Libri cani

Libri su cani, con la parola cani

Decameron (pagina 29)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il quale, per passare malinconia, insieme con la sua donna e con alcun suoi famigliari e con suoi cani un dì a andare fra l'isola si mise; e non guari lontano al luogo dove era madama Beritola cominciarono i cani di Currado a seguire i due cavriuoli, li quali già grandicelli pascendo andavano: li quali cavriuoli, da' cani cacciati, in nulla altra parte fuggirono che alla caverna dove era madama Beritola ... La quale, questo vedendo, levata in piè e preso un bastone li cani mandò indietro: e quivi Currado e la sua donna, che i lor cani seguitavan, sopravenuti, vedendo costei che bruna e magra e pelosa divenuta era, si maravigliarono, e ella molto più di loro ... Ma poi che a' prieghi di lei ebbe Currado i suoi cani tirati indietro, dopo molti prieghi la piegarono a dire chi ella fosse e che quivi facesse; la quale pienamente ogni sua condizione e ogni suo accidente e il suo fiero proponimento loro aperse ...
Decameron (pagina 103)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” E così dicendo, i cani, presa forte la giovane ne' fianchi, la fermarono, e il cavaliere sopragiunto smontò da cavallo; al quale Nastagio avvicinatosi disse: “Io non so chi tu ti se' che me così cognosci, ma tanto ti dico che gran viltà è d'un cavaliere armato volere uccidere una femina ignuda e averle i cani alle coste messi come se ella fosse una fiera salvatica: io per certo la difenderò quant'io potrò ... Nel quale come ella discese, così ne fu e a lei e a me per pena dato, a lei di fuggirmi davanti e a me, che già cotanto l'amai, di seguitarla come mortal nemica, non come amata donna; e quante volte io la giungo, tante con questo stocco, col quale io uccisi me, uccido lei e aprola per ischiena, e quel cuor duro e freddo, nel qual mai né amor né pietà poterono entrare, con l'altre interiora insieme, sì come tu vedrai incontanente, le caccio di corpo e dolle mangiare a questi cani ... Né sta poi grande spazio che ella, sì come la giustizia e la potenzia di Dio vuole, come se morta non fosse stata, risurge e da capo incomincia la dolorosa fugga, e i cani e io a seguitarla ... Né stette guari che la giovane, quasi niuna di queste cose stata fosse, subitamente si levò in piè e cominciò a fuggire verso il mare, e i cani appresso di lei sempre lacerandola: e il cavaliere, rimontato a cavallo e ripreso il suo stocco, la cominciò a seguitare, e in picciola ora si dileguarono in maniera che più Nastagio non gli poté vedere ... Di che maravigliandosi forte ciascuno e domandando che ciò fosse e niuno sappiendol dire, levatisi tutti diritti e riguardando che ciò potesse essere, videro la dolente giovane e 'l cavaliere e' cani; né guari stette che essi tutti furon quivi tra loro ... Il romore fu fatto grande e a' cani e al cavaliere, e molti per aiutare la giovane si fecero innanzi; ma il cavaliere, parlando loro come a Nastagio aveva parlato, non solamente gli fece indietro tirare ma tutti gli spaventò e riempié di maraviglia; e faccendo quello che altra volta aveva fatto, quante donne v'aveva (ché ve ne aveva assai che parenti erano state e della dolente giovane e del cavaliere e che si ricordavano dell'amore e della morte di lui) tutte così miseramente piagnevano come se a se medesime quello avesser veduto fare ...
La vita comincia domani (pagina 3)
di Guido da Verona (estratti)

... — Ma lasciate fuori i cani, perchè Marcuccio non li vuol vedere ... — I cani? ... i cani! ... dove sono i cani? ... — Via i cani! ... — Non voglio cani! Puzzano, mordono ... Via i cani! Puzzano, mordono ... — Scappò timoroso verso la sala: — Via i cani! Allora Maurizio, tirando i bracchi per il guinzaglio, mentre abbaiavano, girò dietro la casa per legarli ad un'inferriata ... Lo scemo si affacciò timoroso al limitare della sala e guatò in giro: — Non si può lavorare! Anche i cani! ... Vogliono il cadavere, i cani ... Via i cani! E scalciava nel vuoto come se lo assalissero per intorno, feroci, abbaianti; finchè, piano, piano, strisciando a ritroso, di nuovo si rifugiò nel suo cantuccio ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 9)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... Così Bertoldo s'inviò per andare dalla Regina, e avendo inteso come ella aveva commesso ai suoi cagnateri che subito ch'egli giongeva nella sua corte essi gli lasciassero andare tutti i cani incontro, acciò da quelli fusse crudelmente stracciato (tanto era incrudelita verso di lui), nel passare ch'ei fece per piazza vidde per buona sorte un villano il quale aveva una lepre viva, e comperolla, mettendosela sotto il mantello; e quando fu gionto nella detta corte gli furono lasciati i cani, i quali venivano verso lui correndo quasi come affamati, e l'averiano morto e stracciato con i fieri denti ... Ma esso, vedendo il gran pericolo nel quale ei si trovava, subito lasciò gir la lepre che egli avea sotto, la quale non sì tosto fu veduta dai cani, che lasciarono stare di morder Bertoldo e si posero a correr dietro alla lepre, com'è lor natura, a tale ch'esso restò salvo e illeso dai crudi morsi di quei fieri cani, e così si ridusse innanzi alla Regina, la quale tutta ammirativa, credendolo morto da quei cani, tutta piena di disdegno e ira gli disse: REGINA Tu sei qua, brutto assassino? BERTOLDO Così non ci fussi come ci sono ... REGINA Come sei scampato dai denti de' miei fieri cani? BERTOLDO La natura ha provisto all'accidente ...