Libri poeta

Libri su poeta, con la parola poeta

Confessioni di un Italiano (pagina 216)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Credo all'entusiasmo delle anime che irrompendo quandocchesia nella vita sociale anticiperanno di qualche millennio il trionfo della scienza, come il matematico calcolatore è prevenuto nelle sue scoperte dalle audaci ipotesi del poeta! — E perciò, Lucilio, seguitate il sogno della vostra gioventù, e credete rinfocolare questo immenso entusiasmo colle mene segrete, e colle oscure macchinazioni! ... Conoscete lord Byron il poeta? ... Risi dunque sul muso al gran poeta rispondendogli che avevano bisogno di me allo Spedale ... Byron è troppo grande; oltreché nei libri e nelle rime deve finir poeta anche nella vita ...
Il colore del tempo (pagina 7)
di Federico De Roberto (estratti)

... Allora, perchè tanto sdegno e tanta impazienza? LA POESIA DI UN FILOSOFO Che Sully Prudhomme sia un artista geniale, un poeta delicatissimo, è risaputo da quanti hanno sentito, con accompagnamento di musica o senza, il suo celebre Vase brisé ... Egli non ha voluto però tener separate le sue diverse facoltà, contentandosi di scrivere ora versi ispirati ed ora ragionamenti rigorosi; ha pure composto i poemi intitolati I Destini, La Giustizia e La Felicità con cuore di poeta e mente di filosofo ... Il poeta, il sapiente e il sacerdote facevano tutt'uno ... Sully Prudhomme ha espresso l'inquietitudine prodotta universalmente da questi antagonismi: Comment prier, pendant qu'un profane astronome Mesure, pèse et suit les mondes radieux?… Comment chanter, pendant qu'un obstiné chimiste Souffle le feu, penché sur son oeuvre incertain?… Et quel amour goûter, quand dans la chair vivante Le froid anatomiste enfonce le scalpel?… La scienza sarebbe dunque fatale alla fede, alla poesia ed allo stesso amore?… No! Il poeta protesta e si ribella ... Senza dubbio: il vero poeta non deve guardare con invidia l'astronomo che scruta il cielo, come l'astronomo non dev'essere neppur egli geloso del poeta: i due ufficî sono egualmente importanti e dignitosi; ma il vento della strofe non solleva nulla ... Se bastasse mettersi a cantare per risolvere i problemi e discoprire le leggi della natura, chi si rovinerebbe più gli occhi e le mani sugli strumenti d'un gabinetto, chi vi si chiuderebbe a farvi calcoli sopra calcoli? Il poeta può soltanto ridire ciò che lo scienziato ha scoperto; ma la strofe del poeta dev'essere alata, vibrante, sfolgorante; e il linguaggio dello scienziato è tutt'il contrario: freddo, esatto, severo ...
Il colore del tempo (pagina 8)
di Federico De Roberto (estratti)

... Per dire che gli areonauti guardano il barometro, il poeta scrive: Ils montent, épiant l'échelle où se mesure L'audace du voyage au déclin du mercure ... Sully Prudhomme canta ancora che i cieli non ci sono più sbarrati, perchè Euclide e Pitagora hanno Dessiné du doigt dans le sable Sur un triangle trois carrés, Parce qu'ils les ont comparés… Anche questo è un altro indovinello, del quale il lettore che ha dimestichezza con la geometria trova subito la spiegazione: il teorema del quadrato dell'ipotenusa, altrimenti detto il ponte degli asini; ma il geometra rammenterà al poeta che il triangolo dev'essere rettangolo… ... L'esercizio delle native facoltà poetiche ha fatto di Sully Prudhomme un poeta squisito, armonioso, leggiadro, efficacissimo nell'esprimere gli stati d'animo ambigui, perplessi e fuggevoli; capace anche, secondo l'espressione del Lemaître, di vere invenzioni di sentimenti ...
Il colore del tempo (pagina 9)
di Federico De Roberto (estratti)

