Lonomia obliqua: la farfalla più pericolosa al mondo

Come ormai tutti sanno le farfalle non sono esseri gradevoli all'aspetto, nell'immaginario collettivo anche socievoli, animali felici, ma possono essere anche aggressive e pericolose. La cattiveria negli animali, che sono privi di senso morale, non esiste, ma l'aggressività in caso di minaccia esiste eccome: la lonomia obliqua, che anche da bruco è estremamente pericolosa, ne è un esempio lampante.

Si possono incontrare nei boschi o in qualunque altro posto, sono abbastanza diffusi anche in Europa e ormai si possono incontrare in Italia: non così di frequente, non dobbiamo fare così tanta attenzione, anzi sono piuttosto rari e il nostro clima non si addice perfettamente a quello che vorrebbero, ma è sempre meglio guardarsi attorno con attenzione prima di toccare i bruchi. La dimostrazione che questo sarebbe meglio evitarlo nella quasi totalità dei casi è lui, la lonomia obliqua, che non sarà difficile riconoscere nel caso dovessimo incontrarlo per le tortuose strade dei boschi. È esattamente come chiunque immaginerebbe un animale velenoso: apparentemente spinoso, ha la parvenza di un cactus, infatti presenta numerose spine bianche su tutto il corpo. Sembra abbastanza peloso, ed è per questo che chiunque lo incontrasse, anche senza conoscere le sue caratteristiche principali, eviterebbe a tutti i costi di toccarlo. Ma bisogna imparare i tratti distintivi per essere sicuri di non incontrarlo e di non andare a cercarlo. Innanzitutto bisogna imparare a riconoscere il bruco, che come abbiamo detto generalmente presenta colori chiari, è spinoso (ad alcuni potrebbe anche sembrare che abbia delle piccole piantine aghiformi sul dorso) ed ha un aspetto tendenzialmente repellente, che infatti non farebbe avvicinare qualcuno a toccarlo. Ovviamente il bruco non resterà sempre bruco, ma si trasformerà presto in farfalla: sarebbe meglio classificare l'esemplare adulto come falena, piuttosto che come farfalla, e avrà delle sembianze ben diverse da quelle che aveva prima il bruco. Infatti perderà tutti i colori chiari e l'aspetto spinoso, ma si trasformerà in una farfalla abbastanza comune, di colore arancionato, che quindi potrebbe essere considerata una innocua farfallina come tante altre e potrebbe essere toccata dagli ignari turisti.

Senza fare troppo catastrofismo, si dovrebbe comunque sempre restare attenti a quello che si tocca e non si tocca, evitando, a meno che non si supponga di avere una certa esperienza nel settore delle farfalle e degli insetti in generale. Anzitutto bisogna esaminare approfonditamente gli effetti che potrebbe causare il toccare questo bruco oppure questa falena adulta: il tipo di "avvelenamento" che avviene al contatto con l'animale che potremmo incontrare nei boschi si chiama lonomismo, dal nome scientifico del bruco, e generalmente porta vertigini ed emorragie. Sebbene i sintomi e gli effetti dell'avvelenamento cutaneo dipendano soprattutto dall'età e dal numero di bruchi toccati, magari svariati in contemporanea se siamo caduti nelle loro sterpaglie, generalmente il risultato è comunque molto pericoloso.

Curiosità: nel contesto delle frasi belle, parte di questi concetti viene trattata nel libro Fermo e Lucia con la seguente bella frase:

"Questo si chiamava e si chiama tuttavia il Bione, nome che non si troverà in alcun dizionario geografico; e a dir vero colui che lo porta non merita per nessun verso di esser memorato"


Infatti, a parte l'iniziale bruciore e le classiche sensazioni appena toccheremo il pericoloso bruco, potrebbe iniziare un sanguinamento anche piuttosto cospicuo: è questo il pericolo principale che è in grado di scatenare la lonomia obliqua. Al primo sfregamento con la pelle e al primo contatto, si potrebbe iniziare a sanguinare, questo perché il veleno del bruco o della falena incide sulla coagulazione. Perciò occhi aperti durante le escursioni!

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