Ser

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Informazioni sulla parola ser e giochi di parole


Parola di vocabolario ser: sostantivo maschile costituito da tre lettere, di cui due consonanti e una vocale.

Le lettere che costituiscono la parola sono: s, e, r, ossia una s, una e e una r.

Parola con le lettere invertite: res.

Altre parole di tipo sostantivo maschile costituite da tre lettere, di cui due consonanti e una vocale: bar, bel, big, boy, cad, dna, don, est, fan, fez, gas, gel, jet, kit.

Parole che contengono la parola ser:


Parole che contengono all'interno la parola data: aiutassero (aiutassero), benessere (benessere), cadessero (cadessero), casseruola (casseruola), conserva (conserva), conservare (conservare), conservato (conservato), deserto (deserto), esercito (esercito), esercizio (esercizio), esserci (esserci), essere (essere), facessero (facessero), iniziassero (iniziassero), inserire (inserire), malessere (malessere), messere (messere), miserabile (miserabile), miseria (miseria), misero (misero), osserva (osserva), osservare (osservare), osservato (osservato), passerete (passerete), passerotto (passerotto), penserò (penserò), penserai (penserai), rasserenato (rasserenato), riserbano (riserbano), riserva (riserva), riservare (riservare), riservato (riservato), spaventapasseri (spaventapasseri), stasera (stasera).

Parole che iniziano con la parola data: sera (sera), serafino (serafino), serata (serata), sere (sere), serena (serena), serenità (serenità), sereno (sereno), sergente (sergente), serie (serie), serio (serio), sermone (sermone), serotonina (serotonina), serpente (serpente), serra (serra), serva (serva), serve (serve), servire (servire), servita (servita), servitore (servitore), servizio (servizio), servo (servo).

Parole che finiscono con la parola data: dispenser (dispenser), laser (laser).

Parole contenute nella parola ser:

Nessuna parola contenuta nella parola data disponibile.

Anagrammi della parola ser:

Nessun anagramma della parola data disponibile.

Parole ottenute sostituendo una sola lettera della parola ser:


Parole ottenute per sostituzione di una lettera all'interno della parola data: sir (sir), sor (sor), sur (sur).

Parole ottenute per sostituzione della lettera iniziale della parola data: per (per), ter (ter), ver (ver).

Parole ottenute per sostituzione della lettera finale della parola data: sec (sec), sei (sei), set (set).

Parole ottenute eliminando una sola lettera della parola ser:

Nessuna parola ottenuta per eliminazione di una sola lettera della parola data disponibile.

Parole ottenute aggiungendo una sola lettera alla parola ser:


Parole ottenute per aggiunta di una lettera all'interno della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole ottenute per aggiunta di una lettera all'inizio della parola data: nessuna parola disponibile.

Parole ottenute per aggiunta di una lettera alla fine della parola data: sera (sera), sere (sere).

Sciarade con la parola ser:

Sciarade semplici, ottenute giustapponendo alla parola altre parole: sergente (sergente), servita (servita), servizio (servizio).

Nomi di persona e di animali associabili alla parola ser


Nomi di persona e di animali costituiti da tre lettere, di cui due consonanti e una vocale:

Ady, Ahd, Ahn, Alf, Alp, Aly, Amr, Amy, Ang, Anh, Ann, Ans.

Nomi di persona e di animali costituiti soltanto dalle lettere della parola ser:

Rees, Reese.

Nomi di persona e di animali costituiti dalle lettere della parola ser e da altre lettere:

Aasher, Abbey Rose, Abderus, Abenster, Acheros, Acrisioniades, Aderes, Adishree, Adrasteia, Aeries, Aeris, Aesir, AgapeRose, Aindreas, Airdsgainne, Airleas, Alaister, Alasteir, Alaster, Alastrine, Aleister, Aleksandar, Aleksander, Aleksandr, Aleksandra, Aleksandrina, Aleksandro, Aleksandur, Aleksanteri, Alesander, Alesandere, Aleser, Alessandra, Alessandre, Alessandro, Alester, Alexandros, Alexsander, Alexsandra, Alexzander-James, Alistaire, Alister, Allister, Alma-Rose, Almericus, Amaterasu, Amberassa, Amberessa, Amberissa, Amberliese.