... Ma finora, lasciando parlare il genio benefico, lasciandolo operare contrariamente al Male, il poeta non esprime la sua opinione personale ... Ma quando il Bene è così perfetto, quando il poeta si trova dinanzi al Bene massimo ed al Male estremo, egli osserva, come il Tolstoi e il Nietzsche, che le prosperità sono impossibili senza i disastri, i piaceri senza i dolori, e che la vita e la morte lavorano insieme, una in faccia all'altra ... Contre les ancìens dieux l'âme humaine aguerrie N'attend certes plus d'eux ni fléaux ni bienfaits, Mais n'est-ce pas un reste obscur d'idolâtrie De maudire ou bénir des sorts bons ou mauvais? Fra le contrarie voci del Bene e del Male il poeta ne ode ora un'altra: quella della Natura: e la Natura dice che ella è la stessa ragione, che i destini dell'universo si svolgono infallibilmente; che non avendo esso avuto principio nè dovendo aver fine, così non è stato giovane ne può invecchiare; che l'equilibrio delle leggi e la costanza delle cause gli conferiscono un ordine contro del quale il tempo non può nulla; che solamente le forme apparenti delle cose cambiano ... E se questo è l'ordine che dà la Natura, il poeta lo accetta integralmente ... È vero che, dal primo suo giorno, il genere umano ha dischiuso come un calice il cuore verso il cielo, e che nel cielo Plane son grand espoir, de sa raison vainqueur; ma il filosofo sa che non si può dare la scalata al cielo per andare a leggere negli stessi occhi di Dio; e il poeta narra pertanto la semplice impresa degli areonauti, i quali arrischiano la vita per osservare qualche fatto e prendere qualche nota: La cause et la fin sont dans l'ombre;     Rien n'est sûr que le poids, la figure et le nombre: Nous allons conquérir un chiffre seulement… III ... Quando l'anima era semplice, dice egli nella Giustizia, si slanciava verso il cielo e vi spaziava, sostenuta dall'estasi e dalla speranza; oggi la scienza ha spogliato la natura di tutte le illusioni che la facevano bella; il poeta non vede più in essa un'anima divinamente umana; e come l'orfano si rivolge alla giustizia quando non spera più nulla dalla bontà, così egli, disperando della fede, vuole interrogare la Sfinge per conoscere se almeno una legge d'equità governi l'universo ... Ma il poeta, che già si era acquetato a questa conclusione, ora non l'accetta più ... Ma che cosa è questa coscienza? Dapprima il poeta aveva considerata la propria coscienza come uno specchio che non doveva far altro se non riflettere lo spettacolo della Natura, senza giudicarlo ...
Il colore del tempo (pagina 10)
di Federico De Roberto (estratti)

... » Ma se non si deve giudicare della bontà del destino alla stregua del nostro piacere, quale sarà il criterio del giudizio? Di che cosa e perchè si è lagnato il poeta? Si è lagnato Des maux plus grands que moi; si è lagnato perchè Toutes les douleurs de la terre et des mondes Font tressaillir mon âme en ses cordes profondes ... Ma allora, se l'anima umana, dove ha sede la giustizia, è mandataria del gran Tutto, non potremo più dire che nel Tutto non c'è giustizia! Finchè il poeta considerava l'uomo come una particella infinitesimale dell'universo, come lo «specchio» del Nietzsche, capace semplicemente e solamente di riflettere l'universo, egli poteva dire che non c'è in quest'universo giustizia; ma dal momento che l'uomo è il rappresentante della natura, questa natura che si riassume in una coscienza capace di giustizia non si potrà più accusare d'iniquità ... Non pare quasi che il poeta ne sia egli stesso poco sicuro e che ne dubiti prima di noi? Non pare anche che, dubitando egli della stessa vitalità dei suoi redivivi protagonisti, vada in cerca di argomenti per farci credere alla verisimiglianza della finzione? Nel nuovo mondo dove Fausto e Stella rivivono le creature non si nutrono di altre creature, come voleva la legge crudele della terra, ma di semplici frutta: Nul être ici ne sacrifie Les corps pour respirer construits ... Così, dopo la pluralità dei mondi e la metempsicosi, Sully Prudhomme canta il vegetarianismo o vegetarismo,—non so come si deve dire;—però noi potremmo chiedere al poeta se è ben sicuro che le piante non siano dotate di sensibilità, che non siano anch'esse forme di vita da rispettare come tutte le altre… ...
Il colore del tempo (pagina 11)
di Federico De Roberto (estratti)

