Le leggende sui gatti

Attorno ai gatti circolano parecchie storie, parecchie leggende, moltissime storie affascinanti che in pochi conosco, e che riguardano specialmente alcune specifiche razze. Sono storie che non bisogna conoscere obbligatoriamente prima dell'adozione o dell'acquisto di un gatto, com'è naturale, ma che arricchiscono il bagaglio della cultura circa i felini, possono darci preziosi suggerimenti sulla storia della nostra razza di gatto e che soprattutto hanno un fascino davvero splendido.

La razza tra le storie più affascinanti che esistano riguarda il Sacro di Birmania, o Birmano. La leggenda dell'origine di questa razza riguarda, come accade con moltissimi gatti, i monaci: si narra che i Sacri di Birmania venissero allevati a centinaia, all'epoca di colore bianco, all'interno di un monastero ("Il Tempio dei Gatti" secondo alcune fonti, "Il Tempio dei Gatti Bianchi" secondo altre). Sempre in base alla leggenda, gli stessi monaci, affascinati dalle mille qualità dei felini con i quali convivevano, fecero costruire una statua in oro dedicata ad una dea dagli occhi azzurro profondo, perché proteggesse loro e i loro animali. Uno dei monaci amava particolarmente soffermarsi davanti a quella bellissima statua, pregare inginocchiato dinanzi ad essa, il tutto in compagnia del suo fedele Sinh, il gatto che gli era stato assegnato appena entrato in monastero. Si dice che entrarono dei delinquenti all'interno della chiesa, che uccisero Mun-Ha, il proprietario di Sinh, che in quegli istanti era raccolto in preghiera. Addolorato, il gattino si appoggiò sulla statua d'oro e si trasformò in un incantevole micio somigliante alla statua, dagli occhi incantevoli, blu come gli zaffiri che adornavano il monastero e dal manto fluente, luminoso e dorato. Dice la leggenda che il giorno successivo tutti i gatti del monastero divennero degli stessi colori della statua, perché il monaco che amava la dea non venisse mai dimenticato, e da lì, per onorare la memoria di un religioso così dedito al suo dovere, nacque il Sacro di Birmania.

Un'altra leggenda particolarmente affascinante riguarda il gatto siamese, del quale moltissimi non conoscono la storia, nonostante la diffusione della razza. La leggenda narra infatti che i primi mici fossero esteticamente sgradevoli, dagli occhi strabici e dalla coda storta, quasi a zig zag. I gatti siamesi avevano quest'aspetto a causa del fatto che le bellissime principesse del castello Thai, per tradizione, amavano inserire dei lussuosi anelli sulla coda del gatto, il quale restava meravigliato dal lucicchio e li fissava tutto il giorno, causandosi lo strabismo di cui sopra. Sempre parlando di leggende, ne esistono anche circa i poteri magici del micio, che addirittura potrebbero guarire le persone: per quanto possa essere vero che ultimamente sono stati redatti studi circa gli effetti benefici della convivenza con un animale, queste leggende sono molto antiche perché i gatti venivano proprio utilizzati come rimedio naturale per la risoluzione di alcune patologie anche piuttosto serie. Sulla stessa scia, purtroppo, anche le superstizioni legate ai gatti neri, che portano ai frequentissimi abbandoni delle cucciolate che hanno la 'disgrazia' di nascere di colore scuro, o i riti nel periodo di Halloween che si concludono con la tortura e con la morte del gatto (moltissime associazioni animaliste denunciano e si battono contro queste sciocche superstizioni che, fortunatamente, non sono poi più così diffuse). Quanto ai poteri magici, invece, si narra che il micio abbia la capacità di prevenire non solo catastrofi naturali quali terremoto, tsunami o alluvioni, ma abbia anche la capacità di prevenire le disgrazie "di famiglia" o causate dall'uomo. Insomma, le leggende sono davvero molto affascinanti: perché non acquistare qualche libro che ne parli, anche per scoprire di più sulle origini del nostro gatto?

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