Nel sogno di era pagina 7

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un numero infinito di volte, non sapendo bene che rapporto ci fosse tra la parola bellezza e quel piccolo punto nero. —Sì, sì, la mia bellezza!—tornò a dire Mària; e, strappata in una sol volta una manciata di fiori, si diede a gettarli lontano, ridendo con una gioconda aria di sfida……………………………….. —La nostra aquiletta si fa dolce e buona come una colomba. E quanto bene mi vuole, padre! Mi chiama con certi nomi che io non avrei mai immaginato di poter dire a lei. E questa notte in sogno mi abbracciò stretta stretta! Come erano profondi e caldi i suoi baci! Io non mi mossi per non svegliarla. * * * Nel tramonto morbido, color di viola, le sorelle parlavano sommesso, accoccolate sulla soglia della baita. L'ultima luce le coloriva appena, appena le faceva risaltare sullo sfondo della parete colla grazia incerta delle pitture primitive. Diceva Maria che la mucca era ammalata, che dava poco latte: forse era vecchia e bisognava cambiarla. —Sì—appoggiava Maria—bisognerà prendere una mucca che abbia appena fatto il vitellino. —Come mi piacerebbe che la nostra facesse un vitellino! —I pastori ne hanno tanti dei vitellini. —Tanti? —E li vendono. —Li vendono? Cosa vuol dire? —Ma sì, lo sai bene. Anche Abramo e Giacobbe vendevano gli agnelli e i vitellini. Gli altri li comperano. —Gli altri—-mormorò piano Maria—gli altri. —C'è della gente, sai, laggiù! Trenta, quaranta, o cento, insomma molta gente, molta; uomini e donne, e, quando gli uomini sono giovani, prendono una donna giovane e la sposano. La notte era calata quasi interamente; scomparse le montagne, scomparsa la bocca spalancata della valle. Non si vedeva che il cielo, un cielo pallido con qualche stella e senza luna. Le sorelle tacquero per un poco, sempre accoccolate, colle spalle contro la baita; si erano prese per la mano e stavano così guardando in alto. A un tratto Mària disse: —Il buon padre, quando era giovane, abitò nella valle. —Te lo disse lui? —Io lo so. Un altro silenzio. —Gli uomini laggiù lavorano e le donne stanno in casa ad aspettarli, ed hanno i bambini. —So cosa sono i bambini!—esclamò Maria, lieta di sapere anch'essa qualche cosa—sono gli uomini piccoli. Non ne abbiamo mai veduti. —Mai! —Il buon padre, che ci ama tanto potrebbe darcelo un bambino! Come mi piacerebbe ad avere un bambino! La moglie del pastore ne ha uno, ma non è mai venuta fin qui a mostrarcelo. —I bambini piccoli non camminano. —I pulcini sì. —I pulcini sì, ma non i bambini piccoli. Le due sorelle tornarono a smarrirsi col pensiero nelle visioni. Fu ancora Mària che disse: —Ogni bambino ha la madre. —Sì, la Madonna era la Madre di Gesù. —E noi non abbiamo bambini. —Non li abbiamo. Questo è un mistero. Mària sospirò profondamente. —Il mistero—continuò Maria con una subita ispirazione—è la volontà di Dio. Il cielo è un mistero; i boschi, i monti, i fiori e tutte le bestioline; e il giorno e la notte; e noi stessi… Stese le braccia, chiuse le palpebre quasi cercando nell'ombra il proprio mistero, invasa dalla soavità di quel velo che calava sempre sulla sua mente, quando tentava di affacciarsi alla realtà delle cose. Per quella sera non parlarono più. * * * —Le mine! le mine!—gridò giulivamente Mària, udendo rimbombare la valle, in seguito a due giorni di perfetto silenzio. —Credevo non lavorassero più—rispose Maria. —Oh! ne hanno per un pezzo! Non pensi quanto tempo ci vuole a forare una montagna? E poi tutti i riguardi che devono usare per non rimanere sotto schiacciati. Come sono bravi i minatori! Intendi nevvero, che devono essere bravi e forti? Maria chinò il capo in segno di assentimento rispettoso. —Tutti giovani—rispose Mària infervorandosi.—Vengono da lontani paesi, parlano in diverse lingue e, quando hanno finito il lavoro, tornano alle loro case con molti denari. —Denari?—fece Maria. —Sì, sono piccoli oggetti rotondi, che a gettarli per terra suonano. —Suo-na-no?