Giudice

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Informazioni sulla parola giudice e giochi di parole


Parola di vocabolario giudice: sostantivo maschile costituito da sette lettere, di cui tre consonanti e quattro vocali.

Le lettere che costituiscono la parola sono: g, i, u, d, i, c, e, ossia una g, due i, una u, una d, una c e una e.

Parola con le lettere invertite: eciduig.

Altre parole di tipo sostantivo maschile costituite da sette lettere, di cui tre consonanti e quattro vocali: abbaino, amorino, animale, arancio.

Parole che contengono la parola giudice:

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Parole contenute nella parola giudice:


Parole contenute all'interno della parola data: iud (giudice).

Parole contenute all'inizio della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole contenute alla fine della parola data: nessuna parola disponibile.

Anagrammi della parola giudice:

Nessun anagramma della parola data disponibile.

Parole ottenute sostituendo una sola lettera della parola giudice:


Parole ottenute per sostituzione di una lettera all'interno della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole ottenute per sostituzione della lettera iniziale della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole ottenute per sostituzione della lettera finale della parola data: giudica (giudica).

Parole ottenute eliminando una sola lettera della parola giudice:

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Parole ottenute aggiungendo una sola lettera alla parola giudice:

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Sciarade con la parola giudice:

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Nomi di persona e di animali associabili alla parola giudice


Nomi di persona e di animali costituiti da sette lettere, di cui tre consonanti e quattro vocali:

Aabidah, Aabirah, Aaditva, Aafreen, Aakifah, Aakilah, Aaleyah, Aalimah, Aaliyah, Aamilah, Aaminah, Aamirah, Aanisah, Aaqilah, Aarifah, Aarisha, Aaryona, Aashrai, Aasimah, Aasiyah, Aatikah, Aatiqah, Aatirah, Abadeus, Abadiah, Abadine, Abagael, Abagail, Abagale, Abayomi, Abdieso, Abeedah, Abeerah, Abegail.

Nomi di persona e di animali costituiti soltanto dalle lettere della parola giudice:

Nessun nome contenente soltanto le lettere della parola data disponibile.

Nomi di persona e di animali costituiti dalle lettere della parola giudice e da altre lettere:

Faulconbridge.

Città associabili alla parola giudice


Nomi di città costituiti da sette lettere, di cui tre consonanti e quattro vocali:

Abriola (in provincia di Potenza), Accadia (in provincia di Foggia), Acciano (in provincia di L'Aquila), Acquaro (in provincia di Vibo Valentia), Adelfia (in provincia di Bari), Agerola (in provincia di Napoli), Agliana (in provincia di Pistoia), Ailoche (in provincia di Biella), Airasca (in provincia di Torino), Alassio (in provincia di Savona), Albiano (in provincia di Trento), Albiate (in provincia di Monza e della Brianza), Albinea (in provincia di Reggio nell'Emilia), Albiolo (in provincia di Como), Alimena (in provincia di Palermo), Alserio (in provincia di Como), Altilia (in provincia di Cosenza), Alviano (in provincia di Terni), Amantea (in provincia di Cosenza), Amaroni (in provincia di Catanzaro), Amaseno (in provincia di Frosinone), Ameglia (in provincia di La Spezia), Amorosi (in provincia di Benevento), Angiari (in provincia di Verona), Aprilia (in provincia di Latina), Aragona (in provincia di Agrigento), Arborea (in provincia di Oristano), Arborio (in provincia di Vercelli), Arcevia (in provincia di Ancona), Ardauli (in provincia di Oristano), Ardesio (in provincia di Bergamo), Ariccia (in provincia di Roma), Arielli (in provincia di Chieti), Arienzo (in provincia di Caserta).

Nomi di città costituiti soltanto dalle lettere della parola giudice:

Nessuna città contenente soltanto le lettere della parola data disponibile.

Nomi di città costituiti dalle lettere della parola giudice e da altre lettere:

Casalvecchio di Puglia (in provincia di Foggia), Cassinetta di Lugagnano (in provincia di Milano), Castagneto Carducci (in provincia di Livorno), Castel del Giudice (in provincia di Isernia), Castel Guelfo di Bologna (in provincia di Bologna), Castelguidone (in provincia di Chieti), Castellar Guidobono (in provincia di Alessandria), Castelnuovo di Garfagnana (in provincia di Lucca), Celle di Bulgheria (in provincia di Salerno), Cerreto Guidi (in provincia di Firenze), Cervignano del Friuli (in provincia di Udine), Cornegliano Laudense (in provincia di Lodi), Genzano di Lucania (in provincia di Potenza), Grumello Cremonese ed Uniti (in provincia di Cremona), Guardia Perticara (in provincia di Potenza), Guidonia Montecelio (in provincia di Roma), Lugo di Vicenza (in provincia di Vicenza), Mugnano del Cardinale (in provincia di Avellino), Nughedu San Nicolò (in provincia di Sassari), Sella Giudicarie (in provincia di Trento), Serralunga di Crea (in provincia di Alessandria), Sicignano degli Alburni (in provincia di Salerno), Veduggio con Colzano (in provincia di Monza e della Brianza), Villa Santa Lucia degli Abruzzi (in provincia di L'Aquila).

