Libri cielo

Libri su cielo, con la parola cielo

Confessioni di un Italiano (pagina 131)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ora nessun ostacolo si oppone ai desiderii del cuor nostro; non più coll'impazienza e colla sbadataggine della giovinezza, ma col senno afforzato, e col proposito immutabile dell'età matura, io domando che mi ripetiate con una parola la promessa di felicità che m'avete fatta al cospetto del cielo ... La donzella tremò da capo a piedi, ma fu un attimo; ella appoggiò sul petto una mano che contrastava pallidissima colla nera tonaca delle novizie, e alzò nel volto di Lucilio uno sguardo lungo e misterioso che pareva cercasse traverso ad ogni cosa le speranze del cielo ... Non v'è più bene non v'è più speranza, altro che nel cielo per le anime timorate di Dio ... Ma la Clara si volse a lei rassicurandola con un gesto, indi levato uno sguardo al cielo non temé di avvicinarsi a Lucilio e di mettergli castamente una mano sulla spalla ... Il povero sapiente indovinò tutto da quello sguardo, da quell'atto, e sentì col cuore lacerato di non poter seguire in cielo quell'anima che gli sfuggiva, beata nei proprii dolori ... — Soltanto le nostre nozze siano in cielo poiché sulla terra Iddio le proibisce ai suoi fedeli! ... Omai l'anima della Clara abitava in cielo, e le cose di quaggiù non le vedeva che da quelle altezze infinite ... — Sappiate che nessuna grazia domando alla Madonna con tanta insistenza con tanto fervore quanto questa di morir fra breve e di salire in cielo a intercedere per voi! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 143)
di Ippolito Nievo (estratti)

... quanta vicenda di cose, quanto fragore di tempeste, e sguiscio di fulmini! Si armi di costanza e di rassegnazione il piloto per trovare un porto in quel pelago vorticoso e sconvolto; alzi sempre gli occhi al cielo, ed anche traverso nuvole e al velo luttuoso della procella traveda sempre colla mente lo splendor delle stelle ... Passano le navi, ora calme e leggiere come cigni sull'onda d'un lago, or risospinte ed agitate come stormo di pellicani tra il contrario azzuffarsi dei venti; sorgono i flutti minacciosi al cielo, si sprofondano quasi a squarciare le viscere della terra, e si stendono poi graziosi e tremolanti all'occhio del sole, come serico manto sulle spalle d'una regina ... Indi la brezza profumata spazza via come larve sognate quelle apparizioni spaventose; il cielo s'incurva azzurro calmo e sereno, e non ricorda e non teme più l'assalto dei mostri aereiformi ... Era caduto in quello spensierato abbattimento nel quale ci mancano i nervi e la volontà per saltare dalla finestra; ma un fulmine che ci colpisse, o una trave caduta giù pel capo, parrebbe un regalo del cielo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 158)
di Ippolito Nievo (estratti)

... In onta alle mie sventure, ai miei timori e alle distrazioni impostemi dalla compagna, mi ricordai di Virgilio, e salutai il gran lago che con fremito marino gonfia talvolta i suoi flutti e li innalza verso il cielo ... S'incurvino pure gli anatomici a esaminare a tagliuzzare il cadavere; il sentimento il pensiero sfuggono al loro coltello e avvolti nel mistico ed eterno rogo dell'intelligenza slanciano verso il cielo le loro lingue di fiamma ... La frana cadeva giù nera e cavernosa, sbiancata mestamente dalla luna in qualche nodo più rilevato; di sotto l'acqua nereggiava profonda e silenziosa; il cielo vi si specchiava entro senza illuminarla, come succede sempre quando la luce non viene di traverso ma a piombo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 174)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Rovesciai nel mio impeto una donna che correva qua e là per la stanza colle palme levate al cielo o accapigliate nelle trecce come ossessa dalla paura ... Mi ricorda aver traveduto fra essi un frate che pregava il cielo e arringava devotamente i soldati ... Si vedeva il convento simile in tutto ad un gran rogo, le fiamme rossastre e fumose si disegnavano sempre meglio sopra il cielo che s'imbruniva, e al loro tetro bagliore si vedevano luccicare le baionette dei legionari che premevano alle reni i fuggiaschi Napoletani ... — Empio, traditore, spergiuro! Che il cielo ascolti le tue menzogne e te le faccia colare in gola mutate in piombo rovente! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 250)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Penserò a mia madre e a mia sorella come a due angeli, che mi raddoppieranno quandochessia la beatitudine del cielo ... Omai peraltro tutti ci siamo assuefatti alla vita marinaresca; e a non vedere altro che cielo ed acqua ... Nulla di meglio addita la nascosta presenza d'un Dio che questa immensità azzurra di cielo e di mare che par tutt'una e innalza la mente alla comprensione dell'eterno ... Scommetto che quella canzone fu composta da un pescatore chiozzotto, mentre la bonaccia d'estate arrestava il suo burchio in mezzo all'Adriatico ed egli non vedeva altro che il mare, sua vita, e il cielo, sua speranza ...