… —I più bravi ne guadagnano di più, per questo diventano ricchi. Mària stupefatta esclamò: —Ma, quante cose sai! Mària sorrise, di quel suo nuovo sorriso sì gaio e fine che le rialzava il labbro superiore, scoprendo un improvviso scintillio di bianchezza. —Dove le hai apprese? Mària si fece seria; strinse le labbra, e senza guardare in viso la sorella, rispose: —Me le ha dette la moglie del pastore. —Se non la vediamo da quasi un anno! —Io l'ho veduta. —Quando? —L'ho veduta. —Qui non venne. —No. La incontrai un giorno che mi ero spinta giù, giù… —Deve essere ben lontano. —Oh! lontanissimo. Sai, io corro. —Non ne dicesti niente. —È vero. Un leggiero rossore imporporò le guancie di Mària, tanto leggiero e così soave che Maria stette a guardarla coll'ansia indefinibile di chi si trova dinanzi ad una rivelazione. Era anche il suo volto parimenti luminoso? Ed erano come quelli della sorella, pieni di scintille i suoi occhi? E poi ancora qualche cosa di cui non trovava il nome, come se una morbidezza fosse scesa sull'altra e un calore tra pelle e pelle, e un pensiero che non veniva mai sulle labbra, ma che sembrava correre nel sangue, e infine una sensazione strana, come se qualcuno fosse con lei, anche quando era sola. * * * Per la prima volta un'ombra malinconica scese nel cuore di Maria. Ella corse dal padre e gli disse: —Guardami. Sono io simile a mia sorella? —Perché mi fai questa domanda? —Perché ho sempre creduto che io e Mària fossimo come una persona sola; ma vedo che Mària cambia, e mi pare che a questo modo mi sfugga. Ah! padre, io vorrei seguirla! Il solitario la calmò. Le disse: —Non sono simili i fiorellini che nascono nello stesso prato? E se uno è pallido e l'altro vigoroso e vermiglio, non ricevono forse la stessa rugiada e lo stesso raggio di sole? Tu sei uguale a tua sorella come il pallido e sottile miosotide è uguale alla rosa vigorosa e vermiglia. * * * —Che è questo?—chiese Maria, sorprendendo nelle mani della sorella una breve superficie lucente, che sembrava acqua rappresa. —Guàrdati. —Madonna santa, che è? —È il tuo volto. —Questo ch'io vedo? —Sì. —E questi occhi? —I tuoi. —E questo naso? —Il tuo. —E la bocca? —La tua bocca. Prova a ridere, vedrai. —Madonna santa! —Non credi ancora? Accosta una mano; vedi bene che è la tua mano.
Muovila. Vedi che si muove?
Maria non parlava più, intontita, immobile davanti alla magica scena; e siccome dalle labbra aperte le usciva il fiato a ondate, presto la lucida superficie si appannò, si rinchiuse. —Scappa! scappa!—gridò Maria. E Mària a ridere allegramente. Con un movimento pieno di dignità passò il lembo del gonnellino sulla lucida superficie che tosto riprese a brillare, e Maria non soggiunse verbo, soggiogata. —È uno specchio,—disse finalmente Mària con una certa aria di persona superiore. Maria non osò nemmeno di ripetere la strana parola. Solo dopo un pezzo, quando Mària ebbe nascosta la spera in seno, ella dimandò: —Dove l'hai preso? —La solita domanda. Maria abbassò gli occhi, mortificata. —Ebbene, perché vuoi sapere tutto, me lo ha dato la moglie del pastore. —Ancora la trovasti? —Ancora. —Ella cammina dunque sempre? —Sale a pascolare l'armento. —Perché non viene qui? —È troppo lontano. —Torna a levare quella bella cosa che la mostriamo al padre. —No, no, egli non capirebbe. Non gliene parlare, te ne prego. E per la seconda volta sulle guancie di Mària apparve quel misterioso rossore, quella zona d'alba nascente… Per la seconda volta Maria sentì stringersi il cuore da un ignoto turbamento. * * * Passò la primavera. L'estate, breve e cocente, maturava a stento i magri frutti dei noccioli esposti a mezzogiorno; ma i rododendri aprivano i loro cuori sanguigni e su per le vette, ai piedi dei ghiacciai, gli edelweiss stellavano il muschio con una fioritura di velluto bianco. Mària, che

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Argomenti: numero infinito,    donna giovane,    movimento pieno,    cielo pallido,    nuovo sorriso

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