Libri duca

Libri su duca, con la parola duca

Decameron (pagina 34)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per la qual cosa al duca d'Atene, giovane e bello e pro' della persona, amico e parente del prenze, venne disidero di vederla: e mostrando di venirlo a visitare, come usato era talvolta di fare, con bella e onorevole compagnia se ne venne a Chiarenza, dove onorevolemente fu ricevuto e con gran festa ... Poi, dopo alcun dì, venuti insieme a ragionamento delle bellezze di questa donna, domandò il duca se così era mirabil cosa come si ragionava ... ” A che sollecitando il duca il prenze, insieme n'andarono là dove ella era ... E in mezzo di loro fattala sedere, non si poté di ragionar con lei prender piacere, per ciò che essa poco o niente di quella lingua intendeva; per che ciascun lei sì come maravigliosa cosa guardava, e il duca massimamente, il quale appena seco poteva credere lei essere cosa mortale; e non acorgendosi, riguardandola, dell'amoroso veleno che egli con gli occhi bevea, credendosi al suo piacer sodisfare mirandola, se stesso miseramente impacciò, di lei ardentissimamente innamorandosi ... Era il palagio sopra il mare e alto molto, e quella finestra, alla quale allora era il prenze, guardava sopra certe case dall'impeto del mare fatte cadere, nelle quali rade volte o non mai andava persona: per che avvenne, sì come il duca davanti avea proveduto, che la caduta del corpo del prenze da alcuno né fu né poté esser sentita ... Il compagno del duca ciò veggendo esser fatto, prestamente un capestro da lui per ciò portato, faccendo vista di fare carezze a Ciuriaci, gli gittò alla gola e tirò sì che Ciuriaci niuno romore poté fare: e sopragiuntovi il duca, lui strangolarono e dove il prenze gittato avea il gittarono ... E questo fatto, manifestamente conoscendo sé non essere stati né dalla donna né da altrui sentiti, prese il duca un lume in mano e quello portò sopra il letto, e chetamente tutta la donna, la quale fisamente dormiva, scoperse; e riguardandola tutta la lodò sommamente, e se vestita gli era piaciuta, oltre a ogni comparazione ignuda gli piacque ... Il quale non senza gran maraviglia fu riconosciuto da molti, li quali con lusinghe fattisi menare al matto là onde tratto l'avea, quivi con grandissimo dolore di tutta la città quello del prenze trovarono, e onorevolmente il sepellirono; e de' commettitori di così grande eccesso investigando e veggendo il duca d'Atene non esservi ma essersi furtivamente partito, estimarono, così come era, lui dovere aver fatto questo e menatasene la donna ... Per che prestamente in lor prenze un fratello del morto prenze substituendo, lui alla vendetta con ogni loro potere incitarono; il quale, per più altre cose poi acertato così essere come imaginato avieno, richesti e amici e parenti e servidori di diverse parti, prestamente congregò una bella e grande e poderosa oste, e a far guerra al duca d'Atene si dirizzò ... Il duca, queste cose sentendo, a difesa di sé similmente ogni suo sforzo apparecchiò, e in aiuto di lui molti signor vennero, tra' quali, mandati dallo 'mperadore di Constantinopoli, furono Constantino suo figliuolo e Manovello suo nepote con bella e con gran gente ... Li quali dal duca onorevolemente ricevuti furono e dalla duchessa più, per ciò che loro sirocchia era ... Appressandosi di giorno in giorno più alla guerra le cose, la duchessa, preso tempo, ammenduni nella camera se gli fece venire, e quivi con lagrime assai e con parole molte tutta la istoria narrò, le cagioni della guerra narrando: mostrò il dispetto a lei fatto dal duca della femina la quale nascosamente si credeva tenere, e forte di ciò condogliendosi gli pregò che all'onor del duca e alla consolazion di lei quello compenso mettessero che per loro si potesse il migliore ... E avendo molte volte udita la donna di maravigliosa bellezza commendare, disideraron di vederla e il duca pregarono che loro la mostrasse ... E sedendo Constanzio con lei, la cominciò a riguardare pieno di maraviglia, seco affermando mai sì bella cosa non aver veduta e che per certo per iscusato si doveva avere il duca e qualunque altro che per avere una sì bella cosa facesse tradimento o altra disonesta cosa: e una volta e altra mirandola, e più ciascuna commendandola, non altramenti a lui avvenne che al duca avvenuto era ...