Confessioni di un Italiano (pagina 254)
di Ippolito Nievo (estratti)

... spirito di spiccar d'infra voi il suo volo pel cielo! ... Ma anche questa è un'arra che ci vedremo nel cielo ... A rivederci, a rivederci in cielo! ... Doveva cominciare ad amarla per piangere sopra due tombe invece che sopra a una! Doveva sollevare le mie speranze al cielo perché là mi si concedesse di rimeritarla presto dell'amore ch'ella aveva portato a mio figlio! ... Demetrio, poveretto, datosi anima e corpo alla Russia, s'arrolò per colonnello nella Legione Moldava, e morì sui campi di Oltenizza, portando in cielo la speranza dell'impero greco di Bisanzio ...
La divina commedia (pagina 34)
di Dante Alighieri (estratti)

... XVI Buio d'inferno e di notte privata d'ogne pianeto, sotto pover cielo, quant'esser può di nuvol tenebrata, non fece al viso mio sì grosso velo come quel fummo ch'ivi ci coperse, né a sentir di così aspro pelo, che l'occhio stare aperto non sofferse; onde la scorta mia saputa e fida mi s'accostò e l'omero m'offerse ... Lo mondo è ben così tutto diserto d'ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto; ma priego che m'addite la cagione, sì ch'i' la veggia e ch'i' la mostri altrui; ché nel cielo uno, e un qua giù la pone" ... Voi che vivete ogne cagion recate pur suso al cielo, pur come se tutto movesse seco di necessitate ... Lo cielo i vostri movimenti inizia; non dico tutti, ma, posto ch'i' 'l dica, lume v'è dato a bene e a malizia, e libero voler; che, se fatica ne le prime battaglie col ciel dura, poi vince tutto, se ben si notrica ...
La divina commedia (pagina 65)
di Dante Alighieri (estratti)

... La donna mia, che mi vedëa in cura forte sospeso, disse: "Da quel punto depende il cielo e tutta la natura ... Dunque costui che tutto quanto rape l'altro universo seco, corrisponde al cerchio che più ama e che più sape: per che, se tu a la virtù circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t'appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a più e di minore a meno, in ciascun cielo, a süa intelligenza" ... Come rimane splendido e sereno l'emisperio de l'aere, quando soffia Borea da quella guancia ond'è più leno, per che si purga e risolve la roffia che pria turbava, sì che 'l ciel ne ride con le bellezze d'ogne sua paroffia; così fec'ïo, poi che mi provide la donna mia del suo risponder chiaro, e come stella in cielo il ver si vide ...
Fermo e Lucia (pagina 148)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «No, Fermo, per amor del cielo, non mi fate un marrone: non mettete in imbroglio me e voi ... ne ho avute io delle cure, sa il cielo! ma l'ho presa anch'io, e son qui vittima della mia carità: d'allora in poi non son più quello ... » «Volete aprirmi e parleremo più liberamente?» «E la peste, figliuolo?» «Grazie al cielo ella non ha ammazzato me, ed io ho ammazzato lei, e son sano e salvo come mi vedete ... Tremò, fremè, impallidì cento volte a quel racconto; ora diede dei pugni all'aria, ed ora giunse le mani in atto di ringraziamento; maledisse la Signora, benedisse il Cardinale, diede maledizioni e benedizioni al Conte del Sagrato, invocò ora la vendetta, ora il perdono del cielo sopra Don Rodrigo ... Perchè non è venuta con me? con me suo promesso? con me che doveva, che poteva divenir suo marito? che ostacolo v'era più? non sarebbero mancati che i denari; e il cielo gli aveva mandati ...
Giambi ed Epodi (pagina 3)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Nuovo ordine di cose in cielo è scritto ... Novembre sta del Vatican su gli orti Come di piombo un velo: Senza canti gli augei da' tronchi morti Fuggon pe 'l morto cielo ... Il gran prete quel dì svegliossi allegro, Guardò pe' vaticani Vetri dorati il cielo umido e negro, E si fregò le mani ... Un forte vecchio io son; l'ardor de i belli Anni in cuor mi ritrovo: La scure che aprì 'l cielo al Locatelli Arrotatela a novo ...
