Il giardino di Ninfa

Anche in Italia ci sono dei giardini celebri molto belli da osservare e da visitare per conoscere sempre più varietà di piante e fiori. Gli amanti del giardinaggio senza dubbio sapranno alla perfezione com'è fatto questo giardino, ma chi semplicemente ama osservare le coltivazioni, i prati e adora il verde, non potrà evitare di visitare il Giardino di Ninfa, all'insegna delle distese verdi e delle vaste valli tutte da osservare.

Come prima cosa, nel caso in cui decidessimo di visitarlo, dovremo assolutamente ricordare che nonostante l'apparenza del giardino botanico e tutti i tratti distintivi di un semplice giardino celebre splendido da visitare, il Giardino di Ninfa viene definito monumento naturale, esattamente come se fosse un patrimonio culturale italiano dal punto di vista della botanica. È un dettaglio che bisogna ricordare se lo si vuole visitare, ma soprattutto è indispensabile farsi accompagnare da esperti o andare con gite organizzate e guide turistiche, per farsi spiegare nel dettaglio la lunga storia che lo contraddistingue e che senza dubbio affascinerà grandi e piccini. La storia e le origini si potrebbero raccontare in questo modo: nell'epoca romana, il paese di Ninfa altro non era che un piccolo centro agricolo, però abbastanza ricco di coltivazioni di vario genere, ed era perciò un punto di riferimento per gli agricoltori più che un'attrazione turistica o, peggio ancora, un paese abitato. Nel corso dell'VIII secolo, il Papa, Zaccaria, ricevette come regalo da Costantino V una moltitudine di zone agricole in provincia di Norma, come segno di devozione e soprattutto riconoscenza per aver respinto e contrastato l'avanzata dei Longobardi. A questo punto, la storia del Giardino di Ninfa è diventata infinita: i terreni non venivano assolutamente utilizzati né ricevevano alcun tipo di manuntenzione, al punto che le paludi occuparono le strade, costringendo a deviare il traffico commerciale altrove. La zona agricola passò di mano in mano per molto tempo, venendo donata, poi acquistata per molti soldi, poi di nuovo regalata e infine ereditata, finché non ebbe una vera svolta nel 1921, quando Gelasio Caetani avviò una vastissima operazione di bonifica dei terreni.

Da quel momento l'aspetto del Giardino di Ninfa cambiò radicalmente, con restauri a tutti gli ambienti, bonifiche, coltivazioni; Gelasio Caetani non mise in atto questi grandi cambiamenti di sua spontanea volontà ma sotto le direttive della madre, Ada Wilbraham, una grande appassionata che aveva già realizzato terreni botanici a Fogliano. Ada, con ammirevole determinazione, piantò diverse speci botaniche acquisite durante i suoi viaggi in tutto il mondo, rendendo il giardino tra i più diversificati al mondo. Lelia Caetani, ereditiera, trasformò il giardino di un ambiente del tutto somigliante a quello inglese.

Nel periodo in cui Ada, Marguerite Chapin (moglie di Caetani) e Lelia si unirono per portare a termine l'impresa, il giardino raggiunse il suo massimo splendore e fu grazie alla passione per la botanica di queste tre donne che ad oggi possiamo osservare il giardino di Ninfa come se fosse un vero e proprio prodigio, ed è grazie a loro che questo luogo attira turisti non solo da tutto il territorio italiano ma anche dal mondo intero.
C'è anche parecchia fauna e non solo tantissima flora, come per esempio pappagalli di vario tipo, canapiglie, aironi, allodole, aironi, germani reali e falchetti. Insomma, il Giardino di Ninfa non è così lontano: correte a visitarlo!

Tag: giardino    ninfa    visitare    osservare    tutto    storia    mondo    botanica    paese    

Argomenti: giardino botanico,    patrimonio culturale,    territorio italiano,    piccolo centro,    massimo splendore

Altri articoli del sito ad argomento Giardini famosi del canale Fiori ed affini:

I giardini di Kirstenbosch in Sudafrica
Offerta capodanno in Slovenia
Il Jardin Majorelle di Marrakech
Vacanze in Europa
Le Bahamas meta di un sogno

Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Corbaccio di Giovanni Boccaccio (pagina 22)
La divina commedia di Dante Alighieri (pagina 69)
Fior di passione di Matilde Serao (pagina 31)
Il fiore di Dante Alighieri (pagina 17)
L'amore che torna di Guido da Verona (pagina 88)