Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni pagina 19

Testo di pubblico dominio

doppie per introdurla, ed io per mia confusione ho stabilito il contratto. BEATRICE E voi in prezzo della mediazione avete avuto l'orologio d'oro. OTTAVIO Oimè! Che orribili cose ci tocca a' giorni nostri a sentire! Una dama vende la sua protezione, mercanteggia sull'onore della nobiltà; mette a repentaglio il decoro della città, della nazione, dell'ordine nostro, del nostro sangue? Un Cavaliere non solo tollera, e permette che si profanino i diritti delle nostre adunanze, ma vi coopera, e vi presta la mano, e ne promuove li scandali? Dame, Cavalieri, ascoltatemi: osservare minutamente i puntigli è cosa, che qualche volta ci pone in ridicolo; ma conservare illibato il nostro ordine, scacciar da noi chi lo deturpa con indegne azioni, questo è il vero puntiglio della Nobiltà. La contessa Beatrice, il conte Lelio non sono degni della nostra conversazione. LELIO Voi mentite, e mi renderete conto colla spada alla mano dell'ingiurie colle quali vi fate lecito d'insultarmi. OTTAVIO Uscite da questo luogo, e preparatevi a battervi con quanti siamo, mentre ciascheduno di noi vi reputa per indegno, e mal Cavaliere. LELIO Ad uno, ad uno vi farò conoscere se io... Come la vostra arditezza... (Il rimorso mi confonde. Il nuovo sole non mi vedrà più in Palermo) (parte). BEATRICE A una dama mia pari, si fanno di questi insulti? ELEONORA Tacete, che le dame non trattano come voi. CLARICE Siete indegna di questo nome e per vostra cagione si faranno in Palermo delle risate sopra tutte noi. BEATRICE Informerò tutto il mio parentado della vostra insolenza. CLARICE Anch'io per mia sventura sono vostra parente, e mi vergogno di esserlo. BEATRICE Domani ne parleremo. OTTAVIO Domani vostro marito sarà chiamato da chi s'aspetta. BEATRICE (Domani anderò in campagna, e non mi vedranno mai più) (parte). Scena quattordicesima La contessa Eleonora, la contessa Clarice, il conte Ottavio, dame e cavalieri. OTTAVIO Signore mie, per rimediare in parte al discapito della nostra riputazione, direi che fosse ben fatto unire fra di noi le cento doppie, e farle avere alla signora Rosaura, prima della sua partenza. Io ne esibisco trenta, che tengo in questa borsa (fa vedere una borsa con varie monete). ELEONORA Per parte mia, eccone sei (mette sei doppie nella suddetta borsa). CLARICE Ed io ve ne posso dar otto (fa lo stesso). OTTAVIO E voi dame, e voi Cavalieri, concorrete a quest'opera degna di noi? (va dai Cavalieri, e dalle Dame, e tutti gli danno denari) Ecco raccolte le cento doppie. Andrò a presentarle per parte della nobiltà alla signora donna Rosaura (parte). Scena quindicesima La Contessa Eleonora, la Contessa Clarice, Cavalieri e Dame, poi il Conte Onofrio. ELEONORA Il conte Ottavio è veramente Cavaliere. CLARICE Ma il conte Lelio non ha restituito l'orologio. ELEONORA Donna Rosaura di quello non ha parlato. ONOFRIO Dov'è mia moglie? ELEONORA Dama indegna! (verso il Conte Onofrio) CLARICE Cavaliere senza riputazione! (allo stesso). ELEONORA Scroccone! (al medesimo) CLARICE Parasito (al medesimo). ELEONORA Scorno della nobiltà! (al medesimo) CLARICE Obbrobrio della nazione! (al medesimo) ONOFRIO Parlate con me? (con flemma) Scena ultima Conte Ottavio, e detti. OTTAVIO Non siamo più in tempo; la signora Rosaura è partita. Però se approvate il mio consiglio, con queste cento doppie compreremo un anello, e a lei lo manderemo fino alla di lei patria. ELEONORA Fate quello credete meglio, purché si salvi il nostro decoro. CLARICE Tutto si faccia, per la riputazione del nostro nome. OTTAVIO Questo è il vero puntiglio. Conservar la fama del nostro rango con azioni degne, eroiche, cavalleresche. ONOFRIO Dov'è la Signora donna Rosaura? OTTAVIO È partita, è ritornata a Castell'a Mare. ONOFRIO Mi dispiace non averlo saputo; ma l'anderò a ritrovare. Oh che starne! Oh che coturnici! Oh che vino! (parte) ELEONORA La Contessa Beatrice non la pratico più. CLARICE Né men io mi degno più di farmi vedere con lei. OTTAVIO In questa occasione non disapprovo, che facciate le puntigliose. Non è decoro delle persone onorate trattar con gente venale, che non sa sostenere il suo grado. Ognuno cerchi di conversare con chi può rendergli egual onore; ma niuno aspiri a passar i limiti delle sue convenienze, servendoli d'esempio il fatto comico di donna Rosaura.

Tag: beatrice    parte    conte    contessa    noi    medesimo    donna    vostra    cavaliere    

Argomenti: contessa beatrice,    vero puntiglio,    nuovo sole

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni
Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni
Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi
Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili
Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Caratteristiche del mixed wrestling
Tutti abbiamo bisogno di un ritocchino a volte
Gallipoli, la Perla dello Jonio
Il naturale dei prodotti per la cura della pelle
La bellezza della forma naturale


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14   |    15   |    16   |    17   |    18   |    19