... Non vorrà egli sapere dov'è il soggiorno glorioso, qual è la causa del tutto, chi è l'Arbitro dell'universo? E quando vorrà e non potrà sapere queste cose, non ricomincerà a dubitare? LA FILOSOFIA DI UN POETA Quando l'arte di Carlo Baudelaire fu detta, prima ancora che dal Nordau, oscura ed immorale, una voce potente sorse a difenderla: la voce di Vittor Hugo ... Il gran poeta affermò che l'autore dei Fleurs du mal aveva arricchito il campo delle commozioni artistiche di un frisson nouveau ... E se i simboli dentro i quali egli ha chiuso il proprio pensiero non sono intelliggibili ai più, se gli ammiratori del poeta vogliono intendere tutta quanta la sua filosofia, eccola per disteso spiegata nel suo nuovo libro: La Sagesse et la Destinée ... Dopo aver visto che cosa è la poesia di un filosofo, non sarà fuor di luogo vedere che cosa è la filosofia di un poeta ... Il Maeterlinck ha un bel proporsi di ragionare e di discutere: il poeta si desta, suggerisce al filosofo similitudini delle quali questi potrebbe giovarsi, se non fosse che, appena una prima immagine appare, tosto un intero quadro si svolge nella fantasia del poeta, con i più minuti ...
Il ponte del Paradiso (pagina 2)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Raimondo Zuliani nel profondo dell'animo era fatto così; banchiere poeta; poeta senza far versi; poeta nella delicatezza e nella vivacità di un'indole tanto più forte ne' suoi scatti improvvisi, quanto più era ordinariamente compressa dalla necessità e dalla consuetudine; poeta nel culto dell'amicizia, poeta nella adorazione per la sua Livia, di cui era innamorato come il giorno che l'aveva conquistata, fra tante difficoltà, fra tanti contrasti, e non ...
Il ponte del Paradiso (pagina 5)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Il signor Brizzi, ad esempio, ci passò per signora, un po' stagionata a dir vero, accettando il braccio che gli offriva il Gregoretti, bel tipo di mattacchione, e alle sue ore anche poeta ... E più avrebbe detto il poeta, perchè c'erano da enumerare i pregi a centinaia ... Tra gli applausi e gli evviva dei suoi convitati, la bella nervosa, atteggiate le labbra al sorriso, levò il suo calice, accostandolo cortesemente a quello del suo poeta ... — Io? Non son poeta; e dovrei tesserlo in prosa ...
La via del rifugio (pagina 6)
di Guido Gozzano (estratti)