Decameron (pagina 35)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... abbandonato, si diede al pensare come al duca torre la potesse, ottimamente a ciascuna persona il suo amor celando ... Ma mentre che esso in questo fuoco ardeva, sopravenne il tempo d'uscire contro al prenze che già alle terre del duca s'avicinava: per che il duca e Constanzio e gli altri tutti, secondo l'ordine dato d'Atene usciti, andarono a contrastare a certe frontiere acciò che più avanti non potesse il prenze venire ... E quivi per più dì dimorando, avendo sempre Constanzio l'animo e 'l pensiere a quella donna, imaginando che, ora che il duca non l'era vicino, assai bene gli potrebbe venir fatto il suo piacere, per aver cagione di tornarsi a Atene si mostrò forte della persona disagiato; per che, con licenzia del duca, commessa ogni sua podestà in Manovello, a Atene se ne venne alla sorella ... E quivi, dopo alcun dì, messala nel ragionare del dispetto che dal duca le pareva ricevere per la donna la qual teneva, le disse che, dove ella volesse, egli assai bene di ciò l'aiuterebbe, faccendola di colà ove era trarre e menarla via ... La duchessa, estimando Constanzio questo per amor di lei e non della donna fare, disse che molto le piacea, sì veramente dove in guisa si facesse che il duca mai non risapesse che essa a questo avesse consentito ... E quasi alla donna da parte del duca parlar volesse, con lei verso una porta che sopra il mare usciva solo se n'andò; la quale già essendo da uno de' suoi compagni aperta e quivi col segno dato chiamata la barca, fattala prestamente prendere e sopra la barca porre, rivolto alla famiglia di lei disse: “Niuno se ne muova né faccia motto, se egli non vuol morire, per ciò che io intendo non di rubare al duca la femina sua ma di torre via l'onta la quale egli fa alla mia sorella ...
Decameron (pagina 78)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma non dopo molti giorni avvenne che per altra malvagia opera fu presa la vecchia che alla Ninetta l'acqua avvelenata composta avea, la quale tra gli altri suoi mali, martoriata, confessò questo pienamente mostrando ciò che per quello avvenuto ne fosse; di che il duca di Creti, senza alcuna cosa dirne, tacitamente una notte fu dintorno al palagio di Folco e senza romore o contradizione alcuna presa ne menò la Ninetta, dalla quale senza alcun martorio prestissimamente ciò che udir volle ebbe della morte di Restagnone ... Folco e Ughetto occultamente dal duca avean sentito, e da lor le lor donne, perché presa la Ninetta fosse, il che forte dispiacque loro; e ogni studio ponevano in far che dal fuoco la Ninetta dovesse campare, al quale avvisavano che giudicata sarebbe, sì come colei che molto ben guadagnato l'avea; ma tutto pareva niente, per ciò che il duca pur fermo a volerne far giustizia stava ... La Magdalena, la quale bella giovane era e lungamente stata vagheggiata dal duca senza mai aver voluta far cosa che gli piacesse, imaginando che piacendogli potrebbe la sirocchia dal fuoco sottrarre, per un cauto ambasciadore gli significò sé essere a ogni suo comandamento, dove due cose ne dovesser seguire: la prima, che ella la sua sorella salva e libera dovesse riavere; l'altra, che questa cosa fosse segreta ... Il duca, udita l'ambasciata e piaciutagli, lungamente seco pensò se fare il volesse, e alla fine vi s'accordò e rispose che era presto ... La mattina seguente Folco e Ughetto, avendo udito la Ninetta la notte essere stata mazzerata e credendolo, furon liberati; e alla lor casa per consolar le lor donne della morte della sorella tornati, quantunque la Magdalena s'ingegnasse di nasconderla molto, pur s'accorse Folco che ella v'era: di che egli si maravigliò molto e subitamente suspicò, già avendo sentito che il duca aveva la Magdalena amata, e domandolla come questo esser potesse che la Ninetta quivi fosse ... E temendo l'ira e la giustizia del duca, lei lasciata nella camera morta, se n'andò colà ove la Ninetta era, e con viso infintamente lieto le disse: “Tosto andianne là dove diterminato è da tua sorella che io ti meni, acciò che più non venghi alle mani del duca ... Venuto il dì seguente e essendosi la Magdalena trovata uccisa, furono alcuni che, per invidia e odio che a Ughetto portavano, subitamente al duca l'ebbero fatto sentire: per la qual cosa il duca, che molto la Magdalena amava, focosamente alla casa corso, Ughetto prese e la sua donna; e loro, che di queste cose ...