Città associabili alla parola ser


Nomi di città costituiti da tre lettere, di cui due consonanti e una vocale:

Bra (in provincia di Cuneo), Cis (in provincia di Trento), Dro (in provincia di Trento), Nus (in provincia di Aosta), Rho (in provincia di Milano), Ton (in provincia di Trento), Vo' (in provincia di Padova).

Nomi di città costituiti soltanto dalle lettere della parola ser:

Serre (in provincia di Salerno).

Nomi di città costituiti dalle lettere della parola ser e da altre lettere:

Abbadia San Salvatore (in provincia di Siena), Abbiategrasso (in provincia di Milano), Acquanegra Cremonese (in provincia di Cremona), Acquanegra sul Chiese (in provincia di Mantova), Acquasanta Terme (in provincia di Ascoli Piceno), Acquaviva d'Isernia (in provincia di Isernia), Alà dei Sardi (in provincia di Sassari), Albano Sant'Alessandro (in provincia di Bergamo), Albano Vercellese (in provincia di Vercelli), Albaredo per San Marco (in provincia di Sondrio), Albisola Superiore (in provincia di Savona), Alessandria (in provincia di Alessandria), Alessandria del Carretto (in provincia di Cosenza), Alessandria della Rocca (in provincia di Agrigento), Almenno San Bartolomeo (in provincia di Bergamo), Almenno San Salvatore (in provincia di Bergamo), Alserio (in provincia di Como), Alto Sermenza (in provincia di Vercelli), Andreis (in provincia di Pordenone), Antey-Saint-André (in provincia di Aosta), Antrona Schieranco (in provincia di Verbano-Cusio-Ossola), Anversa degli Abruzzi (in provincia di L'Aquila), Appiano sulla strada del vino (in provincia di Bolzano), Arcisate (in provincia di Varese), Ardesio (in provincia di Bergamo), Arese (in provincia di Milano), Ariano nel Polesine (in provincia di Rovigo), Arlena di Castro (in provincia di Viterbo), Arnesano (in provincia di Lecce), Arpaise (in provincia di Benevento), Arquà Polesine (in provincia di Rovigo), Arsago Seprio (in provincia di Varese), Arsiè (in provincia di Belluno), Arsiero (in provincia di Vicenza), Ascrea (in provincia di Rieti), Asigliano Vercellese (in provincia di Vercelli), Aversa (in provincia di Caserta), Bagnolo Cremasco (in provincia di Cremona), Baldichieri d'Asti (in provincia di Asti), Baldissero Canavese (in provincia di Torino), Baldissero d'Alba (in provincia di Cuneo), Baldissero Torinese (in provincia di Torino), Balestrate (in provincia di Palermo), Balestrino (in provincia di Savona), Baratili San Pietro (in provincia di Oristano), Barbaresco (in provincia di Cuneo), Baressa (in provincia di Oristano), Barone Canavese (in provincia di Torino), Bascapè (in provincia di Pavia), Baselga di Pinè (in provincia di Trento).

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Libri che contengono la parola ser

Alcuni libri che contengono la parola ser:

