Libri lavoratore

Libri su lavoratore, con la parola lavoratore

Decameron (pagina 147)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Aveva per isciacura un lavoratore di questa donna quel dì due suoi porci smarriti: e, andandogli cercando, poco dopo la partita dello scolare a quella torricella pervenne e andando guatando per tutto se i suoi porci vedesse sentì il miserabile pianto che la sventurata donna faceva: per che salito sù quanto poté gridò: “Chi piagne là sù?” La donna cognobbe la voce del suo lavoratore e chiamatol per nome gli disse: “Deh! vammi per la mia fante e fa sì che ella possa qua sù a me venire ... ” Il lavoratore, conosciutala, disse: “Oimè! madonna, e chi vi portò costà sù? La fante vostra v'è tutto dì oggi andata cercando: ma chi avrebbe mai pensato che voi doveste essere stata qui?” E presi i travicelli della scala, la cominciò a drizzar come star dovea e a legarvi con ritorte i bastoni a traverso; e in questo la fante di lei sopravenne, la quale nella torre entrata, non potendo più la voce tenere, battendosi a palme cominciò a gridare: “Oimè! donna mia dolce, ove siete voi?” La donna udendola, come più forte poté disse: “O sirocchia mia, io son qua sù: non piagnere, ma recami tosto i panni miei ... ” Quando la fante l'udì parlare, quasi tutta riconfortata salì su per la scala già presso che racconcia da' lavoratore, e aiutata da lui in sul battuto pervenne; e vedendo la donna sua non corpo umano ma più tosto un cepperello inarsicciato parere, tutta vinta, tutta spunta, e giacere in terra ignuda, messesi l'unghie nel viso cominciò a piagnere sopra di lei non altramenti che se morta fosse ... Ma la donna la pregò per Dio che ella tacesse e lei rivestire aiutasse; e avendo da lei saputo che niuna persona sapeva dove ella stata fosse, se non coloro che i panni portati l'aveano e il lavoratore che al presente v'era, alquanto di ciò racconsolata, gli pregò per Dio che mai a alcuna persona di ciò niente dicessero ... Il lavoratore, dopo molte novelle, levatasi la donna in collo che andar non poteva, salvamente infino fuori della torre la condusse ... Il lavoratore, posata la donna sopra a uno erbaio, andò a vedere che avesse la fante, e trovatala con la coscia rotta similmente nello erbaio la recò e allato alla donna la pose; la quale veggendo questo a giunta degli altri suoi mali avvenuto e colei avere rotta la coscia da cui ella sperava essere aiutata più che da altrui, dolorosa senza modo rincominciò il suo pianto tanto miseramente, che non solamente il lavoratore non la poté racconsolare ma egli altressì cominciò a piagnere ... Ma essendo già il sol basso, acciò che quivi non gli cogliesse la notte, come alla sconsolata donna piacque, n'andò alla casa sua: e quivi chiamati due suoi fratelli e la moglie e là tornati con una tavola, sù v'acconciaron la fante e alla casa ne la portarono; e riconfortata la donna con un poco d'acqua fresca e con buone parole, levatalasi il lavoratore in collo, nella camera di lei la portò ... La moglie del lavoratore, datole mangiar pan lavato e poi spogliatala, nel letto la mise; e ordinarono che essa e la fante fosser la notte portate a Firenze, e così fu fatto ...