Giambi ed Epodi (pagina 6)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Mentre tormenta languido sirocco gli assetati Caprifichi che ondeggiano su i gran massi quadrati Verdi tra il cielo e il mar, Su i gran massi cui vigile il mercator tirreno Saliva, le fenicie rosse vele nel seno Azzurro ad aspettar? Ricordi Populonia, e Roselle, e la fiera Torre di Donoratico a la cui porta nera Conte Ugolin bussò Con lo scudo e con l'aquile a la Meloria infrante, Il grand'elmo togliendosi da la fronte che Dante Ne l'inferno ammirò? Or (dolce a la memoria) una quercia su 'l ponte Levatoio verdeggia e bisbiglia, e del conte Novella il cacciator Quando al purpureo vespero su la bertesca infida I falchetti famelici empiono il ciel di strida E il can guarda al clamor ... E tu pascevi, o alivolo corridore, la biada Che ne' solchi de i secoli aperti con la spada Dal console roman Dante, etrusco pontefice redivivo, gettava; Onde al cielo il tuo florido terzo maggio esultava, Comune italian, Tra le germane faide e i salmi nazareni Esultava nel libero lavoro e ne i sereni Canti de' mietitor ... Via, dopo l'arrosto Fa bene un po' d'azzurro: Apri, poeta: il cielo, il cielo, a costo Di pigliare un cimurro! Nel cospetto del ciel l'ebrezza casca Del senso riscaldato ... E il giovinetto pallido, a cui cade Su gli occhi umido un velo, Sogna la morte per la libertade In faccia al patrio cielo ... A voi la vita mia: me ignota fossa Accolga innanzi gli anni: Pugnate voi contro ogni iniqua possa, Contro tutti i tiranni! XVII PER IL LXXVIII ANNIVERSARIO DALLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA FRANCESE Sol di settembre, tu nel cielo stai Come l'uom che i migliori anni finì E guarda triste innanzi: i dolci rai Tu stendi verso i nubilosi dì ... Ma quel che su da l'avvenir salia D'orror fremito udì Massimilian, E come falciator per la sua via, L'occhio ebbe al cielo ed al lavor la man ...
Il conte di Carmagnola (pagina 11)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... IL CONTE O misere, sa il cielo Che per voi sole ei m'è tremendo ... Godiam di questo Abbracciamento: è un don del cielo anch'esso ... — Oh! gli uomini non hanno Inventata la morte: ella saria Rabbiosa, insopportabile: — dal cielo Ella ne viene; e l'accompagna il cielo Con tal conforto, che né dar né torre Gli uomini ponno ... E tu, tenero fior, tu che fra l'armi A rallegrare il mio pensier venivi, — Tu chini il capo: — oh! la tempesta rugge Sopra di te — tu tremi, ed al singulto Più non regge il tuo sen — sento sul petto Le tue infocate lagrime cadermi; E tergerle non posso: — a me tu sembri Chieder pietà, Matilde: ah! nulla il padre Può far per te: — ma pei diserti in cielo C'è un Padre, il sai ... E il dì che segue la battaglia, quando Sul campo della strage il sacerdote, Tra il suon lugubre, alzi le palme, offrendo Il sacrifizio per gli estinti al cielo, Ricordivi di me, che anch'io credea Morir sul campo ...
Il servitore di due padroni (pagina 17)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Il Cielo ci vuol felici, non vi rendete ingrata alle beneficenze del Cielo ... (prende la mano di Clarice) Animo, tornève a toccar la man; fè pase, no pianzè più, consolève, fenila, tolè; el Cielo ve benediga ... (da sé) SILVIO Perdonatemi per amor del Cielo ... BEATRICE Sì, il Cielo mi ha consolata ...
L'amore che torna (pagina 24)
di Guido da Verona (estratti)

... La strada passava ora per mezzo ad un terreno alluvionale, onduloso da un lato di leggerissime colline, che infinitamente si perdevano allo sguardo, laggiù, verso il promontorio di Monte Circello, dove un lontano semaforo si delineava nella trasparenza del cielo ... Poi comparve, sul versante d'una collina bianca di sole, il convento francescano dei Frati Zoccolanti, e d'un tratto, all'uscir da una folta cortina di boscaglie, il Tirreno indolente, che oscillava davanti a noi, radioso e glauco sotto la curva del cielo ... La città marmorea, sotto la luce del pomeriggio primaverile, splendeva sollevata nella gloria di un incendio immateriale, come se la sua pietra esalasse un respiro fatto di luce, un vapore impalpabile, quasi un velo pieno di scintillamenti, che andasse man mano rarefacendosi, attenuandosi, diventando azzurro come l'aria o verde come l'acqua, in lenti circoli spaziosi verso il cielo e verso il mare ... Poi, d'improvviso, in alto, la torre di Torre Guelfa nel cielo, e finalmente l'ultima salita, il cancello, il giardino, la grande casa con le finestre illuminate, quella ragazza con un grembiule bianco, ferma su la scalinata, e poco dopo Lazzaro che sopraggiungeva coi nostri bauli ...