Decameron (pagina 7)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E sopra questa essaminazione pensando lungamente stato, gli venne a memoria un ser Cepparello da Prato, il quale molto alla sua casa in Parigi si riparava; il quale, per ciò che piccolo di persona era e molto assettatuzzo, non sappiendo li franceschi che si volesse dir Cepparello, credendo che ‘cappello’, cioè ‘ghirlanda’ secondo il lor volgare a dir venisse, per ciò che piccolo era come dicemmo, non Ciappello ma Ciappelletto il chiamavano: e per Ciappelletto era conosciuto per tutto, là dove pochi per ser Cepperello il conoscieno ... Venuto adunque questo ser Cepparello nell'animo a messer Musciatto, il quale ottimamente la sua vita conosceva, si pensò il detto messer Musciatto costui dovere esser tale quale la malvagità de' borgognoni il richiedea; e perciò, fattolsi chiamare, gli disse così: “Ser Ciapelletto, come tu sai, io sono per ritrarmi del tutto di qui: e avendo tra gli altri a fare co' borgognoni, uomini pieni d'inganni, non so cui io mi possa lasciare a riscuotere il mio da loro più convenevole di te ... ” Ser Ciappelletto, che scioperato si vedea e male agiato delle cose del mondo e lui ne vedeva andare che suo sostegno e ritegno era lungamente stato, senza niuno indugio e quasi da necessità costretto si diliberò, e disse che volea volentieri ... Per che, convenutisi insieme, ricevuta ser Ciappelletto la procura e le lettere favorevoli del re, partitosi messer Musciatto, n'andò in Borgogna dove quasi niuno il conoscea: e quivi fuori di sua natura benignamente e mansuetamente cominciò a voler riscuotere e fare quello per che andato v'era, quasi si riserbasse l'adirarsi al da sezzo ... E un giorno, assai vicini della camera nella quale ser Ciappelletto giaceva infermo, seco medesimo cominciarono a ragionare ... ” Ser Ciappelletto, il quale, come dicemmo, presso giacea là dove costoro così ragionavano, avendo l'udire sottile, sì come le più volte veggiamo aver gl'infermi, udì ciò che costoro di lui dicevano; li quali egli si fece chiamare e disse loro: “Io ...
Decameron (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il quale, giunto nella camera dove ser Ciappelletto giacea e allato postoglisi a sedere, prima benignamente il cominciò a confortare, e appresso il domandò quanto tempo era che egli altra volta confessato si fosse ... Al quale ser Ciappelletto, che mai confessato non s'era, rispose: “ Padre mio, la mia usanza suole essere di confessarsi ogni settimana almeno una volta, senza che assai sono di quelle che io mi confesso più; è il vero che poi che io infermai, che son passati da otto dì, io non mi confessai tanta è stata la noia che la infermità m'ha data ... ” Disse ser Ciappelletto: “Messer lo frate, non dite così: io non mi confessai mai tante volte né sì spesso, che io sempre non mi volessi confessare generalmente di tutti i miei peccati che io mi ricordassi dal dì che io nacqui infino a quello che confessato mi sono; e per ciò vi priego, padre mio buono, che così puntalmente d'ogni cosa mi domandiate come se mai confessato non mi fossi; e non mi riguardate perché io infermo sia, ché io amo molto meglio di dispiacere a queste mie carni che, faccendo agio loro, io facessi cosa che potesse essere perdizione dell'anima mia, la quale il mio Salvatore ricomperò col suo prezioso sangue ... ” Queste parole piacquero molto al santo uomo e parvongli argomento di bene disposta mente: e poi che a ser Ciappelletto ebbe molto commendato questa sua usanza, il cominciò a domandare se egli mai in lussuria con alcuna femina peccato avesse ... Al quale ser Ciappelletto sospirando rispose: “Padre mio, di questa parte mi vergogno io di dirvene il vero temendo di non peccare in vanagloria ... ” Disse allora ser Ciappelletto: “Poiché voi di questo mi fate sicuro, e io il vi dirò: io son così vergine come io usci' del corpo della mamma mia ... Al quale, sospirando forte, ser Ciappelletto rispose di sì e molte volte; per ciò che, con ciò fosse cosa che egli, oltre alli digiuni delle quaresime che nell'anno si fanno dalle divote persone, ogni settimana almeno tre dì fosse uso di digiunare in pane e in acqua, con quello diletto e con quello appetito