Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni pagina 16

Testo di pubblico dominio

Florindo e Beatrice FLORINDO Voi pure siete in questa locanda alloggiata? BEATRICE Ci sono giunta stamane. FLORINDO Ed io stamane ancora. E non ci siamo prima veduti? BEATRICE La fortuna ci ha voluto un po' tormentare. FLORINDO Ditemi: Federigo, vostro fratello, è egli morto? BEATRICE Ne dubitate? Spirò sul colpo. FLORINDO Eppure mi veniva fatto credere, ch'ei fosse vivo, e in Venezia. BEATRICE Quest'è un inganno di chi sinora mi ha preso per Federigo. Partii di Turino con questi abiti, e questo nome sol per seguire... FLORINDO Lo so, per seguir me, o cara; una lettera scrittavi dal vostro servidor di Turino, mi assicurò di un tal fatto. BEATRICE Come giunse nelle vostre mani? FLORINDO Un servidore, che credo sia stato il vostro, pregò il mio, che ne ricercasse alla posta. La vidi, e trovandola a voi diretta, non potei a meno di non aprirla. BEATRICE Giustissima curiosità di un amante. FLORINDO Che dirà mai Turino della vostra partenza? BEATRICE Se tornerò colà vostra sposa, ogni discorso sarà finito. FLORINDO Come posso io lusingarmi di ritornarvi sì presto, se di là sono capitalmente bandito? Se della morte di vostro fratello sono io caricato? BEATRICE I capitali, ch'io porterò di Venezia vi potranno liberare dal bando; finalmente voi non l'avete ucciso. FLORINDO Ma questi servi ancor non si vedono. BEATRICE Che mai li ha indotti a darci sì gran dolore? FLORINDO Per saper tutto non conviene usar con essi il rigore. Convien prenderli colle buone. BEATRICE Mi sforzerò di dissimulare. FLORINDO Eccone uno. (vedendo venir Truffaldino) BEATRICE Ha cera di essere il più briccone. FLORINDO Credo che non diciate male. Scena nona Truffaldino, condotto per forza da Brighella e dal Cameriere, e detti. FLORINDO Vieni, vieni, non aver paura. BEATRICE Non ti vogliamo fare alcun male. TRUFFALDINO (Eh! me recordo ancora delle bastonade). (parte) BRIGHELLA Questo l'avemo trovà, se troveremo quell'altro lo faremo vegnir. FLORINDO Sì, è necessario, che ci sieno tutti due in una volta. BRIGHELLA (Lo conosseu vu quell'altro?). (piano al Cameriere) CAMERIERI (Io no). (a Brighella) BRIGHELLA (Domanderemo in cusina. Qualchedun lo cognosserà). (al Cameriere, e parte) CAMERIERI (Se ci fosse, l'avrei da conoscere ancora io). (parte) FLORINDO Orsù, narraci un poco, come andò la faccenda del cambio del ritratto, e del libro, e perché tanto tu, che quell'altro briccone vi uniste a farci disperare. TRUFFALDINO (Fa cenno col dito a tutti due che stiano cheti) Zitto. (a tutti due) La favorissa, una parola in disparte. (a Florindo, allontandolo da Beatrice) (Adessadesso, ghe racconterò tutto). (a Beatrice, nell'atto che si scosta per parlare a Florindo) (La sappia, signor, (parla a Florindo) che mi de tutt sto negozi no ghe n'ho colpa, ma chi è stà causa l'è stà Pasqual, servitor de quella signora ch'è là. (accennando cautamente Beatrice) Lu l'è stà quello, che ha confuso la roba, e quel, che andava in t'un baul, el l'ha mess in quell'alter, senza che mi me ne accorza. El pover omo s'ha raccomandà a mi, che lo tegna coverto, acciò, che el so padron no lo cazza via, e mi, che son de bon cor, che per i amici me faria sbudelar, ho trovà tutte quelle belle invenzion per veder d'accomodarla. No me saria mo, mai stimà, che quel ritratt fosse voster, e che tant v'avess da despiaser che fusse morto quel, che l'aveva. Eccove contà l'istoria, come che l'è, da quell'omo sincero, da quel servitor fedel, che ve son). BEATRICE (Gran discorso lungo gli fa colui. Son curiosa di saperne il mistero). (da sé) FLORINDO (Dunque colui, che ti fece pigliar alla posta la nota lettera era servitore della signora Beatrice?). (piano a Truffaldino) TRUFFALDINO (Sior sì, el giera Pasqual). (piano a Florindo) FLORINDO (Perché tenermi nascosta una cosa, di cui con tanta premura ti avea ricercato?). (piano a Truffaldino) TRUFFALDINO (El m'aveva