La via del rifugio (pagina 5)
di Guido Gozzano (estratti)

... Solo vedo che il pettine produce sempre capelli biondo–bruni e scorgo un cielo fatto delle loro trame: un cielo senza vento e senza luce! E poi un mare ... E tu non sai! Il suono t'è un trastullo: tu suoni e ridi sotto il cielo grigio nostro piccolo gran consolatore! E l'usignuolo, come te, fanciullo, canta ai poeti intenti al suo prodigio; e non conosce le virtù canore ... IN MORTE DI GIULIO VERNE O che l'Eroe che non sa riposi discenda nella Terra, o che si libri per la virtù di cifre e d'equilibri oltre gli spazi inesplorati ed osi tentar le stelle, o il Nautilo rivibri e s'inabissi in mari spaventosi: Maestro, quanti sogni avventurosi sognammo sulle trame dei tuoi libri! La Terra il Mare il Cielo l'Universo per te, con te, poeta dei prodigi, varcammo in sogno oltre la Scienza ... — O molle trifoglio, o mani di gelo! Che bene ti voglio! Ti giuro sul cielo! — Solleva una mano, mi dice: “è lontano!” — Che sete di baci! Morire mi pare ...
Marocco (pagina 16)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Il cielo cominciava a coprirsi di stelle ... Il cielo era tutto scintillante di stelle ... Il cielo era tutto color di rosa ad oriente ... Davanti alla collina si stendeva una grande pianura ondulata e florida, chiusa lontano da una catena di monti di color verde cupo, di là dalla quale apparivano altri monti azzurrini quasi svaniti nella limpidezza del cielo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 18)
di Giovanni Verga (estratti)

... In fondo, nella nebbia del fiume e della pioggia, si scorgeva confusamente un enorme ammasso di rovine, come un monte franato in mezzo al fiume, e sul pilone rimasto in piedi, perduto nella bruma del cielo basso, qualcosa di nero che si muoveva, delle braccia che accennavano lontano ... A seconda del vento giungevano pure di lassù, donde veniva la corrente, delle voci che sembravano cadere dal cielo, delle grida disperate, e un suono di corno rauco ... Perché non vuoi che mi butti nel fiume? perché? Gesualdo cominciò a strapparsi i capelli, a mordersi le braccia, a sputare in cielo ... Mastro Nunzio, sull'uscio, coi pugni rivolti al cielo, lanciava fuoco e fiamme ...
Nel sogno
di era (estratti)

... " Sulle ultime parole il prete, che già stava in ginocchio cogli occhi rivolti al cielo, chinò la testa, e rimase lungamente assorto in un'estasi mistica ... Fuori dei boschi, nei cespugli sparsi, nei licheni arrampicanti, nei grossi ciuffi di rododentro, nelle ágavi, nelle ériche, nelle felci, nelle macchie brune e sinuose del muschio, nell'atteggiamento rigido dei rami delle brughiere si disegnavano ombre vaghe di persone oranti, di braccia erette al cielo, come se dalla natura tutta venisse in quell'ora e in quel luogo un irresistibile bisogno di preghiera ... Quei monti, quel cielo, quegli alberi, quello spazio, erano da molti anni i suoi amici, i compagni muti eppure intendenti del suo fervido innalzamento a Dio ... Un profondo sentimento d'amore, una parentela misteriosa lo univa a quei colossi che dalla terra guardavano il cielo ... Il raccoglimento degli alberi, il cadere del sasso, il quasi impercettibile spostamento dei rami, dei sottili fili d'erba al passaggio di un insetto, gli riempivano il cuore di una dolcezza traboccante; per cui la sua preghiera era spesso accompagnata da altre piccole preci, da slanci di riconoscenza e d'amore, da un tenero delirio e da una compenetrazione così intima della bontà e della grandezza di Dio che lagrime di consolazione gli scendevano dagli occhi, e, trovandosele poi sulle mani e sugli abiti, egli non sapeva più se fossero le lagrime proprie o la stessa rugiada che cadeva dal cielo sui fili d'erba e sugli insetti ...
Nel sogno (pagina 2)
di era (estratti)

... Una volta, mentre predicava in chiesa nell'occasione di una lunga siccità che minacciava di abbruciare tutte quante le messi, vide attraverso le finestre annuvolarsi il cielo e sui vetri cadere fitti fitti i primi goccioloni di una benefica pioggia ... Dopo quel giorno, gli rimase l'abitudine delle prediche sotto il cielo ... Lungo il sentiero dei noccioli che la brina aveva cristallizzato, qualche contadino lo vide camminare col suo passo svelto, col volto sereno, l'occhio rivolto al Cielo; ed una donna, che gli si era accostata per baciargli la tonaca, lo udì mormorare in tuono sommesso fra la preghiera e il canto: "Siate lodato e benedetto o Signore, in tutte le azioni vostre ... Gli accadeva talvolta di non guardare nulla, nè il cielo, nè i monti, nè i boschi, di non respirare nemmeno; ma, assorto in un rapimento interno, ripetere tra sé: "Esisto!" con una tale estasi del proprio mistero che mille mondi aperti al suo sguardo non gli avrebbero potuto dare più intensa gioia ...