l'acqua bevuta aveva, e spezialmente quando avesse alcuna fatica durata o adorando o andando in pellegrinaggio, che fanno i gran bevitori il vino; e molte volte aveva disiderato d'avere cotali insalatuzze d'erbucce, come le donne fanno quando vanno in villa, e alcuna volta gli era paruto migliore il mangiare che non pareva a lui che dovesse parere a chi digiuna per divozione, come digiunava egli ... ” “Oh!” disse ser Ciappelletto “padre mio, non mi dite questo per confortarmi: ben sapete che io so che le cose che al servigio di Dio si fanno, si deono fare tutte nettamente e senza alcuna ruggine d'animo: e chiunque altramenti fa, pecca ... Ma dimmi: in avarizia hai tu peccato disiderando più che il convenevole o tenendo quello che tu tener non dovesti?” Al quale ser Ciappelletto disse: “Padre mio, io non vorrei che voi guardasti perché io sia in casa di questi usurieri: io non ci ho a far nulla, anzi ci era venuto per dovergli ammonire e gastigare e torgli da questo abominevole guadagno; e credo mi sarebbe venuto fatto, se Idio non m'avesse così visitato ... ” “Bene hai fatto:” disse il frate “ma come ti se' tu spesso adirato?” “Oh!” disse ser Ciappelletto “cotesto vi dico io bene che io ho molto spesso fatto; e chi se ne potrebbe tenere, veggendo tutto il dì gli uomini fare le sconce cose, non servare i comandamenti di Dio, non temere i suoi giudicii? Egli sono state assai volte il dì che io vorrei più tosto essere stato morto che vivo, veggendo i giovani andar dietro alle vanità e udendogli giurare e spergiurare, andare alle taverne, non visitar le chiese e seguir più tosto le vie del mondo che quella di Dio ... ” Disse allora il frate: “Figliuol mio, cotesta è buona ira, né io per me te ne saprei penitenza imporre; ma per alcun caso avrebbeti l'ira potuto inducere a fare alcuno omicidio o a dire villania a persona o a fare alcuna altra ingiuria?” A cui ser Ciappelletto rispose: “Oimè, messere, o voi mi parete uomo di Dio: come dite voi coteste parole? o s'io avessi avuto pure un pensieruzzo di fare qualunque s'è l'una delle cose che voi dite, credete voi che io creda che Idio m'avesse tanto sostenuto? Coteste son cose da farle gli scherani e i rei uomini, de' quali qualunque ora io n'ho mai veduto alcuno, sempre ho detto: «Va, che Idio ti converta» ... ” Allora disse il frate: “Or mi di', figliuol mio, che benedetto sie tu da Dio: hai tu mai testimonianza niuna falsa detta contra alcuno o detto male d'altrui o tolte dell'altrui cose senza piacere di colui di cui sono?” “Mai messer sì, “ rispose ser Ciappelletto “che io ho detto male d'altrui; per ciò che io ebbi già un mio vicino che, al maggior torto del mondo, non faceva altro che batter la moglie, sì che io dissi una volta male di lui alli parenti della moglie, sì gran pietà mi venne di quella cattivella, la quale egli, ogni volta che bevuto avea troppo, conciava come Dio vel dica ... ” Disse allora il frate: “Or bene, tu mi di' che se' stato mercatante: ingannasti tu mai persona così come fanno i mercatanti?” “Gnaffé, “ disse ser Ciappelletto “messer sì, ma io non so chi egli si fu: se non che, uno avendomi recati denari che egli mi doveva dare di panno che io gli avea ...
Decameron (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” E, oltre a questo, il domandò il santo frate di molte altre cose, delle quali di tutte rispose a questo modo; e volendo egli già procedere alla absoluzione, disse ser Ciappelletto: “Messere, io ho ancora alcun peccato che io non v'ho detto ... ” “Non, “ disse ser Ciappelletto “non dite leggier cosa, ché la domenica è troppo da onorare, però che in così fatto dì risuscitò da morte a vita il nostro Signore ... ” Disse allora il frate: “O, altro hai tu fatto?” “Messer sì, “ rispose ser Ciappelletto “ché io, non avvedendomene, sputai una volta nella chiesa di Dio ... ” Disse allora ser Ciappelletto: “E voi fate gran villania, per ciò che niuna cosa si convien tener netta come il santo tempio, nel quale si rende sacrificio a Dio ... Disse il santo frate: “Figliuol mio, che hai tu?” Rispose ser Ciappelletto: “Oimè, messere, ché un peccato m'è rimaso, del quale io non mi confessai mai, sì gran vergogna ho di doverlo dire; e ogni volta che io