La divina commedia (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lo duca mio discese ne la barca, e poi mi fece intrare appresso lui; e sol quand'io fui dentro parve carca ... Tosto che 'l duca e io nel legno fui, segando se ne va l'antica prora de l'acqua più che non suol con altrui ... "O caro duca mio, che più di sette volte m'hai ...
La divina commedia (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)

... IX Quel color che viltà di fuor mi pinse veggendo il duca mio tornare in volta, più tosto dentro il suo novo ristrinse ... E io: "Buon duca, non tegno riposto a te mio cuor se non per dicer poco, e tu m'hai non pur mo a ciò disposto" ... Subitamente questo suono uscìo d'una de l'arche; però m'accostai, temendo, un poco più al duca mio ... E l'animose man del duca e pronte mi pinser tra le sepulture a lui, dicendo: "Le parole tue sien conte" ...
La divina commedia (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)

... E quel medesmo, che si fu accorto ch'io domandava il mio duca di lui, gridò: "Qual io fui vivo, tal son morto ... Allora il duca mio parlò di forza tanto, ch'i' non l'avea sì forte udito: "O Capaneo, in ciò che non s'ammorza la tua superbia, se' tu più punito; nullo martiro, fuor che la tua rabbia, sarebbe al tuo furor dolor compito" ... Queste parole fuor del duca mio; per ch'io 'l pregai che mi largisse 'l pasto di cui largito m'avëa il disio ...
La divina commedia (pagina 11)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma 'nfino al centro pria convien ch'i' tomi" ... Poscia ch'io l'ebbi tutta da me sciolta, sì come 'l duca m'avea comandato, porsila a lui aggroppata e ravvolta ... Sì cominciò lo mio duca a parlarmi; e accennolle che venisse a proda, vicino al fin d'i passeggiati marmi ... Lo duca disse: "Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che colà si corca" ... Trova' il duca mio ch'era salito già su la groppa del fiero animale, e disse a me: "Or sie forte e ardito ...
La divina commedia (pagina 14)
di Dante Alighieri (estratti)

... Mentr'io là giù fisamente mirava, lo duca mio, dicendo "Guarda, guarda!", mi trasse a sé del loco dov'io stava ... E 'l duca mio a me: "O tu che siedi tra li scheggion del ponte quatto quatto, sicuramente omai a me ti riedi" ... I' m'accostai con tutta la persona lungo 'l mio duca, e non torceva li occhi da la sembianza lor ch'era non buona ... Ma quel demonio che tenea sermone col duca mio, si volse tutto presto e disse: "Posa, posa, Scarmiglione!" ... Per l'argine sinistro volta dienno; ma prima avea ciascun la lingua stretta coi denti, verso lor duca, per cenno; ed elli avea del cul fatto trombetta ... Lo duca mio li s'accostò allato; domandollo ond'ei fosse, e quei rispuose: "I' fui del regno di Navarra nato ... Lo duca dunque: "Or dì: de li altri rii conosci tu alcun che sia latino sotto la pece?" ...
La divina commedia (pagina 15)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quand'elli un poco rappaciati fuoro, a lui, ch'ancor mirava sua ferita, domandò 'l duca mio sanza dimoro: "Chi fu colui da cui mala partita di' che facesti per venire a proda?" ... Lo duca mio di sùbito mi prese, come la madre ch'al romore è desta e vede presso a sé le fiamme accese, che prende il figlio e fugge e non s'arresta, avendo più di lui che di sé cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giù dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l'un de' lati a l'altra bolgia tura ... Per ch'io al duca mio: "Fa che tu trovi alcun ch'al fatto o al nome si conosca, e li occhi, sì andando, intorno movi" ... Onde 'l duca si volse e disse: "Aspetta, e poi secondo il suo passo procedi" ...