Rinaldo (pagina 40)
di Torquato Tasso (estratti)

... Già spargeva Imeneo coi vaghi amori fiori e frondi nel suol, canti nel cielo, quando di propria man Venere bella congiunse in un Rinaldo e la donzella ... 89 Or che sì destro il cielo a voi si gira, godete, o coppia di felici amanti, godete il ben che casto Amor v'inspira, e l'oneste dolcezze e i gaudi santi ... 93 Pria che di quel signor giunghi al cospetto, c'ho nel core io, tu ne la fronte impresso, al cui nome gentil vile e negletto albergo sei, non qual conviensi ad esso, vanne a colui che fu dal cielo eletto a darmi vita col suo sangue istesso: io per lui parlo e spiro e per lui sono, e se nulla ho di bel, tutto è suo dono ...
Stanze della gelosia (pagina 3)
di Torquato Tasso (estratti)

... INTERMEDI AD UNA RAPPRESENTAZIONE PER MARGHERITA GONZAGA D'ESTE DUCHESSA DI FERRARA COMPARSA PRIMA Noi siam tra queste selve ninfe leggiadre e belle, e siam dive de 'l cielo e chiare stelle ... COMPARSA SECONDA S' apre la terra e 'l cielo, e l' una manda Pluto e l' altra Amore, perché veggiate aperto il vostro errore ... AMOR FUGGITIVO EPILOGO DELL'«AMINTA» VENERE Scesa dal terzo cielo, io che sono di lui regina e dea, cerco il mio figlio fuggitivo Amore ... Cerc' ho tutto il mio cielo in parte in parte, e la sfera di Marte, e l' altre rote e correnti ed immote; né là suso ne' cieli è luogo alcuno ov' ei s' asconda o celi ...
Storia di un'anima (pagina 23)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Il triste cielo, la natura mesta ed umida, l'ora mattutina e il canto dei coscritti avvinazzati mi fanno pensare… ... —La natura ha una voce sconfortante per me! Sei tu, anima di donna, che parli a me da quel cielo melanconicamente roseo, da quel nero hosco della botanica, da quel piano silente?… Se tu, o Lidia, in questo momento muori o ti ricordi di me, io prego Dio ... —Com'è bella la Natura, quando si ama! Splende il sole: il cielo è limpidissimo ... Splende il sole e si vedono i lontani monti, e sorride il cielo, e cadono le foglie… ...
Storia di un'anima (pagina 31)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Forse la barchetta dell'amore, che va e va, colla prora inghirlandata di fiori, a cielo stellato, a gran notte? No: avvezziamoci alla prosa della vita e scottiamo le carni al sole del mezzogiorno ... Barchetta diavolessa! Ma che cielo stellato, che gran notte, che azzurro! Prosa, e sole di mezzogiorno: sollione ... Ti porrei un pezzotto bianco sulle treccie disciolte, ti darei un'anfora di terra e tu la recheresti sul capo, come una siciliana, contemplerei bene il tuo profilo austero ed italiano, e ti direi:—Va, bella, va cercandoti un cielo più ardente ... O amanti pallidi, che alla mattina venivate al mare sotto un solo ombrellino, facendovi vento con un solo ventaglio, sorridendo con un solo sorriso consapevole, ah! era proprio l'onda che colle sue luci guizzanti vi aveva abbattuti gli occhi e la ghiaia che vi dava l'andatura stanca, proprio il vento che vi aveva scomposti i capegli e la brezza della marina che vi scoloriva i labbrucci? Ah? O felicissimi, alla sera vi stavate alla spiaggia, seduti in disparte, su una sola panca, anche su un solo scannello, contemplando il mare, contemplando il cielo ... O felicissimi, che alla sera contemplavate il mare, contemplavate il cielo, ho a dirla?… Quando la filatera dei bimbi chiassosi vi saltellava vicino, voi vi pigliavate il meno restio, il più bello, l'elegantissimo, tutto vestito di bianco ricamato, colla fascia di seta azzurra, il cappellino alla marinara, e col fargli scattare sul nasino la cassa dell'orologio o col chiudergli di botto il ventaglio profumato sotto il mento, subito l'innamoravate delle vostre ginocchia, sì da poterlo baciucchiare e lisciare coll'invidia più carina ...
