La pazzia non è da tutti, ma quella di Maurice......


Autore: E. M. Forster

La pazzia non è da tutti, ma quella di Maurice risultò il fulmine che scaccia le nuvole. Il temporale non andava covando da tre giorni, come lui si figurava, bensì da sei anni. Aveva fermentato nelle tenebre dell'essere che nessun occhio perfora, l'atmosfera in cui lui era vissuto l'aveva addensato. Era esploso, e lui non era morto. Attorniato dal fulgore del giorno, sostò sulla catena montuosa che adombra la giovinezza, e vide. [...] Ogni cosa appariva talmente chiara, adesso. Aveva mentito. Era stato «rimpinzato di bugie,» così si espresse tra sé, ma le bugie erano il cibo naturale della fanciullezza, e lui se n'era pasciuto con ingordigia. La prima risoluzione che prese fu di essere più cauto in avvenire. Avrebbe vissuto lealmente, non perché importasse a nessuno, ormai, ma per stare al gioco. Non avrebbe più – ecco la prova cruciale – finto di interessarsi alle donne quando l'unico sesso che lo attraeva era il suo. Amava gli uomini e sempre li aveva amati. Smaniava dalla voglia di abbracciarli e di fondere il proprio essere nel loro. Ora, nel momento in cui l'uomo che ricambiava il suo amore era perduto, ora lo ammetteva. (cap. 10, p. 89)


Citazione di una frase tratta dall'opera Maurice di E. M. Forster.


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