La divina commedia (pagina 16)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lo duca stette un poco a testa china; poi disse: "Mal contava la bisogna colui che i peccator di qua uncina" ... Appresso il duca a gran passi sen gì, turbato un poco d'ira nel sembiante; ond'io da li 'ncarcati mi parti' dietro a le poste de le care piante ... Così mi fece sbigottir lo mastro quand'io li vidi sì turbar la fronte, e così tosto al mal giunse lo 'mpiastro; ché, come noi venimmo al guasto ponte, lo duca a me si volse con quel piglio dolce ch'io vidi prima a piè del monte ... Oh potenza di Dio, quant'è severa, che cotai colpi per vendetta croscia! Lo duca il domandò poi chi ello era; per ch'ei rispuose: "Io piovvi di Toscana, poco tempo è, in questa gola fiera ... E ïo al duca: "Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giù 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci" ...
La divina commedia (pagina 17)
di Dante Alighieri (estratti)

... duca mio s'accorse, se non quando gridar: "Chi siete voi?"; per che nostra novella si ristette, e intendemmo pur ad essi poi ... Io non li conoscea; ma ei seguette, come suol seguitar per alcun caso, che l'un nomar un altro convenette, dicendo: "Cianfa dove fia rimaso?"; per ch'io, acciò che 'l duca stesse attento, mi puosi 'l dito su dal mento al naso ... Noi ci partimmo, e su per le scalee che n'avean fatto iborni a scender pria, rimontò 'l duca mio e trasse mee; e proseguendo la solinga via, tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio lo piè sanza la man non si spedia ... E 'l duca, che mi vide tanto atteso, disse: "Dentro dai fuochi son li spirti; catun si fascia di quel ch'elli è inceso" ... Poi che la fiamma fu venuta quivi dove parve al mio duca tempo e loco, in questa forma lui parlare audivi: "O voi che siete due dentro ad un foco, s'io meritai di voi mentre ch'io vissi, s'io meritai di voi assai o poco quando nel mondo li alti versi scrissi, non vi movete; ma l'un di voi dica dove, per lui, perduto a morir gissi" ...
La divina commedia (pagina 21)
di Dante Alighieri (estratti)

... E 'l duca mio ver' lui: "Anima sciocca, tienti col corno, e con quel ti disfoga quand'ira o altra passïon ti tocca! Cércati al collo, e troverai la soga che 'l tien legato, o anima confusa, e vedi lui che 'l gran petto ti doga" ... "Questo superbo volle esser esperto di sua potenza contra 'l sommo Giove", disse 'l mio duca, "ond'elli ha cotal merto ... Così disse 'l maestro; e quelli in fretta le man distese, e prese 'l duca mio, ond'Ercule sentì già grande stretta ...
La divina commedia (pagina 24)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lo duca mio allor mi diè di piglio, e con parole e con mani e con cenni reverenti mi fé le gambe e 'l ciglio ... Così sparì; e io sù mi levai sanza parlare, e tutto mi ritrassi al duca mio, e li occhi a lui drizzai ... Dal qual com'io un poco ebbi ritratto l'occhio per domandar lo duca mio, rividil più lucente e maggior fatto ...
Fermo e Lucia (pagina 19)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ora il permesso a chi tocca concederlo o negarlo? Niente meno che al Conte Duca, al gran d'Olivares, a quel modello dei politici, a quell'uomo che si può chiamare il favorito dei principi e il principe dei favoriti ... Sapranno ch'egli è un figliuolo d'un creato del Conte Duca, e che sa qualche cosa di questo gran ministro ... Ebbene fra le strepitose doti del Conte Duca la più strepitosa forse è quella di saper nascondere i suoi disegni: di modo che quegli stessi che lo servono più da vicino, quegli che scrivono i suoi dispacci non sanno mai che cosa passi in quella testa, e molte volte anche dopo che un affare è stato conchiuso, nessuno ha potuto indovinare quale era in esso l'intenzione del Conte Duca ... Onde quand'io veggo truppe alemanne venire alla volta d'Italia, tanto più dico, che sono destinate per altra parte; perchè chi regola tutto anche fuori della monarchia è il Conte Duca; che ha le mani lunghe quanto la vista ... Potrebbero esser destinate a gettarsi nella duchea di Borgogna per far diversione ai francesi, i quali (tutto per invidia del Cardinal di Riciliù3 contro il Conte Duca, perchè vede benissimo che non può competere con quella testa) i quali francesi dico per invidia soccorrono gli olandesi che si trovano all'assedio di Bolduc4 ...