Storia di un'anima (pagina 33)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... O fanciulla, fanciulla, mia bionda fanciulla! Quand'io, melanconico e sorridente, vorrei dirti:—Vieni al mare! Ti mostrerò il cielo su cui si smorzano l'ultime stelle, e tu mi dirai le tue poesie d'Iddio e dell'amore!—in quell'ora in cui il tremolio antelucano dei colori aperti bacia nell'anima i desideri castissimi, il pescatore grida alla sua donna:—Su, rappezziamo le reti ... —S'ella si stropiccia gli occhi, egli, scherzando, le tende le manacce: sulle palme luccicano le squame dei pesci: ecco un cielo stelleggiato: sulle palme contando i soldi, n'andranno le squame; ecco l'alba… ... Nella barca si drizza uno stendardo di reti: le maglie rossastre dondolano fiaccamente sulle sfondo de' monti, del cielo, del mare, tutto d'un cangiante celestognolo che ai primi raggi si spolverizza d'oro da ventiquattro carati… ... O mare! o cielo! o sole! E voi, Aquiloni della Grecia, Marôut dell'India, Keroubim della Giudea! O vento del Gulf Stream, vento elettrico del Giappone, vento dell'equatore, pampero del Chilì, harmattan dei Cafri! Mare, dove ti perdi? Tu, cielo, quanti dii alberghi, all'insegna del sole, delle stelle e della luna piena?… Voi, venti, quante preghiere dissipate nella pazza vastità degli spazi? Vorrei sedere alla spiaggia… ...
Storia di un'anima (pagina 35)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Oh con chi parlava? * * * Stando io sulla piazzuola e guardando innanzi, vedevo in fondo alla portella paonazziccia per l'incenso un lumicino, e guardando indietro, indovinavo nella zona nebulosa, che a sera fonde e mare e cielo, un altro lumicino ... Mare e cielo ... E il cielo dove incomincia ad essere azzurro? Dove finisce?… Perchè? perchè? perchè?… Quanto sperpero d'aria, d'acqua, e di pensiero! È l'infinito: tanto ne sa il teologo, come il chimico: quello freddamente lambiccante Dio dai volumi di san Tomaso; questo trionfante sulle sue formole che nulla hanno creato e nulla creeranno: tanto ne gode il poeta, il quale dall'Arte non trae che patemi; quanto il marinaio che dal mestiere guadagna il pane… ... Mare e cielo! Vorrei correrli tutti! Essere un'onda spinta e risospinta, per vagare e vagare, per mutarmi in un fiocco di spuma al collo di un'ondina, e formare una collana di perle: essere un millimetro cubo di gas, per vagare e vagare, e correre ad accendermi vicino alle stelle d'Iddio… ... Il cielo si vela biancamente, e, checchè ne dicano i signori professori, sembra, dove l'occhio nostro lo guarda, scavarsi in abissi profondi e vibrare con milioni d'atomi azzurri, di contorni indecisi, di ghirigori trasparenti ... Il mare ha coscienza di questa sua poesia? e il cielo?… La massa salsa ed amara è la stupida materia: non insulto la luna, le stelle e lo spazio inafferrabile dove neppure i palloni sanno approdare, ma… ... Deserto è il mare: deserto è il cielo: deserta l'anima mia ...
Storia di un'anima (pagina 36)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Lontano, lontano andiamo, dove non ci sia più fondo, e il concavo dell'onda è turchino come solfato di rame, dove si vegga cielo ed acqua, la torma dei fiotti che non posa mai, la estensione aerea che non dà pace mai… ... Io non avrei il coperchio e fino all'ultimo minuto di mia vita riposerei lo sguardo su quel cielo che ho tanto e tanto amato! Requiem immensam dona mihi, Mare… ... Chi lo guarda, lo porge in alto e lo adora sul fondo di cielo sereno ... E lei ci crede? —Stupenda creazione della poesia! Platone, imaginando la teorìa sua, unì il cielo alla terra: fece la donna sorella dell'uomo: levò gl'innamorati alla incorruttibilità degli Dei ...
Storia di un'anima (pagina 41)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... È la padrona del palazzo che tornava dalla messa e ascendeva al sommo terrazzone… O logge aeree, o grotte verdiccie; ultimi fastigi su cui trionfa lo stemma, primi gradini col salve! O fiori che vedete il mare, marmi che riflettete il cielo!… Donna, che mi appari, più formidabile del Doria, appoggiata alla colonna, a cui già concessero le spalle la mamma, la nonna, la bisnonna, fervidissima stirpe: o donna, sei padrona del cielo, del mare, dell'infinito, dell'invisibile! Andrea Doria nel classico suo palazzo fuor di Porta San Tomaso accoglieva Carlo e Filippo re e la loro corte, e li faceva servire a suono di fischietto, come se egli fosse sulla sua capitana ... Tu accogli me, come se tu fossi nel tuo regno e comandami col tuo riso… Non sono imperatore, nè grande, nè poeta! E tu hai il riso del tuo regno, del cielo, del mare, dell'infinito, dell'invisibile!… Io servirò te… Andrea fischiava due coronati e ben faceva: tu fischi me colla gola del serpente ... Le stelle più poetiche delle notti estive, le stelle inseguentisi con velocissime curve, le soavi luci cangianti che scorrono al bacio d'argento del mare! E il mare rispondendo al cielo sussulta, e dove le crespe sue accarezzano i fiori, fiori della spiaggia, fiori delle profondità, ogni ondeggiamento porta un gorgoglio—Amore!—ed ogni gorgoglio una spruzzata di perle… ...