... I — “O Poeta, la tua mamma che ti diede vita e latte, che le guancie s'è disfatte nel cantarti ninna–nanna, lei che non si disfamò, perchè tu ti disfamassi, lei che non si dissetò, perchè tu ti dissetassi, la tua madre ha fame, tanta fame! E cade per fatica, s'accontenta d'una mica; tu soccorri quella santa! Ella ha sete! Nè t'incresca di portarle tu da bere: s'accontenta d'un bicchiere, d'un bicchiere d'acqua fresca” ... O s'affacci al limitare, si rivolga alla comare: ma lasciatemi sognare, ma lasciatemi sognare!” II — “O Poeta, la tua mamma che ti diede vita e latte, che le guancie s'è disfatte nel cantarti ninna–nanna, la tua mamma che quand'eri ammalato t'assisteva, non mangiava, non beveva nei tristissimi pensieri, lei che t'era sempre intorno per rifarti sano e forte per contenderti alla Morte, e piangeva, e notte e giorno invocava Gesù Cristo e la Vergine Maria: o Poeta! ed oggi ho visto la tua madre in agonia! Oh! l'atroce dipartita! Chinerai la testa bionda sulla fronte incanutita della santa moribonda?” — “Taciturna è la fortuna ... Che mi ciarli, che mi ciarli? Non concedo mi si parli quando parlo con la Luna! Forse che dallo speziale non c'è benda e medicina? Forse che nel casolare non c'è Ghita la vicina? La vicina a confortare, medicina a risanare: ma lasciatemi sognare, ma lasciatemi sognare!” III — “O Poeta, la tua mamma che ti diede vita e latte, che le guancie s'è disfatte nel cantarti ninna–nanna, — odi, anco se t'annoia! — lei che t'ebbe come un sole, che t'apprese le parole che ora sono la tua gioia, la tua mamma in sulla porta fu trovata sola e morta! Sola e morta chi sa come singhiozzando nel tuo nome ...
Libro proibito (pagina 4)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Tullio poeta vantasi; Dunque: perchè fa il critico? Tullio è poeta pessimo ... AD UN POETA Sulle tue prime liriche Domandi il voto mio; Bravo! pur che sien l'ultime, Batto le mani anch'io ...
Piccolo mondo moderno (pagina 57)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Nel mediano il poeta fantastico raffigurò un grugno di cinghiale ... Nell'ombra mobile del Covile, sforacchiata di sole, stavano a conversare, seduti, Carlino Dessalle, la signora Cerri, il maestro Bragozzo, ospite dei Cerri, Bassanelli sfuggito per due giorni alle cure del Governo, il poeta fantastico e il notaio di Vena, un savio, lento di gambe e di parola ... E subito la signora invocò il poeta ... Che ne pensava il poeta? Il poeta, che solo appariva tale nella zazzera e nella cravatta male composta, che si chiudeva, quando la gente pareva curarsi poco di lui, in accigliati silenzi e invece quando gli si mostrava deferente sfrenava subito la sua parola incomposta quanto la cravatta e la zazzera, cominciava a rodersi che nessuno lo introducesse ossequiosamente nella discussione; per cui lodò molto in cuor suo la intelligenza superiore della signora Cerri e prese le parti di lei con tutto il fervore delle sue opinioni e del suo irritabile amor proprio, mescolati insieme, spumanti ...
Piccolo mondo moderno (pagina 58)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Gli era gradito come l'annuncio ufficiale che tante cose odiose e fastidiose marcivano e che una salutare fase della evoluzione nuova era prossima; perchè il poeta era un trasformista fanatico e non sapeva, quasi, ordinarsi il pranzo senz'arringare il cameriere con l'evoluzione ... Il poeta aveva tartassato i socialisti ma in fondo parlava come un socialista e la conversazione passò dai malanni sociali alle medicine socialiste ... Anche il buon maestro volle dire la sua: se tutte le note musicali volessero essere il la perchè il la comanda, addio musica! La signora batteva il chiodo della giustizia, dei torti che le sono pur fatti nella società del nostro tempo; e Carlino, dopo avere rimbeccato il poeta mettendo avanti che praticamente l'avvenire non esiste ma esiste soltanto una serie di presenti, sostenendo quindi che vera scienza della vita è il godimento e la interpretazione ottimista del presente, uscì a dire che in fin de' conti esistono infiniti concetti individuali della giustizia, ma proprio la giustizia non esiste ... Il buon Bragozzo, scandalizzato dalle tesi di Carlino, dalla simpatia di Bassanelli per i pasticci, dal discorso del poeta sui clericali e dalla comparsa di Piero in quella compagnia, si sfogò, appena passata la Pentola degli Stregoni, con la signora e le confessò che a lui quel così detto Covile del Cinghiale era parso un bel porcile: "El staloto del mas'cio" ... Maironi non desiderando, nel suo stato d'animo, nè parlare nè udir parlare accademicamente di giustizia quasi per passatempo, lasciò in asso il poeta, che combatteva i fratelli Dessalle guardando spesso lui come uno sperato sostegno, e uscì a considerare la Pentola ...
Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... I suoi più acerrimi nemici letterarii d'un tempo tacciono; i suoi più accaniti avversarii politici saettano il repubblicano, ma rispettano il poeta, come una gloria della Francia ... Chi non lo riconosce come poeta drammatico, lo ammette come romanziere; chi lo respinge come romanziere, lo adora come poeta lirico; altri che detestano il suo gusto letterario, accettano le sue idee; altri che combattono le sue idee, sono entusiasmati della sua forma; chi non ammira nessuna delle sue opere partitamente, ammira ed esalta la vastità grandiosa dell'edifizio che formano tutte insieme: nessuno gli contesta il genio; nessuno, parlandone cogli stranieri, si mostra incurante od ostile all'omaggio che gli vien reso; e anche chi l'odia, ne è altero ... Egli è un poeta popolare e un tribuno vittorioso, e porta sulla corona d'alloro come un'aureola sacra di genio tutelare della patria ...
Ricordi di Parigi (pagina 22)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Per me non c'era più che un solo Hugo, il grande poeta amoroso e sdegnoso, pieno di consigli fortissimi e di sante consolazioni; l'uomo che m'aveva fatto delirare d'amore da giovanetto; che m'aveva fatto pensare e lottare da uomo; il poeta di cui le strofe fulminee m'eran sonate nel cuore sul campo di battaglia come grida eccitatrici d'un generale lontano; lo scrittore che aveva mille volte schiacciato il mio misero orgoglio d'impiastrafogli, facendomi provare non so che voluttà acre e salutare nell'umiliazione, che mi acquietava l'anima; l'autore di cui parlando m'era sgorgata mille volte dal cuore commosso la parola facile e calda che m'aveva cattivato delle simpatie; l'artista che mi aveva aiutato a esprimere mille sentimenti e a render l'immagine di mille cose che senza di lui mi sarebbero forse rimaste sepolte per sempre nell'anima; lo scrittore di cui in Spagna, in Grecia, sul Reno, sul Bosforo, sul mare, mi ricorreva ogni momento alla memoria un pensiero o una immagine, che rischiarava, formulava e commentava la mia emozione; il poeta dei fanciulli, il consolatore delle madri sventurate, il cantore delle morti gloriose, il grande pittore dei cieli e degli oceani; oggetto di vent'anni, di studio, di curiosità e di discussioni; mille volte abbandonato, mille volte ripreso, mille volte difeso; Galeotto d'amori gentili, auspice d'amicizie ardenti, compagno di veglie febbrili e provocatore di scoppi di pianto disperati; l'uomo, insomma, in cui avevo vissuto una gran parte della parte più bella della mia vita; che m'aveva trasfuso nelle vene il suo sangue, e delle cui opere mi ero fatto ossa, nervi e cervello ... La mano sinistra del grande poeta raggiunse la destra, e la mia mano calda e tremante rimase per qualche momento tra le sue ...
Rinaldo
di Torquato Tasso (estratti)