Fermo e Lucia (pagina 128)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Vincenzo I Gonzaga duca di Mantova era morto nel 1612, lasciando tre figli ... Ma egli aveva instituito erede per testamento Carlo Gonzaga Duca di Nevers, del resto suo parente il più prossimo ... E per assicurare l'effetto di questa disposizione, aveva segretamente fatto scrivere al Nevers che mandasse a Mantova il figlio, pur egli Carlo Duca di Rethel affinchè al momento che il Ducato verrebbe a vacare, potesse pigliarne il possesso in nome del padre ... Per togliere ogni soggetto ed ogni pretesto di dissensioni, pensò il Duca Vincenzo, o chi pensava per lui, a dare quella Maria in moglie al Duca di Rethel che aveva fatto chiamare ... L'aspettato giovane arrivò che il Duca Vincenzo era agli estremi: le nozze che questi aveva proposto si fecero nella notte dopo il 25 Dicembre 1628, mentre egli moriva ... Luigi XIII re di Francia, o per dir meglio il Cardinale di Richelieu sosteneva il Nevers, uomo d'origine italiana, ma nato francese; anzi aveva egli il cardinale, per mezzo di legati avuta gran parte nel testamento del Duca Vincenzo ... Don Filippo IV, o per dir meglio il Duca d'Olivares, non poteva patire che un principe francese venisse a stabilirsi in Italia, e sosteneva le pretensioni di Don Ferrante Gonzaga parente più lontano del Duca Vincenzo ... Carlo Emmanuele Duca di Savoja aveva pure antiche pretensioni sul Monferrato; i Veneziani ai quali dava ombra la grande potenza spagnuola in Italia favorivano il Duca di Rethel ma con trattati, con promesse e con minacce; e Urbano VIII inclinato a quel Duca e sopra tutto alla pace, ajutava come poteva queste due cause con raccomandazioni, e con proposte di accomodamenti ... Finalmente l'imperatore Ferdinando II pretendeva che il Duca di Nevers erede trasversale, non aveva potuto senza ...
Fermo e Lucia (pagina 129)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Richiedeva quindi che il possesso degli stati fosse depositato presso di lui, finch'egli gli aggiudicasse per sentenza, e citò il Duca di Nevers con tutte le formalità allora in uso ... Il Duca d'Olivares, istigato continuamente dal Cordova governatore di Milano, strinse un trattato col Duca di Savoja contra il novello Duca di Mantova ... Il Duca di Mantova stretto da due nemici potenti invocava gli amici; ma i Veneziani non volevano muoversi se il re di Francia non mandava un esercito in Italia, e il re di Francia o il Card ... Presa questa, parati o vinti certi intrighi imbrogliatissimi di Corte, il re e il cardinale s'affacciarono all'Italia con un esercito, chiesero il passo al Duca di Savoja; si trattò, non si conchiuse, si venne alle mani, i Francesi superarono, e acquistarono terreno, si trattò di nuovo, il passo fu accordato, il re e il Cardinale s'avanzarono, trassero agli accordi il Cordova spaventato, gli fecero levare l'assedio di Casale, vi posero guernigione francese, e tornarono a casa trionfanti, e accompagnati da due sonetti dell'Achillini ... La guerra continuò infatti contra il Duca di Mantova ... Ma Ferdinando stava fermo in esigere che i Ducati fossero a lui ceduti in deposito; e irritato dalle ripulse del duca più che ammansato dalle sue riverenze; irritato di più dell'aver questi domandato il soccorso francese, stimolato dalla corte di Madrid, si dichiarò anch'egli nemico del Duca di Mantova ...