Storia di un'anima (pagina 49)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E perchè no? Brontolando di pigrissìma stizza, sia pure, dal letto passavo sul balcone per avviarmi alla vasca, ma, senti, sul cielo mattutino vedevo i monti tanto belli e tanto in pace: uscendo dalla buia stanzuccia della doccia a mezzodì, trovavo vigore in dosso, sì che speravo che la mia mano non avrebbe per l'avanti solo svolte le pagine di qualche libro, ma si sarebbe stretta a un alpenstok; a vespro, per la reazione del bagno, sceglievo la più erta passeggiata, e su per gli scheggioni cantarellando, a tratto facendomi silenziosa, pensavo ai nomi insigni delle Alpi, con cui fregiare il mio bastone dal corno di camoscio, e pensavo ai libri che si accorderebbero alla poeticissima contemplazione della natura ... —Vuoi di più, mia cara? Voi che facevate? I vostri spettacoli cittadini vi persuadevano a quel sonno che non concedeva madre natura, spietata infuocatrice, e la vostra languidezza e i vostri sudori non commuovevano il cielo inesorabilmente azzurro ... Intanto da una rupe di faccia al teatro della gazzarra, salivano al cielo, squarciando l'aria e crepitando e scoppiando, cento razzi a pennacchi di fuoco, a gruppi di stelle, a luci vividissime; le girandole disegnavano vortici di scintille: il bengala tricolore pingeva, come nei sogni delle fate, il paesaggio sì da farlo credere trasparente: e un immenso falò finale annunziava a quei di Cossilla e Andorno il tripudio dei bagnanti confratelli ...
Storia di un'anima (pagina 50)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Oh implacabile cielo! Cielo, che ti compiaci dei nostri foulards agitati, degli incessanti ventagli, dei nobili sudori e dei plebei, delle tolette svelatrici e de' costumi senza foglia o camicia!—Mi pare di vederla questa Milano!—dice l'uomo:—Vampeggiano i tetti coi mille fumaiuoli abbrunati, vampeggiano i selciati lucidissimi, vampeggia il Duomo, come un gigante calcinato dal sole, e sulla maggiore aguglia la povera Madonnina dorata saetta dei baleni scottanti ... Chi ha fretta s'impaccia sotto le tende sporgenti dalle botteghe e magari sogna una cabina da bagno in riva al mare: corrono gli omnibus e i broughams sopraccarichi di bauli, colle bianche faccine di dentro, che vanno a farsi brune, e i cocchieri sul serpe, colla facciona cioccolatte, che, rubando la corsa al padrone, andranno all'osteria a farsi biondi: gli scolaretti, che all'esame hanno trovato lo scoglio del greco o dell'algebra, fanno trottare le sartine, e le sartine, nell'odoroso percale, sudate, rubiconde, rompono l'aria insidiosamente: gli uomini d'affari hanno comperato il parasole: le sentinelle personificano la rassegnazione umana: i preti guardano insù; ma solo le portinaie discinte escono giù cogli annaffiatoi in mano e i numeri del lotto in cuore: il cielo è un piombo che non lascia sperare una stilla ... Uomo contento! esce dalla sala, è innondato di sole, è avvolto nell'aria frizzante, vede monti e valli e cielo e cielo: giù il piano sterminato: muoiono le tinte verdi nelle azzurre: spiccano paesetti, città, serpeggiamenti d'acque: poi si stende come un mare trasparente e celeste, una vastità fantastica, un regno di vapori… ... Non sono i monotoni ricordi della città! Non l'acre ridestarsi di quei ghiribizzi strani, che si guariscono coll'idropatia! No, no, no!… È la sana, la liberissima, la grande aria dell'Alpi, che, per così dire, irrompe nella cameretta a dare sfondi, a ricolorire monti e valli e cielo nella fantasia dell'uomo innamorato! Ecco come pensa il giovinetto:—Quanti bei luoghi ho veduto! Come voglio rammentarli ancora! Oh mio caro rododendron!… È mattina ... Il cielo s'è schiarito un po': i mille accidenti delle spaccature, delle gobbe, delle creste, delle valli, prendono rilievo: ma ancora regna l'intonazione violastra, più netta, più larga, più fredda ...