me ne ricordo piango come voi vedete, e parmi esser molto certo che Idio mai non avrà misericordia di me per questo peccato ... ” Disse allora ser Ciappelletto sempre piagnendo forte: “Oimè, padre mio, il mio è troppo gran peccato, e appena posso credere, se i vostri prieghi non ci si adoperano, che egli mi debba mai da Dio esser perdonato ... ” Ser Ciappelletto pur piagnea e nol dicea, e il frate pure il confortava a dire; ma poi che ser Ciappelletto piagnendo ebbe un grandissimo pezzo tenuto il frate così sospeso, e egli gittò un gran sospiro e disse: “Padre mio, poscia che voi mi promettete di pregare Idio per me, e io il vi dirò: sappiate che, quando io era piccolino, io bestemmiai una volta la mamma mia ... ” Disse allora ser Ciappelletto: “Oimè, padre mio, che dite voi? la mamma mia dolce, che mi portò in corpo nove mesi il dì e la notte e portommi in collo più di cento volte! troppo feci male a bestemmiarla e troppo è gran peccato; e se voi non pregate Idio per me, egli non mi serà perdonato ... ” Veggendo il frate non essere altro restato a dire a ser Ciappelletto, gli fece l'absoluzione e diedegli la sua benedizione, avendolo per santissimo uomo, sì come colui che pienamente credeva esser vero ciò che ser Ciappelletto avea detto: e chi sarebbe colui che nol credesse, veggendo uno uomo in caso di morte dir così? E poi, dopo tutto questo, gli disse: “Ser Ciappelletto, con l'aiuto di Dio voi sarete tosto sano; ma se pure avvenisse che Idio la vostra benedetta e ben disposta anima chiamasse a sé, piacevi egli che 'l vostro corpo sia sepellito al nostro luogo?” Al quale ser Ciappelletto rispose: “Messer sì, anzi non vorrei io essere altrove, poscia che voi m'avete promesso di pregare Idio per me: senza che io ho avuta sempre spezial divozione al vostro Ordine ... Li due fratelli, li quali dubitavan forte non ser Ciappelletto gl'ingannasse, s'eran posti appresso a un tavolato, il quale la camera dove ser Ciappelletto giaceva dividea da un'altra, e ascoltando leggiermente udivano e intendevano ciò che ser Ciappelletto al frate diceva; e aveano alcuna volta sì gran voglia di ridere, udendo le cose le quali egli confessava d'aver fatte, che quasi scoppiavano: e fra sé talora dicevano: “Che uomo è costui, il quale né vecchiezza né infermità né paura di morte, alla qual si vede vicino, né ancora di Dio, dinanzi al giudicio del quale di qui a picciola ora s'aspetta di dovere essere, dalla sua malvagità l'hanno potuto rimuovere, né far che egli così non voglia morire come egli è vivuto?” ... Ser Ciappelletto poco appresso si comunicò: e peggiorando senza modo ebbe l'ultima unzione e poco passato vespro, quel dì stesso che la buona confessione fatta avea, si morì ... Il santo frate che confessato l'avea, udendo che egli era trapassato, fu insieme col priore del luogo; e fatto sonare a capitolo, alli frati ragunati in quello mostrò ser Ciappelletto essere stato santo uomo, secondo che per la sua confessione conceputo avea; e sperando per lui Domenedio dovere molti miracoli dimostrare, persuadette loro che con grandissima reverenzia e divozione quello corpo si dovesse ricevere ... Alla qual cosa il priore e gli altri frati creduli s'acordarono: e la sera, andati tutti là dove il corpo di ser Ciappelletto giaceva, sopr'esso fecero una grande e solenne vigilia; e la mattina, tutti vestiti co' camisci e co' pieviali, con li libri in mano e con le croci innanzi cantando andaron per questo corpo e con grandissima festa e solennità il recarono alla lor chiesa, seguendo quasi tutto il popolo della città, uomini e donne ... E nella chiesa postolo, il santo frate, che confessato l'avea, salito in sul pergamo di lui cominciò e della sua vita, de' suoi digiuni, della sua virginità, della sua simplicità e innocenzia e santità maravigliose cose a predicare, tra l'altre cose narrando quello che ser Ciappelletto per lo suo maggior peccato piangendo gli avea confessato, e come esso appena gli avea potuto metter nel capo che Idio gliele dovesse perdonare, da questo volgendosi a riprendere il popolo che ascoltava, dicendo: “E voi, maladetti da Dio, per ogni fuscello di paglia che vi si volge tra' piedi bestemmiate Idio e la Madre e tutta la corte ...