Il conte di Carmagnola
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Su questa lega A cui Firenze con sì caldi preghi Incontro il Duca di Milan c'invita, Oggi il partito si porrà ... Mandato egli era; e quei che a ciò mandollo Ei l'ha nomato, ed è — quel Duca istesso Di cui qui abbiam gli ambasciatori ancora A chieder pace, a cui più nulla preme Che la nostra amistà ... Attesto il vostro Sapiente giudicio, o Senatori, Che d'ogni obbligo sciolto inverso il Duca Mi tengo, e il sono ... — Ma di ciò nulla: io fui fedele al Duca Fin ch'io fui seco, e nol lasciai che quando Ei mi v'astrinse ... IL DOGE E tal vi tiene Questo Senato: già fra il Duca e voi Ha giudicato irrevocabilmente Italia tutta ... A che partito è il Duca? A mezzo è vinta Da lui Firenze; ma ferito e stanco Il vincitor: vuoti gli erarj: oppressi Dal terror, dai tributi i cittadini Pregan dal ciel su l'armi loro istesse Le sconfitte e le fughe ...
Mastro don Gesualdo (pagina 63)
di Giovanni Verga (estratti)

... Lo stesso duca domandò chi fossero: - Ah, una Trao! Si vede subito, quantunque abbia l'aria un po' sofferente, povera signora ... Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Caffè dei Nobili, colla famiglia di don Gesualdo e il marchese Limòli ... La sua figliuola sarebbe arrivata chissà dove! Donna Agrippina Macrì e le cugine Zacco saettavano occhiate di fuoco sul cappellino elegante d'Isabella, e sui salamelecchi che le faceva il duca di Leyra, inguantato, con un cravattone di raso che gli reggeva il bel capo signorile, giocherellando con un bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro ... Il signor duca andò poi a presentare i suoi omaggi in casa Motta ... Il signor duca, colla parlantina sciolta, discorreva un po' di tutto, di agricoltura col padrone di casa, di mode con le signore, di famiglie antiche col marchese Limòli ... Il giorno dopo intervenne anche il duca, il quale confessò prima di tutto ch'era innamorato della ragazza, un vero fiorellino dei campi, una violetta nascosta; e dichiarò sorridendo, che quanto al resto ... Il duca aveva dei gran possessi, è vero, mezza contea; ma dicevasi pure che ci fossero dei gran pasticci, delle liti, delle ipoteche ...
Mastro don Gesualdo (pagina 80)
di Giovanni Verga (estratti)

... Voglio sapere di che si tratta, giacché si giuoca sulla mia pelle! Colui invece cominciò a fare una scenata col duca, quasi gli si fosse mancato di rispetto in casa sua ... Sembrava che fossero in perfetto accordo, marito e moglie; discorrevano cortesemente fra di loro, dinanzi ai domestici; il duca passava quasi sempre una mezz'oretta nel salottino della moglie dopo pranzo; andava a darle il buon giorno ogni mattina, prima della colazione; per i Morti, a Natale, per la festa di Santa Rosalia, e nella ricorrenza del suo onomastico o dell'anniversario del loro matrimonio, le regalava dei gioielli, che essa aveva fatto ammirare al babbo, in prova del bene che le voleva il marito ... Leggeva in fondo agli occhi di lei un altro segreto, un'altra ansietà mortale, che non la lasciava neppure quand'era vicino a lui, che le dava dei sussulti, allorché udiva un passo all'improvviso, o suonava ad ora insolita la campana che annunziava il duca; e dei pallori mortali, certi sguardi rapidi in cui gli pareva di scorgere un rimprovero ... Misuravano fino le parole e i sospiri in quella casa, ciascuno chiudendosi in corpo i propri guai, il duca col sorriso freddo, Isabella con la buona grazia che le aveva fatto insegnare in collegio ...
Mastro don Gesualdo (pagina 81)
di Giovanni Verga (estratti)

... Neppure a tua madre è giovato! Un giorno venne a fargli visita l'amministratore del duca, officioso, tutto gentilezze come il suo padrone quando apparecchiavasi a dare la botta ... Del signor duca era buon servo da tanti anni ... Lo stesso duca si strinse nelle spalle: come a dire che non serviva più ... Il duca finalmente, per chetarlo, gli disse che non occorreva, poiché non c'erano altri eredi ...