Storia di un'anima (pagina 64)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Le capanne sono celate dietro brune cataste di legna, o tra ammassi scaglionati di fascine; frequenti sono le boscaglie, lucidissimi gli stagni d'acqua, sempre gaio il fogliame vicino e aereo, soffice il lontano fuso coi monti, col cielo, con alcune cime nevicate… I punti più deserti sono per il pittore melanconico ... C'è per l'occhio un riposo, un piano liscio, levigato tra due catene di monti tutti in pace, c'è per l'anima un cielo terso e limpidissimo ... L'aria che viene dai monti, che s'infresca dal lago, che si poetizza dal cielo, entra in noi, scaccia da noi l'animaccia stanca, scettica, cittadina e ci dà un po' dell'anima della natura, col bisogno di salire in alto, coi voli dei desiderii amplissimi, coll'ali della poesia che non ha metro nè rimario!—Si diventa buoni e si ama, si ama, si ama!… Io qui non invito quelli che hanno la bottega nel cuore, nè le donnine che portano sempre lo specchio al servizio delle uniche loro carni bianchissime: non invito la folla che mangia, beve, ride, ma sibbene le anime torturate dai desiderii inesplicabili, affannate dalle spossatezze del deserto, i cuori che hanno amato o che amano! E vengano i nervosi all'idropatia! Le isteriche stancate dell'attendere! le vinte del corpo! Qui si ama, si ama!—E il lago seduce sempre, cantando l'eterna canzone senza esigere la sua gentile senseria ... Spargete i confetti a manciate pei bimbi dei pescatori, e da quelle facciole ridenti e negre traete augurio per i vostri futuri scapatelli!… Rammentando che Luino fu patria dell'angelico Bernardino, lo stupendo pittore che effigiò le sante e gli angeli con sorrisi di cielo, andiamo al molo che serra le acque cupe: il lago flagella i dadi di pietra e il ripicchio si diguazza come stanco di battaglia ... E che bagno! Vorrei staccarvi per lenzuolo un lembo azzurro di cielo, ma… E poi corriamo! Corriamo sui massi spaccati, profilati, da dove pendono i ciuffi d'erba, nelle tane, nei bugigattoli, sui cigli di quei muraglioni erti e schistosi, che la grande architettrice ha dipinti coi licheni, lisciati coll'acqua, graffiati coll'azione dei geli… Corriamo! Dove corre il desiderio? Le gambe sono umane, umano il ventre ...
Storia di un'anima (pagina 65)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Il lago si sperpera innanzi giù fino a Stresa: l'occhio nuota in quelle tinte perline e su nel cielo focato ... Non è l'ora stanca della città: è il preludio del riposo poetico: è l'ambiente di tutte le trasparenze, tutti i desiderii, tutti i sogni; col tramonto il cielo bacia l'anima nostra, e l'anima vola su quelle nubi che fingono delle isolette scorcianti in un mare più tranquillo del mare della vita, vola… Il piroscafo sbattendo le pale fracassose nell'acqua canta chiaro e netto:—L'uomo non ha ali: l'uomo non ha pinne ... Si esce dalla porta Romana, e si piega per circa tre miglia verso sud-est, camminando in mezzo a una pianura monotona, la pianura lombarda, che al cielo non sa levare altro che le capitozze pesanti degli eterni filari, qualche ramicello pelato, qualche volo di corvi, qualche crasso fumo di stalla ... Ma che cosa merita quel cielo? E poi, signor mio, ogni acqua che scorre, all'occhio dell'agricoltore, sembra far galleggiare i sacchetti d'oro; ogni prato ti pare una mappa; ogni casa è segnata a cifre, a cifrone ...
Storia di un'anima (pagina 66)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... All'ultimo piano di colonnette si leva la piramide, e noi che le passeggiamo intorno, la vediamo tutta irta coi mattoni a spinapesce, qua e là resa bizzarra da qualche ciuffo d'erba, bruna rossastra, sormontata da un globetto con una croce nel mezzo, La vista di lassù spazia sui piani e sui piani: monotonia, Pure, c'è da trattenersi su una buona mezz'ora, e anche più; si ritarda la discesa, pensando un po' a quelle scalucce malsicure che ci terranno sospesi fra il cielo e i tetti ... Con un movimento spontaneo si dà uno sguardo all'insù; le proporzioni della muraglia, della torre, si allungano sul cielo, e là, in cima, ci pare sia restato qualcosa di noi: qui basso siamo vuoti e melanconici: un che inspiegabile signoreggia tacito intorno a noi, e noi subiamo una pace per gli occhi, per le orecchie, per la bocca, un'aria morta ci involve, entra in noi, esce: ci pare di dormire da lungo tempo, o di svegliarci con altri sensi diversi dai nostri ... Si dorme tanto bene all'ombra dì tramontana, nelle abbazie dei cistercensi, fra il silenzio degli uomini e della natura!—In una celleita, Manfredo Archinto supplica Nostra Donna: in un'altra, una lucertola viva serpeggia sull'ala di una santa morta: in un'altra, san Bernardo, imprudentissimo, presenta al cielo la Guglielmina boema… Nel secolo XIII, nella Lombardia, già infestata dalle sètte degli eretici, comparve la bella Guglielmina ...