pregà, che no lo disesse). (piano a Florindo) FLORINDO (Chi?). (come sopra) TRUFFALDINO (Pasqual). (come sopra) FLORINDO (Perché non obbedire al tuo padrone?). (come sopra) TRUFFALDINO (Per amor de Pasqual). (come sopra) FLORINDO (Converrebbe, che io bastonassi Pasquale, e te nello stesso tempo). (come sopra) TRUFFALDINO (In quel caso me toccherave a mi le mie, e anca quelle de Pasqual). (da sé) BEATRICE È ancor finito questo lungo esame? FLORINDO Costui mi va dicendo... TRUFFALDINO (Per amor del Cielo, sior padron, no la descoverza Pasqual. Piuttosto la diga, che son stà mi, la me bastona anca, se la vol, ma no la me ruvina Pasqual). (piano a Florindo) FLORINDO (Sei così amoroso per il tuo Pasquale?). (piano a Truffaldino) TRUFFALDINO (Ghe vòi ben, come s'el fuss me fradel. Adess vòi andar da quella signora, vòi dirghe, che son stà mi, che ho fate; vòi che i me grida, che i me strapazza, ma che se salva Pasqual). (come sopra, e si scosta da Florindo) FLORINDO (Costui è di un carattere molto amoroso). (da sé) TRUFFALDINO Son qua da ela. (accostandosi a Beatrice) BEATRICE (Che lungo discorso hai tenuto con signor Florindo)? (piano a Truffaldino) TRUFFALDINO (La sappia, che quel signor el gh'ha un servitor, che gh'ha nome Pasqual; l'è el più gran mamalucco del mondo; l'è stà lu, che ha fatt quei zavai della robba, e perché el pover omo l'aveva paura, che el so patron lo cazzasse via, ho trovà mi quella scusa del libro, del patron morto, negà, etecetera. E anca adess a sior Florindo gh'ho ditt, che mi son stà causa de tutto). (piano sempre a Beatrice) BEATRICE (Perché accusarti di una colpa, che asserisci di non avere?). (a Truffaldino, come sopra) TRUFFALDINO (Per l'amor che porto a Pasqual). (come sopra) FLORINDO (La cosa va un poco in lungo). (da sé) TRUFFALDINO (Cara ela, la prego, no la lo precipita). (piano a Beatrice) BEATRICE (Chi?). (come sopra) TRUFFALDINO (Pasqual). (come sopra) BEATRICE (Pasquale, e voi siete due bricconi). (come sopra) TRUFFALDINO (Eh, sarò mi solo). (da sé) FLORINDO Non cerchiamo altro, signora Beatrice, i nostri servidori non l'hanno fatto a malizia, meritano essere corretti; ma in grazia delle nostre consolazioni, si può loro perdonare il trascorso. BEATRICE È vero, ma il vostro servitore... TRUFFALDINO (Per amor del Cielo, no la nomina Pasqual). (piano a Beatrice) BEATRICE Orsù, io andar dovrei dal signor Pantalone de' Bisognosi, vi sentireste voi di venir con me? (a Florindo) FLORINDO Ci verrei volentieri, ma devo attendere un banchiere a casa. Ci verrò più tardi, se avete premura. BEATRICE Sì, voglio andarvi subito. Vi aspetterò dal signor Pantalone, di là non parto, se non venite. FLORINDO Io non so dove stia di casa. TRUFFALDINO Lo so mi, signor, lo compagnerò mi. BEATRICE Bene, vado in camera a terminar di vestirmi. TRUFFALDINO (La vada, che la servo subito). (piano a Beatrice) BEATRICE Caro Florindo, gran pene che ho provate per voi. (entra in camera) Scena decima Florindo e Truffaldino FLORINDO Le mie non sono state minori. (dietro a Beatrice) TRUFFALDINO La diga, sior patron, no gh'è Pasqual; siora Beatrice no gh'ha nissun, che l'aiuta a vestir, se contentelo, che vada mi a servirla in vece de Pasqual? FLORINDO Sì, vanne pure; servila con attenzione, averò piacere. TRUFFALDINO (A invenzion, a prontezza, a cabale, sfido el primo sollicitador de Palazzo). (da sé; entra nella camera di Beatrice) Scena undicesima Florindo, poi Beatrice e Truffaldino FLORINDO Grandi accidenti accaduti sono in questa giornata! Pianti, lamenti, disperazioni, e all'ultimo consolazione, e allegrezza. Passar dal pianto al riso è un dolce salto, che fa scordare gli affanni, ma quando dal piacere si passa al duolo, è più sensibile la mutazione. BEATRICE Eccomi lesta. FLORINDO Quando cambierete voi quelle vesti? BEATRICE Non istò bene vestita così? FLORINDO Non vedo l'ora di vedervi colla gonnella, e col busto. La

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