Argomenti e tag correlati alla parola giudice


Argomenti che contemplano il tag giudice:

giudice avaro, giudice migliore, giudice sereno, giusto giudice, vero giudice.

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Frasi, immagini, articoli e libri contenenti la parola giudice


Libri che contengono la parola giudice

Alcuni libri che contengono la parola giudice:

Decameron (pagina 19)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Le quali cose udendo il giudice del podestà, il quale era un ruvido uomo, prestamente da parte menatolo sopra ciò lo 'ncominciò a essaminare ... Ma Martellino rispondea motteggiando, quasi per niente avesse quella presura: di che il giudice turbato, fattolo legare alla colla, parecchie tratte delle buone gli fece dare con animo di fargli confessare ciò che color dicevano, per farlo poi appiccar per la gola ... Ma poi che egli fu in terra posto, domandandolo il giudice se ciò fosse vero che coloro incontro a lui dicevano, non valendogli il dir di no, disse: “Signor mio, io son presto a confessarvi il vero, ma fatevi a ciascun che m'accusa dire quando e dove io gli tagliai la borsa, e io vi dirò quello che io avrò fatto e quel che no ... ” Disse il giudice: “Questo mi piace”; e fattine alquanti chiamare, l'un diceva che gliele avea tagliata otto dì eran passati, l'altro sei, l'altro quatro, e alcuni dicevano quel dì stesso ... ” Mentre le cose erano in questi termini, Marchese e Stecchi, li quali avevan sentito che il giudice del podestà fieramente contro a lui procedeva e già l'aveva collato, temetter forte, seco dicendo: “Male abbiam procacciato; noi abbiamo costui tratto della padella e gittatolo nel fuoco ... Il quale coloro che per lui andarono trovarono ancora in camiscia dinanzi al giudice e tutto smarrito e pauroso forte, per ciò che il giudice niuna cosa in sua scusa voleva udire; anzi, per avventura avendo alcuno odio ne' fiorentini, del tutto era disposto a volerlo fare impiccar per la gola e in niuna guisa rendere il voleva al signore, infino a tanto che costretto non fu di renderlo a suo dispetto ...
Decameron (pagina 45)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Fu adunque in Pisa un giudice, più che di corporal forza dotato d'ingegno, il cui nome fu messer Riccardo di Chinzica; il quale, forse credendosi con quelle medesime opere sodisfare alla moglie che egli faceva agli studii, essendo molto ricco, con non piccola sollecitudine cercò d'avere e bella e giovane donna per moglie, dove e l'uno e l'altro, se così avesse saputo consigliar sé come altrui faceva, doveva fuggire ... La quale il giudice menata con grandissima festa a casa sua, e fatte le nozze belle e magnifiche, pur per la prima notte incappò una volta per consumare il matrimonio a toccarla e di poco fallò che egli quella una non fece tavola; il quale poi la mattina, sì come colui che era magro e secco e di poco spirito, convenne che con vernaccia e con confetti ristorativi e con altri argomenti nel mondo si ritornasse ... Or questo messer lo giudice, migliore stimatore delle sue forze che stato non era avanti, incominciò a insegnare a costei un calendaro buono da fanciulli che stanno a leggere e forse già stato fatto a Ravenna ... La qual cosa veggendo messer lo giudice, il quale era sì geloso che temeva dell'aere stesso, se esso fu dolente non è da dimandare ... E venuta la notte, essendo a lui il calendaro caduto da cintola e ogni festa o feria uscita di mente, la cominciò a confortar co' fatti, parendogli che poco fossero il dì giovate le parole; e per sì fatta maniera la racconsolò, che, prima che a Monaco giugnessero, e il giudice e le sue leggi le furono uscite di mente, e cominciò a viver più lietamente del mondo con Paganino; il quale, a Monaco menatala, oltre alle consolazioni che di dì e di notte le dava, onoratamente come sua moglie la tenea ...