... Né credo che vi sarà grave ch'io, discostatomi alquanto da la via de' moderni, a que' miglior antichi più tosto mi sia voluto accostare: che non però mi vedrete astretto a le più severe leggi d'Aristotile, le quali spesso hanno reso a voi poco grati que' poemi che per altro gratissimi vi sarebbono stati; ma solamente que' precetti di lui ho seguito i quali a voi non togliono il diletto: com'è l'usare spesso gli episodi, ed introducendo a parlar altri, spogliarsi de la persona di poeta, e far che vi nascano l'agnizioni e le peripezie o necessariamente o verisimilmente, e che vi siano i costumi e '1 discorso espressi ... Benché da l'altra parte, né il principe de' poeti, Virgilio, né Omero, né gli altri antichi gli abbiano usati, ed Aristotile chiaramente dica ne la sua Poetica, la qual ora con gloria di sé e stupore ed invidia altrui espone in Padoa l'eloquentissimo Sigonio, che tanto il poeta è migliore quanto imita più, e tanto imita più quanto men egli come poeta parla e più introduce altri a parlare ... Ma non l'han già servato coloro che tutte le moralità e le sentenze dicono in persona del poeta, né solo in persona del poeta, ma sempre nel principio de' canti, ch'oltre che ciò facendo non imitino, pare che siano talmente privi d'invenzione e che non sappiano tai cose in altra parte locare che nel principo del canto ...