni che il narratore ha in progetto di narrare.


Il tempo è un dato fondamentale nella lettura, in quanto aiuta il lettore a focalizzare la situazione e riconoscere il profilo dei personaggi. Ogni partecipante alla scena ha un proprio profilo descritto dall’autore stesso ma se questo può essere incastrato in un periodo definito, la valutazione e il riconoscimento del suo ruolo risulta più semplice per il pubblico. E’ utile dividere il tempo in due sottocategorie: il tempo della realtà e quello del racconto.


Nella prima considerazione si vuole far riferimento alla durata effettiva degli eventi che possono essere riportati nella realtà, mentre, diversamente, il tempo del racconto adatta l’evoluzione di una situazione al periodo del racconto. L’incrociarsi di queste due entità da luogo alla scrittura delle pagine del volume, che l’autore organizzerà a seconda delle necessità descrittive e narrative.


Questa distinzione appare quasi banale ma in realtà è un piccolo aiuto necessario allo scrittore. L’unione tra queste due componenti genera il ritmo e quindi il rapporto tra realtà e narrazione.


L’autore deciderà se essere veloce, raffigurando sequenze dinamiche e dirette, oppure lento, descrivendo con particolare meticolosità e riflessione ogni minimo dettaglio della scena.


Riferendosi alle differenze tra queste modalità di espressione temporale è necessario definire che quando il racconto è più lento della realtà stessa sarà attesa una narrazione veloce, con molte sequenze. Quando i due momenti saranno equivalenti il ritmo potrà essere moderato e si lascerà molto spazio alle riflessioni e ai dialoghi tra personaggi. Quando l’autore deciderà di non far combaciare i tempi, considerando quello del racconto più celere rispetto a quello della realtà allora avremo delle scene molto lente sostenute principalmente da pensieri e battute descrittive.


Il ritmo è molto importante perché è l’elemento che rende un libro coinvolgente. Quante volte ci è stato consigliato un volume perché aveva la capacità di tenerci il fiato sospeso fino alla fine. Se la trama scorre velocemente mantenendo desta l’attenzione del lettore, allora abbiamo raggiunto l’obiettivo fondamentale che sta nel bilanciamento di azione e riflessione, entrambi parti fondamentali nella narrazione di una storia.


In qualsiasi tipo di arte è utile avere delle linee guida, una sorta di partitura da seguire per ritrovare la giusta suddivisione delle parti narrate. Lo scrittore si può avvalere di tecniche sintattiche e stilistiche, quali virgolette, punteggiatura e termini ricercati, per dare una musicalità e un tono alla trama della vicenda. Questo risulta molto utile anche nei dialoghi e nelle dichiarazioni dei personaggi, che devono apparire come reali.


Una narrazione veloce prevede frasi brevi, virgolettate e ben dirette, così da focalizzare l’attenzione sull’azione piuttosto che sulla parola. Al contrario lunghe perifrasi o pensieri piuttosto riferiti ad un’introspezione della persona, rallentano il ritmo dando spazio eventualmente a pensieri dell’autore.


Principalmente per decidere la modalità a cui fare riferimento bisogna chiarirsi le idee sull’effetto che si vuole portare nel pubblico. Per esempio in una scena thriller in cui l’omicida sta per aprire il varco che lo separa dalla vittima, potrebbe avere un ottimo risultato il volontario indugio descrittivo, soffermandosi magari su elementi particolari che rallentano l’azione aumentando così la suspence del lettore. In qualche modo si può riuscire a condurre chi legge ad un’esasperazione positiva, che sfocerà nella sorpresa o nell’evento atteso. Uno scrittore abile può destreggiarsi in questi tecniche a patto che sappia utilizzarle, al contrario potrebbe creare un effetto opposto che annoierebbe la lettura.


Il ritmo di ogni sequenza è unico e allo stesso tempo riferibile a quello generale. Durante la stesura delle scene deve esserci ordine e coerenza, non possono esserci stonature stilistiche o frammenti di dialoghi o descrizioni irrisolti. Il pubblico deve poter leggere in modo uniforme e armonico, la confusione potrebbe gravare sulle sensazioni e sulla stessa attenzione catturate magari nell’incipit.


Il ritmo deve sovrastare le azioni e accompagnare gli elementi presentati nel romanzo. I personaggi devono incastrarsi nel tempo della storia grazie alla sequenza delle scene in cui loro stessi diventano protagonisti.


La lettura è sicuramente risulta esercizio utilissimo per comprendere al meglio l’importanza del ritmo nella scrittura di un romanzo. Talvolta sarebbe consigliabile leggere ad alta voce, così da collocare questo elemento in una suono udibile. L’espressione vocale di pause, esclamazioni ed espressioni interrogative è decisiva nella Un esercizio utile per poter capire meglio cosa significa dare una melodia alla narrazione. Se l’autore desidera raggiungere un risultato ottimale è consigliabile rileggere il proprio scritto autonomamente e ad alta voce, in questo modo l’orecchi si allenerà al timbro delle parole che determinano una storia. La riproduzione di una sensazione attraverso la parola passa necessariamente da un suono e dalla frequenza che intervalla le battute, che infine creano la sostanza e il tempo della storia.



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