Decameron (pagina 84)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Malagevole, compagni di Pasquino che sopravenuti erano, un giudice, senza dare indugio alla cosa, si mise a essaminarla del fatto; e non potendo comprendere costei in questa cosa avere operata malizia né esser colpevole, volle, lei presente, vedere il morto corpo e il luogo e 'l modo da lei raccontatogli, per ciò che per le parole di lei nol comprendeva assai bene ... Le quali cose mentre che per lo Stramba e per l'Atticciato e per gli altri amici e compagni di Pasquino sì come frivole e vane in presenzia del giudice erano schernite, e con più instanzia la sua malvagità accusata, niuna altra cosa per lor domandandosi se non che il fuoco fosse di così fatta malvagità punitore, la cattivella, che dal dolore del perduto amante e dalla paura della dimandata pena dallo Stramba ristretta stava e per l'aversi la salvia fregata a' denti, in quel medesimo accidente cadde che prima caduto era Pasquino, non senza gran maraviglia di quanti eran presenti ... Il giudice, quasi tutto stupefatto dell'accidente insieme con quanti ve n'erano, non sappiendo che dirsi, lungamente soprastette; poi, in miglior senno rivenuto, disse: “Mostra che questa salvia sia velenosa, il che della salvia non suole avvenire ... ” La qual cosa colui che del giardino era guardiano in presenza del giudice faccendo, non prima abbattuto ebbe il gran cesto in terra, che la cagione della morte de' due miseri amanti apparve ... Alla qual botta non avendo alcuno ardire d'appressarsi, fattale dintorno una stipa grandissima, quivi insieme con la salvia l'arsero: e fu finito il processo di messer lo giudice sopra la morte di Pasquin cattivello ...
Decameron (pagina 139)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 5 Tre giovani traggono le brache a un giudice marchigiano in Firenze, mentre che egli, essendo al banco, teneva ragione ... ” E con loro andatisene in Palagio, mostrò loro questo giudice e le brache sue ... Costoro dalla lungi cominciarono a ridere di questo fatto: e fattisi più vicini alle panche sopra le quali messer lo giudice stava, vider che sotto quelle panche molto leggiermente si poteva andare, e oltre a ciò videro rotta l'asse sopra la quale messer lo giudicio teneva i piedi, tanto che a grande agio vi si poteva mettere la mano e 'l braccio ... ” Aveva già ciascun de' compagni veduto come: per che, fra sé ordinato che dovessero fare e dire, la seguente mattina vi ritornarono: e essendo la corte molto piena d'uomini, Matteuzzo, che persona non se ne avvide, entrò sotto il banco e andossene a punto sotto il luogo dove il giudice teneva i piedi ... Maso, dall'un de' lati accostatosi a messer lo giudice, il prese per lo lembo della guarnacca; e Ribi accostatosi dall'altro e fatto il simigliante, incominciò Maso a dire: “Messer, o messere: io vi priego per Dio che, innanzi che cotesto ladroncello, che v'è costì dallato, vada altrove, che voi mi facciate rendere un mio paio d'uose le quali egli m'ha imbolate, e dice pur di no; e io il vidi, non è ancora un mese, che le faceva risolare ... E mentre che il giudice stava ritto e loro più vicino per intendergli meglio, Matteuzzo, preso tempo, mise la mano per lo rotto dell'asse e pigliò il fondo delle brache del giudice e tirò giù forte: le brache ne venner giuso incontanente, per ciò che il giudice era magro e sgroppato ... Messer lo giudice, tirate in sù le brache in presenza d'ogni uomo, come se da dormir si levasse, accorgendosi pure allora del fatto, domandò dove fossero andati quegli che dell'uose e della valigia avevan quistione; ma non ritrovandosi, cominciò a giurare per le budella di Dio che e' gli conveniva cognoscere e saper se egli s'usava a Firenze di trarre le brache a' giudici quando sedevano al banco della ragione ...
La vita comincia domani (pagina 66)
di Guido da Verona (estratti)

... Il giudice, Leonardo Niscemi, sentiva in quei giorni pulsare nella penombra del suo uffizio tutta l'anima della città ... Quel che frattanto si conosceva di sicuro in mezzo alle mille dicerìe, si era che il giudice Niscemi aveva due volte chiamato nel suo gabinetto il denunziatore Tancredo Salvi, ch'era in quei giorni tronfio di popolarità sino alle radici dei capelli, e si esibiva da mattino a sera, ovunque potesse, alla curiosità pubblica, dondolando la sua quadrata persona con un far magnifico da istrione applaudito ... Sapeva ormai come funzionino i poteri dello Stato, e non aveva maggior fiducia nella toga del giudice che nell'uniforme del poliziotto ... Leonardo Niscemi, eretto a giudice d'un uomo e ad arbitro d'una grande contesa, pensava innanzi tutto a non giocar la propria carta sul tavoliere perdente, poi a servire la Giustizia, questa bella parola gonfia e luccicante come una bolla di sapone ... Tancredo Salvi narrò al giudice tutto quanto eragli occorso durante la visita funeraria, ed il risultato di questi colloqui, fu che il giudice ordinasse il disseppellimento del cadavere, onde sottoporlo a necroscopìa ...